Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: tenacious_deep_soul 99    23/07/2017    2 recensioni
Tutti ci aspettiamo una vita migliore fuori dal nostro paese, anche Julie pensava che la sua partenza per la Corea avrebbe potuto fare della sua vita una vita stupenda. I suoi sogni crollarono di botto quando perse improvvisamente il lavoro a causa della poca clientela. Fortunatamente la sua migliore amica, Soyon, sarà in grado di aiutarla, trovandole una nuova occupazione: grazie a lei farà parte del cast di trucco e parrucco della BigHit, affiancando i tanto conosciuti Bts. La sua vita cambierà radicalmente. Se in meglio o in peggio? Questo dipende da lei...
Genere: Comico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Il giorno successivo era arrivato per Julie il momento di ritornare al lavoro e, come ogni mattina, stava già preparandosi anche se con poca voglia e con eccessiva ansia in corpo. Qualunque cosa facesse pensava a ciò che avrebbe potuto attenderla una volta arrivata in agenzia, a cosa avrebbe fatto Heejun al solo vederla, a cosa sarebbe successo ai ragazzi se avessero dovuto difenderla… impossibile non rimuginare sulle stesse cose minuto per minuto, soprattutto se di una certa importanza.
-Julie, sei pronta? Oh- la-la!- disse Jimin con fare malizioso sbucando da dietro la porta mentre lei stava ancora per mettersi il maglione. Il fatto che l’avesse colta di sopresa abbassando la maniglia senza fare il minimo rumore l’aveva portata a coprirsi il petto con l’indumento, emettendo uno di quegli urli che in confronto un ultrasuono poteva sembrare una sciocchezza.
-Ma dico io, Jimin! Bussa la prossima volta, piccolo pervertito!-

Fortuna che era messa di spalle!

La ragazza diede una rapida occhiata alla sveglia analogica sul comodino: le 8:45.
L’ansia era sempre accanto a lei, quasi come fosse un animale da compagnia.

Attraversare quegli ambienti era diventato più che angosciante: quelle enormi vetrate sembrava volessero darle il benvenuto all’inferno.
Stesso luogo, stessa aula trucco, stessa compagnia. Tutto era tale e quale a prima, anche se Julie lo considerava leggermente diverso.

***

-Uno! Due! Tre e quattro… cinque, sei, sette e otto!- urlava Heejun nella sala da ballo mentre insegnava la nuova coreografia ai ragazzi, i quali eseguivano alla perfezione i suoi stessi movimenti: -Okay ragazzi, perfetto! Facciamo una pausa- disse dirigendosi verso lo stereo.
L’ambiente rimasto chiuso per più di un’ora era saturo di sudore, animato dai costanti respiri affannosi dei sette giovani che imploravano riposo. Heejun aveva appena aperto la porta, permettendo all’aria fredda di fare il suo ingresso trionfale in quella stanza calda come gli inferi.
-Ho finito la bottiglietta d’acqua, vado a prenderne una al distributore- disse col fiatone Jungkook, dando il segnale ai ragazzi.
Arrivato nel corridoio ignorò completamente la macchinetta, dirigendosi da tutt’altra parte.

-Julie! Stai alla grande vedo!- disse entrando nell’aula trucco sprizzando energia da tutti i pori nonostante la palese stanchezza. Effettivamente Kookie aveva un compito ben preciso: era stato nominato dagli altri sei come bodyguard personale della ragazza vista la sua esperienza e la sua bravura nel taekwondo. Sarebbe riuscito a difenderla alla perfezione, pensavano.
-Hey Kook! Che ci fai qui? Devi farti una doccia prima del trucco, lo sai vero?- ridacchiò insieme a Misun, con la quale stava intrattenendo una conversazione prima che arrivasse il maknae.
-Certo che lo so, volevo solo vedere se stavi bene. Tutto qui-
-Assolutamente, puoi stare tranquillo-.
Il sorriso di Jungkook riuscì ad acquietare anche Julie stessa la quale, benchè fosse ancora agitata, sorrise di conseguenza senza rendersene neppure conto.
-Beh, allora posso andare. Se succede qualcosa non esitare a chiamarmi- disse alla soglia della porta lanciandole un occhiolino amichevole e andandosene con solo un semplice “ok” da parte di lei.

I capelli bagnati e il sudore della maglietta appiccicata contro la schiena potevano risultare cause prime di un’eventuale influenza; l’ambiente fresco e fin troppo ventilato faceva sì che l’aria ghiacciata gli sbattesse contro, costringendolo a correre anche solo leggermente per arrivare prima al punto di partenza.

