Fumetti/Cartoni europei > I Dalton
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Autore: jarmione    20/07/2017    1 recensioni
È il compleanno di Jack e William.
Tutto il penitenziario è in vena di festeggiare.
Ma Evelyn non ha voglia, è arrabbiata e se ne sta in disparte.
Una serie di eventi le faranno cambiare idea sulla persona che ama, fino a farli ricongiungere.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I Dalton ed Evelyn'
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ATTENZIONE!! L'avvertimento OOC l'ho messo per due motivi

-per sicurezza

-Jack è il personaggio meno esplorato dei quattro nonché, forse, il più silenzioso. Non sapendo come definirlo meglio metterlo.

Buona lettura 

 

 

 

 

Non aveva voluto guardarlo.

Non si era neanche avvicinata.

Era rimasta in disparte ad osservare gli ergastolani festeggiare il compleanno dei gemelli, mentre Averell era l'unico che pensava alla torta invece che ai fratelli.

Lei non sarebbe riuscita a reggere la vicinanza con Jack, non dopo che si erano lasciati.

Quella stessa mattina era entrata nella cella dei fratelli e si era avvicinata a William.

Dopo averlo svegliato dolcemente, lo aveva abbracciato forte e gli aveva consegnato il suo regalo.

Un bel libro che parlava delle nuove invenzioni create nel mondo, aveva chiesto alla signorina Betty di aiutarla a trovarne uno.

Era un regalo adatto a Joe, a dire la verità, ma lui lo avrebbe utilizzato per evadere mentre William per passione e informazione.

Aveva salutato gli altri e poi era uscita, senza dire niente…senza parlare con Jack.

Averell aveva già in mente la colazione e la torta, mentre William e Joe si facevano un mucchio di domande.

Va bene essere arrabbiata con Jack, ma era proprio il caso di salutarlo senza dire altro?

A detta di Evelyn si!

Si era ritrovata a girare per il cortile da sola, finché una mano non si era posata sulla sua spalla.

“Che ti succede?” Chiese William, che si era allontanato apposta per parlare con lei.

Voleva bene ad Evelyn, ma ne voleva anche al gemello e sapere che i due non andavano d'accordo lo faceva stare male.

“Non mi va di parlare”

William sospiró “Non è bello quello che stai facendo”

Evelyn distolse lo sguardo 

“Nemmeno quello che mi ha fatto lui”

Nonostante non fosse successo niente di scandaloso, ad Evelyn non era andato giù che Jack avesse fatto sorrisi innamorati ad un altra donna all'infuori di lei.

Non riusciva a sopportarlo e voleva fargliela pagare.

Sentiva che il matterello non era bastato.

“Eravamo tutti presi dalla situazione” spiegò William con calma.

Quell'uomo aveva sempre avuto una pazienza e me una capacità di autocontrollo che Joe avrebbe dovuto seguire.

Se non ci fosse stato William, in tante occasioni, lei sarebbe impazzita.

“Lui si è lasciato trasportare ma non era sua intenzione”

“Ma lo ha fatto”

“Permettigli almeno di spiegare”

Evelyn sospiró “Non c'è nulla da spiegare”

“Evelyn…”

“Evelyn Dalton!” La voce di Pit li interruppe “in parlatorio!”

In parlatorio?

E chi poteva essere?

“Vieni con me William” lo implorò lei

“Hanno chiamato te, non me” rispose “vai, io sarò qui ad aspettarti”

Le sorrise e la lasciò andare.

Si sentiva osservata…in particolare da Joe.

Un Dalton non viene mai convocato da solo.

O tutti o nessuno.

Ma dato che Evelyn, a detta di Joe, non era una vera Dalton, poteva anche evitare di farli venire tutti con lei.

E poi era curiosa di sapere chi l'avesse chiamata.

Arrivata in parlatorio si bloccò 

“Mamma!”

“Evelyn!” Le due donne si strinsero “tesorino mio come stai?”

“Bene mamma” sorrise Evelyn.

Non si aspettava proprio quella visita.

Con mamma Dalton potevano vedersi solo una volta al mese e in un giorno ben stabilito ed essendo già passato non si aspettava di vederla fino al mese successivo.

“Meno male cara” si sedettero “per tutte le pistole, non riesco proprio a vederti con la divisa carceraria”

Evelyn sorrise ancora “Devo metterla per obbligo mamma”

“Ma tu non sei una detenuta!”

“Legge penitenziaria” disse sconsolata “discrezitudine, benesseritudine e lavoritudine” aggiunse con la voce stile Peabody 

“Ho sempre odiato sentirlo parlare in questo modo”

“A me lo dici?” Rise e poi divenne seria “comunque…è successo qualcosa?”

Mamma Dalton si ricompose e la guardò con un sorriso dolce e comprensivo “No mia cara”

“Perché volevi vedermi?”

