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Autore: Adlenime    22/07/2017    1 recensioni
"Quegli occhi color ghiaccio... gli occhi di chi ha ucciso migliaia di persone... senza provare nulla... occhi freddi come il ghiaccio... gli occhi di un assassino..."
Questa storia è la versione "libro" del manga Detective Conan, io non posseggo nulla: tutto, dai personaggi alla trama appartiene ad Aoyama-sensei.
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un uomo... vestito di nero?!

Queste parole rimbombarono nella mente del giovane detective, il quale, leggermente pallido, non riusciva a muoversi mentre vedeva il padre di Ran salire sul taxi.

Poi si riscosse improvvisamente e afferrando selvaggiamente Ran per un braccio la trascinò gridando:

- Andiamoci anche noi, Ran-neechan! -

La ragazza ebbe il tempo di lanciargli un'occhiata interrogativa prima di essere brutalmente strattonata verso il taxi.

 

Kogoro si affrettò ad entrare in macchina dicendo all'autista:

- Portami a Yayoi, alla magione Tani, e in fretta. -

Una volta dentro l'uomo cominciò a ridacchiare tra sé e sé, mentre si ripeteva contento:

- Un caso... un caso chiama il grande detective Mori Kogoro! -

Poi una voce pungente fece scoppiare la sua piccola bolla di felicità.

- Più confuso che grande... - {I kanji per confuso e grande sono diversi, ma si pronunciano nello stesso modo}

- COSA?! -

Sconvolto si voltò, vedendo le facce scettiche di Ran e del moccioso che prima era con lui.

- Cosa ci fate qui?! -

Chiese infuriato. Ran mutò lo sguardo scettico in un'espressione carica di scuse e rispose esitante:

- Ah! Ehm... vedi, Conan-kun ha insistito tanto... -

Conan decise che era meglio recitare la parte del piccolo bambino capriccioso e infantile, e cambiando nuovamente il tono di voce gridò:

- Sììì! Una macchina! Che bella! -

Kogoro guardò infastidito il piccolo e chiese scortesemente:

- E questo marmocchio sarebbe? -

Ran lanciò uno sguardo quasi oltraggiato al padre, mentre abbracciava protettiva Conan, e replicò con lo stesso tono:

- Lui è Conan, un parente di Agasa-hakase! -

Kogoro alla fine, non trattenendosi più, urlò:

- FUORI! NON INTRALCERETE IL MIO LAVORO! -

- NON POSSIAMO USCIRE: SIAMO IN AUTOSTRADA! -

Conan non prestò ascolto al battibecco tra padre e figlia. Ripensò a come aveva visto uno dei due uomini in nero ricattare il direttore della compagnia, a come il suo collega lo aveva colto alle spalle. Si ricordò del veleno, del dolore provato mentre si rimpiccioliva, e la situazione in cui ora si trovava a causa loro.

No! Non ve la caverete! Aspettatemi pure, uomini in nero: troverò il vostro nascondiglio, mi impossesserò di quel farmaco e mi riprenderò il mio corpo. E alla fine, svelerò al mondo tutti i vostri crimini!

 

- Dunque, ricapitolando... -

Disse Kogoro dopo aver ascoltato i dettagli del caso dal suo cliente:

- La persona che è stata rapita è Akiko Tani, 10 anni. Il rapitore è un uomo robusto vestito completamente in nero. -

Il padre della bambina era un uomo dall'aria forzuta, con i capelli neri e un grosso paio di baffi dello stesso colore. Portava una giacca di color beige sopra la camicia bianca e un paio di pantaloni coordinati. Questi, estremamente preoccupato, si rivolse al detective:

- Sì, il mio maggiordomo è un testimone. -

Poi, girandosi verso un uomo magro, dai capelli e baffi bianchi con un paio di occhiali, aggiunse:

- Giusto, Aso-san? -

Quello, agitandosi, replicò:

- S-sì signore! -

Allora Kogoro si rivolse direttamente al maggiordomo e, penna e taccuino in mano, chiese:

- Nessun altro lo ha visto? -

Aso guardò il detective e, esitando un po', rispose:

- Ecco... quando tutti sono accorsi alle grida della signorina, lui era già fuggito... -

