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Autore: Saigo il SenzaVolto    23/07/2017    2 recensioni
AU, CROSSOVER.
Sequel de 'Il Pianto del Cuore'
Era una serata come tutte le altre, quando improvvisamente Naruto, assieme a Hinata, Sakura e Sasuke si ritrovò in un luogo sconosciuto senza ricordare nulla. Ma loro non sono i soli ad essere finiti lì. Direttamente dall’oltretomba infatti, anche i genitori di Sasuke e quelli di Naruto fanno la loro comparsa, insieme a due personaggi provenienti dal futuro: Sarada Uchiha e Boruto Uzumaki.
Quest'ultimo, inoltre, molto diverso dalle aspettative di tutti!
Tra dispute familiari, passati dolorosi e comportamenti inaspettati, per i nostri eroi non sarà facile andare d'accordo. Ma tutti loro dovranno riuscire ad unirsi insieme per superare molte difficoltà, poiché una grave minaccia rischia di distruggere il loro mondo.
E loro sono gli unici in grado di fermarla!
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Boruto Uzumaki, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sarada Uchiha, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: Cross-over, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden
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PREMESSA: alcuni personaggi ed eventi di questa storia potrebbero essere diversi rispetto all'opera originale! Dipende tutto dalla mia immaginazione!


 


 

Futuro, Stupore e Rabbia 2



“Molto bene,” disse il ragazzo rinfoderando la sua arma dietro la schiena e guardandolo negli occhi. “Allora comincia a parlare.”

L’Eremita continuò a sorridere, come divertito dalle sue parole.

“Questo tipo è forte!” pensò Boruto tra sé. “Più forte di Momoshiki e Kinshiki. Riesco a percepire un enorme potere in lui. Senza contare la presenza di quelle nove strane sfere ai suoi piedi e il fatto che sta volando…”

Fu allora che notò per bene qualcosa su di lui.

“Quegli occhi!” realizzò improvvisamente. “Sono simili all’occhio sinistro di Sasuke Uchiha. Il Rinnegan!”

“Cosa sta succedendo qui?” domandò Sarada con una voce carica di tensione.

“Rilassati, giovane Sarada,” disse Hagoromo pacatamente. “Nessuno di voi due è in pericolo. Non ho intenzione di farvi del male. Vi ho portati qui semplicemente per parlare.”

Sarada si calmò leggermente. Non capiva cosa fosse successo. Un momento prima si stava allenando assieme ai suoi amici, e poi all’improvviso si ritrovò in mezzo ad una foresta strana ed oscura. E come se tutto questo non fosse abbastanza strano, si era ritrovata in questo luogo assieme a BORUTO UZUMAKI in carne ed ossa. Il suo vecchio amico d’infanzia, nonché il criminale ricercato numero uno al mondo e uno degli uomini più pericolosi sulla faccia della Terra! Le era venuto quasi un attacco di cuore nel rivederlo così all'improvviso. E poi chi era quest’uomo? Era davvero il leggendario Eremita delle Sei Vie? Sarada aveva sempre creduto che la sua storia fosse solo una leggenda.

“Aspetta!” esclamò mentalmente osservandolo attentamente. “Ha gli stessi occhi di mio padre!”

“Se non vuoi davvero farci del male,” disse improvvisamente Boruto con voce bassa ma decisa. “Chi sono quelle otto persone nascoste a circa ventitré metri dietro di noi? Hai forse intenzione di farci un’imboscata?”

“Ha percepito la nostra presenza?!” pensarono allibiti tutti i diretti interessati.

“Cosa!?” esclamò la ragazza dallo stupore, assumendo una posizione di difesa.

L’Eremita sospirò dall’esasperazione massaggiandosi le tempie. 
“Come vi ho già detto,” spiegò di nuovo. “Non ho intenzione di farvi del male. Voglio solo parlare con voi. Le persone laggiù sono qui per lo stesso motivo. Adesso è giunto il momento che facciate conoscenza.”

Detto ciò fece cenno agli altri di avvicinarsi con la mano. Appena tutti si furono rivelati, calò un silenzio di tomba tra i presenti. Hinata guardava nervosamente i due strani ragazzi, le mani unite e le dita intrecciate dalla tensione. Sarada aveva gli occhi sgranati e le mani sulla bocca, e guardava come imbambolata Sasuke e Sakura, i quali a loro volta la osservavano con curiosità.

“C-Com’è possibile?” esclamò nella sua testa la ragazza, allibita. “Sono davvero mamma e papà? Sembrano così giovani!”

