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Autore: fenris    20/07/2017    3 recensioni
Fin da quando Kagome ha attraversato il pozzo lei e i suoi compagni hanno dovuto affrontare ogni genere di pericoli: demoni, guerrieri resuscitati, sacerdotesse malvage e molto altro ancora. Ma in realtà tutto quello che hanno affrontato finora non è che la superficie di un abisso senza fondo e forze ben più terribili di Naraku stanno emergendo e forse solo un'alleanza all'apparenza impossibile potrà salvare questo mondo. Pronti a scoprire quanto è davvero pericoloso questo mondo? Allora entrate pure.
Genere: Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Inuyasha/Kagome, Kagura/Sesshoumaru, Miroku/Sango
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Viaggio d'allenamento- terza e ultima parte

Koga stava ansimando pesantemente. Ragnar l'aveva trascinato a Muspleheirm, il regno dei giganti di fuoco, e l'aveva legato a un masso grosso quanto mezza montagna, oltre ad aver aggiunto diversi pesi agli arti e ovviamente il caldo di quel reame non aiutava.

“ E' proprio necessario?!”. Chiese lo sfinito demone lupo al berserker, che in quel momento era sdraiato sulla cima del masso, godendosi il calore come fosse una semplice abbronzatura artificiale. Nei sei mesi precedenti aveva portato Koga in giro per tutti i nove mondi, ognuno più pericoloso del precedente, vista la grandissima quantità di climi piacevoli( eccetto Vanhaim e Alfheim, lì si stava bene) e gli abitanti particolarmente ospitali. In sostanza si era ritrovato a passare in continuazione dal caldo al gelo e a affrontare ogni genere di mostri orribili, persino alcuni compagni del suo insegnante, e per di più ogni volta che doveva passare attraverso i rami di Yggdrasil sentiva il cervello liquefarsi.

“ Lo sarà fino a quando non avrai imparato la lezione.”.

“ Sì, i nove mondi non sono semplici piani di realtà, blah blah, tengono in equilibrio tutto l'universo, blah blah, devo diventare più forte, blah blah. Scusa, ma quel nano non aveva detto che oggi mi avrebbe consegnato la nuova arma?”.

“ E a che ti serve, se non riesci a controllarla?”. Koga ringhiò.

“ Non so, a romperti il culo?”. Concentrò tutta l'energia nei meridiani delle nocche e spaccò la roccia con un pugno, creando inoltre una potente onda d'urtò che si fece avvertire per un intero chilometro. Poi saltò in aria e sfoderò la goraishi contro Ragnar, già trasformato in licantropo, che però non ebbe troppi problemi a parare.

“ Ancora ti affidi solo alla tua rabbia per vincere.”. La raffica di affondi continuò e i tratti del demone si fecero sempre più animaleschi.

“ Senti chi parla, ho sentito di come voi berserk aumentate i vostri poter. Diventate prede della vostra furia fino a quando dell'avversario non rimane niente.”. I suoi muscoli cominciarono a gonfiarsi e la pelle si ricoprì di pelliccia, mentre Ragnar lo afferrò per una scapola.

“ Le voci che hai sentito provengono da degli ignoranti. Un berserker, o qualsiasi altro uomo bestia, è molto più di una semplice bestia priva di cervello. In ognuno di noi scorre una rabbia primordiale, che dobbiamo cercare di equilibrare con il nostro legame con la natura e gli dei. Voi demoni, anche se in parte animali, non possedete lo stesso legame, ma la furia sì. Se non riesci a controllarla, sei solo un debole.”. Una testata lo colpì in pieno e quando atterrò, Ragnar si trovò davanti un lupo umanoide ancora più grosso di lui, circondato da una potente aura oscura.

“ DEBOLE?! QUESTO TI SEMBRA DEBOLE?!”. L'altro ghignò e scrocchiò le nocche.

“ Forse no. Fammi vedere cos'hai imparato.”. I due si affrontarono per quasi un'ora sotto gli sguardi di alcuni giganti di fuoco, che però decisero di scappare subito, fino a quando entrambi i contendenti non furono tornati alla loro forma umanoide. Koga era totalmente a pezzi e sdraiato sulla roccia ardente, mentre Ragnar era ansimante, ma ancora in piedi.

“ Hai capito ora cosa intendo?”.

“ Sì. Se continuo a lasciarmi andare come ho fatto ora, sarò solo un peso inutile per i miei compagni.”.

“ Vedo che cominci a ragionare. Tieni questa, penso che tu sia pronto.”. Tirò fuori qualcosa dal deposito della sua anima e lo lanciò a Koga, che si trovò in mano una copia della Goraishi, solo che era fatto di un materiale totalmente diverso.

“ Ah, quindi te lo eri già fatto dare?”.

“ Sì, una copia in puro mithril della tua arma. Se impari a utilizzarle entrambe allo stesso tempo, ben poco potrà opporsi a te.”. Koga sghignazzò e si preparò a un nuovo combattimento. Gli allenamenti proseguirono così per i successivi sei mesi, dopodichè Ragnar riportò Koga nella landa dove l'aveva trovato e lo guardò con gli occhi di un padre orgoglioso.

“ Koga, ti ho insegnato tutti i segreti dei berserker in questi mesi. Ora tocca a te fare del tuo meglio, lascia una bella cicatrice a quel mostro anche da parte mia.”.