Seguì una breve pausa, in cui Kogoro s'impegnò a trascrivere le parole dell'uomo. Poi, improvvisamente, dal nulla si sentì una voce:

- Mi scusi, le dispiacerebbe descrivere più nel dettaglio il rapitore? -

Kogoro guardò costernato il piccolo Conan, che aveva imitato i suoi gesti e aveva ora in mano una penna e un taccuino su cui aveva riscritto le parole del maggiordomo. Quest'ultimo, sorpreso, chiese:

- C-chi è questo bambino?! -

Kogoro biascicò qualche scusa prima di colpire Conan sulla testa e trascinarlo via, buttandolo addosso a Ran.

- Ran, occupati del moccioso! -

Poi, voltandosi, ritornò ad interrogate il testimone.

Conan sentì Ran dirgli:

- Avanti Conan: non diturbare mio padre mentre lavora. -

- S-scusa, Ran-neechan. -

Replicò lui con aria innocente.

Ops, l'abitudine!

- Allora, non sei riuscito a vedere questo uomo in nero in faccia? -

Chiese Kogoro ad Aso, il quale abbassando lo sguardo disse:

- Ehm... no, era troppo buio... -

Conan rimase impotente ad osservare il detective mentre interrogava il testimone. Il sangue cominciò a ribollirgli nelle vene: doveva fare qualcosa per trovare quegli uomini in nero e riprendersi il suo corpo indietro a tutti i costi.

Ma ridotto com'era non poteva fare niente al momento, perciò rimase ad osservare il padre di Ran mentre questi continuava l'indagine:

- Allora, mi descriva nei dettagli ciò che è accaduto. -

Il maggiordomo annuì e rispose:

- Dopo la scuola, la signorina stava giocando con la palla proprio in questo cortile, quando improvvisamente dal nulla è uscito quell'uomo in nero. Ha minacciato la signorina con un coltello e mi ha ordinato di dire al padrone che se avesse voluto riavere di nuovo sua figlia, avrebbe dovuto chiudere la sua azienda per un mese. Ha aggiunto di non coinvolgere la polizia. -

Poi l'uomo indicò un albero presso il muro del giardino e aggiunse:

- Poi, arrampicandosi su quell'albero ha scavalcato il muro ed è scomparso. -

Kogoro si porto una mano al mento, riflettendo.

Poi, la voce del piccolo Conan interruppe le sue riflessioni.

- Mi saprebbe dire com'era la sua voce? Ha parlato a voce bassa o alta? Com'era il suo tono? -

Il maggiordomo guardò nuovamente il bambino e balbettò:

- Ehm... non era né particolarmente acuta o grave... -

Conan sollevò un sopracciglio e replicò:

- Non è molto chiaro... -

Il bambino notò la confusione nello sguardo dell'uomo... forse perché lo stava interrogando un bambino? O forse la sua non era confusione... sembrava più... ansia?

Non ebbe il tempo di registrare nient'altro di strano nel comportamento dell'unico testimone del delitto, poiché Kogoro, ormai viola dalla rabbia, gli lanciò un poderoso destro in testa, procurandogli un gigantesco bernoccolo, e lo cacciò ancora una volta.

Conan si allontanò guardando male il detective. Poi sentì l'uomo chiedere alle altre domestiche della casa:

- E voi? Non avete sentito niente? -

Un'anziana signora si portò una mano al mento e con aria pensierosa cercò di richiamare alla memoria gli eventi del pomeriggio.

- Siamo arrivati sul posto dopo circa 10 secondi dalle urla della signorina, ma quando siamo arrivate c'era solo Aso-san che chiedeva aiuto. -

Kogoro cacciò indietro la frustrazione che lo stava per sopraffare: l'unico testimone era lo stupido spilungone che non era riuscito a fornirgli molti dettagli e che ora si stava beccando una strigliata coi fiocchi dal padrone di casa.

