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Autore: Lanonima    14/07/2017    0 recensioni
Una storia corta di Lyndis, Hector, e il matrimonio
*grazie a mia amica Miky per le correzioni di grammatica
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Lyn non aveva avuto molto tempo per adattarsi delle tradizioni di Lycia, ma le differenze tra Caelin e Ositia erano ovvie. Hector non era un nobiluomo insolito, come lei pensava all'inizio, ma un prodotto della sua gente. La gente di Ositia era franca e aperta, curiosa di lei, e in qualche modo, più rispettosa della gente di Caelin - o di Sacae.
La gente di Caelin riconosceva la somiglianza con sua madre, ma non la considerava una di loro. La sua pelle era troppo scura. Parlava con un accento straniero. Le sue idee della nobilità e del governo erano troppo strane. Lyn, figlia di Madelyn o no, non era una di loro.
In Ositia, le opinioni erano divise. Quelli che avevano sostenuto Ather, e ora sostenevano Hector, vedevano lei per prima cosa una guerriera forte, per seconda un collegamento a Caelin, in ultimo una gitana sacaena. Quelli che avevano opposto Ather odiavano di più Hector. Ignoravano Lyn, tranne che per insultare la sua discendenza mista.
Lyn ignorava gli insulti. Li aveva già sentiti dire dal Marchese di Araphen e da molti altri nella sua vita. Le parole non valevano l’aria necessaria per dirle.
Ositia aveva perduto e ottenuto due marchesi in poco tempo, e c'era agitazione ovunque. L'incoronazione di Hector era stata organizzata al più presto. Lui fu il Marchese di Ositia prima che fosse guarito dalle battaglie. Ora, il loro matrimonio era stato organizzato con la stessa velocità. Dopotutto, il marchese aveva bisogno di una moglie, e Ositia aveva bisogno di un erede.
Lyn aveva visto parecchi matrimoni in Caelin. I preparativi per il suo erano meno appariscenti, ma molto diversi da quelli del matrimonio che lei aveva immaginato quando era piccola. Quando era solo Lyn della Lorca. Quei giorni erano finiti. Ora lei era Lady Lyndis di Caelin, presto sarà Lady Ositia. Quindi, provava ad accettare il suo destino con dignità.
Hector, però, la conosceva meglio.
Lui la fermò nel giardino.
-Andiamo a fare una cavalcata nel parco,- disse. La frase era corta, come sempre, senza un preambolo. Marchese o no, Hector era sempre Hector.
Lyn sollevò le sopracciglia. -Hai degli incontri oggi, no?- Era una domanda valida. Hector sembrava sempre avere degli incontri. A volte lui calmava le paure della sua gente. A volte insinuava delle minacce implicite. Presto Lyn parteciperà con lui, dopo il matrimonio.
Hector alzò le spalle. -I cavalli sono già pronti.-
-Sei sicuro, oggi! Pensi che riuscirai a rimanere in sella questa volta?-
-Se no, è solo perchè la mia istruttrice è stata negligente.- Hector prese la sua mano. -Andiamo, Lyn! Al diavolo i nobili. Abbiamo bisogno di un giorno libero, ogni tanto.-
Quando lui iniziò a trascinarla verso la stalla, Lyn non protestò.
Lyn andava al parco quando aveva nostalgia di casa. Non era per niente come Sacae, dove le pianure incontravano il cielo, ma era meglio delle strade affollate di Ositia. Meglio del presidio rinforzato che Hector chiamava casa. Il parco era alle spalle del castello, appena fuori delle mura.
Era metà prato e metà foresta - un terreno di caccia per il marchese e la sua famiglia. Nè Ather nè Hector cacciavano regolarmente e ora il parco sembrava un po' selvaggio. Non era davvero selvaggio, ma meno curato del giardino o del prato dentro le mura. Il parco era il solo posto che le sembrava familiare.
Hector rimase in sella, quindi Lyn aveva bisogno di un'altra scusa  per prenderlo in giro. Non era troppo difficile da trovare.
-Ora riesci a comandare questi cavalli, visiteremo Sacae e ti metterò in sella ad un vero cavallo!-
Lui non abboccò all'esca.
-Mi piacerebbe ...visitare Sacae con te, un giorno.- disse Hector. Così serio, così goffo, così diverso dal solito. Lyn aveva sentito Hector parlare così solo poche volte. Era preoccupata.
-Stai bene?- domandò. Le sue mani stringevano i redini e il suo cavallo sbuffava, irritato dalla tensione. Lyn si costrinse a rilassarsi, a respirare e ad aspettare che Hector si spiegasse.
