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Autore: Kaimy_11    16/07/2017    2 recensioni
La vita fra gli Intrepidi sa essere ricca di avventure ed emozioni forti. Può farti sentire indistruttibile, ma è anche carica di prove estenuanti, impegni e doveri.
E, prima regola, mai avere paura. Mai.
Questo è il mondo che inizia per gli ultimi iniziati, in una realtà dove la guerra contro gli Abneganti non è mai scoppiata, dove Jeanine è unicamente il capo degli Eruditi e dove essere Divergenti non significa rischiare la vita ma soltanto essere considerati bizzarri.
Quattro non ha mia perso Tris e Christina può ancora crescere con il suo Will.
Ed Eric, lo spietato capofazione dagli occhi di ghiaccio, dovrà scoprire se Aria, giovane trasfazione appena ammessa, è realmente la guerriera che cercava e se sarà degna della sua stima.
E potrà verificare che sia forte. Forte abbastanza da appartenergli.
Tra nuovi nemici e vecchi amici, semplici scene di vita quotidiana nei meandri di un amore perso tra logica e forza, dritto dentro il cuore degli Intrepidi.
[Storia singola, collegata alla saga “the reason”, ma NON è necessario aver letto le altre storie per seguire questa nuova FanFinc.]
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eric, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The reason '
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3. Peccato

 

 

 

 

 

 

Il mio nuovo portachiavi se ne sta in bella mostra sul tavolo, spiccando sulla superfice antracite. Ho parecchio faticato, arrivando quasi a rompermi l’unghia del pollice, per riuscire ad aprire l’anello metallico e farci passare dentro la chiave della mia nuova abitazione.

Sono seduta su uno degli sgabelli attorno al tavolo a penisola che chiude l’angolo cucina e lo divide dal salotto, accarezzando con l’indice la superficie lucida e fredda del ciondolo a forma di lettera A del portachiavi.

-Che carino!- Esclama Sasha, facendo la vocina sottile. -Ti ha fatto un regalo!-

Sollevo lo sguardo, trovando la mia amica appoggiata con i gomiti dall’altro lato del tavolo e il mento fra le mani, che mi guarda con una falsa espressione incantata. Le lancio un’occhiataccia e lei scoppia a ridere.

-Aspetta!- Inizio. -Tu hai appena definito Eric carino?-

La mia coinquilina si stringe nelle spalle e indica il portachiavi. -I segni parlano chiaro!-

-Sì, d’accordo, ma stiamo parlando dello stesso Eric?-

Lei alza gli occhi al cielo.

-No perché, quello che conosco io, potrebbe uccidere se si sentisse definire carino!-

-E tu non dirglielo!- Taglia corto. -Però è lui quello che si è fatto tutte quelle scale per un portachiavi!-

-Lo avrà fatto solo per tenermi buona…-

Incrocio le braccia e sbuffo, la mia amica mi osserva.

-E se lo avesse fatto perché, sotto sotto, voleva dimostrarti che tiene a te? Magari voleva essere gentile!-

-Molto sotto!- Specifico. -E gentile è un’altra di quelle parole da tenere dissociate da Eric.-

-Come vuoi, ma abbiamo un problema serio!-

Attendo in silenzio mentre lei prende un respiro profondo.

-Questa casa è già dotata di ogni sorta di cibo in scatola, acqua e tutto il resto.- Fa una pausa teatrale. -Ma manca la cioccolata!-

-Ecco, questa è una di quelle cose che vanno risolte al più presto!- Dichiaro solenne, puntandole un dito contro.

-Propongo di andare a rifornirci in quel negozietto vicino al Pozzo prima di andare a mensa!-

Ci rifletto un attimo, picchiettando con le dita sul tavolo, prima di batterci un colpo con la mano. -Prendo la giacca!- 

Scendo dallo sgabello ma, prima di muovermi, mi prendo qualche attimo per ammirare meglio la mia nuova dimora. È strano, ma non ho ancora avuto modo di fermarmi e concentrarmi su questo posto e credo mi ci vorrà un po’ per abituarmi e sentirmi veramente a casa.

Si entra in un ambiente unico, con sulla destra l’angolo cucina, racchiuso proprio dal nostro tavolo a penisola che fa da divisorio. Sulla sinistra, invece, abbiamo un divano ad angolo adagiato contro la parete, con davanti un tavolino basso e un tappeto rosso porpora. L’ambiente è nel complesso molto spazioso e dona calore, con il divano che è nero come tutto il ripiano della cucina, mentre i mobiletti sono di legno scuro.

A malincuore devo ammettere che il consiglio di Eric era corretto e che abbiamo fatto bene ad accontentarci dei sotterranei, considerato il risultato.

Mentre tutti si sceglievano le abitazioni ai piani intermedi, ovvero quelle considerate più comode, io e Sasha sbirciavano dentro i loro appartamenti e non vedevamo nulla di eccitante. Le abitazioni popolari sono quelle che sono state più abitate da giovani Intrepidi che le hanno poi liberate quando hanno messo su famiglia. La casetta scelta da Tris e Christina è quasi ai piani alti, ma era buia e polverosa, con la porta di una delle camere da letto mezza rotta. Per non parlare del fatto che il letto di Tris è praticamente dentro un armadio.

