Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: KuroHeart    22/07/2017    2 recensioni
"Non c’è altro modo… Se vuoi continuare a vivere allora dovrai diventare come me. Ma ti avverto: una volta che avrai fatto questa scelta, non potrai tornare indietro."
Una voce maschile mi parla, ma io non capisco il significato di quelle parole. Provo a guardare in volto la fonte di questa voce, ma è sfocata e confusa. Cerco di chiedere chi lui sia, ma non riesco a dire nemmeno una parola… Ad un certo punto, l’oscurità si attornia a me e tutto scompare, facendo vedere sangue sparso qua e là. Mi guardo intorno per cercare una via d’uscita, ma rimango paralizzata sul freddo pavimento.
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ciel Phantomhive, Nuovo personaggio, Sebastian Michaelis
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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 Il maggiordomo entra a sua volta e chiude la porta dietro di sé. Guardo di fronte a me e vedo un ragazzino seduto alla scrivania, con la testa poggiata sulle mani. 

“Lui sarebbe il conte Ciel Phantomhive? Ma quanti anni avrà? A prima vista sembrerebbe mostrarne tredici o quattordici al massimo.” 

Ha i capelli lunghi fino alla nuca di un particolare color petrolio.  Mi guarda con il suo occhio blu - mentre il destro è coperto da una benda nera – e subito dopo prende parola: << Così siete voi la ragazza che Sebastian ha salvato >> Annuisco e comincio a presentarmi << Mi chiamo Katreena… >> ma il conte mi precede subito dopo << Siete miss Katreena Handwar, figlia dei baroni Alexander ed Emily Handwar. Vivete a BlackPool, ma siete giunta a Londra alla ricerca di qualcuno. Dico bene? >>

“A quanto pare il suo maggiordomo l’ha già informato riguardo a me.”

<< Sì, è così >> dico annuendo.
<< Perdonatemi, devo aver scordato le buone maniere >> Il ragazzino si alza dalla sedia e viene verso di me. 
<< Io sono il conte Ciel Phantomhive >>
Abbasso leggermente il capo: << Piacere di conoscervi, conte Phantomhive >>
<< Il piacere è tutto mio, miss Katreena. >> dice il conte facendo un piccolo inchino.
<< Se non vi dispiace, avrei una domanda da porvi, conte >> il ragazzino alza lo sguardo su di me.
<< Sono venuta a Londra con il mio maggiordomo Walter e mi stavo chiedendo se anch’egli si trovasse qui nella vostra villa. Sapete, io purtroppo non ho alcun ricordo della notte precedente… >>
Stavolta è Sebastian a prendere parola:
 << Mi dispiace dirvelo signorina, ma non ho visto alcun maggiordomo. Ho trovato solo voi >>
<< Capisco. >> abbasso il capo, rattristata a quella notizia.
<< Prego, sedetevi pure >> dice Ciel, indicando una sedia posta di fronte alla scrivania.
Faccio come dice e prendo posto, mentre il conte si accomoda dall’altra parte.
<< Molto bene. Perché non mi raccontate tutto dall’inizio? >>
<< Certamente. Sono giunta a Londra con Walter, il mio maggiordomo, alla ricerca del mio amico d’infanzia Thomas Hill, anch’egli barone. >> All’improvviso mi ricordo della foto che mi ero portata, in cui siamo ritratti io con i miei genitori, e Thomas. Abbasso lo sguardo sull’abito per tirarla fuori, ma solo dopo ricordo che mi ero cambiata.

“Oh no.”

