Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: Geani    14/07/2017    0 recensioni
Non tutti gli angeli sono buoni e saggi. Sono creature estremamente vicine agli umani. Un angelo può cambiare per sempre, può essere esiliato e vivere sulla terra.
Danyas non è un semplice essere alato, è il fratello della Regina; una regina che però non è più lucida da molti anni, forse troppi. Il mondo non è fatto di buoni e cattivi, non e' fatto di angeli e demoni ma di creature di ogni tipo il cui animo brilla di mille sfumature diverse. Il cuore, che quasi mai segue la mente, detta troppo spesso le regole. Dopo una guerra tra angeli e demoni, quello che resta è una guerra tra fratelli.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5



Isabelle resto’ con il naso per aria a guardare il cielo diversi minuti prima di scoppiare a ridere e strofinarsi le braccia con i palmi delle mani in una sorta di abbraccio. Le pareva assurdo non essere morta, riuscire a stare fuori casa durante la giornata, alla luce del sole. Era convinta che non ci fosse alcun modo per compiere una cosa del genere eppure eccola li’, in piedi, a sentire i raggi del sole carezzarle il viso.
Guardo’ l’uomo che, a pochi passi da lei, la guardava in attesa. Non pareva annoiato ed era abbastanza ovvio che volesse lasciarle il tempo di abituarsi a quella sua nuova condizione. Belle si passo’ una mano fra i capelli, portandoli da un lato e facendo poi una giravolta finendo per scompigliarli di nuovo. Non che le importasse sul serio, ormai era rapita dal giorno, dalla luce, dal sole, dal caldo.
Era estasiata.
Non avrebbe saputo dire se per il sangue d’angelo che le scorreva nelle vene o se per l’adrenalina. Tutto cio’ che sapeva era che voleva muoversi, saltare, ballare, urlare. Voleva correre e non fermarsi piu’ per sentire di nuovo il vento che scaccia il calore dei raggi del sole. Desiderava sentirsi viva anche se, come sapeva benissimo, era impossibile. A maggior ragione era suo dovere trarre il piu’ possibile da quella esperienza.
Solo dopo diversi minuti si fermo’, cerco’ di sistemarsi i vestiti e si avvicino’ a quell'essere che l’aveva salvata due volte nell'arco di mezz'ora. Spero’ che la ferita si fosse gia’ rimarginata in modo da non dare nell'occhio sulla strada. Il top che indossava lasciava gran parte della schiena esposta a occhi indiscreti. Si fermo’ a pochi passi da lui, sforzandosi di ricordare il suo nome. Era convinta di saperlo, ma come succede sempre quanto si cerca una parola precisa non riusciva a riportarlo a galla. Sbuffo’ infastidita poi si fece forza e alzo’ gli occhi su quel ragazzo.
Era certa che non fosse giovane, non poteva esserlo. Era un angelo.
Nonostante cio’ quello che si trovava davanti era una semplice persona sulla ventina, piu’ di ventitre' anni non glieli avrebbe mai dati.
Di lui conosceva ben poco: il nome, le abilita’ a letto e il gran cuore che l’aveva portato a salvarla piu’ di una volta.
-Ti ringrazio.- Disse rompendo il silenzio. -Di nuovo.-
-Non c’e’ bisogno.- Scrollo’ le spalle lui.
-Si’, sarei morta due volte di seguito se non ci fossi stato tu.-
-Se tu non avessi rubato quel demone non ti avrebbe fermata e saresti riuscita ad arrivare a casa prima dell’alba.- Le fece notare, con fare alquanto irritante.
-Beh, avevo bisogno di soldi.- Belle incrocio’ le braccia al petto. Lui non sapeva nulla.
-Dovevi comprarti altri vestiti che piu’ che altro paiono stracci?- Domando’ divertito.
-E se anche fosse? Non sono affari tuoi!-
-Lo sono quando ti faccio bere il mio sangue per salvarti dal sole.- Fece notare lui, divertito da come quella piccola ragazzina cercasse di trovare ragioni per quanto successo.
-Magari volevo morire, ci hai pensato?!-
-Certo, per questo sei sbiancata ancora di piu’... e sempre per questo hai appena fatto la danza del sole.- Ridacchio’.
 -E’ stato inaspettato, avrei dovuto piangere e chiedere la morte?- Sbotto’ Belle, esausta.
-Ti avrei accontentato.- Fece spallucce lui, sapendo pero’ che non era vero. Non aveva mai ucciso nessuno. Aveva combattuto, si’, aveva ferito e mutilato, si’; eppure non aveva mai tolto la vita a qualcuno. Non era nemmeno convinto di poterlo fare. In ogni caso non le avrebbe certo lasciato l’ultima parola finche’... non c’era un vero motivo o un fine misterioso, semplicemente voleva divertirsi e lei era la prima persona che lo distraeva dalla sua noiosa e monotona vita da mesi per non dire anni.
-Mi avresti uccisa?- Mormoro’ la vampira, incredula.
-Se era cio’ che desideravi.- Confermo’ cercando di risultare credibile. –Pero’ se hai cambiato idea ti conviene andare a casa prima che l’effetto sparisca.- Continuo’ cercando di cambiare argomento.
