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Autore: icydarcystormy26    21/07/2017    2 recensioni
Erano passati ormai due mesi, ma Darcy e Stormy non avevano ancora superato per nulla la morte della sorella e, soprattutto, continuavano a portare rancore per la nipote, rancore che durerà a lungo.
Genere: Fantasy, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Trix
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Stormy si svegliò. Sentiva il calore del corpo di Derek sul suo, una sensazione a cui di solito non faceva molto caso, ma non essendoci più abituata fu la prima cosa che notò una volta svegliata.
Si girò verso il suo compagno ed appoggiò la testa sul suo petto nudo.
“Buongiorno” disse Derek per poi baciare la strega sulla nuca.
“Non ricordo di aver mai avuto un risveglio migliore” disse Stormy stringendosi di più al compagno.
“Non dovresti alzarti?” chiese Derek accarezzando i ricci della compagna.
“Mh, posso stare qui altri dieci minuti” disse Stormy sorridendo e chiudendo gli occhi.
“Ma allontana quei piedi ghiaccioli da me” disse Derek. Di risposta, Stormy si avvinghiò ancora di più alla gamba dello stregone.
“Va meglio ora?” chiese Stormy sorridente.
“Mi chiedo a quanti bambini farò da padre” disse Derek mentre Stormy gli posava un bacio sul collo.
“A nessuno, dato che sarai uno di loro” disse Stormy mentre si accarezzava il ventre.
“Non credo che tu abbia compreso la mia battuta” disse Derek.
“Certo che l’ho capita, stupido” disse Stormy staccandosi dal compagno.
“Non dovevi rimanere altri dieci minuti?” chiese Derek notando che la compagna si stesse alzando.
“Mi hai offesa” scherzò Stormy alzandosi.
“Stormy” disse Derek alzandosi anche lui. “Io devo ancora darti delle spiegazioni”.
“Ehi, qui sono io che accuso” puntualizzò Stormy alzando un dito. “Tu devi ancora darmi delle spiegazioni”.
“Non so neanche da dove iniziare…” disse Derek.
“Inizia togliendomi subito questo dubbio” disse Stormy. “Abigail è o no tua figlia?”.
“Assolutamente no” rispose Derek alzando le mani.
“Ma allora come mi spieghi la voglia e i poteri?” chiese Stormy mettendosi le mani sui fianchi.
“Ecco... quel potere l’ha preso da me, ma… Menlok è mio fratello” disse Derek.
“Menlok è… è t-tuo fratello?” chiese Stormy indicandolo con l’indice.
“Beh… sì” disse Derek. “Lo so cosa stai pensando, ti starai chiedendo come mai io non te l’abbia mai detto”.
“Mi sembra più che ovvio” disse Stormy.
“Temevo solo che tu ti arrabbiassi… e che pensassi che il fatto che il vostro nemico fosse mio fratello non fosse una coincidenza” cercò di giustificarsi Derek.
“Mi sembra più che ovvio anche questo” disse Stormy. “Posso capire che magari all’inizio tu abbia preferito non parlarne, ma una volta stabilita una certa fiducia…”.
“Il problema è che effettivamente tu non avresti avuto tutti i torti a sospettare di qualcosa” disse Derek, temendo la successiva reazione di Stormy, che rimase a fissarlo per alcuni istanti.
“Prego?” disse poi la strega.
“In effetti non è stato tutto completamente casuale… cioè si, lo è stato, ma… in quel periodo ero un suo alleato. Il suo piano era effettivamente quello che io conquistassi la fiducia di una delle regine e che poi lo aiutassi colpendo dall’interno, ma quando ti ho incontrata non sapevo chi fossi… beh si, lo hai detto, ma non da subito” spiegò Derek.
“Quindi hai iniziato a cercarmi per…” disse Stormy ormai sul punto di piangere.
“No, assolutamente no” si affrettò a dire Derek. “Subito dopo il nostro incontro l’ho mandato al diavolo… a me piacevi e piaci sul serio”.
“Come faccio a crederti?” chiese Stormy.
“Se non fossi sincero perché ti starei raccontando tutto ciò?” rispose Derek cercando di sorridere in modo rassicurante.
Stormy abbracciò il compagno, che si affrettò a ricambiare.
“Stormy… stai piangendo?” chiese Derek stringendo di più la compagna.
“Pensavo solo che… dimmi che hai dei geni forti” disse Stormy.
“Eh?” chiese Derek dopo alcuni istanti.
“Dei geni forti… insomma, non voglio che i miei poveri gemellini somiglino a Menlok” disse Stormy.
Derek non riuscì a non ridere.
“Cosa ridi?” chiese Stormy staccandosi dal compagno. “Potrei sopportare che non abbiano il mio meraviglioso viso, potrei sopportare addirittura che somiglino a te, ma non che somiglino a quell’essere”.
“Nel caso potrebbero sempre tingersi i capelli” scherzò Derek.
“Ma aspetta” disse Stormy. “Abigail aveva fatto un test del DNA, ed era risultato che…”.
“Ecco cosa stavo dimenticando” disse Derek come avesse avuto un’illuminazione. “Menlok ha un complice qui dentro che lo ha aiutato finora”.
***
Abigail entrò quasi di corsa nella camera della madre.
“Tu finirai per farmi prendere un infarto” disse Darcy posandosi una mano sul petto.
“Ti hanno già dato i risultati?” chiese Abigail chiudendo la porta alle sue spalle.
“Alle nove del mattino mi sembra più che ovvio” rispose Darcy.
“Sarebbe stato più strano se fossi arrivata in tempo” disse Abigail andandosi a sedere su quella che era ormai diventata la “sua” sedia nella camera della madre. “Quindi? Quali sono i risultati?”.
“Beh, a quanto pare si tratta di avvelenamento” disse Darcy.
“Avvelenamento? Ma è… insomma… grave?” chiese Abigail.
“Beh, grave la mia situazione lo è sempre stata” rispose Darcy. “Diciamo che se tenuta sotto controllo e trattata bene è una cosa curabile”.
“Perciò in sostanza non cambia molto” considerò Abigail.
“No, ma ora per lo meno sappiamo la causa” disse Darcy. “Si sa qualcosa di nuovo per quanto riguarda Celeste?”.
“No, per ora nulla di nuovo” disse Abigail distrattamente.
“E c’è qualcosa di nuovo che hai intenzione di rivelarci?” chiese poi Darcy.
“Eh?” chiese Abigail non capendo.
“Sarò anche stata più stordita di un’ubriaca in questi giorni, ma sono comunque riuscita a notare le tue ormai famose espressioni da bugiarda” disse Darcy alzando un sopracciglio.
