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Autore: DarkYuna    19/07/2017    0 recensioni
"Trovate l’Argus Apocraphex.".
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Shannon Leto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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8.
*Il percorso è la stessa meta da raggiungere*
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
  
      
L'interno del palazzo cinese era un luogo in penombra, freddo, antico ed inospitale, che si concentrava in un'unica grande sala reale triangolare priva di ulteriori uscite, con tanto di pomposo trono in cima ad una gradinata, di fronte l'entrata.
Su di esso vi era seduta una figura imponente, scura, difficile da distinguere nella luce fioca dell'atrio, era per metà umano, ma la testa era strana, aveva una forma irregolare, allungata, come di un uccello. Tra le mani aveva un grosso libro vetusto, che si apprestava a sfogliare annoiato.
 
 
<< Benvenuti nell'umile dimora di Thoth. >>, disse cordiale con voce roca, quasi gracchiante, che manteneva trame umane, seppur non lo fosse. Batté le mani tre volte e un migliaio di candele bianche si accesero dal nulla, fluttuanti a mezz'aria. Non eravamo più nell'antico palazzo cinese, ma dentro una piramide egizia, mutando nuovamente la realtà circostante.
 
 
Shannon trattenne il respiro, mi afferrò per un polso così da farmi indietreggiare e tirarmi dietro di lui.
 
 
Potevamo vederla bene adesso, la possente creatura alta almeno due metri e più, dal corpo di un nerboruto uomo dalla pelle d'ebano e la testa di ibis. Aveva occhi come la pece che ci squadravano guardinghi.
Richiuse il libro, alzandosi in piedi e divenendo, se possibile, più alto e minaccioso. Nessuno dei due avrebbe potuto nulla contro una fisicità simile, eravamo spacciati in partenza. 
Si era definito come "Thoth" e il suo nome era spesso saltato fuori durante la ricerca nella libreria all'interno del Partenone e poi notai il libro che portava con sé: dalla rilegatura antica di pelle scamosciata. L'avevo già visto in precedenza, lo possedeva Ptah, ce l'aveva mostrato ed io non ero riuscita a codificare il testo sconosciuto.
 
 
Boccheggiante indicai la creatura, spostandomi da dietro Shannon.
<< I-Io so chi sei. >>. Avanzai di pochi passi, tenendomi comunque distante, le intenzioni erano ignote. << Sei il dio della luna, della sapienza, della scrittura e della magia, nell'antico Egitto. >>.
 
 
<< E il dio dell'equilibrio, nonché il precursore della vostra Terza Prova della Resurrezione. >>, continuò, scendendo fluido i gradini, però lentamente. << Una studiosa zelante. >>, si complimentò.
 
 
Shannon increspò le sopracciglia, confuso.
<< Che vuoi dire con "precursore"? >>. Purtroppo restava un passo indietro rispetto alla sottoscritta e sapevo che era colpa mia, che avevo aperto il suo Terzo Occhio con la forza e non in maniera naturale, come era giusto che fosse. Annaspava nell'oceano dei misteri.
 
 
<< Dopo di me, affronterete l'ultimo tassello, da cui dipenderà la vostra salvezza o la prigionia eterna nel Limbus. >>. Percorse l'intera scalinata, fermandosi sovrastante dinanzi a noi due. << Dopo di me troverete le risposte alle vostre domande esistenziali ritenute "perse" nell'infinità dell'universo. E in un certo senso, le risposte potrebbero riparare le radici del disordine e farvi uscire da qui. >>.
 
 
<< Cosa c'è scritto in quel libro? >>, domandai. La prima volta avevo letto solo figure geometriche e nulla di più, però adesso ero provvista di una conoscenza che in precedenza non possedevo e mi sentivo in grado di riuscire, lì dove avevo fallito.
 
 
<< Sei certa di poter accettare la verità? >>. Non si riferiva alla canonica "verità" intesa come la verità che tutti conoscevano, Thoth intendeva la verità nascosta, quella che nessuno sapeva e che era stata occultata per dare luce ad una verità che faceva comodo. Una maschera per nascondere ciò che c'era sotto.
 
 
Annuii vigorosamente.
 