<< Cercavate questa? >> domanda il maggiordomo tirando fuori qualcosa dalla tasca interna della sua giacca.
Mentre si avvicina riconosco subito la foto.
<< Sì. Sono contenta che non sia andata perduta. >> dico sollevata prendendola in mano.
Mentre la guardo, noto che si è leggermente rovinata. Mi lascio trasportare dalla nostalgia che la foto mi trasmette. Era stata scattata qualche giorno prima della partenza di Thomas. Non riesco a credere che a distanza di un anno, sarebbe accaduta una cosa simile.
Giro la foto verso il conte e indico un giovane alto dai capelli lunghi e mori, che accenna un sorriso.
<< Questo ragazzo è il barone Thomas Hill. Un anno fa era partito per Londra per studiare alla University College London. Ci scrivevamo una volta al mese e col passare del tempo, mi diceva che si trovava bene e che aveva anche fatto amicizia con alcuni dei suoi compagni. Poi verso la fine dell’anno scolastico aveva improvvisamente smesso di scrivermi. Erano passati tre mesi da allora e non avevo più ricevuto sue notizie. Così avevo scritto alla scuola per saperne qualcosa, ma non avevano saputo dirmi niente a riguardo. Sembrava scomparso nel nulla. >> dopo aver ascoltato attentamente, Ciel porta una mano al mento.
<< Capisco. Allora dobbiamo solo indagare sulla scuola. >>
<< In effetti era quello che avevo intenzione di fare anch’io. >> 
<< Quando siete arrivata qui in città? >>
<< Due giorni fa. Io ed il mio maggiordomo avevamo preso delle stanze in un albergo e avevamo cominciato a chiedere di Thomas nelle vicinanze della scuola, ma nessuno l’aveva visto. Oggi saremmo dovuti andare a chiedere aiuto alla polizia...  >>
<< Ma è successo qualcosa. Non ricordate proprio nulla? >>
Cerco di pensarci ma non mi viene in mente granché.
<< Ricordo solo che io e Walter stavamo ancora chiedendo in giro di Thomas. Avevamo fatto tardi, io volevo continuare per trovarlo al più presto, ma il mio maggiordomo aveva insistito di tornare indietro, quindi avevamo preso una carrozza. Poi il buio totale. Ma sicuramente non è accaduto nulla di buono. >> dico guardandomi il braccio fasciato.
Il conte abbassa lo sguardo aggrottando leggermente le sopracciglia, pensieroso. Poi alza la testa guardandomi negli occhi. << D’accordo, vi aiuterò. >> 
Rimango sorpresa dalle sue parole.
<< Dite sul serio? >> sgrano gli occhi, incredula.
<< Certamente. >> risponde lui, sicuro di quello che dice.
<< Conte, io vi ringrazio di tutto, ma devo trovare il mio amico da sola. Dopotutto non mi conoscete nemmeno e non voglio coinvolgere altre persone. La situazione potrebbe essere più complicata di quel che credete. >>
Un sorriso carico di sfida si dipinge sul suo volto.
<< Ma a me piacciono i giochi difficili, sono quelli che amo di più. >> Rimango perplessa sul suo modo di fare: mi chiedo come possa essere così tranquillo e sicuro di sé.
Non faccio nemmeno in tempo ad aprir bocca, che lui riprende subito la parola.
<< Io sono il Conte Ciel Phantomhive, Cane da Guardia della Regina Vittoria, e come tale, risolvo i casi che la polizia non riesce a svelare, mettendo così fine alle preoccupazioni di Sua Maestà. >>
Lo dice con orgoglio, come si addice al capofamiglia di un casato nobile.
“Il Cane da Guardia della Regina?!?” Stento a credere che un ragazzino sia già a capo della sua famiglia e per di più debba ricoprire un ruolo simile.
Lancio un’occhiata a Sebastian, il quale fa un sorriso compiaciuto alle parole del suo padrone.
<< Vi posso aiutare a trovare il Barone Thomas Hill, anche perché dubito che la polizia riuscirebbe a trovarlo in tempo. >>
Il conte fa una breve pausa, come se si aspettasse già una mia risposta.
<< Se state dicendo che il vostro amico è in pericolo, dovete scegliere adesso. >>
Penso a come potrei agire, ma purtroppo non mi viene in mente nulla. Quello che so è che mi trovo in una città a me totalmente sconosciuta, senza il mio maggiordomo e senza soldi. Se poi è vero che la polizia non mi sarà di alcun aiuto, allora sarebbe davvero sciocco riporre le mie speranze in essa.
“D’altronde Thomas è davvero nei guai, sempre che non sia già…”

Allontano subito quel pensiero scuotendo la testa.

“Dannazione!”

Faccio un respiro profondo cercando di calmare i nervi.
<< A quanto pare non ho alternative. D’accordo. >>
<< Scelta saggia, miss Katreena. Ora che abbiamo messo le cose in chiaro, Sebastian vi preparerà una stanza. Spero vi troverete bene qui. >>
“Lo spero anch’io. Ma soprattutto spero di trovare Thomas vivo e vegeto al più presto.”

Saluto il conte ringraziandolo del suo aiuto e lascio lo studio con il maggiordomo.
Sebastian cammina davanti a me per mostrarmi la strada. Ad un certo punto, i miei occhi vedono sfocato e sento le tempie pulsare violentemente. Mi fermo all’improvviso prendendomi la testa tra le mani, cercando di far passare il dolore, ma questo si acuisce, facendomi accasciare sul pavimento. Il corvino si gira di scatto e viene verso di me.
<< Miss Katreena, cosa vi succede? >> mi domanda preoccupato. La sua voce è ovattata e confusa. Poi all’improvviso una sequenza di immagini cruente si para davanti a me e sento una voce dire: “Una volta che avrai fatto questa scelta, non potrai tornare indietro.” 
Dopo quella frase, il dolore scompare assieme a quelle immagini così violente e prive di senso. Respiro a fatica, ritrovando l’equilibrio nella mia mente.
<< Riuscite a sentirmi? >> alzo lo sguardo verso di lui e annuisco debolmente. << Cosa vi è successo? >>
<< Io non lo so. Ho solo sentito un forte dolore alla testa. >> Dico, evitando di parlare di quello che ho appena visto e sentito. << A quanto pare non vi eravate ancora ripresa del tutto. Sarà meglio che riposiate ancora un po’. >>
Sebastian si alza e mi porge la sua mano: << Ce la fate a proseguire? >> annuisco e mi alzo afferrandogliela.
Raggiungiamo la stanza e il ragazzo apre la porta. Entro e vedo che questa in quanto all’arredamento, è simile a quella in cui ero prima, però è un po’ più grande.
<< La cena verrà servita alle otto. Verrò a prendervi io stesso. Se doveste aver bisogno, vi basterà tirare il nastro della campanella alla vostra sinistra. >>
<< D’accordo. >>
Il corvino fa un inchino e si congeda, chiudendo la porta. Non avendo più le forze per stare in piedi, mi tolgo le scarpe e mi corico sul letto, con lo sguardo rivolto verso il bianco soffitto.
Ripenso a quella frase, ancora vivida nella mia mente. Mi ricordo di averla già sentita prima di svegliarmi qui.
Non riuscendo a capirne il senso - e men che meno a riconoscere quella voce - continuo a fissare il soffitto, finché i miei occhi non si chiudono.
 