“Ma io non ho nulla da “rivelarvi”, mamma” disse Abigail.
“Se solo ne avessi le forze continuerei la conversazione”. Darcy sospirò. “Ma per ora rimandiamola”.
In quel preciso momento Stormy entrò nella stanza. Le due sorelle si fissarono per alcuni istanti. Dopodiché, la riccia posò lo sguardo sulla nipote, che subito recepì il messaggio ed uscì dalla stanza.
“Sorellina” disse Darcy mentre Stormy si avvicinava al suo letto. “Non mi aspettavo una tua visita”.
“Neanche io fino a poco fa” sussurrò Stormy sedendosi dove poco prima era seduta Abigail. “Come va, Darcy?”.
“Ehm… abbastanza bene” rispose Darcy.
Sia lei che la sorella a quel punto iniziarono a fissare due punti imprecisi della stanza, finché Darcy non ruppe il silenzio.
“Ho saputo che il principe azzurro è tornato” disse, girandosi verso la sorella.
“Te l’hanno detto?” chiese Stormy.
“No, l’ho intuito” rispose Darcy.
“Da cosa?” chiese ancora Stormy.
“Beh, Stormy, avete fatto tremare il castello ieri notte” rispose Darcy ridacchiando.
“Darcy!” disse Stormy arrossendo.
“Scusami” disse Darcy alzando le mani in segno di resa.
 “Ehm, Darcy… sorellina, io dovrei, ecco…”.
“Dovresti…cosa?” chiese Darcy.
“Beh, io dovrei… chiederti scusa” disse Stormy, sussurrando le ultime due parole.
“Scusa?” chiese Darcy non capendo.
“Per le… accuse che ti ho fatto… ho dubitato della tua sincerità” disse ancora Stormy.
“Il mio adorato cognato ha forse portato con sé delle spiegazioni?” chiese Darcy.
“Beh… effettivamente si… mi spiace per ciò che ti ho detto sorellina” disse Stormy abbassando lo sguardo.
“Infondo se hai avuto i tuoi dubbi sulla mia sincerità è perché non ti ho dato modo di avere fiducia in me” considerò Darcy.
“Non dire questo” disse Stormy. “Lo sai che non è vero”.
“Lo so, volevo solo farti sentire in colpa” disse Darcy.
Le due streghe si fissarono per qualche istante, finché Stormy non abbracciò la sorella, infrangendo finalmente le barriere che da un po’ le tenevano divise.
“Stormy, cosa sono queste smancerie?!” disse Darcy stizzita, ma ricambiando a sua volta l’abbraccio.
“Scusa, ne avevo bisogno” disse Stormy girandosi dal lato opposto. “Ah, comunque…” disse per poi allungarsi verso il braccio destro della strega e sfilare l’ago a cui era attaccata una flebo.
“Ma che fai?” chiese Darcy mentre la sorella, che si era nel frattempo alzata, prendeva in mano la sacca di plastica trasparente contenente il liquido che la flebo iniettava nel sangue della strega.
“Questo lo farò controllare” disse Stormy. “Quel medico bastardo finirà al rogo”.
“Ma cosa stai…”.
“Menlok ti ha fatto avvelenare, non sappiamo bene quando, ma se ci è riuscito è grazie a quel traditore, che da quando sei svenuta non fa che iniettarti veleno” disse Stormy. “Ci penserò io personalmente a trovare una cura per te”.
***
Abigail aspettava davanti la camera della madre, quando una voce a lei fin troppo familiare la chiamò.
“Celeste” disse voltandosi verso la ragazza, per poi avvicinarsi. “Che diavolo fai qui?” sussurrò poi guardandosi intorno.
“Non sei felice di vedermi?” chiese Celeste allargando le braccia.
“Certo, ma… credevo che non volessi più tornare” disse Abigail.
“Infatti è così, semplicemente avrei bisogno del tuo aiuto” disse Celeste guardando speranzosa la cugina.
“Non è possibile che tu debba sfruttarmi anche quando non sei qui” disse Abigail gesticolando.
“Lo so, ma infondo avevi promesso che mi avresti aiutata…” disse Celeste congiungendo le mani e portandole vicino al viso.
“Va bene…” disse Abigail sospirando. “Ma prima toglimi una curiosità… come diavolo sei entrata?”.
“Ehm… dalla porta” disse Celeste come stesse dicendo un’ovvietà.
“Co-come dalla porta?” chiese Abigail incredula.
Celeste in quel momento mutò il suo aspetto diventando una ragazza scura dai capelli neri e ricci e dagli occhi verdi. Subito dopo, tornò al suo vero aspetto.
“Semplice direi” disse poi Celeste.
“Ho capito, dirò a mia madre di non far più mettere guardie in giro, tanto la loro presenza è indifferente” considerò Abigail incrociando le braccia.
“Bene, ma ora torniamo a noi” disse Celeste mettendosi le mani sui fianchi. “Come sai, devo andare al museo delle regine”.
“Già” disse Abigail.
“Bene, ci sono già stata e i due guardiani per poco non mi hanno preso, quindi avrei bisogno che tu li distragga mentre io prendo ciò che mi interessa” disse Celeste.
“Ma se tu non sei riuscita ad evitarli perché dovrei farcela io?” chiese Abigail.
“Beh, io nel frattempo cercavo anche di prendere la boccetta con il sangue di mia madre, mentre tu avrai come unico pensiero quello di evitarli… ed attirarli, ma questi sono solo dettagli” rispose Celeste.
Abigail guardò insicura Celeste per qualche istante, pensando a cosa fare.
“E va bene, ti aiuto, ma non potevi chiedere al tuo amore?” chiese Abigail con una punta maliziosa nella voce.
“Gli sto già chiedendo di badare a Zeus e inoltre lui è il figlio di un politico importante, se dovessero scoprirci ci sarebbero delle conseguenze”.
“E io sono la figlia della regina!” disse Abigail indicandosi.
“Appunto, sei sua figlia, cosa potrà mai farti?” disse Celeste allargando le mani e facendo un sorriso tirato.
“Tu mi farai finire nei guai” disse Abigail scuotendo la testa.
“Ma ci finiremo insieme, sarà più divertente” disse Celeste alzando un dito.
“Sarebbe uno spasso” disse Abigail con un finto sorriso.
“Beh, ora andiamo?” chiese Celeste.
“Cosa? Cioè, intendi dire… adesso?” chiese Abigail.
“Certo, e quando se no?” chiese Celeste allargando le braccia.
