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Autore: MissAllSunday3    20/07/2017    4 recensioni
"D'amore. Questo libro parla d'amore"
Lui rimase interdetto: nella sua mente così pragmatica, così dura, si sarebbe aspettato tutt'altra risposta.
"..vuoi davvero farmi credere che stai piangendo per uno stupido libro romantico? Tzè donna.. ti facevo diversa!", l'apostrofo lui.
"Non è un libro romantico.. l'amore non è solo tra due innamorati, Zoro".
Genere: Azione, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Marine, Mugiwara, Nico Robin, Roronoa Zoro
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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..Ma buongiorno!!
Ho dovuto cancellare e ripostare questa ff in quanto la precedente l'avevo postata con il telefono, ed il testo era un po' sballato.
Dicevo: seconda ff sulla coppia Zoro - Robin. Che ci posso fare?, adoro questi due insieme!
Ho tentato di mantenere i personaggi IC, spero di non aver fatto troppi danni.
Avevo avuto l'idea per questa storia ieri pomeriggio, l'ho buttata giù praticamente di getto.. Mi rendo conto non sia il massimo, ma.. avevo voglia di portare un po' di ZoRobin ;) spero che gli/le amanti della coppia mi perdoneranno.
Le recensioni, come sempre, saranno super gradite!


L'Amore è..


Nel buio della notte, circondato solo dal rumore delle onde che si infrangevano sugli scogli, l’unico segno di vita su quella stramba nave sembrava essere un puntino luminoso rosso che, di tanto in tanto, appariva sul ponte per pochi secondi, per poi spegnersi lasciando il posto ad una nuvola di fumo.
“Che notte tranquilla.. è così raro avere dei momenti del genere qua sopra!” 
La riflessione del cuoco venne interrotta da un lieve rumore di passi, che gli fece girare la testa fino ad incrociare degli affascinanti occhi color ghiaccio che ornavano un bel viso roseo, su cui era appena apparso un tenue sorriso.
“Bella serata, no?”
“Insomma” - rispose lui - “anche se la tua bellezza illumina tutto, non c’è nemmeno una stella nel cielo stasera..”
“Appunto. Un’ottima serata per concedersi un buon libro senza alcuna distrazione” – sorrise di un sorriso che, però, non arrivava agli occhi, velati appena da un’espressione triste.
Sanji decise di non indagare oltre e di non chiedere il motivo di tale affermazione, già perso in quegli occhi azzurri come la linea che separa il cielo dal mare.
“Mia bellissima Robin, ti va un caffè? Ti aiuterà a stare sveglia durante il tuo turno di guardia e ti scalderà il cuore”.
Annuendo distrattamente, l’archeologa lo seguì in cucina, dove si mise ad osservare i movimenti quasi meccanici che il cuoco faceva.
Lo ringraziò per il buon caffè che questo le serviva, sorridendo appena ed il biondo si accorse dell’aria strana che aveva la compagna.
“Mia dea, c’è qualcosa che ti turba stasera? Posso fare niente per te?”
Robin scosse appena il capo, riprendendosi dai pensieri che le affollavano la mente.
“Ti ringrazio Sanji, sei stato davvero molto gentile.. e non solo per il caffè”
Con fare elegante si alzò, portò la tazzina al lavandino e, scoccando un ultimo sorriso che fece quasi ribaltare il cuoco dalla sedia, lasciò la cucina per dirigersi al posto di vedetta.
 
