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Autore: DolceZeref    23/07/2017    3 recensioni
Ed eccomi su questo fandom con la mia prima storia ad OC! Chi vi parla è un'amante dei Ranger e ha deciso di scriverci una fiction, che si ambienterà ad Almia.
La strada per realizzare il proprio sogno è dura, soprattutto se ci si mettono in mezzo numerose difficoltà, ma insieme ce la si cava sempre. Fra gli anni in Accademia e l'addestramento pratico, riusciranno i nostri giovani eroi a salvare i Pokémon?
Beh, spero di avervi incuriosito, ci vediamo dentro!
Dal prologo:
-Come fai a rilassarti sapendo che presto metteremo piede all'Accademia dei Ranger?!-
...
L'indomani sarebbe stato un nuovo giorno: il primo alla scuola tanto sognata e di una grandiosa avventura, più di quanto pensassero.
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Situazioni pericolose

Koito camminava per i sentieri acciottolati ed erbosi della Foresta di Vien, continuando a tenere sotto controllo l'area nelle vicinanze.

Era passata circa una settimana da quando lui e gli altri del secondo anno erano arrivati al Centro: dopo aver salutato quelli del primo i Ranger gli avevano dato il benvenuto, mostrato quelle che sarebbero state le loro camere durante la permanenza e consegnato una divisa ciascuno, con allegato uno Styler. La cosa bella, riguardo al dispositivo, era che non era di quelli accademici, ma vero e proprio: era la prima volta che ne maneggiava uno, quando l'aveva preso in mano aveva provato un'emozione fortissima. Se pensava che entro poco, davvero poco, sarebbe diventato un Ranger...quasi non riusciva a crederci. Quasi. Era da anni che aspettava quel momento e finalmente sarebbe arrivato.
In ogni caso, la mattina successiva avevano ricevuto, per abituarsi, gli incarichi della giornata, cose semplici per iniziare come consegnare il Corriere di Vien di casa in casa insieme ad Ilario oppure svolgere delle piccole mansioni per i cittadini. Era stato molto appagante ricevere i ringraziamenti delle persone e vedere i loro volti sorridenti, aveva dato un senso a ciò che si aveva fatto.
Invece, uno dei giorni dopo, erano stati delegati a portare due importantissimi pacchi fragili presso la Collina Ventosa, dato che ormai conoscevano abbastanza bene i luoghi intorno alla città ed avevano una buona padronanza dello Styler. Si erano chiesti per tutto il tragitto cosa caspita contenessero, resistendo eroicamente a scuotere il contenuto o sbirciare dentro per svelare il mistero, ma alla fine, quando erano arrivati in cima, avevano scoperto che si trattava del pranzo per i membri del Centro. Mangiare insieme sull'altura, con vista mare, era stato non solo divertente ma addirittura entusiasmante. Inoltre, nella Spiaggia Zefira bazzicavano molti Pokémon. Certo, per esempio si doveva stare attenti alle pericolose pozze lasciate dagli Shellos, però a parte quello non c'erano molti problemi.
Insomma, ogni giorno lì era una nuova e fantastica esperienza, non sarebbe stato un male se si fosse continuato in quel modo.

Quella mattina, al contrario delle volte precedenti, il leader del Centro aveva annunciato che si sarebbero divisi in squadre da due, scelte da lui, per fare una specie di pattugliamento delle varie zone: Nara, son suo grande disappunto, sarebbe andata con Zero nella Strada dell'Accademia, Candice con Tsukiko nella Spiaggia Zefira e Koito con Brando nella Foresta di Vien. Ilario, Darren e Luana sarebbero rimasti a Vien insieme ad Elena e l'operatrice, per essere pronti ad aiutare in caso di imprevisti. Evidentemente il capo li aveva ritenuti all'altezza della situazione, o forse gli stava affidando incarichi via via più impegnativi per testare le loro capacità. Comunque fosse, dato che il bosco a nord era piuttosto grande, appena avevano raggiunto uno spiazzo Brando si era separato da Koito, prendendo un percorso differente dal suo e dicendogli di restare in contatto attraverso il dispositivo di comunicazione. Ecco spiegato il motivo del perché il ragazzo era da solo.