 
La testa di uccello fece un cenno verso Shannon, pur parlando con me.
<< E lui? La sua vista è ancora offuscata, dubbiosa, fa difficoltà ad accettare tutto ciò. C'è troppa razionalità, i muri non sono stati completamente abbattuti. La mente umana nel progredire degli anni, trova arduo accettare una verità diversa da quella che conosce, la rifiuta e la nega. Sei tu che illumini la sua vista, senza di te, sarebbe nuovamente cieco. >>.
 
 
Guardai il mio compagno di sventure, non capivo fin dove lui si potesse spingere e quanto ne sarebbe rimasto sconvolto. E se, una volta usciti da qui, la sua mente avesse riportato irreparabili danni, a causa della mia insistente curiosità per la verità?
Non me lo sarei mai perdonata.
<< Shannon... >>, iniziai a dire, poi lui mi interruppe.
 
 
<< Andiamo avanti! Ci siamo dentro fino al collo, non voglio tirarmi indietro proprio ad un passo dalla meta. >>. Il volto temprato, proprio come un vero guerriero che scendeva nell'arena per affrontare i peggiori nemici.
 
 
<< Il percorso è la stessa meta da raggiungere. >>, si frappose Thoth. Quindi per andare avanti, era necessario sapere cosa contenesse il libro.
 
 
<< Ne sei certo? >>, ritentai timorosa.
 
 
<< Cosa può esserci di peggio? >>, domandò retorico, consapevole che sì, ci poteva essere di peggio, molto peggio.
 
 
Thoth si genufletté su un sono ginocchio, prese il libro con entrambe le mani e lo aprì.
<<  Se la luce è in voi, la luce che è incisa in questo libro vi risponderà. >>.
Il libro, dalle pagine ingiallite, adesso non era più scritto in un linguaggio che non capivo, ora ero perfettamente in grado di leggere e ciò che trovai scritto mi sconvolse.
 
 
<< Non riesco a comprendere. >>, rivelò Shannon sconcertato e, nel mentre mi voltavo a guardarlo stupita, ogni cosa attorno a me si dissolse nel nulla, come una nuvola impalpabile che non era mai esistita. L'oscurità calò, intanto che Thoth teneva spalancato il Libro delle Parole Sacre, sotto l'unica vista che importava usare.
 
 
<< Che succede? >>, strepitai terrorizzata. << Dov'è Shannon? >>.
 
 
Il Dio mi guardò bonario.
<< Lui non è pronto, altrimenti sarebbe qui con te. Il suo Terzo Occhio ha scelto per lui. >>.
 
 
<< Non siamo più nel Limbus? >>.
 
 
Thoth scosse la testa.
<< Siamo nel flusso spazio-temporale, dove ogni cosa ha avuto inizio. Ti mostrerò esattamente ciò che è scritto nel libro. >>. Richiuse il volume arcaico e si alzò in piedi e, per ogni parola pronunciata, lo scenario prendeva vita. << Lontano nel tempo passato, i Figli della Luce vennero sul vostro mondo, per creare una nuova forma di vita mortale. >>.
 
 
Stavo assistendo al momento esatto in cui, Thoth, accompagnato da altre trentadue creature come lui, crearono l'essere umano a loro immagine e somiglianza ed aprirono loro il Terzo Occhio. Accecati da tale dono, lo usarono per scopi malefici, distruggendo, anziché procreare.
Thoth e le altre trentadue creature, cancellarono ogni cosa: il Diluvio Universale. Ce ne era stato più di uno.
Nell'ultimo tentativo, non gli concessero il dono del Terzo Occhio aperto, ma gli diedero tutti gli strumenti per poterlo aprire da soli, in tal modo l'essere umano avrebbe usato quel potere in maniera diversa. Con i secoli, si era creato un sistema singolare, dove, chi apriva il Terzo Occhio, faceva di tutto per impedire alla popolazione di avere l'eguale privilegio. Come aveva detto la Morte, usavano forme di comunicazioni, bugie, scie chimiche, social network, gli O.G.M. nel cibo, la musica e i film, al fine di occultare la vista suprema e far primeggiare l'oblio. Se eri impegnato con le superficialità, non avevi tempo per vedere davvero.
Le religioni erano altre forme di controllo, create dall'uomo per portare ulteriore caos.
Non vi erano Dei, se non semplici esseri umani che erano stati in grado di aprire il Terzo Occhio ed usato per fare il bene, anziché il male.
 
