Libri > Shadowhunters
Segui la storia  |       
Autore: stardust94    21/07/2017    1 recensioni
Quando il crociato di sangue, arriva a Londra. La vita degli Shadowhunters e, stregoni della famiglia Rosestal, viene stravolta.
La famiglia dovrà affrontare un lungo viaggio verso Oriente, in Giappone.
Un terribile presagio di morte, un nemico invincibile che vuole assoggettare Nascosti e Cacciatori.
Un mistero vecchio di 800 anni, attende i Rosestal.
Riusciranno a risolverlo con l'aiuto, di vecchi e nuovi amici? ma sopratutto...
Riusciranno a rispondere al'eterna domanda: spetta davvero al Conclave, comandare Nascosti e Shadowhunters?
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: James Herondale, Jonathan, Matthew Fairchild, Nuovo personaggio, Sebastian / Jonathan Christopher Morgenstern, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'The story of Rosestal'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo tredici 
A new way out of a pure tear

Celina era davanti alla tomba guardava il volto pallido di Roland, mentre chiudendo la bara veniva seppellito.
Indietreggiò dalla buca e lentamente,si voltò verso la sua famiglia.

Aster teneva il volto chinato in basso, stringeva i pugni tanto forte che rivoli di sangue, avevano sporcato la sua pelle.
Amelia era tra le braccia di Ace, in lacrime che non si fermavano nemmeno davanti alle premure, dello stregone dal volto contratto nel dolore e sofferenza.

Poco distante Evelyn, pallida e spaurita.
Revent le teneva una mano sulla vita e con l'altra le accarezzava la sua mano con dolcezza.

Celina osservava la sua famiglia, gli occhi erano arrossati come le guance, sulle quali scivolarono subito lacrime.

Improvvisamente, Ace si voltò verso un giovane ragazzo appoggiato ad una colonna, anche la bimba notò il lieve sorriso dello stregone che avvicinandosi, diede una lieve pacca alla spalla del giovane.

Questo, alto qualche centimetro meno del suo maestro aveva un fisico magro e atletico con una muscolatura non troppo eccessiva.
Dalla carnagione chiara, il viso dai lineamenti delicati era, incorniciato da dei corti capelli biondo paglia che arrivano fino al collo, occhi neri con le palpebre scure e labbra sottili.

I suoi marchi da stregone, perchè si il ragazzo era un giovane stregone.
Erano placche nere che iniziavano da dietro al collo e scendevano lungo la spina dorsale.
inoltre, presentava una profonda e lunga cicatrice lungo il collo.

La piccola Celina venne chiamata subito da Amelia che stringendola forte a se, pareva triste e preoccupata.

Evelyn e Revent seguiti da Aster, uscirono dalla chiesa, lasciandoli soli.

Fu allora che Ace, si avvicinò alla donna baciandole una tempia, con molta dolcezza, mentre prendendo in braccio la bambina guardava la sua amata.

- Ci prenderemo cura di lei, questa è una promessa mia cara - disse l'uomo.
- Lo so. Lo so Ace -.

Amelia strinse a se la piccola Celina, le carezzò con dolcezza i capelli, sapendo che non avrebbe più potuto stringerla così per parecchio tempo.

 
***

Era stato deciso così. Celina avrebbe abitato a Kyoto nella magione estiva di Ace.

Aster dopo aver appreso della notizia della morte di Roland e aver scoperto, che ad ucciderlo era stato Riven, si era chiuso nel suo ufficio per giorni, senza rivolgere alcunché di parola con nessuno.

Poi tre giorni prima del funerale, aveva convocato i suoi alleati più fedeli e le due sorelle.

Saria era tra le braccia di Riccardo, non appena avevano saputo tutto, lui la fidanzata e Revent, erano tornati alla villa e con loro era venuto anche Vincent Nightshadow.

Il maestro del crociato, se ne stava in silenzio, con la schiena appoggiata al muro, senza emettere un solo suono. Limitandosi a fumare un sigaro, indispettendo così il vampiro.

- Vi ho fatti chiamare, perchè sto per prendere delle difficili decisioni - cominciò il biondo.

Revent strinse Evelyn, appoggiata a lui, quasi priva di forze e triste, inconsolabile dopo la perdita di Roland.

Quando aveva saputo della morte, Eve così era ormai abituato a chiamarla Revent, era letteralmente crollata. I bellissimi occhi viola, ora erano spenti e sofferenti. delle pesanti occhiaie, si notavano sotto di essi.
Le guance erano pallide e sembrava aver perso quella pacatezza solita, mentre stringeva la sua maglia.

Il castano le carezzò il viso preoccupato, anche lui era ridotto ad uno straccio e non solo, si sentiva colpevole in quanto l'assassino di Roland, era suo cugino.

- Ci concentreremo sul fermare i nostri nemici -.
 
Aster, si spostò dando loro le spalle, guardando la finestra ma continuando comunque a parlare.

- Revent tu e Evelyn lavorerete sotto copertura al caffè Locut - disse.

I due annuirono senza fare o dire altro, nonostante Revent avesse qualche obbiezione sul piano di Aster, non ne disse nessuna.

-Ricaverete informazioni, sui movimenti di Faith Nightshadow - aggiunse.
- E noi cosa facciamo? - 

Domandò la voce un po timida di Saria, ancora tra le braccia di un Riccardo, ansioso e decisamente preoccupato.
- Andrete a parlare con Raphael Santiago e la Regina Seele. Ci servirà il loro aiuto - rispose il Rosestal, mentre voltandosi lentamente, appoggiava le mani alla scrivania.

Saria sembrò parecchio intimorita, questa volta nemmeno la stretta delle braccia di Riccardo, sembrò in grado di calmarla.