Lì tentennò un momento sul da farsi, la leggera mano già posata sul libro che giaceva abbandonato sul tavolino; il suo senso del dovere le imponeva di riporlo con cura nella libreria, così come accadeva con tutti gli altri.. ma il suo cuore le suggeriva di gettare in mare quello che aveva capito essere la fonte della sua malinconia.
Quel libro narrava una storia simile a quella che era stata la sua vita, con una sostanziale differenza: la protagonista aveva solo creduto di aver perso tutto e di essere rimasta orfana; per un crudele scherzo del destino, aveva infatti ritrovato tutti gli affetti che pensava le fossero venuti a mancare fin da piccola e non solo!, aveva anche trovato il suo vero amore.
A Robin era sembrato di ricevere una stilettata man mano che, proseguendo la lettura, la protagonista ritrovava un pezzo della sua travagliata vita: lei non avrebbe potuto ritrovare sua madre, non avrebbe potuto ritrovare il suo amico Sauro, gli archeologi di Ohara ed i libri perduti che non erano ancora stati letti dai suoi occhi così voraci.
Lei non avrebbe avuto il lieto fine di cui leggeva. 
Per lei, sua madre era morta durante il Buster Call di Ohara, così come il suo amico Sauro e tutti gli archeologi dell'isola, suoi unici amici; tutti i libri che tanto amava, perduti irrimediabilmente durante l'incendio che aveva devastato la sua isola.
Non aveva avuto amici, chi mai sarebbe diventato amico di quella strana bambina dagli occhi grandi e dalle mille mani che fiorivano quando meno te lo aspetti?
A quei tristi pensieri, le si inumidirono gli occhi, e qualche lacrima cadde, andando a rigarle le guance.
"Che stupida sono! Sarebbe molto più saggio concentrarmi su ciò che ho, piuttosto che pensare a ciò che non ho. Ma al momento non ce la faccio.."
I pochi ricordi felici le invasero la mente, altre lacrime le bagnarono il viso, ma si ridestò sentendo un improvviso rumore di passi che si avvicinava sempre di più.
Aveva già incrociato le braccia, quando riconobbe una testa verde ed uno sguardo interrogativo che la squadrava.

"Zoro ma sei tu.. mi hai fatto spaventare!"
Abbassò le braccia e si ricordò solo ora che le lacrime di poco prima erano ancora ben visibili sul suo bel viso. Arrossì.
"Quello stupido di un cuoco è venuto a disturbare i miei allenamenti in palestra, imponendomi di venire a darti il cambio perché gli sei sembrata molto stanca".
"Ad ogni modo.. che ti prende? Stai bene?" Continuò lui, scoccandole un'occhiata incredula e preoccupata allo stesso tempo.
Aveva visto Robin piangere una sola volta, ad Enies Lobby: in quella situazione, quelle lacrime l'avevano colpito molto; avevano mostrato tutte le fragilità di lei, lei che cercava di mascherare ogni giorno dietro a gentilezza e sorrisi di circostanza l'oscurità che si portava dentro. 
E che tutti pensavano fosse ormai svanita. 
"Si, sto bene. Questo libro ha solo aperto delle ferite che ritenevo chiuse da tempo... - Ma non è importante.
Grazie del pensiero, ma posso benissimo continuare il mio turno di guardia" 
Gli sorrise mestamente, con gli occhi ancora umidi della sua umanità, che cercava di celare a tutti i costi.
"Beh ormai sono qui. 
Dimmi.. Di cosa parla quel libro?" Chiese Zoro, indicandolo.
Per la prima volta, lei non seppe cosa rispondere.
Quel libro parlava di.. misteri da risolvere? No.. avventure? Forse..
Non voleva svelare così facilmente il motivo della sua tristezza.
A dirla tutta, non le andava nemmeno di farsi vedere così agli occhi di chi aveva rischiato la propria vita per lei.. 
in quel momento si sentiva inadeguata.
Ma ormai lui era davanti a lei, la fissava cercando di cogliere il suo dolore, la rimproverava con gli occhi perché "diamine!, dopo quello che abbiamo passato su quella dannata isola governativa, pensavo ci volesse ben altro per sconvolgerla!", la ammirava perché, nonostante la distruzione della sua anima, riusciva sempre ad essere una creatura meravigliosa, di una bellezza quasi celestiale.