Mamma Dalton fece un bel respiro

“Che ti succede tesoro?”

Evelyn la guardò interrogativa.

“Mi ha contattato questa mattina la signorina Betty e mi ha detto che hai qualche problema con uno dei ragazzi”

Evelyn intuì.

La signorina Betty doveva aver visto il distaccamento da Jack e aveva chiesto a mamma Dalton di intervenire.

Non voleva pensarci.

Ma non riusciva a resistere.

Alcune lacrime scesero lungo le sue guance.

“Non riesco mamma…non riesco proprio”

Mamma Dalton non sembrava colpita.

Manteneva lo stesso sorriso dolce.

“Sai come sono i maschi” disse “ma Jack non ha cambiato idea e non si capacita della tua decisione”

“Flirtava con un altra donna!”

“Ma tu sei sicura di ciò che hai visto? Sei sicura fosse tutto frutto della sua testa?”

Evelyn non capì

“Jack fa le cose per conto dei piani che tuo fratello Joe cerca di effettuare”

Evelyn alzò gli occhi al cielo

“E il piano del nano prevedeva un flirt con le altre detenute?”

“Certo!” Rispose “e non chiamarlo nano, lo sai che non mi piace che vi offendete”

“Hai ragione, preferisco piccolo putto”

Un dolore lancinante all'orecchio fece lamentare Evelyn dal dolore

“Femmina o no, non ti permetto di prendere in giro i tuoi fratelli!”

“Ok ok ma lasciami!” Un ultima stretta e poi venne lasciata “ahio!”

“Ricordatelo per la prossima volta” concluse mamma Dalton “tornando a noi due…” si schiarì la voce “cosa provi per Jack?”

Bella domanda.

Era difficile.

Era molto in conflitto per via di quello che credeva un tradimento, scoprendo invece che era un piano di Joe per evadere, ma in fondo sentiva ancora le stesse cose che provava da sempre.

“Io…io lo…” 

“Tu lo ami” concluse mamma Dalton per lei

Evelyn annuì “Da morire mamma”

La donna era soddisfatta “Mio figlio è fortunato ad avere una donna come te al suo fianco, tutti loro sono fortunati e, in fondo, anche tu lo sei ad avere quattro fratelli che si farebbero un mille per te”

Ecco da chi aveva preso William.

Lui e mamma Dalton erano più simili di quanto credevano.

“Adesso va da lui mia cara”

“Grazie mamma!” La strinse forte 

“Evelyn Dalton!” Pit entrò nella stanza “fine colloquio”

“Ci vediamo cara e, un ultima cosa” si avvicinò al suo orecchio “tira l'orecchio a tuo fratello Joe”

“Perché?”

“Non si sa mai” rispose “meglio prevenire che curare con uno come Joe”

Si diedero un ultimo saluto ed Evelyn uscì.

Come promesso, William era lì ad attenderla

“Tutto a posto?” Chiese “chi era?”

“Era la mamma”

William fu sorpreso “Ma non era già stata qui?”

“L'ha chiamata la signorina Betty…per via di Jack”

“Ah…” William si voltò verso la signorina Betty, che fece l'occhiolino.

Quella donna lo faceva impazzire e, quella volta, aveva superato se stessa.

Persino lei sapeva che mamma Dalton aveva la giusta influenza su Evelyn.

“Senti un po' pulce” Joe, nel frattempo, si era avvicinato.

Aveva in aria severa e le braccia incrociate.

“Che ho fatto di male, Joe Dalton?”

“Invece che borbottare con William faresti bene a dirmi chi ti ha cercato”

“Era la mamma” rispose tranquillamente “problemi?”

“Problemi!?” Ripetè “potevi avvisarci!!”

“Voleva solo me, che ci posso fare?”

“E che ti avrebbe detto di così importante da non convocare me?”

Evelyn sbuffó “Non sono affari tuoi gnomo!”

“La smetti di darmi certi appellativi!!”

William lanciò ad Evelyn un occhiata di rimprovero.

Lei, per tutta risposta, sorrise innocente…ed anche un po' divertita.

Quando Joe si calmò, tornó a parlare “Allora? Io sto aspettando”

“In effetti…” finse di ricordare “c'è una cosa che mi ha detto”

“Sputa il rospo”

“Mi ha detto che con te è meglio prevenire che curare e ti manda non solo i suoi saluti ma anche questo” è gli strizzó l'orecchio, facendolo urlare di dolore.

William la guardò ancora con aria di rimprovero

“Che c'è?” Chiese “me lo ha detto davvero, chiediglielo la prossima volta” e mollò Joe.

“Razza di pulce, maledetta, vipera…” e Joe disse tante altre parole irripetibili.

