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Autore: 4Chris_Twins    15/07/2017    0 recensioni
Alla presentazione del nuovo libro di Stephen King, sono stati invitati gli scrittori più celebri del momento. Tra questi ovviamente non potevano mancare il famoso Richard Castle e la rinomata dottoressa Temperance Brennan. Tra i due si sviluppa un forte legame di stima reciproca. Questo ritornerà molto utile, quando si incontreranno nuovamente per risolvere un misterioso caso di omicidio, che porterà le due squadre di New York e Washington a collaborare per acciuffare il brutale assassino.
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Angela Montenegro, Jack Hodgins, Lance Sweets, Seeley Booth, Temperance Brennan
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 8 per efp

Capitolo 8

Emozioni coinvolgenti

 

New York-Bones

Ci trovavamo nella camera d’albergo, Booth fissava la parete di fronte a se, ma non avevo ancora trovato l’oggetto della sua curiosità, anche perché la parete era spoglia.Ancora non avevamo sostenuto alcuna conversazione, pareva che si trovasse a disagio, ma non ne potevo essere certa, non intendendomi di quella branca della scienza che prende il nome di psicologia – pur non credendo in ciò come più di una volta mi è capitato di affermare al dottor Sweets. «Sei preoccupato Booth?» domandai. «Sì Bones sono preoccupato, perché tu non lo sei?» «Sono preoccupata che Pelant possa fare del male ai miei amici, antropologicamente parlando…» «No Bones, non c’è niente di antropologico da analizzare in questa situazione, tu sei più in pericolo di tutti in questa storia e lo sai bene, io ti devo proteggere, lo capisci?» «Mi dispiace Booth che tu sia così preoccupato, ma sono dell’opinione che non ci sia alcun bisogno, mi so difendere da sola!» «No Bones, tu non hai capito, lui ti vuole per se, sei il suo giocattolo, non si fermerà, lui ti vuole dalla sua parte, per lui sei l’unica che possa ammirarlo e io non permetterò per nulla al mondo che si avvicini così tanto a te! E poi adesso quello scrittore che ci prova con te, non mi piace.» Terminò la frase quasi urlando e non so descrivere esattamente come o perché ma mi sentivo un po’ lusingata, ma anche triste e arrabbiata, non avrei creduto possibile per me provare così tante emozioni insieme. «Questo significa che tu non possiedi un minimo di fiducia in me! Pensi davvero che potrei stare dalla parte di Pelant? Lo sai che lui è un criminale ed una persona fuori fase, benché bisogna ammetterlo, il suo quoziente intellettivo potrebbe essere vicino al mio! E poi in questo discorso non c’è niente che colleghi il mio amico, quindi non capisco perché tu ti stia comportando così a causa sua.» Lo vidi storcere il naso quando dissi che Richard è mio amico. «No! Bones, io ho paura proprio di questo, tu ammiri il fatto che lui sia intelligente…» «E tu credi che questo possa distogliermi dalla mia razionalità? O che possa tradire i miei amici ed il mio partner?»«No! Bones, io non intendevo…» «In effetti pare che tu intendessi proprio questo!» «Bones io non intendevo questo, mi dispiace, non voglio che tu pensi che non mi fido di te, perché questo non è vero, insomma tu sei la mia partner… quello che voglio dire è… che…» «Booth, è così, tu non ti fidi o non avresti detto ciò che hai detto, anche la psicologia lo dice!» Ero così arrabbiata con lui, dopo tutto quello che avevamo passato insieme... «Ma tu non credi alla psicologia!» «E quindi? Non vuol dire che alcune affermazioni o concetti non siano corretti, cioè non è una scienza perfetta, ma è comunque una scienza e io sono una scienziata.» «La stai solo usando a tuo vantaggio per vincere in questa discussione!» «Questo non è vero, io non voglio vincere a tutti i costi, io ho ragione, come la maggior parte delle volte, lo sai che io ho un quoziente intellettivo molto elevato e tu ti senti intimidito da questo fatto…» «Questo adesso cosa centra? Non puoi andare in giro a dire alla gente che è stupida solamente perché tu hai un’intelligenza superiore alla media!» Booth sembrava arrabbiato quanto me. «Certo che posso, è la realtà, sono i fatti e comunque io non volevo essere scortese, ma tu non riesci a capire che io non sto realmente rischiando la vita ok?» «Certo che la stai rischiando, Pelant è uno psicopatico e tu potresti…potresti…» Sembrava che avesse voglia di spaccare qualcosa, se fosse diventato violento non posso sapere cosa avrei fatto, io non potevo immaginare che Booth picchiasse qualcuno. «Ok, Senti Bones se tu non riesci a capire il pericolo a cui sei esposta, potresti farti male o farne fare ai tuoi cervelloni!» Pronunciò l’ultima parola come se fosse un dispregiativo e probabilmente in quel momento lo era. Qualcuno bussò alla porta, feci per andare ad aprire ma il mio compagno di stanza mi precedette, spalancò la porta e notai che sulla soglia c’erano tutti i nostri colleghi. «Ragazzi ma che succede? Vi si sente dall’altra parte del corridoio, state bene?»«Scusa Cam, era solo uno scambio di opinioni, giusto Bones?» Lo fulminai con lo sguardo, ma lui sostenne i miei occhi in maniera spavalda. «Si abbiamo sentito tutti il vostro scambio di opinioni!» Cam appariva logicamente un tantino preoccupata. «Non mi chiamareBones!» «Oh andiamo sono anni che ti chiamo così…» «Non importa, non mi chiamare Bones!» «Bene ragazzi, vedo che non possiamo fare nulla e ritengo che la nostra presenza non sia necessaria.» Cam fece disperdere la squadra, quasi immediatamente Booth sbattè la porta e si voltò nuovamente verso di me.