Fatto ritorno dai ragazzi venne colto di sorpresa dalla salda presa di Taehyung che, vedendo l’amico, lo afferrò per le spalle trascinandolo verso l’angolo più remoto della sala, lontano da orecchie e occhi indiscreti:-Allora Kook… come procede?- gli si parò vicinissimo davanti la faccia, parlando con un insolito tono alla James Bond.
-Era tutto tranquillo, Julie stava alla grande- gli rispose di rimando, levandosi di dosso con ribrezzo le mani sudate dello hyung e allungando gradualmente le distanze dal suo naso.
-Perfetto, avverto gli altri adesso…- terminò il discorso lanciando una risata aspirata, camuffando il suo atteggiamento losco. Ottima mossa Taetae.

Dal termine della lezione Jimin non fece altro che rimanere in piedi poggiato contro il muro, lanciando occhiate furtive a quel coreografo che, di certo, non la raccontava giusta. C’era un velo di mistero nel suo modo di armeggiare frettolosamente col cellulare, il suo sguardo cupo e concentrato portava a pensare che stesse tramando qualcosa.
-Ragazzi, io e Namjoon dobbiamo raccontarvi una cosa…-. Era questa la frase che girava, assieme a tutto il resto, ininterrottamente dentro la sua testa: le intenzioni malsane di Heejun che trapelavano da quella conversazione avvenuta nella toilette scatenarono in Jimin, e nei restanti membri, un’irrefrenabile voglia di distruggerlo a tutti i costi e nei peggiori modi possibili. Possibile mai che una persona talmente cattiva possa spingere qualcuno a pensieri omicidi? Di certo l’avrebbero fatto, e ne avevano anche parlato, ma a detta di Jin questo “non sarebbe il miglior modo di risolvere la situazione, visto che vi si ritorcerebbe contro”.
I movimenti repentini di Heejun mentre lanciava il cellulare dentro il borsone per dirigersi tranquillamente verso l’uscita della stanza, destarono Jimin dal suo intorpidimento sensoriale. Giusto prima che il malintenzionato potesse varcare la soglia, intervenne la voce calda di Monie che bloccò i suoi passi giusto in tempo.
-Dove vai Heejun?- avanzò questi portandosi la frangia sudata all’indietro con fare sexy.
-Ah, Namjoon- ridacchiò nervosamente passandosi una mano sulla nuca scura -Stavo… stavo andando a prendere un caffè. Sai, il ballo stanca…- .

Quale grande soddisfazione riuscire a percepire palesemente
quando qualcuno sta dicendo una cazzata bella e buona! 

-Oh beh ti accompagno, ne ho tanto bisogno anch’io. Sai, il ballo stanca…-.

Ecco RapMon e le sue ripassatine.

La faccia di Heejun parlava da sola, si notava lontano un miglio che fosse irritato dalla risposta del leader.
-C-certo, ti capisco. Va bene, aggregati- disse con tono da finto entusiasta, per poi portare un braccio dietro la collottola dell’altro che, nel frattempo, se la stava ridendo dentro.
Lo sbattere della porta che si chiudeva dietro le spalle dei due, fece da via per i restanti membri.
Hoseok battè le mani e le sfregò energicamente.
-Bene: Jin e Jimin, andate a sorvegliare il corridoio; Tae e Kook, rimanete alla porta; Yoongi…-
-No. Hobi hyung, no. Non ho intenzione di interpretare l’agente 007. Penso che terrò compagnia alla mia adorata pozza di sudore- Hobi rimase col dito puntato verso Suga quando questi lo interruppe, replicando disteso sul pavimento.
-Dannazione, ma quanto puoi essere pigro!?- sbottò lui mente l’altro faceva spallucce ridacchiando beffardo. -Me la caverò da solo- sbuffò rumorosamente per poi concentrarsi sul suo obiettivo.

Dov’era finito quel cavolo di cellulare?

