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Autore: QueenyMoss_    17/07/2017    0 recensioni
Dal testo:
"Dammi un' altra possibilità, te ne prego, se son venuto fin qui è perché voglio farmi perdonare, ci voglio almeno provare..."
"Scordatelo, buona serata!"
"Domani all' Init, alle nove comincia il concerto"
Mi guardò con un sorriso compiaciuto e si voltò, uscendo poco dopo dal negozio.
Come poteva essere sicuro che io mi sarei presentata nel locale in cui avrebbe tenuto il concerto?
Chi gli avrebbe detto che ci sarei andata?
Questa è la storia di un amore finito male.
Potrà avere, secondo voi, una seconda possibilità?
Per scoprirlo non vi resta che leggere.
Genere: Sentimentale, Slice of life, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Strify
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La mattina dopo andai a lavoro con la stessa ansia che si impadronì quando, Eduard, la sera prima si presentò nel negozio in cui lavoro.
Lo avevo immaginato che non sarei tornata a casa tranquilla perchè ,ovviamente con tutta la gente che ci sta al mondo, la sfiga in quel periodo se la doveva prendere con me.


"Novità dello sciupafemmine?"


Cristina mi si affiancò dopo che ritornai dal ripostiglio in cui mi ero sistemata, pronta a lavorare.


"Non è uno sciupafemmine, Cris, è solo un cretino"


Sbuffai, allacciandomi finalmente la "cintura" contenente i pennelli che avrei dovuto usare in caso qualche cliente avesse richiesto una prova make up.


"Io lo sapevo che ti avrebbe fatto cambiare umore, se solo tu mi avessi lasciata fare, gliene avrei dette quattro"
"E non sarebbe servito, perchè ormai lui era li, davanti a me"
"Però in questo modo lui crederà di averti in pugno, crederà che prima o poi possa riuscire a farti cedere"
"Non sono così stupida, fidati...se voglio dar retta ad una persona la do,altrimenti la lascio per quel che è..."
"Hai intenzione di andare all'Init stasera?"
"Mi hai sentita ieri? Gli ho detto che se lo poteva scordare e così sarà"
"Io ti conosco fin troppo bene, mia cara, ricordalo"



Sospirai pesantemente, scuotendo appena la testa, cercando forse di fare uscire tutti i pensieri che si erano impossessati "prepotentemente" della mia mente.
Dopo un'oretta e mezza il lavoro cominciò a ingranare e fortunatamente non ebbi tempo di pensare a nulla che non fosse quello di cui mi occupavo.
Però, ancora una volta, qualcosa sconvolse la mia giornata.
Dopo aver terminato di truccare una cliente fidata, spiegandole cosa avevo usato, cosa avrebbe fatto al caso suo e cosa avrebbe dovuto acquistare, Cristina mi venne ad avvisare che c'era un corriere che cercava proprio me.
Mi ero talmente distratta che non sentì nemmeno che qualcuno ebbe pronunciato il mio nome una frazione di secondo prima che la mia amica mi raggiungesse.
Lasciai la cliente nelle mani di quest'utlima e raggiunsi velocemente il corriere che stava aspettando me sulla porta.
Era un ragazzo sicuramente poco più piccolo di me, vestito con una tuta rossa che caratterizzava probabilmente la ditta con cui lavorava ed aveva in mano un bouquet.
Chiese se fossi io l'interessata ed mi ritrovai ad annuire in risposta.
Una volta che mi consegnò i fiori e ricevuta, mi augurò buona giornata e se ne andò.

Avevo già capito chi potesse essere l'artefice di tutto.
Se le mie supposizioni fossero esatte, voleva dire che non era cambiato affatto, per farsi "perdonare" da qualcosa di solito cominciava così.
E la verità non tardò ad arrivare.


"Lo so che stasera ci sarai, conto su di te. 
Fidati, non te ne pentirai. E."



Maledizione a lui, ma perchè era convinto che sarebbe stato in grado di plagiarmi?
Perchè era convinto che io alla fine avrei ceduto?


"Non mi dire che..."
"Si, sono da parte sua, ci manca solo che venga qui e che faccia uno di quei spettacoli stile musical per stupirmi"
"Zitta, non dirlo altrimenti si potrebbe avverare...ti ricordi ieri che dicevi che non lo avresti incontrato e invece a fine giornata si è presentato qui?"
"Non gli permetterò di rovinarmi la vita di nuovo, grandissimo bastardo"



Andai a poggiare i fiori e il biglietto nel camerino e ripresi a lavorare. Se c'era una cosa che mr. credodiriuscireapoterlaplagiare non sapeva e che ora aveva a che fare con la versione "bastarda" di una me che conosceva sotto altri aspetti, molto tempo fa.