“ Lo farò, brutto lupo spelacchiato. Spero di rivederti, in questa vita o in una migliore.”. Detto questo, il demone lupo si illuminò di luce propria e sparì sotto gli occhi del berserker, che fiero tornò dai propri compagni. Circa un millennio dopo, Koga si rimaterializzò sul fondo del pozzo vicino a casa di Kagome e scrocchiò il collo, deciso a farla pagare a Valefor e Raziel.

                                                                                                                                        ********

Nelle lande della Scozia, in un piccolo piano di realtà, un'orda di Nucklelave si stava accanendo su un solo uomo, vestito con un abito monacale decorato con Kanji pulsanti di luce, intento a scagliare contro quegli abomini una valanga di fiamme, fulmini e molto altro ancora. Miroku aveva passato l'ultimo anno a imparare da Michael la magia arcana, lo stile mistico più equilibrato e ortodosso, specie in combattimento, visto che offriva una capacità di manipolare l'ambiente molto più efficace rispetto agli esorcismi e funzionava praticamente con tutto. Intorno al monaco, l'aria era un continuo susseguirsi di esplosioni, ognuno di quei mostri cercava di avvicinarsi e uccidere l'umano, solo per venire poi trasformato in cenere, blocchi di ghiaccio o animaletti apparentemente innocenti. Uno dei pochi superstiti provò a lanciare un ululato sonico, che però venne prontamente parato con una barriera d'energia, e il suo autore venne in breve tagliato in due da una lama d'aria. Un'altra ora dopo Miroku era seduto su una cima di cadaveri di mostri, mentre Michael, arrivato con un teletrasporto, guardava ammirato.

“ Niente male, ragazzo mio. Generalmente ci vogliono anni per apprendere in questo modo la magia arcana, e chi ci riesce a questa velocità in genere è un arrogante. Eppure tu ci sei riuscito in un solo anno e persino ad armonizzarla con i tuoi poteri sacerdotali.”.

“ Ho dovuto, troppe vite dipendevano da queste abilità. E sono felice di non avervi deluso, maestro, ma ormai per me è ora di andare.”.

“ Buona fortuna, Miroku. Così come io ti ho trasmesso i miei insegnamenti, possa tu farne dono ad altri.”. Detto questo, i due uomini si strinsero la mano e il monaco venne avvolto di luce, per poi sparire. Dopodichè, si ritrovò nel fondo del pozzo e accese dei lampi elettrici sulle dita, aveva una voglia matta di massacrare due certi generali.

                                                                                                                                                     *********

Nella foresta di ciliegi, nottetempo, si stava svolgendo una battaglia a tre devastante, ma al tempo stesso silenziosa e impercettibile. Jiraya aveva messo alla prova per l'ultima volta dopo un anno di allenamento Sango e Kohaku ( armati con una nuova corazza fatta apposta per difendere chi la indossa, senza intralciare i movimenti)e i due insieme stavano offrendo una sfida decisamente dura al potentissimo ninja dei rospi. Il maestro si muoveva alla massima velocità consentitegli dall'età, mentre schivava i fendenti di Kohaku o rimandava l'Hiraikotsu di Sango al mittente con un calcio, per poi formare una serie di sigilli con le mani. Sebbene i ninja fossero tecnicamente guerrieri e utilizzassero il ki nel loro solito metodo grezzo, avevano accesso anche a una forma piuttosto elementare di incantesimi, che consentiva loro di essere ancora più letali in combattimento e nel nascondersi. Dopo aver concluso i sigilli, una barriera di fulmini gli si formò attorno e corse ancora più velocemente, per poi colpire Sango in pieno. La ragazza si era completamente ricoperta di veleno, riuscendo in parte ad attutire il colpo e contrattaccò con un fendente ricoperto di una sostanza violacea, che venne schivato abbastanza facilmente. Ma era solo una distrazione, Kohaku aveva già formato una serie di sigilli e delle radici afferrarono Jiraya, che si ritrovò stritolato da una forza enorme, il tutto mentre Sango aveva creato diverse copie energetiche di Hiraikotsu attorno a lei e si preparava a lanciarle.

“ Niente male, vi ho insegnato bene. Vorrà dire che dovrò fare sul serio.”. Concentrando tutto il ki nei muscoli, strappò le radici e eseguì un'altra serie di sigilli. Istintivamente, i due cacciatori di demoni si ritirarono e questo li salvò, perchè a mezz'aria comparve un gigantesco rospo su cui Jiraya salì. Il nuovo duo cominciò a prendere di mira i due allievi con sfere di fuoco e altri colpi, riducendo la foresta in un cumulo di cenere ( fortunatamente non erano sul piano mortale, quindi non c'era pericolo di far male a nessuno). Quando sembrò che non fosse rimasto più niente, Jiraya fece sparire il suo compagno e scese a terra, aspettandosi un attacco proveniente dal mare di cenere. Una catena apparve dal nulla e gli avrebbe afferrato una caviglia, se lui non l'avesse fermata a mezz'aria con un kunai, comunque era solo una trappola. Kohaku e Sango erano dietro di lui e lo bloccarono con le loro spade, infuse dei rispettivi elementi. Il maestro ninja sorrise, sapendo di aver insegnato loro bene.

