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Autore: Fonissa    23/07/2017    4 recensioni
[AU!HighSchool] [Musical] [Percico\Reynabeth] [Accenni: Jasper, Caleo, Frazel]
“Sai Nico, se per caso tu volessi ritornare a cantare, io potrei darti una mano.”
[...]
“Io so che tu desideri ritornare a farlo, ma non hai il coraggio. Pensa solo questo: Bianca lo vorrebbe.”
***
I segreti sono una parte di noi. Possono essere piccoli o grandi, oscuri o innocui. Percy Jackson, capitano della squadra di nuoto stimato da ogni studente dell'half-bloom High School, non aveva mai pensato di dover avere un segreto così grande fino a quando non si ritrovò davanti a quel pianoforte, a cantare con Nico Di Angelo. Per fortuna non sarà solo a dover sopportare questo peso.
Genere: Angst, Fluff, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Nico di Angelo, Percy Jackson, Percy/Nico, Quasi tutti, Reyna/Annabeth
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Quando quel pomeriggio il cellulare di Percy squillò per la prima volta, non fece nemmeno lo sforzo di vedere chi lo stava chiamando. Rimase steso sul suo letto, la testa affondata nel cuscino, continuando a sospirare. Stava cercando delle risposte in quel posto confuso che era la sua mente al momento, senza però avere molto successo. Erano troppe le domande che si poneva per riuscire a dare a tutte una risposta soddisfacente nel giro di un pomeriggio. Cosa significava per lui il canto? E il nuoto? Avrebbe dovuto abbandonare una delle due, o tentare ancora di reggere entrambe? E se avesse scelto ciò, sarebbe riuscito a non crollare? Suo padre cosa avrebbe pensato? Cosa aveva intenzione di fare dopo la fine del liceo?
E in tutto ciò, non aveva ancora toccato l'argomento Nico. Anche solo il fatto di doversi porre dei quesiti a proposito di ciò lo spaventava. Involontariamente, si ritrovò a pensare a quel pomeriggio che aveva cambiato la sua vita, quando si ritrovò a spiare Hazel e Nico dopo gli allenamenti di nuoto. Quindici giorni, era questo il lasso di tempo che era trascorso da quella volta. Solo quindici giorni erano bastati per mettere in dubbio le due sicurezze che aveva nella sua vita: il nuoto e Annabeth.
Al terzo squillo di cellulare, decise di rispondere. Si morse il labbro quando vide il nome di Hazel sul display, ma non attaccò.

"Pronto?"

"Percy, sono Hazel. Oggi per caso hai gli allenamenti di nuoto?"

"La coach ha avuto un imprevisto e ci ha avvisati che avremmo recuperato la giornata persa in un altro momento... Perchè me lo chiedi?"

"Ti va di venire a cantare oggi?"

"Non so, non mi sento molto bene..."

Dall'altra parte, Hazel alzò gli occhi al cielo. Come poteva quel ragazzo pensare che certe scuse sarebbero andate bene con lei? Eppure, sapeva quanto Percy era cocciuto. Doveva trovare un altro modo per farlo muovere dalla sua stanza, e forse sapeva proprio cosa fare.

"Okay, riformulo la domanda: vuoi venire da me per passare un pomeriggio tra pochi amici e spiegarmi perchè oggi stavi così giù di morale? Guarda che me ne sono accorta. Ci sarà anche Frank! Poi magari più tardi, se ti sarai ripreso, potremmo anche cantare."

Percy ragionò bene sulla proposta di Hazel. Quella ragazza era una delle sue amiche più care e si fidava ciecamente di lei, ma non poteva non pensare al fatto che ci sarebbe stato anche Nico. Stette qualche secondo in silenzio, poi pronunciò un debole: 'Va bene.' e disse che sarebbe arrivato tra cinque minuti. Il suo bisogno di sfogarsi con qualcuno era troppo forte.

"Nico, vai ad aprire tu!" esclamò Hazel dalla cucina, quando qualcuno bussò alla porta di casa. Nico sbuffò, alzandosi dal divano dove si era comodamente steso a fissare il soffitto con occhi vuoti e dirigendosi verso l'ingresso. Ma quando si ritrovò davanti Percy, per poco non cadde a terra.
Hazel, questo è un colpo basso. Si ritrovò a pensare mentre deglutiva a vuoto. Dal canto suo, Percy non era di certo meno sorpreso. Entrambi sapevano che era stupido essere così in imbarazzo dopo che solo un paio di giorni prima stavano cantando insieme e si erano abbracciati, eppure non potevano fare a meno di sentire un muro alzato tra tutti e due, fatto di parole non dette e sentimenti tenuti nascosti.

