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Autore: Dalhia_Gwen    15/07/2017    4 recensioni
Tutte le ragazze hanno un'ambizione, lei compresa.
Ma la sua è qualcosa di particolare.
Inconsueta.
Singolare.
Lei voleva diventare un marinaio.
Genere: Avventura, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Duncan, Geoff, Gwen, Scott | Coppie: Bridgette/Geoff, Duncan/Courtney, Duncan/Gwen
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Contesto generale
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Pirate Wedding Day - Cover



 








Chapter 8










Finalmente ebbe un po' di tempo libero, e la prima cosa che fece fu scoprire la sua cabina. Con immensa felicità notò che fosse collocata di fronte a quella di Geoff ed in mezzo tra quella di Dj e quella di Brick.
Entrò, e poté respirare l’aria di salsedine di cui la stanza fu impregnata. Sorrise estasiata, e si buttò sul letto che profumava di pulito.
Si mise a pancia in su, e pensò alla svolta che la sua vita prese da qualche giorno.
Fu piacevolmente sorpresa da come pian piano stesse riuscendo a fare amicizia con un gran numero di marinai, e di quanti fossero diversi da come si mostrarono in realtà, facendo cadere tutte le leggende che descrissero questi uomini come lupi di mare, senza scrupoli pronti ad uccidere solo per denaro.
 
⚓⚓⚓
 
Passarono due settimane dall’arruolamento della ragazza, e le cose sembravano andare a gonfie vele.
Gwen e Geoff divennero inseparabili, tanto che divenne il suo miglior amico. Stavano sempre insieme, e si divertivano da matti a prendere in giro alcuni membri dell’equipaggio.
 
Pian piano la ragazza cominciava ad imparare la struttura della nave, i suoi passaggi segreti e alcune zone prima sconosciute.
Tuttavia, Geoff non fu il suo unico amico in tutto l'equipaggio.
Accaddero infatti avvenimenti più o meno bizzarri che la portarono a sfruttarli a suo vantaggio.
 
Non poteva di certo vantarsi di essere accettata da ogni membro, per questo creare alleanze sarebbe stata cosa buona e giusta: era pomeriggio inoltrato, e tutti i pirati erano sul ponte a godersi un po' di frescura dopo aver lavorato duramente sotto il Sole. Lei era con Dj ai fornelli, e in quel momento trasportava un grosso cesto pieno d'aglio. Arrivò in cambusa dolorante e affaticata, quando sorprese Brick, il timoniere, a rovistare tra le dispense del cuoco. Corrucciò la fronte posando il cesto per terra.  
- E tu cosa ci fai qui?! - chiese lei oltremodo curiosa.
Lui non sapeva come risponderle, era talmente rosso in viso che Gwen avrebbe giurato fosse scottante per la vergogna. Alzò le mani in gesto di arresa, facendole credere di non aver rubato nulla, quando dalle sue tasche uscirono dei frutti.
La ragazza non riuscì a trattenersi dal ridere: il caro Brick si era messo in un bel guaio. 
-  Ti prego non lo dire a Dj! Lo andrà a spifferare al capitano e solo il Cielo sa di cosa sia capace quell'uomo quando si arrabbia! - le supplicò, inginocchiandosi, gesto che enfatizzò la risata cristallina della fanciulla.  
Ella rifletté per un momento, estraniandosi dall’imbarazzante situazione, arrivando poi ad una interessante conclusione: il ragazzo aveva una certa paura del capitano e, anche se lei odiasse approfittare delle persone, pensò che avrebbe dovuto sfruttare quell’occasione, appurando anche le modalità. 
 
Con fare teatrale, dunque, si avvicinò lentamente al ragazzo che tremava, per poi chinarsi fino ad abbassarsi alla sua altezza, guardandolo poi negli occhi. 
- Non lo dirò al capitano, sta tranquillo. Ad una condizione, però… - iniziò lei con una strana luce negli occhi. Lui sbiancò ma, non avendo alternative, dovette cedere al compromesso. 
- A patto che tu mi insegna qualcosa su come manovrare la nave. – Gwen unì le mani in segno di preghiera, accompagnando il tutto con un'espressione infantile che con suo fratello funzionava sempre. 
Il timoniere esitò per qualche istante ma poi, non vedendoci nulla di male, accettò.  
- Accetto, ma guai… - stava per dire, ma lei lo fermò abbracciandolo entusiasta. 
- Non temere, parola di marinaio! - disse, mentre lui ne rimase scioccato. 
 
