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Autore: Redferne    22/07/2017    12 recensioni
Tra Nick e Judy sta accadendo qualcosa di totalmente nuovo ed inaspettato.
E mentre Nick cerca di comprendere i suoi veri sentimenti nei confronti della sua collega ed amica, fa una promessa a lei e a sé stesso: proteggerla, a qualunque costo.
Ma fare il poliziotto a Zootropolis sta diventando sempre piu' pericoloso...
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Capitan Bogo, Judy Hopps, Nick Wilde, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 34

 

 

UNA CLASSICA GIORNATA – TIPO (TERZA PARTE)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Giunse alla fattoria dei Flodder dopo una quarantina di minuti buoni di tragitto.

In realtà, non vi fu affatto bisogno di raggiungerla. Non appena arrivò nei pressi della tenuta, infatti, vide poco distante un castoro ed un ghiottone. Erano vestiti in maniera pressoché identica, entrambi con un enorme cappello di paglia ed una logora e sporca salopette in tessuto di jeans. Da lontano, e vista la stazza più o meno simile, avrebbero potuto passare tranquillamente per gemelli. A patto, ovviamente, di sorvolare sulla differenza di specie.

Erano rispettivamente Jedediah Flodder ed il suo vicino di terreno, Simeon Hubbard. E stavano discutendo animatamente, separati da una lunga palizzata composta da una serie di versioni in miniatura di tronchi di legno mezzi sbrecciati e coperti di muschio, raccattati senza dubbio nella boscaglia circostante ed adattati alla bell’e meglio. Chiunque avesse avuto la sciagurata idea di realizzare un’opera tanto miserabile non si era nemmeno preso la briga di dargli una mano di vernice nell’estremo quanto legittimo tentativo di abbellirla. O almeno di renderla in condizioni di non danneggiare troppo la vista dei poveracci che avevano la scalogna di posarci sopra gli occhi, fosse anche solo per sbaglio. Appoggiati ad essa, ognuno per lato e ognuno vicino al suo proprietario, una tripletta di arnesi da lavoro composta nell’ordine da vanga, rastrello e piccone.

Tutto lasciava presupporre che i due, fino all’istante prima dell’accesa discussione, fossero intenti ad andarsene per i loro campi a sbrigare le proprie faccende, e che si fossero incrociati per una pura casualità. Così come c’era da giurare, stando ai toni concitati delle loro voci e al loro gesticolare sincopato, che ben presto avrebbero afferrato uno a caso tra quei tre attrezzi e avrebbero finito col tirarselo in testa a vicenda, se qualcuno non si fosse deciso ad intervenire.

 

Tsk! Tanto baccano per quattro ceppi marci fradici, pensò Nick con una smorfia di disgusto. E va bene. Vediamo di iniziare la giornata.

 

Fece come il buon senso gli aveva suggerito nel momento stesso in cui aveva assistito alla scena.

E cioé ignorò il cascinale é puntò dritto verso i due litiganti. Uscì dalla stradina serrata e fermò l’auto a pochi metri di distanza da loro. Poi scese dalla macchina e gli si fece incontro deciso, senza nemmeno perdere tempo a richiudere la portiera.

“Eccomi qua.” disse, non appena gli fu di fronte. “Allora, si può sapere qual’é il problema?”

“Alla buon’ora, sceriffo!!” Esclamò Flodder. Era visibilmente alterato.

“Innanzitutto, vediamo di darci una calmata.” replicò la volpe. “E adesso, spiegatemi un po' che diavolo sta succedendo qui.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Vediamo se ho capito bene la situazione...dunque, qualche settimana fa alcuni degli operai di Carrington, durante una delle loro scorribande notturne, hanno completamente abbattuto la recinzione che separava le vostre due proprietà. Ho detto bene, Jedediah?”

“Precisamente, sceriffo.” rispose il castoro.

“A quel punto, il qui presente Simeon si offre di risolvere il problema, assicurandole che ci penserà lui a rimettere a posto tutto quanto e a rifare la palizzata” aggiunse Nick, indicando il ghiottone che li osservava poco distante, in completo silenzio. “In cambio, le chiede soltanto la metà delle spese di manodopera e del reperimento materiali. Giusto?”

