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Autore: pikychan    19/07/2017    1 recensioni
(Pearlshipping)
«Pensavi? A cosa?» domanda curioso.
«A tutto.» risponde ricominciando a guardarlo. «Alle gare, ai Pokémon, a oggi...».
Segue un lungo silenzio riempito solo dalla luce della luna e delle stelle.
«Stasera la luna è bellissima.» commenta Lucinda. «E anche le stelle.».
«Hai ragione.» osserva anche lui. «Ehi, ora che ci penso, mi avevi detto che all’asilo ti chiamavano Lunatica Luccicante!» esclama tornando a guardarla.
«E questo ora che centra?» domanda non nascondendo la sua irritazione.
«Niente, mi è solo venuto in mente.» risponde orgoglioso della sua stessa risposta.
«Molto spiritoso.» ridacchia accettando lo scherzo.
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Lucinda partecipa a una gara di Hoenn e conosce Serena. Tra le due nascere un'amicizia, ma viene stroncata sul nascere dalla presenza di Ash.
Lucinda pensa ci sia qualcosa tra i due, così, decide di ripartire al più presto. Per una serie di avvenimenti le sarà, però, impossibile tornare a casa.
Cosa succederà? Il rapporto tra i due resterà invariato o, qualcosa, cambierà?
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ash, Lucinda, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
- Questa storia fa parte della serie 'Pokémon: Le mie fanficition sulla pearlshipping'
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Lunatica Luccicante


«Piplup, usa ancora una volta Bolleraggio!» ordina Lucinda.

Lei e Piplup si stanno allenando nell’edificio dove il giorno successivo si sarebbe tenuta la gara. Il Pokémon esegue il comando utilizzando la tecnica imparata nelle ultime settimane.

Le bolle, sparate da Piplup, continuano ad accumularsi creando una, vera e propria, muraglia.

«Bene!» esclama già vittoriosa. «Ora usa beccata come al solito!».

Piplup usa la mossa richiesta scoppiando appositamente, solo, le bolle più interne. Dopo poco anche tutte le altre scoppiano generando una serie di schizzi coordinati, scintillanti, che provocano un effetto arcobaleno.

«È stupendo!» esclama una ragazza bionda stringendosi le mani sul cuore.

«Bel lavoro Piplup!» dice Lucinda abbracciando il Pokémon.

Sente degli applausi provenire da più lontano. Si guarda stupita, perché pensava non ci fosse nessuno.

Lei e Piplup vedono una ragazza applaudire entusiasta nella platea. Non hanno idea di chi sia, Lucinda può solo ipotizzare sia una partecipante alla gara.

«Ciao, non sapevo ci fosse qualcuno qui.» saluta avvicinandosi con il Pokémon pinguino, ancora, in braccio.

«Scusami.» dice l'altra mortificata. «Mi chiamo Serena, partecipo anch'io alla gara di domani.».

Lucinda la guarda stupita, ma allo stesso tempo felice. «Piacere, io mi chiamo Lucinda.» sorride.

Anche Piplup sorride e saluta.

«Sei davvero brava a combinare le mosse!» dice Serena entusiasta.

«Davvero?» emette Lucinda in difficoltà. «È tutto merito di Piplup, ci siamo allenati tanto.» sorride portando le guance di Piplup contro le sue in gesto di affetto.

Serena la guarda perplessa, ma allo stesso tempo con ammirazione.

 

Le ragazze escono da una gelateria. Ognuna di loro ha in mano un gelato alla crema.

«Quindi vieni da Sinnoh?» le chiede curiosa Serena.

Le due si siedono su una panchina.

«Da Duefoglie precisamente, tu?».

«Da Kalos.» risponde. «Dalla città di Soffiolieve!» aggiunge frettolosamente.

«Wow.» commenta girandosi avanti. «Un giorno vorrei andarci.» aggiunge sognante. «Ne ho sentito parlare molto bene.».

Serena era sempre più sorpresa dalle parole della ragazza. Non era solo quello che diceva, ma la spontaneità che emanava.

«Ehm... io vorrei andare a Sinnoh!» esclama sorridendo sforzata.

«Ah sì?» ora è Lucinda a guardarla confusa. «Beh, magari ti potrei fare io da guida turistica.» sorride.

Suona il cellulare di Serena dalla sua tasca. Lo prende e guarda chi l'ha chiamata.

«Ora devo andare.» annuncia chiudendo il telefono per poi alzarsi in piedi. «Ci vediamo domani!» esclama facendo un rapido cenno di saluto. Corre via e sparisce in un colpo d’occhio.

«A domani!» sorride Lucinda rimanendo ancora seduta.

Quando è sicura che Serena se ne sia andata sospira. Tira fuori dalla borsa il primo fiocco di sua madre e lo guarda. Il suo sguardo si fa più sicuro man mano che il tempo passa, vuole assolutamente dare il massimo nella gara. È sicura che riuscirà persino a vincere, dopotutto lei e Piplup si sono allenati molto.

 

La sfida si conclude con una serie di round spettacolari. Lucinda riesce a passare alla fase successiva, mentre Serena no.

Il pubblico è davvero numeroso e la confusione regna sovrana, soprattutto quando la gara è in pausa.

«Serena!» esclama un ragazzo con il braccio alto tra il pubblico.

«Ash!» esclama a sua volta correndo da lui. «Che ci fai qui?!» domanda felice.

«Sorpresa.» dice ridendo. «Ho molto tempo libero ultimamente.» aggiunge sorridendo.

Lucinda da lontano vede Ash e rimane davvero sorpresa. «Ash...» sussurra tra sé e sé. «Conosce Serena...?».

Lucinda rimane imbambolata ad osservare i due che ridono tra loro.

«Mi dispiace tu abbia perso.».

«Tranquillo, era la prima volta che provavo a sostenere una gara del genere.» sorride. «Senti, possiamo rimanere fino alla fine?».

Ash la guarda per un istante esitante, ma poi annuisce con decisione.

 

La gara riprende e gli sfidanti si affrontano due a due. Lucinda riesce ad arrivare alla fase finale, anche se vince l'ultima sfida con fatica.

Si siede sfinita sulla poltroncina dietro alle quinte. Si trattiene la testa con le mani e Piplup la guarda preoccupato.

«La pausa è finita.» annuncia la presentatrice. «Riprende ora la sfida tra...».

Lucinda si alza con determinazione, ma poi si risiede subito con aria avvilita.

«Chi è Lucinda?» chiede qualcuno della produzione.

«Sono qui!» alza la mano per poi alzarsi e correre via.

 

Nonostante il nervosismo Lucinda sostiene una bella sfida e riesce a vincere con netto vantaggio.

Tornata dietro le quinte chiama, immediatamente, sua madre tramite videochiamata.

«Ciao Mamma!» saluta euforica.

«Congratulazioni tesoro.» sorride lei.

«Sono così felice!» esclama facendo un paio di piroette.

«A quest'ora non dovresti essere sul palco per le premiazioni?».

Alle parole della madre la ragazza si ferma con aria terrorizzata.

«È vero!» esclama agitata. «Ti richiamo dopo!» aggiunge in ansia premendo il tasto di fine videochiamata.

Senza rendersene conto dalla foga fa qualche passo indietro e finisce contro qualcuno che fortunatamente l'aiuta a tornare in equilibrio.

«Scusami!» si volta verso il suo salvatore ancora agitatissima.

Quando vede che è Ash dalla sorpresa prende colore e non riesce quasi più a pensare. Anche lui la guarda confuso senza riuscire a trovare niente da dire.

«Scusa ancora!» esclama Lucinda scappando nella direzione del palco.

