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Autore: esercitodisogni    23/07/2017    1 recensioni
June Addison ha 19 anni. Si è sempre considerata una ragazza nella norma, spesso molto timida e riservata. Questo a causa della morte di sua madre, avvenuta quando lei aveva 5 anni, che l'ha portata a chiudersi un po' in sè stessa e a mostrare il proprio lato migliore solo alle persone con cui è molto in confidenza.
L'esatto contrario della sua migliore amica Carolina, che dai tempi delle medie fa strage di ragazzi in qualsiasi situazione si trovi. Questo in parte per la bellezza e in parte per il carattere estroverso.
Nonostante ciò June non si è mai trovata male in questo stile di vita discreto, anzi ci sta bene.
Però adesso, per forte che sia il legame con suo padre e per quanto ami quella quotidianità, è giunto il momento di partire per il college.
«Primo libro della tetralogia.»
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: OOC | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Universitario
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Apro gli occhi senza alcuna fatica, durante la notte mi sono svegliata continuamente a causa dell'agitazione. 

Guardo la sveglia, che fa le sette e quattordici. Mi alzo di scatto e corro in bagno: è tardissimo. Carolina sarà sotto casa mia tra sedici minuti. 

Al solo pensiero ho un attimo di panico, inspiro profondamente per calmarmi. Tra pochi minuti prenderemo la strada che ci porterà al college, verso ciò che per i prossimi quattro anni sarà la mia casa. 

Cerco di distrarmi lavandomi la faccia, poi mi dirigo verso l'armadio e mi è posto davanti il primo problema. L'armadio è praticamente vuoto, ho messo tutti i vestiti in valigia. 

"Hai diciannove anni e ancora hai la testa tra le nuvole. Non cambierai mai.", rido tra me e me.

Allungo un braccio verso il fondo per vedere cosa sia rimasto. Tra le mani mi capitano dei blue jeans con uno strappo sul ginocchio, una maglietta a maniche corte bianca e una felpa verde scuro felpata. 

Sorrido perché mi sembra un abbinamento perfetto, inoltre mi stupisco di aver lasciato fuori quei jeans, sono molto belli. Meglio così. Ai piedi metto le mie fedeli Superstar nere a strisce bianche e mi guardo allo specchio: direi che la situazione outfit è a posto. Mi dirigo in bagno, raccolgo i capelli in una coda e mi metto eye-liner e mascara. 

A questo punto non mi resta che prendere le valigie e salutare per sempre la mia cameretta, perché suppongo che dopo il college vivrò in un appartamento tutto mio. Anche perché non ho alcuna prospettiva di trovare la mia 'Dolce metà', quella è roba della Caro. Lei ha sempre avuto mezzo istituto ai suoi piedi sin dai tempi delle medie. In sostanza da quando la sua bellezza avesse avuto la possibilità di manifestarsi a pieno. Nessun ragazzo si è mai dimostrato interessato a me e non vedo perché debba farlo ora.

Comunque, prima di varcare la soglia della porta faccio un ultimo giretto: vengo invasa da così tanti ricordi. È come se una ventata di passato mi accarezzasse le guance, come se potessi respirarla. Mi viene da sorridere a guardare le foto in cui ero al mare con mia madre. Quella che preferisco è una in cui stiamo distruggendo i castelli di sabbia costruiti poco prima e facciamo le boccacce all'obbiettivo. Quanto ero piccola. Quanti anni avrò avuto? Non più di 5, perché lei poi ha abbandonato per sempre sia me che mio padre: la leucemia ce l'ha portata via. Mi vengono le lacrime agli occhi, ma le ricaccio indietro: non posso piangere, non oggi che è il mio primo giorno di college e l'eye-liner è venuto particolarmente bene. 

Quindi, respiro profondamente ed esco con il sorriso sulle labbra. Una volta fuori trovo mio padre che sta salendo le scale,

-Tesoro, vuoi che ti aiuti?

-Diciamo che non mi farebbe scomodo.