“E – esatto.”

“Mmh. Sul reperimento materiali avrei qualche piccola obiezione, visto che mi pare roba raccattata chissà dove. Ma, d’altra parte...quel che é giusto é giusto. Visto che il lavoro di rifacimento riguarda tutti e due, fare metà per uno mi pare il minimo...”

“R – RACCATTATA CHISSA’ DOVE?” Saltò su Simeon. “Ehi, sceriffo: cosa vuole insinuare?”

“Faccia silenzio, Hubbard. Per cortesia. Nessuno ha chiesto il suo parere, chiaro? Parlerà quando sarà interrogato.”

“Ecco, parlerai quando sarai interrogato, chiaro?” Gli fece eco Jedediah. “Quindi tappati quella lurida bocca. Hai capito, razza di brutto..-”

“E stia zitto anche lei, Flodder.” Lo interruppe Nick. “Non mi serve l’avvocato difensore. Dicevamo: é stato Simeon ad occuparsi della realizzazione, é così?”

“S – si, é così.” confermò il castoro.

“Solo che, a lavori ultimati, lei scopre improvvisamente che la recinzione é stata ricostruita due metri più avanti rispetto a dove si trovava prima.”

“ESATTO, DANNAZIONE!!” Urlò Jedediah, furibondo. “Sono anni che questa lurida canaglia mi tormenta con la sua storiella che i confini sono inesatti, che bisogna ridefinirli...e alla prima occasione ne ha approfittato alla gran più bella per FREGARMI! Io gli do la mia fiducia, per dimostrargli che non porto nessun rancore, e lui mi ripaga PUGNALANDOMI ALLA SCHIENA, CHE LA PESTE LO COLGA!!”

“Il buon compare Jed ha sempre il brutto vizio di esagerare, coi termini...” minimizzò Simeon, questa volta con tono pacato e tranquillo. Sembrava che la strigliata precedente avesse sortito un qualche effetto, dopotutto. “...é una vita che io continuo a ripeterglielo: le tue carte sono inesatte, vecchio mio. La tua tenuta finisce un paio di metri più indietro. Andiamo a farci un giretto al catasto, per una stramaledetta volta, e diamo una bella occhiatina ai documenti, così finalmente te ne convinci pure tu. E invece, niente. Mai che mi dia retta. Si farebbe accoppare, piuttosto.”

“NON CREDO ALLE MIE ORECCHIE!!” Sbraitò il castoro. “COSI’ INTENDI DIRE CHE LA COLPA DI TUTTO QUANTO E’ MIA, VERO? QUESTA E’ L’ULTIMA GOCCIA, IL CIELO MI E’ TESTIMONE! GIURO CHE STAVOLTA TI TRASCINO IN TRIBUNALE E TI LASCIO IN BRACHE DI TELA, DANNATO MANGIAPANE A TRADIMENTO!!”

“IO NON INSINUO, IO AFFERMO!!” Urlò il ghiottone a sua volta. La ramanzina aveva già esaurito la sua efficacia, purtroppo. “E AFFERMO ANCHE CHE LA TUA ZUCCA E’ PIU’ DURA DEL PORFIDO! SCOMMETTO CHE SE TIRI UN A TESTATA ALLA TUA STAMBERGA, COME MINIMO VIENE GIU’ DI SCHIANTO!!”

“Ok, basta così. TUTTI E DUE.” intervenne Nick, spazientito. “Allora, ve la metto giù semplice. Da come la vedo io, ci sono tre possibilità.”

Si prese una frazione di secondo di pausa, come a valutare il risultato delle sue parole. E della potenziale offerta a cui facevano riferimento. Neanche a dirlo, Flodder e Hubbard finalmente tacquero, mettendosi ad ascoltare incuriositi.