«Adesso basta, io non voglio imprigionarti, voglio proteggerti!» «Lo so Booth, ma non è necessario, mi so difendere tranquillamente da sola e tu questo lo sai.» «Non ti puoi proteggere da ciò che ti attrae, io voglio coprirti le spalle capisci? Sei la mia partner, non voglio che ti accada nulla, io… ho bisogno di saperti al sicuro.» Ero molto intenerita dalle sue affermazioni, ma non poteva capire che così facendo, lui sarebbe stato più in pericolo di me, si stava mettendo tra Pelant e ciò che lui voleva, ovvero me. Non potevo permettergli di fare l’eroe in quella maniera. Non volevo certo dargliela vinta, ma non mi allettava l’idea di vederlo morire davanti ai miei occhi. Come la sera del karaoke, quando quella donna aveva tentato di spararmi e lui si era messo proprio sulla traiettoria della pallottola. Vederlo cadere e perdere i sensi mi aveva fatto sentire debole e indifesa, mi aveva fatto sentire sola, come se l’unica cosa che mi tenesse attaccata al suolo non fosse la gravità. Era una cosa totalmente irrazionale e non da me, naturalmente sapevo che si trattava di un sentimento umano, ma non sono mai stata brava con questa parte della scienza, non è fisica o chimica: è quello che Angela cerca di spiegarmi da tanto, ma che io non riesco a comprendere. «Booth, mi dispiace, ma non ti permetto di farmi da guardia del corpo.»«Permettimi di essere il tuo partner, non tagliarmi fuori, per favore…» Così dicendo si avvicinò a me e io feci fatica a ragionare, anche se naturalmente non potevo accettarlo, la realtà era che mi attraeva molto la sua conformazione fisica e il suo carattere; riusciva a comprendere il comportamento umano molto meglio di me alcune volte. Ecco mi attraeva la sua empatia.«Mi dispiace di averti insultato, lo sai che ti ammiro per come riesci a capire le persone.»Mi sorrise. «Lo so Bones, mi dispiace di averti urlato contro!» «Non è importante, eri arrabbiato. Ti ho fatto arrabbiare io!» I nostri visi erano molto vicini, poteva essere una cosa molto erotica, ma ci stavamo scambiando solo delle scuse. «No Bones, è Pelant che mi fa arrabbiare, perché lui è intelligente e può stuzzicare la tua curiosità, mentre io non capisco il codice che usate voi cervelloni… Io vorrei poter essere in grado di capirti senza troppe difficoltà.» Questa volta non c’era disprezzo nella sua voce nello pronunciare la parola “cervelloni”. «Ma Booth, io non apprezzo Pelant, è uno psicopatico! Io ti ammiro e tanto, perché nonostante tu faccia fatica a comprendere il nostro linguaggio, riesci a capirci, comprendi una parte dell’essere umano che a me sfugge, per questo mi piace lavorare con te, tu mi insegni tanto ogni giorno, anche se tu impari molte più cose da me, questo è logico… Io ti ammiro davvero tanto!»Lo vidi sorridere, non riuscii a controllare i miei arti superiori e lo abbracciai. «Grazie Bones!» «Grazie Booth!» «Va bene Bones, che ne dici se andiamo a letto, è tardi e noi domani ci dobbiamo alzare presto!» «Sì penso sia una cosa sensata, allora buonanotte!» dissi allontanandomi con un pizzico di riluttanza «Buonanotte Bones!»