C’era fin troppo poco tempo a disposizione per scoprire cosa Heejun avesse in mente di fare. Agire sotto pressione era una delle cose che Hoseok odiava di più, in quel momento la fretta lo stava divorando vivo. L’entusiasmo del ragazzo, avente finalmente l’agognato aggeggio tra le mani, venne presto a mancare non appena questi si ritrovò lo schermo bloccato da una password.
-Aish… e chi ci aveva pensato? Ragazzi, sparate una parola avanti!- bisbigliò agitando il cellulare verso i compagni.
-Ehm… “danza”? O… “Heejun”? Oppure…-
-Kook, sono tutte sbagliate. Fidati Hoseok, la password è “Julie”- rispose con aria pacata Yoongi, ancora spalmato in terra per godere di una penichella rigenerante immerso in un bagno di sudore.
-Come diamine facevi a saperla?- chiese J-Hope all’amico, basito nel vedere che avesse ragione.
-Magari perché gliel’ho vista digitare poco fa, genio- roteò gli occhi quello per poi rimettersi a sonnecchiare beato.

Queste le doti nascoste di Yoongi, colui che odiava fare da spia temporanea.

Il problema principale era stato superato: adesso toccava cercare il messaggio inviato pochi istanti prima.
-Bene, vediamo un po’…-

***

-Che caffè prendi Heejun? Macchiato, espresso, amaro o dolce? Io di solito lo prendo decaffeinato al ginseng, mi aiuta a rimanere tranquillo…-. Era da cinque minuti buoni che RapMon parlava a raffica come se non esistesse un domani: Heejun aveva già un tremendo mal di testa, non riusciva più a tollerare una sola parola proveniente dalla bocca di quel ragazzo fin troppo loquace.
-Tieni il tuo cavolo di caffè decaffeinato al ginseng, Namjoon. Bevilo prima che raffreddi- disse esausto porgendoglielo velocemente.
-Oggi sei un po’ nervoso amico… perché non provi anche tu il mio caffè? Ti giovierebbe un sacco- mescolava la bevanda calda col cucchiaino di plastica.
-Va bene, va bene, okay. Adesso lo prendo- ringhiò contro il distributore sbattendogli un pugno contro. Heejun cercò di contenersi come potè, o avrebbe permesso alla sua crisi nervosa di palesarsi. -Andiamo in sala perfavore, ho bisogno di sedermi-
-No!- gli urlò contro lasciandolo perplesso. La sua occhiata storta gli fece intendere di aver sbagliato tono: -Cioè… no. Ehm, sai che non si possono portare cibi e bevande lì… lo dice anche il cartello- indicò con l’indice l’insegna di plastica sopra la sua testa, salvandosi le chiappe.
Namjoon e il suo rispetto per le regole gli stavano rompendo seriamente le palle, chissà quando se lo sarebbe tolto di torno.

***

-Ragazzi sento dei passi, a che punto siete?- chiese Jin appostato fuori la porta dell’aula ballo.
-A niente, hyung…- gli parlò Taehyung, riportandogli la risposta da parte di Hobie.
Ciò che Jin udì pochi secondi dopo fu un “no” seguito poi dal silenzio più assoluto, di certo un buon presagio per quella giovane squadra di spie improvvisate.
Kakao Talk era pieno zeppo di messaggi, tutti mandati durante l’orario di fine lezione… solamente uno, però, attirò l’attenzione di Hoseok: risaliva a quella mattina e, da come potevasi leggere, non era certamente un bel messaggio.

“Junyong, l’hai trovata?”
 
“Non ancora Heejun, ci sto lavorando”

“Ricordati del malloppo che ti spetta se dovessi trovarla”

“Certe cose non si dimenticano con tanta facilità, lo sai meglio di me.
Comunque, oggi vedrò di seguirla”

“Perfetto. Teniamoci in contatto”

-Hoseok! Rimetti tutto a posto, subito!- bisbigliò Jungkook, avvisato dal suo hyung della presenza di passi in avvicinamento. In meno di un quarto di secondo tutto fu in perfetto ordine e ognuno ebbe il tempo di rimettersi in sesto per non destare sospetti.
-Forza ragazzi, riprendiamo la coreografia-
Quei messaggi non li avrebbe certo dimenticati J-Hope, che nel frattempo stava già pensando a un nuovo piano per mettere al nemico i bastoni fra le ruote…

►Angolo autrice:
Annyeonghaseyo armys! Fortunatamente sono stata in grado di ritagliarmi del tempo per scrivere e revisionare il capitolo che, con grande sorpresa, sono riuscita a pubblicare *fa il simbolo della vittoria con le dita*
Bene bene… le cose si stanno facendo più che interessanti direi *risatina malefica* Fatemi sapere che ne pensate lasciandomi un commentino \(^-^)/
Scappo, si è fatto tardissimo! Al prossimo aggiornamento, carissime!

 
  
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