“Questa ragazza… ha qualcosa di familiare…” pensò Sakura osservandola attentamente.

“Ha il simbolo del clan Uchiha sulla schiena!” realizzarono contemporaneamente Fugaku, Mikoto e Sasuke. “Chi è questa ragazza?”

Nel mentre, Minato, Kushina e Naruto osservavano con grande stupore il ragazzo biondo col mantello, assorbendo ogni suo dettaglio. La sua somiglianza con Naruto era evidente, e quest’ultimo era decisamente curioso al riguardo.

“Sembra di guardarmi allo specchio! Senza contare quella cicatrice…” pensò Naruto, meravigliato.

Boruto osservò le persone di fronte a sé con muto stupore, il suo occhio sinistro aperto più del normale. Quelli davanti a lui erano il Quarto ed il Settimo Hokage! Insieme a Kushina Uzumaki e ad Hinata Hyuuga. I suoi genitori assieme ai suoi nonni. Ed era certo che gli altri fossero i genitori di Sarada, assieme a due persone che non aveva mai visto ma che con molta probabilità erano i suoi nonni. Tutto questo non aveva senso.

Improvvisamente il suo sguardo divenne freddo, aggrottò le sopracciglia e il suo occhio si ridusse ad una fessura.


“Che scherzo è questo?” domandò rivolgendosi all’Eremita con un misto di incredulità e collera. “Cosa significa tutto ciò?”

“Perché non vi presentate e fate conoscenza?” lo incalzò Hagoromo con un sorriso sulle labbra.

“Non prendermi in giro, vecchio!” sbottò Boruto minacciosamente. “Chi sono queste persone? Perché mi ritrovo faccia a faccia col Settimo ed il Quarto Hokage? Quest’ultimo dovrebbe essere morto da anni!”

Quelle parole piene di rabbia sorpresero tutti i presenti, confondendoli ulteriormente.

“Settimo Hokage?” si domandarono Naruto, Minato e Fugaku.

Anche Sarada si voltò per rivolgersi all’Eremita. “Puoi spiegarci cosa significa tutto questo?” chiese più pacatamente del suo compagno.

Hagoromo annuì. “Le persone che vedete sono proprio coloro che pensate essi siano.” disse loro l’anziano. “Sono state portate qui in questo luogo da me proprio come voi due, poiché il vostro mondo si trova in pericolo.”

Boruto e Sarada si scambiarono un’occhiata.

“Spiegati meglio.” dissero.

Così Hagoromo spiegò per filo e per segno la loro situazione, il fatto che si trovassero in un’altra dimensione chiamata Eldia, la presenza di tutti gli altri compagni e la minaccia di Vrangr che incombeva su di loro. Dopo che ebbe terminato di spiegare, i due ragazzi del futuro rimasero per diverso tempo in silenzio.

“Secondo la mia visione,” disse ancora l’Eremita. “Voi due siete indispensabili per la salvezza del vostro mondo. Per questo vi ho portato qui, nel mondo di Eldia, affinché decidiate se accettare o meno questo compito che solo voi potete assumere.”

“Capisco,” pensò tra sé Boruto. “Questo è davvero un altro mondo… Sembra proprio che alla fine io abbia vinto la scommessa, Toneri…”

“Cosa ti fa credere che possa fidarmi delle tue parole?” chiese poi con le braccia conserte. “Che prove hai?”

“Nessuna, giovane Boruto,” rispose l’anziano. ”Se non l’evidenza dei fatti stessi.”

“Wow!” esalò Sarada, completamente scioccata. “Non posso crederci! Un drago ha intenzione di distruggere il nostro mondo! Non avrei mai potuto immaginare una cosa simile neanche fra cento anni…”

“Quale sarà la vostra decisione?” chiese l’Eremita. Non potevano permettersi di perdere altro tempo. Dovevano agire in fretta se volevano avere qualche possibilità di sconfiggere Vrangr e salvare il loro mondo.

Sarada rifletté per diversi istanti. Non si fidava ancora di tutto ciò che Hagoromo aveva raccontato, eppure qualcosa dentro di lei sapeva che le sue parole erano veritiere. Ripensò alla sua casa e ai suoi amici, ai bei momenti che aveva vissuto nella sua breve vita. Il suo sguardo andò inconsciamente verso Boruto, il quale aveva gli occhi chiusi e la testa rivolta verso il basso, come se stesse riflettendo sul da farsi.

“Se rifiutassi, il mio mondo è destinato a sparire per sempre…” pensò lei con dolore.