“La prima é di rivolgersi al giudice di contea.” esordì la volpe. “E vale a dire perdere tutto il resto della giornata a compilare tanti di quei moduli da riempire interamente il mio ufficio, fino al soffitto. Per poi portarli da quell’ubriacone buono a niente e rimanersene buoni buoni ad aspettare che quella sottospecie di tombino in toga si decida a prendere in considerazione l’intera faccenda. Ovvero quando finirà di bersi tutto quel che si compra coi soldi che Carrington gli passa sottobanco, fino all’ultimo centesimo. E vi assicuro che ci vorrà parecchio, vista tutta la grana che quell’imbecille si imberta. Poi andrà a finire che tu, Jed, otterrai il tuo risarcimento. Quattro miserabili spicci messi in croce che non varranno minimamente tutto il tempo che ci hai speso dietro. E, in ogni caso, tu e Simeon vi dividerete a metà le spese processuali.”

“O – oppure?” Chiese Flodder.

“La seconda possibilità é più radical – chic, ma la sostanza non cambia.” continuò. “Jed, tu denunci Simeon. E anche in quel caso, fanno una tonnellata e mezza abbondante di cartacce. Che faccio, signori? LASCIO?”

I due fattori si guardarono perplessi.

“Anche in questo caso io mi recherò dal giudice a presentare l’esposto, e la vecchia spugna rimbambita citerà il qui presente Simeon a giudizio inviandogli un bel mandato di comparizione. Anche stavolta dopo aver finito di fare i suoi dannati comodi, s’intende. Nel frattempo voi vi rivolgerete entrambi ad un paio di sanguisughe in giacca e cravatta comunemente definite AVVOCATI. E quando finalmente il giudice o chi per esso, mosso a pieta’, deciderà di occuparsi di voi e darà inizio alla fars...cioé volevo dire al processo, i vostri due fidati azzeccagarbugli continueranno ad inventarsi qualcosa con cui ottenere rinvii su rinvii, in modo da farvi la cresta sulla parcella, e riempirsi le tasche a spese vostre. La manfrina andrà avanti finché non si renderanno conto che state iniziando a mangiare la foglia, e a sospettare che vi stanno prendendo per i fondelli. A quel punto vi proporranno di patteggiare, e se vi rifiuterete vi minacceranno di tirarla in lungo almeno per un altro anno. Non appena tutto terminerà con un bel pari e patta, le due care sanguisughe di fiducia inizieranno a spolparvi vivi. Vi svenerete entrambi a furia di sborsare quattrini per ripagare i vostri legali per l’ottimo lavoro svolto. Nei loro confronti, però. E oltre a ciò, dovrete pure sobbarcarvi i costi relativi al processo, naturalmente.”

“Morale della favola, tutti felici e contenti. Soprattutto il giudice e gli avvocati, che si sono ingrassati sulle vostre spalle. E meno voi, che in tutto questo imbroglio ci avete rimesso solo tempo e soldi. E salute, visto il gran fegato marcio che vi farete, senz’altro.” concluse la volpe.

“Ma...ma allora che conta di fare, sceriffo?” Sbottò Flodder.

“Già, che conta di fare? Un sistema ci sarà pure!” Aggiunse Hubbard, anche lui sempre più confuso.

“ Ci stavo arrivando.” rispose Nick. “La terza soluzione é quella più rozza e sbrigativa. Inoltre, non é ufficiale. Ma é la più efficace e fa sicuramente al caso vostro, quindi ve la consiglio senza riserve. Ma prima statemi a sentire.”

I due tesero le orecchie.

“Dunque, la nuova palizzata rimane esattamente lì dove l’hanno ricostruita. E tu, Jed, mi dici cosa vuoi in cambio per sistemare definitivamente la faccenda, che siano soldi o altro.” propose lui. “Ed io mi impegno a fare in modo che Simeon ti accontenti. Solo, ti chiedo di non esagerare e di non essere troppo esoso. Ricorda che nella vita si può essere avidi, ma mai ingordi. Che ne dici? Si può fare, secondo te?”

“Mmh...”

Flodder stette un attimo a pensarci su.

“Beh, se la mette così...diciamo che Sim, con le sue patate, distilla un’ottima vodka, giù nella sua cantina...e una bella fornitura vita natural durante non mi dispiacerebbe affatto...anzi, mi farebbe molto contento, sissignore...”