Lucinda riesce ad arrivare in tempo alle premiazioni e tutto finisce in non più di dieci minuti. La sala si svuota in pochissimi tempo, così rimangono veramente poche persone.

«Lucinda!» la raggiunge Serena.

«Serena!» le sfugge stupita di vederla ancora lì. «Grazie per essere rimasta fino alla fine.» sorride sinceramente.

Sentono dei passi e anche se non lo vede Lucinda sa già che si tratta di Ash. Le prende di colpo il panico...

«Ora devo andare.» si sforza di mantenere il sorriso.

«Di già?» emette delusa.

La ragazza decide di ignorarla, perché i passi si fanno sempre più vicini. Se non se ne va subito rischia di incontrarlo.

Alla fine, inevitabilmente, le loro strade si incrociano. Fa finta di niente tenendo basso il capo e procede spedita per la sua strada.

 

Lucinda prepara velocemente la roba nella borsa. Vuole partire in più velocemente possibile per Sinnoh. Non vuole più restare a Hoenn ora che lo ha visto...

La cerniera della borsa si blocca. Cerca di disincastrarla con scatti veloci, ma non fa che peggiorare le cose.

«Lucinda?» la sorprende la voce di Serena.

Lucinda alza la testa sorridendo meccanicamente. Non può fare a meno di chiedersi se là seguita… che cosa vuole dirle ancora?

«Stai partendo?» domanda con sguardo triste.

«Sì.» si sforza ancora di sorridere. «Vado a casa, mamma vorrà festeggiare.».

«Salutami tua mamma allora.» sorride con aria furba Ash andando di fianco a Serena.

«Ash...» sussurra involontariamente Lucinda.

Gli occhi le si riempiono di colpo di emozione. Le sembra così irreale ritrovarselo davanti dopo tanto tempo.

«Ciao Ash.» saluta sorridendo nostalgicamente.

«Vi conoscete?» chiede Serena girandosi prima verso l'uno e poi verso l'altra.

«Beh... sì.» risponde lei con voce un po' tremante.

Non sa che rapporto c’è tra Ash e Serena, ma lui le sembra più maturo e questo le basta a capire che quella ragazza ha una buona influenza su di lui.

«Ora scusatemi!» dice correndo via.

Non vuole piangere, ma sente che sta per credere. Vederli insieme le fa male. Vuole scappare il più lontano possibile da loro.

 

Si accorge di essere arrivata al porto solo quando sente l'odore del mare. Si ferma e guarda stupita quel posto come se fosse la prima volta che lo vede. Sente il rumore di una nave che salpa e, purtroppo, scopre che è proprio quella è che l’avrebbe dovuta riportare a Sinnoh.

Sconfitta, non le resta che sedersi sul molo e osservare l'orizzonte. Sospira abbattuta, almeno la voglia di piangere si è dissolta.

«Cosa guardi?» le chiede curioso qualcuno sedendosi accanto a lei.

Lucinda si volta a vedere di chi si tratta e appena lo scopre si alza in piedi. «A-Ash?».

«Smettila di stupirti ogni volta che ti parlo!».

La ragazza lo osserva per un po' attentamente, pensa che a giudicare dalla sua ultima frase non sia poi diventato così maturo. È come se prima si fosse contenuto solo perché era con Serena...

All'improvviso Lucinda si volta di lato con le braccia incrociate e il broncio. «Certo che hai proprio una bella faccia tosta, sparisci per anni e pretendi che le persone non si stupiscano neanche un po'...».

La ragazza aspetta una reazione, ma questa tarda ad arrivare. Sbircia con la coda dell'occhio il ragazzo e si stupisce nel scoprire che ha lo sguardo perso.

«Ash, va tutto bene?» chiede preoccupata.

Lui si alza in piedi tenendo la testa bassa facendo accrescere la preoccupazione di lei. Involontariamente deve averlo ferito, ma non era sua intenzione.

«Ash, io...» sussurra ancora preoccupata.

Non sa bene che dire, ma non vuole si faccia un'idea sbagliata. Si tratta solo di un malinteso, vuole farglielo capire prima che la situazione degeneri.

La ragazza sente che comincia a singhiozzare e in un primo momento pensa stia piangendo. Le si spezza il cuore nel sapere che è lei la causa delle sue lacrime… poi capisce che sta ridendo e tutta la sua preoccupazione si trasforma in rabbia.

«Sei terribile!» esclama con tutta la rabbia che ha in corpo.

Se ne va battendo pesantemente i piedi a terra per sottolineare la rabbia che prova.

Ash smette di ridere e la guarda andare via. È davvero molto arrabbiata, non immaginava avrebbe reagito così male… riconosce che ha esagerato.

«Ash!» arriva Serena. «Dov'è Lucinda?».

«È andata via.» risponde. «Ho esagerato.».

«In che senso?».

La ragazza non fa quasi in tempo a finire la domanda che un tuono il sorprende. Si alza il vento e Serena deve tenersi in cappello per non rischiare che voli via.

«Accidenti, sta per piovere.» emette Ash guardando il cielo. «Vado a cercarla!».

 

Lucinda si è seduta sul ceppo di legno di un albero tagliato e sospira esasperata. Non è riuscita a rallegrarsi della sua vittoria neanche un po' a causa di tutto quello che è successo.

«Ehi Lucinda!?».

A sentire il richiamo la ragazza si alza in piedi.

Ash la raggiunge e lei incrocia lei braccia irremovibile.

Il ragazzo la prende per un braccio e la comincia a tirare, ma lei oppone resistenza e alla fine molla la presa.

«Possibile che tu si ancora arrabbiata con me?!» sbotta Ash.

«Dimmi una sola cosa carina che mi hai detto da quando ti ho visto!» ribatte lei.

«Beh, ti ho detto...».

«Di salutare mia madre?» non lo lascia finire e completa la frase al suo posto. «Tranquillo, appena arrivo a Sinnoh lo faccio subito!».

Ash la guarda e anche se è chiaramente irritato non aggiunge altro. Quando riesce a calmarsi un po' riprende a parlare.

«È vero, non sono stato molto gentile, ma tu non me ne hai dato occasione!».

La ragazza lo guarda sorpresa, solo ora si è resa conto che le sue continue fughe hanno fatto precipitare la situazione.

«Congratulazioni per la vittoria.» sorride lui.

«Scusami tanto!» esclama l'altra quasi nello stesso momento chinando il capo.

Poco dopo inizia a piovere e Lucinda se ne accorge, così, rialza la testa.

«Ha cominciato a piovere...» osserva, piú che altro, tra sé e sé.

Ash la sorprende circondandola con le braccia e attirandola a se.

Lucinda non fa neanche in tempo a rendersi conto di cosa è successo che prende colore e comincia a sentire le guance calde.

«Sarà meglio trovare un riparo dalla pioggia.» dice. «Ho un ombrello nella borsa, Pikachu, potresti prenderlo?».

Pikachu obbedisce al padrone e con la coda gli passa l'ombrello che si apre grazie alla mossa Coda-acciaio.

Ash lascia Lucinda, ancora un po' rossa, e tiene l'ombrello in modo da coprire anche lei.

Cominciano a camminare e subito nessuno dei due dice niente.

«Non capisco.» rompe il ghiaccio Lucinda. «Se avevi l'ombrello perché non lo hai preso subito?».

«Mi sono ricordato di averlo solo poco fa.» risponde ridendo mortificato. «Scusami per prima.».

La ragazza lo guarda confusa. A cosa si riferisce?

«Non volevo che ti bagnassi.» si giustifica. «Non sei bagnata, vero?».

