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Autore: esmoi_pride    17/07/2017    1 recensioni
Quattro capitoli, quattro coppie, quattro stagioni, quattro vacanze. Un filo conduttore, l’unico nome che viene pronunciato: Dani o Daniele, protagonista dei dolci pensieri dei suoi amanti e dei suoi stessi pensieri. Il suo viaggio parte da ragazzo e lo vede percorrere passo dopo passo la strada che lo renderà un giorno un uomo maturo, costellata delle esperienze vissute con le persone che ha amato. E alla fine una domanda: se tutto finisce, ne sarà valsa la pena? ( Storia partecipante al contest "1st National Teen Slash Awards" indetto da "Surlaplanche". )
Genere: Comico, Erotico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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3 - Il mio sport preferito
 



 
So cosa si potrebbe pensare: ‘ma perché non andate alle Hawaii? Che senso ha partire in inverno per andare in un posto dove fa ancora più freddo?’ o perlomeno è questo che mi ha detto mia madre quattro giorni fa, mentre impacchettavo nella valigia la felpa che sto indossando ora.
 
Non tutti comprendono appieno la mia impazienza di indossare gli sci e solcare la neve, ma per fortuna il mio fidanzato è tra i pochi. È ormai il terzo giorno che torniamo dalle montagne innevate, soddisfatti e distrutti come due macchine in via di rottamazione.
Abbiamo sviluppato un ritmo: la mattina lui mi fa il caffè con la moka dell’albergo e io gli metto la marmellata sul pane prontamente tostato dal tostapane. Non prima delle dieci, ma non dopo le undici, prendiamo la macchina noleggiata e partiamo all’avventura per la prossima ski-area da scoprire. Io indosso gli sci, lui si aggancia i piedi allo snowboard e risaliamo le seggiovie osservando dall’alto le impronte lasciate sulla neve da lupi/volpi/gatti/cani/topi-molto-grandi e cercando di indovinare a chi appartengano. Verso ora di pranzo ci prendiamo una pausa dal deturpare la coltre innevata con le nostre piattaforme e cerchiamo di capire dove dobbiamo andare per riempire i nostri stomaci, vuoti come quelli di due dinosauri sulla via dell’estinzione. Un paio di volte abbiamo trovato due rifugi sulla cima delle montagne vicino alla seggiovia: le salsicce grigliate dopo tre ore di sport intensivo sono la cosa più buona che io abbia mai assaggiato. E la zuppa di fagioli! Ammiriamo il panorama dall’alto quando succede e poi ripartiamo, finché il sole ci permette di stare in piedi senza venire assiderati dal freddo invernale.
 
Credo che tra qualche giorno sarò così distrutto che non potrò più alzarmi dal letto. Ma va bene così, perché quello che facciamo di giorno è solo la preparazione al mio vero, e segreto, sport preferito post cena…
… che non è quello che si potrebbe pensare. Di nuovo.
Ma è: bere una gustosa cioccolata calda davanti al camino!
 
Ed è quello che sto facendo adesso: con la pancia già riempita della deliziosa cenetta in albergo mi sono rannicchiato a gambe sollevate sul comodo divano a tre posti in attesa del mio ragazzo, mentre ho tra le mani la mia porzione di cioccolata fumante. Daniele finisce di sventolare il fuoco e mi raggiunge per sedersi accanto a me. C’è tanto spazio sul divano, ma niente: vogliamo stare vicini vicini.
 
In un singhiozzo divertito mi sorride e avvicina il naso al mio per strofinarlo. Io faccio lo stesso e rido piano. La sua mano mi scalda la spalla: il suo braccio mi ha circondato le spalle e ora mi stringe. Dà ancora più calore a questa serata. Fuori cadono i fiocchi di neve, vuol dire che fa proprio freddo, però dentro c’è un accogliente tepore. L’odore vago del legno che brucia, in gran parte catturato dalla cappa del camino, raggiunge le mie narici. Daniele piega il capo per darmi un bacio sulle labbra e io lo trattengo per il colletto della camicia e lo tiro a me per prolungare quel bacio quando lui accenna a staccarsi. Ah, non credere di poterti liberare di me così facilmente.
 
Quando mi stacco lui si ritira con il sorriso sulle labbra e si avvicina la cioccolata, rigirandosela con il cucchiaio. Io lo scruto in quel gesto. È così carino, anche mentre fa una cosa così semplice.
“Sono distrutto.” Ammetto concentrandomi anche io, adesso, sulla mia cioccolata.
Daniele tira un sospiro.
“Anche io!” Esclama. “Però le piste da sci della montagna di oggi erano fantastiche, hai visto che panorami?”
“Tu hai visto che neve?! Era come se stessimo camminando sull’acqua. Liscia e bianca!”
“Secondo me è finta.” Obietta Daniele, guardando il camino.
“E che fa?” Chiedo io. “Basta che si scia.”
Daniele scrolla le spalle. “Comunque tutto quello che vuoi, ma le montagne di oggi sono all’ombra del sole. Ha iniziato a fare freddo già alle quattro!”
“Eh!” Esclamo. Gli do ragione. “Mi sono fatto tutto un ghiacciolo io. Però dai, vuoi mettere? I fiocchi di neve mentre scii.”
“Quelli erano belli.” Ammette Daniele. Poi mi fissa e ride. “Guarda che ti ho visto, stavi per sbattere contro un albero!”
“Gli occhialini erano appannati!” Mi affretto subito a correggerlo, avvicinandomi di più al suo viso. “Non osare fare insinuazioni sulle mie capacità sciistiche!”
Daniele ride, di nuovo. “Stai zitto e fatti baciare.” Mi dice, e si sporge per un altro bacio. Io chiudo gli occhi d’istinto e mi godo il suo bacio. Lascio che le mie mani occupate dalla cioccolata si poggino sul grembo. Non sono più sicuro di volere la cioccolata.
 
