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Autore: _Ouroboros_    21/07/2017    4 recensioni
[ Storia Interattiva. Scadenza iscrizioni 28/07]
[What if...? Cosa sarebbe successo se Valentine fosse davvero morto dopo la Rivolta fallita? E se Clary non fosse mai esistita?]
Dal prologo.
« Non dovresti essere incatenato da qualche parte, wyclif deamhan?» domandò caustica, tornando al suo lavoro come se per lei avesse perso qualsiasi attrattiva. Detestava essere ignorato e avergli ricordato del periodo trascorso nelle prigioni della Città d'Ossa non giocava per niente a suo favore. Le afferrò il polso destro con malagrazia, stringendo così tanto da lasciarle i segni sulla pelle lattea. La Stregona si liberò con uno strattone, sibilando contrita per quella mancanza di rispetto e scoccandogli un'occhiata di fuoco.
« La tua signora ha un lavoro per te, stregona,» ringhiò basso e roco, in una minaccia neanche troppo velata. Hylla Glare assottigliò gli occhi oltraggiata come se nessuno nella sua lunga vita l'avesse mai trattata in quella maniera, « I debiti si riscuotono, non lo sapevi?»
Genere: Guerra, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Prologo
 



Hunter's Moon, Manhattan, New York, 13 Marzo 2006.