A quelle parole le guance di Lucinda iniziano a scottare. «N-no g-grazie...».

Il ragazzo la guarda un po' confuso, si chiede se Lucinda sta bene…

 

Tornati al Centro Pokémon Lucinda cominciata a tossire senza sosta. Ash e Serena la convincono a sedersi sul divanino. L’infermiera Joy dà loro anche una copertina azzurra e l'avvolgono per non farle sentire freddo.

«Lucinda, come ti senti?» chiede la ragazza bionda, preoccupata, in piedi di fronte a lei.

«Non preoccuparti, non è nulla di grave.» risponde sforzandosi di sorridere rassicurante.

Lo sguardo della ragazza dai capelli blu viene catturato da Piplup e Pikachu. I due, infatti, non hanno smesso un attimo di giocare e scherzare come hai vecchi tempi. È sollevata, perché almeno loro non hanno mutato il comportamento che tenevano l’uno con l’altro.

«Pikachu e Piplup sono molto amici, non trovi?» commenta Serena sorridendo.

Lucinda continua a osservarli con un sorriso un po’ amaro, a guardarli sembra che non sia cambiato nulla…

A un tratto dalla tasca di Lucinda fuoriesce una luce che assume sempre più la forma di un Pokémon. La ragazza rimane sorpresa e dopo qualche secondo si ritrova Buneary sul pavimento.

«Buneary?!» esclama sorpresa. «Ma come…?».

La padroncina non riesce neanche a finire la frase che Buneary le rivolge un sorriso per poi balzare via.

«Non ci posso credere!» esclama Serena. «Tu hai un Buneary!?» conclude entusiasta.

L’altra le sorride solo e poi segue con lo sguardo Buneary che va ad abbracciare Pikachu.

«Sono così carini!» commenta la ragazza bionda.

«Quindi avevi con te anche Buneary?» osserva Ash intromettendosi nella conversazione.

Le due lo guardano sorprese della sua entrata silenziosa. Serena gli sorride, ma Lucinda cerca di non farci troppo caso per non sentirsi la terza incomoda.

«Vado a prendere una boccata d’aria.» annuncia la ragazza dai capelli blu alzandosi e uscendo dal Centro.

 

Lucinda si è seduta su una panchina e sta parlando a qualcuno al cellulare.

«Pronto Mister Ho?» dice inizialmente. «Sono Lucinda, come sta Ambipom?».

Ascolta la risposta del mister e poi continua. «Pensavo di venire a trovarlo oggi, disturbo?».

Ascolta ancora che finisca di parlare.

«La ringrazio, sarò lì verso le quattro.» conclude sorridendo.

Riaggancia e osserva il telefono con un mezzo sorriso stampato sulle labbra.

«Parlavi con Mister Ho?» domanda Ash. «Come sta Ambipom?».

Lucinda lo guarda perplessa, da quando Ash riesce a sorprendere la gente arrivando all’improvviso?

«Ho sentito che vai a trovarlo, è da tanto che non lo vedo.» dice sedendosi sulla panchina. «Voglio venire.» aggiunge irremovibile.

La ragazza lo guarda come se avesse detto un’assurdità. Ora non se la sente proprio di andare da Ambipom con lui.

«Avrai sentito anche che io parto subito.» dice ferma. «Alle quattro devo essere là.».

«Lo so, ho sentito.» dice. «Infatti per me va più che bene!» sorride vittorioso.

La ragazza non può nascondere la sua delusione. In condizioni normali le avrebbe anche fatto piacere, ma ora sono passati anni e in più c’è Serena con lui…

«È un problema per caso?» chiede confuso.

«Eh?» emette colta di sorpresa. «No assolutamente!» esclama. «Però prima dovresti parlarne con Serena.» dice tornando seria.

Lui la guarda solo con aria, ancora, più confusa.

«Torno dentro a prepararmi.» decide la ragazza alzandosi in piedi.

Si dirige verso il Centro Pokémon e Ash la segue con lo sguardo.

 

«Quindi parti subito?» le domanda Serena.

Lucinda ha ritirato i suoi Pokémon nelle PokéBall e ora sta chiudendo la cerniera della borsa.

Riesce finalmente a chiuderla del tutto e guarda, vittoriosa, Serena. «Sì, vado a trovare Ambipom.» sorride.

Serena la guarda inizialmente confusa, ma poi sorride a sua volta.

«Allora io vado.» dice prendendo la borsa. «È stato un piacere conoscerti Serena.» sorride raggiungendo la porta.

«Non vale!» esclama Ash arrivando da un’altra stanza.

Le due ragazze lo guardano stupite e confuse.

«Qualcosa non va Ash?» gli domanda Serena.

«Ash, ti ho detto che sto partendo ora, non posso fare tardi.» dice Lucinda esasperata.

«E io ti ho detto che va bene!» esclama ancora. «Serena, andiamoci anche noi!» aggiunge poi rivolto verso alla ragazza.

Serena rimane spiazzata alla richiesta, mentre Lucinda non può credere alle sue orecchie. Dall’agitazione Ash ha finito per mostrare il suo carattere testardo anche a Serena.

«Ora è meglio che io vada.» sorride forzatamente Lucinda sperando di riuscire a svignarsela ora più che mai.

«Ma mi ascolti!?» chiede Ash totalmente in collera.

«Se ci tieni va bene.» sorride Serena. «Lucinda, per te va bene?» domanda poi rivolta alla ragazza.

«Certo.» sorride sforzata.

 

Arrivano davanti all’edificio e Lucinda non può fare a meno di sorridere nel rivedere quel posto.

«Quindi è questo?» chiede Serena ammirata.

«Non sapevo fosse così grande.» le fa eco Ash altrettanto stupito.

Quando ormai sono vicini alla porta Lucinda inizia a correre.

«Ehi Lucinda, aspettaci!» esclama Ash.

La ragazza arriva al bancone della reception dove dietro di essa si trova una ragazza.

«Salve, sono Lucinda.» saluta. «Sono venuta a trovare Ambipom.».

«Piacere di rivederti Lucinda.» sorride lei. «In questo momento Ambipom si trova nell’aula 115.» dice dopo aver consultato il computer.

«La ringrazio!» esclama entusiasta per poi correre via a passo sicuro.

Sa bene dov’è l’aula. È venuta un sacco di volte a trovare Ambipom.

 

Lucinda bussa all’aula 115 senza esitazione.

«Avanti.» si sente dire all’interno della stanza.

La ragazza apre quindi la porta e entra senza timore.

«Buongiorno Mister Ho!» saluta.

«Lucinda, ciao.» saluta a sua volta. «Sei venuta a trovare Ambipom?».

Lucinda non fa in tempo a rispondere che il Pokémon le corre incontro. Salta un paio di volte sul posto emettendo il suo verso.

«Ciao Ambipom!» lo saluta accarezzandolo sulla testa. «Come stai?».

«Buongiorno Mister Ho!» esclama Ash apparendo sulla porta.

«Ash, che sorpresa!» dice stupito. «Da quanto tempo!».

«Salve.» dice cordiale Serena. «Io sono Serena.» si presenta.

Mister Ho rimane decisamente confuso. «Sei la ragazza di Ash?».

Serena diventa all’istante come un peperone, ma non dice niente e neanche Ash. Lucinda invece si risente particolarmente della domanda, ma cerca di non darlo a vedere.

«Scusate, non intendevo essere indelicato.» dice il mister mortificato.

Ambipom va da Ash e saltella dalla gioia, poi, lo prende per mano. Trascina il ragazzo vicino a Lucinda e prende con l’altra mano anche lei. Saltella sorridente, poi, lascia le loro mani componendo un cuore con le braccia.

