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Autore: Mar966    23/07/2017    0 recensioni
"Ti piace la pioggia?" mi chiese, "La odio." risposi io.
"E allora perché stai ballando nel bel mezzo di un temporale?"
"Sei pazza." disse notando che non avevo intenzione di dargli una risposta.
"Lo sono." affermai.
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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CAPITOLO 1- NETTARE SCURO E CELLULARI PERDUTI

Isobel's point of view

La luce che filtra dalla persiana mi infastidisce, ma rimango immobile, nella stessa posizione. Un vortice di pensieri mi sta invadendo la testa in questo momento, e il sole è l'ultimo di questi. Potrei alzarmi dal confortevole letto, ma non basta, c'è qualcosa che mi impedisce di farlo, qualcosa che mi chiama a se con voce languida e ammaliatrice, ma che anche stamattina respingo per un po'. Poggio i piedi sul pavimento freddo, che mi provoca un brivido improvviso. Sbuffo leggermente, e mi dirigo alla finestra, alzando la persiana e spalancando le vetrate, mi affaccio un attimo, inspirando ad occhi chiusi l'aria mattutina autunnale. Giro pacificamente per il mio appartamento, indossando solo la mia maglia extralarge con una stampa non definita sul davanti. Decido di non sprecare troppo del mio limitato tempo, facendo colazione con una semplice barretta energetica al cioccolato, pensando a come, successivamente, avrei potuto assaporare il mio caffè giornaliero, o perlomeno uno dei tanti, alla caffetteria del college. Mi trovo seduta sulla seggiola di vimini, davanti ad una tazza di caffè fumante poggiato sopra al tavolino, assieme alle mie scartoffie, e la mia borsa, che ho lasciato cadere sulla sedia accanto a me. Osservo l'ambiente che mi si presenta davanti, grazie alla vetrata di fronte a cui mi posiziono quasi ogni volta, scrutando tutti i giovani intraprendenti che si dirigono, chi di fretta e chi a passo calmo, verso le proprie aule, o chi proprio come me si appresta a ingurgitare un qualsiasi cosa pur di tenersi in piedi. Il Caffeine (lo so, nome non troppo originale) è un posticino tutto sommato carino, nulla di che, semplice e pulito, ma che specialmente nella stagione fredda, è invaso da studenti di ogni facoltà, rendendolo sempre un posto di ritrovo per gruppi d'amici che riempiono con le loro risate l'intero locale. Anche ora, alle 8.12 di un mattino d'ottobre, le mie orecchie sono invase dalle risa e dal suono delle sedie trascinate sul pavimento di legno. "Buongiorno! Posto libero?" dice una voce al mio lato. Osservo per pochi secondi la figura slanciata che trattiene tra le sue mani un tè all'arancia, di cui riesco a percepire l'essenza anche da centimetri di distanza.
"Accomodati pure." sorrido cordialmente alla mia amica, rimuovendo la borsa dal posto accanto a me, poggiandola a terra.
"Allora Isobel che si dice? Come stai? Non ci vediamo da un paio di giorni." afferma.
"Lo so, mi dispiace Abby. Sono stata sommersa dallo studio e non ho trovato il tempo di chiamarti. Oltre a questo sto bene, tu invece? Come vanno le cose?" rispondo io sorseggiando il liquido scuro contenuto nella tazza grigio chiaro.
"Il signor Callaway vuole che tenga una delle sue lezione a quelli del primo anno, e la mia voglia di organizzare il tutto è pari a zero." sbuffa leggermente. "Beh dai non è così male.." rispondo con un leggero sorrisino.
"Non è così male? Sei per caso impazzita Isobel? Lo sai quanto odio dover parlare di fronte a tanta gente!" mi guarda lei alzando il suo tono di voce, facendomi ridacchiare.
"Beh sono sicura che Callaway apprezzerà lo sforzo." dico io, scoppiando subito dopo a ridere a causa della sua espressione infuriata ma pur sempre buffa. "Certo certo, come dici tu..oh accidenti ma che ore sono?" dice estraendo il cellulare dalla tasca della sua giacca verdognola.
"Le 8.30! Diamine, devo correre a lezione!" sbotta poi alzandosi e avviandosi a passo veloce all'interno di una delle strutture del campo, mimandomi che ci saremmo sentite in giornata. Io le sorrido leggermente, riprendendo ad assaporare quel nettare scuro, ormai raffreddatosi. Grugnisco appena, contrariata dal doverlo finire ormai freddo. Inizio a sistemare tutte le mie cose dentro la borsa, raccogliendola da terra e poggiandomela sul grembo. Riordino in fretta, alzandomi di balzo e avviandomi, seguendo il precedente esempio della mia amica, dentro uno degli edifici.
"Isobel!" sento come una voce in lontananza, ma lo ignoro, pensando che la mia mente mi stia facendo un altro dei suo scherzi. "Isobel! Aspetta!" questa volta odo più chiaro e vicino, così mi giro, vedendo un massiccio ragazzo venirmi in contro, con in mano..il mio cellulare. Tasto velocemente qualunque tasca presente sui miei abiti, e mi accorgo che indubbiamente, quello, è il mio telefono.
"Isobel, Isobel, ma la testa dove ce l'hai?" mi beffeggia il ragazzo.
"Ma Josh, lo sai che era tutto calcolato. Sapevo che lo avresti trovato e me lo avresti riportato." dico con tono scherzoso, recuperando l'aggeggio dalle sue mani e rivolgendogli un sorriso di ringraziamento, prima di infilarlo velocemente nella borsa.
"Certo Isobel, tu calcoli sempre tutto." dice ridendo "Comunque, dovresti stare più attenta, molte persone non avrebbero esitato ad intascarselo."
"Lo so, ti sono veramente grata. Non so dove ho la testa in questo periodo." rispondo io, sbuffando al pensiero di quanto io sia smemorata.
"Beh allora ho proprio ciò che ti serve!" dice imitando uno dei tanti spot pubblicitari che girano in televisione, con tanto di indice ad indicarmi, suscitando una mia risatina.
"Sentiamo allora, macho." rispondo ridendo.
"Venerdì sera, allo Starlight." afferma sicuro facendomi un occhiolino.
"Oh no, non penso sia quello di cui ho bisogno." dico incamminandomi verso la mia aula, lasciandolo così leggermente indietro.
"Oh ma è proprio ciò che ti serve invece cara Isobel." insiste lui, avvolgendomi un braccio intorno alle spalle, camminando al mio fianco.
"Sarà una festicciola semplice, una serata in discoteca tra amici." continua.
"Oh e chi dice che tu sia mio amico?" lo schernisco io con tono divertito, dandogli un leggero pizzicotto al braccio che penzola davanti a me. Lui mi guarda fingendo uno sguardo dispiaciuto.
"Prometto che ti divertirai, Isobel. È da tanto che non esci con noi. I ragazzi domandano sempre se qualcuno ti ha visto in giro, ma ti volatilizzi sempre." afferma osservandomi. Noto che siamo arrivati a destinazione, e quindi mi fermo accanto alla porta d'entrata, permettendo così agli altri studenti il passaggio.
"Dì agli altri che ci sarò, insomma come posso perdermi una serata col mitico Josh, no?" rispondo portandomi una ciocca di capelli bruni dietro l'orecchio e buttando un occhio all'interno della stanza per accertarmi che il professore non sia ancora entrato, altrimenti rischierei di rimanere fuori.
  
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