“O-ok, allora andiamo” disse Abigail. Celeste si alzò in volo ed uscì dalla finestra alle sue spalle, seguita dalla cugina, che cercava di essere ottimista nel pensare all’esito di quella loro “missione”.
***
Stormy era appena uscita dalla camera di Darcy quando Celeste ed Abigail erano uscite dalla finestra, e le aveva intraviste. Ora era affacciata alla finestra, ad osservare le due ragazze che si allontanavano. Se prima aveva dei forti sospetti sulla sincerità di Abigail, ora poteva essere sicura del fatto che stava nascondendo qualcosa. Avrebbe potuto raggiungerle e riportarle al palazzo con la forza, ma voleva scoprire cosa stessero architettando quelle due, e se le avesse riportate al palazzo non gliel’avrebbero mai detto, o almeno non le avrebbero mai detto la verità. Decise allora che sarebbe stato meglio seguirle; in questo modo avrebbe potuto scoprire il tutto e magari in seguito intervenire.
“Cosa c’è di così interessante lì?” chiese Derek affiancando la compagna.
“Due furbette che nascondono un qualcosa che sto per scoprire” disse Stormy. “Ti va di venire con me?”.
“Speravo me lo chiedessi” disse Derek sorridendo, ricambiato dalla compagna.
***
Celeste ed Abigail arrivarono a pochi metri dall’entrata del museo. L’edificio era curato e molto imponente; sebbene il castello fosse alto circa il doppio, se non di più, quello era il secondo edificio più grande che le ragazze avessero mai visto. La piantina doveva essere a forma ottagonale e ad ogni “punta” era presente una torretta in stile gotico. Su ogni lato erano presenti delle grandi finestre dai vetri color porpora, mentre il palazzo era di un grigio tendente al nero con delle rifiniture dorate. L’edificio era provvisto di due entrate, ognuna sorvegliata da un guardiano.
“Niente male” commentò Celeste guardando la struttura con le braccia conserte.
“Mia madre e la zia lo fecero ristrutturare proprio quando portarono qui la boccetta con il sangue di tua madre… dicevano che doveva essere un luogo all’altezza” spiegò Abigail.
“Beh, lo è sicuramente… ma ora torniamo al nostro piano; in che modo pensi di aggirare le guardie?” chiese Celeste girandosi verso la cugina.
“In che mod… mi stai dicendo che IO dovrei aiutarti disubbidendo ad una decina di regole di mia madre e che sempre IO dovrei ideare il piano?!” disse Abigail dando in escandescenza.
“Calma, ci penso io” disse Celeste per poi assumere un’espressione pensierosa. “Beh, penso che dovresti semplicemente cercare di attirare qui i due guardiani esterni e poi… sei in grado di confondere le persone?”.
“No, strega delle illusioni è un titolo che ho comprato al mercato nero” rispose Abigail alzando un sopracciglio.   
“Bene, allora non ci sarà nulla di difficile; li attirerai qui, cercherai di confonderli e poi sarà più semplice metterli fuorigioco per un po’, giusto il tempo di prendere ciò che ci serve e andarcene” spiegò Celeste.
“Farò del mio meglio, ma dovrebbe esserci anche del personale all’interno” considerò Abigail.
“Il museo oggi è chiuso, di conseguenza oggi sarebbero dovute essere presenti solo delle guardie interne, oltre a quelle esterne, ma una misteriosa lettera proveniente dal palazzo reale ha dato loro un giorno di risposo” disse Celeste guardando Abigail con sguardo malizioso.
“Hai mandato una lettera dal palazzo?” chiese Abigail sconcertata.
***
“Ha mandato una lettera dal palazzo?!” disse Stormy.
Lei e Derek erano accovacciati dietro un grande cespuglio, con alle spalle il cortile antecedente al museo. I due avevano seguito le ragazze senza farsi vedere fino a quel punto e avevano ascoltato la loro conversazione.
“Beh, in fondo sei stata tu a lasciare le redini ad una ragazzina” constatò Derek alzando le spalle.
“L’ho sempre affiancata in tutto, l’ho lasciata un po’ da sola solo quando Darcy si è sentita male ed un altro paio di volte… come potevo immaginare QUESTO?” disse Stormy per poi indicare con entrambe le mani nella direzione delle due nipoti.
“Va bene, va bene” disse Derek alzando le mani. “Ma comunque, da quel che ho capito vogliono irrompere nel museo e rubare la boccetta che contiene il sangue di tua sorella… non credi che dovremmo fermarle?”.
“Lo farei, ma se sono qui è per scoprire esattamente ciò che hanno in mente di fare, quindi aspetteremo e vedremo… e poi sono streghe, qual è il loro compito se non quello di trasgredire alle regole?” disse Stormy.
“Ma queste regole le avete imposte voi…” disse Derek non capendo.
“Shh, taci Derek” disse Stormy aguzzando l’udito per ascoltare ciò che dicevano le ragazze.
***
“Ma quindi tutto questo era programmato per oggi da tempo!” constatò Abigail.
“Si… beh, diciamo che la mia fuga ovviamente non era prevista, ma dato che avevo organizzato questo scherzetto per oggi ho pensato che sarebbe stato insensato sprecarlo” spiegò Celeste.
“Ok, ora cerchiamo di fare questa pazzia il più presto possibile e torniam… così tornerò a casa” disse Abigail.
“Va bene, io romperò una finestra lanciando un sasso. Scatterà una sorta di allarme e i due guardiani si precipiteranno qui. Tu a quel punto li distrarrai e, come detto prima, cercherai di confonderli per poi tramortirli. Io nel frattempo entrerò, prenderò la boccetta, ed andremo via” disse Celeste. “Ma prima forse dovresti camuffarti per evitare che ti riconoscano, altrimenti una volta tornata a casa dovrai sorbirti sgridate apocalittiche”.
Abigail semplicemente alzò il cappuccio della felpa ed oscurò il suo viso con della magia. Celeste a quel punto prese un grande sasso dal terreno e lo lanciò con forza contro una finestra, rompendone il vetro. Subito dopo l’albina si smaterializzò. Si iniziò a sentire un suono acuto e squillante, sicuramente quello dell’allarme; infatti, Abigail iniziò a sentire delle voci e dei passi sempre più vicini, finché non vide arrivare i due guardiani.