Uhm, okay, forse il mio sport preferito post cena non è bere cioccolata.
 
Schiudo le labbra per accogliere meglio il bacio di Daniele e lui lo rincara e insieme mi stringe a sé con quel braccio che mi circonda le spalle. Mi sento piccolo piccolo contro di lui e lascio la cioccolata con una mano per poggiarla sul suo petto e riempirmene il palmo. Lo assaporo, con le mani e con la lingua, perdendomi per alcuni secondi nel piacevole quasi-silenzio del bacio, tra il fuoco scoppiettante e i piccoli suoni umidi delle nostre labbra che si incontrano e stuzzicano. Alla fine sento di volere di più, risalgo di nuovo al colletto della sua camicia e lo tiro a me per dirgli che ne voglio ancora. Lo sento sbuffare divertito sulle mie labbra e a un certo punto mi rendo conto che mi sta spingendo all’indietro, verso il bracciolo del divano.
“Uh…” cerco di non versarmi la cioccolata addosso, la scosto dai nostri corpi. Sento un rumore di terracotta su legno e capisco che lui ha poggiato la sua sul tavolo e ora mi ha imprigionato tra se stesso e il divano con le braccia. Sono alle strette.
“Ehm, non vorrei versarmi la cioccolata addosso…” cerco di obiettare. Lui ride e mi ruba la tazza di mano. Allora smetto di pensarci e mi rilasso sul divano, poggiando la testa sul bracciolo. La bocca di Daniele mi raggiunge presto, dandomi altra soddisfazione. Lo sento far aderire il suo corpo al mio. È piacevole. È caldo… Mi strofino a lui, cerco di afferrargli le chiappe con le mani libere e di stringerle.
“Mh!” Esclama lui compiaciuto. Io rispondo con un altro mugugno altrettanto intrattenuto, e continuiamo a baciarci. Lo sento gonfiarsi contro la mia coscia. Mi stacco per guardarlo.
“Cazzo, non ti fermi un attimo…” ghigno mentre glielo dico. Daniele si lecca le labbra, mi guarda come un lupo mannaro che vuole mangiarmi. Cioè, sono l’unico a fare questi paragoni? Non lo so, a me sembra un-
Oddio, mi ha assalito la gola! Ecco, visto? Che dicev…
“Ahhnnnn…” mi faccio sfuggire un gemito di piacere. Daniele lecca la mia pelle, risale dalla clavicola fin dietro l’orecchio. Nei pantaloni sono diventato una dolomite. Okay. Okay, la smetto con questi paragoni, però diavolo quanto sono duro.
“Spogliami. Spogliami adesso.”
Daniele obbedisce impaziente. La felpa imbarazzante blu notte fatta a mano da mia nonna viene sollevata fin sopra ai capezzoli e Dani si siede sulle mie gambe per slacciarmi i pantaloni e strattonarmeli via. In poco tempo sono a culo nudo sul divano e lui inizia a succhiarmelo.
“Mmmh…!”
Piego il capo all’indietro e mi mordo il labbro inferiore in una smorfia di piacere. Poso la mano sulla sua nuca mora e stringo mentre lui va su e giù con la testa. Lo sento succhiare intensamente e poi risalire alla punta per tormentarmi con la sua lingua scivolosa. Gemo di piacere, più forte quando la sua mano va a giocare con i miei testicoli. Lo lascio fare finché lui non si annoia e si stacca da solo. Si sistema sopra di me e mi guarda con i suoi occhi chiari, che bucano le pareti. Devo smetterla? Devo smetterla.
Il suo culetto perfetto si cala su di me. Io lo prendo per i fianchi e mi sistemo con l’erezione sulla sua apertura. Lui scende, io presso e dopo l’iniziale tensione inizio a entrargli dentro. Gemo di nuovo, lui chiude gli occhi e a labbra dischiuse trattiene il fiato per poi gemere dopo di me, appagato, quando è tutto dentro. Poi inizia a muoversi. Il ritmo diventa affiatato dopo i primi affondi, io lo spingo giù con le mani e scatto in lui ogni volta che lui scende, impattando con l’inguine tra le sue natiche in un eccitante schiocco tra carni.
“Ah, ah…” Daniele continua a gemere e non si ferma un attimo, alzandosi e abbassandosi su di me che faccio lo stesso con il bacino. Le gambe fanno male, i muscoli fanno male ma dio, quanto è bello. Scosto una mano dal suo fianco per masturbarlo e farlo gemere più forte. Ci manca poco, mi sento venire. Mi trattengo giusto finché non lo sento sussultare tra le mie mani e lo vedo venire sulla mia pancia, poi mi lascio andare e affondo dentro di lui con le ultime spinte per venirgli dentro.
“Ah…” un sospiro soddisfatto occupa la mia bocca, chiudo gli occhi e mi rilasso. Daniele cade su di me poco dopo, ansante e stanco.
“Okay…” dico io tra i respiri affannati “… forse è questo il mio sport preferito.”
So che sta sorridendo.
 
 
   
 
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