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Autore: Xenebe    20/07/2017    1 recensioni
Ranma e Akane hanno finalmente finito il liceo, ma non sembra cambiare niente nella loro vita. In realtà Ranma sembra finalmente pronto a fare una mossa, proprio ora che Akane ha deciso di prendere in mano la propria vita e dare una svolta al loro rapporto. Peccato che la prima scelta che decide di fare sia partire per l'università, lasciandosi alle spalle un fidanzato più innamorato che mai, ma ancora incapace di esprimersi.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Cologne (Obaba), Happosai, Ranma Saotome, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Wow! Non mi aspettavo una tale accoglienza! Grazie a chi ha messo la storia tra le seguite, le ricordate e le preferite! Inoltre un grosso grazie e un abbraccio a chi ha lasciato le tre bellissime recensioni!
la storia è sempre dedicata ad Emanuela! Un bacio e vi lascio con il secondo capitolo!
 

La scelta di Akane




Capitolo 2


 
Mentre Ranma era ancora una volta immerso nei ricordi dolciamari del suo ultimo incontro con Akane, suonò il campanello. Forse sarebbe dovuto andare ad aprire, ma di solito c'era quasi sempre qualcuno a farlo ed erano davvero poche le volte che qualcuno suonasse quel campanello piuttosto che entrare nel ristorante al piano di sotto, succedeva solo quando in ristorante era chiuso... Forse? Si mosse per guardare l'orologio sul muro. Quando si era trasferito da Shampoo era quasi stato colpito da quanto l'appartamento fosse in stile occidentale, molto più che casa Tendo. 
Mentre stava per voltarsi per vedere l'orario si rese conto che però il ristorante dovesse essere aperto: di solito quando non lavorava Shampoo gli girava in torno per capire se lui avesse bisogno di qualcosa, certo, ormai gli restava a debita distanza. Durante il primo mese di convivenza aveva provato a buttarglisi addosso per sedurlo, ma aveva ricevuto solo insulti e una volta che si era permessa di offendere Akane, persino un braccio rotto, da mesi allora si limitava ad osservarlo da lontano.
Il campanello suonò ancora e ancora, fino a creare una melodia. A Ranma ricordava qualcosa... il campanello intanto ricominciò a suonare... ecco: era una delle canzoni di Natale preferite da Akane!
Gettò un'occhiata svogliata alla finestra e gli parve di intravedere delle decorazioni natalizie.
Akane se ne era andata da un anno.
Prima che la canzoncina del campanello riprendesse, Ranma sentì Mousse salire le scale di fretta, aprire la porta e scambiare qualche convenevole, prima di chiamarlo a gran voce per avvertire che la visita fosse per lui.
Ranma si alzò con movimenti poco fluidi, quasi inciampando nelle sue stesse lunghe gambe. Sbuffò, doveva riprendere almeno qualche allenamento base, non poteva continuare solo con la meditazione.
Mentre raggiungeva Mousse molto lentamente iniziò a fare un po' di stretching.
Il cinese lo aspettava silenzioso avanti alla porta aperta, coprendo totalmente la persona davanti a lui.
"Saotome, stai diventando davvero una lumaca.", ricevendo in risposto solo un grugnito, prima di salutare chiunque fosse dall'alto lato della soglia e avviarsi verso il ristorante.
Non appena Mousse si spostò, Ranma riconobbe subito la figura di fronte a lui. Aveva dei semplici stivaletti bianchi, un jeans strettissimo copriva le lunghe gambe e sotto il cappotto rosso scuro si intravedeva un maglione a collo alto, anch'esso bianco, in testa, a coprire il caschetto di capelli castano scuro, un basco blu. Nabiki non lo notò subito, era impegnata a cercare qualcosa in una borsetta e per farlo si era tolta un guanto che ora le penzolava dai denti. 
Ranma attese in perfetto silenzio fin quando la ragazza non tirò fuori un foglio. Fu allora che, sollevando il capo, si accorse che quello che era stato il suo quasi cognato la stava osservando.