“Cosa pensi di fare, intrusa?!” disse uno dei due lanciandosi a tutta velocità verso Abigail. La ragazza assunse una posizione di difesa, pronta a contrastare l’attacco del suo avversario. L’uomo allungò un braccio, per poi tracciare con esso un semicerchio dinanzi a lui. Al polso aveva infatti un’arma che gli permetteva di creare fasci di energia. Con il suo movimento creò un fascio blu elettrico di energia che fece dirigere verso Abigail. La ragazza saltò evitando l’attacco. Appena atterrò si diresse a tutta velocità verso il suo avversario, che nel frattempo non aveva smesso di correre verso di lei. Quando ci fu una brevissima distanza tra i due, Abigail saltò atterrandogli sulle spalle per poi fare un ulteriore salto e ritrovarsi in piedi, dietro di lui. L’uomo si girò di scatto verso la ragazza.
“Ora è il mio turno” disse Abigail. Allargò le braccia e dei suoi cloni iniziarono a “fuoriuscire” dal suo corpo per poi posizionarsi alla sua destra ed alla sua sinistra, formando un semicerchio. Entrami i guardiani iniziarono a colpire i vari cloni, senza riuscire tuttavia a colpire la vera Abigail. I cloni, inoltre, iniziavano a creare loro stessi degli altri cloni, rendendo il campo da battaglia sempre più confusionario ed ormai i due uomini non facevano altro che colpire a destra e manca sperando che tutto finisse in fretta. In mezzo a tutto ciò, Abigail si stava concentrando per un incantesimo. Appena fu pronta, si alzò in volo tenendo le braccia davanti al volto e messe come a formare una x.
“Occhi d’ombra” disse poi allargando le braccia. Dall’oscurità che celava il suo volto si poteva scorgere un sorriso sadico. I due uomini, infatti, si ritrovarono improvvisamente ciechi e si coprirono gli occhi. Grazie a ciò, non fu difficile avvicinarsi e lanciare loro delle sfere d’oscurità che li fecero svenire.
“Amo i trucchetti della mamma” disse Abigail sorridendo elettrizzata.
“Ottimo lavoro direi” disse Celeste. “Ora possiamo andare”.
“Non saresti dovuta già entrare?” chiese Abigail alzando un sopracciglio.
“Si, ma volevo assistere allo spettacolo” disse Celeste facendo spallucce.
***
“Direi che potreste considerarla come una sorta di prova pratica delle vostre lezioni sulle tecniche di combattimento” considerò Derek.
“No, avrei dovuto aggiungere dei fulmini qua e là” disse Stormy girandosi verso Derek. “Devo dire che mi sto proprio divertendo a spiarle, dovremmo farlo più spesso”.
“Ehm, agente 00Stormy, c’è un problema” disse Derek indicando Celeste ed Abigail.
Le due ragazze si stavano infatti dirigendo verso l’entrata del museo.
“Qui fuori è stato semplice spiarle senza farci vedere, ma lì dentro sarà molto difficile se non impossibile” disse Derek.
Stormy guardò Derek sorridendo per poi schioccare le dita. Entrambi diventarono invisibili.    
“Beh, il tempo passato con il cetriolo di mare è servito a qualcosa” constatò la strega.
“Cetriolo di mare?” chiese Derek. “Devo esserne geloso?”.
“Assolutamente no” disse Stormy per poi avvicinarsi a Derek, che la strinse a sé.
***
Celeste ed Abigail entrarono nel museo. Se da fuori sembrava imponente, dall’interno sembrava davvero immenso. Le pareti erano altissime e fatte con un apparente minerale nero talmente lucido da sembrare quasi trasparente e da permettere alle ragazze di specchiarvici. Il soffitto era ricoperto da un planisfero del pianeta Obsidia ed inoltre sembrava retto da delle statue, probabilmente rappresentanti appunto delle regine, poste lungo le pareti a mo’ di colonne. Solo in un secondo momento, Celeste ed Abigail si resero conto che ai piedi di ogni statua era presente un’iscrizione che illustrava la vita della regina rappresentata e il suo albero genealogico.
“Ci hanno lavorato molto a questo posto” commentò Celeste osservando sbalordita il luogo. Osservò con attenzione le varie statue, sperando di scorgere quella della madre.
“Qui non c’è tua madre” disse Abigail, interpretando i pensieri della cugina. “A lei dovrebbe essere stata dedicata una stanza a parte in cui verranno inserite anche mia madre e la zia quando saranno… beh, quando non ci saranno più”.
***
“Siete molto modeste vedo” commentò Derek. Sia lui che la compagna erano all’entrata del museo, mentre Celeste ed Abigail erano al centro della stanza.
“Lo so, è sempre stata una nostra caratteristica” rispose Stormy, senza distogliere lo sguardo e l’attenzione dalle nipoti.
***
Celeste ed Abigail, resesi conto della quantità di stanze presenti all’interno della struttura e del poco tempo a loro disposizione, si erano divise così da trovare ciò che cercavano in meno tempo. Abigail stava perlustrando l’ala destra mentre Celeste la sinistra. L’albina controllava le spaziose stanze freneticamente; fosse stato per lei avrebbe gettato tutto per aria così da far prima, ma il suo scopo non era compiere atti vandalici ed inoltre non voleva rovinare il luogo in cui si manteneva viva la memoria della sua stessa madre.
Ad un certo punto, la ragazza entrò in una stanza che, diversamente dalle altre, aveva le pareti di un bianco splendente. Pensò subito che doveva trattarsi di una stanza speciale; infatti al suo interno vi trovò vari altarini che reggevano delle boccette. Su ognuno degli altarini era presente una targhetta su cui era inciso il nome della regina a cui apparteneva il sangue contenuto nella boccetta. Celeste si precipitò davanti il primo altarino, per poi passare al secondo e al terzo; Alyssa, Mistica, Ester, Gherda… niente, il nome Icy non era presente. Celeste sentiva di stare per avere una crisi di nervi. Fece allora un grande respiro e cercò di mantenere la calma. Dovevano pur esserci delle indicazioni in quel posto, era pur sempre un monumento aperto al pubblico e le cui visite ammontavano alle mille giornaliere. Si guardò velocemente intorno; verso la fine della parete, a pochi centimetri dalla porta, era presente un cartello nero su cui era scritto “BOCCETTA REGINA ICY”. Al di sotto della scritta era presente una freccia che indicava la porta. Celeste pensò che forse l’agitazione le aveva giocato un brutto scherzo nel non essersi accorta prima di quel cartello, ma accantonò quel pensiero per poi dirigersi a passo svelto verso la porta indicata dalla freccia. Aprendola, l’albina si trovò davanti una cosa inaspettata; una statua di sua madre… di dimensioni enormi. Doveva essere alta almeno una decina di metri ed era una riproduzione super fedele, curata nei minimi particolari.