Ash e Lucinda lo guardano confusi, ma quando mette le braccia a cuore non fanno a meno di guardarsi per un attimo.

 

Lucinda e Ambipom sono in giardino. La ragazza è seduta su una panchina e osserva il Pokémon fare il giocogliere con una pallina da ping-pong. Di tanto in tanto applaude, poi, arriva Ash che si siede sulla panchina vicino a lei.

«Eccoti finalmente!» esclama. «Non puoi sparire e portarti via Ambipom così, sai?» sorride con fare furbo.

«Perché no?» chiede retorica. «Ti ricordo che Ambipom è un mio Pokémon.» dice orgogliosa.

«Ti ricordo che sono stato io a catturarlo.» precisa.

Ambipom si allontana dai due e saltella allegramente da tutte le parti per poi comporre un cuore con le braccia una volta di fronte a loro.

«Accettalo, per lui siamo come un padre e una madre.» dice Ash.

La ragazza non può credere lo abbia detto davvero. La imbarazza un sacco essere paragonata a una madre.

«Tu non sai quello che dici.» boffonchia girandosi in avanti anche se riconosce non sia un ragionamento per niente sbagliato.

Subito dopo comincia a tossire senza sosta come quando erano al Centro Pokémon a Hoenn.

«Tutto bene Lucinda!?» chiede Ash allarmato alzandosi in piedi senza neanche accorgersene.

«Sto… bene.» dice tra la tosse.

Ambipom vedendo la padroncina muta la sua espressione da felice a triste e accorre da lei.

«Sto bene piccolo.» dice cercando di non tossire troppo per non farlo preoccupare di più. «Non devi preoccuparti.» sorride forzatamente.

Ash ne approfitta per sentirle la fronte con la mano.

«Ma tu scotti!» esclama ritraendo la mano.

«Ti dico che sto bene.» dice seccata senza riuscire ad alzare la voce.

Il ragazzo si mette di spalle e si abbassa. «Forza sali, ti porto dentro.».

«N-non dire stupidaggini.» dice imbarazzata. «Ce la faccio da sola.» aggiunge alzandosi e camminando fino all’edificio.

 

«Scusi se vado via così presto.» sorride Lucinda anche se ormai allo stremo delle forze. «Tornerò sicuramente un’altra volta.».

«Figurati Lucinda, non preoccuparti e riprenditi.» la rassicura Mister Ho.

La ragazza gli sorride ancora una volta e poi passa a guardare Ambipom. È ancora triste e sembra capire perfettamente la situazione.

«Ambipom, ora vado, tornerò presto a trovarti.» lo accarezza sulla testa.

«Sicuri di non voler rimanere per la notte?» domanda Ho rivolgendosi ad Ash.

«No!» esclama Lucinda per attirare l’attenzione. «Non si preoccupi, prenderò l’ultima nave diretta a Sinnoh.».

 

Quando arrivano al porto la nave per Sinnoh sta per salpare.

«Lucinda, sei sicura di farcela?» chiede Serena preoccupata.

«Non preoccuparti, devo solo salire sulla nave e sedermi.» sorride rassicurante per quanto riesce.

Serena è molto preoccupata, ma non sa cosa dire. Ash invece ha le braccia incrociate ed espressione seria.

Ormai le guance di Lucinda sono così rosse da poter essere fraintese.

«Mi ha fatto piacere rivederti Ash, scusami se sono stata un po’ troppo dura.» sorride.

A quelle parole il ragazzo si scioglie. «Anche a me ha fatto piacere rivederti!».

Si avvicina per batterle il cinque, ma proprio in quel momento Lucinda sviene e cade tra le sue braccia.

 

«Lucinda?» la richiama Ash. «Lucinda!?» la chiama ancora nel panico.

 

Lucinda apre gli occhi e la prima cosa che vede è un tetto. Ancora intontita volta la testa di lato. Non può fare a meno di chiedersi dove si trova.

«Lucinda, stai bene?» le chiede ancora preoccupata Serena.

«Serena?» emette sorpresa. «Dove sono?».

«A casa di Ash.» risponde. «Di preciso nella sua stanza.» aggiunge sorridendo rassicurante.

A quelle parole la ragazza dai capelli blu si tira subito a sedere sul letto smarrita.

«Sei svenuta, non ricordi?».

Quando glielo dice Lucinda si ricorda di aver avuto un mancamento. Ash le si era avvicinato e proprio in quel momento era diventato tutto nero…

«Dov’è Ash?» chiede stupendosi da sola della sua domanda.

Serena la guarda comprensiva e dopo un paio di secondi risponde. «È andato a prendere una borsa del ghiaccio, Delia non ne aveva in casa, ha paura che ti si possa alzare di nuovo la febbre.» si sforza di sorridere.

Lucinda la guarda confusa, perché capisce che Serena sta sorridendo sforzata, ma si chiede perché.

 

«Vedo che stai meglio, che sollievo.» sorride Delia in cucina mentre lava i piatti.

Lucinda è entrata nella stanza e sorride alla donna con aria colma di gratitudine. Si è accorta solo ora di indossare una camicia da notte di Delia, le sta un po’ larga, ma apprezza moltissimo il gesto.

«Grazie mille, per l’ospitalità e scusi il disturbo.» dice.

«Non disturbi affatto.» sorride prima di concentrarsi nuovamente sui piatti. «Ash tornerà a momenti con la borsa del ghiaccio.».

Lucinda sorride imbarazzata. Serena glielo aveva detto, eppure l’idea di arrecare tanto disturbo non le piace per niente.

«Ti sei provata la febbre?» domanda Delia.

«No.» risponde Lucinda. «Ma ora mi sento molto meglio.» aggiunge sorridendo.

«Vieni Lucinda, meglio provarsela.» si intromette Serena.

La ragazza dai capelli blu ha un’espressione un po’ triste. Sa che la febbre non è sparita, se la sente addosso, ma di sicuro se lo sapessero non le permetterebbero di prendere la nave per Sinnoh.

 

«38 e mezzo.» legge Serena dal termometro. «È ancora molto alta.» osserva dispiaciuta.

«Ma io mi sento bene.» si sforza di sorridere l’altra. «Giuro, sono in gran forma!» esclama mostrando il muscolo.

La ragazza dai capelli biondi la guarda ancora più preoccupata.

Lucinda si stupisce di vederla così, credeva che la odiasse dal momento che Ash si preoccupa tanto per lei.

«Perché fai quella faccia?» domanda sorridendo mortificata. «Non mi credi?».

In quel momento la porta si apre e entra Ash.

«Ho la borsa del ghiaccio.» annuncia. «Lucinda? Sei sveglia?» emette confuso.

«Sì.» sorride, nuovamente, imbarazzata.

«Meno male! Quando sei svenuta avevi 40 di febbre, mi hai fatto morire di paura.» commenta ridacchiando. «Ora si è abbassata un po’?».

«38 e mezzo.» dice Serena con sguardo ancora preoccupato.

«Cavoli.» si lascia sfuggire Ash. «È davvero alta.».

Guarda poi Lucinda con aria pensosa, ma quando lei se ne accorge e gli rivolge uno sguardo stupito, sorride.

«Sono sicuro che la febbre non sopravvivrà ancora allungo.».

Lucinda lo guarda sempre più stupita. Si chiede perché si senta tanto in dovere di tranquillizzarla.

 

Lucinda si è sdraiata sul divano, con la borsa del ghiaccio sulla testa, e contempla il soffitto pensierosa.

«Se sei più comoda puoi sdraiarti sul letto.» le dice Serena seduta su una sedia di fronte a lei.