“T – tu! B – brutto...” balbettò Hubbard, indignato.

“Oh, andiamo!” replicò il castoro. “Lo sanno tutti. Neanche avessi spifferato che la rivendi di contrabbando!”

“E infatti lo hai detto adesso, razza di brutto spione infame che non sei altro. E PROPRIO DAVANTI ALLO SCERIFFO!!”

“Woh – woh – wooohh!” Intervenne Nick, mettendosi in mezzo tra loro. “Stà calmo, Simeon. Guarda che a me non importa nulla. Siamo qui per risolvere il problema della palizzata, non per discutere della tua produzione illegale di vodka. E la sua mi pare una proposta accettabile. Tu dagli ciò che vuole, e io faccio finta di non aver sentito nulla. Ok?”

“Si, sceriffo. Ma così é troppo comodo.” spiegò Hubbard. “Quando questo cialtrone ha iniziato con le sue lamentele gliene ho offerta un’intera cassa, per tentare di rabbonirlo. Capisco che ha le sue ragioni, e volevo venirgli incontro. E tentare di farmi perdonare. E sa cosa mi ha detto? Che mi ci potevo affogare. Proprio così, ha detto! E non solo! Mi ha anche detto che potevo bermele tutte io le bottiglie, infilandomele direttamente dal c...”

“Ho capito, grazie.” lo interruppe la volpe. “Non c’é bisogno di terminare la frase.”

“Si, insomma...da sotto la c...”

“HO DETTO CHE HO CAPITO, GRAZIE!!”

“E io che me ne faccio, di una misera cassa fetente?” Chiese Jedediah, prendendo la parola. “Ne distilla talmente tanta che ci può far ubriacare tranquillamente tutta la valle!!”

“Facciamo così.” tagliò corto Nick, di nuovo. “Siccome vedo che la faccenda vi brucia ancora, suggerirei di alzare la posta.”
“Si spieghi meglio, sceriffo.”

“Semplice: prima di tutto, vi fate una bella scazzottata. Così vi raffreddate i bollori. Poi finiremo di definire l’accordo, intesi?”

“Come...come ha detto, sceriffo?” Domandò Hubbard, incredulo.

“Hai capito benissimo. Vi pestate, e io vi faccio da arbitro. E quando vi sarete massaggiati ben bene quelle due vostre teste dure, e vi sarete finalmente dati una calmata, sistemeremo la questione.”

“Io ci sto.” proclamò il castoro.

“Hmm… idem come sopra.” Gli fece eco il ghiottone.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Jedediah e Simeon erano l’uno di fronte all’altro, con Nick a tenerli separati.

“Allora, signori: conosciamo le regole, giusto? Niente colpi bassi e alle spalle. E se uno va a terra, l’altro si tiene alla larga ed il match si interrompe fino a che non lo dico io, d’accordo?”

I due annuirono.

“Cominciate, allora!” li sollecitò lui.

“Fatti sotto! Ti ricordo che tiravo di Boxe, quando andavo a scuola!” Fece Flodder.

“Ah, si? E io invece facevo Lotta greco – romana!” Rispose Hubbard.

“E io mi sto facendo due scatole così, a forza di stare qui ad ascoltare le vostre scemenze!” Li riprese Nick, ormai scocciato. “FIGHT!!”

Il castoro ed il ghiottone lo guardarono entrambi, straniti.

“Che?” Esclamarono, in coro.

“Oh, signore...” commentò la volpe con fare sconsolato, e coprendosi il muso con la mano destra. “Dateci dentro, insomma!!”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“HIC...alhorah, dhirei che l’achordo é conclusho, occhei?”

“Occhei, sc...scieriffho, HIC!!”

“Sho...shono d’achordo pu...pure io, scieriffho. Gh...ghrassie di thutto, HIC!!”

“Behneh! Buoh…buohnah sgiornatah, alhorah! HIC!!”

