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Autore: kamy    17/07/2017    2 recensioni
Yato è tornato dal periodo in cui è stato prigioniero del padre e della sorella, ma si accorge che Yukine è gelido con lui. Nemmeno l'averlo portato al festival di Tanabata è riuscito a scioglierlo un po'.
★Autore: Kamy
★Fandom: Noragami
★ Iniziativa: Questa storia partecipa alla Challenge “Notte di Tanabata” a cura di Fanwriter.it!
★ Numero Parole: 639.
★ Prompt: 20. Al termine del festival A riaccompagna B a casa.
Genere: Malinconico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Yato, Yukine
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ringrazio anche solo chi legge.

Autore: Kamy
★Fandom: Noragami
★ Iniziativa: Questa storia partecipa alla Challenge “Notte di Tanabata” a cura di Fanwriter.it!
★ Numero Parole: 639.
★ Prompt: 20. Al termine del festival A riaccompagna B a casa.


Di ritorno dal festival

Yato mise le mani sui fianchi e chinò il capo di lato, le sue iridi azzurre brillavano nell’oscurità.

“Al festival non mi hai parlato per niente, sei stato schivo. Lo sai che dovresti essere un po’ più riconoscente? In fondo ti ho scelto il nome” lo rimproverò.

Yukine chinò il capo, facendo ondeggiare i capelli intorno al viso.

“Mi stai ascoltando? Forse non ti è piaciuta la festa? Guarda che riuscire a godersi una notte di Tanabata senza nessuna minaccia è una rarità. E questa volta te l’ho anche fatta godere, non ho accettato incarichi”. Proseguì Yato,

“Grazie” rispose Yukine con voce roca.

Yato strinse le labbra.

< Da quando sono tornato, è distaccato. Mi sembra che ci sia un vetro a dividerci, non mi parla e non riesco a fargli dire quali pensieri lo stanno schiacciando. Finiremo di nuovo nei guai, dannata adolescenza eterna e problematica > rifletté.

“Sono felice del fatto che dobbiamo fare la stessa strada. È una cosa quasi intima il poterti riaccompagnare a casa” sussurrò con aria seducente.

Le gote pallide di Yukine divennero rosee.

< Niente. Solitamente almeno sorrideva o si lamentava. Forse è a causa di Noora? No, ho liberato mia sorella davanti a lui proprio per fargli comprendere che lui per me è insostituibile.

Nessuno era mai diventato un oggetto benedetto per me > rifletté. Si massaggiò il collo e ticchettò con un piede per terra, accelerò il passo e gli si affianco.

< Eppure non sono pensieri impuri, nemmeno di tradimento, perché non sento alcun dolore. Forse è così freddo proprio perché sta annullando le sue emozioni per evitare di corrompermi >. Si mordicchiò il labbro e infilò le mani nelle tasche della giacca della tuta.

“La prossima volta ti va se ci prendiamo dei kimoni tipici?” domandò.

“Sì” rispose atono Yukine.

< Voglio che la mia sekki risplenda, vicina a me, affine a me! > gridò Yato mentalmente. Si mise davanti all’altro giovane con le braccia aperte, bloccandogli la strada.

“Dimmi subito cosa c’è, ti prego!” gridò.

Yukine lo guardò in viso, le sue iridi dorate erano liquide.

“La verità? Ti ho dato fiducia, ho aspettato tornassi migliorando sempre di più, affilandomi per te. Ed ha funzionato e ora che sei qui dovrei essere sereno.

Invece mi sento come se avessi sbagliato. Ho seguito la scelta migliore, lo so, ma mi sento come se ti avessi abbandonato. Da quando sei tornato ho letto dolore nei tuoi occhi, una sofferenza che conosco fin troppo bene. Tu non hai detto niente, ma mi sono tormentato chiedendomi in pasto a cosa ti avevo lasciato.

Ti ho visto debole e mal ridotto fin dentro l’anima, ma non potevo fare niente”. Enumerò Yukine.

Yato impallidì.

“Ho rischiato di perderti” concluse Yukine con voce tremante. Strinse gli occhi, fermando le lacrime. “La cosa terribile è che tu forse sei sempre stato ferito. Perché oggi alla festa eri il solito, ti sei divertito come sempre. E ho capito che hai sempre finto e chissà quante altre volte rischierò di perderti” gemette.

“Non voglio farti soffrire così, Yukine. Non voglio abbandonarti” rispose Yato. Lo raggiunse e lo abbracciò, chinò il capo e lo baciò.

Yukine si ritrasse, avvertendo una fitta al basso ventre, le gote in fiamme.

“Così ti corromperò” gemette.

“Uno strumento divino può anche dare piacere sessuale al suo padrone, non succede niente. Sono una divinità, posso essere omaggiato anche in questo modo… anzi, mi aiuta a non scomparire” spiegò Yato.

“Se è così…” esalò Yukine. Chiuse gli occhi e si sporse, baciando Yato, questo approfondì il bacio. Gli accarezzò la lingua con la propria e si staccò lentamente.

Yukine ansimò.

"Vediamo di riaccompagnarti in fretta a casa, così, in camera, possiamo continuare" mormorò Yato.

Yukine annuì e lo seguì.

"Non ti lascerò per l'eternità, te lo giuro" promise Yato, prendendogli la mano nella propria.

  
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