"Nico, ciao..." esclamò Percy dopo qualche secondo.

"Ciao Percy. Vieni, entra." rispose Nico facendo entrare il maggiore, mentre Hazel e Frank facevano capolinea dalla cucina.

"Eccoti! Vieni, sali un attimo con me." disse la riccia, per poi afferrare il braccio di Percy e trascinarlo in camera sua sotto gli occhi stupiti di Frank e Nico.

"Dovevi dirmi qualcosa?" chiese il ragazzo non appena Hazel si chiuse la porta alle spalle.

"Io? Sei tu quello che oggi aveva un'aria da funerale. E anche adesso non sembri messo meglio."

Percy abbassò lo sguardo, mentre dopo un invito di Hazel con la mano, si andava a sedere a fianco a lei sul suo letto.

"Non lo so, Hazel. È che ho troppe domande in testa... È successo tutto troppo velocemente."

"Che intendi dire?"

"Il canto... Due settimane fa ero sicuro di voler diventare un importante nuotatore, ora sto pensando a come sarebbe avere una carriera musicale? Fare... Il cantante."

"È difficile, lo sai. Ma sono sicura che, se davvero decidessi di voler provare a entrare nel mondo della musica, ci riusciresti. Il tuo talento può benissimo colmare tutti gli anni in cui non ti sei mai esercitato."

"Siamo già alla prima settimana di ottobre e io sono all'ultimo anno di liceo, non vorrei ritrovarmi a maggio senza ancora non sapere come continuare..."

"C'è tempo. E poi, niente di vieta di prenderti un anno di pausa, magari lavorando part time, prima di scegliere definitivamente cosa fare. È una scelta troppo importante, sono sicura che tua madre ti appoggerebbe, è tuo padre prima o poi capirà."

Percy annuì senza molta convinzione. Hazel, al suo fianco, gli mise una mano sulla spalla.

"Sei sicuro che sia solo questo a tormentarti? Sei così triste solo perchè non sai che fare alla fine dell'anno?"

Percy guardò l'amica negli occhi.  Ormai lo aveva beccato, ne era certo. Hazel lo conosceva troppo bene, non si sarebbe mai lasciata sfuggire tutti quegli indizi.

"Non lo so, Hazel... È cambiato qualcosa."

"In che senso?"

"Con Annabeth... E con Nico. Non ho più gli stessi rapporti di prima nè con una, nè con l'altro. Sono confuso."

"Okay, calma. Vuoi provare a ragionarne con me? Per quanto ci si possa ragionare su queste cose."

Percy annuì, sorridendo leggermente. Non si rese conto del tempo che passava mentre riversava fuori, finalmente, tutti i suoi pensieri e sentimenti. Era un fiume in piena alimentato dal fatto che aveva tenuto tutto ciò per se. Si rese conto che erano già mesi che non provava più quella sensazione di calore quando stava con Annabeth, che si erano allontanati sempre di più. Le voleva bene, ovviamente, ma forse più come una sorella. La parte più difficile, fu rendersi conto dei sentimenti che provava per Nico. Certo, non ne era completamente sorpreso, sapeva qualcosa era cambiato. Ma aprire il suo cuore lo mise di fronte a quelle emozioni che erano rimaste nascoste fino ad allora, facendogli aprire gli occhi.
Hazel ascoltò tutto, cercando di dargli forza quando necessario e di sostenerlo. Ma una cosa la fece incuriosire, un piccolo elemento forse più importante di tutto il resto.

"Quindi, provi qualcosa per mio fratello?" disse a voce bassa, vedendo che Percy aveva gli occhi lucidi. Questo annuì.

"Perciò... Sei bisessuale?"

Percy alzò lo sguardo, chiaramente stupito. Non aveva per niente pensato a ciò. Non si era fatto problemi sul fatto che Nico era un maschio, perchè era semplicemente lui.

"Non ci hai nemmeno pensato, vero? -chiese Hazel, come se lo avesse letto nel pensiero- non ti importa, in questo momento ti interessa solo di Nico."

Hazel si alzò dal letto, mentre Percy, dopo aver realizzato ciò che aveva detto la ragazza, arrossì completamente.

"Ritorniamo giù, è quasi ora di cena. Resti con noi, vero? Mio padre non c'è, ordiniamo delle pizze."

Un quarto d'ora dopo, Hazel, Frank e Percy erano seduti sul divano a mangiare pizza, mentre cercavano qualcosa di decente da vedere in TV. Eppure Percy non riusciva a concentrarsi sullo schermo. Guardò il posto al suo fianco, vuoto. Nico aveva insistito per mangiare da solo in camera sua, sostenendo che non si sentisse bene. Gli altri lo avevano lasciato fare.

