Ogni volta che penso a lei.
Ogni volta che viene un nuovo giorno.
Ogni volta che mi guardo nel profondo.
Ogni volta che sono sempre sicuro e poi prontamente mi sbaglio.
Ogni mattina nello specchio vedo riflesso me o solo una parte nascosta del mio essere che tenta ogni volta di uscire allo scoperto?
E ritorna la paura ogni volta che calano le tenebre su questa immensa e insidiosa metropoli che pare costruita su un piedistallo d’oro.
Ogni volta che guardo in faccia tutti e ogni volta che non considero nessuno.
Ogni volta che abbasso la testa e rimango con un pugno di nullità in mano.
E quando ritorna sera, la paura s’impossessa dei miei pensieri, della mia anima.
Sempre quando non è importante, sempre quando non vale niente e quando penso che possa tutto passare col tempo.
Io, leone grande e imponente che tremo come un gattino bagnato di fronte a lei.
Gazelle.
La mia preda per natura, la mia preda a letto e nei miei sogni, sogni che non sono mai soli intrappolati in un oblio di desideri che non conosce fine.
Non è sola.
Ogni volta penso a lui, quella tigre dannatamente attraente.
Gerard.
Ogni volta scopro una parte di me che mi è sempre stata sconosciuta e che sta avanzando alla luce fuori dalla mia anima.
Niente da nascondere, solo sentimenti e sesso.
E ogni volta che non c’entro, proprio quando non sono stato e quando prendo le cose troppo alla leggera.
Di questa città dorata di giorno e scura di notte io sono il Re.
E quando non ci penso troppo, quando non mi importa nulla se non di me.
E ogni volta che rimango con la testa tra le zampe a pensare.
E incontro sempre i loro sguardi uno dopo l’altro, loro che sanno leggermi dentro, prendermi per mano e portarmi al sicuro come fossi un animale ferito.
Loro che hanno preso la mia vita e ne hanno fatto molto di più.
Ogni volta che tutti si preoccupano per me.
Senza perder tempo, rimango indietro e voglio stare spento.
E voglio rialzarmi.
Anche quando non mi sento niente dentro.
E rimando tutto a domani nella speranza che sia una giornata diversa.
E ogni volta ritorna quella maledetta alba.