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Autore: Eirynij    20/07/2017    1 recensioni
“Quando arriva la notte” è una raccolta di missing moments che segue l’ordine cronologico delle puntate di Tokyo Mew Mew prendendo spunto proprio da esse. L’inizio della narrazione coincide con la puntata numero tre, quella in cui entra in scena il nostro alieno dagli occhi d’oro. La notte è un momento magico in cui si ripensano agli avvenimenti della giornata e, soprattutto, è il momento in cui si può avere una pausa dal tran tran quotidiano. Quindi, mentre il giorno impone a Kisshu e Ichigo di combattersi ed essere nemici, la notte li avvicina lasciando loro la possibilità del dialogo e della conoscenza reciproca.
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Kisshu Ikisatashi/Ghish
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Five centimeters per second
-Ichigo -
 
‹‹È un bel ricordo, perché vuoi rovinarlo?›› gli chiesi.
Le stelle illuminavano freddamente i petali rosa sparsi a terra tutti intorno a me. Il piano degli alieni di intossicare gli abitanti di Tokyo utilizzando il polline dei ciliegi fioriti fuori stagione nel parco cittadino era stato appena scongiurato da me e dalle altre Mewmew purtroppo però, degli alberi non era rimasto niente fuorché rami spogli e rinsecchiti come scheletri danzanti nella brezza autunnale.
Quello stesso pomeriggio Masaya mi aveva portato a vederli nel loro splendore e mi aveva spiegato che la fioritura di quelle piante era di ben sei mesi in anticipo rispetto il loro ritmo biologico: sarebbero dovute sbocciare a marzo, non a settembre. Aoyama-kun sapeva un sacco di cose riguardanti la natura ed era un piacere ascoltarlo, era così interessante e faceva sempre riflessioni profonde, niente a che vedere con quello stupido alieno che avevo davanti agli occhi capace solo di sciupare e distruggere tutto quello che toccava.
‹‹Dimmi perché›› ribadii.
‹‹A causa tua il mio piano è fallito anche oggi›› si lamentò Kisshu stiracchiando le braccia dietro la nuca ‹‹pazienza, almeno ho avuto un’occasione per vederti, micetta››.
‹‹Guarda cos’hai fatto›› soffiai chinandomi per raccogliere un petalo, era ancora soffice tra le mie dita ma presto sarebbe appassito. È tutto così effimero.
‹‹Micetta, erano solo fiori, ricresceranno›› si giustificò abbozzando una risatina imbarazzata, probabilmente provocata dal mio prolungato silenzio.
‹‹Vattene›› gli ordinai infine, sentivo la bile inacidita dalla rabbia ribollire nel mio stomaco ‹‹hai rovinato tutto, non hai rispetto per niente! Non sai niente!››. Non dubitavo che un giorno o l’altro sarebbero stati prodotti nuovi boccioli, ma Kisshu aveva appena cancellato la fonte di tutti i dolci ricordi legati all’appuntamento con Aoyama-kun.
‹‹Cinque centimetri al secondo›› proferì schiudendo appena le labbra.
‹‹Cosa?›› alzai il volto guardandolo in viso, stupita per la sua nuova uscita apparentemente senza senso.
‹‹La velocità con cui cadono i fiori di ciliegio è di cinque centimetri al secondo›› ripeté ‹‹scommetto che questo non lo sapevi››.
‹‹No›› ammisi. Ero stupita: questa informazione me la sarei aspettata da Masaya, non da lui.
Kisshu è sorprendente pensai e, mio malgrado, mi scappò un sorriso ma mi ricomposi subito, del resto la sua dimostrazione di sensibilità non cancellava di certo il pasticcio che aveva combinato.
‹‹E questo disastro?›› chiesi indicando il ciliegio spoglio e il tappe rosa sotto i miei piedi. La mia voce era uscita fin più aspra di quanto avessi voluto realmente ma lui sembrò ignorare il tono aggressivo.
‹‹Sei proprio una scocciatura›› sospirò avanzando verso di me e scostandomi delicatamente con una mano per raggiungere il ruvido tronco alle mie spalle.