«No, grazie, sto bene qui.» sorride imbarazzata.

«Come ti senti adesso?».

«In gran forma!» esclama sedendosi e stringendo i pugni con aria vittoriosa.

«Scusami, ma non ti credo...» dice esasperata.

«Stavolta è la verità!» esclama, ancora, ferita.

 

«Hai ragione.» emette Serena ammirata guardando il termometro. «La febbre è quasi sparita.».

«Visto? Che ti dicevo?» sorride, definitivamente, vittoriosa.

Si alza in piedi e cominci a camminare verso una direzione precisa.

«Dove vai?» chiede Serena stupita.

«A vestirmi.» risponde.

«Ma la febbre non è ancora passata...» emette l’altra in ansia.

«Sono sicura che quando avrò finito di prepararmi non avrò neanche più una linea di febbre.» conclude raggiante non fermandosi.

 

Lucinda ringrazia, ancora una volta, Delia dell’ospitalità e saluta Serena che ricambia preoccupata. Esce di casa dirigendosi subito verso il porto.

«Piplup torniamo a casa.» annuncia al Pokémon che ha fatto uscire dalla PokéBall. «Dobbiamo solo prendere la nave per Sinnoh e la nostra parte tra venti minuti.» sorride.

Piplup la guarda preoccupato. Ha capito che la padroncina sta sbagliando e che stanno tentando di fuggire di nascosto. Se Ash dovesse scoprirli sarebbe un disastro.

La sfortuna vuole che il ragazzo sia proprio al mercato del pesce nel porto.

«Piplaaa!» esclama Piplup strattonando Lucinda per farla voltare.

«Cosa c’è Piplup?» chiede confusa voltandosi.

Prende, quasi, un colpo quando vede Ash alla bancarella del pesce. «Ash!?» si allarma, poi si tappa la voce consapevole dell’errore che ha fatto. «Bene, in questi casi...» sussurra tra sé e sé ridendo nervosa.

Sbatte contro qualcuno senza accorgersene e subito si ritrae.

Scopre che ha sbattuto proprio contro Ash. Ha le braccia incrociate e l’aria contrariata.

«Posso sapere cosa ci fai qui?!» domanda abbastanza in collera.

La ragazza arretra ancora di più e, quasi, rischia di inciampare tra i suoi piedi.

Vedendo che sta quasi per cadere il ragazzo cambia totalmente espressione e afferra la sua mano per aiutarla.

«Attenta!» esclama aiutandola a restare in equilibrio.

In quel momento i loro occhi si incrociano e si guardano con stupore.

«G-grazie.» mormora Lucinda ritraendo la mano e distogliendo lo sguardo.

«Figurati.» dice Ash come se niente fosse. «Allora? Che ci fai qui?».

«Sono guarita!» esclama subito. «Non ho più la febbre e voglio tornare a casa.».

«Non se ne parla.» dice con le braccia incrociate facendo segno di no con la testa.

«Ma perché!? Ti ho detto che sto meglio!».

«Meglio non è guarita.».

«Ma se ti ho detto anche che sono guarita!».

«So cos’hai detto.».

 

Mentre tornano Lucinda tiene il broncio e ha lo sguardo del tutto assente. Non si dicono una parola per tutto il tragitto, ma quando arrivano sul sentiero che porta alla casa di Ash, il ragazzo si decide a parlare.

«Non fare quella faccia!» esclama irritato.

«Perché non dovrei dal momento che sono peggio che agli arresti domiciliari!?» si ferma.

«Non dire sciocchezze!» dice arrabbiato. «Ti ho portato a casa mia perché sei svenuta, ricordi?!».

«Sì, ma ora lasciami andare!» dice altrettanto arrabbiata. «Sono guarita, senti?!» aggiunge prendendo senza pensarci la sua mano e appoggiandola contro la sua fronte.

Ash la guarda stupito, così come la stessa Lucinda. Stupita e imbarazzata lascia subito la mano del ragazzo che cade a peso morto.

«C-comunque sto bene.» cerca di dire il più ferma possibile.

Il ragazzo continua a guardarla stupito e quando Lucinda torna a guardarlo lui non distoglie lo sguardo.

«Tutto bene Ash?» domanda confusa.

«Sì.» risponde. «Stavo solo pensando che è vero, la tua fronte è fresca.».

«Sono guarita...» mormora tra sé e sé. «Visto? Che ti dicevo?!» sorride vittoriosa.

«Senti, anche se stai bene ti va di rimanere ancora un po’...?» chiede, con il capo un po’ abbassato, in imbarazzo.

Lucinda non sa che dire davanti a quella proposta. Infondo sarebbe rimasta volentieri, ma ora c’è Serena nella vita di Ash.

«Ash, ti ringrazio molto dell’ospitalità, ma ora devo tornare a casa, mia madre mi sta aspettando.» dice in difficoltà.

«Capisco...» mormora triste.

Lucinda si sente quasi in colpa a vederlo così, ma non si spiega perché. Dopotutto loro non si vedono da un sacco.

«Dai Ash, non hai bisogno di me, ora c’è Serena con te.» sorride, incredibilmente, sincera.

Il ragazzo la guarda ancora stupito. «E questo che significa?» chiede leggermente irritato.

La ragazza nel sentire l’irritazione nella sua voce si allarma.

«Niente...» mormora. «Volevo solo...» aggiunge senza sapere bene cosa dire.

«Non dimentico certo gli amici io!».

«Non ne dubito, però...» tenta di ribattere.

«Per chi mi hai preso?! Non sono quel tipo di persona!» non la lascia neanche finire di parlare.

«Mi fai parlare!?» domanda, completamente, in collera. «Non è giusto che io ti resti vicino ora che c’è lei!».

Appena si rende conto di quello che ha detto si maledice da sola. Non si spiega come abbia potuto lasciarsi trascinare così.

«Cosa intendi?» domanda confuso.

«No… io.» esita nel panico più totale.

Le parole le si fermano in gola. Ormai l’ha nascosto per troppo tempo, non sa da che parte cominciare.

«Senti Ash, io...» prova a dire, ma si blocca a metà della frase.

Sa bene che è difficile esprimere i propri sentimenti, per questo li ha sempre celati.

«Lucinda…?» mormora Ash confuso.

«Io...» dallo sforzo emotivo cominciano ad uscirle alcune, timide, lacrime dagli occhi.

«Lucinda?» chiede confuso e triste allo stesso tempo.

«Non è niente.» dice sbrigativa sfregandosi gli occhi.

«Sicura di star bene?».

«Sicura, non preoccuparti.» dice sfregandosi ancora gli occhi.

Ash è sinceramente dispiaciuto per Lucinda, ma davvero non capisce perché ora fa così.

Cerca nelle tasche un fazzoletto e ne trova uno di stoffa. Quello con cui aveva aiutato Serena quando erano al campo estivo.

Glielo porge e Lucinda lo guarda confusa.

«Sto bene, davvero.» dice non accettando di prenderlo.

Il ragazzo continuava a guardarla, non sa neanche lui se più confuso o triste.

Lucinda comincia a piangere e lui non sa più che fare. Quando riesce a smettere di permettere alle lacrime di impossessarsi del suo volto guarda Ash.

Vorrebbe davvero dirgli la verità, ma proprio non ci riesce.

Nemmeno lui dice niente e la situazione sta veramente sfiorando il ridicolo.

«Se vuoi… possiamo andare a fare un giro.» domanda un po’ timoroso. «Sei mai stata a Smeraldopoli? Non è lontana da qui.».

«S-solo di passaggio.» risponde facendo del suo meglio per mantenere il tono fermo.