 
<< Siamo... un esperimento? >>. Non ero stupita, come sarei dovuta essere. Era come se ne fossi già a conoscenza. << Ci sarà un nuovo Diluvio Universale? >>.
 
 
Thoth annuì.
<< Sì. >>, confermò funereo. << Fino a quando non elimineremo la corruzione nel cuore degli uomini... ti aspetterò al sicuro ad Atlantide, il luogo che accoglie tutti gli umani che hanno aperto il Terzo Occhio e che non l'hanno usato per scopi malvagi. Una volta lì, insegnerai ai nuovi esseri umani ad aprire il Terzo Occhio. >>.
 
 
Battei più volte le palpebre e il Dio mi scrutò di rimando.
<< Esiste davvero? Perché nessuno l'ha mai trovata? >>.
 
 
<< Atlantide esiste solo per coloro che vedono davvero e non guardano solamente. Non può essere trovato da chi ha l'Occhio addormentato... ricordati, una volta che tornerai su Mortalis, e che reputerai tutto questo solo come un sogno, ricordati Jennifer, che tutto questo è più reale della realtà stessa. Non dimenticare di cercarmi e cercare Atlantide, il tuo posto non è nel mondo, ma con i tuoi simili, dove, per la prima volta nella tua breve vita, ti sentirai compresa ed amata davvero. >>.
 
 
<< E Shannon? >>.
 
 
<< Il tuo potere è stato abbastanza grande da salvarlo, porta anche lui nel tuo viaggio. >>. Poggiò la grande mano sulla mia spalla. << Adesso, per far sì che tu riesca a completare il tuo percorso, devi rinvenire l'equilibrio per viaggiare attraverso le dimensioni e trovare l'uscita dal Limbus. >>. Non aggiunse altro, la mano scivolò sullo sterno e con una violenza inaudita mi spinse nel nulla.
 
 
Caddi, fu come cadere dall'universo intero, attraverso lo spazio ed il tempo, non seppi dire se per pochi istanti o un'eternità intera. Il mio atterraggio non fu il migliore sperato, ero finita all'Infernum: l'inferno.
L'ultima tappa.
L'odore di zolfo era insopportabile, il fuoco rendeva l'ambiente bollente, dal caldo si moriva e respiravo a fatica.
"Mai una cosa normale, diamine!".
 
 
<< Shannon! >>, iniziai a chiamare, ritornando lentamente in piedi. Non ero ferita, neppure un graffio, Thoth era sparito, ma le sue parole erano impresse come un marchio indelebile nella mente. Ero pronta ad affrontare l'ultima Prova della Resurrezione e trovare Shannon per andarci dal Limbus.
 
 
Mi trovavo su un alto strapiombo polveroso, senza varchi o passaggi, che si affacciava sulle tenebre, illuminate da un fuoco continuo.
Caronte era l'unico essere a presenziare, se ne stava adunco su un'imbarcazione, attraccata al precipizio, sospesa nel vuoto. Adocchiai il nulla sotto di essa, che si formava come un cono allungato e composto da gironi infernali.
Come avrei trovato Shannon qui dentro? Era qui, oppure era rimasto con Thoth? E se fosse disperso da qualche altra parte nel Limbus, mentre io ero all'inferno?
Nel guardare le profondità dell'Infernum, capii che non sarebbe stato affatto facile, ben che meno comprendere in cosa consisteva l'ultima prova. Le prime due erano state relativamente facili.
Si udivano urla disperate, suoni di sferzate di frusta e un rumore incessante come di pioggia infinta.
 
 
<< Lui dov'è? >>, domandai fredda a Caronte. Non aveva detto una parola, osservava silenzioso come uno spettatore passivo di un film che lo annoiava. Non vi era bisogno di specificare a chi mi riferissi, tutti erano al corrente della presenza di due viandanti nel Limbus, in cerca dell'uscita.
 