"D'amore. Questo libro parla d'amore" 
Lui rimase interdetto: nella sua mente così pragmatica, così dura, si sarebbe aspettato tutt'altra risposta. 
"..vuoi davvero farmi credere che stai piangendo per uno stupido libro romantico? Tzè donna.. ti facevo diversa!", l'apostrofo lui.
"Non è un libro romantico.. l'amore non è solo tra due innamorati, Zoro" - si prese il libro in grembo - "ci sono varie forme d'amore: quello verso i propri genitori, verso i propri figli, verso i propri amici e compagni.. e si, quello verso l'unica persona degna delle nostre attenzioni..".
"So benissimo cos'è l'amore.. per chi mi hai preso, archeologa??"
Alla sua reazione, Robin distese il bel viso in una dolce risata. 
Certo, lei in quella ciurma era talmente abituata a spiegare, che ormai lo faceva automaticamente. 
Senza nemmeno rendersi conto di non avere a che fare, stavolta, con un ingenuo come Chopper, o con un bambinone come Rufy.
"E comunque.. io non sono d'accordo con te".
Questa affermazione la fece trasalire: non era mai stata contraddetta durante una spiegazione.. men che meno dallo spadaccino, da sempre più incline all'azione, piuttosto che alla parola.
Inclinando un sopracciglio, con aria curiosa, gli fece cenno di continuare e di spiegarsi.
"Beh ecco.. vedi.. io penso che quello di cui parli tu, tra genitori, figli, amici, sia affetto o amicizia. Non amore. L'amore è una cosa ben diversa e che quindi.. -"
Non fece in tempo a finire quella sorta di spiegazione che sentirono un boato, seguito da diverse voci che si sovrapponevano urlando.
"Viene dal ponte della nave! Presto, scendiamo!", ed afferrò la ragazza per un braccio, precipitandosi di sotto.
La spiegazione di quei forti rumori fu presto spiegata non appena videro i soldati della Marina sulla loro Sunny: un'orda bianca e blu si sparpagliava veloce per il ponte della nave, urlando e spaccando tutto quello che capitava a tiro.
Sanji, Franky ed Usopp, svegliati dal loro sonno, stavano già correndo in diversi punti della nave, iniziando a tirare calci, sparare e a prendere la mira.
Nami, ancora in pigiama, aveva con sé il suo micidiale Perfect Clima Tact e con esso, fulminava i malcapitati che le giungevano a tiro; Chopper nella sua forma più grande, sferrava pugni a chiunque gli si parasse davanti, mentre il povero Brook sorreggeva un Rufy addormentato, tentando di svegliarlo.
"Bastardi, vi faccio a fette!", e anche Zoro, urlando, si buttò nella mischia.

Robin rimase per un attimo interdetta; resasi conto della situazione, con un balzo atterrò sul ponte della nave, si infilò veloce dietro ad una grossa botte lasciata lì da Franky il pomeriggio stesso e, incrociando le braccia, fece spuntare una miriade di mani che iniziarono a bloccare i nemici, schiaffeggiandoli e riempiendoli di sonori pugni. 
Anche il Capitano si era finalmente svegliato: lo si notava dal fatto che, oltre agli arti di Robin, sulla nave erano comparse anche le sue lunghe gambe gommose a sistemare per le feste i soldati.
I Mugiwara stavano uscendo come al solito vittoriosi da quell'ennesimo vile attacco della Marina, i nemici venivano buttati in mare da poderosi calci o si lanciavano a tutta velocità sulla loro nave, pronti per la ritirata.
"Ferma dove sei bellezza, non osare muoverti o ti trapasso con questo!" uno dei soldati aveva incredibilmente sorpreso Robin, troppo occupata ad attaccare davanti a sè, ed ora le puntava alla gola un lungo pugnale, avvicinandolo sempre più pericolosamente.
Con un urlo, il codardo richiamó i suoi, e persino la ciurma di Cappello di Paglia prestò attenzione alla scena.