Il ragazzo le sorride un po’ in imbarazzo e le tende la mano. Lucinda lo guarda stupita, poi, allunga anche la sua. Tuttavia prima di stringerla si ricorda che i tempi sono cambiati, non sarebbe giusto, considerato che per lui è solo un gesto amichevole.

Il sorriso di Ash diventa un po’ amaro, ma fa di tutto per non darlo a vedere.

 

Ash e Lucinda sono arrivati a Smeraldopoli. La ragazza osserva la città soffermandosi sui particolari.

«Non ricordavo che fosse così grande.» commenta.

«Non che sia poi così grande.» ridacchia Ash.

La ragazza lo guarda con aria di sfida, ma poi si volta in avanti e prende un PokéBall in mano.

«Piplup, scelgo te!».

Piplup esce e si guarda intorno meravigliato.

«Siamo a Smeraldopoli.» gli sorride.

Il Pokémon sembra entusiasta e quando anche Pikachu lo raggiunge cominciano a correre da tutte le parti.

«Sono proprio buoni amici.» sorride Ash nel vederli.

Lucinda lo guarda e sorride a sua volta, poi, torna a guardare in avanti. Prende in mano altre due PokéBall e le lancia.

 

La ragazza si è seduta in riva al laghetto dove Piplup sta nuotando. Guarda il Pokémon eseguire tutti gli stili di nuoto, in questo momento sta facendo dorso.

«Piplup è bravo a nuotare, eh?» commenta Ash sedendosi accanto a lei.

«Dopotutto è un Pokémon d’acqua.» dice dandogli una rapida occhiata per poi tornare a guardare Piplup.

Dall’altra estremità del laghetto ci sono Pikachu e Buneary. Buneary sta abbracciando Pikachu che ha un’espressione imbarazzata. Sembra, quasi, che i due sprigionino un mare di cuoricini fluttuanti.

A Lucinda cade l’occhio proprio su di loro. Non ha mai avuto dubbi sui sentimenti del suo Buneary, ma si è sempre chiesta cosa ne pensi Pikachu di tutte queste attenzioni.

«Sono proprio inseparabili.» osserva sorridendo intenerito. «Non trovi?».

«Credo che l’amore sia complicato.» dice trattenendosi tristemente le gambe guardando l’orizzonte.

Ash la guarda stupito senza sapere cosa dire. Continua, però, a guardarla e lei sembra non accorgersene.

«Beh, non così tanto.» dice con tono così saccente da far girare la ragazza.

Ash se ne intende di amore? E da quando?

Il ragazzo la guarda dritta negli occhi come se volesse comunicarle qualcosa, ma lei non capendo continua solo a guardarlo confusa.

A un certo punto lui si sporge a occhi chiusi. I Pokémon sono talmente meravigliati che li guardano con gli occhi sgranati. Piplup smette perfino di nuotare per capire cosa sta succedendo.

Lucinda non ha più dubbi che voglia baciarla… perché qui? Perché adesso? Sembra tutto così irreale, eppure sta succedendo davvero. E lei con tutte queste domande sta rovinando tutto. Decide di smetterla e chiude gli occhi.

Prima che le loro labbra si sfiorino sentono il verso di Piplup. Lucinda apre gli occhi confusa e vede che il Bolleraggio di Piplup ha colpito in faccia Ash.

«Piplup, ma che fai?!» chiede confusa e un po’ arrabbiata.

La ragazza si alza e va a prendere il Pokémon dall’altra sponda del laghetto. Lo prende in braccio con aria mortificata.

«Scusami tanto Ash!» esclama mentre vede che il ragazzo si sta riprendendo.

«Tranquilla, non è successo niente.» sorride nascondendo il fatto di essere un po’ ferito.

Lucinda si ricorda cos’è appena successo… si stavano per baciare! Ash allora non sta con Serena? Dopotutto sono sempre state delle supposizioni sue, ma quei due sembravano davvero una coppia.

All’improvviso Piplup fugge dalle braccia della sua padroncina e comincia a correre con aria arrabbiata.

«Piplup!» esclama Lucinda correndogli dietro.

«Aspetta Lucinda!» esclama a sua volta Ash inseguendo la ragazza.

«Bun bun...» mormora Buneary triste.

«Pika.» emette Pikachu sorridendole.

 

A forza di correre arrivano nel Bosco di Smeraldopoli, ma Lucinda perde subito le tracce di Piplup. Comincia a girare la testa a destra e a sinistra non sapendo da che parte andare.

Ash arriva dopo una decina di secondi. «Lucinda, dov’è Piplup?».

«Non lo so, tu vai a destra, io vado a sinistra!» esclama iniziando a correre.

Il ragazzo corre nella direzione indicata da Lucinda.

 

«Piplup!» grida Ash amplificando la sua voce con le mani.

Ora cammina e si guarda bene intorno nella speranza di trovarlo.

«Piplup!» lo chiama ancora.

Purtroppo la ricerca non sembra portare a risultati.

Dopo un paio di minuti ecco che lo vede mangiare delle bacche sotto un albero. Felice, corre per raggiungerlo.

«Piplup!» esclama entusiasta.

Il Pokémon lo vede e spaventato corre via.

Il ragazzo non capisce perché fa così, ma non ha assolutamente intenzione di lasciarlo scappare ancora.

 

Hanno corso per così tanto tempo che sono sfiniti. Piplup si è sdraiato a terra con la pancia rivolta verso il cielo, mentre Ash si è piegato in due dalla fatica. Entrambi respirano affannosamente, poi, a un certo punto il ragazzo cade a terra.

«Piplup, si può sapere che cosa ti è preso?» gli chiede cercando di recuperare fiato.

Piplup si tira a sedere e comincia a strillargli contro. Ash lo guarda con gli occhi sgranati senza dire niente e così il Pokémon infuriato gli si scaglia contro usando Beccata un paio di volte. Il ragazzo tenta di allontanarlo riuscendoci dopo un paio di tentativi.

Piplup ricade a terra e lo guarda ancora con aria critica.

Ash si tocca la guancia dolorante per qualche secondo, poi, torna a guardare Piplup. «Piplup, si può sapere che ti è preso?» domanda più confuso che mai.

«Pipla… pipla, piplaaa!» emette arrabbiato.

Il Pokémon è talmente arrabbiato che Ash non capisce che cosa vuole comunicargli.

«Se fai così non ti capisco...» mormora sconfitto mentre Piplup continua a strillare. «Piplup?» lo chiama calmo.

Piplup ora lo guarda sorpreso dal suo comportamento.

«Perché sei arrabbiato? Qualcosa non va?».

Piplup abbassa la testa con aria pacata. Si alza in piedi e con aria orgogliosa si tocca la spalla per poi indicare il cielo.

«Piplaa.» emette fiero.

«Vuoi mettermi in guardia?» dice sorpreso.

«Plaa.» si gira sorridente verso di lui. «Pipla, pipla, piplaa!».

Ash osserva attentamente il Pokémon pinguino. Ricorda chiaramente cos’ha detto il Professor Oak, unire il tuo cuore con quello del Pokémon.  

Dopo un po’ sorride intenerito. «Va bene Piplup, tranquillo, non preoccuparti.».

Piplup lo guarda con aria incredula, ma poi scuote la testa e torna ad assumere la sua solita aria fiera.

«Pipla.» emette tendendogli la mano.

Ash guarda la pinna del Pokèmon e allunga la mano per stringerla, ma poi anziché muoverla su e giù lo tira a sé per abbracciarlo.

«Ho capito perfettamente cosa volevi dirmi.» dice stringendo il Pokémon con aria amichevole.

