Ringrazio di cuore i lettori che
stanno seguendo questa mia
ff ed in particolare Divergente Trasversale per le recensioni! Aggiungo
anche
un link della collezione polyvore ispirata da questa ff,
così potete vedere che
viso e fattezze ho pensato di dare alla protagonista femminile.
https://www.polyvore.com/hate_that_love_you/collection?id=6633190
Grazie a tutti! Al prossimo
aggiornamento!
Josh portò Victoria fuori
a cena nel suo ristorante
preferito. Sembrava
davvero intenzionato
a fare pace con lei, aveva addirittura spento il cellulare per
concentrarsi
solo su di lei, senza interruzioni.
“Ho parlato con mia
madre” iniziò
a dire.
“Siamo arrivati ad un
compromesso, credo. Si occuperà
solo di prenotare il country club per
il ricevimento, sempre che a te vada bene questa soluzione, e per il
resto se
ne terrà fuori. Se vorrai
potrai farti
aiutare dalla wedding planner che aveva assunto, ma mia madre mi ha
giurato che
non metterà bocca nelle nostre scelte…ed io, per
farmi perdonare per la
latitanza degli ultimi tempi, mi sono permesso di pensare alla luna di
miele.”
Precisò vispo, recuperando una busta dalla tasca interna
della giacca e passandola
alla fidanzata.
Si trattava di due biglietti per
Tahiti, due settimane in
quell’isola paradisiaca.
“Wow!”
Esclamò Victoria, genuinamente sorpresa
“Io….non so
che dire ….” Farfugliò.
“Non devi dire niente!
Dimmi solo che non hai cambiato idea
e che mi sposerai.” Rispose, posando una mano su quella della
ragazza.
“MI dispiace”
Riprese a dire lei “mi sono comportata da
bambina viziata credo. Non avrei dovuto prendermela con te.”
Continuò “Certo
che voglio sposarti. E anche se non abbiamo esattamente le stesse idee
sul tipo
di cerimonia, cercherò di venirti incontro, come stai
facendo tu con me”
aggiunse.
Josh sorrise e si sporse per
baciarla, sancendo così una
dolce tregua. Continuarono a cenare tranquillamente, godendosi
l’ottimo cibo ed
il vino, e poi raggiunsero l’appartamento di Josh e
conclusero la serata nel
migliore dei modi, facendo l’amore.
Nei giorni seguenti, Victoria riprese
ad occuparsi dei
preparativi per le nozze. Si sarebbero sposati di lì a pochi
mesi, il 10 giugno,
ed avrebbero festeggiato con
parenti ed amici al country club. Harriett, come aveva promesso Josh,
si tenne
alla larga dalla quasi nuora e non interferì più
nell’organizzazione della
cerimonia, anche se la ragazza era certa che continuasse a tenersi
informata
tramite Sally, la wedding planner. Victoria aveva cercato di farne a
meno e di
pensare a tutto da sola, ma fra il lavoro e la fondazione era quasi
impossibile, così alla fine si affidò a Sally. In
fondo doveva ammettere che
era un’ottima wedding planner e, a differenza della suocera,
non cercava mai di
imporle le proprie idee. La ascoltava e cercava sempre di trovare
soluzioni che
incontrassero le sue richieste.
Le settimane volarono, scandite dal
lavoro, dagli impegni
con la fondazione, e dai preparativi delle nozze, ovviamente. E poi, di
tanto
in tanto, nonostante non ne fosse entusiasta, Victoria partecipava
anche a
qualche evento mondano, con suo padre oppure con Josh. O, ancora, era Skyler a
stanarla dal nido per
portarla a qualche festa.
“Eddai! Levati quel
broncio! Stiamo andando ad una festa,
santo cielo! Come fai ad essere così asociale!” la stava prendendo in giro
l’amica, mentre si
preparavano per partecipare ad una serata di gala dell’Amfar
a New York. Si
erano ritrovate entrambe nella Grande Mela
per lavoro. Skyler era lì da circa una settimana per seguire
il tour
promozionale di uno degli attori che rappresentava come PR, mentre
Victoria era
arrivata solo un paio di giorni prima e sarebbe ripartire a breve, dopo
alcuni
incontri di lavoro cui aveva partecipato al posto del padre, impegnato
in
Europa al momento.
“E poi è una
serata benefica! Questo dovrebbe renderla meno
superficiale ai tuoi occhi, no?” aggiunse.