Alla fine Kogoro si voltò verso il padre della bambina signor Tani e disse:

- Basandomi sulle richieste del rapitore, sono abbastanza sicuro di poter affermare che si tratta del lavoro di qualche compagnia rivale. -

Il signor Tani strinse i pugni, impallidendo leggermente. Poi imprecando disse:

- Quei bastardi! Prima rapiscono mia figlia, poi vogliono il denaro... -

L'attenzione di Conan fu calamitata verso il maggiordomo, il quale impallidì drasticamente alle parole del suo padrone e chiese balbettando:

- Co... Denaro?! Non ha parlato di denaro! -

Indietreggiò davanti all'occhiata carica di furia che gli venne lanciata dal padrone di casa.

- E invece sì: hanno chiamato poco fa e hanno detto che vogliono tre milioni in banconote di seconda mano. -

Ora Aso, che sembrava un fantasma, insistette:

- N-no... aveva chiesto che venisse chiusa l'azienda per un mese... ci deve essere stato un errore... -

- CHIUDI LA BOCCA! -

E con questo non gli rivolse più la parola, dedicandosi alle domande di Kogoro.

Conan, seguendo sempre le domande del detective e le risposte del signor Tani, capì che l'uomo che lo aveva contattato al telefono aveva probabilmente camuffato la voce, di conseguenza neppure lui fu in grado di dare una descrizione della voce.

Ma il comportamento del maggiordomo era quello che più attirava la sua attenzione: continuava ad impallidire e sembrava agitato. Si guardava attorno soprappensiero, come se stesse considerando di controllare qualcosa di vitale importanza.

- Mi saprebbe dire chi trarrebbe vantaggio dalla chiusura della sua ditta? -

A questa domanda il padre della bambina cominciò ad elencare alcune delle compagnie concorrenti.

Conan, prestando un orecchio alla conversazione tra i due, si avvicinò all'albero su cui era salito il rapitore. Ma non appena fu ad un metro di distanza da quello, un branco di feroci cani lo aggredì.

Spaventato, il bambino corse il più lontano possibile, fino a che le bestie non furono trattenute dai loro guinzagli. Poi Conan si bloccò, appena fuori dalla portata dei cani. Si voltò lentamente nella loro direzione... I cani... vicino all'albero... “Quando siamo arrivate c'era solo Aso-san che chiedeva aiuto”...

Conan corse velocemente verso il padre di Ran che stava ancora parlando con il suo cliente:

- Dovrò indagare su ogni ditta concorrente. -

Stava dicendo. Il bambino lo afferrò per una manica e tentò di attirare la sua attenzione, ma non appena il detective si voltò, rosso dalla rabbia gridò in faccia a Conan:

- HO DETTO DI NON ROMPERE! FUORI DAI PIEDI, MARMOCCHIO! -

Oltraggiato Conan si allontanò mentre Kogoro infuriava contro una Ran seccata, dicendole di badare “al moccioso”. Conan imprecò mentalmente contro la sua sfortuna. Mentre camminava vide distrattamente la palla per terra con cui supponeva la bambina stesse giocando quando venne rapita.

Quando ero Kudo Shinichi, la gente ascoltava tutto quello che dicevo... ma da quando mi sono rimpicciolito... maledizione!

Istintivamente Conan si ritrovò a palleggiare abilmente la palla, attirandosi, senza rendersene conto, l'attenzione di Ran.

- Wow... Sei bravissimo! Proprio come Shinichi! Anche lui palleggia quando riflette. -

Conan le rivolse uno sguardo imbarazzato e la ringraziò del complimento. Poi ritornò a riflettere sul caso, senza notare come Ran lo stesse guardando ammirata.

Questo caso... è strano. Pensò Conan. Perché il rapitore è venuto alla villa? Sarebbe stato più prudente agire per strada, mentre la bambina tornava da scuola... e rischiare di farsi vedere. Eppure al telefono camuffa la voce e chiede banconote usate, in modo estremamente razionale... ma perché? Poi, la soluzione! Cristallina come l'acqua si presentava ai suoi occhi.

- Ma certo! -

Esclamò euforico, calciando la palla, che andò a finire dritto dritto contro la testa del padre di Ran, il quale dedicò la sua migliore occhiata assassina al bambino.

Ma Conan lo ignorò, intento a seguire i movimenti del maggiordomo, il quale stava cercando di allontanarsi sperando di passare inosservato.

