Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: Valexu15    18/07/2017    2 recensioni
Due amiche si ritrovano a dover cambiare radicalmente lo stile delle loro vite. L'incontro con sette famosi Idol coreani non renderà le cose semplici.
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Min Yoongi/ Suga, Park Jimin, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cap.8

A V V I S O.

Questo capitolo è abbastanza lungo. Quindi, se decideste di iniziare a leggerlo, preparatevi psicologicamente.
Speriamo vi piaccia e che non lo troviate pesante, in caso contrario, fatecelo sapere.
Buona lettura!



Il mattino seguente Valentina si svegliò nella camera di Min Yoongi. Si alzò e si guardò intorno, notando che il ragazzo si addormentò sul divano (scomodo) della stanza. Lo fissò per qualche secondo, pensando che sembrasse stranamente un angioletto... quando dormiva. Ripensò a ciò che le aveva detto qualche ora prima e s'imbarazzò da sola. Uscì dalla camera cercando di essere il più silenziosa possibile.
Appena fu fuori, qualcun altro dalla stanza di fronte aprì la porta e la guardò confusa.
-Perché stai uscendo da lì?!- Roberta la sorprese a sgattaiolare fuori da una camera che non era la loro (dove ricordava di averla lasciata l’ultima volta).
-Ti spiegherò tutto, però adesso torniamo in stanza.- rispose a bassa voce la mora, indicando la loro camera.
Una volta che furono sole, Valentina le spiegò l’accaduto, senza sorvolare sulla questione “non ti detesto affatto”.
-Ommioddio! Tu gli piaci!- esclamò entusiasta la minore, saltellando come una bambina, come se non sentisse minimamente i postumi della sbornia.
-Ma che dici! Sicuramente vuole prendermi in giro. Vado a lavarmi.-
-Sì sì, lo sai meglio di me che è così, solo che non lo vuoi ammettere perché ormai hai Jin.-
-A proposito di Jin… ieri, durante il live, mi ha chiesto di uscire… stasera!- rivelò entusiasta la maggiore dal bagno, mentre si preparava per farsi una doccia.
-Sul serio?! E che ti metti?-


◇◆◇◆◇◆ 


Si ritrovarono tutti al piano inferiore dell’albergo a fare colazione. Quella sarebbe stata la loro giornata libera, quindi potevano andare dove gli pareva.
Una volta che furono tutti presenti, Namjoon notò che alcuni erano visibilmente spossati, anzi, tutti quanti... eccetto lui; avevano delle facce pessime.
-Stai meglio? Ho saputo che stavi poco bene.- sussurrò Seokjin all'orecchio della ragazza che si era appena seduta di fianco a lui.
-Un po' meglio, grazie.- rispose Valentina, tossendo leggermente e sorridendogli. Ogni tanto lanciava delle veloci occhiate al ragazzo seduto di fronte a lei, cercando di non farsi beccare; ma Yoongi lo notò eccome.
-Alla bine, chi è vimafto veglio queffa noffe?- cercò di dire Hoseok, mentre masticava del riso, rivolgendosi al gruppo che rimase nella sua camera quella notte.
-Ma finisci prima di mangiare!- si lamentò Yoongi, infastidito.
-I vincitori siamo noi due! Abbiamo fatto fuori anche l'ultima bottiglia, alla fine.- annunciò Jimin soddisfatto, prendendo la mano di Roberta al suo fianco, alzandola in segno di vittoria come se fossero a un incontro di boxe.
-Whoo! E siete rimasti solo voi due? Birichini!- intervenne Taehyung, prendendoli in giro e ridendo di gusto.
-Eh! Sapessi come ci siamo scatenati a fare i “birichini”.- confessò ironicamente la bionda, guardando il giovane con un enorme sorriso divertito.
BAM!
Un forte rumore fece tacere tutti all’istante.
-Che cazzo avete fatto stanotte?!- il leader li fece sussultare, picchiando una mano in modo violento sul tavolo, costringendo tutti i presenti a guardarlo. Era palesemente infuriato; era rimasto in silenzio ad ascoltare ciò che avevano da dire, per poi scoppiare in un cumulo di rabbia.
-Hyung noi... -
-No! Tu adesso mi ascolti! Non avete capito che non stiamo giocando. Non siamo venuti a fare la vacanzina, siamo qui per lavoro e se questo ancora non vi è chiaro, credo che avremo qualche problema!- sputò tutto d'un fiato, si potevano vedere chiaramente le vene ingrossarsi sul suo collo rosso dalla rabbia. -E tu! Con che criterio passi la notte da sola con cinque ragazzi?! Eh?! A ubriacarvi, per giunta! Questo non è per niente professionale! Se pensi anche tu di stare in vacanza, be', ti consiglierei di tornartene da dove sei venuta!- continuò, lamentandosi con la ragazza, che abbassò lo sguardo dispiaciuta.
-Hyung, non è colpa sua, sono stato io a-
-No, Jimin. Non m'interessa, mi avete deluso tutti. Non mi sarei mai aspettato questo comportamento da voi.- concluse, alzandosi e tornando nella sua camera, irritato. Non finì neppure la sua colazione.
A quel tavolo calò il silenzio, nessuno si azzardò a proferire parola, furono tutti molto sorpresi; non si sarebbero mai aspettati una sfuriata simile da parte del leader. Sapevano bene cosa potevano o non potevano fare quando erano in tour, non immaginavano di aver fatto una cosa tanto sbagliata.
-Ehm... Suga hyung, perché non sei stato con noi ieri sera?- chiese improvvisamente Hoseok, cercando di smorzare quella situazione divenuta troppo pesante.
-È stato un bene alla fine, che io non sia venuto.- rispose enigmatico, lanciando uno sguardo lesto alla ragazza che aveva ospitato quella notte nella sua camera, continuando, poi, la sua colazione tranquillamente come se nulla fosse.
Gli altri lo guardarono con aria interrogativa per qualche attimo, ma non si soffermarono troppo sulle sue parole. Avevano pensato che magari era rimasto a comporre qualcosa come suo solito, per quello aveva detto che era stato un bene.
Seokjin, però, si insospettì. Guardò il ragazzo dubbioso, fissandolo come per cercare di leggergli il pensiero e capire cosa stesse nascondendo. Dopodiché posò i suoi occhi sulla giovane seduta al suo fianco, che, non appena sentì il suo sguardo su di lei, iniziò a tossire a causa di un boccone andatole di traverso.
-Sei sicura di stare bene?- le domandò il giovane preoccupato, massaggiandole la schiena dolcemente.
-S-sì, sto bene! Questa maledetta influenza vuole proprio uccidermi!- si giustificò Valentina, ridendo in modo forzato, mentre cercava di ripulirsi le labbra con un tovagliolo.
-Ascoltami, se non te la senti questa sera, possiamo tranquillamente rimand-
-No! Sto bene! Sul serio! Ce la posso fare... non preoccuparti!- lo tranquillizzò, continuando a sorridergli.
-Va bene, allora! Se dovessi cambiare idea, non ci sono problemi. Adesso vado a vedere come sta Namjoon. Ci vediamo dopo.- disse e si alzò per dirigersi nella camera dell’amico da lui stesso citato.
Tra i presenti rimase ancora un po' d'imbarazzo, nessuno sapeva cosa dire, stavano semplicemente continuando a mangiare in silenzio. Valentina aveva notato che Yoongi continuava a massaggiarsi le spalle, probabilmente gli facevano male a causa della postazione scomoda su cui aveva dormito. Abbassò lo sguardo e sussurrò tra sé un "mi dispiace", sentendosi colpevole.
Dopo che ebbero finito la colazione, uno per volta, tornarono tutti nelle proprie camere.