“ Bene, l'esame è finito. Da questo momento potete considerarvi dei perfetti maestri ninja.”. I due fratelli caddero a terra sfiniti, quella lotta era andata avanti per tutto il giorno e aveva richiesto trucchi di ogni sorta da entrambe le parti.

“ Quindi ora possiamo tornare a casa a testa alta, sorellona?”.

“ Direi proprio di sì, Kohaku. Maestro Jiraya, la ringraziamo di tutto quello che ha fatto per noi, ci saluti la signora Tsunade.”. Il ninja scoppiò a ridere.

“ Lo farò, e voi assicuratevi di diffondere i miei insegnamenti. Non so perchè, ma sento che il Giappone un giorno avrà un grande bisogno di ninja.”. I due annuirono convinti e sparirono sotto gli occhi del guerriero, per poi riapparire quasi un millennio dopo nel pozzo mangiaossa. Si guardarono negli occhi e si misero tacitamente d'accordo, Sango avrebbe tagliato le ali di Valefor e Kohaku avrebbe cavato gli occhi di Raziel.

                                                                                                                                            ********

Un'enorme quantità di energia si stava liberando sotto forma di una colonna di luce verde non troppo lontano dal Mar Ionio, frutto dell'ennesimo scontro a mezz'aria tra Sesshomaru e Cerberus. Il generale in quei mesi aveva messo al limite le abilità dell'allievo. Corazzato con un'armatura da oplita nera, il figlio di Inu no Taisho stava provando a parare con un braccio solo tutti i colpi del maestro, che stava usando comunque solo metà della sua vera forza e soprattutto aveva in mente ben altro obbiettivo.

“ Forza, Sesshomaru ce l'hai quasi fatta.”. Tirò un altro pugno all'allievo, spedendolo ai piedi del tempio e poi gli si avventò addosso nuovamente, ma dal moncherino dell'altro eruttò un fascio di luce uguale alla colonna di prima, e lo sparò dritto contro Cerberus, che aveva un'aria a dir poco estasiata.

“ Sì, ancora, non è abbastanza.”. Formò nella sua bocca una sfera di energia azzurra e la sparò contro Sesshomaru, l'impatto fu devastante. In tutta la Grecia si avvertì un terremoto incredibile e il tempio sarebbe sicuramente crollato, se non fosse stato per le sue difese magiche. Quando la nuvola di fumo che aveva ricoperto l'intera zona, Sesshomaru vide di avere di nuovo il suo braccio e di tenere in mano una nuova spada, simile a Tenseiga nella forma, ma con un'aura completamente diversa, decisamente più simile al veleno del suo proprietario. Cerberus si era anche procurato un taglio sul collo, ma non sembrava essere molto preoccupato e scoppiò in una fragorosa risata.

“ AHAHAHAHAHA! E' da quando sei arrivato qui che volevo farti rigenerare quel dannato braccio, ma proprio non ti voleva entrare in zucca. E per di più hai anche ricevuto un surplus non indifferente.”. Il demone cane guardò meravigliato la sua nuova arma, neache lui avrebbe mai immaginato qualcosa del genere. Forse con quel potere avrebbe potuto riprendersi una rivincita su Dumah, ma sentì anche un piccolo dubbio.

“ Uff, conoscendo mio padre, potrebbe anche essere uno dei suoi piani.”.

“ Lo ammiravi molto, vero?”. Una piccola lacrima scese dal volto del demone più giovane, ma non venne notata.

“ Più di quanto possiate immaginare. Voi me lo ricordate molto, in effetti.”.

“ Hmm, lo prendo per un complimento. A dire il vero forse c'è una mezza possibilità che siamo parenti, uno dei miei figli non molto tempo fa ha viaggiato verso Oriente e non l'ho ancora rivisto.”. Sentendo queste parole Sesshomaru rabbrividì, pur essendo giunto a rispettare molto il generale nell'ultimo anno, non aveva molta voglia di scoprirsi un suo bisnipote. Proprio mentre ci pensava, però, una voce cavernosa gli interruppe.

“ CERBERUS! CHE CAZZO FAI?!”. Il sovraccitato rabbrividì.

“ E' arrivato il capo. Sesshomaru, meglio se te la svigni.”. Il demone del Sengoku aveva sentito parlare di Ade tra un allenamento e l'altro. Da quanto aveva capito, tra lui e Cerberus c'era un rispetto reciproco, quasi amicizia, ma guai a far incazzare il dio dei morti. Fortunatamente per lui, il medaglione stava cominciando a riportarlo nel passato, quindi si inchinò.

“ Grazie per tutto quello che avete fatto per me, maestro. Vi auguro di sopravvivere.”. Dal tempio uscì un uomo con un'armatura molto simile a quella ci Cerberus, ricoperta con un mantello nero, con i capelli neri simili a piume striate di bianco, una corta barbetta nera e occhi rossi. Il suo sguardo si posò un attimo su Sesshomaru, già quasi scomparso e poi sul guardiano del suo tempio.

“ Cerberus, penso che tu mi debba spiegare un po' di cosette.”.
“ Sesshomaru, se ne esco vivo sta pur certo che questa me la paghi."