Il giovane teneva la mano destra sullo Styler, per far scattare il disco di cattura in qualsiasi momento, lo sguardo vigile e serio. Era decisamente teso ed aveva pure ragione. Fino a quel momento i Pokémon selvatici erano stati tranquilli e bastava non attirare troppo la loro attenzione per non dover ingaggiare un inseguimento o un combattimento, tuttavia aveva un brutto presentimento: era come se dovesse accadere qualcosa da un secondo all'altro e non si sentiva affatto sicuro.
Purtroppo, non fu felice di sapere che non si sbagliava.

Koito si trovava in prossimità di uno dei due ponti quando, per cause sconosciute, si verificò all'improvviso la prima scossa tellurica: la terra vibrò leggermente e, per un beato attimo, pensò che si fosse frutto della sua immaginazione, però venne smentito quasi subito perché ci fu una seconda breve scossa di intensità maggiore. Alcune foglie si staccarono dai rami degli alberi e caddero al suolo, i ciottoli saltellarono sul posto e tremarono, le travi legnose del ponte traballarono. Le persone sane di mente scapparono. I Pokémon, poi, parvero impazzire. Non erano più solo impauriti, no, erano terrorizzati. Nonostante il fatto che la terra avesse smesso di assestarsi, non si tranquillizzarono.
All'inizio Koito rimase paralizzato dallo spettacolo, tanto che non riusciva a muovere un muscolo, ma capì presto che non poteva permettersi di fare la bella statuina tanto a lungo e si riscosse, andando verso un angolo all'apparenza protetto dal caos che lo circondava. La sua mano scattò sullo Styler, che indossò sulla sinistra, ed attivò una delle funzioni di cui era dotato per mettersi in collegamento con il leader. Appena il capo rispose alla chiamata, non gli diede il tempo di proferire parola ed andò dritto al sodo, non avendo a disposizione nemmeno un minuto per perdersi in chiacchiere inutili.
-Brando, i Pokémon sono come impazziti! C'è stata una scossa...cosa devo...-
-Corri e raggiungimi, ragazzo, senza voltarti indietro o avviare una cattura. Io intanto contatto il Centro- Chiuse la comunicazione, non lasciando spazio alle obiezioni, e Koito scelse l'unica opzione disponibile per uscire da quella situazione, ovvero seguire l'ordine datogli.
Uscì dal riparo di fortuna e si precipitò verso il punto di incontro, che aveva localizzato grazie alla mappa dello Styler. La tentazione di fermarsi era forte, anzi, fortissima, però non aveva il lusso di farlo. Per sua sfortuna, ci pensò uno stormo di Taillow, formato da tre o quattro esemplari, ad inchiodarlo: lo circondarono e presero a sfrecciargli intorno, sferzandolo con le ali ed impedendogli qualsiasi possibilità di ritirata. In precedenza erano appollaiati sui rami di un albero ed erano caduti per colpa della scrollata subita; non erano arrabbiati, bensì spaventati, e continuarono a scappare da una parte all'altra in preda al panico. A quello stadio, non gli rimase, suo malgrado, che attivare il Disco di cattura e tentare il tutto per tutto. Cominciò a creare degli anelli concentrici attorno alle creature volanti, provando a completare qualche cerchio, e, nel momento in cui ci riuscì, si diede alla fuga il prima possibile: il suo obiettivo non era calmare i Pokémon, ma raggiungere il leader. Inoltre, non era abituato a catture di quel tipo e aveva subito parecchi danni in seguito ai numerosi attacchi. Non si sarebbe mai detto, però i Taillow risultavano piuttosto aggressivi quando volevano, senza dimenticare che possedevano una fantastica velocità ed un'ottima abilità aerea.
Dopo una manciata di minuti giunse nel posto designato, un grande spiazzo simile a quello dove si trovava lui, e vide il capo intento a catturare i Pokémon che lo avevano assalito. Ci volle poco per far sì che ci riuscisse, il problema era che ce n'erano ancora troppi. Appena Brando lo notò, gli andò incontro e gli diede una possente pacca sulla spalla che non lo atterrò per un soffio, mantenendo lo sguardo serio.
-Fra non molto dovrebbero arrivare i rinforzi. Sei stato bravo, ragazzo- disse schietto, facendo trasparire il suo sollievo. Koito non poté che sentirsi rassicurato ed annuì -Nel frattempo cerchiamo di migliorare la situazione- Si voltò ed il Disco dello Styler schizzò fuori. Il giovane prese un respiro profondo e lo imitò. Non sarebbero di sicuro stati fermi ad aspettare.