A Lynn è stata data una chiave difettosa e per andarsene a casa avrà bisogno che la sua coinquilina Marlene sia dentro o che le apra la porta in qualche modo, fino a quando non cambieranno la serratura.

Io ho convinto la mia amica a pazientare e, alla fine, quando tutti si erano aggiudicati le case più ambite ma decisamente più vissute, noi ci siamo ritrovate con le chiavi di un piccolo paradiso. Vero è che siamo all’ultimo piano, sotto di noi non abita più nessuno, l’intera residenza finisce a questo livello, ma abbiamo un appartamento che fa invidia a tutti gli altri. Ci è stato detto che siamo le prime a vivere qui, lo abbiamo inaugurato con il nostro ingresso. Non c’è niente di rotto, abbiamo due camere da letto bellissime e un bagno nuovo di zecca.

Attraverso tutta la zona giorno e arrivo al piccolo corridoio, proprio di fronte a me c’è la porta del bagno, mentre ai miei lati ci sono le due porte delle camere da letto totalmente identiche. Io ho scelto quella di sinistra, di cui apro la porta per entrare e prendere la mia giacca.

Il fatto di non aver finestre in tutta la casa è a dir poco claustrofobico, ma la vita fra gli Intrepidi è movimentata e non mi servono degli squarci sull’esterno per sentirmi libera.

Lungo la parete di fronte è sistemato l’intero fianco del letto, con il comodino accanto. Dall’altra parte c’è l’armadio e un piccolo scrittoio sotto cui è incastrata una sedia con le rotelle.

Avrò modo di abituarmi alla mia nuova camera più tardi, perciò non devo preoccuparmi se per adesso è ancora anonima e spoglia. Prendo quello che mi serve e chiudo la porta, tornando in cucina mentre mi infilo la giacca.

Sto quasi per uscire dall’appartamento, quando Sasha mi richiama.

-Non stai dimenticando qualcosa?-

Mi volto e vedo che anche lei si è messa la giacca, ma ha in mano le mie chiavi di casa e le fa oscillare per mostrarmele.

Impreco mentalmente e gliele tolgo di mani con uno sbuffo ma, quando mi volto, non posso fare a meno di sorridere mentre stringo fra le dite il mio prezioso regalo.

 

Davanti a me si prospetta il mio ultimo pomeriggio libero da iniziata, perché da domani mattina alle otto in punto dovrò iniziare a lavorare e diventerò un membro effettivo della fazione. Dovrei essere emozionata, soprattutto perché ho avuto la fortuna di potermi scegliere la carriera che preferivo, peccato che il solo pensiero di incontrare il mio futuro superiore mi faccia venire l’ansia.

Non so come comportarmi, non so se dovrei fare come dice Eric e impormi sin da subito, o se sia meglio tenere calme le acque e non provocare il figlio di Finn. Di fatto non conosco questo Robert, non so come pensa né che carattere abbia, ma di certo partirei con il piede sbagliato se mi dimostrassi ostile a priori. Però è anche vero che non credo che Eric mi darebbe consigli sbagliati. Ha avuto ragione sull’appartamento, ma magari pensa che tutto si ottenga con la forza, e lui non sa cosa vuol dire avere un capo.

Gioco con il bagel al formaggio che ho nel piatto, punzecchiandolo con la forchetta, fino a quando non sento qualcosa complirmi il piede. Strabuzzo gli occhi ma non mi muovo, perché capisco subito che è Will che mi ha dato un calcetto da sotto al tavolo.

-Non so se dovrei dirtelo…- Sussurra il mio amico. -Ma quei tre seduti al tavolo di Eric ti stanno fissando da un po’…-

Seguo con gli occhi la punta del suo dito indice che fa capolino sul tavolo, sta puntando qualche fila di tavoli più avanti, per cui non devo fare altro che sollevare lo sguardo per beccare in flagrante un insolito gruppetto di tre persone, impegnati in una scannerizzazione ai miei danni. Fortunatamente, accortisi di essere stati scoperti, i tre si affrettano a ruotare sui loro posti e tornano chini sui propri piatti. 

Eric, che sembra totalmente estraneo al gruppo con cui siede, ha i gomiti puntati sul tavolo e la parte inferiore del viso nascosta dalle mani, rendendomi difficile capire fino in fondo la sua espressione. Ad un primo sguardo sembrerebbe che si stia trattenendo per non ridere, e forse in parte è cosi, ma il suo sguardo assottigliato non sembra affatto giocoso. Il modo in cui comprime le palpebre non è il sintomo di una risata sommersa, ma quasi uno scatto nervoso e, i suoi muscoli irrigiditi, non sono certo una contrazione involontaria.

Quando si passa una mano tra i capelli per mascherare un profondo respiro di rassegnazione, i suoi occhi lanciano scintille e il modo in cui sorride apertamente mi causa un brivido lungo la schiena.

