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Autore: pokepony10    22/07/2017    0 recensioni
Alex è un ragazzo calmo è totalmente nella norma, bravo a scuola e circondato spesso dal suo ristretto gruppo di amici. Molte volte però viene perseguitato da una strana ragazza conosciuta da tutti col nome di Morte Bianca. Molti eventi coinvolgono i due in un mistero che ha le sue radici a molti secoli fa. Riusciranno a scoprire il segreto di questo mistero o moriranno provandoci?
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dei, demoni e amore '
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POV Alex

-devo farti da tutor, me ne stavo scordando- dissi avvicinandomi -ma che tutor e tutor, guarda queste pagine, queste pagine sono quelle che dici che ti ho rubato?- chiese infastidita ancora per l'accusa ingiusta -si- risposi timoroso -tienile, ho letto tutto ed è stato abbastanza utile, grazie di essere un idiota che si fidanza con la persona che lo deruba e lo inganna con la magia- mi disse -che dici?!- le dissi sorpreso. Lei mi mise dinnansi al volto uno specchio, avevo gli occhi verdi e la pupilla quasi invisibile -sei soggetto al potere dello smeraldo, in questo momento potresti provare emozioni non reali, inventate, create per inganno da doppia p- mi disse io ero un po incredulo, ma quegli occhi non erano un'illusione erano proprio i miei. -c'è una soluzione a questo potere?- le chiesi -sembra che il potere della collana, la collana che come un idiota hai regalato a doppi p, abbia un potere divino. È un gioiello forgiato dagli dei per la creazione della prima dea capace di mutare corpo e carattere per adeguarsi al sogno nascosto di qualsiasi uomo, a quanto pare ha scelto te, dopotutto doveva avvicinarsi alla collana in qualche modo, e tu sei sto lo sventurato caduto nella trappola. Il modo per fermare la collana e attivare la sua maledizione, ma per farlo devi analizzare quel oggetto e darmi tutti i dettagli che puoi darmi-. Io la fissavo incredulo, come potevo credere ad una cosa simile? -Doppia p una dea mutaforma?- mi chiesi -quanto dura l'effetto di questa cosa?- chiesi preoccupato -non lo so, ma prima o poi troverò una soluzione, anche perché quella collana è collegata anche a me- disse -a te?- le domandai sorpreso -aspetta, aspetta, aspetta, non ti vorrai spacciare per una dea? Le divinità sono esseri superiori e dotati di grande saggezza e sono generosi con gli umani, tu sei generosa solo di calci nel sedere- le dissi finendo definitivamente di credere a ciò che lei voleva farmi tanto credere. Ammetto che stavo quasi per credere a tutta la storia ma il suo egocentrismo l'ha ingannata. -no, io non potrei mai essere una dea, come hai detto tu gli dei sono esseri superiori, dotati di grande saggezza bellezza e potere, io sono solo una sventurata ragazza sulla quale la maledizione del tuo ciondolo e ricaduta- disse abbassando la testa -credevi che avrei avuto la presunzione di ritenermi degno di essere considerata dea? Quanto sei patetico, subito pronto a giudicare ciò che potrei fare ancora prima che io lo faccia, tu non sai cosa c'è nella mia mente, tu non hai idea di cosa si nasconde sotto la maledizione portata da questo collare. Sai cosa significa essere sola al mondo? Sai cosa significa sentirsi un errore e voler morire? Sai cosa significa vivere il proprio diciottesimo compleanno sul tetto della scuola sotto la pioggia visto che nessuno di voi si è mai preoccupato di quando compissi gli anni? No… tu sei perfetto, non conosci la sofferenza, dopotutto gli dei hanno scelto te come custode della collana. Io invece ho fatto un grande errore, volevo che doppia p fosse felice, sapevo che lo era solo quando ti parlava e quindi scelsi di metterla in classe con te, quanto ho sbagliato a farlo. La collana non doveva finire nelle sue mani, dovevi prendertene cura ed evitare che il proprietario la prendesse, ed invece ti sei lasciato ingannare da occhi dolci e dai tuoi sogni-. Le sue parole mi lasciarono di sasso, aveva ragione, avevo dato per presupposto che era solo egocentrica e bastarda, scordandomi che anche lei è un essere umano -io perfetto? Davvero mi consideri così morte bianca?- le chiesi. Lei rimase a testa bassa senza rispondere -rispondi, ti prego- le dissi -no, non ho voglia di darti spiegazioni che ritengo inutili, voglio solo trovare una soluzione a quel incantesimo e poter continuare ad odiarti come ogni giorno- mi disse. Io rimasi in silenzio, era giusto stare zitto ed essere sicuro di cosa dire e cosa no, ogni mio pensiero o stato d'animo poteva essere solo un inganno di un incantesimo. Lei rimase in silenzio sui libri mentre io andai a riscaldare la cena, speravo almeno di risolvere la cosa col cibo, che era una buona forchetta lo sapevo bene, mi aveva rubato il pranzo per 4 anni, forse a stomaco pieno si sarebbe concentrata anche di più. -morte bianca, vieni a tavola- le dissi -arrivo- rispose. Si sedette di fronte a me ed osservò il suo piatto, le si spalancarono gli occhi -come facevi a sapere che mi piace la pizza?