"Oh, eccoti qui!" Sembrava volesse dire dell'altro, ma la sua espressione divenne interrogativa, mentre lo guardava stringendo quegli occhi di poche tonalità più chiari di quelli della sua Akane.
Ranma si schiarì la voce prima di chiederle, senza troppi preamboli, come mai lo stesse cercando.
"Sono qui per conto di tre persone diverse! E pensa, essendo Natale mi sono fatta pagare solo da una di loro!"
"Ah, allora è davvero Natale..." si lasciò sfuggire il ragazzo, al che Nabiki strinse di nuovo gli occhi.
"Senti, Ranma... non so di preciso cosa ti sia successo in questi mesi e non so neanche come hai potuto permettere che accadesse tutto questo, non siamo mai stati particolarmente amici, ma per molto tempo ti ho considerato, e ti considero ancora, parte della mia famiglia e sai che se c'è qualcosa che faccio bene è prendermi cura della mia famiglia, anche se in modo diverso rispetto a Kasumi, quindi prima di tutto voglio dirti questo: datti una scrollata. Lavati, pettinati, fatti la barba (da quando hai la barba, Ranma?), cambiati. Fallo per te e perché è giusto, non è detto che, perché hai perso la donna che ami, tu debba smettere di vivere dignitosamente. Inoltre tutto questo cade a fagiolo con i miei incarichi: prima di tutto sia tua madre che Kasumi ti hanno invitato ad unirti a noi domani sera per la cena della vigilia di Natale. Ti prego, per il tuo bene, di partecipare. Non vuoi che Kasumi venga fin qui a invitarti di nuovo e ti trovi in queste condizioni: non sarebbe piacevole per la vecchia Cologne, sai mia sorella, la mia sorella maggiore, -si corresse dopo averlo visto sussultare- quanto possa essere protettiva con la nostra famiglia, Ranma, e tu ne fai parte, che tu lo voglia o no."
La ragazza aspettò che lui annuisse debolmente, sulle labbra avevano entrambi quasi una traccia di un sorriso gentile, così strano per l'una e ultimamente anche per l'altro, poi prese un bel respiro e allungò, quasi con timore la mano che ancora stringeva il foglio.
"Questa è per te, è una lettera di sfida," al suo sguardo confuso rispose con "da parte del ragazzo di Akane. È per il giorno dopo Natale." 
Lo vide sbarrare gli occhi e prendere la lettera con decisione, annuendo. 
"È il ragazzo, Ranma, non il fidanzato, non il promesso sposo. È solo un ragazzo."
Lui rispose con un "sì" sussurrato. 
Nabiki sospirò e gli ricordò di presentarsi il giorno dopo ad ora di cena, ripulito possibilmente, poi si voltò per andarsene. Ranma aveva quasi chiuso la porta alle sue spalle quando lei si girò di nuovo verso di lui.
"Comunque lui è l'unico a cui ho preso i soldi. E li ho usati per la scommessa sulla sfida. Lo sai, di solito io non punto niente, ma stavolta ho puntato tutto quello che gli ho estorto su di te. Tu non perdi mai, no?"
Il ragazzo si schiarì la voce: " Grazie Nabiki!", quasi urlò.
"Ringraziami quando avrai vinto, anche Kasumi ha puntato su di te, usando i soldi per il suo matrimonio con Tofu! Ah, ho rovinato la sorpresa! Per favore, quando domani sera annunceranno la cosa, potresti far finta di non sapere niente?"
"Certo... A domani!"
"Ah, Ranma? Ci sarà anche lei." Dopo queste parole Nabiki andò via.