 

New York – Castle

Arrivai al distretto di polizia con i miei soliti cinque minuti di ritardo e con tre caffè ancora caldi. Non appena misi piede in ufficio mi diressi automaticamente verso la scrivania di Beckett per lasciarle il suo caffè nero. Stranamente non era già a lavoro nella sua postazione; feci scorrere lo sguardo intorno a me per tutta la stanza, finché non la individuai. Di una bellezza dolorosa che mi colpì come fece il primo giorno che la vidi, era impegnata in una conversazione con quel suo vecchio amico, Booth. Tentai di non farmi irritare da quella visione e di concentrarmi su altro, pensando a quale soprannome potevo dare a quel nuovo… “collega”. Ero indeciso se basarmi sul suo fisico da giocatore di football in pensione, le sue fibbie alternative, i calzini improponibili o l’atteggiamento da sbruffone. Proprio non riuscivo a comprendere cosa potesse trovarci la mia Katherine in un tipo del genere. Una voce familiare mi riportò alla realtà «Buongiorno Richard!» Mi voltai e sorrisi con naturalezza alla stupefacente dottoressa Brennan che mi stava davanti. «Buongiorno a te Temperance!» Le risposi con un tono più alto del necessario, sperando così di poter attirare l’attenzione di Beckett e, soprattutto, che questa scena provocasse in lei gli stessi sentimenti che aveva scatenato in me il vederla con quel cecchino. «Ti ho portato il caffè!» Continuai, porgendole l’unico caffè rimasto. «Oh grazie Richard! Noto con piacere che nonostante l’età avanzata sei dotato di un’ottima memoria, ti sei ricordato come prendo il caffè.» Non potei fare a meno che sorridere per quel suo tentativo maldestro di complimentarsi per una cosa così semplice. «Volevo parlarti di una questione riguardante il caso.» Aggiunse, indicandomi una scrivania lì vicino e facendomi cenno di sedermi accanto a lei. Notai che da quella postazione mi era possibile tenere sotto controllo quei due e vidi che entrambi, come avevo sperato, erano concentrati sulla conversazione in atto tra me e Temperance. «Dimmi pure mia cara!» Affermai sempre ad alta voce, sfiorando la spalla della dottoressa accanto a me. Non potei fare a meno di avvertire una certa tensione nel suo corpo non appena la sfiorai; in effetti nonostante i suoi modi di fare spavaldi mi ero reso conto di quanto fosse segretamente riservata e solitaria. «Speravo che potessi essermi d’aiuto per studiare il criminale in questione. È un lavoro che solitamente rientra tra le mansioni di Sweets, ma lui ha già stilato diversi profili psicologici al riguardo e per quanto sappia quanto si sia impegnato in questo caso, nessuno di essi coglie pienamente la vera natura contorta di Pelant. D’altronde non è necessario biasimare Sweets, l’oggetto del suo studio è molto più complesso di quanto lui possa capire. Quindi, vorrei provare a sfruttare le tue capacità di scrittore, per quanto neanche esse possano essere razionalmente affidabili, perché abbiamo un bisogno impellente di inquadrare quest’uomo e capire le sue prossime mosse.» Come al solito non potei non ammirare la sua eloquenza, aveva fatto il discorso senza battere ciglio, le veniva naturale. Sorrisi nuovamente e annuii. «Ma certo Temperance, sarà davvero un piacere per me, cosa aspettiamo? Mettiamoci subito al lavoro!» Detto questo mi misi in piedi e prendendole la mano la feci alzare. Sentivo lo sguardo di quei due bruciare ancora sulle nostre figure e allora decisi di oltrepassare i limiti, cingendo con il braccio le spalle della dottoressa. Immediatamente il suo corpo reagì per respingermi. Mi avvicinai al suo orecchio per tentare di sussurrarle quale fossero le mie intenzioni ma lei tentò di allontanarmi e spingermi via, formulando per la prima volta da quando l’avevo conosciuta una frase con poco senso logico. Fu in quel momento, mentre cercavo invano di decifrare cosa avesse detto e di spiegarmi, che sentii delle mani forti afferrarmi le spalle. Senza poterlo evitare mi ritrovai a dare le spalle a Temperance, liberandola dalla mia presa e feci giusto in tempo ad intravedere il viso di Booth prima di sentire un rumore di ossa che si schiantano, seguito da un dolore allucinante che mi obbligò a portare entrambe le mani al viso e mi fece perdere l’equilibrio. Per qualche secondo vidi tutto buio, poi lentamente iniziai a riacquisire la vista e a individuare delle sagome attorno a me.

