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Autore: NotEvenChip    21/07/2017    3 recensioni
Mr. Gold possiede la maggior parte di Storybrooke, oscuro, tenebroso, con un passato turbolento, quasi tutta la città lo teme, tranne il figlio Neal.
Belle French è giovane, spensierata, determinata, ambiziosa ed in cerca di pace e tranquillità, grazie anche al suo nuovo lavoro.
Praticamente Rumbelle AU :)
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Baelfire, Belle, Jefferson/Cappellaio Matto, Neal Cassidy, Neal Cassidy/Baelfire, Ruby/Cappuccetto Rosso, Signor Gold/Tremotino
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Gold parcheggiò la macchina nel vialetto di casa, scese e si diresse verso la porta. Non fece in tempo a mettere le chiavi nella toppa che Jefferson gli aprì la porta, fissandolo con uno strana espressione.

“Bentornato a casa latin lover!” sorrise malizioso.

Gold scosse la testa ed entrò in casa. “Dov’è Neal?”

“Oh, il teppista a metà film è crollato, l’ho portato a letto”

“Si è comportato bene?”

Jefferson annuì. “Veramente Gold, non so come faccia ad essere tuo figlio.”

Gold lo guardò di traverso, poi sorrise. “E’ speciale, lo so”

“Ma piuttosto, com’è andata la serata?”

Gold non poté fare a meno di sorridere al pensiero di Belle, coraggiosa, impacciata, timida, magnifica Belle.

“Ah, così bene? Alla fine… Li hai portati i preservativi?” Dicendolo si spostò velocemente verso la cucina, per evitare di essere colpito in faccia da Gold.

“Jeff… Non è… Non è così… Io non… Belle…”

“Sì, si era capito benissimo Robert, ti prendevo solamente in giro… Le è piaciuto il ristorante?”

“Oh si! Non riusciamo ad avere un incontro tranquillo a quanto pare… Nottingham si è seduto al tavolo davanti a lei mentre io non c’ero, pensavo avesse completamente distrutto al serata, ma poi l’ho portata a casa e…No, non ci crederai mai.” Gold tirò fuori dello scotch e ne versò una piccola quantità su due bicchieri, uno lo porse a Jefferson, che con lo sguardo lo pregò di continuare il discorso.

“Da ragazzina aveva una cotta per me. Dopo l’incontro con Nottingham, si è spaventata, pensava di aver rovinato tutto, quando improvvisamente le è scappato di dirmi di essere attratta da me da quando era adolescente.”

Jefferson era vicino a sputare lo scotch per tutta la stanza. “ Cosa? Vuoi dirmi che eri il sogno proibito di una ragazzina, prima ancora di diventare il mio? Oooh questo è scorretto! Pensavo di essere il primo ad accorgermene in città dopo… beh tu sai chi…”

A Gold si strinse lo stomaco. Cora. L’unica in città con la quale era successo qualcosa, prima e dopo Milah. 

 

 

Cora, la fidanzata storica del liceo, affascinante, bellissima, potente, labbra rosse e carnose che avrebbero conquistato chiunque, fascino ed ambizione da vendere, Gold ne era semplicemente ammaliato. Una volta finita la scuola, le aveva chiesto la mano, solo per scoprire che lei aveva già accettato la proposta di Henry Mills, un buono a nulla figlio di papà. Cora si era dimostrata per quello che era, lo aveva attirato nella sua trappola per così tanti anni, per poi lasciarlo con l’amaro in bocca. Pochi mesi dopo era arrivata Milah, migliore amica di Cora, con la quale aveva iniziato una relazione di pura passione per ripicca. Passarono gli anni e Gold pensava di avere trovato finalmente l’amore, si trasferirono a New York, si sposarono e qualche mese dopo, Milah gli disse di aspettare Neal. Neal nacque e fu il giorno più felice della sua vita, tanto che capì che il lavoro da avvocato gli avrebbe portato via gli anni migliori del figlio. Decise di tornare a Storybrooke, scelta che fece piano, piano, finire il suo matrimonio con Milah. A pochi giorni dall’ufficialità del divorzio, Cora gli si era presentata alla porta del negozio, buttando qua è là indizi sulla vera paternità di Regina, per poi ritirarsi e smentire il tutto. Gold non ne aveva mai avuto la certezza, poteva essere sua tanto quanto di quel Mills, decise che non lo avrebbe mai voluto sapere. Cora era stata di nuovo la sua storia segreta, incapace di resistere ai ricordi di gioventù e alle mille promesse d’amore della donna. Era diventato il suo amante varie volte, ma si accorse presto di non provare più nulla nei suoi confronti, c’era solo sesso, passione, possesso. Gold aveva Neal a cui pensare, lasciò Cora, che non la prese per niente bene e si dedicò solamente al figlio. Poco dopo la morte del marito, Cora si trasferì lontano da Storybrooke. Tornava solamente per passare del tempo con la figlia ogni tanto, non smettendo mai di passare da Gold per dargli un po’ di fastidio.