***

Nara e Zero, pattugliando il percorso, stavano percorrendo la Strada dell'Accademia per la milionesima volta. Ormai ne avevano per il conto. In realtà, l'avevano fatto mica per niente, ma perché la via era molto stretta e continuando a muoversi risultava più facile evitare i Pokémon selvatici. Stava, però, diventando noioso. Inoltre, come si poteva intuire dal nome, quella era la strada che funzionava da collegamento con la scuola e loro due non dovevano spingersi oltre al ponte di legno, quindi il viaggio era davvero breve. Quante ore erano passate?
Nara controllò l'orologio dello Styler: era circa mezzogiorno, una buona notizia, entro poco sarebbero potuti tornare al Centro per mangiare. Era così persa nei suoi pensieri che non si accorse del compagno, che stava tentando di attirare la sua attenzione in ogni maniera possibile, fino all'ultimo.
-Ehi! Mh...i tuoi capelli sono spettinati-
-Cosa?!- Si girò verso di lui, con lo sguardo ridotto a due fessure.
-Ti sei degnata di ascoltarmi, eh- Per tutta risposta, incurvò un angolo della bocca all'insù ed sollevò le sopracciglia, con l'effetto di farle alzare gli occhi al cielo.
-Si chiama tecnica di sopravvivenza: tu blateri cose a caso ed io ti ignoro- replicò lei.
La situazione precipitò di colpo: il viso di Zero si rabbuiò, cambiando completamente espressione nel giro di qualche secondo, ed il suo divenne un amaro sorriso, anche se sembrava il residuo di una maschera che non aveva intenzione di togliere per non far cadere il suo travestimento. -Hai mai pensato a...- Non fece in tempo a finire la frase che si verificarono gli stessi eventi della Foresta di Vien: in sintesi, piccoli sismi e parecchio caos. L'attenzione dei due, superato l'iniziale shock, venne subito calamitata dalle creature terrorizzate che si agitavano in lungo e in largo a causa del terremoto.
Nara agì senza pensare: puntò il gruppo di Pokémon più vicino a lei e fece per andargli incontro con aria decisa, venendo però fermata dall'altro, che l'acchiappò per un braccio e la costrinse a voltarsi.
-Dimmi, vuoi gettarti a capofitto in un mare di guai apposta oppure è una dote naturale?-
-La tua stupidità è una dote naturale- ribatté acida, liberandosi l'arto dalla presa. L'avventatezza era uno dei suoi difetti più grandi, ma era testarda allo stesso modo. Sapeva che quello che chiamava scemo aveva ragione, ma non lo voleva ammettere.
-Non rifletti mai prima di passare all'azione, eh? Se io sono stupido tu sei troppo impulsiva- proferì quelle parole di rimprovero, sbattendole in faccia la pura verità, con una tale serietà e fermezza che per un attimo Nara dubitò che fosse lui il ragazzo che conosceva. In ogni caso, restò imbambolata a fissarlo e cominciò a rendersi conto di ciò che aveva fatto, assumendo uno sguardo tristemente consapevole. Dopotutto, pure lei portava una maschera: sotto l'atteggiamento sarcastico ed indifferente, infatti, si nascondeva una persona molto sensibile. Zero sembrava averlo appena compreso -Senti...- Se avesse potuto continuare, magari avrebbe proposto una maniera per superare la situazione, ma non poté. Gli occhi azzurri del ragazzo si sgranarono alla vista di qualcosa oltre le spalle dell'altra e, con una mossa fulminea, si parò di fronte a lei, accendendo lo Styler e facendo attivare il Disco di cattura. Nara si voltò ed ebbe la medesima reazione, però il braccio del giovane le sbarrò la strada per non farla proseguire: un gruppo di sei o sette Croagunk si stava avvicinando e non pareva avere buone intenzioni.
-Ehi!-
-Tu contatta il Centro, io ti copro- disse Zero, pronto a combattere.
-Tsk, contatto il Centro e poi ti aiuto-
-Ma...-
-Io non sono la principessa da proteggere e tu non sei il mio principe, non rimarrò a guardarti dagli spalti- Dichiarato ciò, arretrò di qualche passo e si mise in collegamento con l'operatrice.
-Metti in viva voce!-
-È già in viva voce, sto aspettando che risponda-
-Perfetto!- Il ragazzo tornò a concentrarsi sui Croagunk ormai vicinissimi, che avevano gonfiato le sacche contenenti veleno delle guance e stavano emettendo dei versi simili a gargarismi per intimorirlo. L'unica cosa a cui stava pensando, però, era: "Come caspita fanno queste sottospecie di rane ad essere delle apprezzate mascotte?". Tracciò degli anelli intorno ai Pokémon e completò qualche cerchio, cercando di resistere e di non scaricare lo Styler finché Nara non fosse arrivata.
La sopracitata, intanto, era riuscita nel suo intento e non aveva atteso un minuto di troppo: -Parlo dalla Strada dell'Accademia, i Pokémon sono impazziti in seguito a delle scosse, cosa dobbiamo fare?-
-Cercate di calmare più Pokémon possibili, vi inviamo rinforzi-
-Ricevuto- Chiuse la chiamata e si rivolse al compagno -Sentito? Diamoci dentro- Lo raggiunse e gli si accostò, attivando il Disco.
-Ottimo- Lui aveva preso circa la metà dei Croagunk, i quali per qualche strano motivo se n'erano andati e non erano diventati amici, ma aveva subito non pochi danni. Non era stato capace, infatti, di evitare a lungo i loro sferzanti attacchi velenosi, che avevano spezzato numerose volte la Linea di cattura ed in quel momento l'energia del suo dispositivo era diminuita per metà. Da solo non ce la poteva fare, però in due...in due sì. Unirono le rispettive Linee in un unico cerchio e ben presto fu tutto sistemato. Peccato che il lavoro non fosse ancora finito: dovevano pensare pure alle altre creature presenti.
Nara si posizionò di fronte al compagno. -Allora?-
-Il mio Styler è danneggiato- ammise con tono scocciato, soppesando il dispositivo come per capire se poteva ancora funzionare o stava per esplodere.
-Mh, il mio è in condizioni solo leggermente migliori...-
-Siamo una bella squadra, comunque-
-Bellissima- Non pareva stesse scherzando. Durante e dopo la loro litigata, avevano scoperto diversi lati di loro stessi e si erano riappacificati.
-Forza, dimostriamo cosa sono capaci di fare due membri del Team Accademia!-
-Con piacere!-
Corsero nella direzione in cui gli sembrava ci fosse più confusione e fu circa a metà strada che la ragazza arrestò il passo, facendo inchiodare Zero all'improvviso.
-Ehi, tutto a posto? Perché ti sei...-
-Tu va' avanti, poi ti spiego- mormorò, fissando un punto ignoto fra la vegetazione, turbata.
-Come vuoi- rispose, scrollando le spalle e continuando il cammino.
-E non affrontare troppi Pokémon insieme- si raccomandò lei.
-Ovvio- replicò, la voce ormai lontana.