Credo che non sia affatto contento, nonostante la risatina che gli vedo concedersi, conosco bene il lato peggiore del capofazione.

-Chiudi la bocca o ti ci entrerà dentro una mosca!- Mi riscuote Sasha. -Che mi sono persa?-

È seduta di fronte a me e sono certa che abbia notato il mio sbigottimento. Deglutisco e scuoto la testa con vigore.

-Quelli seduti al tavolo con Eric, dietro di te, mi stavano fissando!- Prendo una boccata d’ossigeno. -Non voltarti o…-

Naturalmente non ho neppure il tempo di finire la frase che la testa di Sasha scatta verso il punto che le ho indicato. A peggiorare le cose, c’è il fatto che anche lei incrocia gli sguardi dei tre sospettati, visto che erano nuovamente voltati verso di noi per guardare me.  

-Quelli sarebbero gli amici di Eric?- Mi chiede Sasha, rimettendosi a posto.

Io sono ancora leggermente sconvolta e batto più volte le palpebre per riprendermi.

-Credo di sì.-

-E continuano a fissarti?-

-Così pare.-

-E secondo te perché?-

Non rispondo.

Sasha si abbandona a un sorriso da orecchio a orecchio. -Ma che carino, deve averti indicato ai suoi amici e loro volevano vederti!-

Vorrei arrabbiarmi, vorrei non lasciarmi andare, ma una stupida ondata di felicità mi smuove dall’interno e non posso fare a meno di scoppiare a ridere.

-Ti ho già detto di smetterla di definire Eric carino! Credimi, non va bene!- Le spiego, cercando di tornare seria.

Tuttavia Sasha non replica subito, ma si limita ad osservarmi scupolosamente con tanto di smorfia critica.

-Che c’è?- voglio sapere, agitata. -Perché mi guardi come se avessi una rana in testa?-

Sospira. -Mano male che hai tutto in ordine e che non ti sei legata i capelli, così eri decente per la prima volta che ti hanno ammirata!-

-Grazie tante!- Assottiglio lo sguardo e metto il broncio. -E, per la cronaca, se per ammirata intenti qualcosa tipo continuare a fissarmi da capo a piede, ci hai preso!-

Tentata dalla curiosità, che mi sta rendendo inquieta, cedo e sollevo di nascosto lo sguardo verso il tavolo di Eric per vedere cosa succede. Con mio spiacere, la ragazza bionda seduta con lui è voltata e mi sta osservando ancora. Sbuffo e torno a prestare attenzione al mio pranzo, ma ormai la mia mente è altrove.

-Che c’è?- Mi chiede Sasha, sottovoce.

In realtà non capisco perché parli piano, visto che di certo non posso sentirci, per di più lei è di spalle.

-Niente!- Sbotto. -Ma che accidenti hanno da guardare ancora!-

Sollevo di nuovo lo sguardo e mi accorgo che la ragazza sta dicendo qualcosa ad Eric e lo incita con una certa enfasi, ma lui non batte ciglio e la ignora bellamente, forse non la vede neanche pur guardandola dritto negli occhi. Il capofazione è immobile, le braccia incrociate sul tavolo e l’espressione più seria che io abbia mai visto, temo che se gli crollasse il soffitto addosso non se ne accorgerebbe nemmeno.

Ma, mentre sono impegnata a contemplare i lineamenti attraenti di quello che in teoria dovrebbe essere il mio ragazzo, i due amici seduti con lui si voltano e incrociano il mio sguardo e, quando si accorgono dell’errore, si voltano immediatamente.

Indispettita da tutta questa sgradita attenzione su di me, riabbasso subito gli occhi.

-E adesso?-

Guardo Sasha corrugando la fronte. -Continuano!-

-E che intendi fare?-

-Ignorarli, per esempio?-

Lei scuote la testa ma non aggiunge altro.

Cedo ancora alla tentazione e sbircio il tavolo incriminato, solo per infastidirmi quando mi accorgo che la ragazza e uno dei due ragazzi sono nuovamente con gli occhi su di me. Faccio una smorfia e devio lo sguardo ma, quando lo risollevo, mi accorgo che mi stanno ancora guardando e sta volta non si preoccupano più di essere stati scoperti.

-Ma che…?-

-Che cosa?- Sasha mi osserva, incuriosita.

Il bello è che il loro tavolo è più avanti, per cui i compagni di Eric devono starsene girati per potermi vedere, ma continuano a farlo, tutti e tre insieme.

Eric sta bevendo dal suo bicchiere, del tutto indifferente a ciò che accade.

-D’accordo!- Esclamo più che altro a me stessa, mentre Sasha non mi perde d’occhio e può permettersi tutte le smorfie che vuole, tanto vedono solo la sua schiena.

Quando mi accorgo che i tre persistono a esaminarmi come se fossi dotata di luce propria, mi faccio coraggio e, stanca di starmene buona senza replicare, decido di appoggiare il mento sulla mano e di fissarli sfrontatamente negli occhi.

