Capitolo 6
Sono passati ormai due mesi da quando
Kallen è stata
seviziata, soffrendo di fame e di sete, Ector si comporta come se nulla
fosse
mai accaduto mentre Kallen nonostante venga trattata bene e collabori
attivamente a cucinare e mantenere pulita la casa di Ector, si fa delle
domande
sulla vita dello stesso.
«Ector dimmi... Ma tu come
vivi? Non ti ho mai visto di
lavorare un solo giorno da quando sono qui» Chiede la rossa.
«Non lavoro in
realtà... qualche anno fa ho scritto un libro
Fantasy e pare che quel libro piacesse molto alla principessa Cornelia
e a sua
sorella Euphemia... in pratica lo hanno letto porci e cani per
emulazione e da
allora vivo di rendita...»
«Sembra comodo ma noioso
sai? La vita con te non è il
massimo... guardi solo film e serie tv dalla mattina alla
sera!»
«Preferiresti che tornassi
a passare il mio tempo a
seviziarti?»
«Questa non dovevi
dirla...» Afferma la rossa prima di
tirare una sonora sberla a Ector.
«Scusa... potevo evitare
una battuta simile» Ammette lui
rimanendo immobile.
«Non so con quali
intenzioni mi hai comprata... ti avrò
salvato la vita una volta ma non mi convince, e se pensi che un uomo
che mi ha
quasi uccisa potrà mai interessarmi sotto altri punti di
vista mi spiace ma ti
sbagli!»
«Beh... mi sottovaluti
Kallen, non sono tanto stupido da
provarci con una donna che ho seviziato e che è mia
schiava... schiava o no tu
mi odierai per il resto della tua vita seppur tu riesca benissimo a
nasconderti
dietro una maschera di tolleranza nei miei confronti»
«..........»
Il campanello suona, Kallen va ad
aprire la porta e il
postino lascia nelle sue mani una lettera indirizzata a Ector che lei
le porta
immediatamente senza nemmeno leggere il mittente. Ector la apre
svogliatamente
e inizia a leggere il testo:
Contenuto
lettera
Rispettabile Ector
Geremia Gotvald
ha l’onore di
invitare lei e la sua signora a un evento che si terrà a New
Pendragon fra 3
giorni, evento in cui sua maestà Lelouch Vi Britannia
ricorderà l’anniversario
della scomparsa di sua altezza Euphemia
che si sacrificò per epurare questo mondo dallo
sporco sangue Giapponese
con il suo mirabile piano di sterminio. La invitiamo caldamente a
prendere
parte ai festeggiamenti assieme alla sua compagna per poter autografare
la
copia personale del suo libro “La vita e la
morte” di sua maestà
l’imperatore.
Quando Ector termina di leggere
Kallen rimane stupefatta
mentre lui assume un espressione cupa in volto, come se tale lettera
l’avesse
urtato moltissimo.
«Sembra che quella lettera
ti abbia creato problemi, puoi
rendermi partecipe?»
«Semplice... già
due volte l’imperatore mi ha invitato a
questa cerimonia e io due volte ho rifiutato... questa volta
però sembra che
sia Gotvald in persona ad aver inviato questo invito... guarda il
timbro a
secco imperiale...»
«Si lo vedo e quindi? Dice
che devi portare anche la tua
donna, sei quindi sposato?»
«In realtà credo
che si riferiscano indirettamente a te....
di norma quando si invita una persona si dice accompagnatrice e non
donna...
per un imperiale che manda un invito formale questo non è un
errore ma una
forzatura... credo che vogliano proprio che porti te»
«Nessun problema, credo che
tu non possa evitare di portarmi
a questo incontro allora... beh compra un kit per il trasporto schiavi
io...
resisterò..»
«Vuoi dire che ti faresti
mettere catene a gambe e braccia
da me per andare li?»
«Ho altra scelta?»
«Direi che la tua scelta
potrebbe essere tranquillamente
venire con me vestita in modo da far impietrire
l’imperatore» Afferma facendo
l’occhiolino alla rossa.
«Sei forse impazzito? Se
Lelouch... cioè l’imperatore non
gradisce ti farà giustiziare!»
«Lelouch? E’ la
prima volta che ne parti e hai la faccia di
una che lo conosce bene sai?»
«No... no cioè
che dici? Io ero un comandante dei Cavalieri
Neri nonchè scorta di Zero in persona! Come potrei conoscere
l’imperatore?»
«Bella domanda a cui non so
rispondere, ma è sicuro che stai
dicendo stronzate»
«Se davvero mi rispetti
come vuoi farmi credere smettila...
verrò ma a tuo rischio e pericolo Ector..»
Ector china il capo e seppur dubbioso
pensa subito ad uscire
per far acquistare a Kallen un vestito da sera per
l’occasione.
I due escono e vanno in giro per
negozi come una vera
coppia, lui non mostra Kallen come sua schiava ma al contrario la
tratta come
un amica, cosa che lei gradisce visibilmente. La ragazza non approfitta
di lui
per comperare cose inutili, non vuole debiti di alcun tipo con
l’uomo, ma
quando i due si fermano davanti a una vetrina di un negozio di capi
firmati
molto rinomato le cose cambiano. Kallen non aveva mai visto un negozio
con
abiti così belli, rimane abbagliata da un abito da sera
lungo e scollato di
colore Nero bordato di pietre simili a diamanti sulle spalline e sullo
spacco
della gonna con un foular piumoso sintetico ricoperto di Swarozsky
sintetici di
colore rosso.
«Guarda che meraviglia
Ector!» Esclama con occhi illuminati
come lampadine.