- mi chiese -dopo quattro anni che mi rubi il pranzo immagino di riconoscere i tuoi piatti preferiti- le risposi con un sorriso, lei ricambio con un sorriso anche se un po amaro. Cenammo e poi portai a tavola il muffin, ci misi una candelina e iniziai ad intonare la canzone di tanti auguri a te -auguri morte bianca, ora sei arrivata anche tu a questo traguardo, i tuoi diciotto anni. Complimenti- lei chiuse gli occhi e poi soffio la candela -chissà che desiderio ha espresso- mi chiesi. Mangiammo il muffin e poi le preparai il divano per la notte -allora se hai sete l'acqua e in frigo, guai a te se mi rubi del cibo- le dissi con uno sguardo severo quanto buffo - si non preoccuparti- mi rispose. Io me ne andai nella mia stanza e mi addormentai appena la mia testa poggiò sul cuscino. Durante la notte sentivo il mio corpo agitarsi mentre la mia mente rimaneva come all'esterno del corpo a fluttuare nel nulla. mi svegliai di colpo. Erano le 4, mi mossi un po e con la mano sfiorai qualcosa. Mi girai di scatto e mi ritrovai di fronte al volto gli occhi spalancati di morte bianca -che ci fai qui?- le chiesi imbarazzato -fa freddo di la, e poi ti stavi agitando chiamandomi come un matto- rispose fissandomi nel buio -io? Scusa, non me ne sono accorto- le dissi ancora più imbarazzato - lo sai che questo letto non è grande per entrambi?- le chiesi cercando di cambiare argomento -sh sto cercando di dormire- mi disse. La vedevo sull'orlo del letto mentre tranquillamente si era addormentata. Il suo volto era splendente illuminato dalle luci notturne, risaltava la tranquillità che nella sua mente c'era mentre dormiva. Ad un certo punto la vedi scivolare dal letto ma la presi al momento giusto, la tirai un po a me per evitare che cadesse. Sentivo il suo calore mentre il suo corpo sfiorava il mio, lei spalancò gli occhi e una luce mi accecò da quel momento mi ero quasi addormentato. Durante il sonno sentì un forte calore e una sensazione come se qualcuno mi stese accarezzando la testa e per un attimo vidi il volto di morte bianca che poi mi baciava. Sentì di colpo un forte dolore alla testa e spalancai gli occhi. Nel mio letto c'era morte bianca che mi fissava rossa in volto -sei rimasta qui?- le chiesi ricordandomi del momento in cui si era addormentata tra le mie braccia -si, volevo assicurarmi che stavi bene- mi disse. Ci sedemmo entrambi sul letto, lei aveva il volto rivolto verso il basso, allora decisi di chiederle conferma di una cosa. -morte bianca, posso farti una domanda?- dissi -certo- rispose fissandomi con la coda dell'occhio -per caso, ecco… mi… mi hai baciato?- le domandai con tutto il coraggio che avevo dentro di me -stupido! Ti pare che farei una cosa simile? Poi con te, ma non dire idiozie!- mi sgridò lei fulminandomi con lo sguardo -sei proprio uno che non si accontenta, non dovresti pensare a certe cose mentre sei fidanzato sai?- mi sbattè in faccia lei. Aveva ragione, quello probabilmente era stato solo un sogno, conoscendo morte bianca non lo avrebbe mai fatto e conoscendomi non le avrei mai permesso di farlo. Mi girai per chiedere scusa ma si era addormentata poggiando la testa contro il muro, era meglio che riposasse. La misi sul letto e poi andai io sul divano. La mattina dopo mi svegliai di scatto, erano le 7.30 e se non mi fossi sbrigato avrei fatto ritardo. Mi tolsi il pigiama e corsi subito in bagno per farmi una doccia. Spalancai la porta e sentì un forte urlo -alex!!!-. Dinnasi a me c'era morte bianca avvolta da un asciugamano che ad essere sincero non copriva molto. La guardai negli occhi evitando di abbassare lo sguardo, non che fosse prosperosa, ansi non lo era per nulla, ma la tentazione c'era comunque. -maleducato! Si bussa prima di entrare- mi disse, poi studiò il mio sguardo, era sceso solo per un istante, fu un grave errore. Mi diede un ceffone e infuriata quanto imbarazzata se ne uscì. Mi feci la doccia e non riuscivo a non pensare alla grande figuraccia fatta con lei. Usci con addosso l'accappatoio e dalla cucina sentì un bel profumino. Mi vestì in fretta e furia e poi andai a vedere -non e che te la meriti, ma tieni ho cucinato la colazione, ieri sei stato molto gentile e mi sembrava giusto ricambiare-. Io mangiai senza neanche fiatare ed evitando di guardarla in faccia. - sono stato così patetico e chissà che brutta idea si sarà fatta- pensavo ad ogni boccone. Erano le 8 mentre uscimmo -è tardi- urlai -non preoccuparti- rispose. -se resistente di gambe?- mi chiese -non chiedermi di correre- risposi subito -pedalare?- mi domando lei indicando una bici a due passi da noi -ma non è nostra- le dissi -la riportiamo dopo la scuola- mi rispose. Mi misi sul sellino della bici mentre lei si sedette sul manubrio. -non ci vedo così- le dissi -ti do io indicazioni- mi rispose. Per tutto il tragitto non avevo la minima idea di dove guardare, ero troppo imbarazzato e non avrei mai potuto tenere il volto rivolto avanti, non era il caso. anche se un po tentato, preferì portare rispetto per morte bianca, anche se lei non lo aveva mai fatto con me. Arrivammo a scuola dopo 10 minuti ed entrammo di corsa per non essere visti dalla preside. Nel corridoio ci dovettimo separare, prima di entrare la fermai un a attimo -scusa per oggi- le dissi a volto basso -non preoccuparti, basta che quelle immagini le cancelli dalla tua testa e tieni la lingua a freno altrimenti…- disse cacciando il coltellino -ho capito…- risposi scappando in classe. -eliminare quelle immagini, cosa difficile- pensai sedendomi. Notai doppia p che mi salutò, in quel moneto ebbi quel grande impulso per dimenticarmi delle ultime 12 ore.
 
   
 
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