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Autore: Myzat    22/07/2017    2 recensioni
Silver toccava qualcosa di astratto, buio e invisibile. Toccava qualcosa che nessun essere vivente poteva vedere, che nessuna forma sovrannaturale poteva mostrare.
Silver toccava la morte con un semplice dito. Poteva vederla, misteriosa e interessante. Poteva sentirla attraversarlo nello stomaco.
E le tenebre lo circondavano, lo rapivano assieme ai suoi mostri del passato che gli divoravano le interiora.
[Breve shot su Silver]
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Silver
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Manga
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Nero pece


Come ci si sente ad esser morti? 
Come si può rispondere se si è vivi? Come si può rispondere se si è morti? 
È un segreto, una conoscenza solo tua, preziosa e inquietante.
Se davvero lo vuoi sapere allora prova a morire, prova a vedere cosa significa gettare la propria vita in un dirupo inesistente.

 

«Come ci si sente ad esser morti? Ad avere un'anima nera e irrecuperabile?» chiese il ragazzo con voce flebile a sé stesso. Sneasel gli era di fianco, tenendogli la gamba ferma come per fermarlo.
Il pokémon conosceva alla perfezione il suo allenatore e non gli serviva nulla a capire cosa volesse fare.
«Sneasel non puoi fermarmi. Rientra nella pokeball» disse prendendo la pokeball in mano. Il pokémon scosse la testa e continuò a tenergli la gamba, con occhi sofferenti.
«Rientra ho detto» il tono di voce era diverso da quello di prima. Era severo, più furente del solito. Sneasel lo lasciò e lo guardò un'ultima volta addolorato, per poi rientrare nella pokeball.
Non poteva disobbedire al suo allenatore, anche se era sbagliato, lo era terribilmente.
Silver allungò una mano verso il vuoto e guardò sotto. La torre Bellsprout non gli era mai parsa così alta.
Silver toccava qualcosa di astratto, buio e invisibile. Toccava qualcosa che nessun essere vivente poteva vedere, che nessuna forma sovrannaturale poteva mostrare.
Silver toccava la morte con un semplice dito. Poteva vederla, misteriosa e interessante. Poteva sentirla attraversarlo nello stomaco.
E le tenebre lo circondavano, lo rapivano assieme ai suoi mostri del passato che gli divoravano le interiora.
La frustrazione gli lacerava il petto e gli asportava il cuore, facendo fuoriuscire del sangue nero.
Un altro passo e sarebbe scomparso in quelle tenebre talvolta nere, talvolta cremisi.

 

"Perché morire? Perché lasciarsi morire?"

 

"Perché vivere se si è già morti?"

 

Cosa ne sapevano loro? Come potevano parlare senza sapere cosa significasse essere obbligati a vivere? 
Non avere nemmeno la forza per piangere e gridare, non avere più la forza neanche per provare qualcosa.
Il nulla.
L'anima di Silver era già andata, era volata come una vecchia foto andata in fiamme e trasportata dal vento, per poi diventare cenere e poggiarsi sul gelido e sporco pavimento.
Il suo corpo alla fine non era altro che un ammasso di carne e ossa che non sentivano nulla, la sua esistenza era già finita nel momento in cui lui aveva perso la voglia di respirare.
Respirava gas, ossigeno contaminato. La sua sigaretta era meno cancerogena, anzi era piacevole.

"Perché lo stai facendo? Non ti piace la tua vita?"


La sua vita non aveva mai avuto senso.
Il suo passato lo aveva segnato, ricordava ancora le maschere usate da lui e
Blue. Già, Blue.

 

"Non ti importa del male che le faresti scomparendo?"

 

Silver era sempre stato un egoista e nonostante volesse bene alla ragazza sapeva che lui alla fine era solo un peso.
Lo era anche per Gold.

 

"Neanche di lui ti importa? Del suo amore, del tuo amore?"

 

Ormai Gold era acqua passata, si erano lasciati e quella rottura aveva spezzato il filo di sanità mentale di Silver. Gold era l'unico che riusciva a farlo stare bene. Non Blue, non Crystal, nessuno. Era lui che con i suoi sorrisi gli dava l'ossigeno.

 

"Quindi è per lui che lo fai?"

 

Sono conseguenze, la sua vita era solo un macigno e l'unica persona che lo teneva in vita l'aveva persa, e anche per colpa sua.

Non aveva senso stare ancora là a pensare, perché da pensare non aveva nulla. I demoni lo trascinavano e con voce soave lo incitavano a raggiungerlo.
«In quale... girone dell'inferno finirò?» disse alla fine, spingendosi in avanti e cadendo nel vuoto.

E una dolce melodia suonava nell'aria. Erano i lamenti di una ragazza dai capelli castani che era arrivata troppo tardi.
Era una melodia piacevole per i demoni del rosso che ghignavano, felici di aver potuto mangiare un altro cadavere.







N.A.
Allora, comincio col dire che scrivendo questa breve shot (che io avrei messo direttamente flashfic ma EFP mi ha fatto notare che è leggermente più lunga) mi sono aggiudicata l'odio di tante persone, sono una sadica... o masochista. Non saprei dirlo, forse tutte e due.
Tralasciando queste futili osservazioni, spero che questa shot possa piacere, non è una novità il mio amore verso l'Angst e verso la Precious. Mi piacerebbe invece sapere se trovate Silver OOC o meno, più che altro ho voluto immaginare la sua sanità mentale spezzarsi dopo aver visto la sua vita andare a rotoli, ma comunque non mi resta che chiedere a voi.
Alla prossima, probabilmente Angst, fic.
Jo.


   
 
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