«Già
è vero! Saresti un incanto con quel vestito»
«Quanto vorrei potermelo
permettere... non posso chiederti
però una spesa così esorbitante»
«Non devi perchè
piace a me e quindi lo prendo subito!»
«MA SEI PAZZO?»
«No cara, però
sai io non esco molto e quindi quella mezza
occasione mi servirà per guardare la ragazza che mi piace al
meglio!»
«La ragazza che ti
piace?»
«SU! SU! Non sompere entra
che ti provi il vestito e ti
prendo anche un paio di scarpe»
La
ragazza non se lo fa ripetere
ed entra nel negozio seguita dall’uomo. Prova
l’abito e le sta da dio. Chiede a
Ector di osservarla e lui, con uno sguardo quasi assorto dalla visione
della
rossa, rimane immobile per qualche minuto prima di potergli fare i
complimenti.
Kallen accortasi della cosa sorride girandosi però
dall’altra parte come a non
volersi far notare da lui. Poi, quando arriva il momento di rimettere i
propri
vestiti e portare il nuovo capo alla cassa, la rossa osserva il
cartellino con
il prezzo dell’abito leggendo
“3899.99€” una cifra che non si sente di
chiedere
a Ector nonostante tutto. Intristita esce dal camerino e, fingendo
d’essere
delusa dal tessuto scadente dell’abito chiede a lui di andare
via. L’uomo non
la asseconda e le ordina di andare a casa loro a piedi.
«Ma....
(abbassa la voce per non
farsi sentire dalla cassiera) Ector sono una schiava non posso girare
da sola»
«Sta
tranquilla sei a un solo KM
da casa, ce la farai, io ti raggiungo tra qualche minuto va
bene?»
«Okay
ma fa in fretta, io
cercherò di non sembrare una schiava»
Con
ciò la rossa si dirige a
passo veloce verso casa coprendosi il volto con il colletto di una
delle sue
tute in acetato. A 100mt dall’lingresso osserva la zona e,
accertatasi
dell’assenza dei vicini che potevano ricordarsi il suo volto
entra
sgattaiolando in casa come un ladro per poi chiudere la porta.
Quaranta
minuti dopo anche Ector
torna a casa con una grossa busta in mano contenente 3 scatole di cui
una
grande e due piccole. Kallen va a vedere se tutto e in ordine e
rimprovera Ector
per averci messo troppo tempo.
«Perchè
ci hai messo tanto? Ho
avuto paura! IDIOTA NON FARLO MAI PIU’!»
«FALLA
FINITA TU! IDIOTA DI UNA
PILOTA SENZA PATENTE!»
«Brutto
stronzo! Ti ricordo che è
colpa dei Britanni come te se i...» Non può finire
la frase.
«Questo
è il vestito che ti
piaceva, credevi che non te lo avrei comprato solo perchè
costava un botto?
Primo dovevi leggere 80% Off visto che era in super sconto e poi devi
capire
che se una cosa ti piace, visto la vita di merda che sei costretta a
fare, io
te la compro, va bene?»
«Ector...
non sono la tua ragazza
ma solo la tua serva... la tua schiava... attento a non confondere le
cose»
«Non
le confondo affatto, se è
così che la metti io ti ordino di mettere quel vestito al
ricevimento e se solo
oserai disubbidirmi o mettere le catene da uscita a quel ricevimento
giuro che
trovo il modo di farti finire in un campo di lavoro in siberia..
chiaro?»
La
donna annuisce seppur con aria
molto triste, Ector va via e la lascia sola subito dopo. Lei non sa che
pensare,
un regalo troppo grande che la fa sentire come una sanguisuga che
sfrutta Ector
per i suoi scopi, la donna... per quanto abbia iniziato a provare
rispetto per
il suo padrone non accetterebbe mai l’idea di poter vedere in
un altro modo
colui che le aveva fatto da aguzzino all’inizio ma... una
telefonata di sua
madre, concessagli da Ector e dal suo amico accordatisi giorni prima,
cambia
drasticamente le cose.
Una
volta al telefono Kallen
inizia a conversare con sua madre e gli racconta l’accaduto,
del vestito
costoso e del modo in cui era stata trattata negli ultimi tempi.
«Kallen
tesoro mio, è bellissimo
il modo in cui Ector si prende cura di te, non ci avrei mai
sperato»
«Mamma
ti prego... quasi vorrei
essere trattata come una comune schiava»
«Non
dirlo nemmeno per scherzo!
Da quel che mi dici Ector si è dimostrato un uomo
meraviglioso, se solo tu
riuscissi a dimenticare tutto quello che è
accaduto»
«Non
posso mamma! E’ stato
troppo... troppo...»
«Troppo
come le frustate che
ricevo ogni sera dal mio di aguzzino ragazzina? Troppo come i 5
rapporti
sessuali al giorno che sono costretta a consumare con lui? Oppure come
i 13
aborti che ho subito in 3 anni?»
«Mamma
io....»
«Hai
un uomo che ti rispetta e
che non ti tratta come schiava... rifletti...»
Poco
dopo le due si salutano,
Kallen non ha voglia di parlare oltre di tutto quel che sta accadendo,
si sente
combattuta e da una parte vorrebbe dare una possibilità a
Ector tuttavia decide
di aspettare il ricevimento per valutare fin dove Ector è
disposto a spingersi “spero che non
mi prenda in giro, poi io...
se lui volesse ridicolizzarmi davanti ai Britanni? Se si fosse
comportato bene
solo per questo? Ti prego fa che prenda la decisione giusta”
Pensa lei
prima di iniziare a piangere andandosi a nascondere in camera sua con
il
vestito appena comprato stretto a se.