***
Erano da poco passate le nove ed eravamo già di ritorno.
Era stata una giornata decisamente pesante, senza contare che il caldo si faceva ben sentire nonostante avessimo i mezzi adatti per poterlo contrastare.
In macchina regnava il silenzio, io ero assorta nei miei pensieri e Cristina probabilmente stava scrivendo a qualcuno su whatsapp, lo intuì dal suono della notifica dei messaggi che le arrivavano.


"Tanto lo so che alla fine ci andrai"
"Come scusa?"



La mia amica interruppe il fluire dei miei pensieri, facendomi quasi sobbalzare.
Mi sentivo così tesa che anche la cosa più stupida mi poteva far spaventare.


"No dico, tanto lo so che una volta che mi accompagnerai a casa tu andrai dritta al locale...ti conosco bene"
"Perchè lo pensi?"
"Perchè, alla fine, già quando lo hai visto ieri hai avuto una reazione diversa da quello che mi sarei aspettata"
"E quindi? Questo non vuol dire nulla, Cris..."
"Ascoltami, io so che se tu ci andrai, ti farai solo del male..ma se proprio vuoi fallo. Devi stare ben attenta a non far si che lui abbia ancora una volta la meglio. In ogni caso, domani mattina non voglio vederti piangere per nessun motivo"



Annuì appena, parcheggiando dopo diversi minuti sotto casa sua. Sebbene abitasse a poco più di un km dal posto in cui lavoravamo, avevo insistito per poterla riaccompagnare.
Era anche il minimo per una persona buona come lei.


"Allora grazie, ci vediamo domani..."
"Grazie a te, come sempre"


Le sorrisi e la salutai, aspettando poi che fosse rientrata prima di potermene andare tranquillamente.


***
Erano esattamente le nove e quarantacinque e io avevo appena parcheggiato poco lontano dall'entrata del locale.
Alla fine aveva avuto la meglio lui, sotto questo punto di vista.
Alla fine anche la mia amica aveva avuto ragione.

In fondo cosa ci poteva essere di male se tutto quello potesse servire a parlare e fare un ragionamento fra adulti?
Mi auguravo che, alla fine, avessi scelto per il meglio.

Dunque mi diedi una sistemata al viso, controllando che la matita non fosse sbavata e dopo aver preso il mio zainetto uscì dalla macchina, richiudendola con tanto di sicura.
Una volta che fui davanti alla porta, mi ritrovai davanti un buttafuori che mi lasciò il  passaggio libero, senza nemmeno chiedermi chi fossi.

Come si era potuto fidare nel lasciarmi passare?
L'unica risposta plausibile alla mia domanda, era che Eduard avesse accennato del mio arrivo un po' a tutti  in primis all'omone vestito di nero, con un solo auricolare all'orecchio, che mi ritrovai davanti poco prima.
Altrimenti non si spiegava.

Mi feci strada, andando ad intuito e raggiungendo poco dopo il backstage, lui già aveva cominciato a cantare.
Dedussi che il concerto era cominciato da un bel pezzo, perchè ai miei piedi trovai un foglio con su scritta la scaletta di quella serata.
In quel momento stava cantando My Obsession, uno dei maggiori singoli dell'ultimo album con la band e la canzone si trovava praticamente a metà lista.

 
"Let us make a thousand mistakes
We will never learn"


Di sbagli ,purtroppo, siamo destinati a farne tutti e non sempre da quest'ultimi se ne trae insegnamento.

Continuavo ad essere nervosa ed arrabbiata nei suoi confronti ma comunque mi piaceva ascoltarlo mentre cantava.
Esprimeva appieno ciò che provava, indipendentemente se il testo lo avesse scritto lui o meno.
Durante questi anni era diventato il maestro dell' interpretazione.
Ero rimasta incantata per quasi tutta la durata del concerto, anche nel momento in cui lui si voltò verso l'uscita del palco, ovvero dove mi trovavo io in quel momento ad aspettarlo.
Sorrise, era contento di vedermi li.
Era contento di avere avuto, ancora una volta, la meglio.


Perchè?
Perchè mi ero presentata?
Perchè lo avevo in un certo senso accontentato, se lui non si era curato nel farmi del male diversi anni prima?



***
Una volta che lo spettacolo volse al termine, fece i dovuti ringraziamenti.
Ringraziò i fan che erano presenti,ringraziò quelli che comunque non avevano avuto modo di poterci essere e che lo supportavano comunque da casa, ringraziò il locale e lo staff.
Ringraziò la band, presentando i ragazzi che lo accompagnavano ad uno ad uno.
Ed infine, ringraziò anche me in qualche modo, anche se non aveva fatto il mio nome.