Piplup scalpita per liberarsi e quando finalmente Ash lo libera dalla morsa cade a terra sfinito.

«Scusa Piplup.» sorride mortificato. «Mi sa che ho esagerato.».

 

Ash torna all’entrata del bosco per vedere se Lucinda è tornata. La ragazza è proprio lì, ha uno sguardo preoccupato, ma quando vede il ragazzo si illumina.

«L’hai trovato?!» chiede speranzosa quando lo vede ancora solo in lontananza.

Le sorride e alza il pollice mentre continua a correre. Piplup corre felice verso la padroncina e le balza in braccio.

«Piplup!» esclama lei felice di vederlo.

Quando Ash si avvicina a loro Lucinda si rivolge a lui. «Grazie di averlo ritrovato Ash.».

«Figurati.» dice lui. «Ne abbiamo approfittato per parlare un po’.».

«Parlare?» si lascia scappare confusa.

Piplup salta a terra e comincia a correre verso Smeraldopoli.

«Piplup!?» lo richiama seguendolo con lo sguardo. «Che gli prende oggi?» domanda più che altro a se stessa mentre il Pokémon pinguino scompare.

«Penso volesse lasciarci soli.» commenta Ash.

«Hai detto qualcosa?» si volta la ragazza che prima era troppo impressa per ascoltare.

«N-nulla.» risponde il ragazzo imbarazzato mettendo avanti le mani. «Ti va di fare un giro per il bosco prima di tornare?».

La proposta è del tutto inaspettata e non sapendo cosa dire annuisce solo.

I due cominciano a camminare in totale silenzio. Lucinda sbircia qualche volta con la coda dell’occhio Ash, ma dalla sua espressione non riesce a capire le sue intenzioni.

«Guarda che spettacolo!» esclama Ash a un certo punto fermandosi.

Lucinda lo guarda e vede che ha lo sguardo rivolto al cielo. Alza anche lei la testa vedendo, chiaramente, il gruppo di Butterfree davanti a loro.

«Sono dei Butterfree, vero?» commenta ammirata. «Peccato non avere il Pokédex.».

Ash distoglie lo sguardo per guardare Lucinda. Si è davvero sorpresa nel vedere i Butterfree, dopotutto a Sinnoh non ce ne sono molti.

«Sai? Il primo Pokémon che ho catturato era un Butterfree.».

«Dici sul serio?».

«Beh, quando l’ho catturato era solo un Caterpie, ma in poco tempo si è evoluto in Butterfree.» precisa.

La ragazza sorride alla storia, ma subito dopo sentono un verso spaventoso e si allarmano.

«Cos’è stato?» domanda Lucinda con gli occhi sgranati.

«Non lo so, ma dal verso faceva paura.» dice l’altro non meno spaventato. «Vieni, andiamo via da qui.» aggiunge recuperando il suo solito tono.

Le tende la mano e stavolta la ragazza la stringe senza esitazione anche se è un po’ in imbarazzo.

 

Tornano all’entrata di Smeraldopoli ancora mano nella mano. Ash si ferma appena a due passi prima di tornare in città e di conseguenza anche Lucinda. Gli sguardi dei due sono molto diversi.

La ragazza lo guarda senza sapere cosa dire, mentre lui sembra saperlo bene. Lucinda si sente il cuore accellerare il battito al solo cercar di indovinare quello che sta per dire.

«Prima...» cerca di dire Ash.

Il ragazzo è costretto a tenere la frase in sospeso, perché sentono un verso spaventoso e si girano. Il Pokémon che ha gridato è gigantesco e si tratta di un Nidoking.

«Scappiamo!» grida Ash trascinando Lucinda.

 

I due a forza di correre trovano sul percorso una grotta buia e si fermano a contemplarla.

«Nascondiamoci qui dentro!» esclama Ash ancora in ansia per l’inseguimento.

Si tengono ancora per mano, così lui la tira verso la caverna, ma lei oppone resistenza.

«Qualcosa non va?» si ferma a guardarla stupito.

«Non penso sia una buona idea.» dice lei.

«È solo finché Nidoking non se ne va!» spiega. «Che facciamo se ci trova?».

«Nidoking non ci troverà, ormai non ci segue neanche più.».

Ash la guarda per un attimo senza dire niente e questo accresce la perplessità di Lucinda.

«Non è che per caso hai paura?» ridacchia.

Lucinda lo sguarda solo distogliendo gli occhi. «Ma ti pare!?» esclama, con il broncio, ritraendo la mano per incrociare le braccia.

«Non ti facevo così fifona.» continua a ridere.

La ragazza gli lancia uno sguardo assassino.

«Va bene.» sorride tendendole la mano. «Non aver paura, ci sono qui io.».

Lucinda guarda la mano del ragazzo e dopo un po’ scioglie le braccia le la stringe.

Si addentrano nella grotta, ma presto si accorgono che è completamente buio.

«È un po’ buio… non trovi?» dice Lucinda stringendosi di più ad Ash.

«Tranquilla.» sorride lui.

La ragazza tira fuori una PokéBall dalla tasca. «Quilava, esci!».

Il Pokémon si materializza di fianco a loro.

«Quilava, dovresti solo accompagnarci mentre camminiamo per la grotta.» gli spiega la padroncina.

«Buon’idea.» commenta Ash.

Riprendono a camminare, poi, cominciano a sentire dei versi.

«Li hai sentiti Ash?» gli chiede Lucinda terrorizzata.

«Saranno solo degli Zubat, non preoccuparti.» la rassicura.

Si sente il suono di un cellulare squillare e si fermano di colpo. Ash e Quilava sono confusi, invece Lucinda è terrorizzata a morte.

«Scusami Lucinda.» dice sorridendo imbarazzato. «È solo il mio telefono.» continua prendendolo dalla tasca. «Pronto? … ah, Serena! Tutto bene.».

Quando la ragazza lo sente pronunciare il nome Serena si rabbuia di colpo.

Il ragazzo si accorge che Lucinda si è intristita, così decide di chiudere la chiamata.

«Scusa, ora devo andare.» conclude sbrigativo.

Controlla che la chiamata sia terminata e rimette il cellulare in tasca.

«Era Serena.» sorride nella speranza di tirarla su di morale. «Era preoccupata perché non sapeva dove fossimo.».

I suoi sorrisi però non servono e Lucinda continua a camminare con la stessa aria affranta.

Ash la guarda preoccupato senza saper cosa fare.

 

I due, dopo aver camminato a lungo, si siedono su dei massi l’uno di fronte all’altra. Quilava, invece, si mette in centro a riposarsi in modo da far luce ai due.

Ash guarda spesso Lucinda, ma lo stesso non si può dire di lei. È ancora ferita dal fatto avvenuto prima. Non riesce a non pensare, poi, che se Piplup non fosse intervenuto lei e Ash si sarebbero baciati… Ash sta cercando, forse, di tenere il piede in due scarpe?

«Hai ancora paura?» domanda Ash sedendosi sul masso di Lucinda.

«Io non ho affatto paura.» dice seria lei.

Si spegne di colpo la luce, segno che Quilava si è appisolato.

Subito Lucinda lancia un gridolino di spavento e il Pokémon si sveglia facendo nuovamente luce.

Ash comincia a ridere in una maniera incontrollata ed è costretto a trattenersi la pancia.

«La vuoi smettere di ridere?!» esclama irritata.

Lui però continua come se non avesse detto niente e pian piano l’espressione arrabbiata della ragazza diventa un tenero sorriso.

Quando, finalmente, riesce a smettere di ridere la guarda stupito della sua reazione.