◇◆◇◆◇◆


Toc toc.
-Nam, sono io, Jin. Apri.-
-Hyung, che c'è? Anche tu eri coinvolto, quindi sono incazzato pure con te.- proferì Namjoon da dietro la porta della sua stanza.
-Se non mi apri, rimarrò seduto qui fuori.- lo avvertì Seokjin.
-Allora farai meglio a prenderti un cuscino per stare comodo, perché non aprirò.-
-Bene.- il giovane fece ciò che aveva annunciato, accomodandosi sul moquette del corridoio. -La sai quella del pittore che rimane al verd-
Il leader aprì la porta di scatto, facendo cadere il maggiore che aveva la schiena poggiata alla superficie di legno, interrompendolo mentre tentava di raccontare un'altra delle sue (ormai) famosissime freddure.
-Hyung... perché devi essere così?- sospirò Namjoon, aiutando l'amico a rialzarsi da terra, tendendogli la mano; lo fece entrare in camera, chiudendo la porta. -Allora, cosa vuoi?-
-Volevo chiederti come stavi. La reazione che hai avuto prima è stata un tantino eccessiva, non credi anche tu?- osservò serio l’amico, incrociando le braccia al petto.
-No. Ultimamente stanno esagerando... da quando sono arrivate quelle due.-
-Io invece credo che quello che ha cambiato atteggiamento da quando "sono arrivate quelle due", sei tu!- lo accusò Seokjin con fare intimidatorio.
-Ma che stai dicendo hyung? Sono solo stanco di dovervi sempre rimproverare per non rischiare di beccarmi una sfuriata da PD-nim!-
-Sei serio? Guarda che anch'io sono in grado di capire se i ragazzi esagerano o no! E non mi pare che qualcuno abbia avuto comportamenti eccessivi. Sei tu quello che sta superando il limite! Per la questione di stanotte, non capisco perché prendertela tanto. I ragazzi lo sapevano che non c'era da lavorare oggi e hanno voluto divertirsi, c'ero anch'io ed è successo nulla, solite cazzate. C'è forse dell'altro, Nam?- lo rimproverò il maggiore, cercando di rivelare cosa stesse nascondendo il ragazzo. Lui lo sapeva, lo aveva capito già da un po’, conosceva il compagno fin troppo bene, ma voleva che fosse lui stesso a confessarglielo.
-N-no! Nulla! È che c'era la camionista!-
-E quindi?- chiese facendo il finto confuso incarnando un sopracciglio, sperando che il compagno ammettesse la verità una volta per tutte.
-Ah! Quella ragazza! Mi sta facendo impazzire!- esclamò esausto il leader. Si sedette sul letto, scompigliandosi i capelli in maniera frenetica, come per voler mettere a posto i suoi pensieri.
-Parla chiaro!-
-È-è che... al diavolo! Hyung… -
-Dimmi.-
-Quella tipa, forse, cioè io... credo… cioè… -
-NAM, PARLA!-
-MI PIACE!-
-Finalmente!- proclamò soddisfatto il maggiore, alzando entrambe le braccia al cielo, come se fosse riuscito a raggiungere un obiettivo importante. L’amico lo guardò confuso. -Adesso che ne dici di andarci a fare un giro? Così ti distrai e sbollisci un po' la rabbia.- aggiunse.
-Okay.- si arrese il minore, annuendo.
-Però! Invitiamo anche Valentina.-
-Nessun problema.-
-Ti aspetto giù allora. Sbrigati.- concluse il giovane allegramente, aprendo la porta della camera per dirigersi al piano inferiore.
-Hyung.- lo chiamò ancora una volta l’altro, abbassando lo sguardo per un attimo, per poi tornare e posare i suoi occhi scuri sul compagno. Era rimasto seduto sul suo letto, mentre faceva girare nervosamente le dita delle sue mani tra loro.
-Cosa?-
-Grazie.- disse, poi, sorridendogli; sentiva come se si fosse tolto un grosso peso dal cuore, si sentiva più leggero. Il maggiore gli sorrise di rimando, uscendo definitivamente dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle e lasciando Namjoon da solo con i suoi pensieri.


◇◆◇◆◇◆


-Perché ultimamente è più stronzo del solito?- chiese sbuffando Roberta all'amica, seduta sul letto a pensare a ciò che era accaduto a colazione. Perché era sempre così ostile nei suoi confronti? Prima la provocava, poi l’aiutava, l’attimo dopo la stuzzicava di nuovo. Non riusciva proprio a capirlo.
-Dai, non pensarci. Lui è il leader, ha tutto il peso delle responsabilità addosso, per questo si preoccupa di più.- cercò di confortarla la mora. Anche se aveva un’altra teoria, ma preferiva non parlarne, altrimenti l’amica avrebbe fatto di tutto per negare l’evidenza dei fatti.
Toc toc.
Qualcuno bussò alla porta della loro camera. Valentina andò ad aprire, non avendo la minima idea di chi potesse essere.
-Hey, ciao!- proferì Kim Seokjin sorridendole dolcemente, spuntando improvvisamente, non appena la giovane gli aprì.
-Ciao! Che succede? Hai parlato con Namjoon? Tutto bene?-
-Sì sì, ora sta meglio. Gli ho proposto di fare un giro per distrarsi… che ne diresti di unirti a noi?- propose di punto in bianco il giovane, toccandosi le mani nervosamente.
La ragazza si voltò indietro per guardare la compagna, che non si mosse dalla sua postazione, in cerca di approvazione da parte sua. Quest'ultima annuì, facendole cenno con la mano di andare tranquillamente e di non preoccuparsi per lei.
-Okay! Vengo!- rispose entusiasta, rivolgendosi a Seokjin con un sorriso smagliante.
-Perfetto! Ti aspetto giù!-


◇◆◇◆◇◆


Il cellulare di Yoongi vibrò, indicandogli che fosse arrivato un nuovo messaggio. Prese l'aggeggio dal tavolino della sua camera e lesse il nome del mittente: Hope.

-Hyung, mi sto annoiando.-
-E allora?-
-Usciamo un po', dai. Oggi è la nostra giornata libera.-
-Non mi va.-
-Ma perché sei così ultimamente? :( -
-Prova a chiederlo agli altri.-
-Già fatto. Hanno preso altri impegni e io mi annoio.-

Il ragazzo guardò il display del suo cellulare per qualche istante, sospirando. Forse gli avrebbe fatto bene staccare un po' la spina, pensò.

-Però non essere troppo caotico come tuo solito.-
-Tra cinque minuti giù, allora!-

Yoongi andò in bagno per darsi una sistemata veloce, controllando che tutto fosse al suo posto; si fissò allo specchio e nella sua mente comparve il ricordo del giorno prima, alla fine del concerto, quando Seokjin confessò a tutti la proposta che aveva fatto alla fotografa per quella sera. Quel pensiero lo tormentava, non riusciva ad accettare che fosse attratto dalla stessa ragazza che piaceva al suo hyung; ma d'altronde, cosa poteva farci? Era più forte di lui, più forte dell'affetto che provava nei confronti del suo amico. Dunque cos'era meglio? Lasciar perdere la ragazza e fingere di star bene, o lottare fino alla fine per poterla avere al proprio fianco? Mentre si torturava la mente con queste domande, il suo cellulare vibrò nuovamente.

-Hyung, DOVE SEI? MI STO ADDORMENTANDO.-

Il giovane mise l'aggeggio nella tasca anteriore destra dei suoi jeans strappati e uscì dalla stanza.
Appena fu fuori, udì in lontananza il rumore di un'altra porta aprirsi. Valentina uscì dalla sua camera, pronta per incontrarsi con Seokjin al piano inferiore. I due notarono entrambi la presenza dell'altro; si fissarono per qualche attimo, fino a quando Yoongi decise di proseguire lungo il corridoio per andare dall'amico.
-Ehm... - proferì la giovane, cercando di dire qualcosa che attirasse la sua attenzione. Il ragazzo si voltò verso di lei e la guardò, in attesa che parlasse.
-Vo-volevo dirti che... per quanto riguarda ieri sera... ehm... volevo ringraziarti e... scusarmi per averti creato tanto disturbo. Per colpa mia hai dormito in una posizione scomoda sul divano.- aggiunse imbarazzata, abbassando lo sguardo, non riuscendo a guardarlo in faccia, si sentiva troppo in colpa.
Yoongi si avvicinò a lei lentamente, fissandola con aria di sfida, portandola a indietreggiare.
-Se ti senti così in colpa, che ne diresti di farmi un massaggio per alleviare questa mia sofferenza?- rispose lui, sussurrandoglielo all'orecchio per provocarla. Dentro di sé si sentiva come colpevole nei confronti dell'amico, ma quando l'aveva davanti, non riusciva a controllarsi. In quel momento avrebbe voluto sbatterla contro il muro e baciarla fino a farle mancare il respiro, però, dovette trattenersi.
La ragazza si bloccò. Quella voce riusciva a farle provare sensazioni mai sentite prima. Era così piacevole. Scosse il capo lievemente, ritornando alla realtà.
-Eh? Ah... be', adesso non posso, devo uscire... ehm... magari dopo... - disse incerta, non sapendo bene come reagire. Aveva capito che Yoongi voleva prenderla in giro, ma si sentiva comunque in colpa, quindi non riusciva a rispondergli in malo modo.
-Esci? E dove stai andando?-
-Jin mi ha gentilmente chiesto di unirmi a lui e Namjoon. T-tu, invece?-
Il ragazzo la guardò dalla testa ai piedi, cambiando espressione.
-Mh.- fece soltanto, voltandosi senza dire altro, lasciando di stucco Valentina che lo guardò allontanarsi.
Quando scese giù, trovò Hoseok seduto su una delle poltrone della hall dell'albergo, intento a parlare con Jungkook che si trovava lì con lui.
-Hobie, andiamo.- lo chiamò, facendolo voltare di scatto verso di lui e facendogli cenno di seguirlo.
Entrambi uscirono, senza meta. L'importante adesso era distrarsi e non pensare troppo, doveva liberare la mente e cercare di divertirsi, almeno un po'.