Nick tornò barcollando verso la sua macchina, zigzagando e ricamando una traiettoria sghemba sul terreno. Salì a bordo, tentò di inserire la chiave di accensione a lato del volante riuscendoci al terzo tentativo e dopo una breve ed incerta retromarcia, seguita da un ancor più incerta inversione a U che avrebbe richiesto un quarto del tempo in condizioni normali, ripartì verso il centro del paese, alla volta della centrale di polizia.

La testa gli ronzava come se un intero sciame di api avesse deciso di costruire al suo interno un alveare, per poi avere la sciagurata idea di condividerlo MORE UXORIO con un nucleo di vespe infuriate. In quel momento doveva esservi in corso una battaglia titanica tra le due fazioni, per decidere quale avrebbe reclamato il diritto di occupare in pianta stabile la colonia. Nel tentativo di distrarsi da quel fastidio opprimente, ripensò a quanto era accaduto poco fa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Non era certo stato uno scontro che sarebbe finito negli annali degli sport da combattimento. E nemmeno in quello delle scazzottate memorabili.

Dopo qualche paio di sganassoni poco convinti i pugni dei due erano diventati più simili a spinte, con i contendenti che, già con il fiato mozzo dopo pochi istanti, franavano l’uno addosso all’altro ad ogni attacco. Forse nel tentativo disperato di stendere l’avversario con il peso del rispettivo corpo sommato allo slancio.

Dopo circa dieci minuti di quella ridicola pantomima, talmente ridicola da parer presa di peso dal set di uno di quei film comici risalenti all’epoca del muto, Jed e Simeon erano entrambi crollati sulle ginocchia completamente esausti, dopo essersi afferrati all’altezza del busto con entrambe le mani, in una sorta di abbraccio fraterno. Dopodiché era finito tutto in una fragorosa risata con i due che, mentre si rialzavano, scherzavano tra loro e si tiravano grandi pacche sulle spalle, come se l’attimo prima non fosse successo niente. La loro litigata precedente era già caduta nell’oblio. Per festeggiare la riappacificazione, Simeon aveva deciso di stappare una bottiglia della sua tanto decantata vodka. Ovviamente, Nick non aveva potuto sottrarsi all’improvvisato brindisi.

“Mi raccomando, sceriffo: giù, tutto d’un fiato. Altrimenti, le incenerisce la lingua in meno di un secondo.” aveva raccomandato il ghiottone, mentre preparava i bicchieri.

Mai definizione si era rivelata più azzeccata. L’infernale intruglio si era rivelato un autentico bruciabudella, e della peggiore specie. Hubbard avrebbe potuto rivenderlo come carburante per veicoli. O come sturalavandini concentrato.

Mentre si faceva largo attraverso le sue viscere, dopo averlo trangugiato in un sol sorso, Nick aveva avuto l’impressione che il liquore lo trapassasse da parte a parte per poi iniziare a scavare il terreno sotto ai suoi piedi, fino a giungere al centro della terra e proseguire dentro al nucleo dove avrebbe innescato una reazione a catena, come minimo.

Non era neanche passata mezza giornata, ed era già serenamente ubriaco.

Nonostante ciò, era contento che tutta quanta la faccenda si fosse risolta nel migliore dei modi. Anche se c’era una punta di rammarico, in quella soddisfazione.

Che differenza, tra Haunted Creek e la vecchia Zootropolis. Non era certo come quando lui e Carotina scorrazzavano su e giù per le strade della grande città, dando la caccia ai malviventi. Più pericoloso di adesso, sicuramente. Ma anche più dinamico. Coinvolgente. Ed appassionante.

Del resto, non poteva certo aspettarsi molto dal fare lo sceriffo in un posto simile. Laureen lo aveva messo in guardia. C’é una bella differenza tra un paesino abbarbicato sui monti ed un gigantesco centro urbano. E non si tratta solo della densità di popolazione. E’ soprattutto una questione di prospettive. Si potrebbe quasi affermare che la seconda sia una diretta conseguenza della prima. Più le città si fanno popolose, più si fanno attraenti. Offrono opportunità. E non solamente per persone oneste in cerca di un avvenire o di una possibilità per realizzare il proprio futuro. Diventano delle

vere e proprie calamite che finiscono per attirare anche orde di disperati, balordi e delinquenti che entrano in una banca, in una casa o in un negozio o in qualunque altra cosa e, dopo averne minacciato gli occupanti, si fanno consegnare il malloppo. Proprio come hanno visto fare o sentito dire dalla gentaglia della loro stessa risma.