" Oh, ma non è successo niente, vecchio mio, puoi stare.... posa quel forcone.”. Mentre il generale infernale si preparava a scappare, quasi duemila anni dopo un altro demone cane si scroccava le nocche, in attesa di sistemare altri due generali che l'avevano condannato a un anno infernale.


                                                                                                                                                 *********

“ Giuro, se ne esco viva questa è l'ultima volta che mi avvicino a un geyser.”. Disse incazzata Kagome mentre tornava all'ufficio dei ranger con la pelle quasi totalmente ustionata insieme ad Ayame, entrambe con delle divise da ranger date da Anne. Mentre Kagura era bloccata chissà dove ad allenarsi con un branco di spiriti dell'aria fuori di testa, lei e la demonessa lupo aveva dovuto occuparsi di uno spirito dei geyser terribilmente seccante. Anne aveva detto che i romani li chiamavano palikos, ma per quanto riguardava Kagome avrebbero anche potuto chiamarli trillakrillo, restavano comunque gli essere più invadenti e seccanti della storia. E per di più quella sera c'era luna piena, il che significava allenamento massacrante con Anne nella sua forma ibrida. Infatti poche ore dopo le due ragazze si stavano nascondendo dietro una roccia, mentre la loro maestra, con l'aspetto di un lupo umanoide alto quasi quattro metri, le stava cercando senza pietà.

“ Su, ragazze, l'addestramento per nascondersi l'abbiamo fatto il mese scorso. Ora è tempo di menarle e basta.”. Ayame fu sul punto di starnutire, prima di essere fermata da Kagome, che tirò un sospiro di sollievo....per poi bestemmiare come un turco quando Kagura precipitò da chissà quanti metri di altezza proprio accanto a loro e attirando l'attenzione della licantropa. Anne vide il gruppetto e caricò una sfera di energia bianca nella bocca, per poi spararla a tutta forza. Per fortuna Ayame, pur mancando della capacità di incanalare la luce lunare (perchè quella era l'energia usata da Anne), aveva imparato come difendersi da essa. Incrociò le braccia, formando una barriera di foglie rotanti, che intrappolò la sfera, per poi spedirla verso il cielo, dove esplose come un fuoco d'artificio. Anne si mosse per colpirle, ma Kagome prese una gemma marrone da una tasca e la buttò a terra, creando un buco nel terreno dove si nascose assieme alle due amiche. Si ritrovarono in un tunnel oscuro, illuminato da una sfera della miko.

“ Niente male, Kagome, finalmente hai capito come manipolare quegli spiriti elementali?”, disse Kagura riferendosi alle entità controllate dalla loro insegnante, che evocava come niente golem, ifrit, silfidi e tante altre rappresentazioni senzienti della natura stessa. Osservando quelle creature Kagome si era resa conto che con tutta probabilità che probabilità anche Gakusanjiin era uno di loro, infatti alla sua epoca in Giappone praticamente tutte le creature soprannaturali erano catalogate come demoni o kami, ma era una stronzata.

“ Non proprio, ho ancora bisogno di queste gemme o altri strumenti ausiliari per chiedere il loro aiuto. Poi Anne continua a dire che lo sciamanesimo non è una vera magia di invocazione e che non sono io a controllare loro, ma loro a controllare me. Non chiedermi che significa, non ci ho capito niente.”.

“ E allora sbrigati a farlo.”. Le tre ragazze riconobbero quella voce, si voltarono terrorizzate e si trovarono davanti la loro insegnante nella forma lupina, che sogghignava bastarda. L'alba successiva erano nel letto dell'infermeria del parco, a bere medicine fatte dalla stessa Anne, che stava cambiando le fasciature.

“ Il vostro stile di combattimento è ancora troppo rigido, e allo stesso tempo molle. Come dice il mio amico Bruce Lee, la via più breve tra due punti è la semplicità. Adeguatevi, una buona volta.”. Kagome tirò su col naso, aveva incontrato Bruce lee proprio un paio di mesi fa, a quanto pare anche se non era a conoscenza del soprannaturale, Anne frequentava la sua palestra e lo rispettava molto. Peccato che sarebbe morto l'anno dopo, ma non poteva dirlo. Il pomeriggio successivo continuò a districarsi tra meditazione e allenamenti vicino al lago, se quello che Anne faceva alle tre ragazze poteva essere chiamato tale. Di nuovo nella sua forma ibrida (1) stava tenendo testa in contemporanea a Ayame e Kagura, mentre Kagome armeggiava con un rosario regalatole dalla stessa e che con il suo suono avrebbe dovuto attirare gli spiriti elementali.

