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Autore: Sakura Honda    23/07/2017    0 recensioni
Ciao, Himchan.
Non so neanche io il perchè ti sto scrivendo questa lettera. Sarà che mi manchi come manca l'acqua nel deserto.
Ti ricordi quando eravamo bambini, quando hai cercato di insegnarmi ad andare in bicicletta e io avevo paura? Tu mi dicevi sempre "Non ti preoccupare, ci sono io che ti sostengo, sono sempre qui con te."
Ecco, ora ho bisogno di te più che mai.
E, coincidenza, non ci sei.
{HimUp}
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Himchan, Jongup, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ciao, Himchan.
Non so neanche io il perchè ti sto scrivendo questa lettera. Sarà che mi manchi come manca l'acqua nel deserto.
Ti ricordi quando eravamo bambini, quando hai cercato di insegnarmi ad andare in bicicletta e io avevo paura? Tu mi dicevi sempre "Non ti preoccupare, ci sono io che ti sostengo, sono sempre qui con te."
Ecco, ora ho bisogno di te più che mai.
E, coincidenza, non ci sei.

Ricordo quella sera come se fosse ieri, eppure sono passati solo due anni. Sai, sono cambiate tante cose: sono riuscito a laurearmi, ho trovato un lavoro. Apparentemente non mi manca nulla. 

Tranne te.

Ricordo che stavamo andando alla festa di compleanno di Youngjae. Tu eri bellissimo con quei pantaloni neri e quella camicia rossa, i capelli lunghi sugli occhi, il sorriso sulle labbra. Mi dicesti "Ehi Jonguppie, vuoi salire o vuoi rimanere imbambolato lì per tutta la sera? Gli altri ci aspettano!" con quel sorriso luminoso con cui mi accoglievi sempre. Ricordo che abbiamo cominciato a parlare del più e del meno, che stavi per ottenere l'abilitazione all'insegnamento per diventare professore di musica, che avevi comprato un computer nuovo, che stavi progettando di andare a trovare Daehyun a Busan questa estate e che mi avevi addirittura chiesto di venire con te. Io accettai, sarebbe stato bello stare una settimana insieme a Daehyun hyung, anche perchè da quando si è trasferito a Busan non lo si vedeva spesso a Seoul. Quella sera sarebbe stata una bella rimpatriata con tutta la compagnia, finalmente riunita dopo mesi. Ci sarebbe stata persino la fidanzata di Yongguk.
"Sai, Yongguk mi ha chiesto di fargli da testimone" mi dicesti, quasi con le lacrime agli occhi. Sapevo quanto eravate legati tu e lo hyung, perciò fui davvero felice di questo. Il matrimonio di Yongguk sarebbe stato l'anno prossimo. Ma indovina? Lo hanno posticipato di 6 mesi e sai perchè? Perchè lo hyung non voleva festeggiare senza il suo testimone. Ma a questo ci arriveremo dopo.
Comunque, poi mi chiedesti come stava andando l'università, a quei tempo ero al primo anno di Architettura e io ti dissi che andava tutto bene, che avevo trovato un gruppo di studio e che avevo già verbalizzato qualche esame. Mi dicesti una frase che non dimenticherò mai: "Sono fiero di te. Dal bimbo timido che eri, stai diventando un uomo. Vedo che ti stai facendo anche i muscoli. Sono davvero felice di averti come amico, Jonguppie."
Lì per lì non sapevo cosa dire, ma ti dissi che ero fiero di te e che tu per me eri un esempio da seguire sin da quando eravamo bambini. Si rise come sempre, era una nostra abitudine ridere.