 
***********************************************************
 
Dopo qualche ora riapro gli occhi e mi sveglio nella stanza ormai buia, illuminata solo dalla luce della luna piena alta nel cielo.
Faccio alcuni respiri profondi e mi rendo conto di avere lo stomaco completamente vuoto.
“In effetti non ho mangiato nulla da quando sono arrivata qui. Ma tanto non avrei avuto appetito comunque, vista la situazione.”
Così decido di alzarmi dal letto, procedendo cautamente verso la porta; la apro trovando Sebastian - il suo viso illuminato dalla luce di un candelabro - con un carrello davanti a me.
<< Buonasera miss Katreena. Visto che avete saltato la cena, ho pensato di portarla nella vostra stanza. >> Dice sorridendo e poi aggiunge:
<< Dovete essere affamata. >>
<< In effetti… >> Il mio stomaco brontola leggermente quando sento i vari profumi provenire dai piatti, coperti con dei coperchi. Presa dall’imbarazzo, dico a Sebastian di entrare. Chiudo la porta e mi siedo sul letto, poggiandomi alla testiera.
<< Come vi sentite? >> domanda guardandomi negli occhi.
<< Un po’ meglio. >>
<< Sono lieto di sentirlo. >> dice sorridendo leggermente.
<< Domattina la domestica vedrà se le ferite sono guarite del tutto, così vi rimuoverà le bende e la cucitura. >>
<< Va bene. >> annuisco prendendo un lembo delle lenzuola, facendomelo passare tra le dita. È una cosa che mi viene da fare quando sono nervosa: se poi non ho niente in mano, allora mi tormento le mani. Ricordo che mia madre mi rimproverava sempre per questo.
<< Potresti dire al Conte che mi scuso per non aver presenziato alla cena? >>
<< Il mio padrone mi ha già riferito di non preoccuparvi a riguardo: dopotutto sa che non siete ancora guarita. >> risponde sollevando il vassoio dal carrello, sul quale sono riposte le portate ed un bicchier d’acqua.
<< Chiedo scusa, signorina. >> Dice mentre pone il vassoio davanti a me.
Qualche istante dopo tira su i coperchi dai piatti, presentandoli:
<< La cena di stasera consiste in un risotto ai tre funghi e del maiale con vino pot-au-feu. Infine come dessert, una fetta di torta al cioccolato. >> Un insieme di profumi pervade il mio olfatto.
“Sembrano davvero invitanti!”
Mentre mangio, il maggiordomo rimane in piedi vicino alla porta, il che mi provoca un po’ di disagio, ma quando sento il sapore di quel cibo così delizioso, mi dimentico che si trovi nella mia stessa stanza.
Una volta finito anche il dolce, bevo un ultimo sorso d’acqua dal bicchiere. Sebastian si avvicina e prende il vassoio, ponendolo sul carrello, e porta quest’ultimo con sé.
<< Vi auguro una buona notte, miss Katreena. >> 
La voce del maggiordomo sembra quasi cullarmi, liberandomi dai pensieri e le preoccupazioni che hanno continuato ad attanagliare la mia mente, da quando sono arrivata a Londra. Chiudo gli occhi e sprofondo in un sonno finalmente tranquillo.




Ciao a tutti! 
Eccomi con il secondo capitolo della storia ^^ 


Ed ecco svelata la persona che Katreena sta cercando :D
C
Mi rendo conto di aver fatto dormire la ragazza un po' troppo XD 


Però non si è ancora ripresa, quindi.... Sono giustificata, vero? lol 
Comunque spero vi sia piaciuto ahah


Mi scuso per eventuali errori grammaticali e se i dialoghi risultano un po' attaccati tra loro.

Ringrazio Aryastark93 e MuSiCaNdArTs95 per aver recensito il primo capitolo della mia storia ^^

A presto!

                                                       - KuroHeart
   
 
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