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Autore: Elsa love    22/07/2017    0 recensioni
Tratto dal testo.
"Lei è con me! È ancora viva! Lo sarà sempre!
Lei è viva, non morta.
È viva, non morta.
Viva, non morta.
Non morta.
Morta.
E io non posso riportarla indietro"
Storia scritta dal punto di vista di Norman, si svolge nella scena finale della quinta serie. Se non l'avete vista, quindi, attenti agli Spoiler!!!
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Norman Bates
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Io non voglio sapere niente da lui! NIENTE! Siamo venuti qui per ricominciare e non voglio che Dylan mandi tutto a monte! Non adesso, assolutamente no! Deve smettere di urlarmi contro! Io non ho fatto niente di male e lui sembra starmi accusando di qualcosa. Ma cosa? "Norman. Ascoltami, la mamma è morta. Hai capito? Non puoi riportarla indietro!" "Smettila, Dylan! Smettila di dire quella cosa" Gli punto il dito contro, ora sono io che lo accuso. Lo accuso di essere venuto qui a insinuare una cosa così terribile. La mamma non è morta! È seduta a tavola ad aspettarci e Dylan non può cambiare la veritá con la sua malattia mentale. Lo sento a stento, non capisco cosa stia dicendo. Non mi importa, siamo qui solo da un giorno e giá sto affrontando delle peripezie. Non posso stare ad ascoltare mentre parla di mia madre come una ormai defunta nonnetta, perchè lei è qui. È qui e non è colpa mia se la odia così tanto da non riuscire a vederla. Lei è con me! È ancora viva! Lo sarà sempre!
Lei è viva, non morta.

È viva, non morta.

Viva, non morta.

Non morta.

Morta.

E io non posso riportarla indietro. Ma perchè è morta? Perchè l'ho uccisa io. Le lacrime agli occhi premono forti e io non voglio lasciarle andare. Mi volto, non voglio che Dylan mi veda così. Così confuso. Così fuori di me. Così pazzo...
Non voglio vivere in un mondo senza di lei, non lo voglio. Afferro il coltello e torno a guardarlo, questa volta le lacrime solcano le mie guancie e le bagnano. Sono fredde, stranamente. Forse perchè in realtá sono giá morto. Sono morto lo stesso giorno in cui è morta lei. Non sono più in me. Sono il fantasma di me stesso. Una specie di sostituto. Un sosia che prende il mio posto e che distrugge ogni mia convinzione. Vedo che mio fratello indietreggia, ha paura di me. Fa bene. Ho ucciso la mamma e non me ne sono neanche reso conto. Chi altro ha perso la vita per colpa mia? Sussurro con la voce rotta dal pianto. "Io voglio solo stare con lei, Dylan" Leggo nei suoi occhi che ha capito, che sa che deve fare ma si rifiuta. Scuote la testa. "Non chiedermi di farlo, Norman" Alzo la mano con il coltello, non lo colpirò. Non voglio ucciderlo. Voglio solo che si spaventi e prema il grilletto della pistola che ha sfoderato quando ha visto il coltello. E così avviene. Sento un dolore lancinante all'altezza dello stomaco e le mie gambe cedono. Sento Dylan che piange, mi abbraccia e mormora tante scuse. Non deve scusarsi, era ciò che volevo. Ora non so più dove mi trovo. Sento ancora la voce di mio fratello ma alla sua ne sopraggiunge un'altra. "Norman" Mamma? Sei tu? Ora sono nel bosco vicino casa e la vedo. Ha le braccia aperte, vuole abbracciarmi. Io non posso fermarmi, non posso resistere. Corro da lei. Voglio sentirla, sentire il suo tocco sulla mia pelle. Potrebbe sembrare strano...ma non è mai stato così reale come adesso. Ho il tempo di salutare Dylan, se voglio. "Grazie..." non dico altro. Ora sono felice. Mi basta stare con lei. Non importa in che luogo, in che dimensione, in che realtá, in che pianeta. C'è una corda che lega i nostri cuori. Io e lei. Sempre e per sempre insieme.
   
 
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