Ranma era appena uscito dalla doccia e, per la prima volta da quelli che parevano mesi, si stava davvero guardando allo specchio. Era strano, non ricordava di avere delle occhiaie così pronunciate e la sensazione della barba sotto le mani era fastidiosa, sembrava fosse nel corpo di un altro, non come era stato fino a poche ore prima con la maledizione, ma come se fosse stato catapultato nel suo futuro senza essere avvertito e senza viverlo. Si guardò intorno... dove aveva messo la sua roba? Divideva il bagno con Mousse, fortunatamente, quindi sapeva che doveva essere ancora tutto dove lo aveva lasciato, il cinese era davvero molto rispettoso della sua privacy e piuttosto gentile nei suoi confronti, forse poteva chiedergli di allenarsi con lui. Sospirò, sarebbe stato più utile allenarsi con Shampoo, ma non riusciva neanche a guardarla senza pensare ad Akane e, ultimamente, lo guardava con degli occhi compassionevoli che gli facevano venire i brividi. Forse poteva iniziare con Mousse e poi chiedere a Cologne, o andare a stanare Happosai: del resto era pur sempre stato il suo Maestro.

Era quasi arrivato al dojo. Si sentiva ancora un po' strano, soprattutto in quei vestiti: dopo essersi lavato si era reso conto che i suoi vecchi abiti gli andavano corti, sembrava essere cresciuto di botto. Per fortuna si era ricordato che sua madre gli aveva comprato dei vestiti nuovi, sia per l'estate che per l'inverno, sempre dal solito taglio cinese, così aveva scelto un pantalone e una casacca blu, molto più lunga delle camicie che portava di solito e decorata con della seta bianca in filigrana, aveva indossato un vecchio cappotto marrone ed era uscito, non prima di lanciare uno sguardo a quella orrenda sciarpa gialla con le sue iniziali, che conservava nell'armadio. 
Quando arrivò sentì Nabiki urlare di andare ad aprire la porta prima di bussare, evidentemente doveva averlo visto. Mentre attendeva si guardò intorno, la casa ed il dojo erano in,ottime condizioni, segno evidente che senza i continui combattimenti Soun era riuscito a finire di rinnovare il luogo. Il prato era perfetto, senza dover sopportare i combattimenti mattutini del suo allenamento, la carpa guizzava felice, probabilmente anche lei felice di non vedersi invaso continuamente lo stagno. Si stava ancora guardando intorno e per questo dava le spalle alla porta, ma appena si aprì, poté capire chi era venuto ad aprire: si ritrovò circondato dall'odore fresco di agrumi e dolce di vaniglia. Alle sue spalle doveva esserci Akane. La sua Akane. No, non più sua, si corresse.
Prese un bel respiro e si voltò, senza sorridere, no, non poteva farlo, non era neanche certo di ricordare come si facesse ormai. Quando i suoi occhi incontrarono il suo viso, poté sentirla chiaramente lasciar andare un sospiro, come se temesse che lui se ne potesse andare resosi conto della sua presenza.
"Ciao, Akane." Le disse semplicemente e lei gli sorrise. Uno di quei sorrisi dolci e sinceri di cui si era innamorato.
"Ciao, Ranma, è bello vederti."
Lui però era quasi rimasto incantato da quel sorriso, sembrava non presente. A ridestarlo fu la sensazione che ci fosse qualcosa di sbagliato, che quel quadretto non fosse perfetto.
'A parte il fatto che non è più la tua fidanzata e che sta con un altro?'
Persino il suo cervello si prendeva gioco di lui. Gli sembrava che i suoi occhi la riconoscessero immediatamente, ma ci fosse qualcosa nella sua immagine che razionalmente gli ricordasse che non era più sua. Come quando si era tagliata i capelli e lui l'aveva riconosciuta subito, per poi credere che fosse un'altra dopo essersi avvicinato. Improvvisamente capì, gli sembrò di essere stato colpito da uno dei fulmini di scena del sempai Kuno (ripensandoci non aveva mai capito come riuscisse ad averne, forse era merito di Sasuke).