Il bello veniva solo ora.
Vidi che mi stava raggiungendo e mi fece semplicemente cenno con la testa di seguirlo.
Era palesemente felice di avermi li.
Dopo alcuni metri percorsi in quei corridoi che componevano una parte del backstage, entrò nel suo camerino per recuperare la giacca e ritornò poco dopo da me.



"Guarda che saresti potuta entrare, non ti avrei mica mangiato"



Rise, cercando di salutarmi visto che non lo aveva fatto prima, con un bacio per guancia.
Non so per quanto o per quale strano motivo, io non mi scansai.



"Non ti preoccupare, va bene così"



Riuscì soltando ad annuire, seguendolo ed uscendo successivamente fuori dal locale, trovandoci nel retro dello stesso.
Continuai a tenere le braccia conserte, come tutta la durata della serata, poggiandomi lentamente con le spalle al muro mentre lui si stava accendendo una sigaretta, da quando aveva cominciato a fumare?



"Allora, ti è piaciuto il concerto?"
"Per quello che sono riuscita ad ascoltare, più o meno si, visto che sono arrivata in ritardo di quasi cinquanta minuti"



Avevo voluto spiegare, intezionalmente, il particolare del mio ritardo per non farlo sentire poi così importante.
O forse, nonostante tutto, ancora lo era?


"Almeno sei arrivata in tempo ad ascoltare alcune delle mie nuove canzoni, se non altro"
"Non ti preoccupare, per quello ci ha pensato la radio a farti anche da pubblicità oggi..."



Sbuffai e sospirai pesantemente, sperando e pretendendo che non mi avesse sentita.


"Da quand'è che fumi tu?"
"Perchè? E' una cosa che ti preoccupa, forse?"
"No, è che per me è insolito vederti così..."

"Beh vedo che ti ricordi qualcosa del passato, cos'altro ti viene in mente in questo momento?"


Mi porse quella domanda guardandomi sfacciatamente dritta negli occhi.
Perchè lo aveva fatto? 
Perchè doveva infierire?
Non gli bastava avermi fatto soffrire?



"Mi ricordo il momento in cui mi hai lasciata, il momento in cui mi hai fatta sentire come se non fossi stata niente per te, mi ricordo il momento in cui il mio cuore è andato in mille pezzi, Eduard"


Avevo cercato di rimarcare il suo nome di proposito.
Non avrebbe dovuto farlo, non avrebbe dovuto tirare in fuori la rabbia che cercavo di reprimere per affrontare un discorso serio, fra adulti.
O almeno era quello che speravo che fosse.



"Ma dai Giu, eravamo pur sempre dei ragazzini"
"E con questo? Vuoi dire che da ragazzini non si possano avere delle storie importanti? Vuoi dirmi che da ragazzini non si può star male per amore? Vuoi dirmi che da ragazzini ci si deve far sentire uno schifo?"
"No, non volevo dire questo..."




Abbassò lo sguardo, fermandosi a metà frase.


"Fammi indovinare, ora sei venuto a cercarmi perchè ti serve qualcuno che ti possa stare accanto per aumentare di fama, o sbaglio?"

Continuai ad alzare la voce, mi sentivo assolutamente in diritto di farlo.


"Ma finiscila, non è quello che ho pensato e poi non ti credevo così mal pensante"



Mi morsi istintivamente il labbro inferiore, un po' per rabbia e un po' per vergogna mentre lui si poggiava entrambe le mani ai fianchi, dopo aver buttato il mozzicone di sigaretta.



"Allora perchè sei venuto? Io non credo che una persona egoista come te possa avere delle buone intenzioni.."
"Ah no? Chi ti dice che una persona non possa cambiare durante il corso degli anni?"




Effettivamente non aveva tutti i torti, si poteva cambiare eccome.
Inanzitutto eravamo cresciuti, eravamo cambiati fisicamente, il suo viso si era affilato mentre il mio si era arrotondato un po'.
Aveva i capelli più lunghi quasi dei miei e notai che portava di nuovo il piercing al labbro inferiore.
Che poteva essere tutto come poteva essere nulla.
Era cambiato anche il timbro della sua voce, me ne ero resa conto dalle canzoni che ascoltavo, anche se per alcuni versi in alcune canzoni mi ricordava lo "Strify" di una volta.
E sebbene mi faceva una rabbia assurda trovarmelo di fronte con una faccia fissa da prendere assolutamente a schiaffi, continuavo a pensare che fosse la perfezione fatta a persona.
Infatti mi ero sempre chiesta come poteva volere me, uno come lui.