Non poteva permetterlo. Non poteva abbandonare i suoi amici e tutte le altre persone del suo mondo in balìa del drago. Il suo sogno era diventare Hokage, ed un Hokage non si sarebbe tirato indietro dinanzi al pericolo.

“Io accetto!” dichiarò la ragazza con foga.

Hagoromo e tutti gli altri sorrisero e tirarono sospiri di sollievo nell’udire ciò. Non era stato molto difficile convincerla. Ora restava soltanto una persona da convincere.

“Cosa hai intenzione di fare tu, giovane Boruto?” chiese l’anziano saggio rivolgendosi al biondo che era rimasto in silenzio con gli occhi chiusi e le braccia conserte.

Il ragazzo sollevò lentamente la testa, e aprì il suo occhio sinistro. La sua espressione indecifrabile.

“Io rifiuto.” disse con un tono freddo e glaciale. “Riportami indietro.”

Il tempo si fermò per tutti i presenti per qualche istante. Nessuno voleva credere di aver udito realmente quelle parole.

“COSA?!” urlò improvvisamente Naruto, sconvolto ed incredulo.

Boruto si girò verso di lui, guardandolo con indifferenza e con un sopracciglio inarcato. “Non hai sentito?” disse sarcasticamente all’altro biondo. “Ho detto che rifiuto l’incarico. Non ho intenzione di rischiare la pelle contro un drago con il feticismo per il potere!”

“Ma non capisci?” riprese Naruto con enfasi, gli occhi sgranati e colmi di stupore.”Se rifiuti la missione, il mondo intero rischia di essere distrutto!”

“La cosa non mi interessa minimamente.” rispose ancora una volta con disprezzo il ragazzo del futuro. “Sono certo che voi da soli riuscirete nell’impresa anche senza di me.”

Naruto non riusciva a crederci. Questo ragazzo stava deliberatamente gettando in pasto al drago il destino del loro mondo senza neanche battere ciglio. Le vite di migliaia e migliaia di persone non valevano nulla per lui?

In un impeto di collera, Naruto lo afferrò da sotto il collo e si portò a pochi centimetri di distanza dalla sua faccia.

“Senti un po’,” gli urlò in faccia, mentre i suoi occhi incominciarono a diventare rossi sotto l’influenza della Volpe. “Come puoi essere così insensibile? NON T’IMPORTA NIENTE DELLA VITA DELLE PERSONE CHE DIPENDONO DA TE IN QUESTO MOMENTO? COME PUOI PENSARE DI DEFINIRTI UN NINJA SE NON VUOI NEMMENO-“

CRUNCH! SLAM!

“Boruto!” urlò Sarada, sconvolta.

Con un movimento fulmineo, Boruto aveva afferrato il braccio sinistro di Naruto piegandolo verso destra con un suono secco, e immediatamente dopo gli aveva sferrato un pugno nello stomaco talmente forte da farlo cadere a terra piegato in due dal dolore.

“Ugh…”gemette Naruto, coprendosi la pancia.

Tutti rimasero sconvolti dall’azione del biondo. Si era mosso talmente velocemente che nessuno era stato in grado di prevedere un suo singolo movimento. Immediatamente Sasuke e Minato si misero tra lui e Naruto, quest’ultimo ancora piegato a terra, pronti ad intervenire nel caso succedesse qualcos’altro.

“Fossi in te,” disse allora Boruto con un tono privo di emozione, rivolgendo il suo sguardo al ragazzo buttato a terra. “Aspetterei prima di saltare a conclusioni affrettate.”

“Cosa ti è saltato in mente?” urlò Kushina, infuriata.

Il ragazzo non sembrò minimamente turbato dagli sguardi minacciosi rivolti su di lui.

“Ha alzato lui le mani su di me per primo,” spiegò con calma, lanciando uno sguardo glaciale agli altri. “E, come ho già detto, la missione non mi interessa. Io non sono un ninja, quindi sono libero di rifiutare.”

“Che cosa?” esclamò mentalmente Naruto.

“Cosa vuoi dire?” domandò Sasuke.

Invece di rispondere, il ragazzo del futuro si voltò dall’altra parte dando agli altri le spalle, poi tirò fuori dalla tasca un oggetto e se lo legò saldamente in fronte. Fatto ciò, si voltò a guardare i presenti ancora una volta con un ghigno selvaggio sul volto.

Tutti rimasero sconcertati ed a bocca aperta per quello che videro. Sarada guardò in basso, i suoi occhi pieni di dolore e rimpianto.