◇◆◇◆◇◆ 


Pian piano, tutti stavano uscendo. Jungkook, seduto nella hall, stava parlando con Hoseok che stava aspettando Yoongi per andare a fare un giro; l’amico lo salutò quando venne raggiunto dall’altro, lasciandolo solo. In seguito, vide Jin uscire con la fotografa.
-Hey Kook! Che ci fai qui tutto solo?- spuntò a un tratto Roberta, sorridendogli.
-Mi annoiavo. Tu? Perché non sei con la tua amica?-
-È uscita con Jin e Namjoon… cioè in pratica non sono stata invitata.- sbuffò imbronciata, sedendosi di fronte al ragazzo.
-Ah, sì, li ho visti. Namjoon hyung non c’era però.- affermò confuso.
-Ah no? Magari ha fatto tardi. Va be’, che mi importa.-
La giovane prese il suo cellulare dalla tasca dei pantaloni e iniziò a digitarci qualcosa, cercando di passare il tempo in qualche modo, sbuffando di tanto in tanto. Ad un tratto poggiò l'aggeggio sul tavolino e si alzò, mormorando un "devo andare in bagno".
Quest'ultima aveva lasciato il cellulare lì, incustodito. Sul display c’era la foto di un paesaggio italiano che aveva catturato subito l'attenzione di Jungkook; prese l'aggeggio, incuriosito e iniziò a scorrere la galleria. Voleva vedere altre fotografie come quella, era rimasto molto sorpreso dalla bellezza di quel luogo, non credeva che in Italia esistessero posti del genere. Mentre scorreva il suo pollice sullo schermo per passare da una foto a un’altra rimaneva sempre più sorpreso. Gli sarebbe piaciuto visitare quei posti.
-Wow... bellissimo... che bello... ma che carino... assurdo... OH CAZZO!- il ragazzo s'irrigidì di colpo e spalancò gli occhi alla vista di una fotografia che il suo amico Namjoon conosceva molto bene. Rimase a fissare lo schermo, incredulo. Si era ficcato in un bel casino. Come avrebbe fatto adesso a guardarla negli occhi come nulla fosse? Sapeva di aver fatto una cosa sbagliata, non si sbircia nei cellulari altrui, ma le sue erano intenzioni del tutto innocue; non si sarebbe mai aspettato di trovare una fotografia della ragazza con indosso solamente dell’intimo. Intanto, però, continuava a guardarla.
Ad un tratto sentì il respiro di qualcuno sul suo collo, si voltò di scatto, saltando dalla sorpresa e dallo spavento allo stesso tempo. Credeva che fosse arrivata la giovane e lo avesse sorpreso a fissare una sua foto (come un malato) privata sul suo cellulare.
-Ti stai divertendo?- chiese ironicamente il leader, che gli piombò alle spalle, guardandolo in cagnesco. Jungkook poteva avvertire quanto fosse arrabbiato semplicemente guardandolo negli occhi, anche se stava sorridendo. Inquietante, pensò.
-Mi dispiace! I-io non volevo, è apparsa!- cercò di giustificarsi il più piccolo, guardandolo con occhi imploranti. L'altro, con uno scatto rapido, gli strappò il cellulare dalle mani (dando anche lui un'altra occhiata fugace alla fotografia).
-Oh, c'è la folla adesso qua.- esordì sarcastica la bionda, tornando dalla sua pausa al bagno, rivolgendosi a Namjoon.
-Tu e questo coso, sempre a lasciarlo da qualche parte.- la rimproverò lui, avvicinandosi e porgendole il cellulare che aveva recuperato dalle mani di Jungkook. La giovane lo guardò con aria interrogativa e perplessa.
-Ma lasciarlo là, no? Che palle, stava Kook qua, nessuno l'avrebbe preso.-
-Sì... nessuno.- ripeté lui, rivolgendo il suo sguardo verso il compagno che non riusciva a guardare nemmeno uno dei due per il troppo imbarazzo. -Adesso devo andare, mi hanno già aspettato abbastanza.- continuò, dirigendosi verso l'uscita dell'hotel, ma prima, si fermò di nuovo dietro le spalle dell’amico, si chinò e all'orecchio gli sussurrò:
-Se non cancelli quell'immagine dalla tua testa, sarò io a farlo al posto tuo... e ti assicuro che non sarà piacevole.-
Il giovane deglutì rumorosamente, pentendosi di aver cercato di vedere quanto fosse bella l'Italia.
Roberta tornò al suo posto, con le braccia incrociate al petto e un'espressione corrucciata in viso, il leader era capace di irritarla con poco; guardò Jungkook che pareva visibilmente scioccato.
Ogni qual volta posava il suo sguardo su di lei, istintivamente lo distoglieva. Sicuramente l’avrebbe notato, pensò lui. Non riusciva ad agire normalmente, soprattutto dopo la minaccia del compagno.
-Hey Kookie, stanno uscendo tutti, perché non andiamo a divertirci anche noi?- suggerì preoccupata la fotografa, cercando di tirarlo su di morale. Credeva fosse triste, o qualcosa di simile.
-Con me?- le chiese imbarazzato. Stava sudando freddo. D’un tratto quella stanza così grande, divenne opprimente.
-Be'... siamo solo noi due. Magari chiedilo a quelli che sono rimasti su! Altrimenti, andiamo da soli, che male c'è?-
-O-okay, allora mando un messaggio a Jimin hyung.- il ragazzo prese il suo cellulare tra le mani e cominciò a digitare; gli tremavano le dita. Dopo qualche secondo arrivò la risposta. -Stanno arrivando lui e V hyung, ha detto.-
-Oh, che bello!- affermò entusiasta Roberta, con un sorriso carico di felicità. Non vedeva l’ora di girare per Tokyo (questa volta di giorno).