"Ti avverto, se hai intenzione di continuare a dirmi cazzate per tutta la serata farò quello che non ho fatto in passato"


Avevo appena alzato la mano, puntandogli un dito contro e lui mi bloccò, con un'abile mossa, dal polso.
Notai che anche la sua presa cambiò.
Era più forte, più decisa.


"Cosa vorresti fare? Mh?"
"Ti vorrei prendere così tanto a schiaffi da volerti vedere il viso sanguinare, perchè sei solo un fottutissimo egoista e bastardo. Mi hai fatto sperare fino all'ultimo secondo che saresti tornato indietro a riprendermi e invece te ne sei andato..tu non credo possa capire cosa si provi ad essere lasciati in quel modo"

 
'
I was sitting by the phone
thinking when you're gonna call
but you left me
you left me on my own'



Lo aveva fatto.
Mi aveva lasciata sola per tutto questo tempo, per tutti questi anni in cui avevo davvero sperato che lui da un momento all'altro mi avrebbe avvertita che sarebbe tornato indietro per riprendermi.
Ora cosa sperava che io lo potessi perdonare?
Che potessi cambiare idea?


"Mollami, mollami o mi metto a gridare come non ho mai fatto prima..."
"Perchè ora cosa stai facendo? Non mi risulta che tu stia parlando in un modo pacato, mentre io non ho osato alzare nemmeno di un po' la voce.."



Ci manvaca pure, con quale coraggio?


"Ascoltami, io mi sono fatto programmare di proposito uno show qui a Roma, l'avrei evitata se non avessi saputo che tu abitassi qui. Per carità è una bella città ma in quanto ad organizzazione lascia a desiderare..."


Aveva cambiato espressione, era più serio ma teneva ancora stretta la presa al mio polso.


"Sono tornato perché voglio farmi perdonare, voglio cercare di riconquistarti e so che sarà difficilissimo ma lasciami provare.."
"Lo sapevo che non sarei dovuta venire.."



Sussurrai appena cercando di liberarmi dalla presa, fallendo miseramente nel tentativo.


"Ascoltami, ascolta quello che ho da dirti e poi se vuoi potrai tornartene a casa tua a riflettere"
"Non ci sarà nulla da riflettere, mollami o chiamo qualcuno"
"Io un giorno, presto o tardi che sia, ti vorrò sposare e vorrò avere una famiglia con te...te lo ricordi quando ce lo dicevano anni fa?"



Cercava il mio sguardo, i miei occhi..ma io non ebbi il coraggio di guardarlo anche perchè già delle lacrime provocate dalla rabbia stavano rigando le mie guance.


"No, non me lo ricordo..."


Mentìì, me lo ricordavo eccome invece.
Mi ricordavo quelle promesse che ci eravamo fatti una sera dopo aver fatto l'amore.
Promesse che non erano state mantenute.
Promesse che ora facevano più male di qualsiasi altra cosa.

Sentivo che si stava avvicinando pericolosamente a me, lo constatai dal suo caldo respiro che accarezzava quasi la mia pelle.
Cosa aveva intenzione di fare?
Io non avevo più forze, nonostante cercavo continuamente di potermi liberare in qualche modo.
Rabbrividìì violentemente, non ricordavo che sensazioni si potessero provare con uno dei suoi baci.
Continuavo ad essere arrabbiata ma i baci che mi continuava a lasciare, mi piacevano da morire.
Lo faceva lentamente e con calma, salendo dal collo fin sotto l'orecchio.
Quello era uno dei miei pochi punti deboli e lui se lo ricordava ancora.


"Allora, questo te lo ricordi?"







Note: Eccoci con il secondo capitolo di questa breve storia.
Inanzitutto vorrei ringraziarvi per aver letto in tanti la storia, in poco tempo, anche se solo una persona mi ha lasciato una recensione. Grazie @Cornelian *^*
Vorrei che molti di voi lo facessero però, vorrei poter sentir da voi ciò che pensate..magari con suggerimenti o con quello che potrebbe accadere nel seguito.
Comunque in questo capitolo sono presenti due pezzi/frasi di due canzoni dei CInema Bizarre.
In ordine abbiamo: My Obsession e I Don't Wanna Know (if you got laid).
Detto questo voglio precisarvi che, non essendoci mai stata all'INIT, non so come sia fatto.
Per cui quando leggete la parte dove parlo del backstage o del retro locale, ho usato un po' di fantasia.
Voglio anche precisarvi che, non sono sicura che Strify abbia fumato o fuma, anche quello è un elemento tratto dalla mia fantasia.
Infine, chiedo che possiate perdonarmi nel caso in cui ci siano ancora errori (sebbene l'abbia letta e rivista un milione di volte) :(
Con questo vi auguro una buona lettura!
   
 
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