Boruto aveva indossato un coprifronte col simbolo del Villaggio della Foglia, ma questo non era affatto un segno rassicurante. Il coprifronte infatti presentava un lungo taglio orizzontale lungo il simbolo della foglia, ed uno più corto in verticale che riprendeva esattamente da dove terminava la sua cicatrice sulla faccia, dando al ragazzo un’aria ancora più inquietante. Il significato di quel simbolo era evidente per chiunque.

Boruto era un Nukenin. Un ninja traditore.

“Come potete constatare,” disse il ragazzo indicandosi la fronte con un sorriso malvagio ed un tono divertito. “Io non sono uno shinobi. Sono un criminale. Un assassino. Una cattiva persona. Sono quello che voi ninja del Villaggio considerate feccia. Per questo non ho assolutamente nessun motivo per mettermi a fare l’eroe per la salvezza del mondo in cui viviamo!”

Naruto era rimasto totalmente basito e sconvolto. Quel ragazzo della sua stessa età e che gli somigliava così tanto era un ninja traditore. Era un criminale. Un ninja che aveva rinnegato il proprio villaggio ed i propri ideali. Un ninja ricercato in ogni parte del mondo. Un traditore della peggior specie. Un assassino.

“Dimmi Naruto Uzumaki,” chiese improvvisamente il giovane ragazzo del futuro con una voce ed uno sguardo privi di emozione. “Ora capisci perché non bisogna mai saltare a conclusioni avventate su qualcuno?”

Naruto rimase impalato. Non sapeva cosa pensare. Non sapeva come reagire di fronte ad un tale gesto.

“Io non sono un ninja.” aveva appena detto quel ragazzo. Non sapeva come rispondere ad una simile affermazione.

Sasuke osservò con attenzione questo misterioso Boruto col suo Sharingan. Era indubbiamente una persona molto forte, data la sua velocità e la sua performance contro l’Eremita di poco prima. Tuttavia c’era qualcos’altro in lui che lo metteva in guardia. Non era sicuro di cosa fosse, ma più lo guardava più i suoi sensi lo allertavano di stare attento. Era come se il suo stesso corpo emanasse un’aura di pericolo tutt’intorno a lui.

“Chi sei, Boruto?” pensò tra sé.

Hinata e Sakura erano troppo spaventate e scioccate dalla rivelazione per riuscire a dire qualcosa.

Gli adulti dal canto loro non sapevano cosa dire o come intervenire dopo questa rivelazione. Boruto era, effettivamente, un criminale, e come tale il suo comportamento egoistico era giustificabile. Anzi, era addirittura logico e prevedibile. Tuttavia, secondo la visione la sua presenza era indispensabile per riuscire a salvare il mondo. Cosa potevano fare per convincerlo a restare? C’era un qualche modo per riuscire a ribaltare la situazione?

“Dunque, caro Eremita delle Sei Vie,” riprese a dire il ninja traditore con calma. “Adesso che ti ho dato la mia risposta ed i miei motivi, mi riporterai indietro?”

“Sapevo che non sarebbe andata bene. Dovevo aspettarmelo…” pensò con tristezza Hagoromo con gli occhi chiusi. Alla fine, sospirò ed annuì debolmente in risposta.

Con un sorriso soddisfatto, Boruto fece un passo verso di lui.

“Se adesso te ne vai,” cominciò a dire improvvisamente Sarada, con la testa rivolta verso il basso. “Che ne sarà di lei, Boruto?”

Il biondo si fermò di botto all’udire quella domanda, il suo corpo teso e rigido come pietra. Tutti rimasero sbalorditi.

“Se noi dovessimo fallire,” continuò lei imperterrita con un tono sommesso. “Il nostro mondo andrà distrutto. E anche lei verrà uccisa. Te ne rendi conto, vero?”

Boruto strinse i pugni e i denti.

“Non osare neanche mettere lei in mezzo a tutto questo, Sarada!” sibilò il ragazzo a denti stretti senza voltarsi a guardarla. “Nessuno sarà in grado di farle del male finché ci sarò io! NESSUNO!”

“Ne sei davvero sicuro?” lo incalzò la ragazza, alzando lo sguardo su di lui. “Credi davvero di poter sconfiggere un mostro come Vrangr da solo?”

“Nessuno di noi sa quanto sia forte questo drago,” rispose con veemenza Boruto girandosi a guardarla, il suo sguardo pieno di furia e collera. “Stai soltanto assumendo qualcosa che non sai realmente a tuo vantaggio!” urlò alla fine.