"Ora tu vieni con noi, criminale! Ci abbiamo messo più di 20 anni, ma finalmente ti abbiamo preso!" gioì l'ufficiale, tenendo ben stretta Robin e iniziando a premere la lama del pugnale contro la sua gola.
"Non un passo, altrimenti la vostra amica finisce sgozzata! Deponete le armi subito, pirati!"
Il silenzio piombò prepotente sul ponte della nave. 
Tutti si fermarono, impotenti.
Nami e Chopper tremavano, Rufy era trattenuto a stento da Franky e Brook, Zoro ringhiava minaccioso, imitato da Sanji. 
Rivoletti di sangue iniziavano ora a sgorgare dalla punta del pugnale del soldato, premuto ormai inesorabile alla gola di Robin che, senza forze, era sul punto di accasciarsi a terra, sostenuta solo da quelle vili e codarde braccia che reggevano con forza le sue. 
"Robin NO!!" Nami era disperata, urlava e piangeva;
"Robin, reagisci!! E tu bastardo, toglile le mani di dosso!!" 
"Zitto cyborg, o il prossimo sarai tu!" urló il soldato al povero Franky, impotente.
"In quanto a te, bellezza.. cosa ne pensi del mio pugnale in Agalmatolite?" sussurrò all'orecchio dell'archeologa, ormai sul punto di perdere i sensi dal dolore.
"Io devo.. devo fare qualcosa subito!! Ma cosa?!" Zoro si ritrovò a pensare, congelato, che doveva agire.. e in fretta anche. 
Senza farsi notare si guardò intorno: i suoi compagni sembravano paralizzati dalla scena che si parava davanti ai loro occhi. Mentalmente ognuno di loro, preso dalla disperazione, tentava di elaborare un piano.. 
Ma nessuno riusciva a formulare qualcosa che potesse funzionare.
Lo spadaccino guardò tutti i restanti Mugiwara uno per uno: Nami piangeva, le gambe che stavano per cedere, imitata dal povero Chopper, ritornato alla sua forma originale. Franky e Brook sembravano congelati, ribollivano di rabbia ma non riuscivano a muoversi. Sanji tentava di tenere a bada Rufy "Idiota! Non capisci che al primo passo che facciamo uccideranno Robin?! La mia adorata Robin!!" gli urlava, ma le sue urla erano sovrastate da quelle del Capitano, che voleva agire.
Usopp, tremante come una foglia e pallido come un fantasma, si nascondeva dietro la porta che conduceva alla cucina; i soldati sembravano non averlo minimamente visto, ma Zoro, che conosceva bene quel fifone del suo nakama, non si sorprese a trovarlo lì.
Con la coda dell'occhio cercò di attirare l'attenzione del cecchino, che ora lo fissava con i lacrimoni agli occhi, incredulo di non essere controllato né visto da nessuno oltre al suo compagno.
Zoro mimò qualcosa al suo indirizzo, ed Usopp capì al volo le sue intenzioni. 
Nascondendosi ulteriormente dietro la porta, senza fare troppo rumore, si mise a controllare i proiettili che gli erano rimasti e con mano tremante, selezionò il prescelto.
"Devo essere veloce, non ci sarà una seconda possibilità! Se esiterò, il mio piano andrà in fumo, e per la povera Robin non ci sarà più niente da fare! Il Capitano Usopp non può fallire!" mentalmente cercava di farsi forza, mentre con le mani tentava di caricare la sua Kabuto.
"Maledizione.. ma quanto ci mette quell'idiota??" lo spadaccino fremeva. 
Il suo corpo era pronto all'attacco, i suoi muscoli tesi e la sua bocca tirata.
Digrignò forte i denti alla vista di quel pazzo che torturava Robin: gliel'avrebbe fatta pagare cara. 
L'archeologa aveva perso i sensi. Ora era tenuta in piedi dal soldato che, sghignazzante, continuava a premerle quel maledetto pugnale alla gola.
Una rabbia crescente stava montando in Zoro, sentiva di non potersi più controllare. 
Buttò l'occhio appena dietro di sé e con un movimento impercettibile alzò di poco la testa, facendo capire al cecchino di non perdere altro tempo.
Fortunatamente questo capì e, dopo un rapido cenno di intesa con il suo compagno, che portò la mano alle impugnature delle sue katane, sbucò dal suo nascondiglio, urlando "Midori Boshi: Devil!!", sparando nel frattempo qualcosa dalla sua gigantesca fionda.
Quello che seguì fu il panico: un'enorme coltre di nebbia fumosa avvolse la nave, il panico si impossessò dei presenti, che udirono solo un colpo secco ed un peso morto che cadeva a terra.
Urla concitate dei pochi soldati presenti, unite a quelle dei Mugiwara, erano le sole cose che Zoro sentì. 
Ma non importava: aveva finalmente afferrato Robin e steso quel folle che la torturava con un fendente delle sue spade.
Aveva studiato la traiettoria da compiere nonostante quella coltre di nebbia lanciata dal cecchino, ed il suo occhio, dopo i primi passi, sembrava quasi essersi abituato a quel muro di nebbia davanti a sé.
I soldati della Marina presenti, presi dal panico, iniziarono a correre in maniera assurda e sconclusionata: i pochi che si gettarono volontariamente in mare furono presto raggiunti dal resto di loro che, inciampando tra loro, cadevano dalla nave o ci venivano scaraventati da Zoro, ormai una furia.
Con l'aiuto di Nami e del vento provocato dal suo Clima Tact, la nebbia si dissolse in fretta, rivelando la scena che era stata nascosta ai più: il soldato che aveva torturato Robin giaceva ora morto a terra, con un'enorme X rossa sul petto che gli aveva lacerato l'uniforme della Marina, gli occhi vitrei a fissare quella che probabilmente, era stata una furia, l'ultima cosa che aveva potuto vedere.
Zoro, ansimante, reggeva in braccio l'archeologa esanime, seguito da una Nami in lacrime che chiamava Chopper a gran voce. 
Franky e Rufy esultavano dell'ennesima vittoria contro la Marina, lodando il prode Capitano Usopp che, come volevasi dimostrare, aveva già assunto la paternità di quell'idea non sua
 