Nara si avviò un po' titubante verso dei cespugli, spostandoli con le mani, e fu tentata di scappare. Il fatto era che aveva visto le piante muoversi e, considerando che di norma non si muovevano di volontà propria, era andata a controllare per prevenire ogni evenienza. Non si immaginava, però, che avrebbe trovato un Buneary rannicchiato su se stesso con gli orecchi entrambi arrotolati, che drizzò nel momento in cui si accorse della giovane. Quest'ultima sapeva per esperienza che quando un Buneary si comportava in quel modo era perché aveva avvertito un pericolo ed i suoi riflessi si attivarono facendola balzare all'indietro, giusto un secondo prima che il Pokémon estendesse le sue orecchie e colpisse con forza, imprimendo un solco, il posto in cui si trovava. A quel punto, per quanto le costasse, diresse il suo Styler nella direzione della creatura e la catturò in qualche mossa, evitando i potenti attacchi fisici che utilizzava per difendersi. Aveva trasmesso al Buneary, che si era tranquillizzato, i suoi sentimenti di amicizia e, stando a quanto era avvenuto con i Croagunk di poco prima, se ne sarebbe dovuto andare, ma, al contrario, si era messo a fissarla dritta negli occhi. Ciò non fece che rievocare una marea di ricordi sopiti nella mente di Nara, la quale sussurrò un tremulo saluto e fece velocemente dietrofront.
Raggiunse Zero, intento a controllare i danni e l'energia del suo dispositivo di comunicazione con espressione corrucciata, che appena si accorse della presenza dell'altra alzò lo sguardo e sorrise.
-Tutto risolto?-
-Più o meno, magari ne parleremo quando avremo finito qui- rispose, ancora scossa.
-Mh, spero che i rinforzi arrivino presto, è un miracolo che il mio Styler non si sia autodistrutto-
-Non ci resta che aspettare-
-Eh già-
Rivolsero la loro attenzione alla via e presero un respiro profondo: mancava poco.

