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Autore: myqueasysmile    19/07/2017    0 recensioni
La scuola.
Il canto.
La musica.
La famiglia.
Queste sono le cose più importanti nella vita di Elisa, ragazza diciottenne dal carattere molto introverso e complicato.
Una ragazza che adora il fratello, che spera di conoscere il suo "eroe" e che ancora non ha idea di cosa sia l'amore.
Ma poi arriva lui, completamente inaspettato, che un po' alla volta le stravolge la vita.
Forse riuscirà a farsi avvicinare da lei, lei che tende ad allontanare tutti e starsene per conto suo. O forse no.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Mi svegliai nel bel mezzo di un sogno confusionario in cui prima stavo parlando con mio fratello, che poi era diventato Tommaso, il quale aveva tentato di baciarmi. Poi era continuato con Gabriele che aveva visto Tommaso e si erano messi a litigare...
Che ansia! Anche nei sogni.

Guardai la sveglia. Le 9:08. Feci un sospiro e mi alzai. Poi risistemai le lenzuola, aprii i balconi e accesi il telefono.
Dopodiché, la prima cosa che feci fu mandare un messaggio di auguri al mio... ragazzo. Sì, non ero abituata a pensare a lui dandogli quel nome.
Ma era così bello pensare che era mio. Solo mio.

Mi vestii e scesi a fare colazione. Mamma e papà erano già a lavoro. Stranamente, invece, Marco era sveglio ed era già in cucina.
«Ciao fratellone» lo salutai prendendomi il caffè nella tazza.
«Ciao Eli» rispose lui venendo a darmi un bacio sulla guancia.
«Vai via oggi?» chiesi versandomi il latte caldo.
«No, oggi relax. E stasera da Gabriele» rispose osservandomi con un sorrisetto.
Io arrossii «Che c'è?».
«Come va con lui?».
«Bene» risposi leggermente imbarazzata.
«Non mi dici altro?» fece lui curioso, sedendosi di fronte a me.
«Io... Lui è gentile, dolce, divertente» dissi alzando gli occhi su di lui. «Mi fa sentire bella».
«Be', lo sei» commentò lui.
Alzai gli occhi al cielo «Tu sei mio fratello, il tuo giudizio non conta».

«Invece sì, sei una bella ragazza. Ed è giusto che il tuo...» esitò un attimo «...ragazzo... ti faccia sentire bella, come sei».
«Lui lo fa, lui è sempre così dolce e premuroso con me. Io non sono riuscita a non innamorarmi di lui. Mi fa sentire davvero felice» confessai.
Mio fratello sorrise «Mi fa davvero piacere sentirtelo dire, è un sollievo sapere che avrai qualcuno vicino quando io sarò a chilometri e chilometri da qui. E di lui mi fido. Sei in buone mani».

«Mi è sempre stato vicino in quest'anno, anche se io cercavo di tenermelo distante. Mi ha sempre ascoltato e dato consigli, è l'amico che non ho mai avuto finora» spiegai sospirando.
«Spero solo che non si rovinino i rapporti tra noi, ho sempre paura che qualcosa possa andare storto».

«Non succederà, se davvero credi nella vostra storia» rispose lui.
Io annuii «Grazie Marco, è un po' strano parlare con te di queste cose, ma non ho nessun altro con cui parlare altrimenti».
«Io ci sarò sempre, lo sai. Telefonami e ti risponderò appena possibile, per qualsiasi cosa».
«Lo farò, ma pensiamo ad adesso. Starai ancora qui per un po' quindi godiamoci la nostra compagnia» dissi alzandomi e mettendo tazza e cucchiaino nella lavastoviglie.
«Sicuro» rispose lui imitandomi. «Vai da Gabriele adesso?».

Mi girai a guardarlo «Pensavo di sì, perché?».
«Niente, sono sicuro che ti sta aspettando sorellina» rispose con un sorrisetto.
Io arrossii.
«Secondo te, mamma e papà si arrabbieranno?» chiesi, dopo una leggera esitazione.
«Stasera?» chiese lui, perplesso.

