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Autore: rocchi68    21/07/2017    4 recensioni
Scott ricordava perfettamente cosa aveva detto Chris riguardo quella stagione.
Era stata un fallimento solo perché appartenevano alla vecchia guardia e, quindi, dopo anni a tirare la carretta, erano diventati inutili.
Così si era ritrovato nella fattoria dei suoi genitori a rigirarsi i pollici.
Terminate le superiori, con risultati non proprio invidiabili, piuttosto di rimanersene a casa a sparare contro i topi dalla mattina alla sera, si era lasciato convincere a tentare l’Università.
Rimaneva comunque uno scoglio molto duro da superare: l’estate.
La stagione maledetta che prosciugava le energie di molti, tendeva a svuotarlo tanto da impedirgli di muoversi dal divano.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dawn, Scott
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Mancavano pochi giorni all’inizio di settembre e con esso sarebbero ripresi gli impegni di ogni bravo studente.
Dawn e Scott avrebbero iniziato l’Università con tutta l’ansia del caso.
Sarebbero entrati in quella nuova scuola, avrebbero conosciuto i compagni di corso e avrebbero dovuto studiare una tonnellata di pagine e di appunti solo per superare degli esami preparati da alcuni individui troppo repressi per avere una vita privata.
Perché alcuni di loro si erano fatti conoscere durante le ore di Orientamento al liceo e puntualmente avevano ricevuto diversi nomignoli.
Si passava dal vecchio, al preistorico, alla donna che sembrava un uomo tanto il suo aspetto era raccapricciante, alla montagna umana e al nanetto delle scienze sociali.
Tanti professori si erano inventati una scusa pur di non sgolarsi a quell’assemblea, mentre quelli sprovvisti di ferie erano stati trascinati in quella sede per attirarsi risolini, battutacce di pessimo gusto, domande intime e personali.
Almeno in questo Scott aveva evitato di farsi riconoscere.
Sapeva che il suo aspetto era riconoscibile ovunque e se mai avesse accettato la vita universitaria, non voleva inimicarsi i professori solo per qualche commento.
Quella mattina aveva pensato che fosse meglio tenere le proprie considerazioni per sé e annotare alcune informazioni su un quadernetto con muto disinteresse.
 