 
<< Nono cerchio, quarta zona: Giudecca. >>, rese noto. << Lucifero sta tenendo lui compagnia, in attesa del tuo ritorno. >>.  
 
 
<< Cosa? >>, sbottai esterrefatta, inarcando le sopracciglia. << Sono già stata qui? >>.
 
 
Caronte si limitò ad esternare un sorrisino insinuante, non avrebbe risposto a nessun'altra domanda, non spettava a lui.
 
 
<< Andiamo. >>, ordinai perentoria. Shannon in compagnia di Lucifero, non mi andava a genio proprio per nulla.
 
 
<< Nessuna anima viva è mai stata trasportata... con le sole eccezioni della dea Persefone, Enea, Teseo, Piritoo e Ercole, Odisseo, del vate Orfeo e della sibilla cumana Deifobe. >>.
 
 
<< Aggiungi anche il mio nome alla tua lista di eccezioni. >>. Balzai in fretta sull'imbarcazione, sorprendentemente più stabile di quanto potessi presupporre, il traghettatore non protestò, ma anzi iniziò a spostare il remo nel vuoto e scendemmo attraverso i nove gironi dell'Inferno.
 
 
Peccatori, tormentati, straziati, torturati e brutalizzati, erano i condannati in questo posto senza speranza. Qui si trovavano coloro che in Mortalis non avevano condotto una vita esemplare.
Il Caelum era vuoto, qui pullulava di anime dannate.
Più ci addentravamo nei meandri dell'Inferno e più la temperatura si abbassava, le fiamme lasciarono il posto al ghiaccio e al freddo più pungente. Le tenebre erano calate per sempre.
Anche se avessi voluto, sarebbe stato a dir poco impossibile, non vedere Lucifero. Un gigante giunonico, immerso fino in vita dal ghiaccio, dalla cui schiena si spiegavano due immense ali da pipistrello nere.
Shannon era lì, al suo cospetto, seduto a gambe incrociate, in attesa.
Non aspettati neppure che l'imbarcazione toccasse la spessa lastra di ghiaccio, che scattai frenetica e a fatica, corsi sul lastrone scivoloso.
 
 
<< Shannon! >>, gridai, felice che fosse sano e salvo e che non gli era stato fatto del male.
 
 
Gli occhi al miele del mio compagno di sventura, si poggiarono su di me e si illuminarono come un arcobaleno di mezzanotte. Si alzò spedito e venne ad abbracciarmi.
 
 
<< Ho avuto paura di non vederti mai più. >>, mormorai, stampandogli un bacio sulle labbra fredde.
 
 
<< Anche io. >>, replicò, tenendomi più forte che potesse.
 
 
<< Prometto di arredare il girone dei lussuriosi, in vista del vostro futuro arrivo. >>, si intromise Lucifero annoiato, con un'insopportabile voce gutturale e rintronante. Fui vicina dal tapparmi le orecchie. Avrebbe potuto schiacciarci con un dito o divorarci, senza che avessimo potuto impedirlo. << Ciao Jennifer. >>, salutò come se fossimo vecchi amici.
 
 
Sciolsi l'abbraccio con Shannon, la mia mano restava salda nella sua.
<< Caronte ha detto che aspettavi il mio ritorno. >>. Non era una domanda, anche se era implicito che lo fosse. << Sono stata già qui? >>.
 
 
Lucifero puntellò il gomito sulla lastra di ghiaccio ed affondò il mento appuntito nel palmo della mano. Le unghie erano affilate e nere.
<< La volta precedente eri un insignificante e piccolo essere umano, abbiamo trascorso molto tempo insieme, prima di andartene. >>.
 
 
Socchiusi gli occhi, provando a ricordare e poi rammentai d'improvviso che, all'inizio di questo assurdo viaggio, avevo letto nella cartella clinica che ero morta all'età di otto anni.
Era accaduto davvero.
 
 
<< Ufficialmente sei morta per un minuto e trenta secondi. Un'eternità qui. >>.
Boccheggiai sconvolta, non avevo memoria di un simile episodio.
<< Ho già affrontato tutto questo? >>.
 
 
Scosse la testa gigante.
<< No. La volta precedente non ne hai avuto bisogno, perché già sapevi, non avevi bisogno di sapere. >>.
 