Qui invece, all’ordine del giorno, c’erano solo innocui e sonnolenti giri di ronda e diatribe tra vicini di casa o di terreno litigiosi.

L’unica potenziale minaccia era costituita da Carrington e i suoi sgherri. Ma da quel fronte, nessuna novità.

Almeno per il momento.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La priorità, adesso, era di rimettersi in sesto prima di giungere in ufficio e ripartire subito dopo in compagnia di Maggie per il giro di pattuglia mattutino. Aveva ancora venticinque minuti buoni di tempo e di strada per farlo.

Abbassò il finestrino ed una folata di brezza mattutina lo investì. La respirò a pieni polmoni. Il contatto con l’aria fresca lo fece sentire subito meglio. Poi accese la radio, convinto che l’avrebbe aiutato a rimanere bello sveglio e lucido. Ma cambiò idea non appena udì il contenuto della trasmissione.

“KKRRROOOAAARRRKKHHH!! PTUI!! Avete appena ascoltato ALL I HAVE TO DO IS DREAM dell’immortale BUDDY WHOOLLY...e adesso...adesso...KKKRREEEEAAARRRKKKHH!! PTU!!...adesso, prima di ascoltare il prossimo pezzo, ho una comunicazione molto...molto...KKKRRRAAAAARRRKKKHHHH!! PTUI!!...molto importante da fare...pare che sul nostro territorio si di nuovo stata...stata….KKKRRRREEEEAAAARRRKKKHHHH!! PTU!!...stata segnalata nuovamente la presenza di VOLPI sul nostro territorio...proprio quando...quando…KKKRREEEEERRKKKHHH!! PTUI!!...quando si pensava di essere riusciti a debellare totalmente questa grave…grave...KKKRRRROOOOAAARRRKKKHHH!! PTU!!...grave minaccia...si raccomanda a tutti di prestare la massima attenzione...e per venire incontro in questo momento...momento...KKKKRRRRAAAAUUURRKKKHHH!! PTUI!!...momento di massima emergenza, i grandi magazzini associati BAGGERS, BOUNCE E BEAN hanno deciso...deciso...KKKKKRRRAAAARRKKHHH!! PTU!!...deciso di prolungare fino alla fine del...del...KKKKRRRRROOOOORRRRKKKHHHH!! PTUA!!...del mese la promozione del trenta per cento di sconto su tutti, tutti…KKKRREEEAAARRRKKKKHHH!! PTUI!!...tutti i prodotti anti – volpe...e ricordate...quando gli infernali predoni rosso fuoco piomberanno a notte...notte...KKKKEEEEEERRRRUUUUUMMMMPPPPPHHH!! PTU!! AACCCCHHH!!...notte fonda per massacrarvi nel sonno, dentro ai vostri...vostri….KKKRRREEEEAAARRRRKKKKHHHH!! PTUI!!...vostri letti, e a bere il sangue delle vostre creature, non fatevi cogliere…cogliere...KKKRRRAAAOOORRRKKKHHH!!! PTU!!...cogliere impreparati…comprate i prodotti anti – volpe da...da...KKKKRRROOOOOAAARRRRKKKHHH!! PTUI!!...da BAGGERS, BOUNCE E BEAN...siete su DEEP TROATH FM, dove gli anni cinquanta non ne vogliono...vogliono...KKKKRRRRRAAAAARRRKKKKHHH!! PTU!!...vogliono sapere di morire...e qui é sempre il vostro ALLEN KEROUAC detto...detto...KKKRRRRREEEERRRRKKKHHHH!! PTUI!!...detto DJ MOSCIBECCO...”

Partì poi un orrido jingle pubblicitario composto da un coro di voci bianche petulanti e fastidiose.