Era il 29 agosto quando Dawn suonò il campanello della casa del rosso.
Inizialmente sia lui, sia la sua famiglia avevano pensato al postino che aveva iniziato di buon’ora il suo turno.
Fu nell’alzare la cornetta che Alberta sorrise.
“Scott hai una visita.” Mormorò la sorella, mentre lui ingurgitava un boccone di frittelle di mele che sua madre aveva iniziato a preparare all’alba.
“Chi è?”
“Quante ragazze potrebbero sopportarti a questo mondo?”
“Oltre a te?”
“Esatto.”
“Deve essere la tua Dawn, figliolo.” Affermò il padre, sorseggiando il suo caffè e complimentandosi per l’ottima scelta del figlio.
“Dopotutto non puoi stare troppo lontano dal tuo angioletto.”
“Anche tu cominci a rompere, mamma?” Sbuffò il rosso, scattando in piedi e avvicinandosi alla fidanzata che aveva sentito ogni sillaba.
Lei era subito arrossita e allo stesso modo anche Scott era stato colpito dall’imbarazzo.
“Vuoi alcune frittelle, Dawn?” Chiese Alberta, invitandola a sedersi vicino al fidanzato e porgendole un piatto pieno di leccornie.
“Non sono portata per i dolci.”
“Sei a dieta, cara?” S’inserì nuovamente la madre del rosso.
“Sì.”
“E tu, Scott, non le dici niente?” Borbottò Alberta, mentre il primo uomo di casa restava in silenzio, bevendo il suo caffè.
Di tanto in tanto leggeva alcune righe dalla cronaca sportiva e poi posava il suo sguardo sulla consorte e sulla figlia maggiore che avevano occhi solo per l’altro suo erede e per la fidanzata.
“Io la rimprovero, ma non mi dà retta.”
“Tu non sei obiettivo.”
“Non sono obiettivo, Dawn? L’ultima volta in gelateria ti ho detto che non era il caso di vestirsi come a una cena di gala.”
“Sempre il solito rozzo.” Mormorò Alberta, ricevendo una gomitata dalla madre.
“Ti ricordo, zucca vuota, che sei ancora single.”
“Zucca vuota?” Sbraitò lei, mettendosi in piedi.
“Ti mancano una ventina di anni scarsi e sei sulla strada per diventare una vecchia zitella allevatrice di gatti.” Ribatté il rosso, strappando una rara risata al padre.
“E io ti ricordo che vivi ancora sotto questo tetto e che posso vendicarmi quando voglio.”
“Credo che Dawn abbia qualcosa da ridire su questo.” Tentò la madre, porgendo alla giovane il vasetto con lo zucchero.
“Comunque non dovresti prendere in giro tua sorella, Scott.” Borbottò il padre con un’occhiata severa.
“E va bene: mi spiace Alberta.”
“Adesso ti dispiace? Non me la bevo.”
“Scusate, io…” Soffiò Dawn, intromettendosi con la massima delicatezza.
“Vedi come sei, Alberta? Hai spaventato la mia ragazza.”
“Meglio che stia zitta prima di pentirmene.” Protestò lei, risedendosi pesantemente sulla sedia e inforcando una frittella intera.
“Comunque mia sorella ha ragione riguardo alla dieta.”
“Ragione?” Mormorò Dawn.
“Sei talmente piccola che tra un po’ faticherò pure a vederti.”
“Io…”
“E poi tra il nuoto e le altre attività dove trovi l’energia per continuare?” Chiese il rosso, passandole il braccio dietro la schiena e avvicinandosi.
“Io sto bene.”
“E poi se non mangi, sarai stanca per i nostri giochi.” Le bisbigliò all’orecchio, facendola arrossire e scoccandole un bacio a tradimento.
Svuotati i piatti e data una mano a riordinare la tavola, Scott e Dawn erano saliti in camera e lei aveva passato al fidanzato un piccolo dépliant.
A sfogliare quelle 2 paginette contenenti solo immagini e qualche breve didascalia, il rosso si era già fatto mezza idea del perché fosse passata così presto.
I suoi occhi scattarono verso il fondo della pagina e già sentì piangere il portafoglio che dormiva ancora dentro i jeans.
Un rapido calcolo e 30 dollari avrebbero preso il volo solo per l’ingresso e altrettanti sarebbero svaniti per souvenir, foto e cibarie.
Se era fortunato, ci avrebbe rimesso solo 50 dollari in tutta la giornata.
 
