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Autore: kamy    22/07/2017    0 recensioni
[Spin-off della serie Le note della vita].
Tsuyoshi, il padre di Takeshi, non è sempre stato un venditore di sushi. Ecco uno spaccato delle sue 'avventure' giovanili.
★Autore: Kamy
★Fandom: KHR.
★ Iniziativa: Questa storia partecipa alla Challenge “All Summer Long” a cura di Piscina di Prompt e Fanwriter.it!
★ Numero Parole: 1319.
★ Prompt: Gli ingredienti fondamentali per un'estate memorabile.
★Genere: Fantasy.
★ Bonus: Imbucato alla festa.
Genere: Fantasy, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altro Personaggio, Nuovo Personaggio, Tsunayoshi Sawada
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ringrazio anche solo chi legge.

★Autore: Kamy
★Fandom:  KHR.
★ Iniziativa: Questa storia partecipa alla Challenge “All Summer Long” a cura di Piscina di Prompt e Fanwriter.it!
★ Numero Parole: 1319.
★ Prompt: Gli ingredienti fondamentali per un'estate memorabile.
★Genere: Fantasy.
★ Bonus: Imbucato alla festa.


Tsuyoshi

Ubbirow diede un paio di pacche sulle spalle dell’altro giovane.

“Laurel, è estate, ce la possiamo godere. Siamo giovani!” gridò.

L’elfo al suo fianco schioccò la lingua sul palato e si fermò davanti alla tenda, il parco era illuminato da una serie di lanterne. Si voltò e guardò la villa alle loro spalle.

“Io sono il capitano delle guardie dell’armeria. Non ho tempo per divertirmi” disse. La punta aguzza delle sue orecchie tremò.

< E poi qui fa così freddo da sembrare sempre inverno > pensò. Il vento gli fece ondeggiare i lunghi capelli verdi smeraldo.

“Laurel Letterman, sei noioso” disse il russo indurendo il tono. Indicò la tenda. “Dentro quella tenda ho messo gli ingredienti fondamentali per un’estate memorabile: alcol, morbidi sedili, qualcosa da fumare, un lettore musicale, foto di belle donne” lo tentò.

“Mi dispiace, sono già in ritardo per il mio turno” rispose Laurel. Si voltò e si mise a correre con la supervelocità, i suoi movimenti erano leggiadri.

Ubbirow sbuffò, guardando l’altro allontanarsi velocemente.

“Non si sa divertire. Beh, io non voglio perdermi la gioventù sprecando la mia estate” borbottò.

< Strano che le mie guardie del corpo non mi siano venute incontro > pensò. Scostò la stoffa ed entrò nella tenda.

“Hai dimenticato un elemento essenziale per una buona estate: essere un imbucato a una festa” disse una voce all’interno.

Ubbirow batté le palpebre, abituandosi alla penombra nella tenda illuminato da una lampada ad olio.

Ubbirow impallidì guardando il giovane uomo davanti a lui, si sfilò gli occhiali da solo e lo osservò. Impallidì, rabbrividendo e deglutì rumorosamente.

“Sei uguale a me” sussurrò.

“Scusa, ma ho fatto uscire i tuoi uomini. E no, non esattamente uguale, sono solo un riflesso nella mia terra. Terra rossa così liscia da essere uno specchio. Però è bastato per ingannarli. Urla e io dirò che sei tu il falso, dopo averti ucciso” rispose l’altro.

Ubbirow deglutì rumorosamente, un rivolo di sudore gli scivolò lungo il viso.

“Ti giuro sul mio onore che non farò stupidaggini come urlare e se ti volevo morto avevo già preso la pistola” ribatté.

L’altro si accomodò pesantemente su una sedia, con le gambe aperte.

“Bene, allora offrimi un bicchiere di vodka. Dovresti festeggiare, tuo padre è morto un’ora fa e tra poco verranno a dirti che sei il nuovo Boss della Mafia Russa” disse.

Ubbirow mise le mani sui fianchi e scoppiò a ridere.

“Dimmi chi devo ringraziare!” gridò.

Tsuyoshi riprese il proprio vero aspetto, il suo corpo si ridusse e comparve una coda di cavallo di fluenti capelli vermigli.

“Non ringraziarmi, era solo un lavoro. Puoi chiamarmi Re Rosso, se vuoi” disse.

Ubbirow si gettò in ginocchio e gli prese la mano nella propria, facendogli il baciamano.

“Io devo sapere il nome di una così splendida e mortale rosa” sussurrò con voce tremante.

L’altro volse lo sguardo.

“Non hai sentito parlare del ‘Peccatore’?” domandò.

Ubbirow annuì, appoggiando le mani sul pavimento.

“Il peccatore può cambiare idea quante volte vuole.

Cambia vita, nome, accento, modo di parlare. Copiando perfettamente persone esistenti o creando identità del tutto nuove.

Arriva, si fa amica la vittima, la porta a un soffio dall’ottenere il suo più grande sogno e, nel momento in cui lo realizza, lo uccide.

Assassino, ladro, qualsiasi cosa voglia. Fa i peggiori peccati e ha il coraggio di dire di farlo per quel santo e pacifico di Manuel. Il Nono è stato il primo Vongola a non volere la guerra e lui rischia sempre di mandare tutto a monte” rispose.

Tsuyoshi piegò le labbra in un sorriso.

“Certo che sai lodare la gente” sussurrò.

Ubbirow lo guardò negli occhi.