“Ma se fosse vero?” riprese ancora Sarada, alzando ancora di più la voce e avvicinandosi a lui. “Se questo drago è davvero capace di distruggere interi mondi e di causare l’estinzione di intere razze, credi di essere in grado di sconfiggerlo DA SOLO?! Credi di essere invincibile? Come pensi di riuscire a proteggerla da una calamità così grande?"

Boruto scattò in avanti verso di lei, il volto rosso di rabbia e il suo occhio schiumante di collera. Con un movimento rapidissimo, afferrò Sarada per il collo con un braccio e la sollevò in aria, spaventando tutti i presenti. Tuttavia, prima che qualcuno potesse intervenire, emanò dal suo corpo un’ondata di chakra talmente forte da immobilizzare tutti al proprio posto.

Guardò Sarada con disprezzo, mentre lei tentava invano di resistere alla sua presa.

“Nessuno le farà del male! Non fino a quando sarò vivo! NESSUNO! Né un uomo, né un drago. Ucciderò personalmente chiunque ci provi! SONO STATO CHIARO?” sibilò Boruto con decisione ed odio, aumentando la pressione sul collo della ragazza.

“BASTA!” tuonò improvvisamente Hagoromo con forza.

Boruto fu costretto a mollare la presa su Sarada per l’improvvisa pressione che l’Eremita stava esercitando direttamente su di lui col suo chakra. La ragazza cadde a terra, tossendo e respirando a fatica.

Boruto e Hagoromo si fronteggiarono a vicenda, il primo con lo sguardo furioso e contorto, il secondo con calma e pacatezza, emanando entrambi ondate di chakra talmente forti da creare crepe nel terreno e spaccare i tronchi degli alberi nelle vicinanze.

Nessuno dei presenti riusciva a muoversi. Tutti erano come immobilizzati per lo spavento e la pressione attorno a loro. Persino il Quarto Hokage impallidì nel percepire la forza che Boruto e l’Eremita stavano esercitando col solo pensiero.

“C-Com’è possibile che questo ragazzo sia talmente forte?” si domandò Minato sconcertato. “La sua forza è decisamente superiore alla mia o a quella di tutti noi!”

“Boruto Uzumaki,” disse finalmente Hagoromo dopo questo confronto, sbalordendo ulteriormente i presenti con questa rivelazione. “La giovane Sarada ha ragione. Tu sei forte. Incredibilmente forte. Ma da solo non riusciresti mai a sconfiggere Vrangr!”

Boruto strinse i denti, visibilmente frustrato.

“Ti stiamo offrendo una possibilità.” continuò l’Eremita. “La possibilità di sconfiggerlo e di proteggere la persona più cara a te. La possibilità di garantire un futuro a lei, ai tuoi amici e a tutti coloro che sono in pericolo a causa del drago. Non sprecare questa occasione.”

Il ragazzo abbassò lo sguardo a terra, i pugni serrati e il corpo scosso da tremiti.

“So che sarà difficile per te stare accanto a queste persone,” continuò l’anziano avvicinandosi a lui e mettendo una mano sopra la sua spalla. “Ma so che puoi farcela. So che ne sei capace.”

Tutti rimasero con il fiato sospeso. Adesso era il giunto il momento decisivo per tutti. Il momento che avrebbe potuto garantire una possibilità concreta di vittoria.

“Hai fatto una promessa dopotutto, vero?” chiese infine con un sorriso l’Eremita.

Boruto spalancò il suo occhio, sconvolto. Aveva dimenticato la cosa più importante di tutte. L’unica cosa che ancora oggi dava forza al suo cuore affranto e freddo. La collera lo aveva accecato fino a dimenticarsene.

“Le ho fatto una promessa!” realizzò.

Era giunto il momento di mantenerla.

Chiuse gli occhi, fece un gran respiro e tentò di calmarsi, dimenticando momentaneamente la rabbia di prima. Alzò la testa verso Hagoromo e aprì l’occhio sinistro.

“Cosa devo fare per uccidere questo drago?”
 
 

Note dell'autore!!!

Salve gente! Come promesso, ecco a voi il quinto capitolo. Spero possa esservi piaciuto e che possa anche solo avervi suscitato qualcosa mentre lo leggevate. Il prossimo capitolo sarà l'ultimo della parte "introduttiva" della storia. Dal settimo i poi, la storia comincerà ad evolversi e ad essere molto più frenetica. A presto! ;)
 
   
 
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