Avvicinatosi alla sedia dove abbandonava i suoi vestiti, Scott tastò nella tasca destra dei pantaloni e afferrò il piccolo astuccio in pelle nera che custodiva il suo piccolo tesoro.
In mezzo a bigliettini da visita, numeri di cellulare da annotare su agenda e vecchi aiuti cartacei delle superiori, svettavano 2 pezzi verdi, uno arancione e uno rosa.
Poteva dirsi fortunato che il vecchio Winston, amico di suo padre, avesse rispettato i termini per l’ultimo lavoro mensile e che pertanto avesse riempito le sue finanze di 50 dollari fruscianti.
Senza fare domande, staccò il cellulare dalla presa e spese pochi secondi per verificare che sullo sfondo ceruleo non fossero comparse notifiche.
Per sua fortuna solo l’ora, il giorno e l’85% di ricarica troneggiavano sul suo display.
“Lo zoo?” Chiese il rosso, girandosi verso la ragazza che si strinse nelle spalle.
“Sì.”
“Perché sei interessata a vedere quei poveri animali in gabbia?”
“Voglio aiutarti a superare la tua fobia.”
“Solo perché temo gli squali come Zanna, ciò non significa che abbia paura.”
“Mi sembrava divertente fare qualcosa di diverso, Scott.”
“Anche distendersi su un letto, può essere diverso.” Ghignò lui con malizia.
“Quando finirai d’essere un pervertito?”
“Se non lo fossi, ti annoierei di sicuro.”
“È per questo che evito di farti stare con la mia famiglia.”
“Sono troppo affascinante?” Si vantò, sistemandosi i capelli.
“Sei volgare, rozzo e insopportabile.”
“Quando ti bacio, però, non mi sembra d’essere così male.” Ribatté, indossando la maglietta verde che aveva adagiato sopra la sedia della scrivania.
“La mia famiglia ha brontolato parecchio prima d’accettare la nostra relazione perché crede che tu non sia adatto, ma sono riuscita a farli ricredere.”
“Dev’essere stata dura.” Mormorò, mentre la giovane si sedeva sopra il suo letto.
“Abbiamo discusso a lungo.”
“Ho capito.”
“Cosa?”
“Anche tu menti.”
“Su cosa?”
“Tuo padre, in verità, mi adora da quando gli ho risistemato il televisore.” Ridacchiò il rosso con un’aria di superiorità che sconfisse la ragazza.
“Non sono proprio capace di mentire.”
“È fin troppo evidente per una ragazza come te.”
“Una ragazza come me?” Domandò innervosita per quel strano rafforzativo.
“Tu non saresti mai capace di mentire e questo ti rende diversa dalle altre.”
“Io…”
“Tu pur di non mentire e di non offendere la tua natura, sei capace di una sfacciataggine e di una sincerità da far impallidire i santi.”
“Lo prendo come un complimento.”
“Lo è infatti. Tu dovresti lasciare le bugie a ragazzi come me e Brick.”
“Brick?”
“Quello è da quasi 5 mesi che mente sulla sua evidente relazione con Jo.” Ghignò il rosso, stiracchiandosi le braccia.
“Ricordo ancora quando facevano a gara con il cibo di Chef.”
“La sbobba di Chef, vorrai dire. E comunque continuano a gareggiare con le birre.”
“Che tipi.”
“Tuttavia, a volte, sei anche troppo sincera.”
“Io…”
“Qualche volta le bugie non sono così malvagie.”
“Le bugie sono sempre cattive.” Ribatté lei.
“Quelle dette a fin di bene sono spesso migliori di una realtà umiliante.”
“Come?”
“Mi piace credere d’aver perso ai reality di Chris solo per sfortuna e niente più.”
“Il karma, Scott.”
“Quello che mi ripeto è solo una bugia che serve a spronarmi a diventare una persona migliore.”
“È da un po’ che te lo faccio notare.” Brontolò lei, credendo che i suoi discorsi fossero sempre stati ignorati dal ragazzo.
“Ho perso solo per colpa mia, ma è dura ammetterlo così facilmente.”
“Guarda che andando avanti così lo zoo finirà con il chiudere.”
“Dawn lascia a me le bugie.” La pregò il rosso con un tono serio che non usava mai e che non gli si addiceva particolarmente.
“Nemmeno tu dovresti mentire in un rapporto di coppia.”
“Farò del meglio.” Promise, aprendo la finestra della sua stanza.
“Bene.”
“Comunque non serve che borbotti, sbuffi, mi minacci o t’inventi storie sulla tua famiglia: ti avrei accompagnato comunque allo zoo.”
“A volte è così semplice convincerti.” Sorrise, abbracciando il fidanzato che aveva appena finito di prepararsi.
 