“ Kagome, per l'ennesima volta, canta! Gli spiriti sono attirati dalla musica e dal canto, è così che i nostri antenati hanno imparato la magia.”. Kagome aveva sentito diverse volte quella storia nell'ultimo anno. Inizialmente, gli esseri umani non avevano alcuna idea su come usare l'energia spirituale, ed erano totalmente alla mercè di esseri che invece la padroneggiavano come niente, fino a quando non naque la musica. Appena l'uomo delle caverne scoprì di poter creare dei suoni con degli strumenti adatti, gli spiriti elementali furono attirati da essi e promisero all'umanità di aiutarla in cambio della musica. Naquero così i primi sciamani, che con il tempo e la pratica trasformarono una semplice evocazione in un vero e proprio stile magico, da cui si svilupparono tutti gli altri, oltre che la manipolazione del ki nella sua forma più grezza, che infatti non era altro che un'imitazione del potere degli elementali misto all'inventiva umana. Ma per Kagome era semplicemente troppo, la sua mente restava ancora quella di una ragazza del ventesimo secolo, che si era abituata a malapena al sengoku e che stentava a credere che ancora poco più di dieci anni prima della sua nascita esistessero cose del genere. Provò a far uscire qualche canto sacro che conosceva dalla bocca, ma il risultato fu a dir poco stonato e il risultato più eclatante fu una manciata di sassi, che si unì a formare una figura umanoide in miniatura, ma solo per fuggire a gambe levate. Anne guardò lo spettacolo orripilata e dopo aver intrappolato con uno schiocco di dita le altre due allieve con dei tentacoli d'acqua, si diresse da Kagome.

“ E quello cosa dovrebbe essere? Perfino a cinque anni sapevo fare di meglio. Se al mio posto ci foste stato mio nonno, ti avrebbe fatto percorrere la costa a calci.”.

“ Ehi, scusa se non sono cresciuta in una comunità di hippie, con vecchiacci che pensavano di essere ancora al tempo dei cowboy.”. Anne la tirò per il colletto della divisa e la fissò dritta negli occhi, mentre i suoi denti si tramutavano in zanne. A Kagome per un attimo sembrò di avere davanti una versione femminile di Inuyasha nella sua forma demoniaca.

“ Primo, non osare parlare così di lui, o riconsidererò le mie abitudini alimentari. Secondo, lui sapeva benissimo di non vivere ai tempi del vecchio west ed era molto più avanti di certi bianchi, laureato in medicina, fissato di baseball e non solo.”. Lasciò andare Kagome, che cadde col sedere per terra, ma ora vedeva la situazione in modo più chiaro, d'altronde anche lei teneva moltissimo a suo nonno.

“ Ti manca molto, vero?”.

“ Moltissimo, lui fu uno dei guerrieri che trent'anni fa partì per combattere gli emissari del vuoto. Morì durante l'ultima battaglia, ma non prima di aver messo fuori gioco uno dei nemici più pericolosi. Tra l'altro, durante le sue avventure ebbe anche una piccola disputa con Dumah, che già all'epoca era un autentico pezzo di merda, e gli strappò delle ali.”.

“ Ah, lui aveva accennato a essere stato ferito dal....licantropo...più forte...della sua epoca. Aspetta, tuo nonno era davvero così potente?!”. Anne fece un ghigno bastardo.

“ Era il più forte di tutti, alcune voci dicono che proprio un istante prima di morire ascese al rango divino, e io ci credo. Ma tutti i suoi compagni erano qualcosa di incredibile, potentissimi ognuno a modo loro, arroganti con i forti e umili con i deboli, provenivano da tutto il mondo e non ce n'era uno uguale a un altro. Erano i miei adorati zietti.”.

“ Il Takeda di cui parlavi tempo fa era uno di loro?”.

“ Sì, proveniva proprio dal Giappone ed era un mezzodemone, come il tuo fidanzato Inuyasha. E guardacaso zia Nicole diceva di averne addestrato un altro, forse quel Naraku di cui mi parlavi.”. Kagome arrossì.

“ Inuyasha non è il mio fidanzato.”.

“ Mi permetto di dissentire, ma la pausa è finita. Tornando a noi, gli spiriti elementali sono attirati dalla musica, ma dev'essere qualcosa che sia familiare con te. Un canto sacro non serve a niente se non è parte di te, io uso in continuazione il rock 'n roll e funziona a meraviglia. C'è qualcosa di vicino a te, da questo punto di vista?”. Kagome arrossì nuovamente e fece qualcosa che non faceva da quando aveva undici anni...cantò la sigla di Sailor Moon. Nonostante la scelta, il risultato fu di gran lunga migliore di quanto lei e Anne si aspettassero. I tentacoli attorno a Kagura e Ayame si dissolsero e si trasformarono in figure umanoidi che si misero accanto a Kagome ad ascoltare, i sassi di prima ritornarono e si sedettero e persino tra gli alberi si formarono figure chiaramente non umane. Alcuni minuti dopo Kagome smise di cantare, e tutti gli elementali attorno sparirono, mentre le compagne di sventura della sacerdotessa erano senza parole.

“ Beh, niente male. Riuscire a mettere su uno spettacolino del genere con così poco addestramento e nessuna vera connessione con gli elementi non è impresa da molti.”.

“ Sì, ma...la sigla di un anime, sul serio?”.

“ Conosci il detto 'il fine giustifica i mezzi'? Per una volta possiamo applicarlo senza sentirci in colpa.”. Kagome si sbattè la mano in fronte, ma non aveva molto di cui lamentarsi....continuò comunque a farlo insieme alle sue compagne per i restanti mesi d'allenamento. Altri sette mesi più tardi Kagome era vestito con un abito da miko con l'aggiunta di uno scialle rosso( regalo di Anne), mentre Kagura e Ayame indossavano una corazza femminile da samurai senza elmo( sempre regalo di Anne, ma nessuno osò chiedere dove le avesse presa) e si stavano abbracciando con quell'insegnante fuori di testa.