“Più o
meno” Rispose Victoria, finendo di truccarsi
“Sarà
pieno di ricconi snob e vip che fingeranno di essere interessati alla
causa”
Aggiunse.
“A proposito di
vip” Riprese a dire Skyler “Ho visto in
anteprima la lista degli invitati e ci sono anche Ryan e la
moglie.” Osservò,
scrutando con la coda dell’occhio l’amica
“Hanno confermato un paio di giorni
fa, quindi verranno.” Disse ancora.
“Perché me lo
dici?” rispose Victoria.
“No…così….”
Strinse le spalle l’amica “Vi siete incrociati
spesso l’ultima volta che è stato a LA. Mi hai
detto che ti ha portata in moto e
ti ha lasciato il suo numero.” Aggiunse sibillina
“L’hai mai chiamato?”
“No. Avrei
dovuto?” ribattè.
“Me l’ha lasciato
solo per levarmi d’impiccio con Josh. Per
rendere credibile la scusa che si era inventato per giustificare il
nostro
incontro. Non credo volesse davvero che lo chiamassi!”
aggiunse.
“Se lo dici tu!”
Osservò Skyler “Secondo me invece te
l’ha
dato perché voleva che tu lo avessi.E che ti facessi
sentire.” Aggiunse “Io
credo che tu gli interessi” Rimarcò.
“Che?
Ma…è sposato. Figuriamoci! E io sono fidanzata;
è
stato solo gentile e magari diventeremo amici, ma non
c’è altro! Non iniziare
con le tue congetture fantasiose.” Rise Victoria.
“Non è una mia
fantasia!” borbottò l’altra, appena
piccata
“Mi limito a constatare un dato di fatto. Ovvero, che un uomo
molto
affascinante e sexy, seppure sposato, ti ha lasciato il suo numero. E
oltre a
quello, si è presentato alla fondazione per portarti a fare
un giro in moto in
un posto suggestivo e romantico!” precisò.
“E’ solo stato
gentile. Mi ha vista pensierosa la sera della
festa e visto che ha più esperienza di me in matrimoni e
affini, mi ha dato dei
consigli, tutto qui.” Tagliò corto Victoria.
“Si,
vabbè!” rise Skyler.
Le ragazze finirono di prepararsi e
poi lasciarono la loro
suite e scesero di sotto, dove una limousine le aspettava per portarle
al
Cipriani, dove si sarebbe tenuto il gala.
Erano entrambe bellissime. Skyler
aveva optato per un abito
da sera rosso, accollato sul davanti ma con uno scollo generoso sulla
schiena.
Victoria, invece, aveva scelto un abito argentato dalla forma a sirena, con spalline sottili, una
delle quali
abbellita da un fiore nello stesso tono di argento.
Appena arrivarono sul red carpet, i
fotografi iniziarono a
fotografarle, chiamandole per avere gli scatti dalle angolazioni
migliori.
Sembrava una bolgia, e mentre Skyler era sempre a suo agio in queste
circostanza, Victoria non lo era affatto, ma fingeva di esserlo,
sperando che
il rito delle foto si concludesse il prima possibile.
Per fortuna, dopo un quarto
d’ora abbondante di scatti, i
fotografi si concentrarono sugli altri ospiti che stavano via via
arrivando e
le due ragazze riuscirono ad entrare ed a prendere posto al loro
tavolo. E Victoria
rimase davvero sorpresa quando, fra
i segnaposto, notò i nomi di Ryan e della moglie.
“Ehi!”
richiamò Skyler, rifilandole una gomitata “
“Tu ne
sapevi niente?” le domandò.
“No, giuro di no! Ho visto
l’elenco degli invitati, ma non
sapevo nulla dei posti e dei tavoli!” rispose.
“Non è meglio
essere al tavolo con persone che conosciamo?
Non ci è andata male in fondo! Ci sono lui e la moglie, un
paio di modelle, e
Zac Posen. Io non mi lamenterei!” rise ancora.
Poco dopo, la sala, finemente ed
elegantemente addobbata,
iniziò a riempirsi ed alla fine Ryan e la moglie si
aggiunsero, per ultimi, al
tavolo.
Lei era fasciata in un abito rosa
pastello, che metteva in
risalto le sue curve, coi capelli acconciati in un semiraccolto,
perfettamente
truccata e con svariati milioni di dollari in diamanti al collo, alle
orecchie
ed alle mani. Sorrideva, ma sembrava tradire un certo nervosismo. E lui
era
veramente affascinante nel suo completo blu scuro con tanto di
farfallino.