◇◆◇◆◇◆


Namjoon, Jin e Valentina si trovarono a passeggiare per le strade di Shibuya, uno dei quartieri più famosi della moda giovanile. I due ragazzi sembravano due ninja in incognito con il volto coperto dalle mascherine e gli occhiali da sole neri.
La giovane era rimasta incantata alla visione degli schermi giganti che tappezzavano tutta la città. Ogni cosa le apparve così bella da sembrarle irreale. Era realmente lì? Aveva paura di svegliarsi da un momento all'altro e ritrovarsi nel suo letto, all'interno del piccolo appartamento in Italia che condivideva con Roberta; era successo tutto così in fretta. In quell'istante le tornò in mente il momento in cui chiamò Mario -il suo vecchio datore di lavoro- e si ricordò che allo scadere dei trenta giorni sarebbero dovute tornare alla loro vecchia routine giornaliera. Scacciò via quei pensieri negativi, concentrandosi su ciò che stava vivendo in quel momento.
-Che bello quel vestito!- esclamò all'improvviso, indicando un abito nero in una vetrina di un negozio alla sua destra. Le s’illuminarono gli occhi.
-Ti piace? Perché non entri e lo provi?- le propose Seokjin.
-No, non posso.- rifiutò Valentina con tono serio. Il prezzo era leggermente alto, non poteva permetterselo.
-Dai, almeno provalo.-
La giovane annuì, convincendosi. Entrarono nel negozio tutti e tre.
-Ragazzi, dopo aver provato il fantastico vestito per il vostro fantasmagorico appuntamento, che ne direste se facessimo un salto in quella libreria?- chiese Namjoon ai due prendendoli in giro, indicando l’edificio di fronte a quello in cui si trovavano in quel momento.
-Sì sì, tutto quello che vuoi, amore.- rispose il maggiore, lanciandogli un bacio con la mano. Iniziarono a punzecchiarsi come dei bambini, mentre la ragazza entrava nel camerino per provare il vestito, seguita da una commessa che l'avrebbe aiutata a indossarlo. Dopo qualche minuto, uscì con aria un po' imbarazzata; aveva la testa bassa. Quando alzò il capo e incrociò lo sguardo di Seokjin, arrossì all'inverosimile. Il ragazzo la fissò in silenzio, scrutando ogni punto del suo corpo.
-Ti sta bene, ti direi di prenderlo.- si intromise Namjoon, facendole i complimenti.
-Ah, no, non posso prenderlo.-
Kim Seokjin non proferì parola, si limitò solamente a farle un cenno con la mano per farle capire che il vestito le donava.
La ragazza, un po’ delusa, tornò nel camerino per cambiarsi. Restituì il vestito alla commessa mentre era ancora impegnata a rivestirsi con i suoi abiti.
-Scusi, questo lo prendiamo.- esordì il maggiore, fermando la commessa prima che mettesse a posto l’abito.
-Ma che fai, hyung? Non credi di esagerare?- osservò Namjoon.
-Guarda e impara! È così che vanno conquistate le ragazze.-
Seokjin pagò alla cassa, lasciando il compagno senza parole; non credeva sarebbe arrivato a tanto, in fondo, si conoscevano da poco tempo, invece l’altro faceva sembrare che stessero per sposarsi.
Quando Valentina uscì dal camerino, si diresse dai ragazzi e, con sua sorpresa, scoprì che il maggiore le aveva regalato l’abito che aveva provato. Lo ringraziò un po’ imbarazzata e si scusò del disagio creato. L’altro le sussurrò che avrebbe voluto vederle quel vestito indosso per il loro appuntamento serale. La giovane annuì più felice che mai.
Dopo le varie insistenze da parte del leader, finalmente andarono in quella libreria, dove Namjoon pareva un bambino in un negozio di giocattoli.
Iniziò a gironzolare da solo, leggendo i vari titoli dei libri presenti nella struttura. Ad un tratto, una parola attirò la sua attenzione, spingendolo a leggere il nome completo sulla copertina: IL MANUALE DEL PERFETTO CAMIONISTA.
Un sorriso divertito apparve sul suo volto, prese il libro tra le mani e nella sua mente si formò l’immagine del viso della ragazza a cui aveva dato quell’elegantissimo nomignolo. In seguito ricordò il gesto che aveva fatto il suo amico pochi attimi prima nei confronti di Valentina. Fissò l’oggetto nelle sue mani e si diresse alla cassa, convinto della sua decisione.
Chissà come avrebbe reagito Roberta, al sol pensarci si sentiva fremere.


◇◆◇◆◇◆


Min Yoongi e Jung Hoseok si trovavano in una delle migliori gelaterie di Tokyo, ad Asakusa. Aspettarono parecchio prima che arrivasse il loro turno. Uno dei due sentì una ragazza pronunciare il suo nome ad un’amica e la vide indicarlo, li riconobbero; fortunatamente nessuno gli diede noia e li lasciarono stare.
Quando finalmente arrivò il loro turno per l’ordinazione, ebbero l’imbarazzo della scelta dei gusti.
Una volta finito, si recarono all’esterno del negozio insieme al resto dei clienti.
-Che gusti hai preso, hyung?- chiese curioso il minore all’amico mentre era impegnato a gustarsi il suo cono gelato.
-Matcha e hojicha.- rispose l’altro, anch’egli intento a mangiare il suo.
-Fammi assaggiare!-
-No.-
-Hyung non fare il bambino.-
-Tu che hai preso?-
-Matcha e strawberry.-
-Allora no.- concluse Yoongi, girandosi dal lato opposto al compagno.
Hoseok sospirò, l’amico era solito fare i capricci come un bimbo.
Davanti a loro si posizionò una coppia di fidanzati intenti a scambiarsi i gelati e gesti affettuosi.
-Vedi, dovremmo fare anche noi così.- sussurrò il minore all’orecchio dell’amico, indicando i due innamorati che gli erano appena apparsi davanti agli occhi. Yoongi lo guardò con un espressione (esageratamente) schifata, scrutandolo dalla tasta ai piedi, per poi rivolgere di nuovo l’attenzione alla prelibatezza che aveva tra le mani.
-Senti hyung, da quant’è che non hai un appuntamento con una ragazza?- continuò, poi, il giovane. Guardare quei due sconosciuti scambiarsi gesti affettuosi e vederli ridere e scherzare tra di loro lo avevano fatto riflettere, si sentiva malinconico.
-È passato un sacco di tempo, quasi non me lo ricordo. Cos’è, vorresti una ragazza?-
-Non lo so… ci stavo solo pensando. A proposito! Chissà come andrà l’appuntamento di Jin hyung, stasera!- ricordò Hoseok, rivolgendo un grosso sorriso al compagno che si incupì all’istante. Yoongi aveva quasi dimenticato di questo “piccolo” particolare; il suo piano per uscire e distrarsi aveva funzionato, fino a quel momento. In quegli attimi aveva realizzato che mancavano davvero poche ore all’inizio della sua “sofferenza”. Davvero sarebbe stata una cosa tanto dolorosa? In fondo era solo una cena fuori, che sarebbe potuto succedere? Sicuramente si sarebbero baciati. Era già successo una volta, perché non sarebbe dovuto accadere alla fine di uno splendido appuntamento svoltosi perfettamente? E se così non fosse stato? E se quell’appuntamento si fosse rivelato disastroso? Come? Un pensiero non del tutto onesto balenò nella testa di Yoongi. Si disse che non avrebbe potuto fare una cosa così meschina, ma l’idea di quei due insieme non gli piaceva per nulla. Guardò l’amico al suo fianco, che gli stava ripetendo di guardarsi la mano ormai zuppa di ciò che rimaneva del suo gelato.
-Già! L’appuntamento! Che ne diresti se ci assicurassimo che vada tutto per il meglio? Sai no, tipo agenti in missione. La missione “salva l’appuntamento del tuo hyung”.- propose, con un sorriso poco angelico stampato in viso.
-Sì! Che figo! I Sope all’azione.- rispose ingenuamente Hoseok, eccitato all’idea di andare in “missione” per aiutare il compagno.


◇◆◇◆◇◆


Dopo le varie (e persistenti) richieste di Roberta ai poveri tre ragazzi di andare ad Akihabara, finalmente arrivano a destinazione; uno dei quartieri di Tokyo più famosi per la vendita di elettronica, manga, anime e videogiochi.
L’unica ragazza del gruppo sembrava una bambina che vedeva il mondo per la prima volta. Gridava “wow” ogni due passi e indicava cose urlando nomi di personaggi di manga con gli occhi illuminati dalla gioia. Il suo cuore sarebbe scoppiato da un momento all’altro, non poteva reggere a tanta felicità in una sola volta.
-Era da troppo che volevo venirci! Non ci credo! Guarda quello è Rufy!- proclamò quasi commossa.
I ragazzi la guardavano divertiti, pareva addirittura che Jungkook avesse dimenticato l’accaduto del cellulare nella hall dell’albergo, ma ogni tanto gli tornava in mente.
-Andiamo a mangiare qualcosa? Io ho fame.- si lamentò Taehyung prendendo il braccio della giovane che avrebbe avuto intenzione di entrare in tutti i negozi senza mai stancarsi.
-Mh, okay. Anche io ho fame.-
-Evviva!-
I quattro si diressero in uno dei ristoranti nelle vicinanze e passarono la giornata a scherzare e venire trascinati da Roberta in ogni negozio di manga e videogiochi.