- Con il dovuto rispetto, non ci si può fidare delle fate -
Intervenne Vincent, alzando la testa ispirando il fumo con uno sguardo tra il serio e ghignante.

- Hey! io sono una fata! - sbuffò Saria

Vincent le ricambiò lo sguardo con una leggera malizia, scontrandosi con gli occhi di Riccardo. Il vampiro emise un lieve ringhio stringendo protettivo la sua fatina.

- Quello che stai dicendo...Ha un suo senso. Ma non abbiamo tempo! -

La voce di Aster, dal tono freddo e quasi imperioso, sovrastò quella degli altri, mentre nella stanza aleggiava un silenzio di tomba.

- Puoi fare il gradasso con loro, ma non con me di certo -

Ad intervenire, era stato Ace. 
Guardò il Rosestal sfidandolo, con i suoi innumerevoli anni di saggezza, mentre stringeva con una mano quella di Amelia, appoggiata a lui.

- E tu stregone, faresti meglio a ricordare che sono un cacciatore - ringhiò in risposta il ragazzo

A quelle parole intervenne Revent, che facendosi avanti, guardò Aster serio ma con un non che di pericoloso.

- Cerca di stare calmo, so che soffri ma non è il caso di prendertela con noi  - disse il giovane
- Con chi dovrei farlo, allora?! - ringhiò Aster in risposta

Revent strinse i pugni, capiva il suo dolore ma non capiva perchè si stesse accanendo tanto con loro. in fondo, erano tutti sulla stessa barca. Fece per rispondere, quando un commento di Aster, lo costrinse a mordersi la lingua

" è tutta colpa tua Crociato "

A quelle fredde parole Revent scosse la testa, a passo svelto e con la rabbia nel cuore, si diresse fuori dalla stanza sbattendo la porta e rintanandosi nella biblioteca, l'unico posto tranquillo.

Era steso schiena contro la libreria, teneva lo sguardo basso con i capelli, che gli coprivano gli occhi.
improvvisamente, sentì il tocco di una mano. 
Così delicato che lo avrebbe riconosciuto fra mille, un po come avrebbe riconosciuto il profumo di rosa del suo balsamo o quei suoi stupendi occhi d'ametista.

Alzò il capo incontrandoli e meravigliandosi, di quanto fossero ancora splendenti, nonostante le circostanze.

- Evelyn...Che fai quì? - sussurrò il ragazzo

Lei non rispose, si sedette al suo fianco, portando la schiena contro la libreria e, alzando lo sguardo verso il soffitto, cominciò a parlare.

- Nostro padre, Stephen Rosestal era...Perfetto.  - 
Sussurrò per poi fermarsi qualche secondo ed esibire un sorriso triste.

- Un guerriero freddo e serio, capace di sorridere mentendo persino ai suoi stessi figli.  - 

Disse con una mezza risata ma si capiva che parlare di cose simili, le metteva malinconia e tristezza addosso.

- Con Roland e in particolare con Aster, era davvero severo. C'erano giorni, che i miei fratelli non si alzavano dal letto a causa del dolore degli allenamenti -

Revent annuì guardando un punto davanti a lui, nel vuoto di quella libreria, si sentiva solo la delicata voce di Evelyn che, continuava a raccontare.

- Quando Lucinda morì...Lui ci abbandonò. Nessuno sa perchè ma...Semplicemente scomparve. - 

Disse la ragazza mentre deglutendo, tentava di dimenticare gli sguardi di gelo mascherati da finta dolcezza.

Lei, Roland e perfino Amelia...Erano la tragedia di quella famiglia.
Così li aveva definiti Lucinda. 

Mostri nati da una notte di passione, inadatti, sbagliati il disonore di quella famiglia.

Improvvisamente e quasi senza accorgersene, le guance di Evelyn, avevano cominciato a rigarsi di lacrime. L'unica cosa che aveva sempre voluto, una famiglia che l'amasse, le era stata portata via.

Stephen, Lucinda nonostante le botte e gli insulti. Selen, scomparsa quando lei aveva cinque anni e ora Roland.

Revent la afferrò stringendola con forza al suo petto, mentre le lacrime e le urla riempivano quella stanza.

Tutta disperazione, senso di inadeguatezza e tristezza, che la ragazza aveva sempre tenuto dentro di se e, che ora, stava sgorgando come un fiume in piena.

La strega delle rose, ora era una bambina, incapace di non crollare sotto tutto quel dolore.
 
Incapace di trattenere quella tristezza che ora, riempiva il suo cuore la sua testa, completamente Vuota ripercorreva i ricordi del passato.
Tutte le percosse, gli insulti, le calunnie subite, solo perché lei, era diversa.

Tutto si riversò tramite quel pianto disperato, tra le braccia di quel giovane.

Revent Hallowtower, era entrato nella sua vita, come un fulmine a ciel sereno, l'aveva trasformata, tanto da rendere possibile che lei, si fidasse completamente di lui.

"  Appoggiati a me, quando soffrirai sarò lì. 
Sarò quella forza, che custodisci e che non vuoi mostrare, sarò le lacrime e il sorriso che farai"

- Non piangere Eve. Ci sono io e non ti lascerò - 

Sussurrò Revent, mentre le carezzava i capelli con dolcezza, sforzandosi di essere forte, di essere più forte.

La ragazza lo strinse forte e piano, smise di piangere. le faceva male la gola e gli occhi le bruciavano, a causa delle lacrime.

Passarono la notte così, abbracciati stretti.
Senza parlare. Perché non vi erano parole, che potevano servire. non vi era nulla, che fosse come loro due in quel momento.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Shadowhunters / Vai alla pagina dell'autore: stardust94