Peccato avesse il muso lungo di chi è reduce da un litigio.
Salutarono gli altri commensali, e
quando notò Victoria,
Ryan non riuscì a nascondere una certa sorpresa. Quella fu
l’unica interazione
fra i due, visto che per il resto della cena, lui quasi finse che lei
non fosse
lì, evitando accuratamente anche solo di guardare nella sua
direzione. La
ragazza ovviamente se ne accorse, ma fece finta di nulla, anche se non
capiva
questo suo atteggiamento.
Solo verso la fine della serata,
quando rimasero soli al
tavolo, si ritrovarono giocoforza obbligati a rivolgersi la parola.
“Peccato non ci sia una
terrazza dove scappare!” disse lei,
accennando un sorriso.
“Già!”
rispose solo lui, guardando distrattamente nella sua
direzione, e poi finendo il suo bicchiere di vino.
“Scusa ma ce
l’hai con me, per caso?” gli domandò
allora
lei, incapace di trattenersi.
“Io? No. Dovrei
forse?” le rispose per le rime lui ed a dispetto
delle sue parole
sembrava che ce l’avesse eccome con lei.
“Non ne ho idea! Magari ti
sei svegliato male!” rispose lei,
allargando le braccia “E’ tutta la sera che cerchi
di evitarmi, e ci sei
riuscito anche se l’impresa era ardua, essendo allo stesso
tavolo. Sembra quasi
che ti abbia offeso, ma non mi pare proprio, non ci vediamo da
mesi!” osservò
“O magari sei così nervoso perché
venendo qui hai discusso con tua moglie. Dai
consigli a me e poi non li metti in pratica?” lo
provocò.
“Piantala, non sai neanche
di cosa parli” rispose asciutto
lui.
“E invece a quanto pare ho
punto nel vivo!” gli fece notare
lei “Ora continua pure a fingere che io non
esista!” aggiunse.
“Ho letto
l’annuncio del matrimonio sul Times!” riprese a
dire lui “Con tanto di foto dei piccioncini felici. Non ti
facevo tipo da cose
così smielate e ostentate!” aggiunse sarcastico.
“Cosa? Di che
parli?”
“Dell’annuncio
ufficiale delle tue nozze sul Times. Non
dirmi che non ne sapevi niente. Era nell’inserto speciale di
ieri. Ogni due
domeniche pubblicano gli annunci di matrimonio di qualche coppietta
snob e
ricca. Ieri c’eravate tu e il broccolo” le
spiegò.
“Non ne sapevo niente.
Dev’essere stata un’idea di mia
suocera. Per fortuna doveva tenersene fuori”
osservò quasi fra sé e sé la
ragazza.
“Pensavo fossi diversa da
lui. Credevo che davvero fossi
l’eccezione alla regola, che non fossi la solita figlia di
papà e invece lo
sei. Quindi forse è bene che te lo sposi. Siete proprio
perfetti insieme!”
disse ancora.
“Ma come ti permetti?
Insomma, nemmeno mi conosci, ci siamo
visti un paio di volte, e pensi di sapere tutto di me? Dispensi
consigli, non
richiesti fra l’altro, e poi che fai? Ti inalberi se non li
seguo? Io sola
decido per me e ragiono con la mia testa” rispose piccata.
“Si, come no! Certo!” la incalzò
ironicamente lui “Infatti hai accettato di
sposarti in grande come volevano lui e la sua famiglia, proprio
perché usi la
tua testa. Ti hanno fatto il lavaggio del cervello e tu manco te ne sei
accorta!” la prese quasi in giro.
“Non che ti debba qualche spiegazione, ma per tua
informazione, Josh
ed io abbiamo chiarito la faccenda del
matrimonio, abbiamo parlato e sto organizzando tutto io. Abbiamo
raggiunto un
compromesso, ed annuncio sul giornale a parte,
quello che si farà o non si farà lo
stiamo decidendo insieme. Non
capisco perché la cosa ti irriti tanto! Non sei nessuno per
giudicarmi! Forse
sei così avvelenato non perché io non ho seguito
i tuoi consigli, ma perché tu
stesso non l’hai fatto quando era il momento ed ora ti
ritrovi infelice. Bè
caro mio, mi dispiace, ma non è colpa mia!”
Lui la fulminò con lo
sguardo ed era sul punto di
risponderle per le rime, ma non ne ebbe il tempo, perché sia
sua moglie che gli
altri seduti al loro tavolo tornarono. Tuttavia, la tensione che
c’era fra di
loro era palpabile.