Dopo di che cala un silenzio quasi imbarazzante. Continuano a guardarsi negli occhi, ma non dicono niente. Ash però distoglie lo sguardo all’improvviso e guarda in avanti appoggiando la testa sui pugni.

«Accidenti.» mormora.

«Q-qualcosa non va?» chiede Lucinda timorosa.

«No, è che...» tenta di spiegare. «Ti devo dire una cosa.».

Lei lo guarda con occhi sgranati, non pensava potesse essere così diretto.

«Avrei dovuto essere chiaro anziché ferirti.» dice. «Serena e io...» continua non riuscendo a completare la frase.

Il cuore di Lucinda si ferma… ha paura di sapere già cosa vuole dire.

«… siamo amici.» conclude.

La ragazza non ci può crederci… tutta questa scena per dirle che sono amici? No, ci deve essere di sicuro sotto dell’altro. Almeno ora sa che qualunque cosa sia successa lui la considera come un’amica.

«Beh.» si sforza di continuare. «Siamo amici, ma è giusto ti dica che ci siamo baciati.».

Lucinda lo guarda perplessa con il cuore che le batte a mille. Allora stanno insieme sì o no?!

«È stata lei a baciarmi.» dice guardando basso vergognandosi da morire.

Alla ragazza scappa una risatina.

«Lucinda!» esclama. «Non ridere!».

«Scusa.» dice cercando di smettere. «È che...» aggiunge riuscendo, finalmente, a smettere. «Per tutto questo tempo ho pensato che stesse insieme.».

«Come mai?» chiede confuso.

«Non lo so, ti comportavi in modo così diverso con lei.».

«Dici?».

«Sì.» conferma lei. «Senza contare che sei venuto alla sua gara a Hoenn.».

Il ragazzo la guarda come se si rendesse conto solo ora di essersi comportato in modo ambiguo. Scuote mentalmente la testa e le prende entrambe le mani.

«Prima.» comincia un po’ esitante. «Hai lasciato in sospeso una frase.» continua. «Mi permetti di completarla?».

Inizia a batterle il cuore a mille. Ricordava bene cosa gli aveva detto: Senti Ash, io…

«Lucinda, io...» tenta di dire.

Proprio in quel momento appare Nidoking facendoli scattare in piedi. Il Pokémon si ferma emettendo il suo verso con aria minacciosa. Quilava appena lo vede si scaglia su di lui usando Ruotafuoco. Lucinda lo guarda commossa e subito dopo Ash la prende per mano tirandola via.

«Lucinda, vieni!».

Nella fretta la ragazza inciampa e subito il ragazzo si china per farla salire sulle sue spalle.

«Non c’è tempo, sali!».

Appena la ragazza sale, Ash si alza e comincia a correre aggirando Nidoking.

 

Una volta usciti dalla grotta il ragazzo fa scendere Lucinda.

«Quilava è rimasto là dentro!» esclama preoccupata.

Ash guarda la grotta intenzionato ad entrarvi, ma proprio in quel momento esce Nidoking in fiamme che agitato corre via. Pochi istanti dopo esce anche Quilava con aria di chi ha fatto il suo dovere.

«Quilava!» esclama entusiasta Lucinda.

Il Pokémon va da lei e si fa accarezzare.

«Sarà meglio tornare a Smeraldopoli.» dice Ash guardando il cielo. «Si sta facendo buio.».

«Hai ragione.» concorda la ragazza. «Quilava, ritorna!» dice prendendo la PokéBall.

Lucinda prova ad alzarsi, ma ricade subito.

«Stai bene?!» chiede Ash allarmato aiutandola a mettersi in piedi.

«Sì.» dice. «Non preoccuparti.».

«Mi preoccupo invece...» dice pensoso. «Puoi chiamare Mamoswine e farti portare da lui?».  

La ragazza fa cenno di sì e prende la PokéBall dalla tasca.

 

Escono dal Bosco di Smeraldopoli e rientrano in città.

Piplup è il primo a correre da loro. Si scaglia senza esitazione contro Ash atterrandolo.

«Piplup! Ash!» esclama Lucinda dalla schiena di Mamoswine.

Il Pokémon si alza sulla pancia di Ash e le sorride orgoglioso.

«Sto bene!» esclama Ash, anche, se con fatica.

Piplup nel sentirlo torna a scagliarsi su di lui con Beccata.

Lucinda sospira esasperata. Non se lo spiega, Ash e Piplup non avevano mai litigato prima d’ora.

Pikachu e Buneary li raggiungono mano nella mano con aria felice.

«Che teneri!» esclama Lucinda intenerita. «Ash, guarda!».

Il ragazzo a quel richiamo si alza a sedere. Subito non capisce cosa deve guardare, ma poi capisce che si tratta di Pikachu e Buneary. Sorride, perché finalmente anche loro si sono trovati.

 

È notte fonda e Delia ha insistito perché Serena e Lucinda restassero a dormire. Ognuna dorme su un divano, ma solo una dorme veramente.

A un certo punto la ragazza dai capelli blu sente che qualcuno apre il frigo e apre un occhio. Poi sente che la persona misteriosa apre la porta d’ingresso e esce. Richiude gli occhi, ma poi li riapre sbattendoli due volte. Vede che Serena sta dormendo profondamente ed è sicura non si sveglierà fino alle dieci della mattina successiva.

Furtivamente si mette seduta, si alza e raggiunge la porta. Apre la porta e controlla che nessuno la veda per poi richiuderla.

Seduto su una panchina davanti a casa trova Ash che sgranocchia patatine guardando la luna. Sorride appena lo vede, anche se è ancora lontana. Anche il ragazzo la guarda a sua volta e anche se è lontano la ragazza capisce che è confuso di vederla lì a quell’ora.

«Posso sedermi?» chiede Lucinda avvicinandosi.

«Non riuscivi a dormire?» gli domanda Ash.

La ragazza prende la sua domanda come un e si siede.

Fa cenno di no con la testa e si mette ad osservare la luna. «Pensavo.».

«Pensavi?» ripete interrogativo appoggiando il sacchetto delle patatine, ormai vuoto, a terra. «A cosa?» domanda curioso.

«A tutto.» risponde ricominciando a guardarlo. «Alle gare, ai Pokémon, a oggi...».

Segue un lungo silenzio riempito solo dalla luce della luna e delle stelle.

«Stasera la luna è bellissima.» commenta Lucinda. «E anche le stelle.».

«Hai ragione.» osserva anche lui. «Ehi, ora che ci penso, mi avevi detto che all’asilo ti chiamavano Lunatica Luccicante!» esclama tornando a guardarla.

«E questo ora che centra?» domanda non nascondendo la sua irritazione.

«Niente, mi è solo venuto in mente.» risponde orgoglioso della sua stessa risposta.

«Molto spiritoso.» ridacchia accettando lo scherzo.

Si sorridono a vicenda e poi quasi contemporaneamente tornano a guardare la luna.

«Ti voglio bene.» dice Ash all’improvviso.

Lucinda continua a osservare la luna, ma il battito del cuore le sta già aumentando notevolmente.

«Scusa se te lo dico così all’improvviso.» sorride un po’ imbarazzato. «Ma oggi ci hanno già interrotto troppe volte e volevo dirtelo ora.».

Lucinda a quelle parole arrossisce e torna a guardare la luna. «Anch’io.».

Tornano a guardarsi ormai consapevoli dei loro sentimenti. Si avvicinano l’uno all’altra e, finalmente, le loro labbra si uniscono in un tenero bacio.

Da lontano non sembrano che ombre al chiaro di luna, ma i loro giovani sentimenti sono forti e indissolubili.

  
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