"... Che ne dici, Percy?"

La voce di Frank lo riportò alla realtà. Lui e Hazel lo guardavano incuriositi, aspettando una risposta a una domanda che Percy non aveva nemmeno sentito.

"Ehm... Puoi ripetere? Non stavo ascoltando."

"Hazel stava ragionando sul fatto che oggi non ti sei proprio allenato nel canto, quindi, visto che domani è sabato, potresti dormire qui e iniziare domani mattina, così nel pomeriggio siamo liberi. Che ne dici?"

"Oh... Si, sarebbe bello, ma non ho niente con me..."

"Dormo anche io qui e ho un pigiama in più, posso prestartelo." rispose Frank, sorridendo al ricordo di quando, quella mattina, Hazel gli aveva chiesto di portarsi dietro due pigiami.
Percy non aveva più via di scampo. La verità era che avrebbe volentieri evitato di dormire nella stessa casa di Nico dopo quello che aveva realizzato poco prima. Poteva trovare altre scuse, poteva dire che era già impegnato, eppure qualcosa lo costrinse ad accettare. Quella stessa cosa che lo spingeva a cercare di stare a fianco a Nico alla mensa o che lo portava a cercarlo quando non c'era. E forse, quella era proprio l'occasione giusta per fare chiarezza.

"Certo, va bene. Ora mando un messaggio a mia madre... Nel frattempo vado a controllare come sta Nico."

Non diede nemmeno il tempo agli altri due di rispondere che subito si fiondò di sopra. Arrivato davanti alla porta di Nico, si prese qualche minuto per avvisare sua madre che avrebbe dormito fuori quella notte, poi si concentrò su ciò che aveva di fronte. Dovette bussare tre volte prima che Nico gli desse il permesso di entrare.

"Oh...sei tu." esclamò, seduto alla sua scrivania davanti al computer, non appena vide il maggiore entrare.

"Volevo assicurarmi che stessi bene..." disse Percy, lanciando un'occhiata alla pizza ancora intatta.

"Mh, si... Diciamo che ora sto meglio."

"Ti dispiace se ti faccio compagnia? Sai, non vorrei essere il terzo incomodo tra Hazel e Frank." aggiunse ridacchiando.

"Si, va bene." rispose Nico, ritornando con gli occhi al computer, per non far notare che era arrossito. Quel ragazzo lo stava mandando in tilt.

"Nico, posso farti una domanda?"

Il minore sobbalzò nel ritrovarsi Percy proprio accanto a lui. Concentrandosi sul computer per ignorarlo, non aveva nemmeno sentito che si era avvicinato. Ora era lì, a pochi centimetri di distanza, e lo guardava con quegli occhi color del mare a cui Nico non aveva mai saputo resistere.

"Certo." rispose, ancora incantato dagli occhi dell'altro.

"C'è un vero motivo per cui non ti piace Cupid's Chokehold? Me lo sto chiedendo da quando hai detto che non ti piace."

A Nico sembrò che il destino gli stesse dando un'altra possibilità. Il giorno dopo essere stato a casa di Percy, si era pentito di non avergli rivelato quel piccolo particolare su di lui. In fondo, cos'era cambiato? Aveva sempre saputo che Percy è Annabeth erano fidanzati, la coppia felice, quel tipo di relazione che tutti sognano. Non serviva che si baciassero davanti ai suoi occhi per rendersene conto. Aveva solo sprecato l'occasione di condividere il suo peso con qualcun altro, qualcuno di cui si fidava ciecamente. Ma questa volta, non avrebbe fatto lo stesso errore. Sospirò, prendendosi qualche secondo per rispondere.

"Forse è perchè.... Non...non mi piacciono le ragazze. Io... Sono gay."

Percy rimase spiazzato. Dentro di lui, iniziò a vivere una strana emozione, la speranza che Nico potesse ricambiare.
Ricambiare cosa? Si chiese all'inizio. Ma ebbe la risposta non appena si fermò a guardare meglio il ragazzo di fronte a sè. I capelli corvini un pò lunghi, gli occhi scuri e profondi, la pelle candida... Per lui, Nico era bello. Anzi, di più, era stupendo.
Per Percy, nessuno avrebbe potuto sostituire Nico, nemmeno Annabeth.
Non si rese nemmeno conto di star sempre più eliminando la distanza tra di loro, fino a quando le loro labbra non si toccarono.


 
  
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