 

Aso-san aveva appena girato un angolo della villa, e ora si poggiava alla parete, ansimando. Chiuse gli occhi, riordinando i pensieri e cercando una soluzione alla complicazione che si era venuta a formare. Ma perché era accaduto tutto questo? O per meglio dire, come? Ma doveva andarsene, doveva controllare prima di tutto cosa era successo.

- Dove sta andando? -

La voce acuta del piccolo bambino lo colse totalmente alla sprovvista. Sussultò e indietreggiò appiattendosi alla parete, pallido in volto. Quel bambino... lo aveva interrogato anche prima, e le sue domande erano quelle che lo avevano messo più in difficoltà. Questo bambino... possibile che lui... chi diamine è questo bambino?

Decise che per il momento era più prudente ritornare indietro, per non sollevare sospetti. Anche se ormai – pensò osservando lo sguardo pungente di Conan – è troppo tardi.

 

Conan seguì i movimenti dell'uomo mentre si allontava.

È come pensavo. Il famigliare ghigno di vittoria si fece largo sul suo viso infantile, dall'espressione troppo matura per un semplice bambino di prima elementare.

Questo caso... è ormai risolto!

 

 

Nota Dell'Autrice: Salve a tutti! Forse sono un po' in ritardo ma avevo il blocco dello scrittore (e anche il blocco d'internet)... che poi la storia di per sé è gia fatta... dettagli. Spero che vi piaccia... questo capitolo mi sembra un po'... fiacco? Ho comprato il primo manga di Conan, ma quella ritardata di mia sorella ha preso poi il volume 19 perché voleva vedere la sua Ai-chan (e io non ho detto niente, perché nel volume 19 c'è anche la prima apparizione del mio amato Taru-chan... che sarebbe Takagi Wataru, intendiamoci). [ALERT SPOILER] In ogni caso... avete letto il file 999 di DC? Non so cosa stia accadendo, ma ultimamente i file escono molto più in fretta! E ovviamente Aoyama-sensei infila il file 1000 tra due pause (coff coff... con tutto il rispetto che ho per lei, Aoyama-sama... mavaffanCrono!). Vuol dire che dovremo attendere agosto per sapere cosa accadrà al nostro piccolo Shin-chan... oppure ci trasferiamo in Giappone e torturiamo Aoyama-sensei. Comunque sia... ero curiosa... cosa pensate accadrà nel file 1000? Se non ricordo male, nel file 500 c'è stata la riunione di alcuni dei membri più importanti dei MIB (da ricordare la faccia sconvolta di Conan quando si ritrova ad origliare per sbaglio metà organizzazione... pfffft). Sempre che non ricordi male, il caso che precedeva lo speciale per il file 500, era un caso stupido con un bimbo puccio che girovagava facendo il vandalo ambulante a Kir, e poi... boom! Caso MIB! Ora... sarebbe stupido se Aoyama-sensei non mettesse un po' di MIB anche nel 1000... cioè... insomma! I file dal 997-999 erano un caso stupido come quello del bimbo/vandalo, ma con un Amuro selvatico appostanto casualmente di fronte alla casa di Agasa, che casualmente è vicino alla casa di Okiya... e poi esce Kazami random... e Shinichi vuole ritornare adulto per una gita scolastica! No ok, basta: entrare nella mentalità di un giallista pervertito e altamente disturbato come Aoyama-sensei è impossibile. Spero di non aver spoilerato... non tanto... Ma mi piacerebbe sentire cosa ne pensate (so che non è un forum, dettagli). [FINE ALERT SPOILER... forse] In quanto alle mie amiche a cui non ho concesso l'anonimato... Ciao! So che voi mentre leggete questa nota non state capendo {Coscienza: coff coff non esiste il gerundio di capire coff coff} niente. In caso chiedete delucidazioni in chat privata. Un'altra cosa che vi volevo chiedere era... la storia speciale la dovrei pubblicare dopo quale file di DC in generale? Ha molti personaggi che verranno introdotti MOOOOLTO più avanti, e le mie care amiche KK e Calibano {raga... vi sto concedendo l'anonimato... solo voi sapete chi è chi} potrebbero perdersi. Ma se per loro è ok, posso ovviamente farlo subito prima di scrivere il file 6 (Il caso di Yoko-chan). Ora vi saluto, ci vediamo tutti al prossimo capitolo minna-san!

   
 
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