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Autore: briantheburned    20/07/2017    0 recensioni
Anne è una ragazza ribelle per i canoni della sua epoca, vuole andare ad Oxford e diventare una scrittrice. Christopher è un ragazzo dallo sguardo triste e malinconico, che condivide la stessa passione per la scrittura della sorellastra. Torna a casa dopo sette anni di lontananza e silenzio, ma ormai per Anne è al pari di uno sconosciuto tanto che non riesce neanche a riconoscerlo nell'aspetto. Lui è cambiato, lei è cambiata e anche i sentimenti dell'uno nei confronti dell'altra non sembrano essere più gli stessi, tanto che i due si ritrovano in una completa confusione aumentata dall'incertezza su loro stessi, dalla quale sembra non esserci alcuna via d'uscita, se non proprio lasciarsi trasportare nel caos.
''Quello non era il Christopher che ricordava, il ragazzo che aveva sempre riconosciuto come suo fratello maggiore, quello era un uomo di cui non sapeva nulla, se non che fino a sette anni prima si rincorrevano nel prato davanti casa entrambi sporchi di fango.''
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Storico
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                  Agosto 1922.

Le vacanze stavano per volgere al termine, mancava poco più di un mese ormai, e Anne sapeva che avrebbe dovuto cominciare a darsi davvero da fare se avesse voluto realizzare almeno uno dei propositi che si era prefissata, ma in quel momento cercava solo di non pensare al futuro e di darsi una ragione per vivere quel presente che pian piano gli stava scivolando addosso senza nessun avvenimento di qualsiasi spessore.

Stava sdraiata sull’erba, in un grande campo non molto distante dalla stradina che portava sul retro di casa sua, era tardo pomeriggio, e all’ombra di una balla di fieno leggeva un libro di qualche autore romantico, sperando di dar così un po’ di impeto e passione alla sua banale esistenza, che sembrava dover continuare in maniera così piatta in eterno.

Era lì già da un paio d’ore, quando dalla strada sentì sua madre urlare il suo nome mentre correva mantenendo la lunga gonna del vestito per non inciamparci dentro. Si destò dal suo giaciglio in maniera quasi scocciata, del tutto ignara riguardo ciò che stava per accadere.

‘’Anne! ANNE!’’

‘’Madre…’’ borbottava, mentre si toglieva dal vestito i residui di fieno.

’’Per l’amor del cielo, muoviti! Tuo fratello, Christopher, sta per arrivare!’’ la signora Mavis Turner si era fermata e ansimava, sventolandosi il volto diventato tutto rosso con la mano, non riuscendo a contenere la sua evidente agitazione. Anne, al contrario, sembrava essere completamente indifferente a quello che doveva essere un così grande avvenimento.

Christopher era il suo fratello maggiore, o meglio, fratellastro. Viveva con la sua famiglia da prima che lei nascesse e i suoi genitori non le avevano mai detto niente sulla provenienza di quel ragazzo, al quale si era abituata senza problemi, avendolo avuto intorno fin dalla nascita e considerandolo sempre come un fratello biologico. Tutto ciò fino a che poi, più tardi, Christopher venne mandato in collegio a Londra e non ebbe più sue notizie, essendo rimasto in radi contatti solo con i suoi e mai con lei direttamente. Ora, dopo sette anni, Anne si accingeva a reincontrarlo,  ricordando a malapena come fosse, avendo lei solo dieci anni quando era andato via, e nutrendo anche una sorta di rancore nei suoi confronti, siccome non le aveva mai indirizzato neanche una singola lettera in tutto quel tempo. Insomma, Christopher ormai per lei era diventato al pari di uno sconosciuto.

Raggiunsero la casa, entrarono dal retro e si sentiva un vociare concitato, le voci erano basse, maschili. Anne riconobbe quella di suo padre, Christopher doveva essere arrivato mentre la madre era corsa a recuperarla.

Infatti, entrate nel salone principale trovarono in due che discutevano, il padre sorridente e soddisfatto, Christopher con un’espressione sollevata sul volto che si dileguò non appena si accorse della presenza di Anne e della madre nella stanza.

‘’Christopher, tesoro, finalmente!’’ la signora Turner corse ad abbracciare il figliastro ritrovato, visibilmente scosso dall’eccessivo entusiasmo della madre, mentre Anne rimaneva impalata dietro, non sapendo bene cosa fare stringendo tra le mani il romanzo che prima stava leggendo in totale tranquillità.

Scioltosi l’abbraccio lui si girò e fissò la sorella per qualche secondo, prima di abbracciare anche lei, ma il saluto fu molto meno caloroso e non si scambiarono neanche una parola, se non il ‘’Ciao, sorellina’’ sussurrato da Christopher, pieno di imbarazzo essendo ben conscio del fatto che aveva come cancellato la sorella con i suoi sette lunghi anni di assoluto silenzio.

‘’Devi essere esausto per il lungo viaggio…andiamo a cena, vieni, raccontaci tutto!’’ E mentre la madre trascinava il fratello in cucina, seguito dal padre, Anne approfittò del momento per sgattaiolare nella sua camera, sperando di essere dimenticata dai suoi, troppo presi dai racconti del fratello.

Chiuse la porta a chiave, sospirò, getto il libro sulla scrivania e si guardò allo specchio, mentre slegava la lunga treccia, lasciando ricadere i lunghi capelli rossi e mossi giù fino alla vita, mentre i grandi occhi blu scuro fissavano sé stessi e il proprio sguardo scosso.

Si tolse gli stivaletti di cuoio nero e si distese sul suo letto pensando allo sconosciuto che si era ritrovato dentro casa e per il quale era sottinteso che lei dovesse provare affetto. Ma quello non era il Christopher che ricordava, il ragazzo che aveva sempre riconosciuto come suo fratello maggiore, quello era un uomo di cui non sapeva nulla, se non che fino a sette anni prima si rincorrevano nel prato davanti casa entrambi sporchi di fango.

Questo, ovviamente, sembrava un dettaglio totalmente insignificante ad Anne, troppo presa dall’adirarsi per non aver ricevuto neanche mezza lettera e dall’analizzare ogni singolo dettaglio di quell’uomo che doveva esserle familiare.

Lei ricordava il fratellastro come un ragazzino smilzo, sempre sorridente, con capelli ricci e ribelli. Ora si era trovata davanti un giovane uomo curato, con la barba lunga al punto giusto, capelli leggermente lunghi pettinati all’indietro e un’aria stranamente triste, che trapelava dai profondi occhi marroni.

Era rimasta sconvolta da ciò. Appena lo aveva visto non era riuscita neanche a muoversi o a ricambiare il saluto, quanto meno per cortesia, ed ora era andata addirittura a nascondersi nella sua camera.

‘’Lui è cresciuto, si vede, ma io sono rimasta la solita bambina fifona.’’ pensò, fissando il soffitto.

  
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