Fu così che si creò una certa intesa tra loro: lei si impegnava nel coprirlo mentre metteva qualcosa nello stomaco nelle ore di buca e, non appena poteva, lo affiancava davanti al timone assimilando qualsiasi tipo di nozione.
Tutto l'equipaggio era ormai al corrente di quelle lezioni quotidiane, persino il capitano che, avvertendo una certa instabilità della nave, si chiedeva se il timoniere stesse passando un brutto periodo. Quando decise di appurare personalmente la causa di quel dondolio fastidioso, si diresse verso la poppa con fare minaccioso, pronto a scagliare sul marinaio ogni tipo di ingiuria possibile ma, vedendo la situazione creatasi, rimase visibilmente sorpreso. 
Al timone vi era Gwen, affiancata costantemente da Brick, ed era palese che la ragazza stesse impiegando uno sforzo disumano per poter girare anche solo di qualche grado quella nave che pesava tonnellate. Vedeva l'allegria di Brick sul suo viso, e dopo aver asciugato per l'ennesima volta la fronte dal sudore, ella sospirò stanca ma entusiasta di quelle esperienze che credeva di poter vivere solo nei suoi più intimi sogni.  
- Hey, non te la cavi male! Quando svilupperai i muscoli saprai sicuramente controllare meglio il timone! - esclamò Brick allegro.
Poi il marinaio prese le mani della sua compagna e le appoggiò su alcuni perni, spiegandole la posizione comoda per persone di una certa statura, come la sua. Subito si accorse che in quel modo aveva maggior controllo della nave, ed istintivamente le nacque un enorme sorriso saltellando poi addosso a Brick, che per poco non perse l'equilibrio. 
- Wohoho! – esclamò la ragazza imitando un pirata, portando le braccia in alto, e Brick scoppiò a ridere come non mai.
Tutti questo tuttavia non sfuggì a Duncan, che osservò la scena con curiosità ed ilarità, non riuscendo a nascondere un sorriso puro e sincero. Quando Gwen se ne accorse, lui stava guardando proprio lei in maniera compiaciuta, ed ella non poté fare a meno di arrossire. Poi, con l’intento di connettere quei pochi neuroni che le fossero rimasti, si accorse del movimento del capitano che stava avanzando verso di lei con aria soddisfatta, non staccandole tuttavia gli occhi di dosso. Immediatamente la fanciulla cercò di tenere lo sguardo basso e il cuore a bada. 
- Gwen cerca di contenerti, stai facendo la figura dell'omosessuale… e tu non lo sei! – disse fra sé per calmarsi, ma la sua vicinanza, la sua voce calda e profonda, il modo con cui le riservava sguardi e sorrisi aveva un effetto devastante sui suoi sensi, che non riusciva ad opprimere. 
 
Possibile che si sia presa una cotta proprio per il suo capitano?
 
Sbiancò all'idea bizzarra quanto sempre più reale. 
 
- Jo, adesso vuoi anche prendere il posto di Brick? - le chiese Duncan divertito, una volta trovatosi di fronte a loro.  Lei scosse il capo imperterrita, mentre cercava di non farsi prendere dal panico e di assumere un atteggiamento quantomeno dignitoso. 
- Assolutamente no, capitano! Non potrei mai, Brick è perfetto nel suo ruolo. – affermò sinceramente, guardando sorridente il timoniere che, di fronte a quella risposta, si grattò la nuca imbarazzatissimo. Anche il capitano lo guardò giusto per qualche istante, dopodiché tornò a fossilizzare i suoi occhi sulla più piccola figura tra loro. 
- È vero, lo è. - rispose loquace, ed ella non poté che annuire entusiasta.
 
