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Autore: Saigo il SenzaVolto    17/07/2017    3 recensioni
AU, CROSSOVER.
Sequel de 'Il Pianto del Cuore'
Era una serata come tutte le altre, quando improvvisamente Naruto, assieme a Hinata, Sakura e Sasuke si ritrovò in un luogo sconosciuto senza ricordare nulla. Ma loro non sono i soli ad essere finiti lì. Direttamente dall’oltretomba infatti, anche i genitori di Sasuke e quelli di Naruto fanno la loro comparsa, insieme a due personaggi provenienti dal futuro: Sarada Uchiha e Boruto Uzumaki.
Quest'ultimo, inoltre, molto diverso dalle aspettative di tutti!
Tra dispute familiari, passati dolorosi e comportamenti inaspettati, per i nostri eroi non sarà facile andare d'accordo. Ma tutti loro dovranno riuscire ad unirsi insieme per superare molte difficoltà, poiché una grave minaccia rischia di distruggere il loro mondo.
E loro sono gli unici in grado di fermarla!
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Boruto Uzumaki, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sarada Uchiha, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: Cross-over, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
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PREMESSA: Alcuni personaggi ed eventi di questa storia potrebbero essere diversi dall'opera originale! Dipende tutto dalla mia immaginazione!

 





 

 
 

Misteri e Confusione 2


“Ma che diavolo…?”

“Naruto…” mormorò Minato guardando con meraviglia e stupore il giovane davanti a sé. Kushina aveva le lacrime agli occhi, un sorriso tremante sulle labbra e lo sguardo incollato sul figlio. Tutti e quattro indossavano delle divise da jonin, e le loro espressioni erano di totale confusione e stupore. 

“Tutto questo non può essere. S-Sto sognando…” pensò con spavento Naruto.

Rimasero tutti in silenzio per diversi minuti, nessuno era capace di proferire parola. I quattro adulti osservavano attentamente i quattro giovani e viceversa, ma nessuna delle due parti aveva il coraggio di parlare. Da entrambe le parti la confusione e lo spavento regnavano sovrani. La tensione e lo stupore erano quasi tangibili nell’aria.

Improvvisamente Minato e Kushina fecero un passo avanti con esitazione, e Naruto si ridestò di scatto dallo shock iniziale.

“No… NO!” esclamò il biondo facendo un passo indietro e scuotendo la testa, gli occhi spalancati e pieni di lacrime. “Non può essere! P-Perché sto vedendo questo? Cosa diavolo sta succedendo?”

Sakura ed Hinata rimasero immobili, troppo allibite per riuscire a proferire parola.

“È davvero un’illusione?” continuò a dire il biondo ad alta voce. “Non c’è altra spiegazione! VOI SIETE MORTI!” urlò disperatamente.

“Calmati Naruto!” disse il Quarto Hokage alzando le mani per tentare di rassicurarlo. “Siamo confusi quanto voi. Non abbiamo idea di cosa sia successo, né sappiamo come mai siamo finiti qui. Dopotutto hai ragione, dovremmo essere morti. Questa situazione è un mistero anche per noi…”

Ma il ragazzo non voleva saperne di calmarsi.

“Che scherzo è questo?” domandò freneticamente. “Calmarmi? COME POSSO STARE CALMO? VOI SIETE MORTI! QUALCUNO STA FORSE USANDO DELLE ILLUSIONI SU DI NOI PER CHISSÀ QUALE SCOPO?!”

“Non siamo delle illusioni,” disse improvvisamente con decisione Fugaku Uchiha, senza togliere gli occhi dal figlio “Non so come spiegarlo, ma siamo veramente noi. In qualche modo ci siamo ritrovati in questo luogo senza alcun ricordo.”

Sasuke era rimasto completamente rigido ed immobile per tutto il tempo. I suoi occhi rossi scrutavano da capo a piedi quelle due figure che mai avrebbe pensato di rivedere di nuovo e che lo osservavano a loro volta. I suoi genitori. Non sapeva come reagire. Una miriade di emozioni lo investirono con forza contemporaneamente.

Poi una grande rabbia cominciò a sostituire lo stupore in lui, ed i suoi occhi si ridussero a due fessure.

“Lo Sharingan è immune a qualunque tipo d’illusione,” disse Sasuke con un tono incredibilmente calmo e basso, senza però distogliere lo sguardo dai due. “Riesco a percepire il loro chakra chiaramente. Chiunque loro siano, sono delle persone vere. Sono vivi.”

“Anche io riesco a vedere il loro flusso di chakra!” confermò Hinata con voce incerta.