 

 

Gold si schiarì la voce e scacciò quei pensieri.

“Lascia che te lo dica amico, in pieni anni novanta, la ragazza guardava te e non Leonardo di Caprio. Devi andarle a comprare un anello domani stesso!”

Gold rise, come poteva Jefferson essere così ridicolo a volte?

“E’ successo dell’altro?”

“Uhm no”

“Parla.”

“Ok, ok. Potrebbe essere che… ci siamo baciati”

“Robert Gold!”

“E, non lo so Jeff… C’è stato qualcosa, qualcosa che non ho mai sentito prima…”

Jefferson sbuffò e si coprì il volto con le mani. 

“E con questa rivelazione me ne vado, buonanotte Robert, salutami il teppista!”

Gold rise ed annuì, facendo un cenno di saluto all’amico, che scomparve dalla cucina per poi ricomparire solo con la testa. “E i preservativi portali la prossima volta, mi sembrate già ad un buon punto!”

Gold afferrò una mela dal cesto della frutta e la tirò a Jefferson, mancandolo solo di pochi millimetri. Sorseggiò il suo scotch ed andò in camera a prepararsi per la notte, passando prima ad osservare il figlio che dormiva beatamente.

 

 

 

****

 

 

 

 

 

Seduta in un angolo del locale, si sentiva così ottimista da ordinare il dolce per quella sera. Tirò fuori un pezzo di carta ed una penna e ci scarabocchiò sopra due nomi, sorridendo.

“Il suo tiramisù Signora Mills”

Cora alzò lo sguardo verso il cameriere e gli sorrise. Quello che aveva visto quella sera era stato davvero esilarante. Gold e quella piccola sgualdrina figlia del fioraio, a cena assieme. Decisamente i gusti di Gold in fatto di donne dovevano essere cambiati radicalmente dalla sua partenza. Come poteva piacergli quella ragazzina? Oh già, forse perché aveva la metà dei suoi anni? Era questa la moda dei giorni d’oggi? Con rancore pensò ancora a quella sera di tanti anni prima, dopo averla usata, le aveva detto di lasciare casa sua, la sua vita, suo figlio. Chissà quanti anni aveva ora quel mocciosetto. Cora era tornata a Storybrooke quella stessa sera ed aveva trovato un nuovo gioco entusiasmante. Ora si sarebbe sentito usato, maltrattato e calpestato anche lui. Sarebbe passata a fare un saluto da quella ragazzina l’indomani. 

Cora pagò il conto ed uscì, estrasse una sigaretta dalla borsetta e l’accese. Il filtro si impregnò subito del rosso fuoco del suo rossetto, aspirò una boccata ed espirò profondamente. Li avrebbe rovinati, così, solo per il gusto di farlo. Sorrise a sé stessa e si avviò verso l’auto, felice che il suo ritorno a Storybrooke abbia acquistato di nuovo un senso!

 

 

****

 

 

“BELLE FRENCH” urlò Ruby non appena vide entrare l’amica al diner.

“Nonna mi prendo cinque minuti di pausa, Belle ha una cosa da raccontare, non può aspettare!” Ruby si rivolse a sua nonna.