Se qualcuno avesse detto a Magnus Bane che avrebbe gradito trovarsi allo stesso tavolo di un Nephilim per una serata tra amici, lo Stregone avrebbe seriamente dubitato della sanità mentale del proprio interlocutore.
Caso voleva, però, che non fosse per niente dispiaciuto di aver accettato l'invito di Nikolai Starkweather di raggiungerlo all'Hunter Moon per una birra ghiacciata doppio malto. In fondo il ragazzo, per essere un Nephilim, non era poi così male.
Nik aveva un sorriso contagioso, tutto fossette delicate, e un accento britannico, caldo, roco e sensuale, che avrebbe fatto svenire chiunque avesse avuto poco autocontrollo. Il fatto che il giovane non si rendesse minimamente conto del suo fascino era quasi un crimine contro natura.
I corti e ricci capelli color sabbia erano spettinati e sbarazzini, elettrici come se ci avesse passato le mani molte volte, immergendosi in quelle onde profumate di lavanda che portavano ancora i segni del gel con cui aveva tentato di districarle.
In quel momento gli occhi blu fiordaliso erano vivi e brillanti, luccicanti di quella brama di conoscenza che non smetteva mai di stupire lo Stregone. Erano rari i Nephilim che fossero tanto umili da voler imparare qualcosa, da ascoltare e da chiedere aiuto e non pretendere come se tutto fosse stato loro concesso per diritto divino.
Nikolai era speciale. Aveva l'entusiasmo di un bambino in un negozio di dolciumi mentre gli spiegava, gesticolando come un mulino a vento, il sommo progetto dei Portali tascabili.
Sin dal primo momento in cui l'aveva visto, quando il padre del ragazzo l'aveva chiamato perché Nik aveva fatto esplodere mezzo Istituto con una spingarda malfunzionante, Magnus s'era affezionato a quel dodicenne dal sorriso birbante e la dolcezza che potevano avere soltanto gli innocenti.
Gli ricordava Henry Branwell, la sua gentilezza e la sua eccentricità, la sua capacità di amare e il suo desiderio di migliorare il mondo con i doni della sua mente sopraffina.
Nik era un genio e le sue invenzioni avrebbero potuto avvantaggiare il Conclave nella sua lotta contro il male, ma non era quello il motivo per cui Magnus aveva accettato l'invito del diciottenne. Nik era genuino e non l'aveva mai reputato inferiore o degenerato come altri Nephilim avevano fatto. Per il ragazzo non era più soltanto un mentore, un consigliere e un maestro: erano amici.
Quando lo Shadowhunter afferrò la saliera per dargli una dimostrazione pratica di cosa stava progettando nell'ultimo periodo, spargendo i granelli candidi sul tavolino e beccandosi un'occhiataccia dal barista, un licantropo alto e ben piazzato, Magnus ritenne opportuno interromperlo posandogli la mancina sul polso.
« Nik, sei certo di star bene?» domandò serio come poche volte era stato, protettivo nei confronti di quel giovane uomo troppo buono per quel mondo di cicatrici e morte. Gli occhi da gatto, le iridi di un caldo verde-dorato e le pupille verticali, si immersero in quel mare del Nord, burrascoso e profondo, che erano quelle di Nikolai e vi scorsero delle lacrime trattenute a stento, come se si stesse imponendo di non scoppiare in un pianto singhiozzante per pura forza di volontà.
Il ragazzo gli rivolse un sorrisetto imbarazzato, passandosi poi le mani sui pantaloni neri della divisa, e chiuse gli occhi, lasciando che le lunghe ciglia bionde sfiorassero gli zigomi alti. Magnus dovette trattenere il fiato dinanzi a tutta quella magnificenza.
« Potrei aver litigato con mio padre e potrei essermi buttato a capofitto nel sommo progetto, sì,» ammise con voce dolce e tranquilla, ma stava evitando di guardarlo, i polpastrelli che erano tornati a tamburellare sulla superficie lignea e lo sguardo perso nell'arredamento spartano del locale. Magnus sapeva che non aveva affatto litigato con Hodge, bensì si era limitato ad incassare qualunque bieca e ristretta osservazione che l'uomo aveva deciso di scagliargli contro, « Lui dice che... che dovrei combattere e non inventare. Che uno Shadowhunter queste cose non le fa,» spiegò sottovoce, tornando a guardarlo implorante, come se cercasse da lui quel conforto paterno che non riusciva a trovare altrove. Magnus, il cui padre era un Principe dell'Inferno e quindi non proprio un'ideale fonte di affetto incondizionato, si limitò a piegare le spalle verso di lui in un muto gesto di supporto, « Io non voglio deluderlo, ma non posso soffocare tutto questo,» soggiunse in un sospiro, accennando verso i granelli di sale. Mostravano una carrellata di rune che avrebbero dovuto aiutarlo a incastonare la magia di un Portale in un oggetto di piccole dimensioni per permettere a chiunque di spostarsi sulla Terra senza richiedere l'aiuto di uno stregone.
Magnus aveva trovato il progetto abbastanza ambizioso anche per gli standard di Nikolai, che da se stesso e dalla sua mente esigeva sempre il meglio, ma era certo che lavorandoci su avrebbero potuto creare qualcosa di accettabile.
« E cosa ne pensa la tua splendida parabatai?» domandò davvero interessato alla risposta.
Lo sguardo di Nik si addolcì come sempre faceva quando si parlava di Isabelle Lightwood. Per il ragazzo lei era l'ottava meraviglia del mondo, la persona più importante sotto il cielo e l'altra metà della sua anima. La portata del loro legame era talmente evidente da ricordargli quello tra Will Herondale e Jem Carstairs e Magnus non aveva dubbi sul fatto che Nik avrebbe fatto qualunque cosa per Izzy.
« Izzy è dalla mia parte. Mi supporta sempre.»
« Comunque dovresti creare una gabbia magica più potente se non vuoi che il Portale si attivi a suo piacimento,» aggiunse pragmatico, sventolando la mancina brillante di anelli per poi sistemarsi uno sbuffo di eye-liner sull'occhio destro, picchiettandolo con il polpastrello mielato.
Il ragazzo gli rivolse un sorriso così brillante da illuminare l'intera Manhattan, guardandolo con tanta gratitudine che avrebbe fatto tremare di disgusto la Città d'Ossa perché era rivolta a un mezzosangue. Un verso di puro giubilo entusiasta fece voltare mezzo locale verso di loro mentre il Nephilim batteva le mani e tornava ad essere lo splendido e creativo giovane uomo che aveva tutto il diritto di essere.
« Sei il migliore, Magnus.»





Downtown Manhattan, New York, 15 Marzo 2006.