Mi illudo che i tre abbiano acquisito un minimo di decenza quando li vedo sussultare, stupiti della mia reazione e forse in imbarazzo ora che li ricambio con la stessa moneta ma, dopo essersi scambiati qualche parola fra di loro, ricambiano il mio sguardo con sorrisini esaltati. Assottiglio lo sguardo, a quanto pare non sarà facile farli smettere e non mi piace.

Peccato che tutto peggiori a mio svantaggio, quando l’unica ragazza del gruppo pensa bene di farmi un gesto eloquente con la mano, invitandomi a raggiungerla con un gran sorriso.

Merda…

Spalanco gli occhi, mi hanno fregata.

Tolgo subito la faccia dalla mano e abbasso il gomito, distogliendo all’istante lo sguardo e mi agito sulla sedia.

-Che è successo? Hanno smesso?-

Respiro profondamente e fingo che vada tutto bene per non lanciare segnali sbagliati ai miei nuovi ammiratori.

-La ragazza, quella bionda, mi ha fatto segno di andare lì!-

Sasha strabuzza gli occhi. -E tu?-

-Niente!- Dico di getto, cercando di rimanere immobile. -Adesso posso ignorarli come avevo detto!-

-Ma forse dovresti andare!-

Scuoto la testa. -Non esiste, io non ci vado. E poi non sono un cane che corre ad un fischio!-

Faccio una smorfia e raddrizzo la schiena, seria, non intendo più considerare quei tre che nemmeno conosco. Bevo un sorso d’acqua e mi risistemo i capelli passandoci distrattamente le dita in mezzo, ma mi affretto a smettere quando mi accorgo che lo sto facendo solo perché so di essere osservata. Metto le mani sul tavolo per tenerle ferme e respiro con il mento ben alto, non devo rendere conto a nessuno.

Mentre sto per dire a Sasha di andare, un’ombra oscura il mio piatto, così sollevo il viso e rimango sconvolta. In piedi accanto al nostro tavolo, di fianco a me per la precisione visto che sono la prima della fila, c’è l’amica di Eric.

Ha i capelli ricci e voluminosi di un biondo chiaro, con una ciocca tinta di rosa intenso, ha anche un piercing luccicante al naso, ma niente tatuaggi in vista. È alta e magra, decisamente in forma, indossa pantaloni attillati e canotta scollata.

Ho il cuore in gola, non mi aspettavo che venisse qui e non so cosa voglia di preciso.

-Ciao!- Esordisce. -Hai finito?-

Batto le palpebre ma fingo indifferenza. -Come?-

Forse non ha gradito che le restituissi spacciatamente lo sguardo per poi ignorare il suo silenzioso invito.

-Di mangiare!- Spiega lei semplicemente. -Perché mi piacerebbe che venissi a sederti con noi per un attimo!-

Quasi mi si spalanca la bocca, ma continuo a impormi un certo contegno. Rimango immobile, mi sento presa alla sprovvista e non so che fare, non voglio andare a sedermi con loro se Eric non mi ha chiesto nulla. Respiro profondamente e guardo Sasha in cerca di aiuto, ma lei ha gli occhi fissi sulla ragazza e non sa cosa dire, Will e Christina fingono indifferenza ma mi accorgo delle occhiatine curiose che si lasciano sfuggire.

-Credo che alla tua amica non dispiacerà!- Sentenzia la sconosciuta.

Il suo tono rimane gentile, ma era piuttosto decisa e non credo che accetterebbe di essere contraddetta. Sasha è rimasta senza fiato e così, senza altre alternative, lancio un’occhiata verso Eric.

Con mio stupore, mi sta guardando e non è più assente o scocciato, il suo sguardo è intenso e potente, mi attraversa. Sembra minaccioso e pienamente sicuro di sé mentre le sue labbra sono piegate in un ghigno strafottente, che mi lascia capire subito le sue intenzioni.

Mi sta sfidando, vuole vedere se ho il coraggio di raggiungerlo.

A sì?

-Okay!- Mi limito a dire, guardando la ragazza.

Lei sorride e nei suoi occhi si accende una scintilla di soddisfazione mentre mi fa segno di andare.

Vorrei tornare indietro e fingere che niente sia successo, ma ormai ci sono dentro e non posso fare molto. Decido di farmi coraggio e di alzarmi lentamente per non far capire che sono agitata, anche se mi ripeto che non ne ho motivo. Non conosco gli amici di Eric e potrei fare una figuraccia, ma lui sembrava perfettamente a suo agio e non intendo tirarmi indietro dopo il modo in cui mi ha silenziosamente provocata.

Seguo la ragazza verso qualche tavolo più in fondo, accorgendomi che il ragazzo con i capelli neri che sedeva vicino ad Eric si alza e aggira il tavolo per andarsi a sedere accanto all’altro.

Arrivate, lei si siede vicino ai due ragazzi, mentre credo che a me spetti il posto dall’altro lato, vicino ad Eric. Scivolo silenziosamente accanto a lui ma rimango rigida, non voglio gettarmici addosso o fargli capire che voglio un contatto.