“Cinque minuti e non uno di più!” Annuì Granny, salutando Belle con un cenno.

Ruby prese Belle per un braccio e la fece sedere di forza in uno dei tavoli più nascosto del locale.

“Devi assolutamente dirmi tutto!”

Belle rise, arrossì e cominciò a fissarsi le mani mentre ci giocherellava.

“Oh è andata così bene Ruby! Mi ha portata da Marco, a mangiare Italiano, abbiamo chiacchierato di libri, letteratura, di suo figlio… Tutto andava bene fino a quando Keith si è presentato davanti a me, sedendosi sulla sedia di Gold, pretendendo di prendere il suo posto, per fortuna Robert è tornato e lo ha cacciato. A quel punto temevo di aver rovinato tutto, gli ho chiesto di portarmi a casa, ma nel parcheggio ho avuto un crollo nervoso e gli ho chiesto scusa per la serata, quando…” Belle alzò gli occhi verso l’amica per cercare di capirne il livello di attenzione.

“Quando?” Incalzò Ruby.

“Quando… Mi è scappato che lui è sempre stato la mia cotta, fin da quando ero ragazzina…”

“NON CI CREDO”

Belle annuì imbarazzata. “Pensavo di aver rovinato tutto ancora di più, soprattutto quando si è messo a ridere di me, più che altro della situazione e di come mi era scappata di bocca l’intera faccenda… “

“Accidenti Belle…”

“Ehi, ma… tutto si è risolto abbastanza in fretta a dire il vero…”

“Belle? Devi dirmi altro?”

Belle arrossì furiosamente. “Mi ha baciata. Due volte a dire il vero.”

Ruby aprì la bocca fino a formare un cerchio a forma di “o”. “Dettagli French, necessito di dettagli!”

Belle rise e poi sospirò pensando a quei due baci, il pensiero era ancora in grado di farle tremare le gambe. “Beh, cosa posso dirti… Non ti nego che l’uomo sa decisamente baciare, avevo le gambe che tremavano e mi aveva solamente appena sfiorata. Non so come e cosa sia successo, ma ad un tratto avevo una sua mano che mi teneva stretta a lui sulla vita e l’altra sul collo, poi sul viso. Ad un tratto era come se avessi le sue mani ovunque allo stesso tempo, il suo profumo addosso, la morbidezza dei suoi vestiti e dei capelli. Oh i suoi capelli Ruby! Avevo ragione da ragazzina a pensare che fossero morbidissimi!”

Ruby era sbalordita, mai Belle le aveva descritto un bacio in quella maniera, era felice ma allo stesso tempo temeva per l’amica, quella che sembrava una cotta, si stava trasformando in un’infatuazione molto seria ed era meglio per Gold che non avesse intenzione di giocare con i sentimenti di Belle o se la sarebbe vista con lei stessa. Con la fama di Gold in città, il fatto che l’avesse baciata dopo la confessione della cotta di Belle, le puzzava. Non voleva pensare male dell’uomo, ma poteva aver trovato l’occasione per avere la strada facile, spezzando così il cuore alla sua migliore amica, sarebbe stata molto attenta.

“Ruby?”

Ruby si ridestò. La voce di Belle a riportarla alla realtà. “Oh, si! Scusami Bellz, wow, davvero… Intenso! Ora scusami, devo tornare dalla nonna o sai come mi torturerà! Ti porto qualcosa?”

Belle si insospettì dell’improvviso cambio d’umore dell’amica, ma fece finta di nulla.

“Oh, sì, un the freddo per favore, grazie”

Ruby annuì e si allontanò. Era metà mattinata e molta gente a Storybrooke stava già lavorando, al diner non c’era quasi più nessuno.

Ad un tratto la campanella alla porta suonò ed entrò Gold. Sorpresa dal vederlo alzò subito la mano per salutarlo, forse con troppo entusiasmo visto che lui rimase serio e i pochi presenti si voltarono a guardarla.