Usciti per strada e preso al volo l’autobus, i 2 scesero alla penultima fermata.
Camminarono all’incirca per altri 10 minuti e finalmente giunsero dinanzi al faraonico cancello che li divideva dalle varie gabbie.
Quello zoo in particolare esibiva soprattutto specie erbivore, qualche uccello, molti rettili e una piccola zona coperta dedicata alla conversazione degli insetti.
In particolar modo si trovavano video molto lunghi su scarabei e aracnidi, insieme a farfalle perfettamente allineate nelle teche di vetro.
L’ultimo leone era deceduto di vecchiaia anni prima e i proprietari non avevano avuto ancora modo di sostituirlo, anche a causa delle manifestazioni degli animalisti.
La prima area era dedicata specialmente alle giraffe e qui Dawn si soffermò a lungo.
“Che animali magnifici.”
“Sono così alte.” Commentò il rosso.
“Già.”
“Anche fissandole a lungo, non hai speranze di diventare più alta.”
“La smetti di dire certe cose?”
“Mi piace metterti in imbarazzo.” Ammise Scott, scattando una foto agli animali.
Dawn avrebbe tanto voluto frapporsi e rovinargli l’immagine, ma preferì desistere.
Invece di vendicarsi, passò oltre e si soffermò davanti al recinto dei rinoceronti.
A fissare la mappa che avevano ricevuto all’ingresso quella sarebbe stata una giornata molto lunga che si sarebbe conclusa solo dopo aver visto ogni singolo animale.
Verso metà giornata e quando ormai restavano ben pochi animali da osservare, si fermarono in un piccolo baretto per il pranzo.
Scott aveva ordinato un semplice panino con la cotoletta e una lattina di aranciata, mentre la fidanzata un sandwich vegetariano con del the verde.
Era da quando si erano seduti e da quando avevano iniziato a mostrarsi le foto che avevano scattato che Dawn era strana.
Il suo silenzio non era convincente per Scott.
Lui non avrebbe mai imparato a leggere l’aura delle persone e di certo non era nei suoi interessi cominciare quel giorno.
Eppure la sua mancanza era compensata con altro.
La sua esperienza, quella acquisita con i “Ti lascio” delle sue ex, gli urlava che la sua lettrice d’anime aveva qualcosa di strano.
Qualcosa pulsava in quella testolina piena di sogni e speranze per il futuro.
Scott, dopo aver dato un morso al suo pranzo, lo riappoggiò con un pizzico di stizza sul piatto di plastica e la fissò dritta negli occhi.
“Ho fatto qualcosa di sbagliato, Dawn?”
“Hmm?”
“Hai capito bene la mia domanda.”
“Direi di no.” Mormorò la giovane.
“Allora perché sei così silenziosa?”
“Non ho niente da dire.”
“Tu hai sempre qualcosa da dire.”
“Non so di cosa parli.”
“Ti ho detto che non devi mentire.” Sbuffò il rosso, sorseggiando la sua bibita.
“Io non mento mai.” Ribatté lei.
“Puoi dirmi qualsiasi cosa.”
“Io…”
“Non era mia intenzione paragonarti di volta in volta ai vari animali che abbiamo visto.” Affermò con disinvoltura.
“Vorrei chiederti una cosa, Scott.”
“Sicura di non essere arrabbiata con me?”
“Un po’ lo sono, ma tanto riuscirai a farti perdonare.” Sorrise maliziosa.
“Adesso sei tu a fare la pervertita.”
“Avrò imparato da qualcuno molto esperto.”
“Devo solo imparare a leggere le foglie, come fai tu, e siamo quasi uguali.”
“In questi mesi mi sono divertita molto in tua compagnia.” Ammise Dawn, facendo preoccupare il fidanzato.
In passato non era mai uscito vivo da quella frase.
Quello era sempre l’anticipo della fine.
Restava il classico “ti vedo solo come un amico” e la relazione si rompeva in milioni di pezzi.
Era stato colpito diverse volte alle superiori con quei discorsi senza capo né coda e puntualmente era tornato a casa, sbattendo con rabbia la porta della sua stanza e gelando i discorsi insensati di sua sorella Alberta.
“Vuoi già lasciarmi?” Chiese serio, facendola sobbalzare.
“Stai scherzando, vero?”
“Sembrava volessi sbarazzarti di me.”
“E perché dovrei farlo?”
“Perché se fossi al tuo posto, con tutto quello che ti ho fatto passare, questa sarebbe una vendetta molto dolce.”
“Io…”
“Se avessi vissuto la sofferenza che hai provato, ti avrei fatto cadere ai miei piedi e poi ti avrei liquidato come spazzatura."
“Scott…”
“Mi fa male essere così cinico, specie ora che sono felice e non ho bisogno di simili pensieri.” Sospirò il rosso, riprendendo il panino e staccandone un boccone con voracità.
“Non dire così.”
“Hai intenzione di lasciarmi anche tu, Dawn?” Chiese, abbassando la testa e perdendosi negli avanzi distesi sul piatto.
Quella giornata così soleggiata stava diventando sempre più cupa.