Appena possibile, Ryan si
alzò e, nonostante l’evidente
disappunto della moglie Blake, che avrebbe voluto
rimanere, se ne andò via. Poco dopo Skyler e
Victoria fecero lo stesso. Durante il tragitto in auto, non
volò una mosca, ma
una volta rientrate in albergo, Skyler cercò di sondare il
terreno. Non fu
semplice farsi raccontare dall’amica cosa fosse successo, ma
alla fine la
spuntò, forse prendendola per sfinimento.
“A me sembra la reazione di
un uomo geloso! Te l’avevo detto
che gli piacevi!” chiosò compiaciuta Skyler.
“A me sembra la reazione di
un frustrato. E pure un po’
psicolabile! Magari si è calato troppo nei panni di Wade
Wilson!” osservò
l’altra “Comunque, qualsiasi sia la ragione, non
sono affaracci suoi! Ma chi
gli hai mai chiesto niente!” continuò a dire
borbottando “Mai come ora sono
sicura della mia scelta! Se a lui è andata male, mi
dispiace! Josh si sta
sforzando, mi è venuto incontro, abbiamo risolto la cosa,
non ho motivo di avere
dubbi!” concluse decisa.
Archiviata quella serata mondana,
l’indomani Victoria prese
un volo di ritorno per Los Angeles, decisa a lasciarsi Ryan ed i suoi
giudizi
alle spalle. Aveva ben altro a cui pensare! Ormai mancava poco
più di un mese
alle nozze, ed aveva ancora alcuni dettagli da definire con la wedding
planner
e con lo sposo.
Riuscì però ad
incontrare Josh solo un paio di giorni dopo
il suo rientro, perché anche lui era stato fuori per lavoro.
Parlarono delle
nozze, dell’annuncio sul giornale, architettato, come aveva
immaginato la ragazza,
dalla suocera, ma diversamente dal solito non finirono per discutere.
Lui in
realtà sembrava piuttosto distratto, cosa che non
sfuggì alla sua fidanzata.
“Pensavo di arrivare
cavalcando un unicorno. Pensi che sarà
possibile trovarne uno?”
disse lei ad un
certo punto.
“Si, si. Come vuoi tu!” rispose lui chiaramente
distratto.
“Allora davvero non mi
stavi ascoltando! Ho appena detto che
vorrei arrivare su un unicorno!” lo prese in giro.
“Scusa, sono solo un
po’ stanco!” si giustificò lui.
“Problemi di
lavoro?” domandò.
“Si e no!”
rispose in maniera piuttosto evasiva.
“Josh, stiamo per sposarci.
Magari non potrò aiutarti a
risolvere i problemi, sai che di finanza capisco poco, ma posso
ascoltarti!”
riprese a dire lei.
Josh sospirò.
“Ok, va bene. In effetti
c’è una cosa che devo dirti!”
iniziò a dire. Sembrava sulle spine ed era strano
perché di solito era molto
controllato.
“Il lavoro sta andando
bene, molto bene, tanto che mio
padre, insieme ai suoi soci, ha deciso di aprire una succursale a
Londra” spiegò.
“Wow! E’ una
splendida notizia!” esclamò la fidanzata.
“Si, lo è. E ha
anche pensato di mandare me in loco a
dirigerla.” Aggiunse.
“Oh” gli fece eco
lei
“E per quanto dovrai fermarti?” gli
chiese.
“Bè,
sarà un processo lungo. Fra avvio ed inizio
dell’attività,
abbiamo stimato almeno un paio d’anni!” rispose.
“Due anni?”
rimarcò lei “Ma…e noi?”
“Ho già pensato
a tutto! Insomma, sarà un nuovo inizio per
entrambi!” le disse, speranzoso che lei accettasse di buon
grado.
“Un nuovo inizio? Ma la mia
vita è qui! Il lavoro, la
fondazione!” rispose.
“Eddai! Puoi lavorare per
tuo padre anche da Londra! E poi,
che bisogno c’è che tu continui a lavorare? Presto
saremo sposati e avremo dei
figli! Avrai già tanto da fare con la casa nuova a Londra!
Guarda, ho delle foto!”
aggiunse, recuperando l’iPad e mostrandole le foto di un
attico super lussuoso
nel centro di Londra.
Victoria lo fissò
perplessa, ed anche innervosita.
“Scusa, hai comprato questo
appartamento senza dirmi nulla?
