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Autore: TeamFreeWill    19/07/2017    9 recensioni
Questo conta per i due fratellini. Stare insieme. :)
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, John Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
- Questa storia fa parte della serie 'Prima dell'inizio'
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"Dean forza svegliati. E' mezzogiorno!" disse Sammy scuotendolo dolcemente. La mano sulla spalla a pochi centimetri dal suo viso.

Dean si girò e mugugnò qualcosa d’incompresibile, la voce roca e bassa. Gli occhi verdi erano liquidi e arrossati quando li aprì lentamente.

Sam, con i suoi famigerati occhioni da cucciolo, era seduto sul bordo del letto e quando lo vide in quella condizione, mise d'istinto la mano sulla fronte. Era accaldata.

"Sam che fai?! Sto bene!" rispose il maggiore cercando di alzarsi, ma gli girò la testa e si ricoricò sbuffando e affondando di nuovo la testa nel cuscino. Poi si tirò su lentamente e appoggiò la schiena alla spalliera del letto.

"Hai la febbre cavoli! E sei caldissimo. Oggi mi occupo io di te! Tu non ti muovi da lì” constatò Sam con fare preoccupato.

Si diresse in cucina poi. Cominciò a trafficare con il fornello, aprì le varie mensole con fare indaffarato e iniziò a preparare il pranzo insomma.

Dean lo guardava divertito. Di solito era lui che se ne occupava. "Sammy non sto mica morendo! Calmati" disse scherzando, con una faccia che era tutto un programma.

Sammy si fermò e poi lo guardò malissimo a quella esternazione fuori luogo dicendo "Smettila! Non voglio sentire questi discorsi brutti!!" Poi ritornò a controllare il fornello.

"Va bene, scusa dude!" gli rispose il maggiore sorridendo intenerito. Il suo fratellino era così dolce e sensibile.

"Comunque perché sei andato a caccia ieri mattina nonostante avessi mal di gola da due giorni? Sei rientrato solo questa mattina all'alba. Ieri era il tuo quindicesimo compleanno e papà l'ha rovinato!" disse Sammy, mentre buttava della pastina nel brodino che gli stava facendo. Il tono della voce stizzito.

Dopo aver mescolato il tutto, si girò verso il maggiore aspettando una risposta. Braccia incrociate. Rigido. Fissò i suoi occhi in quelli del maggiore.

Dean divenne serio tutto di colpo. “Sai dovevo aiutare papà con la caccia…non potevo rifiutarmi....comunque mi ha riportato a casa quando si è reso conto che non stavo bene” rispose, ma non ricambiò il suo sguardo.

Lo sguardo di Sam divenne di puro odio. “Il padre dell'anno! Ieri mattina sono stato zitto, ma appena ritorna a casa mi sente!” gridò arrabbiato stringendo i pugni.

“Sam non litigare con lui…Ti prego!” Dean lo supplicò e lo pregò.

“Va bene!” sbuffò il moro. Poi si girò e constatò che tutto era pronto. Armeggiò con il tegamino, versò la minestra nel piatto e preparò un'insalata con formaggio e verdura di stagione per lui e per il maggiore.

Si avvicinò cauto al maggiore con il vassoio pieno di roba. Il maggiore lo prese e se l’appoggiò sulle gambe.

“Pranzo a letto! Mi piace! Devo avere la febbre più spesso! Anche se avrei preferito un bel hamburger con patatine fritte. Brodino e insalata... insomma non è proprio il pranzo dei campioni!” disse Dean e Sammy rispose, incrociando le braccia, “Mangia e non fare i capricci. Su! O vuoi che ti faccia l'aeroplanino?”.

Il maggiore si mise a ridere e iniziò a mangiare, mentre Sammy era tornato in cucina a prendere la sua insalata invernale. Si sedette su una sedia a mangiarla, mentre osservava il fratello! Stava mangiando di gusto! Però volle chiederglielo comunque.

“Com’era?” chiese trepidante appena vide Dean spostare il vassoio con i piatti vuoti sul comodino accanto al letto. Aveva mangiato tutto!

“Buonissimo e bravo il mio fratellino! Potrei abituarmici a essere servito e riverito! Bè...Vieni qui ora!” e Sammy non se lo fece ripetere due volte.

Si lanciò sul letto e lo abbracciò stretto. “Grazie Sammy” disse il maggiore, il tono della voce dolce a un Sam felicissimo di essersi preso cura di lui per una volta tanto.

Poi, d'un tratto, Sammy si staccò dal maggiore con ancora un bellissimo sorriso sulle labbra, scese dal letto di scatto e corse verso la cucina. "Ehi lasci qui da solo il tuo fratellone ammalato?" chiese Dean, ma Sammy non rispose. Si limitò a scuotere la testa.

Arrivato in cucina aprì il frigo e ne prese una piccola torta. Era una torta semplice: panna e cioccolato con alla base del pan di spagna.

Per fortuna l'elettrodomestico non era nella visuale di Dean, così poté appoggiarla al bancone e tagliarne due fette e metterle su due piattini. Il resto lo rimise in frigo per il padre per quando sarebbe tornato.