“ Ti dobbiamo tutto, Anne. Grazie per quello che ci hai insegnato.”.

“ Oh, è stato un piacere. E voi due- indicò Ayame e Kagura- se in quest'epoca sarete ancora vive, assicuratevi di venire, vi presento il mio amico Mohammed Alì.”.

“ E chi sarebbe?”, chiese la signora del vento, mentre a Kagome venne un tic all'occhio.

“ Un tipo che ama giocare a mani basse, molto figo.”. Le due sospirarono e svanirono nel nulla, ritrovandosi vent'anni dopo all'interno del pozzo. E tirarono fuori le armi, con tutta l'intenzione di portare a compimento la loro vendetta verso Valefor e Raziel.

                                                                                                                                ******

Naraku venne sbattuto contro un muro da Nicole, o dalla cosa che doveva essere lei. La vampira taciturna che aveva incontrato sette mesi fa aveva lasciato il posto prima a una chiacchierona instancabile, che adorava parlare di vestiti e anche un po' spendacciona, e poi alla bestia assetata di sangue che aveva davanti. I suoi capelli ricci erano diventati color notte, indossava un vestitino con una gonna fatto di pura oscurità, mani e piedi erano ricoperti allo stesso modo ed erano artigliati, per concludere il tutto aveva sei ali da pipistrello sulla schiena e altre due tra i capelli. Inoltre, mentre normalmente combatteva mescolando tecniche di scherma con i calci del savate( stile di lotta francese), ora combatteva completamente a mani nude, e aveva una forza a dir poco tremenda. Provò a contrattaccare con un pugno, che però venne afferrato ben prima di colpire il bersaglio e sentì le falangi sbriciolarsi, ma aveva raggiunto il suo scopo. L'ombra di Naraku si trasformò in un rovo di spine e colpì l'avversaria dritto ai ginocchi e ai gomiti, causando una perdita di sangue non indifferente, ma Nicole se ne accorse a malapena. Il mezzodemone decise quindi di provare con la sua spada, tagliandosi il braccio intrappolato e lanciando una serie di fendenti velenosi, provocando qualche piccolo taglio sul vestito della vampira, che rispose con una serie di calci, per poi causare una ferita al torace con una delle sue ali. Naraku quindi sparò una raffica di raggi velenosi, che però vennero parati sempre con le ali e alla fine un laser nero lo mise ko.

Colette uscì da un'ombra nei paraggi. In quel momento il gruppo si trovava in un castello in rovina in Romania, a quanto pare di proprietà del decetuto a cui le due vampire erano andate a porgere omaggio( a un funerale imbarazzante a cui Naraku veniva o preso in giro, o osannato, visto che a quanto pare il creatore dei vampiri fu un mezzodemone chiamato Chernabog), la più anziana del trio aveva deciso che fosse un posto perfetto per allenarsi, e finora aveva funzionato piuttosto bene.

“ Non male, per essere un novellino. Hai imparato il nostro stile di combattimento e a usare le ombre in molto meno tempo di quanto ci ho messo io.”. Disse la succhiasangue, offrendo al mezzodemone una bottiglia di vino, mentre Nicole tornava normale, con un abito da sera al posto del vestito di pura oscurità.

“ Vero, sono ben pochi a riuscire a tenermi testa così in quella forma. La maggior parte viene ridotta in una pozza di sangue dopo qualche minuto.”.

“ Grazie dei complimenti, ma esattamente cosa diavolo è quella cosa? Non ho mai visto niente di più spaventoso, con l'eccezione forse di Dumah.”.

“ Non lo so neanch'io a dire il vero. Ricordo solo che circa un paio di secoli fa, mentre vivevo ancora con la mia famiglia, un gruppo di zingari, venni attaccata da un branco di inquisitori fuori di testa. Durante la lotta attivai questo potere e svenni, uccidendo chiunque, poi quando mi risvegliai girovagai senza meta fino a incontrare Colette, che mi offrì di diventare una vampira e imparare a controllarlo. E ora eccomi qui.”.

“ Hmm, mi ricorda la storia di un ragazzo che conosco, anche se lui non ebbe nessun maestro.”.

“ Attingi da materiale autobiografico, Naraku?”, chiese Colette sorniona.

“ Che?! No, cioè non proprio. Insomma, diciamo solo che da quando ho ottenuto quest'arma spirituale la mia testa è un casino.”. Naraku ovviamente si era riferito a Inuyasha, ma il confine che separava le loro menti si era fatto sempre più labile e continuavano a scambiarsi involontariamente visioni dei rispettivi passati, nonostante il viaggio temporale. La cosa più inquietante era che l'ex- bandito aveva trovato nel passato del nemico di sempre analogie terribili con il proprio. E ancora non riusciva a togliersi dalla testa Kikyo, nonostante tutto il tempo passato a combatterla la parte di lui che ancora era Onigumo continuava a provare qualcosa per lei. E in un certo senso era diventata la parte dominante, ma anche se fosse sopravvissuto a quella guerra non sarebbe mai riuscito a vivere con quei sentimenti a non dargli pace, quindi decise di chiedere un favore alle due vampire. Altri cinque mesi più tardi il trio aveva ormai lasciato il castello( dopo che Nicole lo aveva riempito di scritte ' Nicole de Mourou è stata qui”, mentre Colette aveva disegnato parecchi disegnini di lei che strangolava Dracula) e Naraku aveva superato il suo esame, resistendo per ben dieci minuti contro la forma ' berserk' di Nicole, quindi le sue due insegnanti avevano deciso di tornare in Francia, mentre a lui restava solo da godersi il tempo che gli restava prima di ritornare nel ventesimo secolo.