 

“BAGGERS, BOUNCE AND BEAN...ONE FAT, ONE SHORT, ONE LEAN...THOSE HORRIBLE CROOKS...SO DIFFERENT IN LOOKS…ARE NONETHELESS EQUALLY MEAN…”

 

Ma prendono solo questa radio, qui nei dintorni? Pensò Nick mentre la spegneva, girando il pomello.

Fu proprio allora che, buttando un occhio allo specchietto retrovisore, noto un pick – up di colore verde scuro. In realtà ce l’aveva dietro da un po', ma essendo rimasto fino a quel momento ad una distanza più che ragionevole, e complice l’effetto della bevuta, non gli aveva prestato particolare attenzione. Ma adesso il mezzo, con un’improvvisa accelerazione si era portato alle spalle del suo veicolo, tallonandolo a pochi centimetri di distanza.

Il guidatore diede un colpetto di abbaglianti, come a chiedere strada. O di accelerare.

Nick non riusciva a crederci. Fare una cosa simile ad un ufficiale di polizia, semplicemente inaudito! Quel tizio non vedeva che la macchina che aveva di fronte era una VOLANTE? Era cieco, forse?

No, non era cieco. Era lui ad essere idiota e pure smemorato. Il tipo dietro di lui non poteva vedere la volante per il semplice fatto che NON STAVA GUIDANDO UNA VOLANTE, ma la sua macchina. E non aveva messo nemmeno una sirena di quelle rimovibili sul tettuccio. E non aveva nemmeno indosso una divisa, se era per questo.

La dannata forza dell’abitudine. Quasi si pentì di non aver dato retta al consiglio di Maggie di prendere la macchina di servizio.

 

Ok, non perdiamo la calma, si disse.

Sporse la mano sinistra fuori dal finestrino laterale e gli fece un cenno.

“E NON CONTINUARE, CON QUEI FARI! SE VUOI PASSARE PASSA, NO?!” Gridò, guardando nuovamente lo specchietto.

Meno male che doveva rimanere calmo. E comunque, la scenata non sortì alcun effetto. Quello continuò a rimanere dov’era, dietro le sue costole, ed insisteva a lampeggiare con i fari.

 

A quanto pare non sono l’unico ad aver bevuto, stamattina. Deve trattarsi del passatempo locale, a quanto sembra.

 

Erano giunti presso il ponte sul CHINGACHCOOK RIVER, il fiume situato nella parte sud della cittadina. Insieme all’OKEFENOKEE, che scorreva dalla parte opposta, quella nord, delimitava il territorio di Haunted Creek. Dal punto di vista morfologico, ne costituivano i confini naturali. Ma, a differenza del suo collega, le sue acque di quest’ultimo fluivano ancora limpide, lucenti ed abbondanti. E IMPETUOSE.

Tuttavia Nick notò che il loro colore, in quell’occasione, era alquanto torbido. Doveva aver fatto temporale, in qualche valle vicina.

Quando riportò gli occhi sulla strada, vide un altro pick – up, questa volta di colore blu, sopraggiungere dalla corsia opposta. Quello dietro, nel frattempo, continuava a tallonarlo senza sosta.

 

E va bene. Scortiamo il simpaticone fino in paese, visto che ci tiene così tanto alla mia compagnia. Poi lo costringerò ad accostare, ed allora verrà il mio turno di fargli un bello scherzo. Con una rivelazione a sorpresa. Gli mostrerò il distintivo e gli farò capire che si é messo a fare il cretino col tizio sbagliato. LO SCERIFFO IN PERSONA, IN QUESTO CASO. Poi darò un occhio ai suoi documenti e già che ci sarò, gli chiederò anche il perché di un simile comportamento.

 

Poi, quando mancavano una decina di metri circa dal passargli a fianco, Nick vide il mezzo dal lato opposto fare qualcosa che lo costrinse letteralmente a modificare in corsa i suoi piani.

Il pick – up blu, con uno scarto improvviso, invase la sua corsia ed accelerò a sua volta, puntandogli dritto contro.

“Ma che...”

