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Autore: Mary_Julia_Solo    21/07/2017    0 recensioni
[seconda parte di “Why?”]
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"Sei tu. Sei davvero tu. Credevo che nessuno sarebbe venuto. Credevo che mi aveste abbandonato. Credevo che nessuno tenesse a me tanto da trovarmi... Ma sei qui. Non sei un’illusione. Sei vero. Sei tu."
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Simon Lewis crede di star impazzendo. Sono passate due settimane da quando sua madre e sua sorella Rebecca sono misteriosamente scomparse. Sembra siano state rapite, ma come può essere certo che siano vive? Anche il rapporto che aveva con Clary è irrimediabilmente cambiato. La ragazza nutre ancora una profonda passione per il fratello, Jace, che fa di tutto per non parlarle. Dovrebbe fargli male sentirla allontanarsi sempre di più, ma ne è felice. Ha capito di non essere più innamorato della ragazza. Nulla può superare la disperazione che sente per il rapimento della sua famiglia. E quello di Raphael. Perché anche quello gli pesa sul cuore fermo. La situazione sembra senza uscita. Ma poi, succede una cosa che dovrebbe essere impossibile e la situazione si ribalta. Riuscirà Simon a salvare la sua famiglia? E riuscirà, finalmente, a capire quello che prova davvero?
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[le coppie rimangono le stesse]
Genere: Drammatico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Isabelle Lightwood, Lydia Branwell, Raphael Santiago, Simon Lewis, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Incompiuta, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Because '
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Capitolo 6. – Save me cause I’m falling (pt.3)
Acqua. Acqua che scorre. Pioggia? Decisamente pioggia. Stava piovendo. Era l’unica cosa che sapeva. L’unica cosa che riusciva a capire. Aveva la vista appannata, anche se non sapeva come fosse possibile. Era confuso. Come si poteva confondere un vampiro? Non lo sapeva nemmeno lui, ed era strano da pensare. Era spaventato. Non era mai spaventato. Eppure, l’aria attorno a lui aveva un odore strano, lo metteva in agitazione. Sangue. C’era un vago sentore di sangue. Abbastanza per fargli sentire la fame. Cosa diavolo era successo? Dove diavolo era? L’ultima cosa che ricordava era il viso sconvolto di Simon, mentre la cosa lo trascinava con sé nel canale. Non aveva idea di cosa fosse successo. Qualcuno lo aveva rapito? Perché qualcuno avrebbe voluto rapirlo? Non aveva senso. Per un attimo, mentre cadeva verso l’acqua scura, aveva creduto che sarebbe morto. Per sempre, questa volta. E invece no. Era lì. Ancora non-morto. E non capiva, non riusciva a capire. Non riusciva a muoversi. Le sue mani erano tenute insieme da una corda legata intorno ai suoi polsi. Bruciava. Bruciava come il fuoco d’Inferno ogni volta che tentava di liberarsi. Acqua santa. Credeva di essersi abituato ormai. A quanto pare, non fino a quel punto. Quella corda ne sembrava fatta, da tanto doveva esserne fradicia. Strinse gli occhi, cercando di dare un senso alla massa confusa di ombra e luce davanti a lui, ma il mondo non sembrava voler tornare focato. Sentì il rumore di passi sul pavimento. Qualcuno si stava avvicinando. Una donna, pareva. I suoi tacchi ticchettavano sul terreno, rimbombando nelle sue orecchie come un fastidioso tuono. Una risata si aggiunse ai passi. Raphael strizzò gli occhi, alzando lo sguardo sulla persona che sapeva essere davanti a lui, per quanto non riuscisse a distinguerla. La vide avvicinarsi e sentì una mano sulla sua guancia.
-Con calma. –quella voce… Era strana. Era alta e melodiosa, ma stonava incredibilmente. Stonava con tutto quel posto. E poi, il tono era dolce. Quasi come se lo stesse prendendo in giro.