«No» risposi «quando gli dirò di lui».
«E perché dovrebbero arrabbiarsi?» chiese.
«Perché ha nove anni più di me.. » cominciai a dire contando sulle dita «...era un mio prof, ha un lavoro e una casa sua mentre io non ho trovato ancora niente, e gliel'ho tenuto nascosto per tutto questo tempo».
«Se vi vedranno insieme non avranno niente da dire. Se tu lo ami e lui ti ama il resto non dovrebbe importare a nessuno» replicò.
Io annuii «Speriamo. Grazie per quello che hai detto, sei il fratello migliore del mondo!».
Lo abbracciai e mi lasciai stringere da lui.

Tornai in camera mia e cercai di rendermi presentabile, vestendomi e truccandomi, ma niente di troppo pesante.
Riempii la mia borsa con le cose essenziali, dopodiché presi i regali che avevo nascosto nell'armadio (nel caso Gabriele fosse capitato in camera mia) e tornai di sotto.
Salutai Marco, rifiutando il passaggio in macchina, e mi incamminai verso la casa del mio angelo.

Bussai, e attesi finché non sentii la chiave girare nella toppa.
«Ehi, che sorpresa! Cosa ci fai qui, piccola solitaria?» esclamò, mentre un sorriso gli si formava sul volto.
«Sono venuta a ricordarti che stai diventando vecchio» scherzai sorridendo.
Lo osservai per bene. I pantaloncini bianchi che lasciavano scoperti i polpacci, la maglietta azzurra che faceva risaltare in modo destabilizzante il colore dei suoi occhi e i capelli disordinati come quelli di Harry Potter.
Lui inarcò il sopracciglio, poi si fece da parte lasciandomi entrare.
Chiuse la porta e io mi girai verso di lui. Poi, prima che uno dei due potesse dire una qualsiasi cosa, mi avvicinai e lo baciai. Mi mancava sempre così tanto quando non eravamo insieme!
Lui rispose al bacio, facendomi quasi perdere la testa, e strinse le braccia intorno a me tirandomi più vicina.

«Tanti auguri!» dissi appena le nostre labbra si separarono.
Lui mi guardò con una luce negli occhi «Grazie, vale la pena compiere gli anni solo per questo».
«Ma se ci baciamo sempre!» esclamai sorridendo.
«Di solito prendo io l'iniziativa» rispose lui alzando di nuovo il sopracciglio.
«E non ti piace?» chiesi appoggiando la borsa per terra. Riportai gli occhi su di lui, poi gli appoggiai le mani sul petto e feci incontrare di nuovo le nostre labbra.

Lui rispose al bacio, imprigionandomi nella sua stretta.
Riemersi dopo qualche minuto da quella bolla che ci eravamo creati, leggermente senza fiato.
«Così va bene?» chiesi alzando lo sguardo.
«Così metti a dura prova il mio autocontrollo» rispose lui accigliato.

«Perché, cosa vorresti fare?» chiesi accennando un sorriso.
«Non provocarmi, piccola solitaria» rispose togliendomi le mani dal suo petto «Non finché non sarai pronta».
Mi prese una mano e, tenendomi l'altra, mi fece girare. Facendomi così finire completamente intrappolata nel suo abbraccio. La mia schiena contro il suo petto.
Ebbi un brivido.

«Sei bellissima» mi sussurrò nell'orecchio. Per poi appoggiarmi le labbra sul collo.
Chiusi gli occhi, lasciandomi completamente nelle sue mani.
«Tu sei bellissimo» risposi a bassa voce «E mi stai facendo morire».

Rimanemmo qualche istante in quella posizione, poi mi liberò le mani, io riaprii gli occhi e mi girai verso di lui. E lo abbracciai.
«Sei la cosa migliore che mi sia mai capitata, non mi stancherò mai di dirlo. Grazie di esistere!» sussurrai.
«Potrei dire la stessa cosa di te, piccola solitaria».
«Non è vero, io ho bisogno di te. Tu non hai bisogno di me...» puntualizzai.
«Dovresti smetterla di sottovalutarti, sei molto più preziosa per me di quello che tu credi».