***

Candice e Tsukiko avevano appena completato di pattugliare la Spiaggia Zefira e le zone circostanti, salvo la Grotta Marina non accessibile a causa dell'alta marea. Le onde sbattevano pigre sul bagnasciuga ed i Pokémon bazzicavano nei dintorni come al solito, non c'era niente di strano. Dato che l'area da controllare era abbastanza grande e non avevano intenzione di dividersi, le due si posizionarono in un punto strategico all'ombra degli alberi, ovvero a metà strada fra la spiaggia e la Collina Ventosa. Facendo in quella maniera avrebbero potuto sorvegliare sia la costa, dall'alto, che  il promontorio. Candice si tolse gli occhiali da sole che indossava per proteggere gli occhi chiari e sensibili, che al sole diventavano quasi lilla.
Nel tempo necessario a percorrere ed ispezionare ogni tratto del luogo, avevano superato, o meglio si erano trovate costrette a superare, l'imbarazzo che c'era fra di loro ed avevano cominciato a conversare, arrivando addirittura a scoprire interessi in comune. In realtà, da quando erano entrate all'Accademia, si erano parlate, ma non erano mai andate oltre a qualche semplice scambio di battute. Ciò che si diceva riguardo alla Spiaggia Zefira, evidentemente, era fondato.
Ad un certo punto, Candice vide le onde del mare altrimenti piatto incresparsi ed ebbe un brutto presentimento. Poco dopo, si verificarono delle scosse sismiche. Le creature vicine alla riva ed alle pareti rocciose dovettero allontanarsi per non essere investite dall'acqua o dai massi. Le onde di quello che si sarebbe potuto definire un maremoto, in circostanze diverse, per fortuna non erano molto alte e di conseguenza non intense a livelli mortali; non provocarono grandi danni ed i suoi effetti non furono pericolosi, tuttavia suscitarono panico e paura.
Le due giovani furono svelte ad allontanarsi dai gradini di pietra e ad attendere, lontane dal pericolo, che la terra finisse di vibrare, per poi constatare con spavento la condizione in cui versavano i Pokémon. Un urlo, proveniente dall'altura, le fece rinvenire, ricordandogli che dovevano fare qualcosa, e Candice prese in mano la situazione.
-Tsukiko, occupati della zona. Io provvedo a mettere al sicuro le persone- disse seria, mantenendo il sangue freddo. Aveva semplicemente distribuito dei compiti, però nel farlo era sembrata un vero leader e questo aveva spiazzato per un secondo la ragazza dagli occhi eterocromi, che fu capace soltanto di annuire.
Le due si separarono, andando una verso la spiaggia e una verso la collina.