Sapeva che ad Evelyn non sarebbero mai venute certe idee per gli affari suoi ma non pensava nemmeno che le mettesse in atto.

Aveva più forza di mamma Dalton.

Mentre lui si lamentava, Evelyn tornó a guardare William “Devo parlare con Jack”

William sorrise e annuì.

Ignorando Joe, che non sembrava intenzionato a smettere di imprecare, raggiunse gli altri detenuti, che mangiavano la torta con gusto.

Averell si avvicinò con il piatto colmo.

C'erano almeno quattro fette.

“La panna è favolosa!” Esclamò “ne vuoi un po' sorellina?”

“No grazie Averell, ma tienimene una da parte, ci conto”

“Agli ordini mon capitaine!” E fece il saluto militare.

Evelyn rise e si fece largo fra gli ergastolani a spintoni.

Erano tutti enormi e la sovrastavano.

Appena pensava di essere vicina, inciampó su un sasso.

Si preparó all'urto con il suolo, nonché ad una bella chirurgia facciale….ma tutto ciò non avvenne.

Due braccia, molto magre per giunta, l'afferrarono al volo.

Quando si rimise in piedi, notò Jack.

Era lui ad averla presa.

Anche se era giunta con lì per lui, distolse subito lo sguardo e arrossì.

Stessa cosa fece lui.

“Ehm…grazie…”

“Figurati…”

Ci fu ancora silenzio

“Ascolta io…” lo dissero all'unisono.

“Volevo dirti…” ancora

Jack fece un profondo respiro “Prima tu”

Evelyn deglutì

“Mi…mi dispiace”

“Anche a me” aggiunse lui

“Sono…sono stata stupida…non sapevo che Joe…”

“Non importa” Jack le mise una mano sulla spalla e fece un lieve sorriso “ti chiedo solo…se puoi…perdonarmi”

Evelyn tremó lievemente.

Poi sorrise appena e annuì “Comunque…auguri…”

“Grazie…”

“Però…ero arrabbiata e…non ho un regalo…”

Jack non sembró preoccuparsi, anzi!

Aveva un aria vagamente maliziosa.

Stava macchinando qualcosa.

Guardò verso William, che annuì

“Una cosa che puoi fare per me c'è” spostò i piatti dal tavolo, che era stato portato fuori per i festeggiamenti, facendo brontolare Averell e gli altri ergastolani.

Si arrampicò e si mise in piedi.

Evelyn sgranó gli occhi.

Le guardie erano tutte lì attorno.

“Finalmente era ora!” Esclamò Peabody “se tutto va bene tornerà la tranquillitudine” l'aria sognante del direttore fece insospettire Evelyn, che era concentrata su Jack.

“Evelyn Dalton…ehm…” ed ecco che si stava impacciando.

William lo incoraggiò da lontano.

Persino Joe, che aveva smesso di imprecare contro Evelyn, si era incuriosito.

A quanto pre gli unici al corrente di ciò che stava per fare erano Peabody, la signorina Betty e le guardie e William.

“Ti chiedo…scusa per…per ciò che ho fatto” iniziò a sudare freddo “però…visto che mi hai perdonato…volevo…”

“Datti una mossa!” Esclamò Joe, ricevendo in risposta un sacco di sshh da parte degli ergastolani.

Jack si chinò e si tolse un laccio dalla scarpa ed iniziò ad annodarlo.

“Evelyn…” o parlava o parlava.

Allungò la mano e mostrò alla ragazza il laccio della scarpa legato…ad anello.

“Vuoi…” e li bloccó.

Ormai avevano capito tutti, anche Joe.

Quest'ultimo sembrava intenzionato a fare una strage, ma voleva attendere la risposta di Evelyn.

Lei si voltò verso gli ergastolani, che la sollevarono e la misero sul tavolo con Jack.

Sorrise

“Si”

Le urla di approvazione dei detenuti poterono udirsi a quasi dieci chilometri di distanza.

Lanciavano i cappelli, le scarpe e qualcuno persino la maglietta.

Le guardie spararono alcuni colpi di fucile per acconsentire e la signorina Betty era tutta un eccitazione e già programmava ogni singolo momento del futuro evento.

Peabody era d'accordo, ma avrebbe dovuto elencare alla ragazza i doveri a cui andava incontro sposando un ergastolano.

Joe rimase di sasso e non disse una parola.

Ci era rimasto male.

“Ma ma…”

“È l'amore Joe” intervenne William “non puoi fermarlo”

“Ha ragione” si intromise Averell “non è colpa tua se le donne non amano gli uomini bassi, brutti e irascibili”

Un ceffone ben piazzato risuonò per tutto il penitenziario, ma nessuno ci badò.

Nemmeno i due innamorati.

“Buon compleanno Jack”

“Ti amo Evelyn”

  
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