La volpe ebbe solo il tempo di mormorare quelle due parole, oltre a quello di dare istintivamente una brusca sterzata verso destra, nel disperato tentativo di evitare il rovinoso ed imminente scontro frontale.

L’auto sfondò il vetusto ed arrugginito guard – rail e precipitò di sotto, nel fiume.

Un brividò lo attraversò, mentre stringeva entrambe le mani sul volante ed irrigidiva le membra sul sedile, preparandosi all’impatto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Salve a tutti, rieccomi qua!!

Questo capitolo era già pronto da un paio di giorni, ma ho avuto un po' di casini vari. Tra cui (e questo é veramente PAZZESCO) un INCIDENTE IN MACCHINA PROPRIO QUESTA MATTINA, MENTRE ANDAVO AL LAVORO.

Proprio mentre ho fatto un capitolo in cui NICK PRECIPITA IN UN FIUME CON LA SUA AUTO.

Ma roba che nemmeno in un racconto di Stephen King, tanto per citare uno dei miei scrittori preferiti. O forse si, dato che il suo incubo ricorrente era di morire investito da un tir mentre andava a piedi a consegnare un suo manoscritto. E poco mancava che si realizzasse, visto che un giorno una macchina lo ha investito durante una passeggiata.

Certe coincidenze sono veramente inquietanti. Proprio vero che la realtà supera la fantasia, certe volte.

Comunque, tranquilli. Sto bene. E non c’é stato un gran danno. E la mia macchina funziona bene, nonostante l’ammaccatura su una portiera (che per fortuna fa ancora il suo dovere). E ho la ragione dalla mia, visto che il tizio che mi é venuto addosso non ha rispettato lo stop e ha tirato dritto proprio mentre passavo io. Ma resta un gran rammarico. E non solo perché ne avrei fatto volentieri a meno. Ma anche perché il tipo in questione subito dopo aver preso dentro me, a momenti tirava sotto anche uno in motorino. Ed il bello é che non si era reso minimamente conto della gravità di ciò che aveva appena fatto. Lo avrei ucciso, GIURO.

Certe persone sono degli autentici pericoli pubblici.

Nonostante non sia del giro giusto, ho deciso di pubblicare lo stesso il nuovo capitolo. Almeno, aiuta a distrarmi. E scusate per lo sfogo, ma quando ci vuole ci vuole.

Volevo inoltre sottoporvi un quesito: nel capitolo 15 (la seconda parte di ALONE – DA SOLO, tanto per intenderci) ho scritto che il capitano Bogo indossava maglietta, jeans e ANFIBI.

Per poi ricordarmi, qualche settimana fa, che in quel mondo i mammiferi NON PORTANO SCARPE.

Ho cominciato a lambiccarmi il cervello per trovare qualche giustificazione, e poi, per mia fortuna ho scoperto che qualcuno le scarpe le porta. Come Gazelle, ad esempio, che indossa un bel paio di mocassini (cosa strana visto che Shakira, la sua controparte più o meno reale, VA QUASI SEMPRE IN GIRO A PIEDI SCALZI).

Ho quindi pensato che le scarpe e le calzature in Zootropolis esistano, anche se non le usano in tanti. E magari chi le usa lo fa più per sfizio o civetteria che per necessità vera e propria. O magari i mammiferi muniti di zoccoli come Bogo o Gazelle le usano perché il contatto con l’asfalto finirebbe per rovinarglieli o consumarglieli. O magari il nostro bufalo li usa talvolta in abiti civili semplicemente perché gli piacciono. O magari perché é un fan di Gazelle. E dato che lei usa calzature…

A me sa tanto di soluzione, ehm, paracula, ma...diciamo che mi ha convinto. Fatemi sapere che ne pensate, se vi va.

Ringrazio, intanto, Plando, hera85, Sir Joseph Conrard, zamy88, Nilson_D_Rayleigh_2001, LittleCarrot, DeniseCecilia, salamander92 e nami92 per le recensioni. Gentilissimi come sempre.

E chiunque leggerà la mia storia e se la sentirà di lasciare un parere.

 

Alla prossima,

 

See ya!!

 

Roberto

   
 
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