La prima, scesa la scala in pietra, si imbatté subito in due Shellos e dovette saltare con un balzo le pozze d'acqua lasciate da loro per non danneggiare il suo dispositivo di comunicazione. Una volta sulla rena, con più spazio per muoversi, accese lo Styler ed avviò la cattura. Disegnò molteplici anelli attorno ai bersagli, cercando di evitare le bolle d'acqua che le venivano lanciate contro, e completò la cattura senza subire troppi danni. Però non poté gioire a lungo, perché arrivarono subito altri Pokémon. Si preparò mentalmente e puntò il congegno elettronico.

La seconda, nel mentre, aveva corso come non aveva mai fatto fino al promontorio, dove si trovava una giovane coppia di innamorati intenta ad abbracciarsi dopo aver subito un grande spavento. I due erano a pochi metri dallo strapiombo che dava sul mare e probabilmente uno era inciampato a causa dell'instabilità del terreno, rischiando di cadere nel vuoto. Per fortuna, non era accaduto nulla di grave. L'appena arrivata si mosse nella loro direzione e, facendosi notare, non tardò a spiegare cosa ci faceva lì: -Sono venuta per portarvi in un posto sicuro. I Ranger si occuperanno della zona- lo affermò con un tono talmente convinto che la coppia non fece storie a seguirla. Con lei in testa, scesero le rampe di scale che portavano alla spiaggia ed iniziarono a costeggiare la parete per evitare l'avvistamento da parte dei Pokémon selvatici. Candice vide la compagna che si preparava per un ulteriore cattura e continuò a camminare, confidando che le avrebbe guardato le spalle. Nel piccolo spiazzo in cima ai gradini venne puntata da un Bidoof, che però catturò con pochi e veloci anelli. Giunta nei pressi de varco che avrebbe fatto sbucare a Vien, salutò la giovane coppia, a lei grata per ovvi motivi, e fece per raggiungere l'altra, ma venne fermata da una chiamata da parte del Centro. La aprì e subito l'assistente prese la parola.
-Parlo con Candice alla Spiaggia Zefira giusto? Il tuo dovrebbe essere l'unico Styler al momento disponibile per un collegamento- Alla risposta affermativa della ragazza, riprese -Qual è la situazione?-
-In seguito alle precedenti scosse la mia compagna ed io ci siamo adoperate per evacuare la zona e calmare i Pokémon-
-Ottimo lavoro. Avete bisogno di rinforzi?-
-No, possiamo risolvere in fretta-
-Ricevuto, tornate il prima possibile-
-Sì-
Il collegamento si interruppe e Candice poté aggiungersi all'altra, che comunque non se la stava cavando affatto male, anche se aveva subito qualche danno e l'energia dello Styler non era al massimo. Quando arrivò ad aiutarla, lei aveva già catturato la maggior parte delle creature nelle vicinanze ed insieme completarono l'obiettivo. Nel momento in cui tutti i Pokémon selvatici si tranquillizzarono e tornarono alle loro abitudini, non ci fu nessuna esultanza superflua. Le due, prima di dirigersi verso il Centro, fecero un ultimo giro dell'area, tanto per assicurarsi che la situazione fosse di nuovo normale e poi poterono avviarsi per la strada che portava alla città.
Quella sarebbe stata senza dubbio una giornata che non avrebbero mai dimenticato, da quanto era stata strana e destabilizzante. Di certo non era un'avventura che i Ranger avevano previsto per il loro pattugliamento. Cosa ancora più certa era che non era roba per Allievi dell'Accademia.