Ore dopo, in infermeria, il piccolo dottore aveva fatto il possibile per curare Robin: l'aveva dichiarata fuori pericolo - fortunatamente la lama del pugnale non aveva ancora trafitto nulla di compromettente - ma l'algamatolite aveva indebolito parecchio la bella archeologa che al momento, sembrava riposare pacifica sul lettino.
"Zoro sei stato fantastico. In una situazione del genere in cui tutti eravamo presi dal panico, tu hai saputo mantenere la lucidità e studiare un attacco infallibile" si complimentò la piccola renna.
"È vero buzzurro: per una volta hai agito con il cervello anziché con le spade!" Nami aveva smesso di piangere appena appresa la notizia delle condizioni di Robin.
Chopper e la rossa uscirono dall'infermeria: Sanji chiamava a gran voce la ciurma, la colazione era pronta, ma lo spadaccino sentiva un gran peso sullo stomaco.. peso che si aggravava ogni volta che osservava il viso dell'archeologa senza poter intravedere l'azzurro cristallino dei suoi occhi.
Zoro decise quindi di vegliare su di lei, almeno finché il piccolo dottore non si fosse riempito la pancia insieme a quei pazzi dei suoi nakama.
Si sedette sulla piccola sedia presente nella stanza e si addormentò.
 
I primi raggi di sole fecero capolino nella stanzetta, illuminando il viso di Robin. 
Il calore sembrava quasi infonderle vita, forza.. e così aprì gli occhi, trovando lo stanco sguardo di Zoro vigile su di lei.
"Finalmente ti sei svegliata. Come ti senti?" sul viso dello spadaccino aveva trovato posto ora un dolce sorriso, così innaturale per uno come lui, abituato solo a quel ghigno che puntualmente preannunciava uno scontro.
"Bene grazie. Un po' debole.. ma credo di stare bene" parlò con voce roca Robin, accorgendosi subito delle bende intorno alla gola e ricordandosi all'improvviso tutto. 
"Li abbiamo sistemati a dovere, quei pazzi della Marina" - le spiegò lui, cogliendo il suo sguardo indagatore - "credo che la prossima volta ci penseranno due volte prima di attaccarci in malo modo".
Lei sorrise, mettendosi a sedere non senza fatica. 
Sul suo viso ora c'era un'espressione indecifrabile: la gioia per l'esito di quello scontro si fondeva con il dolore della ferita e con la malinconia che portava con sé quella sera, prima ancora che iniziassero a combattere. 
Un capogiro interruppe i suoi pensieri: era ancora troppo debole per lasciarsi andare alle emozioni. 
"Riposati, stiamo per partire" le disse lui, alzandosi dalla scomoda sedia - "Chopper arriverà tra poco a visitarti nuovamente."
L'aiutò a sdraiarsi e sul viso di Robin comparve un sorriso: bello, dolce, sincero. Di quelli che faceva di rado, che riservava ad occasioni o a persone che lo meritavano davvero.
"Grazie Zoro, dico davvero. Grazie per avermi salvato da quel folle e per avermi salvato.. da me stessa", arrossì dicendolo.
"Ma prima o poi, mi darai una tua spiegazione sull'amore!" - gli fece l'occhiolino.
Lui arrossì un poco e si avvicinò al letto. 
Le rimboccò le coperte e sistemandole la fasciatura alla gola, rabbrividì nello sfiorare quella pelle bianca e perfetta.
"Non ringraziarmi per quello che ho fatto stasera, donna. 
L'amore è questo".




*Note*: ..di nuovo GRAZIE a chi è arrivato fino alla fine, e a chi avrà tempo/voglia di recensire.
Spero non sia scritta troppo male, è che, come già scritto sopra, ieri pomeriggio mi sono messa d'impegno ed ho tentato di dare forma all'idea che avevo in mente.. ma mi rendo conto che non sia il massimo.
Per ora comunque, è tutto.
A presto!

 
   
 
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