◇◆◇◆◇◆ 


Dopo aver gironzolato per un bel po’, Valentina, Seokjin e Namjoon decisero che era arrivato il momento di tornare all’hotel. Il leader continuava a sorridere e guardare il sacchetto che aveva tra le mani; gli altri due lo fissavano confusi.
-Si può sapere che diavolo hai comprato?- gli chiese finalmente l’amico, guardando il pacchetto, curioso.
-Un libro.-
-Ah be’, non ci ero arrivato. Grazie di avermi illuminato.- osservò ironicamente Seokjin.
-You’re welcome.- rispose con un ghigno, entrando per primo all’interno dell’albergo. Andò dritto nella sua camera, salutando i due piccioncini, dicendo di essergli venuta l’ispirazione per qualcosa che gli altri non riuscirono a capire.
-Ah senti, che ne diresti di scambiarci i numeri di cellulare? Così dopo ti invio la posizione del luogo dove dobbiamo andare. Ci incontriamo direttamente là.- propose a un tratto Seokjin alla giovane che si voltò verso di lui.
-Ehm… sì, va bene.- disse perplessa la ragazza; credeva sarebbero andati insieme. Chissà perché quella decisione, pensò.
Si scambiarono i numeri e tornarono nelle loro camere.
La stanza di Valentina era vuota; si chiese mentalmente dove si fosse cacciata Roberta. Magari era con Hoseok o con Jimin.
Andò a farsi un bagno, pensando all’imminente incontro con Seokjin. Era emozionata, eccome se lo era. Mentre si immergeva nella vasca da bagno ormai colma di acqua tiepida, iniziò a pensare a cosa sarebbe potuto accadere quella sera tra lei e il ragazzo in questione. Se ci pensava, era da poco che si conoscevano, ma già provava una forte attrazione per lui. Non l’era mai successo prima.
D’un tratto, non seppe spiegarsi come, le tornò in mente la frase che le sussurrò Yoongi quando quella notte credé stesse dormendo. Dei lievi brividi percorsero la sua schiena. Sul serio Yoongi provava interesse nei suoi confronti, come aveva detto Roberta? No, impossibile. Si erano parlati pochissime volte. Perché le venivano certi pensieri quando avrebbe dovuto pensare solo e soltanto al ragazzo con cui sarebbe uscita quella sera? Cosa c’entrava Yoongi in tutto questo? Assolutamente niente.
Si alzò, si asciugò e si vestì, prendendo, poi, l’asciugacapelli per dedicarsi alla testa, sperando che i pensieri su Yoongi cessassero almeno per il resto della serata.
Il suo cellulare emise un suono, avvisandola di un messaggio da parte di Seokjin che le indicò il luogo e l’orario per l’incontro.


◇◆◇◆◇◆ 


Yoongi disse di dover fare un ultimo acquisto prima di tornare all’albergo; entrò in un negozio di abbigliamento e comprò un completo elegante. Hoseok gli chiese a cosa gli servisse un abito di quel tipo, ma lui rispose in modo vago, non lasciando il tempo all’altro di controbattere.
Tornarono all’hotel subito dopo. Yoongi quasi ordinò all’amico di andare il prima possibile da Seokjin, usando sempre la scusa della “missione” per la buona riuscita dell’appuntamento. L’altro annuì senza porsi troppe domande; sapeva solo che avrebbe dovuto trattenere Seokjin nella camera, cercando di farsi rivelare l’ora e il luogo dell’incontro, fino a quando il compagno gli avesse inviato un segnale che indicasse quando lasciarlo andare.
Una volta che furono divisi, Yoongi entrò nella sua camera e iniziò ad attuare il suo “piano”: si preparò per bene, indossando l’abito -che aveva preso qualche ora prima insieme ad Hoseok- , si sistemò per bene i capelli, aggiunse qualche accessorio e si diede una veloce occhiata allo specchio per ammirare il capolavoro terminato. Era pronto. Doveva solo accertarsi che la ragazza fosse uscita per dirigersi al luogo dell’incontro.
Stava per farlo. Stava sul serio per fare qualcosa che avrebbe rovinato (o almeno così credeva) l’appuntamento del suo amico. Dell’amico con cui condivideva la stanza del dormitorio, a Seoul. Per un attimo esitò; era davvero così crudele da parte sua? Si sentì un mostro; ma ormai, era arrivato a quel punto, non poteva tirarsi indietro. Aveva coinvolto addirittura Hoseok con l’inganno. In così poco tempo questa ragazza lo aveva reso completamente folle.
Il suo cellulare vibrò, indicandogli di un messaggio in arrivo: era Hoseok. Ora aveva l’indirizzo e aveva sentito già da un pezzo che Valentina era uscita dalla sua stanza.
-Bene. Si inizia.-


◇◆◇◆◇◆ 


-Hope spostati, mi farai arrivare in ritardo.- si lamentò Seokjin. Non capiva perché l’amico non volesse lasciarlo andare. Lo aveva aiutato a prepararsi, gli aveva dato dei consigli… a modo suo; aveva anche cercato di calmarlo e di rassicurarlo sull’esito dell’appuntamento. Allora perché adesso cercava di ostacolarlo?
-Hyung aspetta… devi… devi aggiustare i capelli. Così non vanno proprio.- rispose nervosamente il compagno, trovando la scusa più banale che potesse venirgli in mente, mentre sorseggiava una Coca Cola dalla lattina, posizionato davanti la porta.
-I miei capelli stanno benissimo! Adesso se permetti, io andrei.-
-No hyung! Aspetta un a- nel tentativo di bloccarlo, versò il contenuto della lattina che aveva tra le mani sui vestiti dell’amico. Quest’ultimo lo guardò furioso. -M-mi dispiace hyung! Non volevo! Rimedio subito.- continuò, prendendo qualche fazzoletto per asciugare la chiazza sulla camicia del malcapitato.
-Ah! Stai fermo! Hai già fatto abbastanza danni. Adesso provvedo io. Dannazione! Fammi la cortesia di stare fermo, se proprio non vuoi levarti dai coglioni.- ringhiò furibondo levandosi l’indumento macchiato e chiudendosi in bagno, facendo sbattere violentemente la porta. Hoseok sussultò a causa del forte rumore. Si andò a sedere sul letto sbuffando; mise i gomiti sulle sue gambe e poggiò la testa su entrambe le mani, pensando di aver combinato un casino. Non sapeva che in realtà aveva fatto un ulteriore favore a Yoongi.


◇◆◇◆◇◆ 


Valentina arrivò al ristorante con dieci minuti di anticipo. Non sapeva se avresse dovuto prendere un tavolo e accomodarsi, o avrebbe dovuto aspettare Seokjin. Ci pensò per qualche attimo, poi decise di sedersi; prese un tavolo per due e, nervosamente, iniziò a guardarsi intorno. Aveva fatto del suo meglio con trucco e capelli; era decisamente carina. Aveva indossato il vestito che le aveva preso Seokjin quella mattina stessa. Iniziò ad agitarsi e a controllare l’orario ogni due secondi. Si disse mentalmente che sarebbe andato tutto per il meglio.
Quando, improvvisamente, alzò lo sguardo e notò una figura familiare entrare dalla porta d’ingresso del ristorante. Non sapeva come reagire. Cosa ci faceva Yoongi lì? Doveva apparire sempre nei momenti meno opportuni. E, soprattutto, perché era vestito in quel modo? Era… figo? La ragazza si maledì mentalmente per averlo minimamente pensato. Il giovane si avvicinò al suo tavolo appena la notò e la fissò intensamente. Valentina dovette ammettere che fosse spaventosamente attraente. Cominciò a sentire un improvviso calore; stava quasi per andare a fuoco. Lo stava guardando come imbambolata. Che le prendeva? Sentì uno strano formicolio allo stomaco quando il ragazzo si inumidì le labbra con la lingua per prepararsi a parlare.
-Il tuo accompagnatore è in ritardo?-
-Che ci fai qui?-
Yoongi ignorò la sua domanda e si accomodò al tavolo, al posto di Seokjin, continuando a tenere lo sguardo fisso su di lei. Valentina arrossì. Avrebbe voluto coprirgli quei bellissimi occhi scuri con una benda, per impedirgli di guardarla in quel modo. Solamente il suo sguardo le faceva provare una stranissima sensazione. Esitò un attimo prima di continuare a parlare.
-A-almeno rispondi alle domande. E poi perché sei vestito così?- chiese poi, giocando nervosamente con il braccialetto che aveva messo al polso sinistro.
-Dovevo fare una cosa che richiedeva un certo abbigliamento. Non ti piace?- rispose lui, sorridendo lievemente, continuando a guardarla dritto negli occhi. La giovane deglutì. Yoongi si divertiva a provocarla. Le parole dell’amica le ritornarono in mente di nuovo, rendendola ancora più agitata.
-Cosa… cosa ci fai qua?- quasi mormorò. Non riusciva a reggere la situazione. Il ragazzo non smetteva un attimo di guardarla, beandosi di quel momento da solo con lei. Il tempo attorno a loro era come se si fosse fermato. Come avrebbe voluto che quegli attimi non terminassero. Finalmente abbassò lo sguardo, pensando che da un momento all’altro sarebbe potuto piombare Seokjin; Hoseok non poteva trattenerlo per sempre.
-Sono venuto per vederti.- affermò diretto, lasciando l’altra di stucco.
-A-adesso però vattene, potrebbe arrivare Jin e fraintenderebbe la situazione.-
-Che situazione?-
Yoongi si alzò e si avvicinò a lei, con la mano destra nella tasca dei pantaloni; prese una piccola ciocca dai suoi capelli neri e lisci tra le dita e iniziò a giocarci. Valentina fu sorpresa da quel gesto e gli scostò la mano, guardandolo severa.
-Ma cosa vuoi da me?-
Il ragazzo la fissò serio per qualche altro secondo, poi le scostò delicatamente i capelli da un lato, lasciando l’altro libero; passò molto lentamente il suo dito indice sulla lunghezza del collo della ragazza che rabbrividì appena sentì quel tocco leggero sulla sua pelle; non si oppose. Dopodiché Yoongi si abbassò e si avvicinò all’orecchio della giovane.
-Voglio farti perdere la testa per me.- le sussurrò, poi, con un tono di voce molto sensuale.
Valentina spalancò gli occhi e si voltò di scatto verso di lui, sorpresa. Lo fissò incredula, non sapendo cosa dirgli o cosa fare. Rimase imbambolata a guardarlo con un’espressione indescrivibile in viso. Perché doveva fare così? Perché doveva comparire nella sua vita in quel modo, stravolgendole i pensieri? Voleva dire qualcosa, ma non ci riuscì. Le parole non riuscivano ad uscire. Non si aspettava di certo che all’appuntamento con Seokjin sarebbe spuntato Min Yoongi dicendole che avrebbe fatto in modo di farle perdere la testa per lui.
Il ragazzo sorrise soddisfatto e si allontanò, uscendo dal ristorante. Lasciando la giovane letteralmente a bocca aperta.
Appena fu fuori prese il suo cellulare ed inviò un messaggio a Hoseok, dicendogli di raggiungerlo e di lasciare libero l’altro.
Aspettò l’amico di fronte all’ingresso del ristorante.