Senza parlarne prima con me? Eri davvero sicuro che ti avrei detto di
si? Che
avrei stravolto la mia vita per seguirti a Londra come se fossi una
ragazza
zainetto??” rimarcò basita.
“Vicky, per favore! Non
iniziare a protestare come tuo
solito! Non ti ho mica chiesto di seguirmi in giro per il mondo
all’avventura a
bordo di un camper! Santo cielo! Stiamo parlando di Londra, di una
città
pazzesca, di una nuova esperienza, un nuovo capitolo solo nostro, in un
appartamento di lusso e tu reagisci così? Sai quante
vorrebbero essere al tuo
posto?” le fece notare. Ancora una volta, stava dando la
colpa a lei, senza
nemmeno sforzarsi di capire le sue ragioni. Lui aveva deciso per
entrambi e lei
doveva farsi andare bene quella decisione non condivisa. Le parole di
Ryan le
ronzarono nuovamente e fastidiosamente in testa. Era convinta che Josh
fosse
cambiato, che stesse sforzandosi di capirla, ma probabilmente la
‘resa’ sulle
nozze era solo un diversivo, un contentino per arrivare al
trasferimento a
Londra. E pochi istanti dopo Victoria ebbe la conferma dei suoi dubbi.
“Da quanto lo
sai?” gli chiese. Lui non rispose subito, così
lo incalzò nuovamente.
“Ti ho chiesto da quanto lo
sai! Non si compra un
appartamento in quattro e quattro otto! Dovevi saperlo da settimane
almeno!”
rimarcò.
“Lo so
dall’inizio dell’anno, va bene?” rispose
lui infine,
iniziando a sua volta ad alzare il tono.
“Ah ecco ! Ora capisco come
mai sei stato così remissivo
sulle nozze ultimamente! Volevi tenermi buona in attesa della grande
sorpresa!”
osservò, alzandosi e recuperando la borsa-
“Dove vai adesso? Victoria!
Sono stanco di correrti dietro!
Ho deciso da solo, va bene! E allora? Ero convinto che non ti
dispiacesse
andartene da qui, liberarti dalla fala di tuo padre! Non era quello che
volevi?
Ricominciare altrove, da zero, senza l’etichetta del tuo
cognome cucita
addosso?” rimarcò, alzandosi a sua volta.
“Si, ma non
così! Non per seguire te! Tu là hai un lavoro,
io cosa farei? La casalinga? Chi ti ha detto che mi basti? Non ne
abbiamo mai
parlato! Non abbiamo mai parlato di figli! Ma perché
dovremmo farlo? In fondo
si fa sempre quello che vuoi tu, quando vuoi tu!”
sbottò infine lei.
“Ancora questo disco? Se
non vuoi più sposarmi, dillo e
basta! Sono mesi che cerchi scuse per tirartene fuori!” la
pungolò lui.
“E va bene! Non voglio più sposarti! Ora
l’ho detto!” disse lei serissima, così
seria che Josh per un attimo stentò a credere alle sue
orecchie. L’aveva
pungolata, ma mai si sarebbe di aver colto nel segno.
“Non voglio sposarti. Mi
dispiace, ma non posso! Non
vogliamo le stesse cose, lo sapevo. Ci penso da quando mi ha chiesto di
sposarti ed ora è evidente che vogliamo andare in direzioni
diverse. Mi
dispiace, ma non può funzionare ed è meglio
chiuderla qui prima che si tardi”
concluse e senza dargli tempo di aprire bocca, se ne andò.
Una volta in auto, mentre si
allontanava dall’appartamento
di Josh, iniziò a sentirsi sempre più leggera e
decisamente sollevata. In cuor
suo, sapeva che sarebbe finita così, anche se negli ultimi
mesi le cose fra
loro erano migliorate. Aveva soprasseduto su tante cose, su tante
differenze e
divergenze di vedute fra di loro, ma non poteva farlo anche stavolta.
Si
trattava della sua vita, lui non poteva arrogarsi il diritto di
decidere per
lei, come se fosse una povera idiota incapace di intendere e di volere.
Non poteva passarci
sopra stavolta, né lo
voleva. Voleva qualcuno che fosse in grado di starle accanto, di essere
presente, ma senza soffocarla né decidere al posto suo,
capace di farla ridere,
di parlarle quando era necessario e di restare in silenzio quando le
parole
fossero state superflue. Non era certa che un uomo simile esistesse
veramente,
ma era sicura che non si trattasse di Josh.