Scherzo. Forse ho esagerato a preparare cinque valigie, ma volevo avere tutto con me.

-Ci staranno in... stanza?

Mi chiede mio padre, senza nascondere la commozione nell'ultima parola. 

-Papà? No ti prego, stai piangendo?

Mi precipito ad abbracciarlo e lui mi stringe forte,

-La mia bambina va al college. La mia bambina è cresciuta.

-Oh, papà! Serenità, non sto partendo per il Fronte! Sarai sempre indispensabile nella mia vita.

Gli dico stampandogli un bacio sulla guancia,

-Sì sì lo so, piccola mia, sono io che mi lascio prendere troppo dall'emozione.

Risponde lui asciugandosi le lacrime,

-Che poi cadi dalle scale perché hai la vista offuscata.

Ci mettiamo entrambi a ridere. Ho sempre amato quando io lo prendo in giro e lui prende in giro me.

Mentre sto salendo a prendere le ultime cose mi squilla il cellulare:

-Ciao stupida, mi spieghi quanta roba hai portato? C'è qui tuo padre che per poco non investe un barboncino con i tuoi bagagli. Tu dove sei?

-Ciao tonta, ascolta io sono in casa, sto prendendo le ultime cose..

-Ne hai delle altre?

-Ssh, fammi finire. Non ho esagerato, ho preso tutto il necessario.

-Io leverei il 'necessario' nella frase.

-Invece di permettere a mio padre di investire barboncini, perché non vieni a darmi una mano?

-Arrivo, ma lo faccio per i barboncini, non per te. 

-Buono a sapersi.

Sembra che mi stesse parlando fuori dalla porta, perché come mette giù sento suonare. Vado ad aprire e compare davanti a me un metro e sessantacinque di bionda italiana con un sorriso che va da un orecchio all'altro. È tutta la settimana che fa il countdown e oggi sarà al settimo cielo.

È da picchiare, io mi vergognerei a essere tanto bella.

-Allora tesorino, cosa devo portare?

-Mancano giusto il trolley e la borsa con il PC.

-La borsa col PC è mia.

-Pff, malata di elettronica.

Ammetto che tutte le cose che mi sono portata dietro ingombrano parecchio, ma riusciamo a farcele stare. 

Do un ultimo grande abbraccio a mio padre e lui mi bacia la fronte.

-Chiamami ogni tanto, d'accordo?

-Certamente.

-Divertiti.

-Sarà fatto.

-E studia!

-E va bene.

Ridiamo entrambi. 

Carolina si precipita in macchina e si siede al posto del passeggero, mentre io mi metto al volante. 

-Povera, non sa guidare. 

-Ti taglio la lingua.

Mi fulmina lei. È stata bocciata all'esame teorico e lo deve rifare, quindi potrà muoversi con la sua macchina solo dopo Natale.

-Sarà una scocciatura anche per me doverti portare ovunque, cosa credi?

-Sei la peggior migliore amica che possa esistere.

Dopo che ci siamo picchiate Carolina mi mette una mano sulla spalla,

-Hey, stai bene?

Esito, ma alla fine sorrido:

-Sì.

-Sei pronta?

-Sì.

-Menomale, era ora di andarsene da sta buca. Mi ero proprio rotta.

-Beh, adesso non esageriamo.

Ridiamo entrambe,

-Vedi di guidare bene, Addison, perchè non è che mi fidi tanto. 

Mi dice con un sorrisetto da bambina innocente, 

-Tsk, che faccia tosta.

Le rispondo tirandole una caramella che ho trovato sul tappetino; quindi lei la scarta e la mette in bocca,

-Ah io? Ho fatto una battuta e tu mi tiri addosso la prima cosa che ti capita a tiro, che è comunque meno acida di te.

Dice dopo averla assaporata,

-Zitta tu che sei solo invidiosa.

-Ordini.

Ridiamo entrambe, poi mi guarda negli occhi, 

-Allora si va?

-Si va, rispondo io.

E metto in moto.

   
 
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