◇◆◇◆◇◆ 


Seokjin sentì dal bagno il rumore della porta della sua stanza aprirsi e poi richiudersi; Hoseok era andato via. Sospirò, mentre asciugava la camicia bianca che era riuscito abilmente a smacchiare. Era in ritardo. Maledì l’amico mentalmente. Quando fu sicuro che l’indumento fosse asciutto lo indossò e si precipitò fuori più velocemente che poté per dirigersi al luogo dell’appuntamento.
Si fermò fuori la porta del ristorante; si piegò in due e poggiò entrambe le mani sulle sue stesse ginocchia, cercando di recuperare il fiato perso durante la corsa che fece lungo il tragitto.
Quando fu certo di non avere l’aria affaticata, entrò, si guardò intorno e la notò. Era lì, visibilmente agitata. Seokjin sorrise e si avvicinò al tavolo. La ragazza non lo notò; guardava un punto a caso all’interno della sala, immersa nei suoi pensieri.
-Scusa il ritardo. Stai aspettando da tanto?- proferì il giovane, attirando l’attenzione della mora che si sorprese, tanto da sussultare lievemente.
-Oh, no no! S-sono appena arrivata.- mentì la giovane, sorridendogli falsamente.
Seokjin si accomodò a quel posto che qualche minuto prima era occupato da un’altra persona.
-Ti ho detto che saresti stata bene con il vestito. Sei bellissima.- ammise timidamente il ragazzo, rivolgendole un dolce sorriso.
-A-ah, grazie.- rispose la mora arrossendo e abbassando lo sguardo imbarazzata. Yoongi accennò nulla riguardo al vestito, pensò. Si sentì delusa per un attimo.
Perché pensava a quel ragazzo ora che era finalmente con Seokjin? Quelle parole riecheggiavano nella sua mente, non be volevano sapere di uscire e lasciarla in pace.
-Vale, mi stai ascoltando?-
-Eh? Ah! Sì! Sì, scusa. Dicevi?-
Per tutta la durata della cena, Valentina non poté far a meno di pensare a Min Yoongi. Più cercava di scacciarlo e più ricordava quei pochi momenti passati con lui. Stava rovinando tutto. Era lì, era quello che desiderava: stare sola con Seokjin. Allora perché non riusciva a prestargli attenzione? Soltanto a causa di due paroline dette da uno che faceva i capricci come un bambino? Non era più una ragazzina che si prendeva la cotta per qualcuno solamente perché questo le diceva che gli piaceva, però quel ragazzo aveva qualcosa di magnetico; più si avvicinava a lui e più ne veniva attratta senza potersi sottrarre.
-… che ne diresti?-
-Co-come?- disse la giovane sbattendo le palpebre ripetutamente per tornare alla realtà. Non aveva sentito una parola di quello che aveva detto Seokjin.
-Dicevo, che ne diresti di andare a farci un giro prima di tornare in albergo?-
-Ah, sì sì, sarebbe perfetto.-
-Ma cos’hai? Sembri avere la testa altrove. Sicura di star bene?-
-S-sì sì sì! Sto bene! Davvero!- affermò, sperando di essere convincente e parve esserci riuscita, dato che l’altro le sorrise e continuò a mangiare.
Una volta terminato di cenare si diressero all’esterno. Valentina si sentiva tremendamente in colpa, non riusciva neanche a guardarlo negli occhi. In quel momento desiderava soltanto rivedere la causa del suo malessere.


◇◆◇◆◇◆ 


-Perché mi hai detto di venire qui? Non dovremmo tornare all’albergo? E perché diamine sei vestito così?- chiese molto confuso Hoseok, dopo aver raggiunto l’amico.
- Lascia stare come sono vestito! Dobbiamo accertarci che vada tutto bene, no?-
-Che bisogno c’era, hyung? Jin hyung è in grado di cavarsela da solo.-
-Ho fame, prendiamo un hot dog?-
Hoseok sospirò. Come al solito, non poteva contraddirlo.
Si spostarono in un Fast-food e presero del cibo da asporto per mangiarlo fuori al ristorante dove stavano cenando i due piccioncini, come dei perfetti maniaci.
-Comunque ho fatto un casino prima con Jin hyung.- confessò il minore, mentre addentava il suo panino.
-Che genere di casino?-
-Mentre cercavo di non farlo uscire gli ho rovesciato la Coca Cola addosso! Fortuna che è riuscita a toglierla, altrimenti altro che missione aiuta il tuo hyung!-
Entrambi scoppiarono a ridere. Yoongi pensò che anche il fato si era schierato dalla sua parte e sorrise lievemente.
Quando finirono i rispettivi panini, attesero qualche altro minuto prima che i due uscissero finalmente dalla struttura.
Veloci come il fulmine si nascosero, per non essere individuati.
-Adesso li seguiamo.- informò il maggiore dei due.
-Che?!- protestò l’altro, seguendo l’amico che stava avanzando senza di lui, nascondendosi dietro a qualsiasi cosa. Stava diventando una faccenda ridicola, altroché. Hoseok sbuffò e si rassegnò definitivamente; era del tutto inutile, non lo avrebbe mai ascoltato.
I due innamorati si fermarono in una piazzetta, dove si misero a parlare, tenendosi per mano. Yoongi storse il naso alla visione di quella scena.
A rendere la cosa ancora più ridicola fu il fatto che si nascosero dietro a un cespuglio, per spiare i due. La gente che passava li fissava in modo strano. Come biasimarli.
Yoongi non sapeva cosa fare, sembrava che ciò che aveva programmato non avesse funzionato. Si giocò un’ultima carta: si mise a sedere, dando le spalle all’ammasso di foglie secche dietro cui si erano nascosti, prese il suo cellulare dalla tasca dei pantaloni e cercò il numero di Seokjin nella rubrica dei suoi contatti.
Nel frattempo Hoseok era rimasto ad osservare i due ragazzi, quando qualcosa lo fece scattare.
-Oh! Stanno per baciarsi!-
-No!- protestò Yoongi, girandosi di scatto per avere la conferma di ciò che aveva appena annunciato l’amico.
-Come no?- sbottò l’altro, guardandolo perplesso. Il compagno lo ignorò, troppo preso dalla situazione divenuta al quanto pericolosa. Ma qualcosa accadde; qualcosa che lo fece sorridere.
Valentina si scostò e rifiutò il bacio del ragazzo, non riuscì a farlo. Come poteva baciarlo se la sua mente in quel momento era occupata da un’altra persona? Seokjin abbassò il capo deluso e si morse nervosamente il labbro inferiore; non si aspettava quella reazione.
Yoongi si voltò verso l’amico al suo fianco con un sorriso smagliante in volto.
-Il piano ha funzionato.-
-Tu! Bastardo! Perché hai… - Hoseok sgranò gli occhi. Aveva realizzato la vera natura di quella “missione”. Era stato così ingenuo. -Lei ti piace!- esclamò, puntando il dito accusatorio contro l’amico. –Ho preso parte a qualcosa fatta per rovinare l’appuntamento di Jin hyung! Come hai potuto fargli questo?-
Yoongi si bloccò. Sapeva che sarebbe successo, sapeva che sarebbe stato accusato. Perché non potevano semplicemente capire le sue ragioni? Ci pensò qualche secondo, poi si voltò a guardare il compagno dritto negli occhi.
-Come ho osato fargli cosa? Rovinato l’appuntamento? Che ne diresti invece di definirlo “aver aiutato un amico”? Come credi mi senta io? Ci ho pensato e ripesato, ma vederli insieme non lo sopporto. Quando Jin hyung ha parlato dell’appuntamento ho visto tutto sfumare, sgretolarsi. Ormai pensavo non ci sarebbe stato più nulla da fare. Eppure, quando la guardo, non riesco a rinunciare. Cosa posso fare, Hope? Povero Jin hyung. E Suga? Voglio bene allo hyung, ma ho fatto la mia scelta. Mi dispiace averti coinvolto con l’inganno, ma mi serviva una mano e non avresti accettato se ti avessi raccontato la verità.-
Hoseok rimase sbalordito. Non aveva mai visto il suo amico parlare in quel modo. Non disse una parola, si limitò ad abbracciarlo per dargli conforto. Yoongi ricambiò la stretta, si sentì più leggero.