I capelli. I capelli di Akane. Erano lunghi, non sapeva quanto, perché li teneva su con una bacchetta cinese, ma una ciocca di capelli era sfuggita e le incorniciava il viso, fino alla scapola, lasciata nuda dal vestito blu e dal golfino bianco che indossava sopra.
"I tuoi capelli...", le disse semplicemente. Non sapeva perché, ma considerava i capelli corti un segno distintivo della sua Akane. La vera Akane, per come la vedeva lui. L'Akane dai capelli lunghi era quella che imitava Kasumi, fingendosi dolce e gentile per compiacere il dottor Tofu. Non era l'Akane che lui amava.
La ragazza spalancò gli occhi e poi gli sorrise ancora:" Sì, ho dimenticato di tagliarli. stavo per chiedere a Kasumi di farlo," disse mostrando le forbici che aveva in mano," vuoi approfittarne anche tu?"
Mentre gli faceva questa domanda allungò la mano a toccare la sua treccia, che ormai gli arrivava al petto.
"Uh, sì... dovrei tagliarli anche io."
"Akane, chi era alla porta?" Chiese in quel momento Nabiki mentre stava scendendo le scale.
La minore delle Tendo ritirò la mano e arrossì per un momento, prima di riacquisire la sua compostezza.
"È arrivato Ranma, sorellina!" 
"Bene, allora fallo entrare, no? Potrete fare i piccioncini anche al caldo, no?" 
In quel momento Nodoka uscì dalla cucina e corse in contro a suo figlio, abbracciandolo.
"Tesoro, sono così contenta di vederti! Guardati, sei cresciuto ancora! Se non fossi praticamente pelle e ossa questo completo nuovo non ti starebbe."
A questo commento Akane notò per la prima volta il cambiamento fisico del suo ex fidanzato: era vero, era diventato più alto, il viso più spigoloso, le spalle più dritte, ma sembrava aver perso peso, non solo... i suoi movimenti sembravano meno armoniosi, meno vibranti, come se fossero più stanchi, come se i suoi muscoli fossero meno tonici. Guardare Ranma muoversi era sempre stato come vedere l'archetto di un violino nelle mani di una violinista esperta, forza, grazia e fascino. Ora, anche se Ranma sembrava cresciuto, il suo modo di muoversi era strano, se non fosse stato assurdo anche solo pensarlo, Akane avrebbe azzardato pensando che a tratti sembrava quasi scordinato, il suo Ranma. Ma non era tutto, i suoi occhi, quei bellissimi occhi blu cobalto erano spenti, aveva delle occhiaie molto pronunciate e le labbra secche e screpolate, le nocche delle mani sembravano voler bucare la pelle che le ricopriva, nonostante Ranma non stesse stringendo i pugni.
Sentì Nabiki dire "Ma guardati! Ripulito sei ancora un bel ragazzo!" e Ranma risponderle "Tu invece hai ancora un registratore di cassa a posto del cervello, vero?". Non sapeva perché, ma quello scambio la infastidì, tanto che si fece largo tra i membri della sua famiglia, tirando via il ragazzo e chiedendo a Kasumi di tagliare ad entrambi i capelli. Mentre loro tre stavano per cambiare stanza, arrivò il dottor Tofu, chiedendo di poter parlare con Ranma.
Il ragazzo torno dalle due Tendo, proprio al momento giusto, quando il taglio di Akane era finito.
"Vado un attimo a vedere se la signora Nodoka ha bisogno di aiuto e poi torno a tagliare i capelli anche a te, Ranma."
Non appena Kasumi li lasciò soli, calò l'imbarazzo su Akane e Ranma, almeno finché la prima non si alzò dalla sedia. 
"Finalmente! Ora mi sento più a mio agio", disse alzandosi dalla sedia e voltandosi per chiedere al ragazzo se volesse iniziare a sedersi e a sciogliere i capelli.
"Sei molto più te stessa così." La sorprese lui. Lei gli dava ancora le spalle, ma quando si voltò, sentì le dita di lui sfiorarle i capelli e la guancia. Akane rimase immobile, terrorizzata, da lui, da se stessa, da quello che la aspettava a breve.