La statua rappresentava Icy nella sua forma Dark Witch, considerata dalla maggioranza la sua forma più splendente. A marcare ulteriormente la sua potenza e sicurezza era la sua posa; aveva il piede destro lanciato in avanti, apparendo ben ancorato al “terreno”. Il braccio destro era disteso in avanti e con l’indice indicava un punto impreciso di fronte a lei. Il braccio sinistro era invece piegato più indietro, posto a pochi centimetri dal busto. La mano sinistra era chiusa in un pugno. Ma la cosa che più impressionò la ragazza fu proprio l’espressione. Le sottili labbra rosacee erano distorte in un sorriso crudele, sadico… l’inconfondibile sorriso della leggendaria strega del ghiaccio. Gli occhi erano fieri, orgogliosi, eccitati… ed a tratti sembrava esserci una strana “luce” di follia. Non osava immaginare quanto lavoro e quanto tempo fosse servito per la realizzazione della statua… secondo Celeste, era letteralmente perfetta in ogni minimo particolare.
Dalla posa della strega, sembrava che stesse guidando un’armata di guerrieri in battaglia e che stesse ordinando di lanciarsi all’attacco, con la forte certezza che la vittoria sarebbe stata la sua. La ragazza rimase letteralmente ammaliata dalla vista di “sua madre”, tanto che superò l’altarino su cui era posta la boccetta contenente il sangue di Icy, che in quel momento non le interessava, e si avvicinò alla statua. Arrivata ad una decina di centimetri circa da una gamba, la accarezzò, quasi a pensare che un contatto fisico con la rappresentazione della madre le avrebbe trasmesso la sua determinazione e la sua potenza. Dopo pochi secondi, si fece indietro di qualche passo per poi aggirare lentamente la gamba, trovandosi quindi alla sinistra della statua. Celeste a quel punto si girò verso la parete posta frontalmente a lei, così da specchiarsi al fianco di sua madre. A quel punto rimase estremamente delusa; sia le sue zie e addirittura Aisha avevano riconosciuto il fatto che lei somigliasse molto alla madre. Ma guardandosi con “la madre” accanto, per qualche strano motivo, non notò alcuna somiglianza. A quel punto, si girò nuovamente verso la statua; osservò ogni sua parte del corpo comparandola con la madre. I capelli c’erano, erano li stessi. Anche gli occhi erano quelli e anche il fisico, per quanto potesse compararlo con quello di una statua di dieci metri, sembrava essere lo stesso. A quel punto tornò a guardarsi allo specchio. Niente. A guardarsi, avrebbe pensato di avere un qualche legame di parentela con la persona rappresentata, ma mai di esserne la figlia. Ma l’aspetto era simile, cosa c’era che non andava? Forse è la posa pensò. A quel puntò portò in avanti il piede destro, distese il braccio destro in avanti e portò indietro il sinistro e cercò di ottenere la stessa espressione facciale della madre. A quel puntò si osservò con attenzione allo specchio. L’aspetto fisico era molto simile, la posa era quasi identica ma non sembrò essere cambiato nulla… anzi, l’aver preso la sua stessa posa sembrò rendere più evidente la differenza fra le due. Celeste, in quella posa, era pressappoco ridicola; una bambina che giocava a fare il capo. Icy invece no. Lei era decisamente più credibile della figlia. Aveva l’aria di una persona molto astuta, testarda, autoritaria e potente. Una leader. Sembrava avesse seguito un corso elevato su come governare e comandare, ma allo stesso tempo sembrava non ne avesse mai seguito uno e che non avesse neanche mai fatto pratica, ma che fosse semplicemente una dote innata. Inoltre, soffermandosi sugli occhi, che prima aveva considerato identici, notò che per quanto fossero li stessi, erano molto diversi; quelli di Celeste apparivano insicuri, fragili, per nulla determinati. Quelli di Icy, invece, sembravano la rappresentazione dell’inverno e del suo gelo. Freddi. Spietati. Folli. Determinati. Si, forse stava in questo il problema; il problema era il carattere. Anche se esso è un qualcosa di astratto, può comunque avere delle ripercussioni sull’aspetto o sulla percezione di una persona tale de renderla anche alla vista completamente diversa da un’altra con un aspetto fisico molto simile. Celeste ed Icy ne erano un chiaro esempio. Allora era su quello che avrebbe dovuto lavorare; sul carattere. Prima di tutto, una caratteristica peculiare di Icy era il carisma. Beh, quella era una dote innata, Celeste non poteva pretendere di “impararla”, ma poteva provare a sviluppare la sua possibile dote carismatica. Per farlo aveva bisogno di aumentare la sicurezza in sé stessa… sicuramente doveva essere quella, oltre alla potenza, a fare di Icy una guerriera ed una leader così temibile. Ma c’era da considerare anche il fatto che entrambe avevano avuto dei passati ben diversi… Celeste, la sicurezza in sé stessa, non l’aveva mai avuta; le sue zie non facevano che umiliarla, facendole credere di essere una nullità e di non valere nulla. Nonostante quel periodo fosse finito, le aveva comunque lasciato una forte insicurezza e fino a quel momento non era mai riuscita a superarla. Infondo, pensandoci, ogni sua “missione” svolta fino a quel momento non aveva portato a grandi risultati, quindi perché mai avrebbe dovuto iniziare a provare stima e fiducia nei propri confronti? Ma dall’altro lato, neanche sua madre Icy aveva avuto una bella infanzia; quando era più piccola, le sue zie raccontavano ad Abigail del loro passato, quando quest’ultima faceva loro delle domande. Lo raccontavano come un passato triste, solitario e difficile: a quanto pareva, loro padre non lo avevano mai conosciuto mentre loro madre era morta quando erano ancora bambine, e loro finirono in uno squallido orfanotrofio. Da quel momento Icy si impegnò nell’accudire le sorelline e nel difenderle da qualsiasi minaccia, prendendo quindi una posizione di comando fin dalla prima infanzia ed assumendo nel corso degli anni sempre più grinta e sicurezza… ma era davvero così? Aveva davvero acquisito la sua sicurezza o magari se l’era semplicemente “autoimposta”? Infondo non sarebbe stato così assurdo da pensare; lei continuamente imponeva cose a chi le stava intorno, cosa avrebbe potuto impedirle di imporre qualcosa anche a lei stessa? Lei aveva un obbiettivo, assoggettare la Dimensione Magica e dimostrare a tutti la sua potenza e le sue capacità. Di conseguenza la sicurezza in sé stessa era fondamentale, quindi se la autoimpose così che il piano potesse essere attuato.