◇◆◇◆◇◆


Quando i ragazzi tornarono dalla loro avventura ad Akihabara, si diressero ognuno nella propria camera, incrociando Yoongi in abito da sera che correva verso l’esterno; non riuscirono a salutarlo.
Roberta trovò la sua stanza vuota. Probabilmente Valentina era già all’appuntamento con Seokjin.
Mise entusiasta le buste con gli acquisti sul letto, aprendole una ad una per verificare che tutto fosse a posto. Aveva comprato un bel po’ di roba: tantissime action figures di svariati personaggi dei suoi manga e anime preferiti, vestiti e accessori di ogni tipo. Doveva ammettere che i ragazzi avevano acconsentito ad ogni suo capriccio, anche se non era solita farne. Sorrise al ricordo e si diresse in bagno per darsi una rinfrescata e farsi una doccia.
Una volta uscita dal bagno si vestì e si lanciò sul letto, esausta. Rimase lì per un po’, cercando di riposare.
Toc toc.
Qualcuno bussò alla porta della sua stanza. Aprì gli occhi e brontolando andò ad aprire.
-Hey! Noi stiamo andando a mangiare fuori, ti unisci a noi?- propose Jimin sorridendole sull’uscio della camera, indicando Jungkook e Taehyung che erano dietro di lui.
-No, io passo. Sono troppo stanca, andate senza di me.- rifiutò, sbadigliando e facendo capire ai ragazzi che avrebbe voluto fare tutt’altro. Salutarono la ragazza e si allontanarono.
Roberta chiuse la porta e tornò a distendersi sul letto. Cambiò posizione diverse volte prima di constatare che non riuscisse a prender sonno.
Sbuffò e si alzò, uscendo dalla camera. Pensò che scendere al piano inferiore l’avrebbe aiutata a distrarsi; continuava a tornarle in mente Namjoon e non riusciva a capire il perché.
Quando attivò nella hall, con sua sorpresa, trovò la causa della sua insonnia impegnata a scrivere qualcosa su un quaderno con una confezione di ramen istantaneo fumante che non era stato ancora toccato. Si avvicinò piano, per non farsi sentire.
Non aveva intenzione di iniziare alcuna discussione o di litigare. Si accomodò di fronte a lui, guardandolo mentre era immerso nel suo piccolo mondo.
Quest’ultimo alzò lo sguardo e la scrutò per bene.
-Che ci fai qui?- chiese con tono tranquillo, quasi scocciato.
-Posso restare? Giuro di non darti fastidio. Voglio solo… stare qui.-
Il ragazzo sospirò. In realtà non era tanto contrario all’idea di averla intorno, soprattutto se erano soli.
-Va bene. Però non disturbarmi e non parlarmi. Sto scrivendo un testo e mi serve concentrazione.-
La ragazza annuì, rimanendo in silenzio a fissarlo mentre lavorava. Era molto attraente quando era concentrato. In realtà era attraente sempre. Questo dovette ammetterlo. Pensò dal primo momento che lo fosse, come del resto anche gli altri ragazzi. Soltanto che Kim Namjoon aveva qualcosa che la faceva letteralmente impazzire. La irritava, ma non era mai completamente in collera con lui. Odiava solamente il fatto che la sfidasse in continuazione, provocandola.
Guardò attentamente ogni millimetro del viso del ragazzo. Avrebbe voluto avvicinarsi per guardarlo meglio. Adesso che entrambi erano tranquilli e silenziosi, poteva notare ogni minimo particolare. Si soffermò a guardargli le labbra. Decisamente attraenti. Si ricordò di averle toccate, quelle labbra. Quando Namjoon le rubò quel breve bacio nel bosco. Immediatamente uno strano formicolio si fece sentire nel suo stomaco. Il battito del suo cuore accelerò all’improvviso.
Si coprì il viso con entrambe le mani per nascondere l’imbarazzo che stava provando in quel momento e sorrise.
Ci volle un po’, ma alla fine se ne rese conto. Non l’avrebbe mai ammesso, o almeno così credeva. Lo aveva sempre negato, discutendo con la sua migliore amica. Nel profondo del suo animo lo sapeva, sapeva bene ciò che provava, ma questa volta lo aveva finalmente ammesso a sé stessa. Namjoon le piaceva. Eccome se le piaceva. Fin dal primo momento in cui guardò quegli occhi ipnotici.
All’improvviso il suo stomaco brontolò, emettendo un suono secco che riecheggiò chiaro all’interno della sala. Sgranò gli occhi e guardò l’altro imbarazzata. Il giovane alzò lo sguardo su di le e sorrise.
-Anche il tuo stomaco è rumoroso quanto te. Tieni, mangia questo. Non ho fame.- disse, porgendole il barattolino di ramen, ormai tiepido. La giovane prese l’oggetto dalle mani dell’altro e lo ringraziò, sempre senza proferire parola, solamente con un cenno del capo.
-È strano vederti silenziosa, sai? Va be’. Io continuo.-
Roberta iniziò a mangiare, cercando di non emettere alcun suono e stando molto attenta a non disturbarlo. Namjoon se ne accorse e sul suo viso si formò un sorriso compiaciuto.
A un tratto il ragazzo smise di scrivere, poggiò la penna al lato del quaderno, fissandolo e leggendo ciò che lui stesso aveva appena terminato di creare. Non parve convinto. Alzò la testa guardò la ragazza di fronte a lui, impegnata a mangiare (molto lentamente).
Alzò il quaderno dal tavolo e glielo piazzò dinnanzi agli occhi.
-Che te ne pare? Non mi convince.- esordì, sorprendendo l’altra che posò il barattolo che aveva tra le mani per prendere il quaderno e leggere meglio ciò che il ragazzo aveva scritto.
-Qual è il tema centrale?-
-Love yourself.-
-Mh… a me piace, è molto bello. Mi piace davvero.- osservò seria, restituendogli l’oggetto di carta.
Namjoon sorrise raggiante, mostrando quelle sue adorabili fossette. La ragazza ne rimase rapita; era la prima volta che le sorrideva. Iiniziò ad agitarsi semplicemente per quello, credendo di star per perdere il cuore da un momento all’altro e che sarebbe potuto schizzarle fuori dal petto per scappare via.
Parlarono per tutto il tempo del nuovo album dei sette idol che sarebbe dovuto uscire quell’anno. Il ragazzo pareva molto entusiasta mentre ne parlava e accennava al fatto che le loro fan -chiamate ARMY- ne sarebbero state sorprendentemente felici, o almeno così sperava che fosse. Rimasero a parlare tranquillamente per parecchio tempo, fin quando Namjoon si ricordò di una cosa.
-Adesso vado, sto morendo di sonno.- annunciò d’un tratto, alzandosi dalla poltrona su cui era seduto.
-Ah sì, anch’io. Saliamo insieme, fammi solo buttare questo.- disse, prendendo il contenitore di ramen ormai vuoto e andando a gettarlo nel bidone della spazzatura. In realtà non voleva andare a dormire, le sarebbe piaciuto rimanere ancora in compagnia del ragazzo a parlare pacificamente come stavano facendo qualche attimo prima.
I due si diressero alle loro camere e si salutarono nel corridoio.
-È stato stranamente piacevole parlare con te.- le confessò Namjoon, senza smettere un attimo di sorridere. Avrebbe voluto tanto baciarla, ma non lo fece. -Allora buona notte.-
-Buona notte.- mormorò tristemente e lo vide allontanarsi ed entrare nella sua stanza.
Dopo che fu anche lei nella sua camera sbuffò e si lanciò sul letto. Prese un cuscino, ci fiondò la testa sopra e urlò, attenuando il suono che non riuscì a propagarsi. Si sentiva come una dodicenne alla sua prima cotta.