Evocò i sai e, stringendoli saldamente, li conficcò nella corteccia dura. ‹‹Chiudi gli occhi, micetta›› ammiccò, un guizzo divertito nelle iridi dorate.
Si o no? Che faccio? Mi fido?
‹‹Fidati›› un sorriso sornione comparve sul suo volto.
Come fa a leggermi nella mente?
Serrai le palpebre con i sensi tesi pronta ad evocare la mia arma in caso di necessità. Attesi respirando profondamente ma non riuscii a trattenermi più di qualche secondo prima di sbirciare: la visione che mi si aprì davanti fu Kisshu aggrappato alle sue armi, concentrato, con gli occhi chiusi, immobile. Solo qualche ciocca di capelli oscillava nell’aria notturna.
Poi, all’improvviso, il miracolo: piccoli rigonfiamenti cotonosi comparvero dal legno scuro che, lentamente, presero ad ingrossarsi ed aprirsi producendo prima boccioli rosati e dopo petali vaporosi originando un’anacronistica primavera. Tutta la chioma si coprì di fiori teneri e profumati.
Rimasi senza parole, il fiato denso premeva nei polmoni impaziente di uscire insieme a strepiti di gioia e stupore.
‹‹Contenta?›› la voce di Kisshu mi riportò alla realtà.
Annuii mostrandogli quello che si definisce letteralmente un sorriso a trentadue denti, del resto quell’alieno arrogante non era affatto male quando non cercava di distruggere la Terra.
Lo vidi barcollare.
‹‹Che succede?›› chiesi balzandogli vicino.
Notai solo in quel momento che era più pallido del solito e che aveva la fronte imperlata di goccioline di sudore. Si appoggiò con la schiena all’albero, riprese i lunghi pugnali e li fece li scomparire prima di sedersi a terra scivolando lungo il profilo rugoso della corteccia. Anche io mi accucciai al suo fianco. Per far tornare il ciliegio al suo splendore originale aveva speso gran parte della sua energia.
‹‹Sto bene, non sono mica un pappamolla come quell’ameba a cui corri regolarmente dietro›› si vantò, spavaldo come suo solito.
Finsi di non aver sentito la sua frecciatina: ‹‹Posso fare qualcosa per te?››.
‹‹Mi penserai la prossima volta che guarderai questi fiori?›› improvvisò lanciandomi un’occhiata in tralice.
Capire il significato del suo gesto fu una sferzata dritta al cuore… se avesse potuto anche Masaya avrebbe restituito la vitalità alla pianta e l’avrebbe fatto per il bene della Natura stessa, Kisshu, invece, l’aveva fatto per me.
Alzai lo sguardo verso il baldacchino di petali rosa che ci sovrastava e rimasi a contemplarlo cercando di rammentare il pomeriggio passato con Aoyama-kun, mentre un nuovo ricordo si faceva spazio prepotente sovrapponendosi a quello vecchio: non avrei voluto, ma da quel momento in avanti vedendo un ciliegio avrei sicuramente pensato a Kisshu.
Si staccò un fiore che pigramente prese a cadere in ampie volute.
Cinque centimetri al secondo affiorò nella mia mente.
Tornai a guardare l’alieno che si sporgeva verso di me. Lo vedevo a rallentatore, sempre più vicino.
Cinque centimetri al secondo: la velocità con cui Kisshu mi regala un bacio.
 
 
 
 
Angolo dell’autrice: Eccomi qui! Speravate di esservi liberati di me! E invece no, ritorno con un nuovo capitolo dopo essere sopravvissuta agli esami. Ovviamente spero vi sia piaciuto, avevo tante idee per questo capitolo sui fiori di ciliegio e ci ho messo un po’ per scegliere quale perseguire, mi auguro di avere intrapreso la strada giusta! Vi domanderete come faccio sa sapere con che velocità cadono i fuori di ciliegio?! Ebbene la risposta è in uno splendido manga che vi consiglio e che si intitola “Cinque centimetri al secondo” appunto!
Ogni domanda, critica, considerazione è ben accetto e spero vogliate lasciarmi le vostre impressioni!!
Grazie a tutti voi splendidi lettori e ancora più grazie a chi recensisce (forse non lo sapete ma siete un sostegno fondamentale in questa impresa)!
Un bacio,
Eirynij
   
 
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