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Autore: DeidreObly    17/07/2017    0 recensioni
Dafne ha 24 anni e 4 anni prima riesce a coronare il sogno della sua vita, riesce a vincere una borsa di studio per una delle università più prestigiose di Seul. Purtroppo la vita non è sempre facile e crolla presto in un baratro di infelicità.
Riuscirà a riprendere in mano la proprio vita?
La storia è triste, malinconica, ma anche divertente e comica. Racconta la fuga di cervelli dall'Italia, che magari ci permettesse facilmente di studiare fuori; racconta come spesso per proteggere gli altri e se stessi si creino delle bugie da cui poi sarà difficile uscire.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Universitario
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'Non è tutto oro ciò che luccica' Dafne lo sapeva bene, spesso le aspettative di vita ti deludono; non sempre le cose vanno come le avevi immaginate, progettate, sognate. Quando 5 anni prima arrivò a Seul, si guardò intorno orgogliosa. Aveva vinto una borsa di studio ed era stata accettata ad una delle più importanti università mondiali nel campo delle scienze e della ricerca la " Pohang University". Il giorno del suo arrivo camminava a testa altra tra le strade dell'affollatissima Seul, si sentiva una persona realizzata e felice che un nuovo viaggio la stava aspettando. Purtroppo le cose non andarono come Dafne si aspettava, poiché la vita ha sempre qualcosa in riservo per te. I viaggi sono pieni di alti e bassi: oggi c'è il sole e domani piove, oggi sei in una suite, l'indomani ti ritrovi in una bettola piena di topi. Dopo aver passato il primo anno all'università china sui libri, quasi fosse un Leopardi 'new generation' ed aver ottenuto anche ottimi risultati, per una ragazza che ancora non parlava perfettamente il coreano; le cose cambiarono radicalmente. Tutti i suoi sforzi le sembravano inutili e futili, qualsiasi cosa iniziasse a fare non riusciva mai a portarla a termine, gli illustri professori della Pohang sembravano delusi dal suo cambiamento e così all'inizio del terzo anno accademico, Dafne lasciò l'università; o meglio dire l'università caccio fuori Dafne. In quell'anno pertanto Dafne aveva coltivato un nuovo sogno: entrare nel mondo dello spettacolo coreano. Cosa molto difficile per chi di origini occidentali ed inoltre il suo visto da studente sarebbe scaduto da li a poco; così se voleva rimanere nella sua amata Seul avrebbe dovuto trovare un lavoro e dimostrare che poteva mantenersi da sola. Non solo perse la possibilità di laurearsi, ma anche l'alloggio gratuito e il lavoro part- time che aveva come bibliotecaria dell'università. Così con i pochi soldi che si ritrovava e con un mucchio di scatoloni, dovette lasciare la sua bella stanza da universitaria e trasferirsi in uno scantinato puzzolente e pieno di muffa. Era l'unico appartamento che non richiedesse un riscatto iniziale e l'affitto mensile costava pochissimo, se così si può definire. La stanza era talmente piccola che praticamente si ritrovava a dormire su un futon posto tra il piano cottura e gli scatoloni. Poco dopo trovò diversi lavori, che le permettevano per lo meno di mangiare ramen istantaneo e kimbap; così la nazione della Corea del Sud le permise di rimanere tramite il visto da lavoro tanto ambito. Uno dei lavori che faceva era il lavoro in un famoso karaoke alla stazione di Gangam, spesso doveva persino sedare le risse tra le persone ubriache che cominciavano litigi per una semplice canzone cantata male o per un testo che non piaceva al resto del gruppo; ma per lo meno la notte quando quasi tutti andavano via e quando il suo turno finalmente era terminato, poteva passare un'oretta a cantare. Fu proprio una di quelle sere, che sembrò girare un po' di fortuna per Dafne, mentre si esercitava su una canzone dell'attrice, cantante e modella Park Shin Hey 'Without words', qualcuno le bussò al vetro che dava