Belle sussulto’, ricordando quasi improvvisamente che aveva in circolo il suo sangue. Le torno’ in mente quello che prima non aveva notato. Era presa dalla foga e dalla paura ma solo in quel momento si rese conto che era stato dolce, quasi zuccheroso. La sua carne morbida e facile da azzannare. Si passo’ la lingua sulle lebbra di riflesso, quasi bramandone ancora. Lo guardo’ attentamente, piegando piano e di poco la testa di lato. Ci avrebbe messo circa un secondo per saltagli addosso e bloccarlo, forse cinque per dissanguarlo completamente.
-Per strada davanti a tutti gli umani?- La voce di lui la distolse da quei pensieri.
-Cosa?-
-Conosco quello sguardo, mi stavi degustando.- Sospiro’ lui, scuotendo la testa. –Non succedera’, non ti conviene provocarmi e di certo non ti conviene provarci.
Belle annui’ appena, imbarazzata. Con lui non riusciva a essere disinteressata come sempre, come con gli altri. Forse era il fatto che fosse un angelo, forse era perche’ il suo sangue le ribolliva nelle vene.
Era strano. Come se avesse mangiato per la prima volta dopo anni e anni.
-Tutti sono attratti dalla propria preda, e’ una questione psicologica.- Disse lui, scrollando le spalle. -Io me ne torno a casa, dovresti avere circa cinque minuti ancora... riesci ad arrivare in appartamento, vero?- Inizio’ quindi a fare qualche passo.
-Non penso.- Mormoro’ lei, seguendolo. -Abito dall'altra parte della citta’, anche correndo ci metto sui dieci. Lo sai.- Gli ricordo’.
Lo osservo’ attentamente, noto’ la sua schiena irrigidirsi e rilassarsi subito dopo. Guardo’ come lui, lentamente, si volto’ a guardarla scocciato. Capiva che fare da baby-sitter a una vampira non era esattamente il suo passatempo preferito ma non poteva mentire per andare verso morte certa. Non avrebbe fatto in tempo, ne era abbastanza sicura e, teoricamente, lui avrebbe dovuto saperlo dato che era li’ che avevano passato la notte insieme.
-Immagino che per chi non deve scappare dal sole non sia un problema.- Mormoro’ poi. –Non so come tu sia tornato a casa tua quella notte o quanto sia lontana da qui casa tua... ma io sono praticamente gia’ cenere.- Sospiro’ appena, affiancandolo. -Puoi darmi altro sangue o puoi ospitarmi fino al tramonto.- Aggiunse poi, sorridendo. Nessuna delle due idee le dispiaceva.
-Non hai proprio intenzione di lasciarmi stare, vero?-
-Solo se mi vuoi morta, in quel caso non potro’ farci nulla.- Fece notare.
- In questo caso e’ meglio se ci muoviamo.- Danyas riprese a camminare, allungando il passo. Casa non era lontana, poche strade e sarebbero arrivati. Non voleva ucciderla ma di certo non voleva nemmeno farsi dissanguare. L’aveva gia’ visto, i vampiri raramente sapevano controllarsi e da come lo aveva guardato prima, da come si era leccata le labbra poteva essere certo che non si sarebbe fermata prima di ucciderlo.
Belle annui’ appena, seguendolo. Era indecisa: parlare o meno? Forse aveva gia’ detto troppo nel tempo che avevano trascorso assieme. Non era colpa sua, lui non parlava molto o forse non parlava molto con lei. In ogni caso scelse di essere discreta e di aspettare in silenzio di arrivare.
Lei gli aveva aperto la propria casa e, nonostante pensasse di non vederlo mai piu’, lui ora stava facendo lo stesso. Aveva passato anni a credere che, prima o poi, qualcuno l’avrebbe accettata per cio’ che era. Sognava di confidare il proprio segreto ad un umano; lui poi l’avrebbe baciata e in seguito, dopo diversi mesi, le avrebbe chiesto di trasformarlo. Avrebbero cosi’ passato l’eternita’ insieme. Presto si era pero’ resa conto che erano le fantasie di una ragazzina, forse poteva sembrarlo ma non lo era piu’. Aveva piu’ di un secolo di vita e, sebbene fosse sicura che l’angelo al suo fianco ne avesse quanto minimo il triplo, si sentiva vecchia. Vecchia per dei sogni cosi’ stupidi. Gli umani odiavano chi era diverso da loro. Bruciavano le streghe e torturavano i vampiri, uccidendoli solo alla fine.
Scaccio’ quei pensieri cercando di essere piu’ positiva a cio’ che aveva davanti. Poteva provare a costruire qualcosa con quell'angelo ma dubitava che anche lui volesse la stessa cosa. Era sparito dopo una notte di fuoco come tutti gli altri, l’aveva usata. Eppure poi l’aveva anche salvata e non capiva il perche’. Non conosceva altri angeli, ma aveva sempre pensato che per loro natura fossero fatti per odiare i demoni e tutte le creature impure.
-Siamo arrivati.- Annuncio’ lui richiamando l’attenzione su di se’. -Spero tu non sia una di quelle che deve toccare tutto per curiosita’.- Continuo’ poi, aprendo il portone per farle salire le scale fino a una porta dell’ultimo piano. Apri’ anche quella e si fece da parte.  -Entra pure.- 
 
   
 
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