Col passare del tempo, però, il capitano le diede anche una nuova mansione: aiutante cuoco, ed ella fu più che felice.
Dj diceva che lei fosse nata per la cucina, ed ogni volta le scappava una risata, conoscendo la verità.
Il quartiermastro Light, invece, sembrava avesse deciso di riservarle un trattamento migliore dopo aver osservato i suoi constanti progressi, e lei espanse la sua sconfinata curiosità su qualsiasi cosa vedesse fare, innamorata sempre più di quel mondo: da fare i nodi alle reti, ad ammainare le vele.
E i membri dell’equipaggio apprezzavano i suoi tentativi, seppur a volte goffi, di imparare a dare una mano. Sempre stando attenta a non lasciar trapelare nessun indizio sulla sua vera natura, imparò a non togliere mai il cappello e ad avere la camicia abbottonata sempre fino al collo, nonostante il caldo afoso: era oramai estate piena e molti uomini, non sopportando il caldo opprimente che raggiungeva l’apice verso pranzo e nelle prime ore del pomeriggio, si spogliavano rimanendo a torso nudo, altri solo con l’intimo. Ed ella cercava di rimanere il più possibile impassibile ed indifferente.
Purtroppo però questo non accadeva se, a togliersi gli indumenti, fosse stato Duncan, il suo capitano: quando ciò accadeva sotto i suoi occhi, ella perdeva la completa concentrazione e finiva col passare il tempo ad ammirarlo in segreto.
Era come una calamita per lei, ma la consapevolezza di provare qualcosa per lui era ciò che più temeva per cui, a quel pensiero, tornava tristemente con i piedi per terra scacciando ogni fantasticheria su di lui.
 
Scoprì che Duncan fosse indispensabile per ogni mansione, ed anche molto disponibile nel dare una mano. Alcuni marinai, sotto al sole, soffrivano di cali di concentrazione, ed era in quei momenti che Duncan dava il suo aiuto.
Ella poteva leggere la gratitudine dei suoi uomini nei loro occhi, che lo guardavano con ammirazione.
Arrivò alla piacevole conclusione che tutto l’equipaggio, se avesse avuto l’occasione, avrebbe sacrificato la vita per la sua, e questo era impressionante. A confermare la sua tesi, tuttavia, fu Geoff che, chiacchierone com’era, le raccontò ogni avventura vissuta su quella nave in precedenza, di quanto la ciurma fosse fedele al capitano, specificando che egli salvò ognuno di loro da un destino che non avrebbero voluto.
Di fronte quella affermazione la ragazza si ritrovò a riflettere, e non poté far a meno di sorridere.

In fondo anche lei non fu da meno: Duncan, inconsapevolmente, la salvò da una vita che non voleva fare, e scoprì che anche lei avrebbe dato la propria vita per lui, se avesse potuto.

Ma era solo la gratitudine, l’unico sentimento in grado di farle prendere una decisione del genere?

Sulla Warrior, però, non vi era solo una ciurma totalmente devota al capitano.
Tra gli uomini dell’equipaggio, infatti, si era instaurato un vero e proprio legame di fratellanza: alcuni si consideravano tali, altri un po' meno, ma non vi era odio. Non li sorprese mai litigare veramente, se non quando si trattava di donne ed alcool. Beh lì potevano anche uccidersi.
Tuttavia, si rese conto che anche il capitano avesse delle persone con cui legò in particolar modo, e tra quelle persone vi era anche Geoff. La loro era una profonda e reciproca amicizia nata sin da piccoli, forte tanto quanto un legame fraterno.
 
Pensava a tutto questo poggiata al parapetto della nave, guardando assorta davanti a sé, mentre si gustava il suo dolce spuntino. Addentò l’ennesima mela verde che rubò dalle dispense, ma oramai quel gesto diventò un 'abitudine tanto che anche Dj se ne accorse, ma lasciandola tuttavia libera di farlo.
 
Era passato quasi un mese da quando Gwen era a bordo, e nessuno ebbe mai dubbi su di lei. Le venne da ridere al pensiero che ben 40 uomini non si fossero mai accorti della presenza di una donna tra loro.
 
Si riteneva troppa fortunata, ma non osava immaginare per quanto tempo sarebbe durato.
 