Con mezzo sorriso sulle labbra, Gold ordinò il suo caffè a Granny per poi raggiungere Belle al tavolo.

“Buongiorno Belle”

“Buongiorno Robert!” rise Belle.

Gold notò gli occhi che le splendevano e che il rossore non le era ancora del tutto sparito dalle guance. Accidenti com’era bella! L’aveva realmente baciata la sera prima? Poteva essere vero?

“Noto con piacere che siamo di buon umore signorina French!”

“Come potrei non esserlo, è così una bella giornata!”

In quel momento arrivò Ruby con le ordinazioni e a Belle non sfuggì di notare il modo con cui la sua amica fissò Gold, quasi come se volesse minacciarlo o sfidarlo.

“Grazie Miss Lucas…”

Ruby fece un cenno con la testa e si allontanò. Belle era perplessa. Aveva appoggiato tutta la questione di Gold, addirittura spingendola verso di lui, ed ora sembrava aver cambiato completamente atteggiamento.

“Qualcosa non va Belle?”

Belle scosse la testa e sorrise a Gold, facendo sorridere timidamente anche lui. Non si rendeva conto di essere così bello, vero? Con gli occhiali da sole quasi trasparenti, il completo impeccabile, una cravatta rosso fuoco a contrastare il tutto, i capelli ondulati, leggermente spettinati dal vento, il cappotto lungo aperto. Era maledettamente affascinante in qualsiasi movimento, non poteva fare a meno di osservarlo in tutto.

“No, tutto ok! Come mai qui a quest’ora?”

“Beh, non riuscivo a svegliarmi questa mattina, non ho dormito molto la notte scorsa”

Belle si mosse sul posto. “Oh?”

Gold le sorrise e si guardò in giro brevemente prima di coprire una mano con la sua sopra al tavolo. 

“Avevo giusto un paio di pensieri che mi tenevano sveglio…Credo di aver sognato ad occhi aperti. Ho sognato un appuntamento con la donna più bella, dolce ed intelligente di tutta Storybrooke.”

Belle capì l’ironia e gli strinse la mano sopra al tavolo.

“In questo sogno, lei ha confessato di avere una cotta per me da anni, l’ho derisa, ma da donna perfetta qual è, mi ha permesso di baciarla. Sono un uomo dannatamente fortunato! Solo che… Solo che in questo sogno non mi ha detto quando potrò rivederla. Credi che sia un brutto segno?”

Belle abbassò lo sguardo alle mani giunte sul tavolo, le mani di Gold erano talmente grandi da coprire interamente le sue, emanavano un calore così forte che contrastava con le sue mani sempre gelide. 

Rialzò lo sguardo, notando quello abbastanza insicuro di lui. 

“Credo che la donna in questione non avrebbe accettato entrambi i suoi baci, se volesse mandargli un brutto segno!”

“Ma io non le ho mai detto quante volte ci siamo baciati, Miss French.” Rimbeccò Gold prendendola di sorpresa.

Risero entrambi. Quello di Gold era un tentativo abbastanza goffo per chiedere di poterla rivedere.

“Presto! Se si comporta bene” Rispose Belle con un occhiolino.

“Oh… Ok! Presumo sappia dove trovarmi se ha bisogno, anche solo… Anche solo di farmi sapere com’ è stata la sua giornata o solo per un caffè o…”

“Glielo prometto signor Gold, mi vedrà molto presto!”

Il sorriso di Gold si allargò, finì il suo caffè e si alzò dalla panchina, avvicinandosi a Belle. Le prese una mano e gliela sfiorò appena con un bacio.

“A presto, Belle”

“A presto, Robert!” Squittì entusiasta Belle. 

 

Poco dopo Belle fece rientro in biblioteca e mentre stava iniziando a catalogare i libri, vide entrare il sindaco con una donna al suo fianco. Riconobbe subito Cora Mills quando la vide. Nonostante gli anni che passavano, quella donna sembrava aver fatto un patto col diavolo per rimanere sempre così bella ed affascinante.

“Oh santo Cielo! Belle French?” Ghignò maleficamente Cora.

   
 
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