Jonathan Christopher Morgenstern avanzava per le vie assolate di Downtown con le mani immerse nelle tasche dei jeans stretti, fischiettando un motivetto allegro che aveva sentito quella che sembrava una vita prima, una filastrocca che gli cantava sua nonna per farlo addormentare quand'era poco più che neonato.
La pelle candida era macchiata del nero delle rune e un sorriso attraversava il bel volto come la lama di una misericordia letale mentre gli occhi neri come abissi di tenebra vagavano tra le vie sudicie e colme di persone insulse per cercare colei che l'avrebbe aiutato nella sua missione.
I segni delle catene gli bruciavano i polsi e ogni volta che la camicia inamidata frusciava sulla schiena, i ricordi delle frustate ridivenivano vividi come se fossero state impresse di fresco, ma il ragazzo ignorava il dolore. Ci aveva convissuto per anni e poteva definirlo una vecchia conoscenza, un nemico che aveva saputo tramutare in un alleato.
Si bloccò di scatto, i sensi all'erta mentre la runa che gli aveva tracciato la sua vera madre scompariva sottopelle. Aveva trovato chi stava cercando. Sollevò lo sguardo sino a trovare dall'altra parte della strada, sul marciapiede di fronte al proprio, una giovane donna dai capelli neri, folti e lucidi come l'ebano, lunghi sino alle spalle, acconciati in una morbida treccia alla francese, accomodata sul grigio sporco come se fosse il trono di una regina, le mani impegnate nel creare un disegno con i gessetti colorati, assolutamente incurante del mondo esterno come se non esistesse nient'altro al mondo che se stessa e il suo quadro.
La ragazza non sembrava più vecchia di lui, non con quel top dei Sex Pistols e quegli skinny jeans scuri, ma sapeva che era abbastanza anziana da poter aver visto approdare la civiltà occidentale su quelle terre un tempo vergini e incorrotte, forse ancora più antica del più grande Impero mai eretto a memoria d'uomo.
Disegnava sul marciapiede mentre i passanti scivolavano incuranti ma ben attenti a non sfiorare la sua opera d'arte, come se potessero avvertire che non sarebbe stata affatto accomodante se avessero rovinato il suo lavoro.
Jonathan le si avvicinò con calma, gli anfibi di pelle nera che squittivano ad ogni passo, osservando dall'alto l'opera del suo ingegno.
Mostrava un fiume che si mescolava al mare di Scozia, l'acqua alta e burrascosa che fendeva gli scogli e la spuma che sfiorava la superficie candida di un faro.
Le braccia alabastrine erano macchiate di gesso, ma la sua bellezza inumana era rimasta intatta, e le mani esili dalle lunghe dita affusolate sembravano danzare sulla dura pietra sporca.
« Obar Dheathain, suppongo,» mormorò senza alcuna inflessione apparente nel tono, chinandosi sulle ginocchia per poter essere alla sua altezza. Le sue linee erano decise ma delicate, i colori vividi come se fosse un paesaggio da cartolina. Era evidente che disegnasse da secoli perché sapeva saggiare lo spazio, usando intrinsecamente le regole della prospettiva. L'osservatore sembrava essere immerso nel mare, terribile nella sua furia distruttiva, un luogo tremendo nell'antico senso del termine perché avrebbe fatto tremare chiunque l'avesse visto e avesse avuto un minimo di sensibilità.
La giovane sollevò lo sguardo verso di lui e Jonathan si immerse in quelle iridi da fattucchiera che avevano la stessa sfumatura violetta di un livido particolarmente doloroso. Sembrava vagamente stupita che avesse riconosciuto il luogo che aveva scelto di rappresentare, ma Lilith gli aveva narrato quanto amasse la Scozia.
« Tha mi toilichte do choinneachadh, guid,» sussurrò divertita, tentando di pulirsi i palmi sui jeans, un gesto che gli fece arricciare il naso. Le donne sarebbero dovute essere eleganti e raffinate come Lilith, non disposte a sporcarsi e a denigrarsi come l'essere dinanzi a lui.
« Mi chiamo Jonathan. Jonathan Christopher Morgenstern,» esclamò con calma pacata per gustarsi al meglio l'espressione della sua interlocutrice. Di solito chi sentiva il suo nome cominciava a tremare come un coniglio braccato, qualcosa che lo divertiva sempre, ma la Stregona, e doveva rendergliene merito, non apparve per nulla turbata. Un lampo di comprensione aveva attraversato le iridi scure come vino torbido, ma per il resto era rimasta indifferente, anche vagamente annoiata, come se si fosse aspettata qualcosa di più.
« Non dovresti essere incatenato da qualche parte, wyclif deamhan?» domandò caustica, tornando al suo lavoro come se per lei avesse perso qualsiasi attrattiva. Detestava essere ignorato e avergli ricordato del periodo trascorso nelle prigioni della Città d'Ossa non giocava per niente a suo favore. Le afferrò il polso destro con malagrazia, stringendo così tanto da lasciarle i segni sulla pelle lattea. La Stregona si liberò con uno strattone, sibilando contrita per quella mancanza di rispetto e scoccandogli un'occhiata di fuoco.
« La tua signora ha un lavoro per te, stregona,» ringhiò basso e roco, in una minaccia neanche troppo velata. Hylla Glare assottigliò gli occhi oltraggiata come se nessuno nella sua lunga vita l'avesse mai trattata in quella maniera, « I debiti si riscuotono, non lo sapevi?»