***

Al Centro di Vien si svolgevano le solite attività, anche se c'era troppa calma ed era una cosa innaturale. Elena continuava a smontare e rimontare oggetti meccanici, come passatempo, mentre l'assistente controllava sullo schermo del computer che non ci fosse nulla di anomalo. Luana accarezzava Buneary, in groppa sulle sue spalle; Ilario e Darren, che ogni tanto lanciava delle occhiate alla Ranger, chiacchieravano scherzosamente fra loro; Roselia, i cui fiori profumati diffondevano una piacevole fragranza nell'aria, e Skorupi si rincorrevano in giro per la stanza.
Al contrario di ciò che stava succedendo nelle zone circostanti al borgo, lì non si accorsero né delle scosse né dello stato dei Pokémon, non si verificò niente del genere. Se anche avessero sentito qualcosa, erano impegnati e credettero che si trattasse del frutto dell'immaginazione. Però non ci volle molto per essere al corrente dell'accaduto, perché arrivarono le chiamate dai Ranger in pattugliamento richiedenti aiuto e rinforzi. L'operatrice fece del suo meglio per spiegare tutto ai confusi ed allarmati presenti, i quali non avevano compreso molto a causa del caos. Ilario, capita la gravità della situazione, assunse il ruolo di capo della situazione ed affidò un incarico ad ognuno dei membri del Centro, cosicché lui e Darren potessero andare alla Foresta, Luana alla Strada dell'Accademia e le restanti due potessero prestare aiuto a chi fosse giunto lì. Dopo che i tre Ranger furono usciti, l'assistente si mise in collegamento con Candice, perché il gruppo formato da lei e Tsukiko era l'unico a non aver contattato il Centro e voleva assicurarsi che stessero bene. Una volta appurato che non ci fossero problemi, spostò la sua attenzione sul display, dove venivano monitorati gli stati dei Ranger in missione. I loro Styler mandavano un segnale costante che permetteva ai Centri o alle Stazioni Ranger di poterli rintracciare in ogni momento.
Ilario e Darren, seguiti come al solito dai fedeli compagni, si erano separati da Luana, diretta ad est, ed avevano raggiunto la Foresta: constatata la condizione dei Pokémon, si erano adoperati a catturarli e calmarli. In quattro, inclusi Brando e Koito, avevano ripristinato la situazione anche in una selva vasta come quella.
Luana, intanto, aveva imboccato la Strada dell'Accademia ed, evitando per il momento le creature che incontrava sul cammino, aveva trovato i due Ranger intenti a combattere schiena contro schiena. Tutti e tre insieme non avevano avuto problemi a riportare la tranquillità. I loro Styler salirono di parecchi livelli.
Quando tornarono al Centro, le altre erano già lì.

***

Candice e Tsukiko arrivarono a Vien, ma quando entrarono alla base c'erano soltanto Elena e l'operatrice, che le accolsero sollevate di vederle. Candice aveva gli occhiali da sole in mano ed i suoi capelli, prima pettinati con cura e raccolti in una coda alta, erano in disordine; questo l'aveva resa leggermente nervosa.
Ormai mezzogiorno era passato da un bel pezzo. Non molto tempo dopo, comunque, pure i componenti delle rimanenti squadre imitarono le due e fecero il loro ingresso nel posto. Chi più chi meno, parevano spossati. Ilario e Darren si erano appoggiati alla parete; Zero aveva acchiappato Koito ed aveva cominciato a straparlare, nella migliore delle ipotesi per spostare la sua attenzione su qualcosa di leggero; Nara, vicina a Luana, guardava il suo partner Buneary, che le faceva riaffiorare dolorosi ricordi, con pentimento misto a voglia di allontanarsi ed era talmente concentrata su di lui che non diede nemmeno troppa considerazione al fatto che si era sporcata nell'arco della mattina, cosa non da lei. In ogni caso, le sorprese non erano finite. Brando, con suo sommo dispiacere, si rivolse agli altri, in particolar modo ai giovani Ranger: doveva dare delle spiegazioni riguardanti la pericolosa situazione della regione di Almia, consapevole che non ne sarebbero potuti restare all'oscuro ancora a lungo.

***

All'Accademia tutti gli studenti del primo anno, quella mattina come le precedenti, si erano diretti nell'aula dei professori Mina e Catturio per svolgere i corsi con loro, come facevano da circa una settimana. All'inizio gli era sembrato davvero stranissimo svegliarsi, prepararsi, mangiare, andare a lezione e passare il tempo senza la presenza dei compagni più grandi, che erano diventati degli amici Poi si erano abituati. Però soprattutto per Leo, solo, se si escludeva Turtwig, in un intero dormitorio, era stato abbastanza difficile, perché i due ragazzi con i quali condivideva la camera erano come due pilastri su cui sapeva di potersi appoggiare nei momenti di bisogno: le loro battute e la loro simpatia lo avevano accompagnato per tutta la durata del suo anno scolastico, non averle era stato l'equivalente di sentirsi mancare la terra da sotto i piedi. Proprio per questo motivo trascorreva molto più tempo insieme a sua sorella e alle altre, che aveva imparato a conoscere.
Quel giorno si sarebbero dovuti esercitare a catturare nell'ampio terreno che circondava la scuola i Pokémon con i loro Styler Accademici, che essendo uno strumento didattico e disponendo di capacità limitate non permettevano l'utilizzo di molteplici funzioni differenti, con l'obiettivo di non farne esaurire completamente l'energia. All'apparenza era una cosa fattibile, molto fattibile, tuttavia si rivelò più complicata del previsto per ragioni immaginabili. Infatti, l'Accademia non venne risparmiata dal caos che aveva scosso le zone vicine.