“Posso osare di meritarmi il vostro nome, per questo?” domandò con voce tremante.

 

 

Tsuyoshi sbadigliò e si nascose dietro la porta scorrevole, appoggiandosi allo stipite.

Osservò Tyr alzare e abbassare la spada di legno con una serie di urli secchi. I suoi allievi ne ripetevano i gesti, cercando di andare in sincronia.

Il bambino socchiuse gli occhi, le sue iridi rosso sangue brillarono di riflessi castani.

< Sono tutti più grandi di me e si considerano adulti, ma nessuno di loro lo è veramente. Non capisco perché pensano di potermi prendere in giro > pensò.

Ottavio lo affiancò e si piegò in avanti, impallidì vedendo che Tsuyoshi aveva un fumetto tra le mani.

“Se ti scoprono con questo, ti puniranno” gli sussurrò.

Tsuyoshi sbuffò e Ottavio glielo tolse dalle mani, nascondendoselo sotto la stoffa della parte di sopra del kimono che indossava.

Tyr si voltò nella loro direzione.

Bakatsu!” gridò.

Ottavio rabbrividì e indietreggiò, mentre il maestro si dirigeva nella sua direzione con passo di marcia.

< Idiota, mi ha fatto beccare dal sensei > pensò Tsuyoshi. Strinse le labbra fino a farle sbiancare, i capelli vermigli gli ondeggiavano intorno al viso.

“Figli del peccato, stirpe di dannati. Voi sarete Varia” sibilò Tyr. I ragazzini sul tatami si voltarono nella direzione, un paio caddero a terra pesantemente e una ragazzina sbuffò, scuotendo il capo.

“Peccato che siamo dei bambini senza peccato. Non puoi macchiare di rosso sangue rendendolo vermiglio un fiore che di base non si candido di base” bisbigliò Ottavio.

Tyr afferrò Tsuyoshi per un braccio e lo strattonò, facendolo cadere in ginocchio.

“Sei il fratello di un santo che è disciplinato, che è casto. E tu sei il più grande peccatore, mia figlia me lo aveva detto!” gridò.

Ottavio s’irrigidì, i suoi occhi erano bianchi.

“Io mi chiamo Tsuyoshi” ribatté il piccolo.

“Ora lo uccide” bisbigliò un altro dei ragazzini.

“Perché non impara a stare zitto?” domandarono borbottando un altro paio di bambini.

“State zitti, o punirà anche noi” li rimproverò a bassa voce il più grandicello.

“Ingrato animale! Tu non hai un nome, perché hai rifiutato il nome di Agostino. Hai rifiutato un nome santo. Perciò, ora, sarai Bakastupido, abbreviato Bakatsu, per tutti. Perché sei stato doppiamente stupido, oltre che doppiamente peccatore” sbraitò Tyr.

“Io non mi chiamo né stupido, né Baka e soprattutto non Agostino. Mia madre mi ha chiamato Tsuyoshi e quando diventerò capitano dei Varia ti taglierò la gola proprio per niichan!” gridò Tsuyoshi.

Tyr lo raggiunse con uno schiaffo al viso e lo fece cadere a gattoni. Lo colpì con un colpo della spada di legno, aprendogli un taglio sulla schiena e creando un grosso ematoma.

“Qual è il tuo nome?!” gridò Tyr.

“S-signore, la prego… potete punirlo dopo, ora c’è il pranzo…” gemette Ottavio.

“Prendimi il frustino!” ordinò Tyr.

Ottavio rabbrividì e indietreggiò, sfilò dalla tasca un telecomando e premette un pulsante vermiglio.

Arrivò un Gola Mosca, con pesanti passi metallici, trascinando con sé una gabbia metallica, chiusa da un lucchetto, con all’interno dei contenitori di plastica con dei bento.

Tyr continuò a colpire ripetutamente la schiena di Tsuyoshi, il bambino strinse gli occhi e ingoiò i gemiti di dolore.

“Hai perso la lingua?! Rispondi!” gridò Tyr.

Tsuyoshi aveva il respiro irregolare.

“Ottavio, andiamo a prendere il mio frustino” ordinò Tyr. Ottavio annuì.

Tyr si voltò verso gli altri ragazzi.

“A tutti non verrà dato da mangiare e le ragazze saranno confinate finché questo peccatore non riconoscerà i tuoi peccati davanti a tutti” sibilò. Si allontanò seguito da Ottavio.

“Non è giusto!”. “Vogliamo il cibo”. “Come confinate?”. “Questo maledetto…”. Diverse voci si frapposero sempre più alte.

Tsuyoshi si rimise in piedi con le gambe tremanti e superò il Gola Mosca, da cui proveniva un ronzio.

Tsuyoshi si tolse il crocefisso che portava al collo e ne estrasse un coltellino. Lo conficcò nel collo del Gola Mosca, spegnendolo. E lo utilizzò per scardinare il lucchetto della grata di metallo, aprendola.

“Prendetevi pure il cibo che volete e se verrete rinchiusi nel dormitorio vi aprirò io” disse gelido.

< E nemmeno ve lo meritate, ma non voglio essere ucciso nel sonno > pensò.

 

“Tsuyoshi, mi chiamo Tsuyoshi” rispose il rosso.

“Promettetemi che non nasconderete più il vostro nome, tranne quando siete in missione” sussurrò roco Ubbirow.

“Promesso” rispose Tsuyoshi.

  
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