Ranma aveva allungato la mano senza neanche volerlo, i capelli di lei gli solleticarono la punta delle dita, ma poi sentì la sua pelle morbida, calda. Mosse le dita lentamente, mentre le sentiva come elettrificate. Gli formicolavano, mentre una strana sensazione quasi di dolore gli bloccava il polso e una piccola scarica elettrica saliva fino alle spalle e poi attraverso le scapole gli scendeva per la schiena, rendendo tutto il suo corpo sin troppo pesante, ma pronto a spiccare il più forte dei salti.
Akane si trattenne a stento dal chiudere gli occhi e posare tutta la guancia nel palmo del giovane, mentre lui le sfiorava il volto fino al mento, per poi abbassare la mano, sfiorandole prima la spalla e il dorso della mano, così delicatamente che a lei sembrava quasi che lo avesse immaginato.
Ranma, dal canto suo, non riusciva a staccare li occhi dal viso di lei e non voleva neanche provare a farlo. Aveva ancora stampato nella mentre il momento in cui lei gli aveva detto di averlo amato.
"Akane, Kasumi ha chiesto se puoi andare tu ad apparecchiare, così lei può venire a tagliare i capelli di Ranma...", sul volto di Nabiki si disegnò un sorriso malizioso quando entrando nella stanza vide Akane come scuotersi e annuire lentamente prima di scappare lentamente via, mentre Ranma la seguiva con lo sguardo.
"Che stavate facendo, cognatino?"
"Non sono..."
"Io dico di sì!" E raggiunse le sorelle, facendogli un occhiolino.
La serata passò in modo molto tranquillo. Ranma fu molto grato a Nabiki, seduta alla sua sinistra, per le continue distrazioni che gli procurava, mentre l'intero lato destro del suo corpo sembrava paralizzato dalla vicinanza di Akane. Nonostante non fosse mai stato molto loquace, se si escludono i momenti in cui litigava o urlava con qualcuno, e gli ultimi mesi sembrava avesse voluto quasi imitare un eremita, Ranma si sforzò di fare un minimo di conversazione. Si congratulò con Kasumi e il dottor Tofu per essere finalmente riusciti a dichiararsi, riuscì persino ad essere gentile quando, improvvisamente sbucò da un albero Happosai. Tutto pur di distrarsi dagli sguardi preoccupati di sua madre, di Soun e del dottore, persino Nabiki, quando non la guardava e lei credeva di non essere vista, gli lanciava strani sguardi. Del resto doveva essere strano vederlo mangiare così poco, con tanta lentezza e senza la solita foga.
"Ranma, la cena non ti piace? Dovrebbero essere i tuoi piatti preferiti, no?", ovviamente alla fine del pasto era stata Akane a sottolineare l'avvio.
"Era tutto molto buono, solo che non ho molto appetito." La sua risposta era stata cortese e accompagnata da un'espressione neutra.
"Ma che diamine stai dicendo?" Come al solito Akane stava andando su tutte le furie, ma stavolta Ranma non riusciva davvero a capire perché. A bloccare l'esplosione di rabbia della ragazza, fu il campanello di casa, che le permise di riacquistare la sua lucidità.
Kasumi si alzò per andare a vedere chi fosse arrivato e più o meno tutti si aspettavano di vederla rientrare con l'eterno disperso, Ryoga. Ma quando la giovane tornò era sola e aveva un'espressione tirata, così poco usuale su quel volto. A Ranma ricordò quella che da qualche mese si dipingeva sul volto dei suoi coinquilini cinesi ogni qual volta il loro sguardo indugiava su di lui.
"Akane, è per te... vai pure a vedere."
Ma prima che quella potesse alzarsi, si sentì una voce chiedere permesso. Un attimo dopo un ragazzo dai tratti sicuramente cinesi, con grandi occhi verdi e capelli corti e neri, era di fronte a tutti loro.
   
 
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