Toc toc.
Qualcuno bussò. Che fosse Namjoon? Si precipitò alla porta, cercando di calmarsi prima di aprirla. Respirò profondamente e fece scattare la serratura, ma ad attenderla ci fu nessuno. Si guardò intorno, poi abbassò lo sguardo e notò un oggetto ai suoi piedi: un libro. Lo raccolse e non poté far a meno di sorridere leggendo il titolo: IL MANUALE DEL PERFETTO CAMIONISTA.
Rientrò in camera e prese un foglio di carta, cercando freneticamente una penna da qualche parte. Quando la trovò scrisse qualcosa su quel pezzo di quaderno e tutta eccitata uscì dalla stanza per dirigersi fuori quella di Namjoon. Fece scivolare il pezzo di carta sotto la porta e scappò via come una bambina.
Namjoon lo notò e lo raccolse da terra, leggendone il contenuto: GRAZIE. Sorrise ancora una volta, pensando a quanto potesse essere adorabile quella ragazza.
Quando la giovane tornò ancora una volta nella sua stanza si mise a sedere sul letto, a fissare il libro che le aveva dato Namjoon. Perché una cosa così stupida riusciva a renderla così felice? Era completamente uscita di senno.
Toc toc.
Qualcuno bussò ancora una volta alla sua porta. Namjoon? Impossibile. Valentina? Aveva la chiave, non avrebbe di certo bussato.
Si alzò lentamente, lasciando il libro sul letto e si avvicinò alla porta. Aprì e con sua sorpresa vi trovò Jimin. Aveva l’aria stanca. Che fosse successo qualcosa?
-Jimin. Che succede?-
-Non mi va di andare a dormire, possiamo stare un po’ insieme?- esordì, con un tono di voce che risultò un po’ strano alle orecchie della ragazza. Aveva bevuto, lo capì subito, ma non era ubriaco.
Poggiato allo stipite della porta, con la testa piegata da un lato e i capelli leggermente bagnati dal sudore che gli cadevano sulla fronte fissava la giovane con un’espressione che quest’ultima trovò estremamente sexy. Ma che gli davano da mangiare a questi ragazzi? Se lo chiedeva spesso. In un attimo il suo battito cardiaco divenne più veloce il suo respiro si appesantì. Distolse lo sguardo dalla figura del ragazzo e fissò un punto casuale all’interno della stanza.
-Ah, ehm… s-sì, entra. Per il momento non c’è Valentina, ma quando arriva devi andare.-
Il ragazzo annuì ed entrò, stendendosi sul letto con braccia e gambe divaricate.
Roberta rimase a bocca aperta. Che gli era preso? E perché continuava a fissarlo in quel modo? Sperò che Jimin non lo avesse notato, probabilmente sembrò una maniaca. Cosa poteva farci se quel ragazzo era così maledettamente attraente? Con quella sua t-shirt nera messa all’interno di quei pantaloni estremamente attillati e strappati sulle ginocchia, anch’essi neri, che mettevano in risalto i punti giusti del suo corpo.
-Vuoi lasciare la porta aperta?- chiese il giovane, tirandosi su e mettendosi a sedere.
-No no! Stavo giusto per chiuderla!- specificò nervosamente. Le tremava la voce tanto che era tesa. Jimin le faceva un effetto strano, non riusciva a regolarizzare il suo respiro. Chiuse la porta e si girò verso di lui, rimanendo con le spalle contro quella superficie fredda e lo sguardo basso.
-Che fai, perché rimani lì? Vieni vicino a me. Non ti mangio.-
-A-a-adesso arrivo. Stavo pensando a… una cosa.- cercò di giustificarsi, sempre più agitata. Si avvicinò al letto e si sedette a debita distanza dal ragazzo. Era tesissima e Jimin lo notò. Si spostò verso di lei e le mise una mano tra i capelli, volendola tranquillizzare.
-Perché ti stai agitando tanto? Ho solo detto di non voler dormire ancora e sono venuto a bussare alla tua porta. Questo vuol dire che mi fa piacere stare con te, mi diverto, però se fai così mi fai pensare ad altre cose.- disse spostando la mano sulla guancia della bionda, facendola voltare verso di lui. Si guardarono negli occhi per un attimo, fino a quando Roberta si alzò di scatto e si allontanò in preda al panico. “Ci risiamo”, pensò.
Il ragazzo la guardò serio, serrando la mascella. Dopodiché la seguì, alzandosi anche lui dal letto. Le afferrò il braccio e la fece girare nella sua direzione, prendendole il viso con l’altra mano, costringendola a guardarlo. La giovane si pietrificò, intrappolata in quegli occhi così seducenti.
Rimasero in quella posizione, l’uno a fissare gli occhi dell’altra. Roberta stava impazzendo. Stava provando troppe emozioni contemporaneamente, non sarebbe riuscita a reggere.
Jimin si inumidì le labbra e posò lo sguardo su quelle di lei. Avvicinò ulteriormente il suo viso a quello della giovane, lentamente, fin quando fu troppo vicino. Rimase immobile per qualche attimo, a pochissimi centimetri di distanza dalle labbra dell’altra. Roberta non si muoveva, ormai era stata catturata.
Jimin, dopo una straziante attesa, poggiò delicatamente le sue labbra su quelle della ragazza, dando vita ad un dolce e tenero bacio. Roberta chiuse istintivamente gli occhi e trattenne il respiro.
Il giovane si staccò per momento, guardando la bionda che rimase immobile.
-Una volta dicesti che avresti voluto mangiarmi le labbra.- sussurrò. Le prese velocemente il viso anche con l’altra mano, lasciando la presa dal suo braccio e la baciò di nuovo.
La ragazza portò le sue mani su quelle di Jimin, che sciolse ancora una volta il bacio per guardarla, come per accertarsi che non svanisse nel nulla. Quando provò a rifarlo una terza volta, Roberta si spostò, girando la testa dall’altra parte. Tolse le mani del ragazzo dal suo viso e si allontanò, dirigendosi in bagno senza dire una parola e senza voltarsi a guardarlo.
Jimin abbassò lo sguardo e rimase a fissare il pavimento. Quando ritornò alla realtà uscì da quella camera, tornando nella sua amareggiato. Credeva di aver fatto un casino, anzi, ne era fermamente convinto.
Roberta si lasciò cadere sul pavimento gelido del bagno di quella stanza. Cos’era appena successo? Perché Jimin l’aveva fatto? Stava davvero impazzendo, non riusciva a capire più nulla.
Mentre era immersa nei suoi pensieri, sentì il rumore della serratura della porta. Valentina era tornata.
Si affrettò ad uscire da quella piccola stanzetta, trovandosi di fronte l’amica con un’espressione tutt’altro che felice in viso, come si aspettava sarebbe stata. Si fissarono.
-Ti devo parlare!- esclamarono all’unisono.
Si prospettava una lunga notte.








NOTE DELLE AUTRICI.

Il capitolo è in ritardissimo! Non che ci fosse un giorno preciso per la pubblicazione (c’era ma… non siamo riuscite a rispettarlo dal capitolo due…), però almeno uno ogni settimana ci stava, questo no. Ci dispiace per chi sta seguendo la storia! (So cosa si prova ragazzi/e.)

E nulla, speriamo di esserci fatte perdonare con questo lunghissimo capitolo e che vi sia piaciuto almeno un po’.

Al prossimo! Baci.

Vale e Rob.

   
 
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