Peccato che un branco di orsi dotati di energia spirituale non troppo intelligenti decise di approfittarne per attaccarlo, perdendo uno un numero non indifferente di membri sotto la lama di Hakai no Kiba, ma a un certo punto fu quasi sottomesso dalle belve, fortunatamente una raffica di lame di pura oscurità le massacrò tutte.

“ Scusa il ritardo.”, urlò Nicole, mentre staccava a mani nude la testa di un altro orso.

“ Figurati. Come mai questo ritardo?”, chiese il mezzodemone tagliando un altro animale in due.

“ Ci eravamo tutti dimenticati di darti quello che avevi chiesto. Eccola qui.”. Lanciò una boccetta con uno strano liquido azzurro- violaceo al moro, che la prese al volo, proprio mentre la luce del ciondolo lo avvolgeva. Pochi secondi dopo era di nuovo nel presente, e con la pozione che aveva richiesto mesi fa in mano. La mise in tasca e si preparò a dare un bel souvenir ai due stronzi che l'avevano spedito nell'ottocento.

                                                                                                                                           ************

“ Tieni la guardia più alta! E più fluidi quei movimenti!”, urlò Takeda a Inuyasha, che stava provando un furioso assalto di calci e pugni sull'insegnante, tutti rigorosamente parati senza la benchè minima difficoltà. L'uomo superava Inuyasha sia per coltivazione spirituale che per abilità in tutto e per tutto, e la sua esperienza di due secoli di sopravvivenza si era rivelata completamente inutile in soli tre mesi, lasciando spazio a uno studio approfondito nelle foreste di Hokinawa di tecniche corpo a corpo, di spade e di manipolazione del ki, soprattutto dei meridiani.

“ Ho capito, ho capito! E che diamine!”. Urlò il mezzodemone provando un calcio a uncino, che Takeda riuscì a bloccare incastrandolo tra l'ascella in fianco e poi spedì l'allievo contro l'albero contro un singolo pugno. Rialzatosi, attivò la sua forma demoniaca e si lanciò all'attacco, sparando continui fendenti d'energia dagli artigli, talmente tanti che perfino il potente guerriero per un momento non vide niente, quindi si lasciò avvolgere da un'aura oscura. Inuyasha sperò di approfittarne per colpirlo con un montante terribile, ma quando l'aura si dissolse, la sua mano era stata afferrata da una zampa da uccello e il suo proprietario era ricoperto di piume dalla testa ai piedi, con due ali sulla schiena e un becco al posto della bocca. Diede una testata al mezzodemone e provocò crepe nel terreno per quasi cento metri.

“ Che diavolo è quella forma?”. L'essere si ritrasformò in Takeda, che sogghignò.

“ Non l'avevi ancora capito? Sono un mezzodemone, proprio come te.”.

“ E perchè non me l'hai detto prima?!”.

“ Perchè allora mi avresti chiesto semplicemente di imparare a controllare al meglio la tua forma demoniaca, e per quello c'è tempo. Prima dovevi imparare a usare una tecnica di combattimento decente e a usare i tanden come qualcosa di più che una semplice sorgente di potere. Devi imparare a pensare con la tua testa.”. Inuyasha sbuffò, ma d'altronde aveva senso, continuava a buttarsi sul nemico come una valanga senza riflettere. Guardandolo, Takeda sogghignò.

“ Sai, la tua espressione mi ricorda tanto quella che facevo io quando il mio maestro mi dava una lezione.”.

“ Ancora questo tizio. Seriamente, come ha fatto a non ucciderti quando ti ha incontrato?”.

“ Perchè sua moglie gli spaccava il cranio a ogni singolo tentativo. Il che accadeva molto, molto spesso.”. Entrambi si fecero una grossa risata e il cane sentì un senso di familiarità con Kagome.

“ Erano così dure le sue lezioni?”.

“ Beh, lui non mi ha insegnato solo a combattere. Mi ha, anzi, mi hanno insegnato, lui, sua moglie e tutti i miei zii, a stare al mondo, a rispettare ciò che mi circonda e a non arrendermi mai. E credimi, molte volte in quasi quattrocento anni di vita ho sentito il desiderio di lasciar perdere tutto, soprattutto durante il periodo nero del secolo scorso. L'inferno in terra, ma ho fatto del mio meglio per aiutare chi ne aveva bisogno.”. Inuyasha sorrise, forse aveva giudicato troppo in fretta Takeda, si rialzò e si rimise in guardia.

“ Allora aiuta me.”. Gli allenamenti e le lezioni continuarono per altri nove mesi, tra rombi di tuono che rieccheggiavano per Okinawa a ogni singolo scontro e cascate che si piegavano sotto la forza spirituale di Inuyasha. Durante l'ultimo esame il ragazzo del sengoku ottenne l'approvazione del suo maestro e potè finalmente tornare a casa, così durante il suo ultimo giorno di permanenza negli anni '30 tornarono nella foresta di bambù dove si erano incontrati, scambiandosi gli ultimi saluti.