Quando ritornò verso il letto di Dean, al biondo gli s’illuminarono gli occhi vedendo il dolce. "Ma cosa?...Ma quando l'hai presa?" disse tutto contento e sorpreso.

Sammy divenne serio e raccontò che l' aveva presa il pomeriggio prima alla pasticceria all'angolo finita la scuola.

Voleva festeggiare con lui e il padre il quindicesimo compleanno del suo fratellone alla sera. Insomma sperava che rientrassero in tempo, ma dovette passare la serata da solo. Come sempre il padre dava priorità alla caccia e alla vendetta.

"Sammy oddio...Sono un vero idiota..." rispose amareggiato il maggiore. Sam gli si avvicinò e gli porse il suo piattino, dicendo, "Non è colpa tua Dean! Tieni". Sul viso apparve un dolce sorriso, con tanto di fossette.

Il maggiore non ne era tanto convinto, comunque annuì per farlo contento. Non voleva far intristire ancora di più l'unica ragione che dava luce alla sua vita.

Poi prese il piattino e iniziò a mangiare quel ben di Dio. "E' buonissima! Grazie per la sorpresa! Piacerà anche a papà!" disse il biondo con gli occhi un po’ lucidi...Sammy sorrise ancora e annuì mentre si sedeva vicino al maggiore sul letto mangiando la sua fetta.

Una volta finito il dolce e portato i piatti e il vassoio nel lavabo, i due iniziarono a chiacchierare e a ridere. E anche a tormentarsi a vicenda.

Si perché Dean, nonostante la febbre, era sempre il solito birbante.

Adorava fare il solletico o prendere in giro Sam: lo chiamò per la prima volta Samantha!

"Dai è azzeccatissimo come nomignolo! Hai capelli troppo lunghi e vederti indaffarato ai fornelli è stato il massimo! Ti mancava solo il grembiule!" rise il maggiore all'ennesimo "Smettila!" del minore, rosso come un peperone, che poi aggiunse sadico "O vuoi che dica a tutte le tue conquiste che il grande Dean Winchester urla come una femminuccia quando ha paura di qualcosa?!"

Dean a questo punto si zittì e disse "Non lo faresti piccola peste!" "Scommettiamo?" rispose di rimando il minore, per poi sorridergli dolcemente all'improvviso.

"Ti voglio bene Dean. Tanto. Tanto" confessò quella verità ovvia per poi abbracciarlo di slancio con fare possessivo. Dean ricambiò la stretta rispondendogli commosso "Lo so, piccolo. Lo so." Erano felici. Anche se erano solo loro due. Questo bastava. Nient'altro.

Inutile dire che quando il padre ritornò al motel verso l'una di notte trovò i ragazzi addormentati nei loro letti. Dean a pancia in giù, un braccio sotto il cuscino, il volto girato verso Sam. Sereno. La febbre passata.

Il minore anch'esso era a pancia in giù con un dolce sorriso, il volto girato verso il maggiore. Li guardò intenerito, poi si diresse in cucina sospirando. Che padre era?! Uno scellerato.

Notò appena il foglio attaccato con lo scotch sul frigo, illuminato dalla penombra della luce lunare. Un foglio scritto da Sammy.

Il minore glielo aveva scritto quando era andato a bere, mentre suo fratello dormiva beato.

"Ti abbiamo lasciato una fetta di torta. Se non lo ricordavi l'altro giorno era il compleanno di Dean. Non voglio litigare, l'ho promesso al mio fratellone, quindi buttalo"

Lesse questo poi lo buttò nel cestino lì vicino. Non voleva neanche lui litigare o far litigare i suoi figli tra loro.

Il padre a questo punto aprì l'elettrodomestico e prese il piatto, si sedette sul tavolo vicino alla finestra e iniziò a mangiarla.

Si meritava la ramanzina. "Mi dispiace ragazzi" sussurrò tra sé e sé amareggiato, il cuore comunque indurito dal dolore per la perdita di Mary.

Si alzò e posò il piatto sul lavabo. Poi si diresse a letto. Si buttò letteralmente in quel materasso troppo vecchio e consumato, che cigolò sotto il suo peso. Dormì un sonno senza sogni.

Proprio come era lui. Un uomo a cui avevano strappato la gioia di vivere. Strappato via i sogni, strappato via un pezzo di cuore, e quello rimasto si era talmente indurito da far soffrire le uniche due gioie che gli erano rimaste.

Comunque sia il giorno seguente avrebbe ringraziato i figli per il dolce e fatto gli auguri a Dean nel suo solito modo duro e poi, come al solito, sarebbero ripartiti per un'altra città, un'altra caccia, un altro motel, un'altra scuola. Solita routine. Solita vita.

L'unica consolazione era che almeno i suoi figli avevano l'un l'altro e sarebbe per sempre stato così.
 
 
 
Note autrice
Lilyy thank you come sempre per avermi segnalato gli errori di battitura ^^
Grazie a chiunque ha avuto la pazienza di leggerla. Ciao a tutti.
  
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