Ogni giorno avrebbero potuto incontrare bucanieri e pirati di qualsiasi tipo e ogni volta temeva che tutto sarebbe saltato fuori.
In fondo chi l’assicurava che una nuova nave, magari come quella che affrontarono prima del suo arruolamento, sarebbe sbucata ed avrebbe fatto a pezzi tutti? 
E di lei? Cosa ne sarebbe stato del suo sogno che si stava concretizzando?
 
-Hey scricciolo, a cosa pensi? - venne distolta da una voce inconfondibile. Non le fu neanche necessario girarsi per appurare la fonte.
Sorrise, avrebbe sicuramente sofferto la sua morbosa presenza, se fosse mai successo. Vide Geoff affiancarla, mentre veloce le prese dalla mano la sua mela, dandone anche lui un morso.
-Hey non vale! Quella era mia e me la sono guadagnata! - piagnucolò cercando di riprendersela, ma lui adorava farla arrabbiare.
- Guadagnata? Che parolone! Semmai rubata… - la canzonò lui, sfruttando il vantaggio della sua altezza su di lei, per non farla arrivare alla mela.
- Ed anche se fosse? Dj oramai è talmente abituato da non farci più caso! - esclamò e allo stesso tempo saltellando su sé stessa, così da arrivare ad afferrare la mela soddisfatta.
- Ma io ho fame! - si lamentò il compagno facendo il labbruccio. Lei alzò le spalle, vendicativa.
- Magari la prossima volta ne prendo due… - disse, dopodiché scoppiarono improvvisamente a ridere.
 
- Geoff, qual è la destinazione? – chiese poco dopo, guardando l’orizzonte bruno di fronte a sé. Il biondo si girò per guardarla stranito per qualche secondo, poi tutto d'un tratto si ricordò della poca presenza del suo compagno sulla nave e della sua giustificata estraneità al loro passato, così si sentì in dovere di spiegarle ogni cosa. 
- Londra, caro Jo, e siamo pure in ritardo. - disse con naturalezza. La curiosità della ragazza divenne sempre più forte, cosicché si mise a braccia conserte e comoda ad ascoltare tutto ciò che aveva da dirle. 
- Dobbiamo tornare in patria per riscuotere la ricompensa che il re ci ha offerto in cambio di un compito che abbiamo portare a termine. Siamo in ritardo perché purtroppo abbiamo perso degli uomini durante l'arrembaggio e avevamo urgenza di prenderne altri, sai com'è… per non essere ulteriormente scoperti, e così attraccammo al porto più vicino alla nostra portata, quello di Cleggan. Una volta arruolati gli uomini, siamo ripartiti per mare, verso Londra. L'hai mai vista? - le chiese allegramente, vedendola interessata. 
Ella scosse la testa lentamente. 
- Allora questa è la tua occasione. Tutti dovrebbero vedere Londra almeno una volta, soprattutto se si è inglesi, o perlomeno delle vicinanze. - annuì, e velocemente si mise sui gomiti, nel momento stesso in cui arrivò ad una conclusione. 
- Quindi saremmo corsari? Persone al servizio del re, è corretto? – domandò lei guardandolo negli occhi.  Geoff però rimase enigmatico. 
- In realtà neanche io saprei come definirci: per gli inglesi potremmo essere corsari, per gli spagnoli siamo pirati, per altri ancora delinquenti. Dipende come si vuole interpretare il proprio lavoro. Per me saremmo semplicemente uomini che lavorano per mare. Persone che fanno di un viaggio il proprio lavoro, che si difendono dai nemici in caso di attacco, e che servono coloro che li ingaggia. Siamo lavoratori come tutti, no? - concluse così, ammiccando.
E lei sorrise sorpresa: il suo discorso non faceva una piega.






Angolo autrice:
Nuovo capitolo appena sfornato!
Come avete potuto vedere, questo capitolo è prevalentemente riflessivo, quindi abbastanza statico ma necessario per chiarire alcuni punti ed introdurre la prossima azione.
Spero abbiate apprezzato i legami che si sono creati e l'appartenenza della Warrior alla corona inglese.
Il motivo? Lo spiegherò più avanti!

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Ci risentiamo nelle recensioni!


​Dalhia_Gwen
  
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