sul corridoio comune. Lei si fermò immediatamente e girandosi vide un volto sorridente che sventolava la mano, per attrarre la sua attenzione. Subito mise a posto il microfono e spense il grande schermo che era davanti a lei. L'uomo entrò nella saletta applaudendola. "Salve signorina!" l'uomo la salutò con un gran sorriso. Dafne lo guardò dalla testa ai piedi prima di rispondere; era paffutello e basso, portava dei piccoli occhiali rotondi, non sembrava ubriaco, ma un uomo per bene, gli abiti erano firmati e perfettamente abbinati tra loro. "Non capisce la mia lingua?" chiese nuovamente in inglese, pensando forse che la ragazza non lo avesse capito. "Mi scusi! Lei chi è?" disse lei in tutta risposta, parlando un coreano perfetto "Oh perfetto!" fece lui "Solo una persona che passando di qui per caso ha sentito la sua voce!" gli porse di seguito un biglietto da visita. Dafne lo prese e gli fece un piccolo inchino in segno di gratitudine. Lo lesse e sbarrò gli occhi "Dice davvero?" rilesse forse dieci volte le poche righe che si trovavano sul pezzo di carta. L'uomo sorrise "Certo!" si fermò un attimo "Vorrei che lei si iscrivesse come tirocinante nella mia agenzia!" Dafne lo guardò con aria interrogativa, pensando che la stesse prendendo in giro "Vuole davvero me?" era incredula alla proposta che lo strano uomo le aveva appena fatto. "Certo, la vedo spesso qui cantare tutta sola, è molto brava. Alla mia agenzia servono nuove facce!" la guardò per bene "Pertanto non le assicuro che iscrivendosi al tirocinio lei passi allo step successivo e naturalmente non sarà retribuita!" probabilmente aveva anche capito il grande problema della povera ragazza. "Ci penserò su!" disse Dafne, rifacendo un inchino in segno di ringraziamento "Signorina..." lei lo guardò e solo allora si accorse di non essersi presentata "Dafne Spadafora!" "Lei ha origini italiane?" la guardò ancora più interessata "Signor Hyung in realtà io sono qui solo grazie a un visto di lavoro!" "Va bene, dovremmo trovare una soluzione, le potrei far avere un visto da studentessa qualora diventasse una tirocinante!" sorrise "Pertanto signorina Spatafora l'offerta scade domani alle 9 del mattino, mi chiami o passi dall'agenzia!" la salutò e lei ricambio pensando 'Spadafora, non Spatafora!' Si sedette per un attimo sui divani in similpelle della saletta, bevendo una bevanda lasciata a metà da qualcuno che aveva affittato la stanza in precedenza guardò la lattina e sospirò "Come cavolo mi sono ridotta?". Per quella sera completò di pulire tutte le altre salette del Karaoke, chiuse le saracinesche e si avviò verso la fermata del'autobus. Si sedette sulla panchina, guardò il biglietto da visita del signor Hyung e si passò la mano tra i capelli sbuffando. Sentì il telefono squillare, una mail della madre: Cara figlia mia, io e papà siamo così orgogliosi di te, sei la nostra unica figlia e il nostro grande amore. Ti ho invito un pò di soldi, scusaci se sono pochi, ma già stiamo mettendo da parte i soldi per il viaggio, perché io e il tuo papà vogliamo essere presenti il giorno della tua laurea. Ti vogliamo tanto bene. Mamma e papà. Poco dopo arrivò anche una notifica sul cellulare da parte della banca che confermava il ricevimento dei soldi. Si sentì ancora più in colpa nei confronti dei suoi genitori; non era riuscita dire loro la verità, gli diceva sempre che tutto andava perfettamente, che si trovava bene e che presto avrebbe avuto successo nella vita. Avrebbe ripagato tutti i loro sforzi e aiutato loro economicamente ed invece, non avrebbe fatto nulla di tutto ciò. 'A meno che!' esclamò la sua vocina interiore, guardò nuovamente il biglietto da visita e prese la decisione che avrebbe chiamato. Naturalmente tra lavoro e tirocinio le cose sarebbero state più difficili, ma per lo meno poteva far si che la sua vita non continuasse ad andare avanti per inerzia.
   
 
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