 
Shannon pareva più sottosopra della sottoscritta.
<< Questo significa che aveva già il Terzo Occhio aperto? >>.
 
 
<< Lei sì. Nata con l'incredibile capacità di vedere davvero, è il vostro stesso mondo che glielo ha chiuso. >>, poi si rivolse a me. << Thoth ti ha già detto il come e il perché. Quando sei venuta qui, non c'era alcuna necessità di superare le prove, poiché già possedevi ciò che hai perduto, mentre adesso hai smarrito la strada. Sei rimasta qui con me, perché era quello che desideravi. >>.
 
 
Ero senza parole, così anche Shannon, che adesso mi fissava turbato.
 
 
<< Puoi restare di nuovo qui con me, se vuoi. >>, propose avvincente. << Sei troppo potente per mischiarti con la feccia su Mortalis, qui sarai eterna, non correrai alcun pericolo... non immagini cosa ti attende su Mortalis. >>. Fissava severo la mano di Shannon che teneva la mia, non approvava tale vicinanza tra noi due.
 
 
<< Cosa mi attende su Mortalis? >>.
 
 
<< Cosa è accaduto al Cristo e a quegli esseri umani che hanno forgiato la storia della vostra dimensione, quando le potenze politiche e religiose hanno scoperto il loro potere? >>.
 
 
<< Sono stati uccisi. >>, concluse drammatico Shannon.
 
 
Ci pensai per una manciata di secondi, valutando i pro e i contri di una decisione così importante.
<< Ho una famiglia che mi attende. >>. Non ne ero molto certa, ma avevo una madre e di questo ero sicura. << E dove va Shannon, vado anche io. >>. Se avessi deciso di restare, Shannon non era compreso nell'accordo.
 
 
Lucifero scoppiò in una risata assordante, che fece tremare le stalattiti appese su di noi e la lastra di ghiaccio su cui eravamo.
<< I tuoi buoni sentimenti ti condurranno alla morte. >>. Schioccò le dita uncinate e da dietro di lui vennero fuori lo psicopatico con il martello e la folle con l’ascia. << Benvenuti alla vostra Terza Prova della Resurrezione. >>.
 
 
Shannon ed io indietreggiammo atterriti, dinanzi alle nostre nemesi che ci avevano reso impossibile il compito sin dall'inizio. Scrutai di volata il posto circostante, non vi erano possibilità concrete di fuga, Caronte era sparito e con lui ogni speranza di salvezza.
 
"Siamo fottuti!".
 
<< Paura? >>, ci schernì derisorio Lucifero. << Hai ancora possibilità di scelta: resta con me, sacrifica lui, ed annullerò la Terza Prova. >>.  
 
 
<< Mai! >>, gridai terrorizzata, intanto che lo psicopatico con il martello si avvicinava inesorabile a me e la folle con l'ascia a Shannon.
 
 
Doveva esserci qualcosa anche stavolta, non poteva finire così, mi rifiutavo di morire in questo modo. Ripensai in fretta al discorso avuto con la Morte, sul fatto che vi fosse un'altra me e che avrei dovuto trovarla per andarmene dal Limbus, dopodiché una cascata di parole fluii violenta nel cervello.  
 
"Forse, se ci ricordassimo chi siamo e del nostro passato, allora riusciremmo a svegliarci.".
 
"Avete a disposizioni tre prove, se supererete tutte le prove, riuscirete a trovare la giusta via per ricordarvi chi siete. È tutto qui ciò che vi serve.".
 
"Il ricordo di se stessi è qualcosa di molto importante. Se uno si ricorda di se stesso, dà origine a forze totalmente differenti da quelle dei suoi simili; forze diverse, che lo fanno diventare un soggetto completamente diverso. Quando uno si ricorda di se stesso, istante per istante, di momento in momento, quando uno non si dimentica mai di se stesso, senza dubbio comincia a ritornare cosciente. Ma, prima di trovare voi stessi, dovete perdervi.".
 
I pezzi degli scacchi sono 16 di un colore -generalmente bianco- e 16 di colore contrario -generalmente nero-. Per ciascuno dei due colori si distinguono un Re, una Regina, due Torri, due Cavalli, due Alfieri e otto pedoni.”.
 