-Non devi agitarti. Potresti farti male. –il vampiro fece per ribattere, ma si ritrovò incapace di parlare. Non capiva cosa gli stesse succedendo. Non riusciva a vedere, non riusciva a parlare, riusciva a malapena a sentire. E quella donna chi era? Cosa voleva da lui? Perché lo aveva portato lì? Doveva avere uno sguardo interrogativo, quel poco che riusciva a tenere gli occhi aperti, perché la donna rise di nuovo. Sentì la sua mano scivolare via dal suo viso, mentre una delle sue unghie gli percorreva la guancia, graffiandolo. –Tranquillo, presto capirai tutto. E starai bene. Per ora deve essere così. –Raphael si dimenò di nuovo. Non voleva restare lì. Quella donna doveva essere terribilmente fuori di testa. Non riusciva a capire cosa fosse. Nephilim? Seelie? Mannara? Strega? Vampira? Ricordò quello che Simon gli aveva detto riguardo la sua famiglia. Se aveva avuto ragione, e se quella era una vampira, la stessa vampira, forse Elaine e Rebecca erano lì da qualche parte, con lui. Ma perché? Che collegamento avevano il leader del Clan del DuMort con due semplici Mondane? Una cosa in comune l’avevano, realizzò. Simon. Ma a Simon non importava nulla di lui, non lo stava certo cercando. Aveva di certo continuato la sua strada verso il Jade Wolf, aveva raccontato tutto quello che era successo al suo amico lupo, parlandogli della sua famiglia. Ma lui? Perché avrebbe dovuto parlare di lui? Non poteva essere Simon, la cosa che li collegava. E poi, non sapeva nemmeno quello che stava dicendo. Magari il suo rapimento e la sparizione delle due donne non erano avvenimenti collegati. Ma, per qualche motivo, sapeva che lo erano. Non certo a causa di Simon. Chi poteva odiare sia lui che Simon? Gli venne in mente solo una persona, ma non poteva essere lei. Non aveva senso. Lei era da qualche parte alla Città di Ossa, dove non avrebbe più potuto fare del male a nessuno. Avrebbe voluto domandare alla donna, alla vampira, perché lo stesse tenendo prigioniero, ma non poteva parlare. E, probabilmente, lei non gli avrebbe risposto lo stesso. Aveva detto che presto avrebbe capito tutto, quindi non subito. Sarebbe stato uno spreco di fiato che non aveva. La vampira rise un’ennesima volta. Raphael avrebbe voluto essere libero. Le si sarebbe lanciato addosso e l’avrebbe obbligata a rispondergli. Perché sapeva che così sarebbe impazzito. Incapace di fare qualsiasi cosa, senza capire. Quella pazza avrebbe potuto fare di tutto con lui. Avrebbe potuto usarlo per ferire innocenti Mondani, usando la sua fame. Avrebbe fatto di tutto per impedirlo. Non avrebbe ucciso nessuno. Né per sé stesso, né per nessun’altro. Nessuno che non lo meritasse, almeno. –Oh, no, non cercare di liberarti, non servirà. –i passi stavano iniziando ad allontanarsi. Ma non poteva permettere che lo lasciasse lì così, confuso come mai prima d’ora. Doveva capire. Doveva. Sapeva di non poterla seguire. I passi si fermarono all’improvviso, per poi ricominciare, tornando nella sua direzione. La mano tornò sulla sua guancia. Pur non sentendo il freddo, Raphael era certo che quel palmo fosse più gelato del ghiaccio. –Lo so, lo so. Non capisci. –il vampiro non poté fare nulla se non scuotere la testa più che poteva. La donna rise ancora, e la risata suonò ancora più terrificante di prima. –Non buttarti giù, -in un attimo, la vampira si fu di nuovo alzata, guardandolo dall’alto. La faceva davvero ridere vederlo così spaventato. L’aveva detto che ci sarebbe stato da ridere, e aveva avuto ragione. Non vedeva l’ora di incasinare ancora di più la mente del leader –odiava dover dire quella parola, soprattutto se riguardava lui –del Clan più potente di New York, anche se non certo grazie a lui. Avrebbe voluto che la ragazzina e Ishmae potessero essere lì con lei, a godersi il divertimento, ma sapeva che loro avevano altri compiti da svolgere. Grazie a loro le cose sarebbero state ancora più divertenti, lo sapeva perfettamente. Nessuno avrebbe potuto capire nulla. E lei avrebbe avuto la sua vendetta. “Sua”. Non che fosse davvero sua. Ma in qualche modo lo era, avrebbe comunque tratto soddisfazione da quella vendetta. La vendetta era migliore servita fredda? Servita fredda da mani fredde e cuore freddo era ancora meglio. Decise di cominciare in quel momento. A confondere. Aveva già inviato un messaggio