Angolo autrice
Che dire? Ho sempre amato il mondo degli Shadowhunters e quest'idea mi frulla in testa da un po'.
In questa storia Valentine e Jocelyn sono morti, Clary non è mai esistita, ma Jonathan si è salvato. Come sia stato allevato sarà meglio spiegato nei prossimi capitoli. Jace si chiama William Stephen Herondale e anche la sua storia è diversa da quella canon.
Il titolo è un riferimento a una canzone degli AC/DC mentre le frasi in corsivo di Hylla sono in gaelico scozzese. Significano “ piacere di conoscerti, splendore” e “mezzo demone”.


Regole:
  • La scheda va inviata assolutamente per messaggio privato entro il 28/07
  • Come da regolamento, le recensioni con su scritto “voglio partecipare con...” non sono affatto recensioni. Quindi vi chiedo, per favore, di articolare il commento sul capitolo. Mi piacerebbe davvero tanto avere un parere costruttivo;
  • Potete inviarmi un massimo di 3 schede;
  • Non accetto personaggi imparentati con i Canon, se non alla lontana;
  • Non accetto Mary Sue, Gary Stu e personaggi con gravi problemi psicologici;
  • Nel rispetto dell'interattiva, chiedo alle autrici dei personaggi scelti di non sparire.


Scheda (comune per tutti)
Nome:
Secondo nome*:
Soprannome*:
Cognome:
Età:
Aspetto fisico:
Prestavolto:
Carattere:
Famiglia (e rapporto con essa):
Paure/fobie:
Amicizie:
Inimicizie:
Orientamento sessuale:
Relazione:
Altro*:


Per i Nephilim:
Cosa pensa dei Nascosti?
Cosa pensa dei Mondani?
Parabatai:


Per i Nascosti:
Cosa pensa degli altri Nascosti:
Cosa pensa degli Shadowhunters:
Cosa pensa dei Mondani:


 
Canon e OCs

Shadowhunters:
  • Alexander Gideon Lightwood (PV Matthew Daddario). 18 anni. Capo ad interim dell'Istituto di New York. Parabatai di William S. Herondale. Omosessuale. Occupato.
  • Isabelle Sophie Lightwood (PV Emeraude Toubia). 16 anni. Parabatai di Nikolai J. Starkweather. Eterosessuale. Libera per flirt/relazione
  • William Stephen Herondale (PV Jamie Campbell Bower. 17 anni. Parabatai di Alexander G. Lightwood. Eterosessuale. Libero per flirt/relazione
  • Nikolai James Duskbreath-Starkweather (PV Joseph Morgan). 18 anni. Parabatai di Isabelle S. Lightwood. Eterosessuale. Libero per flirt/relazione
  • Jonathan Christopher Morgenstern (PV Will Tudor). 18 anni. Eterosessuale. Libero per flirt.
 

Helen Alessa Blackthorn (PV Claire Holt) 18 anni. Omosessuale. Occupata
  • Mark Miach Blackthorn (PV Mikkel Jensen) 18 anni. Bisessuale. Occupato.
  • Aline Mei Penhallow (PV Malese Jow) 18 anni. Omosessuale. Occupata.




Stregoni:
  • Magnus Bane (PV Godfrey Gao). Sommo Stregone di Brooklyn. Bisessuale. Occupato.
  • Hylla Glare (PV Alexandra Park) Eterosessuale. Occupata.
  • Catarina Loss (PV Kat Graham). Infermiera presso il Beth Israel.



Vampiri:
  • Raphael Santiago (PV David Castro). Capo ad interim del clan di New York. Eterosessuale. Libero per flirt/relazione
  • Camille Belcourt (PV Margot Robbie). Capo de iure del clan di New York. Eterosessuale. Libera per flirt/relazione.
  • Lily Chen (PV Arden Cho). Luogotenente e consigliera di Raphael. Bisessuale. Libera per flirt/relazione



Licantropi:

 
  • Edward Darcy (PV Ian Somerhalder) 27 anni. Capobranco. Bisessuale. Libero per flirt/relazione.
  • Maia Roberts(PV Alisha Wainwright) 18 anni. Luogotenente. Eterosessuale. Occupata per relazione.
  • Jordan Kyle (PV Grey Damon) 19 anni. Membro del Praetor Lupus. Eterosessuale. Occupato per relazione.


Fate:
  • Meliorn (PV Jade Hassouné). Cavaliere delle Fate e favorito della Regina Seelie. Bisessuale. Libero per flirt.
  • Kieran (PV Alexandre Schiffer). Principe della Corte Unseelie e membro della Caccia Selvaggia. Omosessuale. Occupato.
  • Aredhel (PV Natalie Dormer). Principessa della Corte Seelie e Signora di Primavera. Bisessuale. Libera per flirt/relazione.
   
 
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