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Autore: Shadowhunters033    22/07/2017    0 recensioni
Pensava sempre a quanto fosse fotunata, avere un ragazzo come il suo non era una cosa che capitava a tutte e lei a diciannove anni poteva giá dire di avere tutto ció a cui aspirava sin da bambina, a parte il fatto che non era ancora laureata e non aveva ancora intrapeso la carriera di Dottoressa, ma per quello c'era tempo. Di sicuro il suo ragazzo l' aveva fatta impegnare parecchio per far si che lo conquistasse, non a caso gli stava dietro dalla seconda media: tra messaggi su Whatsapp, sorrisi nascosti, occhiate di soppiatto non era riuscita a conquistarlo, si era dichiarato solo in terzo superiore, quando lei aveva ormai perso le speranze.
All'inizio non ci aveva neanche creduto, pensava fosse una specie di scherzo, un obbligo, avrebbe dato qualsiasi spiegazione plausibile al suo comportamento per quanto era incredula; in fondo gli piaceva giá da tantissimo tempo e non capiva come mai si fosse innamorato di lei cosí all'improvviso, ma alla fine gli aveva creduto, peró solo dopo parecchi sforzi da parte sua.
E adesso erano felici e contenti, proprio come in ogni fiaba: ma si sa, niente puó essere perfetto anche se tutto puó sembrarlo.
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il pomeriggio era passato tranquillo e Beth si ritrovó seduta sul divano, con la testa di Lewis appoggiata sopra alle proprie gambe. Doveva ammettere che quando dormiva sembrava proprio un angioletto, ma solo quando dormiva. Le gambe le si iniziarono a intorpidire e allora cercó di muoverle appena, riuscendo a non svegliare Lewis.  Il suo telefono segnaló l'arrivo di un messaggio con un leggero tintinnio che le era sempre sembrato delicato, ma che in quel momento assomiglió molto al suono di un'intera orchestra. Subito Beth si affrettó a prenderlo e notó che il messaggio era da parte di suo fratello, Andrew. Sorpresa inizió a leggere il messaggio in cui lui le diceva di incontrarsi immediatamente al parco vicino casa sua e che aveva bisogno di lei. Beth, un po' preoccupata, adagió la testa di Lewis su un cuscino, per poi lasciargli un bacio sulla fronte e una volta prese le chiavi di casa, si affrettó a raggiungere il parco dove scorse un ragazzo da un'indomabile chioma bionda, seduto su una panchina. Loro due erano cosí diversi che nessuno, mai, li aveva presi per fratello e sorella. Lui alto, slanciato, biondo, occhi color ghiaccio e una pelle bianca, diafana. Lei quasi tutto il contrario: statura nella media, magra ma non eccessivamente, mora, pelle olivastra e con due occhi grandi color nocciola, che avrebbero fatto invidia a chiunque. Nonostante fossero cosí diversi, non c'erano parole per descrivere il loro fantastico rapporto; un rapporto che molti potevano solo immaginare, qualcosa di unico e magico, un rapporto di profonda fiducia e affetto. Se uno stava male, stava male anche l'altro e entrambi molto, forse troppo, protettivi nei confronti dell'altro. Beth si incamminó verso la panchina dove si trovava il fratello e subito notó che era stravolto, delle occhiaie avevano preso posto sul suo volto e gli occhi, di solito di un blu acceso, erano vitrei, spenti. L'ansia salí nel petto di Beth che, facendosi coraggio, si sedette accanto al fratello, il quale giró il viso verso di lei e subito si buttó tra le sue braccia nonostante fosse lui il fratello maggiore, ma questo non aveva mai avuto importanza per nessuno dei due. " Andrew, cos'é successo?" chiese lei, con tono materno nella voce. "Beth... Elise m-mi ha lasciato. Ha detto che non ero fatto per lei e che non ero il suo tipo..." disse lui, con il tono della voce incrinato per poi scoppiare a piangere tra le braccia della sorella, che non poté far altro che ripetergli di essere un ragazzo fenomenale e che Elise non sapeva cosa si fosse persa lasciandolo. *** Lewis si sveglió sul divano dell'appartamento che aveva comprato insieme alla propria ragazza, braccia e gambe intorpidite e un torcicollo spaventoso, il tutto accompagnato da un leggero mal di testa. Si guardó intorno alla ricerca di Beth, ma non trovandola suppose che fosse uscita. Si mise a sedere sul divano, tenendosi la testa con una mano mentre con l'altra afferró il telefono per controllare l'ora. Le 20:32. Pensó di aver dormito anche troppo e si chiese come mai Beth non fosse ancora rientrata. Deciso ,compose il suo numero, che ormai conosceva a memoria, ma dopo un paio di squillo partí la segreteria telefonica. Pensó che non fosse poi cosí strano visto che Beth era solita lasciare il cellulare in modalitá silenziosa oppure spegnerlo completamente, perció non si preoccupó piú di tanto. Una volta alzatosi dal divano decise di iniziare a cucinare per la cena ma visto il fatto che in frigo non c'era piú neanche un cartone di latte, che i supermercati stavano chiudendo e il suo mal di testa incessante, decise di ordinare una pizza: una alla margherita, come piaceva a lei, e una al crostino per lui. Mentre aspettava la pizza, si mise seduto sul divano e accese la tv. Sapeva che Beth avrebbe