Sakura era scioccata. Davanti a lei si trovava il leggendario Quarto Hokage. L’eroe del Villaggio della Foglia che si sacrificò contro la Volpe a nove code. Il padre di Naruto. E a giudicare dallo sguardo che la donna dai capelli rossi aveva su Naruto, intuì che doveva essere la madre.

“Ma anche se non sono delle illusioni,” continuò Sasuke minacciosamente. “Questo non vuol dire che siano veramente chi dicono di essere.”

“Che siano degli impostori?” pensò Naruto.

“Ti sbagli Sasuke,” disse Mikoto guardandolo con un’espressione indecifrabile. “Siamo veramente noi. Non siamo degli impostori.”

“Come possiamo fidarci delle vostre parole?” chiese allora Sakura senza abbassare la guardia.

Minato fece un passo avanti. “Osservate attentamente.” disse.

Appena proferì quelle parole, tirò fuori dal nulla un kunai a tre punte con uno strano sigillo lungo il manico e lo mostrò a tutti. Dopodiché lanciò il kunai verso un albero nella direzione opposta a loro, conficcandolo nel tronco con un tonfo sordo. Prima che chiunque potesse reagire o dire qualcosa, Minato scomparve improvvisamente dal punto in cui si trovava senza un singolo rumore, per poi riapparire nel punto esatto dove aveva lanciato il kunai come se niente fosse con una velocità sorprendente. I quattro giovani rimasero allibiti da ciò che avevano visto.

“Quella che avete appena visto,” spiegò Minato con un sorriso mentre recuperava il kunai. “È la mia tecnica dell’Hiraishin, il teletrasporto. Nessun altro al mondo è in grado di utilizzarla oltre a me ed al Secondo Hokage!”

“Se Minato fosse un impostore,” intervenne Kushina con voce bassa “Non avrebbe potuto imitare la tecnica del Quarto Hokage così facilmente.”

I ragazzi rimasero ancora più stupiti di prima appena compresero il significato di quelle parole. Non si trovavano davanti a degli impostori. Eppure non potevano crederci.

“C-Come è possibile?” pensò Naruto sgranando gli occhi. “Questo significa che loro sono…”

“Quindi lei è veramente il Quarto Hokage?” chiese Sakura allibita.

Minato annuì. “Sì, sono proprio io.”

“Ma com’è possibile?” domandò ancora la ragazza, troppo confusa e stupita per riuscire a formulare un pensiero coerente.

“Non ne abbiamo idea!” riprese Fugaku. “Noi quattro dovremmo essere morti. Tuttavia ci siamo ritrovati in questa foresta all’improvviso. Sappiamo che non si tratta di un’illusione, ma non riusciamo a darci una spiegazione logica.”

“Quindi siete vivi?” chiese Naruto con esitazione, gli occhi pieni di lacrime. Per tutta la sua vita aveva sempre desiderato avere dei genitori, e adesso ritrovarseli di nuovo davanti lo spaventava. Li aveva già incontrati in passato, durante lo scontro con Pain e quello con la Volpe pochi giorni fa, ma ora cosa avrebbe dovuto fare? Erano veramente loro? Era un’idea a cui non voleva credere. A cui non poteva credere. Anche se nel profondo del cuore nutriva una minuscola speranza. La speranza che forse loro…

I suoi pensieri furono interrotti quando Kushina lo abbracciò improvvisamente. Naruto rimase immobile, la bocca aperta e gli occhi sgranati, totalmente incapace di registrare cosa stava accadendo. Lentamente posò lo sguardo su di lei.

“Siamo vivi!” disse Kushina con un tono che indicava la sua prossimità al pianto. “Siamo veramente noi, Naruto!”

Niente riuscì a fermare le lacrime del ragazzo in quel momento. Appena registrò quelle parole, affondò il viso nel collo di quella donna e ricambiò l’abbraccio con forza, singhiozzando sommessamente. Sua madre lo stava abbracciando davvero. Non era un sogno.

“Mamma!”

Minato sorrise e si unì all’abbraccio subito dopo. Anche Sakura e Hinata guardarono la scena con un sorriso. Finalmente Naruto aveva incontrato i suoi genitori. Proprio lui che aveva vissuto tutta la vita da orfano e aveva sofferto così tanto. Anche se sarebbe durato poco, si meritava questo momento di felicità.

Nel frattempo Sasuke continuava a guardare allibito i due Uchiha davanti a lui, incapace di formulare alcun pensiero coerente. Fu Mikoto ad interrompere il silenzio tra loro.

“Sasuke,” disse con affetto. “Sei cresciuto!”

Il ragazzo non fu in grado di rispondere. La donna si avvicinò a lui e posò una mano sulla sua guancia con un sorriso e le lacrime agli occhi.

“Sembra quasi come se mi stessi guardando allo specchio!” disse ancora affettuosamente.