-Ho qualcosa per te, e non ho voluto dartelo davanti a quello branco di sciacalli.- Manovrò il suo cavallo più vicino a lei, così vicino che lei poteva sentire il tessuto dei suoi pantaloni sulla sua gamba nuda. Hector prese due borsellini dalla sua tasca, uno rosso e uno blu. Diede il rosso a lei.
-Non entrambi?- Lyn domandò, prendendolo in giro di nuovo.
Questa volta lui sorrise.
-Sei avida! Questo è mio. Aprilo!-
Lyn vuotò il borsellino sul suo palmo. Una catena delicata di argento splendeva nella luce del sole. Nel mezzo c'erano due anelli, più grandi degli altri, e a forma di diamante. Due diamanti intrecciati, il simbolo indossato dalle mogli su tutte le pianure di Sacae. Lyn lo guardò, senza parole.
Hector teneva una seconda collana - d'oro invece che d'argento. La catena era più spessa, e le forme erano cerchi invece che diamanti.
-So che un'anello è più tradizionale. Ma la mia famiglia ha già le fedi nuziali. Penso che una collana andrà bene.-
-Come I'hai saputo?-
-Ho obbligato Guy a dirmelo.  Ecco.-
Lui prese la collana dalla sua mano, aprì il fermaglio, allacciò la collana attorno al suo collo. Le mani di Hector erano grandi e segnate dalla battaglia. Avevano combattuto i nemici, avevano ucciso un drago, e avevano salvato tutto di Elibe. Erano delicate come pizzo contro la sua pelle.
Lyn non disse niente. Non aveva parole, serie o canzonatorie. Andò semplicemente verso di lui e gli allacciò la collana dorata. La catena spiccava sulla sua casacca blu, una piccola decorazione per un completo semplice. La collana andava bene, come se dovesse stare lì.
Lyn capiva la cavalcata, ora. Un matrimonio di Sacae era sempre sotto il cielo aperto. Un fidanzamento seguiva sempre una cavalcata lunga. Non era facile farlo qui, nella popolosa Ositia. Come di consueto, Hector riusciva a fare la giusta cosa al momento giusto.
-Ci sono anche delle parole da dire, lo so. Non l'ho dimenticato. Beh... l'ho dimenticato, ma lo faccio comunque.-
Lyn sorrise mentre Hector provava a dire i giuramenti matrimoniali della sua infanzia.
-Il tuo accento è terribile,- disse quando lui ebbe finito. Ma Lyn ripeté le parole, contenta di parlare di nuovo la sua lingua, ancora più contenta di dire qualcosa che non avrebbe mai pensato di dire, parole che riuscivano a spiccare anche in una lingua già piena di grazia e bellezza.
Hector la guardò con un sorriso, i suoi occhi erano calmi e affettuosi - un'espressione che lui condivideva solo con lei.
-Quando la tua mano è nella mia, io sono più forte,- lui diceva, ripetendo la prima frase nella lingua comune. Allungò la sua mano verso lei.
Lyn lo prese, e continuò con la seconda frase. -Quando le tue parole si uniscono con le mie, io sono più saggia.-
-Quando cammini al mio fianco io sono più coraggioso,- lui disse.
-Quindi  cavalcherò al tuo fianco se tu mi accetterai.-
Dissero l'ultima frase insieme, come se l'avessero deciso da prima. -Cavalcherò al tuo fianco, fino a che i fiumi non saranno asciutti, fino a che la luna non divorerà più il sole, fino a che le stelle non cadranno dal cielo come pioggia. Fino ad allora non separeremo mai le nostre strade.-
Entrambi erano silenziosi dopo il giuramento, prendendosi un momento per pensare a quello che avevano detto.
Hector parlò primo. -È meglio in sacaeno.-
-Tutto è meglio in sacaeno.-
Hector era ancora goffo, nei suoi movimenti e nelle sue parole. C'erano altre cose che voleva dire, Lyn lo sapeva, ma lui non sapeva come dirlo.  Lui non aveva bisogno di dirlo. Lyn lo conosceva meglio.
Entrambi parlavano meglio con le azioni che con le parole. Quindi, Lyn gli mostrò quello che lei pensava. Quando interruppe il bacio, Hector aveva una espressione stupefatta, ma non era più goffo.
Lyn rise. -Facciamo a gara a chi arriva prima al castello,- disse. Girò il suo cavallo verso casa.
Hector le sorrise, lo stesso sorriso che aveva in allenamento e in battaglia, e in ogni gara che avevano avuto. -Spero che tu sia pronta a perdere, perchè ho imparato dalla migliore!-
-Vedremo!-
I cavalli iniziarono la corsa in un rimbombo di zoccoli. Dopo, quando furono arrivati al castello, nè Lyn nè Hector sentirono il bisogno di menzionare che erano arrivati nello stesso momento.
   
 
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