Anche se Eric finge di non prestare particolare attenzione al mio arrivo, so benissimo che sente la mia presenza dal modo in cui si rilassano i suoi muscoli. Tuttavia, un sorriso arrogante è tra le sue labbra e credo sia rivolto a me anche se non ci guardiamo.

-Comunque io sono Camille!- Si presenza la ragazza, tutta sorridente.

Io mi limito a guardarla.

-Io sono Jason e lui è Nick!- Mi dice il ragazzo con i capelli rossicci seduto vicino a lei.

Dal modo in cui la ragazza gli appoggia un braccio sulla spalla, direi che tra loro c’è qualcosa. Jason ha i capelli leggermente lunghi e spettinati, due occhi verdi e intensi e dei lineamenti affilati che gli conferiscono un’aria austera che viene avvalorata dal suo sorriso fiero. 

-E lei è Aria, finite le presentazioni?- Scatta quello che dovrebbe chiamarsi Nick. -Io avrei una domanda!-

Lo osservo e noto che ha un viso molto semplice, un filo di barba e niente di particolare a parte un orecchio pieno di piercing. Nel complesso è molto carino anche se non saprei spiegare il perché.

Tutti si voltano verso di lui, in attesa della sua domanda, così Nick prende fiato e mi guarda dritto negli occhi.

-Sei sana di mente?-

Forse avevo accumulato un po’ di tensione, forse è perché capisco subito cosa intende, fatto sta che scoppio a ridere. Anche Camille e Jason ridono, ma Eric no.

-No perché, se stai davvero con lui,- Ricomincia Nick, indicando Eric. -Devi avere per forza dei problemi!-

Eric gli riserva una semplice occhiata, ma talmente tanto cupa che Nick indietreggia sulla panca.

-Non vorrei infierire, ma se lei ride vuol dire che aveva capito subito la domanda!- Esclama Jason, riprendendosi.

Eric rimane impassibile per qualche secondo, poi il suo sguardo più tetro scivola su di me. Sollevo gli occhi e, improvvisamente sotto accusa, mi sento rimpicciolire sotto lo sguardo nero con cui mi attraversa, senza contare che il suo atteggiamento impassibile mi fa venire i brividi.

-Sì!- Mi affretto a precisare. -Voglio dire, il mio cervello funziona!-

Nick mi studia attentamente. -Ne sei sicura?-

Scrollo le spalle e faccio un sorrisino. -Sì, il mio sta benissimo, e il tuo come va?-

-Funziona a giorni alterni!- Precisa Jason, guadagnandosi lo sguardo indignato del suo amico.

 Anche Camille da un lieve spintone affettuoso a Jason, mentre scuote la testa.

-Lascia perdere questi due!- Mi dice, alzando gli occhi al cielo. -Anzi, te li tolgo di torno!-

-Ma certo, lasciamoli soli e togliamoci dai piedi prima che Eric si vendichi!- Enfatizza Nick, alzandosi.

Senza che me lo aspetti, Eric mi fa passare un braccio dietro i fianchi e mi avvicina a sé ed io, stretta a lui, non posso fare a meno di sentire un’ondata di calore e divento subito di ottimo umore.

-L’unico che rischia qualcosa sei tu!- Sentenzia Eric, con calma, mostrando un sorriso calcolato. -E sai benissimo perché!-

Il ghigno maligno di Eric non arriva agli occhi, che rimangono tetri, dettaglio che mi fa ipotizzare che la sua non sia poi una minaccia tanto scherzosa.

Nick lo osserva e deglutisce, ma poi mi guarda e fa un sorrisino a trentadue denti. -D’accordo, ho detto che me le sarei scopata, ma che male c’è? Era solo un apprezzamento, dovresti esserne contento!-

Spalanco gli occhi e temo di aver assunto il colore di un pomodoro. Non può averlo detto davvero!

Il modo in cui Eric chiude gli occhi e poi li riapre, mentre fa scricchiolare la mandibola, farebbe scappare chiunque, non ci sono dubbi, è peggio di un presagio di morte certa.

-Benissimo, lo porto via!- Dichiara Jason, afferrando Nick per la giacca e trascinandolo via, mentre entrambi se la ridono tranquillamente.

-Ci vediamo, è stato un piacere conoscerti!- Mi sorride Camille, sventolandomi la mano mentre se ne va.

Sono ancora interdetta, perciò non ricambio il saluto e mi limito a fissare imbambolata i tre che si dileguano. Un pensiero mi assale.

-Ehm…- Inizio titubante. -Cosa sarebbe questa storia?-

Mi volto lentamente verso Eric, che ha ancora un braccio attorno alla mia vita e gli occhi fissi sulla schiena di Nick.

-Ricordi quando ti sei fatta questo tatuaggio?- Chiede, accarezzandomi dietro l’orecchio dove ho disegnate delle onde d’acqua stilizzate.