Scott sapeva bene che per quanto s’impegnasse, nulla poteva cancellare i suoi sbagli.
Era la stessa roba che gli ripeteva suo padre quando era bambino per insegnarli il giusto comportamento da tenere.
“Tutti, nessuno escluso, ricorderanno sempre il male che causi e mai la gioia che porti.”
Dopotutto non era in torto.
Per quanto volesse la felicità, qualcuno degli ex campeggiatori continuava a rinfacciargli qualcosa.
Lo faceva perfino Lightning che era un’idiota e che non faceva altro che magnificare i suoi muscoli, i suoi intrugli energetici e la sua furbizia.
Era lo stesso fardello che portavano tutti i cattivi.
Nessuno avrebbe mai creduto in un suo cambiamento.
Eppure Heather si era umanizzata dopo alcune stagioni.
Anche Alejandro non era più il freddo calcolatore che aveva deliziato i suoi telespettatori.
Pure Duncan si era rammollito.
“Se mi lasciassi, ti capirei.”
“Mai.”
“Guarda che le bugie ti potrebbero accorciare.”
“Scott sei uno stupido.”
“Stupido?” Chiese, alzando la testa e sussultando nell’incrociare i suoi occhi.
Lei, stanca di quei discorsi, aggirò il tavolo e si sedette comodamente sopra le sue ginocchia.
“Sono arrabbiata con te.”
“Io…”
“Questa mattina mi hai fatto andare in Paradiso e ora mi butti all’Inferno.”
“Mi spiace, Dawn.”
“Sai benissimo che ti amo.” Mormorò, alzandosi quel tanto che bastava per girarsi verso di lui.
Seduti insieme, in una posizione alquanto scomoda, Scott la strinse il più possibile, mozzandole il fiato.
“Io…”
“Quello che hai detto poteva andarmi bene prima che ci incontrassimo di nuovo.”
“Davvero?”
“Prima della notte in pasticceria, ero propensa a chiedere a mio padre di fare qualcosa per fartela pagare.”
“Perché ci hai ripensato?”
“Perché l’odio non risolve le cose e i miei sentimenti negativi avrebbero danneggiato la perfetta armonia che vive intorno a me e avrebbe intaccato la natura che rispetto.”
“Un po’ contorto il tuo ragionamento.”
“Se ti comporti male una volta, poi tutti te lo ricorderanno per sempre, anche se ti spacchi per la loro felicità.” Ammise, facendolo annuire.
“Io…”
“Poi ci siamo ritrovati e ed eri cresciuto.”
“Ma…”
“Dopo alcuni anni è normale cambiare atteggiamento.” Sorrise, appoggiando la testa sul suo petto muscoloso.
“A volte sono un vero idiota.”
“Rischi sempre di perdere e allontanare le persone che ti vogliono bene.” Confermò lei, soffiando appena e beandosi della leggera brezza che si era alzata.
“Non accadrà mai più.” Promise, facendola sorridere.
“Devo crederti?”
“Che cosa posso fare per convincerti?”
“Potresti non interrompere le persone quando parlano.”
“Ci proverò.”
“Così saresti venuto a sapere che domani siamo liberi di passare un’intera giornata a casa mia.” Ridacchiò, sorprendendo il fidanzato.
Nell’udire quelle parole, era sbiancato per un attimo.
Scott sapeva che Dawn era strana, ma lo era molto più delle sue ex ragazze.
Era di una stranezza piacevole che lo colpiva e che lo tranquillizzava.
Magari un giorno sarebbe pure riuscito a sentirsi al suo stesso livello, anche se la sua speranza, per una volta, era quella d’essere inferiore.
Solo dal basso poteva rimanere sorpreso della sua bellezza.
Solo dal gorgo in cui era caduto e da cui stava rifiorendo, poteva bearsi di una luce, quella di Dawn, che oltre ad essere abbagliante, era anche calda e irresistibile.
 



Angolo autore:

Scusate per l'imperdonabile ritardo.

Ryuk: Avremmo tanto voluto aggiornare questo pomeriggio, ma un piccolo intoppo ci ha costretti a rinviare.

Ho riletto il capitolo e non dovrebbero esserci errori.
E sono felice di affermare che siamo andati oltre le mie più rosee aspettative.
Credevo fosse un miracolo arrivare anche solo a 10 recensioni e invece avete confermato tutto il mio pessimismo.

Ryuk: E speriamo che i nostri cari recensori continuino con questo ritmo.

Sarebbe il massimo, considerando anche il periodo (estate = Ferie = pessimo periodo per iniziare un progetto).

Ryuk: Speriamo che questo capitolo sia di vostro gradimento.

Se perfino Ryuk si è ammorbidito c'è speranza per l'umanità.

Ryuk: Fa troppo caldo per essere cinici.

Cinici o meno, ringraziamo chi legge, segue, recensisce e dà consigli per migliorare questa storia e di conseguenza i progetti futuri.
Detto questo vi saluto e vi auguro un buon week-end.
Ci ritroveremo martedì con l'aggiornamento.
Alla prossima!
   
 
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