No, Celeste era troppo diversa… lei non si sarebbe mai spinta fino a quel punto e non avrebbe mai reagito in quel modo, sebbene anche lei avesse una certa determinazione. Ma doveva pur esserci un qualcosa che le accumunasse… ma, in quel caso, sarebbe stato effettivamente un bene? Riflettendoci, quanto sarebbe stato vantaggioso? Icy era sì una donna forte, determinata e sicura, ma allo stesso tempo era anche una donna fredda, che nascondeva ogni suo sentimento, forse per la paura dell’effetto che avrebbero potuto avere su di lei… ma alla fine non era la stessa cosa che stava facendo Celeste? Lei, per paura di soffrire ancora una volta era fuggita, fuggendo in un certo senso dai suoi stessi sentimenti, che era la stessa cosa che in sostanza faceva sua madre. No, Celeste non era come lei… e mai lo sarebbe stata; avrebbe potuto al massimo assomigliarle in quanto a determinazione e, forse un giorno, in quanto a potenza, ma mai sarebbe stata fredda, spietata e… cattiva come sua madre… per quanto fuggisse dai suoi sentimenti come lei, non riusciva a nasconderli e lasciava sempre che essi la condizionassero e la influenzassero, cosa che la regina delle nevi non avrebbe mai permesso.
“No mamma… io non sono come te” disse Celeste guardando la statua della madre. “Ma ti giuro che riuscirò a farti tornare… la tua leggenda non è ancora finita”. Dopodiché si girò nuovamente verso la superficie riflettente e, proprio in quel momento, si accorse che la determinazione che l’aveva presa in quell’ultima frase, l’aveva resa più simile che mai alla donna che aveva accanto.
***
Celeste uscì dalla stanza nel preciso istante in cui arrivò Abigail. Celeste la osservò come a chiederle se avesse trovato ciò che cercavano, come si fosse scordata di averlo trovato lei.
“Beh, hai trovato qualcosa?” chiese Abigail allargando le braccia.
“Oh, certo. Ho trovato la boccetta” disse Celeste mostrando l’oggetto alla cugina. C’era da ammettere che Darcy e Stormy non avevano trascurato alcun dettaglio; la boccetta aveva infatti la forma del Vacuum di Icy, ma aveva come unica differenza il colore bordeaux del vetro.
“Bene, allora possiamo andare” disse Abigail voltandosi dal lato opposto ed incamminandosi per un corridoio, seguita a ruota dalla cugina. “Ammetto che immaginavo sarebbe finita molto peggio”.
“Certo che sei ottimista” commentò sarcastica Celeste mentre osservava la boccetta in controluce.
“Sono semplicemente realista” rispose Abigail facendo spallucce.
“Ascolta… credo di voler tornare” disse ad un tratto Celeste, lasciando di sasso la cugina.
“Vu-vuoi tornare?” chiese Abigail sbigottita. “Ma… mi sembravi così convinta”.
“Si certo, ma… non ti sembra che io stia semplicemente scappando dal mio dolore?” chiese Celeste guardando seria la cugina.
“Beh, anche se fosse? Chi non scapperebbe dal proprio dolore?” chiese retorica Abigail. “Se non ti senti pronta a perdonarle ed a tornare è meglio se non torni, almeno secondo me”.
“Cerchi di non avermi fra i piedi?” chiese ironica Celeste.
“No, riaverti al palazzo per me sarebbe una grande gioia, e lo sai, semplicemente questa volta sto ragionando secondo i tuoi interessi… e secondo me sarebbe meglio per te non tornare finché non sarai davvero pronta” considerò Abigail incrociando le braccia.
“Lo apprezzo Aby” disse Celeste sorridendo.
“Ora che ci penso...” disse Abigail con l’espressione che di solito preannunciava una sua battuta squallida o una sua considerazione completamente fuori contesto e senza senso. “Ma perché le nostre madri e la zia si chiamavano tra loro ‘Sorelle’… insomma, io ti chiamo ‘Celeste’, non ‘Cugina’…”.
“Non ho parole” commentò Celeste ridacchiando.
***
“Quella rincitrullita l’ha convinta a non tornare!” disse Stormy esasperata.
“Parla piano, o ci sentiranno” disse Derek. “E poi lo ha fatto per Celeste…”.
“Si, ma è per il bene fisico di Celeste che sarebbe meglio che tornasse… Menlok potrebbe catturarla in qualsiasi momento” considerò Stormy.
“Non riponi fiducia in lei e nelle sue capacità difensive…” azzardò Derek.
“Nelle capacità difensive di una strega di primo livello contro uno stregone che ha dato del filo da torcere a delle streghe Dark Witch? No, non ne ripongo affatto” rispose Stormy girandosi verso il compagno.
“Ok, ok, l’hai vinta tu” disse Derek alzando le braccia.
“Dobbiamo farla tornare con noi” disse Stormy rigirandosi vero le nipoti. “Magari potremmo addormentarla in qualche modo e poi…”.
“Stormy” la fermò Derek. “Ti rendi conto di ciò che dici?”.
“Calma, era solo un’ipotesi” si difese Stormy.
“Secondo me dovresti riportarla di sua spontanea volontà, altrimenti sarebbe peggio” disse Derek.
“Lo so, ma dopo ciò che le ha detto Aby sicuramente non vorrà tornare, ed io in quanto sua tutrice devo, come dice il nome, tutelarla” disse Stormy.
“Ed alla fine scapperebbe di nuovo e dovrai ritrovarla, finendo in un circolo vizioso” considerò Derek.
“Ho capito, la lascerò andare” disse Stormy alzando gli occhi al cielo.
“Ormai sono il tuo grillo parlante” disse Derek appoggiando le mani sulle spalle della strega.
“Già, chissà che prima o poi non ti schiacci per sbaglio” disse Stormy.
“E dai, lo sai che ti amo” disse Derek avvicinandosi di più alla strega.
“Io no” ripose acida Stormy.
***
Abigail e Celeste uscirono dal museo con un misto di timore e soddisfazione sul viso. Erano sì soddisfatte dell’esito della loro “missione”, ma erano anche preoccupate e temevano che qualcosa potesse ancora andare storto. Nel momento in cui furono a pochi metri dall’entrata del museo, una voce a loro molto familiare si udì nell’aria.
“Bene, ho visto abbastanza”.
Le figure di Stormy e di Derek si materializzarono di fronte le ragazze. Derek aveva una posizione neutrale, mentre Stormy aveva le braccia incrociate e guardava con sguardo duro le due nipoti.