Ricordo benissimo il giorno in cui Sasha mi ha trascinata a fare il mio primo tatuaggio, è stato durante la prima settimana di iniziazione e mi ha anche costretta a truccarmi e a farmi indossare un vestitino striminzito solo perché, a detta sua, era così che facevano tutte. A dire il vero non ho mai ringraziato la mia amica, devo riconoscere che quel look aveva fatto colpo su Eric che, vedendomi, si era concesso una lunga occhiata alle mie gambe scoperte.

-Vedi, io ero seduto al bar fuori dallo studio con Jason e Nick e, proprio lui, ha fatto un apprezzamento poco lecito su di te!-

Mi spiega serenamente, tuttavia continua a guardarsi intorno, mentre mi tiene ancora legata a sé con il suo mezzo abbraccio.

-E tu cosa gli hai detto?-

E finalmente Eric si volta verso di me e inizia ad accarezzarmi la schiena. Credo che dovrei sentirmi felice ora che non dobbiamo più nascondere il nostro legame, ma mi sento anche vittima delle spire di un serpente velenoso. Il modo in cui mi tocca, come mi guarda, mi rendono impotente e al contempo è come se fossi totalmente al sicuro. Tutto questo non può essere lecito, forse è peccato.

-Che eri mia!- I suoi occhi si fissano nei mei e sembrano ferro fuso e bollente.

Un breve attacco di batticuore minaccia di stordirmi, ma assottiglio lo sguardo, qualcosa non mi torna. Nonostante la mano di Eric risalga lentamente il mio braccio fino ad accarezzarmi una guancia, il calore delle sue dita non basta a distrarmi. So benissimo di essermi fatta il tatuaggio durante i miei primi giorni fra gli Intrepidi e non c’era ancora niente fra me e lui, non mi aveva neanche baciata.

-Ma non lo ero!- Specifico.

-Non ancora!- Replica, impassibile e freddo.

Le sue labbra sono rimaste leggermente arricciate, come se fosse offeso, e il suo mento sollevato rende il suo sguardo più distante, eppure mi brucia sulla pelle. Non so più cosa dire, perciò abbasso il viso e mi mordicchio il labbro, trattenendo un sorriso.

-Comunque sia,- riprende lui, voltandosi e liberandomi dalla gabbia delle sue braccia attorno a me. -Ho trovato la soluzione al tuo problema.-

Senza più il suo abbraccio a proteggermi, è come se fossi esposta agli sguardi di tutti.

Scuoto la testa e mi avvicino al suo braccio. -Quale problema?-

Eric sogghigna malignamente e mi riserva un’occhiata. -Non ti eri lamentata del fatto che casa tua è troppo lontana da dove lavori?-

-Bè… sì!- Ammetto tranquillamente.

Eppure ancora non capisco dove vuole arrivare.

-Effettivamente hai un po’ di strada da fare e di prima mattina non sarà il massimo. Ma hai dei turni, a volte inizierai al mattino e altre volte il pomeriggio.- Mi spiega. -Però, quando hai la mattina, la sera prima potresti dormire da me.-

Batto le palpebre.

-Sai, io abito quasi allo stesso piano dell’area logistica!- Afferma con un sogghigno ammaliatore. -Potresti dormire di più e fare molte meno scale.-

Non distolgo lo sguardo ma, quando capisco che sto per sorridere, cerco di non farglielo vedere. Ovviamente fallisco, perché lui mi afferra il mento con due dita e me lo solleva.

-E allora?- Mi incalza.

-Penso sia una buona idea!-

Quando Eric mi abbaglia con il suo sorrisetto beffardo, squadrandomi malignamente, capisco che sta per sferrare uno dei suoi attacchi. -Benissimo, mi pare che domani inizi proprio di mattina!-

Altro campanello d’allarme: io non gli ho mai dato questa informazione.

Approfitta del mio silenzio per risistemarmi dietro l’orecchio una ciocca di capelli. -Quindi stasera verrai da me e ti farò rilassare per domani…-

Le sue dita scendono lungo il mio collo e mi irrigidisco, penso che potrebbero guardarci tutti e non sono il tipo a cui piace dare spettacolo ma, peggio ancora, mi sta andando il sangue al cervello e il mio cuore è partito al galoppo.

-Io…- Cerco di riprendermi, senza perdere di vista il percorso della sua mano che sale nuovamente verso il mio viso. -Non è che non trovi invitante la tua offerta…-

-Ma?- Mi esorta, mentre le sue dita scivolano sulla mia spalla e seguono la discesa del mio braccio.

-È la prima sera nella casa nuova e, ecco, Sasha ci tiene e poi penso che abbia organizzato una specie di festa con le altre ragazze e…-

-Quindi mi stai rifiutando?-

Rimango paralizzata a fissarlo, la sua voce è pericolosamente scesa di tono e i suoi occhi si sono rabbuiati. Le sue labbra sono allineate per la serietà, mentre le sue carezze iniziano a rallentare.