“ Buona fortuna, Inuyasha, fa ciò che devi. E fallo indossando questo.”. Tirò fuori dallo spazio nei suoi tanden un sacco che passò all'allievo. Lui non guardò dentro, ma sentì un rumore metallico provenire dall'involucro. Si limitò ad annuire.

“ E promettimi anche una cosa. Devi riferire una cosa a una persona che rincontrerai nel passato.”.

“ Va bene, cosa?”, chiese incuriosito Inuyasha.

“ Di a Kagome che le voglio bene.”. Se Inuyasha avesse avuto qualcosa in bocca, l'avrebbe sputata all'istante, e Takeda si mise a ridere come un folle vedendo la sua faccia.

“ CONOSCI KAGOME?!”.

“ Ovvio, come potrei non conoscere la donna che si è presa cura di me come fossi sangue del suo sangue e che mi ha dato una famiglia?”. La mascella del mezzodemone più giovane aveva raggiunto proporzioni impossibili per una persona normale, ma riuscì a ricomporsi proprio mentre la sua collana iniziò a brillare.

“ Aspetta, ma se Kagome ti ha cresciuto, allora io cosa...”, non finì la frase, che sparì in tante particelle di luce. Takeda si mise in posizione seiza e poi s'inchinò fino a toccare il terreno con la fronte, mentre i suoi occhi erano rigati di lacrime.

“ Papà, maestro, è stato un onore rivederti un'ultima volta, anche se solo per breve tempo.”, mentre il mezzotengu porgeva omaggio all'uomo che l'aveva allevato, quest'ultimo si ritrovò nel ventesimo secolo con ancora in mano il sacco datogli dal maestro. Sospirò, deciso a sistemare dopo la faccenda, e scrocchiò il collo, aveva voglia di farla vedere a un uccello del malaugurio e a un albero rinsecchito.

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Kenshiro osservava cupo le nuvole grigie che si erano accumulate sopra il monte Fujii, da cui provenivano i suoni orrendi di demoni e umani che venivano presi dallo stesso male che aveva preso Dumah. Neanche da giovane si era mai trovato in una situazione così tragica, e non era sicuro se tutti i baransu no shyoin sarebbero riusciti a svolgere il loro compito, riportare l'equilibrio infranto da quell'angelo folle. Mentre rifletteva, un sasso lo colpì alla testa.

“ Un pezzo d'oro per i tuoi pensieri, amore mio.”. Sdraiata sul ramo di un albero, c'era una donna sulla quarantina dai capelli blu con qualche filo grigio e una cicatrice su una guancia. Il guerriero fece un sorriso triste, lanciò un raggio di luce contro il ramo, tagliandolo di netto e la donna, prima di cadere a terra saltò tra le sue braccia.

“ Dopo più di vent'anni di matrimonio avresti dovuto imparare a conoscermi, Akane.”. La donna aveva ormai superato i suoi anni più verdi, ma dentro di sé aveva ancora la grazia e l'energia di una ragazzina. Rise e mise la sua testa sulle spalle del marito.

“ Proprio per questo a volte ci sono cose che non posso conoscere, e ovviamente anch'io ho i miei segreti. Ma bando alle ciance, ragazzi...”. Fischiò e un enorme numero di figure umane saltò dalla foresta, atterrando di fronte ai due. In testa al gruppo, inchinati, c'erano Maka, Sosuke, Gatsu, Miu e Kenichi, che aveva un bernoccolo non indifferente e due occhi neri( tutti gentili omaggi della madre, quando aveva scoperto che il matrimonio tra lui e Miu era saltato un'altra volta).

“ Hanno radunato tutti i loro allievi e buona parte delle nostre forze a Hokinawa sono già qui. Anche i demoni e le altre creature soprannaturali hanno assicurato che manderanno qualcuno, aspettiamo solo un tuo ordine per partire.”. Kenshiro osservò impressionato i presenti, notava da tutti una grande forza mentale, fisica e spirituale. Era sicuro che avrebbero fatto l'impossibile per salvare la loro patria, ma mancava ancora qualcuno.

“ Non è ancora il momento, Akane, dobbiamo ancora aspettare che arrivi chi di dovere. Augurandoci che ce l'abbiano fatta.”. Dal vulcano partì un getto di fuoco e la risata di Dumah rieccheggiò per tutto il territorio.

Questo capitolo è stato un autentico parto, condito anche da una storia a cui sto collaborando con degli amici del gruppo "the nerd apocalypse" e una settimana a dir poco disgustosa, per di più non ho molto tempo prima della sessione autunnale, ma spero di riuscire a finire prima del nuovo anno scolastico vero e proprio e poi dedicarmi totalmente alla storia del gruppo(battleground, se vi interessa) e Highschool dxd. Spero che le scene di allenamento, per quanto risicate, vi siano piaciute e che abbiate apprezzato il plot twist su Takeda. Auguro una settimana migliore della mia a tutti i recensori, e a chiunque abbia apprezzato questa storia, spero di farmi vivo al più presto.
  
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