“Non vi aspettavate una mia visita vero?” chiese Stormy alzando un sopracciglio ma mantenendo la sua posa autoritaria. “Sorprese, vero? Beh, naturale, anche io sarei sorpresa di me stessa”.
“Beh… io posso spiegarti tutto zia” disse Abigail con un sorriso tirato. “Il fatto è che io e Celeste eravamo davvero tanto, tanto curiose di conoscere la storia di…”.
“Io vi ho spiate per tutto il tempo, Aby” la interruppe Stormy con un finto sorriso.
“Oh…” rispose Aby abbassando lo sguardo. “Quindi… hai capito tutto?”.
“Non esattamente… ho capito perché siete venute qui, ma non ho capito ancora quale sia il piano principale” rispose Stormy. “E dato che ora non puoi più negare, penso che una bella e lunga spiegazione non potrai proprio evitarla”.
“Ma io non negavo nulla, semplicemente omettevo” si difese Abigail.
“Questo è ancora peggio, se possibile” disse Stormy puntando il dito verso la nipote.
“Non sono certo obbligata a dirvi tutto” considerò Abigail allargando le braccia.
“Ma questa mi sembra una cosa abbastanza rilevante” disse Stormy assottigliando gli occhi. “Avresti dovuto dirci tutto, e dovrai farlo”.
“Se non ve l’ho detto è perché avevo fatto una promessa a Celeste e lei si fidava di me, non potevo deluderla… non dopo ciò che le avete fat…”.
La frase della giovane strega fu interrotta da un sonoro schiaffo partito dalla strega delle tempeste.
“Non ti permettere” aggiunse poi. “Siamo state troppo intransigenti con te, dovremmo essere più dure”.
Abigail abbassò lo sguardo massaggiandosi la guancia destra, arrossata e leggermente gonfia per lo schiaffo di prima.
“In quanto a te” disse Stormy girandosi verso Celeste e cercando di assumere un’espressione più dolce. “Hai intenzione di…”.
“No” rispose secca Celeste. “Non ho intenzione di tornare”.
Stormy la fissò per qualche secondo, per poi girarsi verso il compagno.
“Derek, potresti accompagnare a casa Abigail” gli chiese poi.
“So andare anche da sola” protestò Abigail.
“Hai ancora voglia di contraddirmi?” chiese Stormy girandosi verso la nipote con sguardo minaccioso.
“E va bene” sospirò Abigail. “Andiamo”.
 Abigail e Derek si alzarono in volo e si diressero verso il palazzo.
“Non posso credere che l’abbia fatto” sussurrò Abigail mentre si spostava una ciocca che il vento le aveva fatto cadere sul volto.
“Fatto cosa?” domandò Derek girando lievemente la testa verso Abigail.
“Non posso credere che mi abbia dato uno schiaffo” disse Abigail incrociando le braccia. “Non lo aveva mai fatto…”.
“Dai, non te la prendere, è solo che ultimamente è molto nervosa e stressata, ha un po’ gli ormoni in tilt e tu hai toccato un nervo scoperto” considerò Derek facendo spallucce.
***
“No zia, ti ho detto di no” disse Celeste, rispondendo all’ennesima richiesta della zia.
“Ma piccola io lo so che è difficile, ma non ti sto chiedendo anche di perdonarci e fare come se nulla fosse; ti sto solo chiedendo di venire con me a palazzo, non voglio che tu stia da sola e in zone insicure per te. Se poi non vorrai stare con noi non fa niente, ci eviterai” disse Stormy, sperando di convincere la nipote.
“Ma zia, come diavolo dovrei fare ad evitarvi? Siete in giro per il castello tutto il giorno, o meglio attualmente tu lo sei, come dovrei fare ad evitare di incontrarti? E poi ci sarebbe disagio in qualsiasi circostanza” considerò Celeste. “Zia, io non voglio tornare”.
“Sei sicura di questa scelta?” chiese Stormy. La ragazza annuì di risposta.
“Più che sicura” aggiunse poi.
“Beh, allora non posso farci nulla… ma tornerai prima o poi?” chiese poi Stormy.
“Non lo so zia, non so dirtelo” rispose Celeste.
“Interrompo forse qualcosa?”.
Entrambe le streghe si girarono di scatto verso il punto da cui proveniva quella voce a loro odiosamente familiare.
“Beh, in ogni caso ormai vi ho interrotte” disse Menlok.
“Cosa vuoi questa volta, mostro?” disse Stormy assumendo una posizione di difesa.
“Ehm… la stessa cosa che volevo le altre volte, combattere” rispose Menlok come stesse dicendo un’ovvietà.
“Ascolta, tu vai… dove devi andare, qui ci penso io” sussurrò Stormy a Celeste.
“Solo perché non ho intenzione di tornare con te, non significa che ti lascerò da sola” disse Celeste assumendo una posa di attacco.
***
“Sta succedendo qualcosa” disse Abigail girandosi nella direzione del museo. “Riconosco questa energia, è Menlok”.
“Stormy ha appena comunicato con me” disse Derek. “Andrò ad aiutarla, ma prima mi ha chiesto di portarti a casa”.
“Ma dobbiamo andare ad aiutarle” disse Abigail indicando con un braccio la direzione da prendere per arrivare al museo.
“Io devo andare ad aiutarle, tu devi tornare a casa” disse Derek riprendendo a volare verso il castello.
Approfittando del momento di disattenzione dello zio, Abigail creò un suo clone, che si diresse verso Derek. Lei invece virò indietro e si diresse verso il combattimento.
***
Stormy schivò un colpo di Menlok, per poi contrattaccare con un fulmine. Lo stregone si protesse con uno scudo di energia, per poi rispondere con un altro attacco. Nel frattempo, Celeste si era trasformata e si levò in alto con le sue grandi ali nere. Arrivata ad una certa altezza, caricò di energia una sfera azzurrina che fece formare tra le sue mani, per poi abbassare le braccia e farne scaturire un raggio che colpì Menlok e gli fece perdere quota, dando tempo a Stormy di preparare un enorme tornado che poi lanciò verso il suo avversario.
“Un tempo eri più forte” considerò Stormy iniziando a lanciare piccoli fulmini a raffica verso Menlok, che si era schiantato al suolo. Egli riuscì ad evitarli tutti ed alla fine rispose con potente raggio di energia.
“Anche tu mi sembri un po’ arrugginita” rispose Menlok mentre Stormy si preparava a lanciargli contro un nuovo tornado.