***

I giovani Allievi stavano giusto iniziando a fare amicizia con i piccoli abitanti del cortile quando queste vennero spaventate a morte dalle vibrazioni della terra e li costrinsero ad una rapida quanto disperata fuga. Pure le persone dentro l'edificio si chiusero dentro le stanze per ripararsi dagli attacchi dei Pokémon in giro per i corridoi. Rita e Lidia, per esempio, si trovavano nel bel mezzo di una cattura doppia e dovettero interromperla prima di rischiare la distruzione dei rispettivi dispositivi di comunicazione. I due insegnanti non persero nemmeno un prezioso secondo ad attendere e si precipitarono a proteggere i loro studenti, ma ben presto realizzarono che loro due da soli non sarebbero stati capaci di calmare le creature di uno spazio talmente grande.

-Team Accademia, a raccolta!- esclamò il professor Catturio, mettendo da parte l'umorismo e radunando il gruppo in un angolo, nel frattempo che la professoressa Mina gli guardava le spalle -Questa non è un'esercitazione, è un incarico. Se volete conquistare il mondo con i vostri sentimenti puri, questo è il momento adatto per dimostrare che ne siete in grado. Fate il possibile per calmare i Pokémon e se siete in difficoltà ritiratevi-
Quella era l'occasione perfetta per i ragazzi di rendersi utili. -Sì!- risposero in coro, spinti da una nuova e rinnovata determinazione. Dopodiché si sparpagliarono in diverse direzioni, ognuno con in mente lo stesso pensiero. Catturarono uno o due Pokémon per turno e misero in piedi strategie intelligenti che non gli fecero subire tanti danni, anche se ci impiegarono un po' di più perché si mantennero sulla difensiva. Grazie all'aiuto degli insegnanti ed alla superiorità numerica, considerato che si preoccupavano di un'area per volta tutti e sette insieme, riportarono la situazione alla normalità in un tempo relativamente breve, nonostante fossero degli studenti del primo anno.
Prima di poter tirare un sospiro di sollievo e rientrare, però, Leo si rese conto del fatto che c'era ancora qualcosa che non andava, da qualche parte all'Accademia. Per un attimo considerò l'idea di andare a controllare di persona ed il suo sguardo si fece pensieroso, ma quando i rimanenti membri del gruppo lo chiamarono si riprese e li raggiunse, lasciando perdere. Di sicuro non poteva muoversi in libertà proprio in quel momento. Magari in un altro, non in quello. Turtwig gli saltò in testa, rischiando per poco di fargli perdere l'equilibrio: lo faceva in modo affettuoso, tuttavia in certe occasioni non se l'aspettava. Per un attimo si chiese perché il suo amico non fosse impazzito dal panico come i suoi simili, ma accantonò la domanda.
I due professori, una volta dentro, li mandarono nelle rispettive camerate, dicendogli che si sarebbero visti il giorno successivo a lezione, anche se avrebbero avuto molte cose da spiegare.


Spazio dell'autrice
Ormai non so più se pubblico effettivamente di sabato o di domenica, da quanto faccio tardi. Fra l'altro mi dispiace tantissimo, quindi spero che questo capitolo un po' più lungo e movimentato dei precedenti vi piaccia. Ditemi cosa ne pensate, perché non ho davvero idea di cosa pensare, ho sempre la paura di andare OOC!
Grazie mille a chi recensisce!
Ci sentiamo fra due settimane!
   
 
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