Una sola lacrima scese lungo la guancia di Sasuke. Adesso ne era certo. Quella davanti a lui in quel momento era davvero sua madre. Il ricordo della morte dei suoi genitori continuava ancora a tormentarlo, era ancora impresso nella sua memoria. Quell’incubo era qualcosa che non avrebbe mai potuto dimenticare. Niente sarebbe riuscito a liberarlo completamente da quel tormento. Ma nonostante ciò, vedere con i suoi occhi sua madre che gli sorrideva, sentire di nuovo il suo tocco sulla pelle, sentire ancora la sua voce, gli fece provare qualcosa che non provava da molto tempo. Il ricordo di una sensazione che non ricordava più da anni.

Pace.

Gli occhi di Sasuke si addolcirono un po’ mentre osservava sua madre. L’ombra di un sorriso cominciò a formarsi sulle sue labbra. Tutto quello che aveva fatto fino a quel giorno era stato per vendicare il suo clan. Per vendicare suo fratello. Per vendicare i suoi genitori. Adesso loro erano qui, davanti a lui. Cosa avrebbe dovuto fare? Si sentiva perso. Non sapeva come reagire.

“Quegli occhi,” disse allora Fugaku, attirando la sua attenzione. “Sono gli occhi di un uomo che ha sofferto troppo… Cos’hai vissuto per possedere degli occhi simili alla tua età, Sasuke?” chiese con un tono dispiaciuto.

Sasuke abbassò lo sguardo.

“Cosa faccio?” pensò.

Poteva davvero raccontare tutto ciò che aveva vissuto davanti ai suoi genitori? Poteva dirgli davvero cos’era diventato? Cosa aveva fatto a causa di suo fratello? Tutte le malvagità che aveva in testa? Sasuke, per la prima volta in anni, si sentiva veramente perso. Si sentiva perso come quella notte quando Itachi aveva ucciso tutto il clan Uchiha, e lui era ancora troppo debole ed impotente per poter reagire. Non aveva il coraggio di parlare, anche se ogni fibra del suo essere gli intimava il contrario.

Incapace di guardare i suoi genitori, distolse lo sguardo altrove, e i suoi occhi si fermarono su Naruto.

Rimase sconvolto da ciò che vide.

Naruto lo stava guardando con un sorriso. Mentre abbracciava i suoi genitori, i suoi occhi erano pieni di felicità ed emanavano coraggio e determinazione. Era come se lo stesse incoraggiando con lo sguardo ad andare avanti, ad affrontare quella situazione. A non arrendersi. Era lo stesso sguardo che gli rivolgeva Itachi durante i loro allenamenti insieme quando era piccolo. Uno guardo che ti intima a continuare a lottare, senza arrendersi di fronte alle avversità.

Voltando la testa vide Sakura. Anche lei gli sorrideva, aveva gli occhi pieni di lacrime, e gli faceva segno con la mano di parlare. Nonostante l’avesse trattata con disprezzo fino a pochi istanti fa, lei ancora sorrideva per lui.

Fu in quel momento che Sasuke capì. Fu in quel momento che comprese la realtà dei fatti.

Nonostante tutto quello che aveva fatto, i suoi amici non lo avevano abbandonato. Anche se aveva tentato di ucciderli, oggi continuavano ancora a supportarlo. Anche se li aveva rinnegati, oggi continuavano a considerarlo uno di loro. Non avevano mai smesso di incoraggiarlo. Non avevano reciso il loro legame con lui.

Lui non poteva certamente dire lo stesso.

I suoi amici erano come la sua famiglia. Per tutto questo tempo, non era mai stato da solo.

“Che cosa ho fatto…” si chiese.

Finalmente il giovane Uchiha comprese il significato dell’amicizia. Comprese che l’amore non era scomparso dalla sua vita. Capì che trovare la felicità era ancora possibile in questo mondo. La sua felicità era sempre stata davanti ai suoi occhi, ma lui era stato accecato troppo dalla rabbia e dalla sete di vendetta per riuscire a vederlo prima.

Sasuke realizzò che lo sciocco del Team 7 non era mai stato Naruto. Certo, poteva essere irruente, fastidioso e lento ad apprendere, ma non si dava mai per vinto e affrontava le difficoltà a testa alta. Lo sciocco era lui.

Prese la sua decisione.

Inspirando con forza, abbandonò tutti i ricordi e la rabbia del passato per un momento, raccogliendo tutto il suo coraggio. Poi diede ancora uno sguardo verso i suoi compagni.

Appena lo videro, Naruto e Sakura rimasero allibiti per un istante.

Sasuke stava sorridendo verso di loro.

“Naruto… Sakura… Grazie.”

Poi si voltò verso i suoi genitori e raccontò tutto.
 
   
 
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