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Autore: DolceZeref    18/07/2017    2 recensioni
Un corpo senza la sua anima è un guscio vuoto, quindi cosa deve aver provato Dan nei momenti e nei giorni seguenti alla fine del primo devastante duello contro il Re del mondo Altrove?
Lo potete chiedere direttamente a lui, ma non sarà una cosa semplice.
D'altronde, alcune ferite non si possono rimarginare.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Dan Bashin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Re del Mondo Altrove!-

Anima spezzata

Lo Spirit avversario corse nella mia direzione.
Una luce abbagliante mi accecò.
Tutte le speranze erano svanite.
Avevo perso, lo sapevo, ed ero pronto a pagarne le conseguenze a testa alta.
Urlai.
Un dolore silurante mi attraversò da parte a parte, intaccando la mia vita, e realizzai che gli altri Maestri della Luce, dovunque fossero, provarono uno strazio identico al mio.
Lo splendente simbolo rosso si distrusse in mille pezzi, continuando comunque a brillare di luce propria, e fu come se mi fosse stata strappata via la mia stessa anima. Ed un corpo senza la sua anima è un guscio vuoto. Nell'antichità perdere l'anima equivaleva a morire...era quello che stava per accadermi? A quanti, prima di me, era toccato lo stesso destino?
Caddi a terra, mentre il Re spingeva lontano la sua sedia e si alzava, ringiovanito grazie all'energia sprigionata dal nucleo infranto.
Poi, la mia vista si offuscò definitivamente.

***
 
-Fai in fretta, Magisa...!-
 
Un avvolgente calore, che bruciava senza fare male, si propagò rassicurante dal petto e sembrò riportarmi nel mondo dei vivi. Cos'era successo nel mentre? Ero morto?
La voce, che riconobbi appartenere a Mai, mi raggiunse come un'eco lontana e flebile.
Però...Mai? Magisa?
In quel momento avevo la spiacevole impressione di trovarmi sott'acqua dentro una bolla d'aria: tutti i suoni mi arrivavano attutiti e distorti. Non stavo capendo assolutamente niente di niente e non mi piaceva per nulla.
Poco a poco i frammenti del cristallo si avvicinarono e si ricongiunsero fra loro, ma la gemma rimase lo stesso venata. Era come se i brandelli della mia anima fossero stati i cocci di un vaso prezioso, caduto a terra a causa di un fatale errore, e fossero stati riattaccati con la colla: la sensazione era uguale.
La bolla d'aria scoppiò ed io riemersi dal mio stato comatoso, anche se mi sentivo distrutto; la mia vista si schiarì e mi tirai a sedere.
Ero sul divanetto all'interno della Limoviolet ed i miei amici, in piedi attorno a me, mi guardavano con aspettativa mista a preoccupazione. Ecco spiegate le voci. Però continuavo a non capire come avessi fatto ad arrivare lì. L'ultima cosa che ricordavo era il Palazzo del Re: doveva avermi lasciato andare, tuttavia era un'ipotesi impossibile. Magari era stato Yuuki.
Yuuki...ma perché avrebbe dovuto?

-Che mi è successo...?-
-Dan! Evviva, sei tornato, evviva!-

Dopo aver pronunciato questa frase, che donò ai miei amici un'effimera speranza, mi tornò alla mente il duello contro il Re e fui colto da un improvviso senso di disperazione.
Iniziai a non provare più niente.
I suoni diventarono ovattati.
Mi accorgevo solo vagamente di ciò che stava accadendo intorno a me, gli stimoli esterni non mi toccavano più di tanto. Il mio corpo era simile ad una bambola di pezza, con la differenza che un corpo umano avrebbe dovuto avere un'anima.
I miei occhi erano aperti, ma io non ci vedevo davvero; attorno a me c'erano strati e strati d'oscurità.
L'unica cosa che volevo fare era rannicchiarmi in posizione fetale su me stesso e tentare di allontanare il resto.
 
-Perché non parli più? Stai male di nuovo? Dan...-
-Che cos'ha?-
-Forse non ha funzionato...-
-Ho riparato il nucleo vitale, ma Dan si è chiuso al mondo esterno-
-Il duello dev'essere stato devastante per averlo ridotto così-
-Arrivati a questo punto non posso più aiutarlo, purtroppo. Deve trovare la forza dentro di sé-

***
 
-Coraggio...-
-Dan, devi cercare di guarire!-

Nel mio inconscio, avevo ancora gli occhi chiusi ed ero sospeso nel vuoto. Ero seduto, con le gambe piegate e le braccia che le cingevano, e la testa era incassata nelle spalle.
In ogni caso, però, era una tranquillità momentanea. Certo, se quella si poteva chiamare tranquillità.

-Il suo nucleo è ancora spezzato-
-Nonostante tutti i miei sforzi non sono riuscita a ricomporlo-

Udii i versi dei miei dragoni e percepii lo spostamento d'aria causato dal battere delle loro possenti ali. Li sentii scendere in picchiata verso di me, tuttavia non feci nulla per fermarli: avevano ragione ad essere irati. Mi scontrarono a turno, sferzandomi con gli artigli, ed io gridai ad ogni colpo.
 
-Dan!-
-Che cosa gli succede?-
-Sono gli Spirit dei tre dragoni rossi che si dibattono nella sua coscienza per la rabbia e la frustrazione e sono tanto infelici: sperano che giunga presto il momento in cui Dan si riprenderà-

Quando cessarono di attaccare e ripresero a volare soddisfatti sopra di me, mi alzai ansante in piedi. Poco mi importava delle mie scarse energie.

-Ho capito il vostro messaggio. Non devo pensare al passato, ma guardare avanti...al futuro!-

Un'accecante luce, che intuii scaturire dal simbolo rosso, mi avvolse ed investì prima me e poi l'oscurità che mi circondava, mandando automaticamente in frantumi la gabbia che mi imprigionava.
Ebbi la sensazione che le venature del cristallo fossero scomparse.
Chiusi le palpebre per un secondo, per poi riaprirle e vedere davanti a me i tre dragoni che mi guardavano a loro volta, i colori accesi della pelle che spiccavano sullo sfondo bianco.

-Slegwurm, Sigfrid, Meteorwurm. È ora...andiamo via!-

La gemma tornò a riscaldare il mio petto e quando mi si schiarì la vista per la seconda volta ero perfettamente cosciente.
Guardai uno ad uno gli amici che si trovavano attorno a me: mi osservavano nella stessa identica maniera della prima occasione. Forse temevano che avrei avuto un'ulteriore ricaduta ed io mi sentii una persona orribile per averli fatti preoccupare, considerando che mi erano sempre stati vicini.
 
-Dan...-

Nell'attimo in cui diedi prova di essere tornato normale Zonguri mi saltò addosso piangendo e lo abbracciai.

Il passato sembrava soltanto un brutto sogno. Purtroppo, sapevo che le cose non stavano in questo modo: avevo trovato la forza per guardare al futuro, certo, ma non ero un vincitore, bensì un sopravvissuto. Il duello contro il Re aveva lasciato cicatrici che non si potevano rimarginare ed anche se non ci avessi pensato non sarebbero scomparse.

La mia anima era ancora spezzata e soltanto in seguito sarebbe stata riparata del tutto.
   
 
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