“Ma io ho una buona ragione che tu ormai conosci” disse la strega lanciandogli contro il suo tornado, che lo stregone non riuscì ad evitare. Celeste, inoltre, lanciò un getto di ghiaccio verso il tornado; delle piccole ma affilate schegge di ghiaccio iniziarono a girare vorticosamente al suo interno.
“Direi che è sistemato” considerò la strega delle tempeste.
Subito dopo che ebbe pronunciato quella frase, due sfere di energia colpirono entrambe le streghe, che si schiantarono al suolo. Stormy si riprese praticamente subito, ma non riuscì a rialzarsi. Si girò verso Celeste, ma lei era svenuta. Menlok preparò un attacco da lanciare contro Stormy per metterla fuori combattimento definitivamente, ma prima che potesse lanciarlo Abigail lo colpì alle spalle, prendendolo di sorpresa e facendo dissolvere la sfera che lo stregone aveva tra le mani.
“Abigail, ti avevo detto di andare a casa” disse Stormy facendo delle smorfie per lo sforzo.
“Grazie Abigail per averci salvate, non so cosa avremmo fatto senza di te” disse Abigail ironica.
“Attenta!” disse Stormy puntando il dito alle spalle della ragazza. Abigail si girò e vide Menlok lanciarle un incantesimo. La giovane strega riuscì a schivarlo all’ultimo.
“Prima mi hai preso di sorpresa, ma adesso credi davvero di potermi arrecare danni?” chiese retoricamente Menlok.  
“Effettivamente ho agito un po’ di istinto” sussurrò Abigail abbassando lievemente lo sguardo. Rifletté qualche secondo per poi alzare il capo. I suoi occhi erano di un viola sfolgorante. Appoggiò l’indice e il medio di entrambe le mani sulle sue tempie e da lì iniziarono a scaturire delle onde magiche concentriche.
Menlok creò una sorta di barriera attorno a sé e le onde create da Abigail rimbalzarono letteralmente su di essa.
“Sappi che ho a lungo resistito all’ipnosi di tua madre, credi forse che io possa cedere alla tua?” chiese Menlok per poi scoppiare a ridere.
Abigail strinse gli occhi ed alzò le braccia in aria. Contemporaneamente si alzò un lembo di terra, che si diresse verso Menlok. Lo stregone fece la stessa mossa di Abigail, facendo levare dal terreno un lembo ben più grande di quello della ragazza che respinse il suo attacco e la colpì a sua volta. Abigail cadde al suolo, ma si rialzò subito dopo.
“Tenace, ragazzina” commentò Menlok. “Si vede che sei anche mia figlia”.
“Non osare dirlo mai più” disse Abigail lanciandogli ripetutamente contro sfere d’oscurità.
 “Sei patetica ragazzina” disse Menlok. Lo stregone schivò la maggior parte dei colpi, mentre ne riceveva altri di proposito per mostrare alla sua avversaria quanto fossero inutili i suoi colpi contro di lui. Continuarono così a lungo finché la ragazza non fu esausta. A quel punto lo stregone le lanciò contro una sfera di energia che fece schiantare Abigail al suolo, perdendo i sensi.
Menlok scese di quota, avvicinandosi a Stormy, ancora inerme.
“Sai, potrei ucciderti adesso e farla finita” disse Menlok incrociando le braccia. “Ma non voglio farlo. Sarebbe troppo… come dire? Rapido e indolore. Ma voi tutti dovete soffrire… dovete pagare per le agonie che mi avete fatto passare. Quindi per ora sei salva… e ripeto, TU sei salva” disse per poi girarsi verso Celeste ed Abigail, stese sul terreno.
“Non toccarle” disse Stormy, non riuscendo tuttavia ad alzarsi per fermare lo stregone.
Menlok stava per afferrare Abigail, quando il terreno cedette sotto i suoi piedi, facendolo sprofondare di alcuni metri.
“Fratellino, da quanto tempo” disse Menlok alzandosi in volo per poi atterrare al di fuori della buca in cui era caduto. Derek si trovava a qualche metro da lui. “Ascolta, non vincerai mai stando dalla parte della riccia; torna dalla mia parte e, quando avrò vinto, governeremo insieme”.
“Grazie della richiesta, ma temo di dover rifiutare” disse Derek lanciandosi contro il fratello. Menlok lo afferrò per i polsi, bloccandolo. Derek iniziò a spingere con le braccia e Menlok a spingere per il verso opposto, rimanendo in quella posa per alcuni secondi.
“Sempre così impavido e protettivo nei confronti della tua amata… forse è per questo che eri il preferito della mamma” disse Menlok riuscendo finalmente a avere la meglio e facendo cadere il fratello. Approfittò di quel momento per sollevare Abigail con la magia e sparire, facendo andare a vuoto un colpo di Derek.
 
 
 
 
 
Ehm… buon pomeriggio miei stimati lettori. *si abbassa per schivare un canguro che le arriva contro* si lo so, questo è stato il capitolo più puntuale ed entusiasmante della storia dei miei capitoli, ma shish.
Beh, volevo solo ringraziarvi per la vostra presenza e per aver atteso pazientemente questo capitolo (lo so che stavate festeggiando, bricconcelli). Inoltre, volevo comunicarvi che POTREBBE arrivarvi un qualcosa a breve… (relativamente breve, considerando quanto ci ho messo ad aggiornare). Bene, dato che tecnicamente non l’ho mai fatto, oggi voglio ringraziare;
-Tressa, per aver recensito tutti i capitoli finora e per aver inserito la storia tra le preferite;
-Ghillyam (che mi ha fatto penare perché non la trovavo più, poi ho capito che aveva cambiato nome…), per le recensioni, per vaer inserito la storia tra le seguite e per il suo recente ritorno;
-Winxclub, per le recensioni;
-Vlad123, per le recensioni;
-DarcyRocks99, per le esuberanti recensioni, per aver inserito la storia tra le seguite e per le giornaliere rotture di gonadi <3;
-AngyloveMika per averi inserito la storia tra le preferite;
- Elenina85 per aver inserito la storia tra le preferite e tra le seguite;
- faymorgana per aver inserito la storia tra le preferite;
- icia55555 per aver inserito la storia tra le preferite;
- Sofy_Trix per aver inserito la storia tra le preferite;
- krys per aver inserito la storia tra le seguite;
- THE LAND OF MATTI per aver inserito la storia tra le seguite;
- valepassion95 per aver inserito la storia tra le seguite;
Bene, spero di non aver dimenticato nessuno e alla prossimaaaaaaaaaaAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!
Icydarcystormy
 
   
 
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