"Il bianco e il nero nella scacchiera. Il Re e la Regina, le due torri ed otto pedoni. Otto, multiplo del due. Sono tutti dei doppi, il due, la dualità. Non era una frase fatta, il cercare noi stessi, noi dobbiamo cercare davvero noi stessi… Dio, mio! Questo significa che c’è un’altra me nel Limbus? Devo trovare l’altra parte di me stessa per andarmene? Per ristabilire l’equilibrio e trovare l’uscita?".
 
Ciò che meditai fu un vero e proprio suicidio, fondato su base illogiche e che, molto probabilmente, avrebbe portato ad una lenta morte dolorosa.
Nessuna delle prove precedenti era come si presentava e neppure questa. Di primo acchito, la cosa più saggia da fare era fuggire, così come avevamo fatto sin dall'inizio, ma se non era questa la risposta, se fosse altro ciò che dovevamo fare?
La Morte aveva detto che esisteva un'altra me e che avrei dovuto trovarla per sperare di andarmene. Non aveva accennato che fosse uguale anche di fisico, solo che c'era un'altra me. E se l'altra parte di me stessa, fosse lo psicopatico con il martello che tanto mi affannavo a rifuggire... ciò voleva significare che stavo scappando da me stessa, dalla parte oscura, dalle mie paure, dal ripristinare l'equilibrio.
 
 
Solo ora capivo perché tutti si erano affannati a dire, sin dall'inizio, che io e Shannon eravamo giunti insieme, ma ce ne saremmo andati divisi.
 
 
Dovevo provare, era folle: non avevo altra scelta.
 
 
Strattonai via la mano dal mio compagno di sventura, lui non fece in tempo a capire le intenzioni, che stavo già correndo verso lo psicopatico con il martello. Riuscii a schivare per un pelo un colpo mortale, mi gettai su di lui con tutta la forza che possedevo.
Rotolammo malamente a terra e, prima che lui avesse la meglio, afferrai la maschera in lattex da sadomaso che gli copriva interamente la faccia e la sfilai via.
 
"Oh mio Dio!".
 
Sotto la maschera c'ero io, non più un nerboruto uomo minaccioso che cercava di uccidermi. Ero io, sin dall'inizio, ero fuggita da me stessa, così come avevo supposto. Vedevo il mio viso per la prima volta, da quando ero qui e, nel riconoscermi in quelle fattezze familiari, la diga nella mente si ruppe e il passato tornò come un'ondata anomala che mi travolse. L'altra me stessa sorrise diabolica, accostò la bocca alla mia e mi baciò, venendo assorbita.
Una luce abbagliante rischiarò le tenebre, ripristinando finalmente il tanto agognato equilibrio.
Ero libera.     











Note: 
Finalmente Jennifer è uscita dal Limbus. 
Insomma per partorire questre tre prove, mi ci è voluta una vita intera xD

Ho sempre amato la Divina Commedia e una bella riletta per usarla in questo capitolo è stato un piacere, spero di averla descritta in maniera esaustiva. 

Ce l'ha fatta anche Shannon ad uscire dal Limbus? Si incontrerà con Jennifer su Mortalis? Cosa accadrà una volta risvegliatosi dal coma? Jennifer andrà ad Atlantide, cercherà Thoth? Oppure catalogherà tutto ciò come un mero frutto della sua immaginazione? 
Lo scoprirete nel prossimo capitolo. 

Thoth è un Dio Egizio realmente esistente. Si dice che fosse abitante di Atlantide e avesse scritto le "Tavole Smeraldine" contenete le verità sull'universo. Potete trovare delle tracce di esse, se le cercate.

Ciò che è scritto in questo capitolo, le "verità" sono frutto della mia immaginazione, deviata da miliardi di ricerche in questo campo. Mi sono fatta una paradossale mia idea sulla creazione umana e molte altre cose.  

Rendetevi conto che sono le 3.30 del mattino e sto pubblicando ad un orario indecente e SICURAMENTE ci saranno ORRORI di ortografia. Chiedo perdono! 


Un abbraccio.
DarkYuna. 
  
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