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Autore: NavierStokes    19/07/2017    6 recensioni
Era la seconda volta che Alec si fermava a dormire da lui ed entrambe le volte aveva scelto il divano. Magnus sapeva che per lo shadowhunter lui era il primo e non voleva mettergli pressione di alcun tipo, per Alec avrebbe potuto aspettare per sempre, in fondo era da quattrocento anni che lo stava aspettando. Sorrise a quel pensiero e si diede mentalmente dello stupido, lui il Sommo Stregone di Brooklyn innamorato di un ragazzino di diciassette anni che per di più era un cacciatore di demoni? In quel momento Alec si mosse, dischiudendo impercettibilmente la bocca perfetta e Magnus dovette distogliere lo sguardo, perché il desiderio di baciarlo stava diventando soffocante.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Un po' tutti
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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ANGOLO AUTRICE

Ciao a tutti, volevo innanzitutto ringraziare chi ha messo la mia storia tra le preferite/seguite, ho finito il capitolo prima del previsto e ve lo posto, è un capitolo di transizione quindi non succede nulla di rilevante, però sarà utile per il seguito, quindi vi lascio alla lettura.


2.  Insicurezze


Alec aveva indugiato più tempo del previsto sotto l'acqua, stavolta calda, della doccia di Magnus. Aveva ancora il fiato corto per quanto successo, non sapeva come comportarsi, da una parte pensava che fosse normale quel che era accaduto in quel bagno pochi istanti prima, dall'altra parte tuttavia si sentiva inquieto. Sia perché più avanti si spingeva con Magnus e più avrebbe dovuto mentire a tutte le persone a cui voleva bene, rischiando di non riuscire più a gestire quella doppia vita, sia perché prima o poi Magnus si sarebbe aspettato qualcosa da lui e non era sicuro di esserne all'altezza.
Viveva la sua inesperienza, unita alla difficoltà di accettare la sua sessualità, come un insormontabile limite, che minava inesorabilmente la sua relazione, se così poteva essere definita, con lo stregone.
Aveva il costante terrore che da un momento all'altro tutto sarebbe andato all'aria e che il responsabile sarebbe stato proprio lui.

Ben diversi invece erano i pensieri di Magnus, dall'altra parte del loft, seduto sul divano con in braccio il Presidente Miao. Si domandava se non avesse sbagliato a forzare Alec, forse avrebbe dovuto ascoltare il ragazzo ed uscire dal bagno quando glielo aveva domandato, ma dopo aver capito che il comportamento dello shadowhunter era dettato solamente dall' inadeguatezza, che gli pesava addosso come un macigno, Magnus aveva deciso che doveva restare. Con il suo gesto lo stregone non intendeva solamente far provare al ragazzo qualcosa di fisico, voleva dimostrargli quanto fosse perfetto, puro e giusto, non c'era niente di sbagliato in Alec e odiava che fosse cresciuto in un clima che gli aveva inculcato quelle convinzioni retrograde. Sperava di averlo in qualche modo aiutato a sboccarsi da quel malessere che lo faceva continuamente sentire in colpa, quando invece avrebbe semplicemente dovuto vivere la sua vita ignorando i commenti e i pensieri degli altri shadowhunters. Ma non era convinto di aver veramente agito nel modo più corretto dentro quel bagno, quattrocento anni di esperienza di vita non servivano a niente con quel ragazzo, pensò rammaricato, e il fatto che provasse sentimenti mai provati prima non aiutava di certo.
Presidente Miao scivolò velocemente giù dalle gambe dello stregone e Magnus fu riscosso dai propri pensieri, seguì con lo sguardo il gatto fino a posare gli occhi su delle gambe fasciate in pantaloni neri consunti, alzò lo sguardo e si perse negli occhi blu di Alec, intensi e profondi come l'intero universo. Era bellissimo, nonostante la maglietta nera sbiadita e informe, che copriva il fisico statuario del ragazzo, Magnus ringraziò mentalmente di essersi beato di quel corpo meraviglioso solo pochi minuti prima, altrimenti dubitava che si sarebbe trattenuto dallo strappargli i vestiti di dosso ora.