-No, non lo farei!- Preciso prontamente. -È che…-

-Sì, ho capito! Come potrei privarti di fare baldoria con le tue amichette o di sistemarti a casa tua?- Mi interrompe, girandosi verso il tavolo e non più su di me. -Hai le tue esperienze da farti e lo comprendo.-

-Davvero?- Sono ancora stordita per il suo brusco cambio d’umore. E anche per le sue carezze.

Lui scrolla le spalle. -Sì, perciò ti concedo la serata libera.-

Sollevo le sopracciglia. -Aspetta, quindi sei tu che mi dai il permesso?-

Mi ricambia con un ghignetto degno del peggior bastardo. -Ovviamente!-

Mi rifiuto di dargli corta. -Bene! Allora noi…-

-Oggi sarò impegnato fino a tardi per lavoro, idem domani. E, dato che non vuoi dormire con me, non ci vedremo prima di domani sera.-

Metto il broncio e cerco il suo sguardo, che lui volutamente mi nega. -Domani sera?-

Colgo il suo ennesimo sorrisetto quando fa per alzarsi. -Dovrai accettare le conseguenze del tuo rifiuto e accontentarti!-

Cerco di replicare ma non me ne da il tempo, chinandosi su di me e fermando il suo viso ad un soffio dal mio. In un secondo il mio cuore si arresta e credo che le mie guance si siano arrossate, mentre il respiro ardente di Eric mi solletica le labbra e in questo momento potrei fare qualsiasi cosa, sono totalmente in sua balia e chiudo persino gli occhi attendendo il suo bacio. Ciò che sento però, è sola la sua risata soffiata, quando decide di scostarsi e senza preavviso mi stampa un bacio sul collo, dove sa che sono più sensibile.

-Ripensaci!- Mi intima prima di andarsene.

Vorrei chiamarlo, insultarlo, dirgli tutto quello che mi passa per la testa, pregarlo di non lasciarmi così e, invece, devo limitarmi ad ammirare la sua schiena mentre mi abbandona.

 

Sono seduta sul divanetto dell’appartamento di Christina e non so assolutamente cosa fare o come motivarmi quel tanto che basta per provare a fingere almeno un sorrisino. Non ho nulla contro le serate tra ragazze, ma non ho dimestichezza con queste cose. Non avevo delle amiche da piccola, perché tutte le ragazze Erudite nella mia classe mi stavano ad almeno tre metri di distanza.
E, a dire il vero, ho la testa altrove.

-Guarda che puoi andare!-

Strabuzzo gli occhi e mi volto verso il posto accanto a me sul divano, su cui si è seduta Sasha.

-Cosa?- scatto all’erta. -No! È la nostra prima sera, non ti lascio dormire da sola!-

Ma, alle mie parole, Sasha fa solo in tempo ad aprire bocca che Marlene prende parola.

-Le facciamo compagnia noi!- Dichiara con un urletto. -Sta sera non si dorme, restiamo tutte qui!-  

Lei è seduta attorno al tavolo con Christina e Tris, ma quest’ultima ha un sussulto alla notizia.
-Veramente…- Tenta di prendere parola. -Ho promesso a Quattro che sarai andata a trovarlo…-

-Che cosa?- Christina a poco si strozza con il succo che stava sorseggiando. -Ma è con Will, Uriah e Zeke, passavano la serata al Pozzo fra uomini e noi qui fra ragazze!-

-Lo so, ma passo solo a salutarlo! Ci metto pochi minuti e poi torno qui, promesso!- Si scusa Tris.

Christina sospira, le da un buffetto sul braccio e le indica la porta.

-L’amore!- Esclama Sasha, sorridendomi. -Puoi andare anche tu, rimango con le altre!-

Mi consola sapere che anche Tris voglia abbandonare la sua amica per correre tra le braccia del suo ragazzo, ma il senso di colpa non sciama.

Però c’è anche una persona che, più o meno come me, non è stata contagiata dall’euforia delle altre. Anzi, si è totalmente dissociata e se ne sta seduta per terra in un angolo.

-Fantastico, una notte da urlo!- Borbotta Lynn con finto entusiasmo, poi mi inchioda con uno sguardo deciso. -Scappa finché sei in tempo!-

Accenno un sorriso, di nascosto però.

Sasha scuote la testa. -Sul serio, puoi andare, tanto starò bene e non sono sola!-

-No!- Chiarisco.

Lei è la mia prima vera amica e non rovinerò tutto per un ragazzo.

Nel frattempo Tris si alza quasi di nascosto, dice qualcosa alle altre e sgattaiola via. Quando mi passa davanti, credo mi lanci una sorte di sguardo complice. Non trovo niente di piacevole in Quattro e temo che per lei Eric sia una sorte di mostro marino, ma sì, siamo più o meno nella stessa situazione: due novelline con i nostri due istruttori.

Sasha è decisa e riparte all’attacco. -Domani devi alzarti prestissimo e qui queste matte non la smetteranno tanto presto, per cui vai da lui e dormi lì cosi domani arriverai subito al lavoro!-

-Ma…- Provo a difendermi, con tanto di sguardo triste.

-Sposteremo la nostra prima sera a domani e mi racconterai tutto!- Conclude, indicandomi la porta con lo sguardo.