 

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Spazio Autrici:

Bene eccoci qua, come al solito in ritardo. Ci scusiamo per l’enorme attesa, speriamo vivamente che questo non vi faccia smettere di seguirci.

 

-         Allora, questo capitolo, è molto intenso, piena di emozioni che vengono a galla, personalmente mi piace tanto, tutte le varie faccende sono molto coinvolgenti. Inutile negare che sono stata contenta di aver scritto il punto di vista di Bones e di aver sottolineato la dolcezza che secondo me è in Booth ogni qualvolta voglia proteggere Bones. Lei è una personalità molto particolare come sapete:D ma è un personaggio bellissimo a mio parere, mi è piaciuta la parte in cui la gelosia di Booth per Castle ha sfogo, spero veramente che piaccia anche a voi e speriamo di non farvi aspettare troppo per il prossimo. Attendo le vostre opinioni, anche critiche, purché costruttive. A presto. J@TemperanceBeckett 97

-         Hey gente! Sfrutto questo spazio autrice per un messaggio che reputo davvero importante. Ci tengo a chiedervi scusa per gli ingenti ritardi che ogni capitolo reca con sé. So quanto possa essere frustante quando non vengono rispettati gli impegni presi ed io sono la prima ad esserne infastidita perché, come la mia amica e co scrittrice, tengo molto ad essere giusta e puntuale. Non voglio usare questo spazio per giustificarmi elencandovi le ragioni di questi problemi di organizzazione, voglio solo scusarmi e impegnarmi ad essere il più diligente possibile in futuro. Non potete immaginare quanto sia importante per me questa fan fiction e quanto mi emozioni ogni singolo commento, perciò vi ringrazio e vi chiedo ancora scusa. A presto, @lulluby

   
 
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