al Diurno e compagnia bella, ed era sicura che avessero accettato di giocare al suo giochino. Anche se erano ancora in alto mare. Dubitava che avrebbero scoperto molto in fretta. Aveva preso tutte le precauzioni possibili per non farsi scoprire tanto facilmente. E poi gli Shadowhunters erano stupidi. Davvero stupidi. A loro non importava nulla dei Nascosti, questo era chiaro. E allora perché a loro sarebbe dovuto importare dei Nephilim? Oh, al diavolo gli Accordi. Chi ci credeva davvero? Nessuno. Loro non potevano permettersi di comandarli. Non ci sarebbero riusciti, non sempre. –non avere paura, mia piccola caramella… - e così, senza un suono, scomparve. Raphael si sentì preoccupato, ma soprattutto spaventato. Camille? Non poteva essere lei. Eppure era così che la vampira chiamava Simon. Mia caramella. Non poteva che essere lei. Anche la voce gli era sembrata familiare, seppur distorta. Era la voce di Camille. Non c’era dubbio. No, no, no. Qualcuno stava solo cercando di confonderlo. E ci stava riuscendo piuttosto bene, doveva ammetterlo. Ma non poteva essere Camille. Era semplicemente impossibile, non doveva pensarci. Non era Camille. Non era lei. Era escluso. Eppure… Aveva comunque dei dubbi. Come poteva essere sicuro che non fosse lei? Come poteva? Non poteva. Avrebbe sempre avuto dei dubbi, questo era certo. Avrebbe voluto chiederglielo, ma di certo quella pazza non avrebbe risposto. Prima che Raphael ricrollasse nel buio, senza poter vedere, sentire o parlare, sentì quella voce dire un’ultima cosa. Si sentiva spaventato, e non era normale per lui. Ma non si era mai trovato in una situazione simile prima. Per un attimo si chiese se qualcuno lo stesse cercando. Forse lo avrebbero lasciato lì al suo destino. Forse Lily aveva deciso di prendere comando del Clan e non si sarebbe preoccupata di lui. E Simon di certo non era preoccupato. Perché avrebbe dovuto? Lui non contava nulla per quello stupido Diurno. A lui importava solo della Fairchild e della sua famiglia. Anche dopo tutto quello che aveva fatto per lui. Ma il neo-vampiro non ci pensava a quelle cose, a lui non importava. Non ci aveva pensato neanche un attimo prima di tradirlo. E Isabelle? No, nemmeno a lei importava più, ormai. Non le era mai importato, forse. Aveva detto che aveva creduto nella sua bontà, quindi credeva davvero che fosse cattivo. Raphael cercava sempre di aiutare le persone, e loro come lo ricambiavano? Dahlia gli aveva gridato che era un mostro, prima di morire, la Fairchild l’aveva accusato di aver ucciso Simon, dopo che lui l’aveva portato da lei, Simon l’aveva tradito e se n’era certo pentito, credeva di avere ragione, l’aveva capito da cosa gli aveva detto prima che quello accadesse, e Isabelle gli diceva che lui era pericoloso e che loro erano qualcosa di malsano quando la sera prima l’aveva guardato come dicendogli che non l’avrebbe mai lasciato. Nessuno teneva davvero a lui, nessuno lo avrebbe cercato. Nessuno. Ripiombò nell’oscurità più totale, e nel freddo, seguito dalla sua paura e da un’unica parola della vampira che non poteva essere Camille.
-Acqua. -

Angolo autrice:
Ci sono, ci sono, ci sono! Scusate, mi sono confusa, credevo di aver pubblicato la parte ieri:0 Ops, cercerò di evitare ancore questi inconvenienti! Comunque... DOPODOMANI! Finalmente la Climon se ne andrà! E non credo che mancherà a qualcuno. Mah, è andata fuori dai piedi prima nella serie che qui :/ Lo so che dico sempre che Simon è/era pazzamente innamorato di Clary, ma... Non ci posso fare nulla, è così. ADESSO finalmente ha capito che forse non può sprecare la sua vita con lei.
Non c'entra nulla, ma ho visto il trailer dei prossimi episodi e sono in crisi: sono tutti "GUERRA!" e io "già... E, visto che a quanto pare non ci sarà più Raphael, mentre Val e Sebby si divertono, i vampiri sono alle Maldive?" 
Altra cosa, teoricamente i passi dei vampiri non si dovrebbero sentire (non fanno rumore?), ma era più scena a effetto, DAN DAN ;)
Ok, scusate, non ripeterò più cose del genere, ci si rivede tra due giorni (sperando che abbiate perdonato la stupidità di Simon :()
P.S: Scusate per eventuali errori di distrazione o di grammatica (quelli di distrazione ho paura siano tanti, quelli di grammatica, spero pochi)
   
 
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