A quelle parole alzai gli occhi cercando i suoi. «Non è che per caso hai fatto un corso per imparare a dire sempre la cosa giusta?» chiesi inarcando il sopracciglio e accennando un sorrisetto.
Lui sorrise e scosse la testa «È tutta opera mia».
«Vedi? Sai sempre cosa dire per farmi cadere ai tuoi piedi. Non che ce ne sia bisogno, in realtà ero già spacciata molto tempo fa».
Lui rise, poi mi stampò un sonoro bacio sulla fronte.

Sospirai. «Meglio che mi stacchi da te, altrimenti non combineremo niente di utile oggi».
Mi allontanai dal suo petto e recuperai i regali dalla borsa.
Poi glieli porsi «Sono per te, spero ti piacciano».
Lui li prese «Grazie piccola».

Mi tolsi finalmente la giacca e la appesi all'attaccapanni. Poi lo seguii sul divano e mi sedetti al suo fianco.
Scartò il primo regalo trovandosi davanti un libro che speravo gli sarebbe piaciuto. Era "Inferno" di Dan Brown.
«Ho visto che nella tua libreria ne hai alcuni dei suoi, spero ti piaccia» spiegai stringendomi nelle spalle.
«Certo che sì, grazie» rispose sporgendosi a baciarmi la guancia.

Poi aprì l'altro.
Avevo comprato una bella cornice e avevo fatto stampare una foto che mi aveva passato mio fratello. Aveva catturato il nostro bacio in riva al mare, durante la nostra piccola vacanza. Si vedevano le nostre figure illuminate dalla luce della luna e da quella debole proveniente dai lampioni in lontananza.

Quando avevo visto quella foto avevo subito pensato che fosse bellissima. Non potevo non farla vedere a lui.

Gabriele la osservò, poi si girò a guardare me.
«Questa foto è stupenda, piccola solitaria» disse facendomi un sorriso disarmante.
«Finirà in camera mia, così potrò guardarla quando mi sveglio e prima di addormentarmi» continuò prendendomi la mano e facendomi alzare.

Mi guidò lungo il corridoio e dentro una stanza, che a quanto pareva era la sua camera.
C'era un enorme letto al centro, un armadio gigante sulla sinistra, e un mobile sulla destra dove era appoggiato un portatile. Era semplice, ma molto bella.
«È tipo tre volte la mia camera» dissi guardandomi intorno.
«Sono i vantaggi dell'abitare da soli» rispose lui facendo un sorrisetto.
Gli feci la linguaccia.

Lui posò la cornice con la foto sul comodino, poi tornò davanti a me.
«Sul serio mi hai fatto la linguaccia?» chiese con tono molto divertito.
«Sì» risposi ridendo.
Lui alzò il sopracciglio. Poi si avvicinò con uno sguardo diabolico, facendomi arretrare e inciampare sul bordo del letto, finendo completamente distesa.

«No no, cos'hai intenzione di fare?» chiesi mettendo le mani avanti.
«Chi lo sa» rispose semplicemente, chinandosi in avanti.
Arretrai fino alla testiera del letto, che tra l'altro era anche molto morbido e invitante.
«Mi fai paura quando fai così» dissi seguendo i suoi movimenti.
Si avvicinò fino a trovarsi sopra di me, le mani appoggiate di fianco alla mia testa per sorreggerlo.

I miei occhi passarono dai suoi, alla sua maglietta che lasciava scoperta una striscia di pelle. Senza pensare, allungai la mano e la posai lì.
«Stai tentando di farmi dimenticare quello che volevo farti?» chiese a bassa voce.
«Tu volevi farmi il solletico» replicai «Qualsiasi cosa per fermarti».
Lui rise «Non mi aspettavo una cosa del genere da te».
«Nemmeno io, l'ho fatto senza pensare» risposi arrossendo completamente.
Avvicinò il viso al mio e io chiusi gli occhi quando le nostre labbra entrarono in contatto.

Qualche minuto, e poi tornammo a guardarci.
«Sei la mia rovina» disse lui.
«E tu la mia» risposi.
  
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