Alec del canto suo sentendosi addosso gli occhi felini di Magnus che tanto amava, pensò che lo stregone stesse rivalutando la loro relazione, probabilmente si aspettava che lui ricambiasse in qualche modo quel che gli aveva fatto, oppure lo stava compatendo per il modo patetico in cui si era lasciato travolgere in bagno. Detestava non essere all'altezza della situazione, si era sempre impegnato negli studi per non essere mai impreparato, si era allenato con l'arco per poter difendere i suoi compagni in modo da non dover mai essere ritenuto inutile o superfluo ed ora era esattamente così che si sentiva: inadatto e indesiderato agli occhi di Magnus.
- Devo andare - disse a mezza voce, rivolgendo a Magnus un cenno del capo e iniziando ad incamminarsi verso la porta.
- Alexander - lo richiamò, alzandosi dal divano.
Alec si girò di nuovo, facendo vagare gli occhi sulla figura dello stregone, soffermandosi sulle punte rosate dei suoi capelli, sulla matita scura che faceva brillare quei meravigliosi occhi verdi dalle pupille verticali, sulla pelle ambrata del petto lasciata scoperta dalla vestaglia da camera e poi dovette distogliere lo sguardo, era sicuro che lo avrebbe lasciato, sicuramente in bagno aveva fatto qualcosa di sbagliato, non era all'altezza di Magnus.
- Vuoi dirmi cosa c'è che non va?
- Io non so come comportarmi - ammise Alec e Magnus fu grato che fosse un ragazzo così limpido e senza giri di parole.
- Non sai come comportarti tra di noi?
Improvvisamente Alec alzò lo sguardo sugli occhi dell'altro, il "noi" che aveva usato lo aveva riempito di nuova speranza, forse non voleva lasciarlo.
- Sì, vedi Magnus io... - fece una pausa incerto su come continuare, mentre le guance assumevano le sfumature del rosa più intenso - io non so se ti aspetti qualcosa da me, perché io non so se sono capace, non vorrei sbagliare, io...
Fu interrotto dalle labbra del figlio di Lilith, che non era riuscito a resistere al discorso di Alec, la sua insicurezza unita al rossore sulle sue guance, mandavano Magnus completamente fuori di testa. Lo shadowhunter fu inizialmente colto di sorpresa, ma poi dischiuse le labbra per offrire la propria bocca all'altro, ancora ignaro del fatto che lo stregone gli aveva già offerto il suo cuore. Fu un bacio dolce, carico di trasporto, finché, come sempre, Alec non reagì di sua iniziativa.
Spinse Magnus contro la parete, bloccandogli le braccia sopra la testa con una mano sola, mentre faceva vagare l'altra sui pettorali lasciati ormai completamente scoperti dalla vestaglia da camera. Contornò con le labbra, gonfie ed umide per i baci appena scambiati, la mascella dello stregone, per proseguire poi con una lenta tortura di lingua e denti dall'orecchio al collo. Amava il sapore di quella pelle caramellata e non tralasciò di assaporarne alcun millimetro, lambì la clavicola di Magnus con la punta della lingua ed il nascosto, in risposta, gli morse una spalla da sopra i vestiti. Poi improvvisamente Alec sentì qualcosa di duro premere contro la gamba e si allontanò come scottato da Magnus, che stava ancora addossato alla parete con gli occhi socchiusi.
- Devo andare - disse in modo forse troppo brusco e uscì velocemente dal loft del sommo stregone di Brooklyn, lasciando il proprietario di casa interdetto e confuso per il suo comportamento.
"Lightwood" pensò tra sé Magnus "chi li capisce è bravo".
- Presidente dove sei? - urlò a gran voce lo stregone - Presidente non osare scappare anche tu, ho bisogno di un buon drink - poco importa che sia prima mattina dopotutto - e mi serve qualcuno che ascolti i miei problemi di cuore!

ANGOLO AUTRICE
Vi è piaciuto? Io non riesco a capire se ne sono soddisfatta oppure no, ogni qual volta finisco di rileggerlo mi pare faccia schifo, specie perché non riesco ad inquadrare come dovrei i caratteri dei protagonisti, mi pare ogni volta che provo a tracciarne le personalità di perdere qualche cosa... Inoltre sto dando una piega forse troppo introspettiva... Non so...se non vi piace il modo in cui lo sto scrivendo fatemi sapere, si può sempre migliorare.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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