voluto vedere un film, lei ne era appassionata, e lui sapeva anche quale o almeno aveva due opzioni: o Harry Potter e la Pietra Filosofale oppure Shadowhunters- La cittá di ossa, entrambi con gli attori preferiti di lei, Tom Felton nel ruolo di Draco Malfoy o Jamie Campbell Bower nel ruolo dell'affascinante cacciatore di demoni Jace e i suoi quattro cognomi. Anche Lewis era diventato un amante di entrambe le Saghe e a forza di vedere quei film, anche lui aveva imparato tutte le battute a memoria. Mentre stava cercando i film su Netflix, sentí girare la chiave nella porta e subito si voltó verso quest'ultima, trovando sulla soglia la sua Beth, con un' aria leggermente abbattuta. Immediatamente si mise in piedi, avvertendo una fitta alla base delle tempie ,che gli ricordarono il mal di testa, e in meno di uno secondo si ritrovó a stringerla fra le proprie braccia. "Ehi piccola, cos'é successo?" le chiese lui. "Niente Lew, non ti preoccupare. Andrew era molto giú, Elise l'ha mollato, poi peró abbiamo parlato e sembrava stesse meglio" gli spiegó lei. "E allora perché sei cosí abbattuta?" le domandó lui, leggermente confuso. "Perché non riesce mai a trovare quella giusta, dopo un po' si lascia con tutte" rispose lei, con voce affranta. "Beh prima o poi la troverá, come io ho trovato te" disse lui, per poi guardare in viso Beth, che lo stava guardando con sguardo assassino. "Si certo, tu hai trovato me! Vorrei ricordarti che sono stata io quella che ti é venuta dietro per quattro anni!" rispose lei, con tono indignato. Eddai Beth, stavo scherzando" le disse lui, con una faccia da cucciolo ma lei continuava a non desistere. Lewis, guardando la propria ragazza imbronciata e girata di spalle, si arrese all'idea che quest'ultima fosse arrabbiata con lui e che non l'avrebbe perdonato per un po' anche se, a suo parere, non aveva fatto né detto qualcosa di sbagliato. Quando qualcuno suonó il campanello, si affrettó a raggiungere la porta d'ingresso e una volta aperta si ritrovó davanti il fattorino, con due pizze. Una volta pagato, Lewis rientró nell'appartamento, con lo sguardo interrogativo di Beth puntato addosso. "Ho preso la pizza perché il frigo era vuoto" le rispose subito lui, prevedendo giá la domanda. Lei fece un cenno d'assenso col capo, per poi continuare ad essere arrabbiata con lui. Lewis alzó gli occhi al cielo e poi, prese due lattine di Coca-Cola, si mise seduto sul divano vicino a Beth, con in mano la propria pizza mentre porgeva a lei l'altra. Iniziarono a mangiare in rigoroso silenzio, fino a quando Beth non prese in mano il telecomando e mise il film di Shadowhunters. Lewis addentó il primo pezzo di pizza guardando il film, mentre osservava Beth con la coda dell'occhio. All'ennesimo morso decise che non ne poteva piú di quel silenzio perció una volta appoggiato il piatto con la pizza, si avvicinó piano a Beth e la circondó con le braccia ma lei fece resistenza e non ricambió l'abbraccio. "Certe volte ti comporti davvero in maniera infantile!" esclamó lui con tono arrabbiato, per poi alzarsi e dirigersi in cucina dove appoggió il piatto sopra il tavolo di legno e successivamente si appoggió con i gomiti sulla superficie liscia tenendosi la testa con le mani. Il mal di testa era aumentato, un fatto dovuto allo stress e alla stanchezza, nonostante la dormita pomeridiana. Prese un bicchiere dalla mensola e dopo aver rovistato in numerosi cassetti della cucina trovó le bustine di Oki, ció che gli serviva. Ne versó due all'interno del bicchiere riempito d'acqua ma non fece in tempo a appoggiarsi il bicchiere sulle labbra che sentí dei passi leggeri raggiungerlo. Si giró verso quella direzione, dove trovó Beth con lo sguardo rivolto in basso. "Scusami, sono stata una stupida a prendermela per una sciocchezza del genere" gli sussurró lei, con voce flebile. Lui appoggió il bicchiere sul tavolo, si avvicinó a lei, le mise due dita sotto il mento, le alzó il viso e lasció sulle sue labbra rosate un bacio delicato per poi sorriderle amorevolmente. "Sono contento che tu l'abbia capito" le rispose poi lui, con il sorriso sulle labbra. Beth sorrise a sua volta per poi soffermarsi sul bicchiere poggiato sopra il tavolo e guardarlo con la fronte corrugata. "Non stai bene?" gli chiese subito lei, leggermente preoccupata. "Tranquilla Beth, é uno dei miei soliti mal di testa" le disse lui, tranquillizzandola. Dopo aver bevuto, Lewis si diresse in camera da letto con Beth al seguito. Entrambi, una volta pronti, si misero sotto le coperte, abbracciandosi. "Lew, domani hai allenamento?" "Si Beth, come ogni Lunedi, Mercoledí e Venerdí. Perché?" "Perché vedevo se mi potevi prestare la macchina". "La macchina?" chiese lui, le sopracciglia aggrottate "A cosa ti serve la macchina?" "Domani pomeriggio ho un esame all'universitá" rispose semplicemente lei. "Allora te la presto, tanto mi viene a prendere Mattew. Andremo insieme all'allenamento". "Ok. Notte Lew". "Notte Beth" rispose lui stringendola piú forte a sé, mentre entrambi cadevano tra le braccia di Morfeo.
   
 
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