Dal suo angolo, Lynn stava seguendo la nostra discussione e, quando la guardo, mi mima con le labbra la parola “scappa”.

-Ne sei sicura?- Chiedo a Sasha.

Lei alza gli occhi al cielo, così rido e le getto le braccia al collo.

La mia amica mi spinge quasi via. -E quando mi abbracci vuol dire che sei davvero felice! Ora sparisci!-

Scatto in piedi, faccio un saluto veloce alle altre con la mano e mi dileguo.

 

Arrivo al corridoio delle abitazioni preferenziali ai piani alti e lo percorro con lentezza, passando davanti a tutte le porte delle camere, sapendo che quella di Eric è l’ultima, dietro un angolo. Sono diffidente e non riesco a stare calma, tanto che devo serrare i pugni per controllare il tremore delle dita. Sono certa di voler passare la notte con Eric, e non solo questa, ma ho tanti dubbi inutili e paure che credo siano unicamente dettate dalle incertezze.

Non è che dubiti dell’interesse di Eric nei miei confronti, ma non so quanto ci tenga davvero a noi. E se avesse approfittato della mia assenza per portarsi a letto un’altra? Magari per lui la fedeltà è solo una scomoda alternativa.  

Mi faccio coraggio e svolto l’angolo, avanzando verso la porta della camera di Eric, ma mi fermo con il pugno a mezz’aria quando temo di vedermi aprire la porta da una sconosciuta. Penso anche che Eric potrebbe infuriarsi, visto che è tardi e non mi aspettava. Alla fine prendo un respiro profondo e busso, anche se l’istante dopo ho quasi paura per averlo fatto.

Con mio stupore, la porta si spalanca molto prima di quanto pensavo. Eric si para davanti a me in tutta la sua altezza, con tanto di petto nudo con i muscoli in bella vista, l’espressione solitamente autoritaria che quasi mi fa indietreggiare. Eppure i suoi occhi sono vivi, accesi, di certo non stava dormendo, e soprattutto mi guarda in un modo che mi sconvolge.

-Non chiedi chi è?- Azzardo, nel tentativo di distrarlo.

-Sapevo che eri tu.-

La sua risposta, così semplice e schietta, mi entra dentro e si prende totalmente il mio cuore e forse anche la mia anima. Spalanco gli occhi, forse arrostisco e non posso farne a meno, niente di tutto questo mi sembra vero.

Sorrido. -Ma come? Io ti avevo detto che non sarei venuta…-

Solleva un sopracciglio. -Mi sono forse sbagliato?-

Sono senza parole, incantata dal suo sguardo bollente e dal suo corpo in bella vista.

-E quindi?- Mi incita, indicandomi con il mento e concedendosi un’ occhiata corrucciata.

In effetti siamo entrambi fermi davanti alla sua porta, lui ha ancora la mano sulla maniglia.

Mi stringo nelle spalle e oso un mezzo sorriso malizioso. -E se non la volessi la serata libera?-

Il guizzo del suo sguardo, e di tutto il suo petto, non passa inosservato. Prende un profondo respiro, con cui sembra in grado di assorbirmi, poi il suo miglior ghigno rende sinistri i suoi lineamenti.

-Non dire altro!-

Mi afferra dalla maglietta e mi trascina dentro, sbatte la porta dietro di noi e, il secondo dopo, mi ritrovo le sue labbra incollate alla mie e le sue braccia a cingermi saldamente.

Mi assaggia, mi tocca il viso e i capelli con le sue rudi carezze, mi toglie la giacca di prepotenza e poi mi solleva da terra tenendomi saldamente dai fianchi. Finisco sul letto, mentre lo guardo e mi accorgo di quanto non desideri altro che lui. Solo lui. I suoi occhi su di me, le sue mani sul mio corpo e le sue labbra sulle mie.

Si getta sopra di me, posizionandosi con le ginocchia ai lati dei miei fianchi, mi afferra il viso fra le mani e mi bacia con vigore.

Non saprò più scappare dall’incanto con cui mi ha legata a sé. So benissimo che dovrei mantenere le distanze per tenere vivo il contatto con la realtà, invece di gettarmi in questo bellissimo sogno, destinato a finire. Dovrei proteggermi per non soffrire quando tutto questo svanirà.

Ma questo è il mio peccato, non posso reprimerlo. Voglio lasciare che mi distrugga lentamente.

 

 

 

 

Continua…

 

 

Scusate se gli aggiornamenti non sono rapidi, ho tante idee per la testa per questa storia e sto cercando di far quadrare tutto!

Spero vi piacciano i capitoli, se avete idee, curiosità, dubbi o qualcosa che vi piacerebbe vedere, non esitate a farmelo sapere nei commenti! Rispondo a tutti e cercherò di accontentarvi!
Intanto grazie di cuore a chi legge!

Questa è la mia pagina facebook, se durante la settimana trovate un’anticipazione, pubblicherò il prossimo aggiornamento la domenica successiva!

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Baciiii <3

 

 

   
 
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