Poi, ad un certo punto cominciasti a raccontarmi di una cosa abbastanza strana, tanto che a momenti non potevo crederci.
Ti eri innamorato, e stavolta seriamente. E che era diverso da tutte le storie che avevi avuto in passato.
Io, con il cuore che mi batteva fortissimo e lo stomaco sottosopra, ti dissi che ero contento e che avrei voluto conoscerla, ma tu mi fermasti. Mi dicesti che non era una lei, bensì un lui. Che ti eri innamorato di un ragazzo, che la cosa andava avanti già da un po' di anni, ma che non lo avevi detto a nessuno perchè sarebbe stato difficile farlo capire agli altri. Lo dicesti a me perchè sentivi che ero io la persona giusta a cui confidare questo segreto e, tra le tante cose, ero il primo a saperlo.
"E lui ricambia?" ti chiesi, con un po' di paura.
"Non lo so, il problema è questo. Non ho mai capito i suoi gusti, malgrado io lo conosca da anni." mi rispondesti, quasi le tue mani tremavano.
"Ma lo conosco?" chiesi ancora, ingenuamente.
"Beh... è più vicino di quanto pensi.
A queste parole quasi persi un battito. Era uno della compagnia? Yongguk non poteva essere. Allora Daehyun? Youngjae? O addirittura Junhong? Non sapevo che pensare. Magari non era uno di noi. Magari mi stavo sbagliando. Avrei voluto tanto saperlo, hyung, credimi.
Dopo quella confessione, che per me era stata una doccia di acqua gelata, cadde un silenzio imbarazzante in quella macchina. L'aria si era fatta quasi tesa, lo percepivo. Non era da noi quel silenzio imbarazzante, anzi erano davvero rari i nostri silenzi. Sentii che c'era qualcosa che non andava, ma sconvolto com'ero decisi di non indagare.
Poi fu la tua voce a rompere il silenzio e ringraziai il cielo che quel silenzio fosse stato interrotto dalla tua voce che, in quel momento, mi fece stare meglio.
"Stiamo entrando a Gangnam. Sotto le gomme si sente il ghiaccio, speriamo vada tutto bene. Dovremmo arrivare a momenti e siamo anche in ritardo, Youngjae ci ucciderà."
Qualche giorno prima ci fu una grossa nevicata nella zona di Gangnam, con conseguente asfalto ghiacciato. "Forse è meglio che andiamo più piano. Non vorrei andare a sbattere contro un palo." Cominciasti a ridere, con quella risata bella e musicale che un po' era lo specchio della tua vita: avevi deciso di dedicarla alla musica, ti eri laureato in strumenti tradizionali coreani e stavi per diventare insegnate. La musica nella tua vita non mancava mai e in quel momento la tua risata era il miglior sottofondo musicale che ci sia. Risi anche io, anche dentro soffrivo ancora per la confessione fatta poco prima.
Entrati a Gangnam, il traffico si era fatto più intenso, la gente sfrecciava ad alta velocità nonostante il ghiaccio. Una o due macchine rischiarono di fare un frontale, che paura hyung.
"Sai Jonguppie, se questo dovesse essere il mio ultimo giorno, sono felice di averlo passato con te. Sei una presenza fondamentale nella via vita e non potrei chiedere di meglio. Ti voglio davvero bene fratellino, sei il fratello minore che non ho mai avuto".
Ricordo che ti guardai esterrefatto. Non sapevo cosa dire o cosa fare. Avrei voluto tanto dirti in quel momento che è da quando avevo 16 anni che ti amavo con tutto me stesso e che volevo che il ragazzo di cui mi avevi parlato cinque minuti prima fossi io e non qualcun altro. Che stavo male quando non c'eri e stavo benissimo quando stavamo insieme. Che per me eri tutto: il motivo per cui vivevo, per cui sorridevo, per cui continuavo ad andare avanti, per cui litigavo con mia madre. Il motivo per cui non l'ho fatta finita anni fa. E centinaia di altri motivi.
Ma non sarebbe mai accaduto, mai.

Fu una frazione di secondi che durò un'eternità. All'improvviso fu tutto nero, sentii solo la testa sbattere violentemente contro il finestrino. Ricordo di essermi risvegliato fuori dall'auto, la testa che sanguinava. Riuscii ad alzarmi a fatica e vidi a fatica l'ambulanza, la polizia, della gente attorno. Non riuscivo a capire, hyung. Era come se il cervello fosse andato in blackout.
"C'è un altro ferito! C'è un altro ferito!" urlava qualcuno. Delle sagome si diressero verso di me, chiendomi come stavo. Mi dissero più avanti che farfugliavo un nome, il tuo nome. Vidi pezzi di vetro ovunque, non riuscivo a capire cosa stava succedendo. 
Poi all'improvviso riuscii a vederti sulla barella attornato dai paramedici che ti stavano facendo salire sull'ambulanza. E da lì in poi di nuovo tutto nero.
Mi risvegliai in ospedale e subito vidi una sagoma. Pensavo fossi tu e invece era Junhong che piangeva.
"Junhong-ah, che è successo?" gli chiesi preoccupato.
"Himchan hyung è in coma" rispose con un filo di voce. "Ci hanno chiamati mentre eravamo al club: una macchina al bordo della quale viaggiavano Kim Himchan e Moon Jongup era stata colpita da un'altra macchina che viaggiava a 150 km/h. Uno dei passeggeri era stato sbalzato via dall'abitacolo, ossia tu. Himchan hyung ha avuto la peggio, la macchina ha colpito sul lato del guidatore, schiacciandolo completamente. Hanno detto che sarà un miracolo se si riprende".
A quelle parole mi sentii morire. Era davvero successo tutto questo? Fino a poco prima eravamo felici, ridevamo e scherzavamo sul matrimonio di Yongguk e ora Himchan, l'amore di tutta una vita, stava rischiando di andarsene per sempre? Sentivo le guance rigarsi di lacrime amare. Poi vidi che mi avevano ingessato il braccio e fasciato la testa, che mi faceva male come se avessi un matrello pneumatico attaccato alla tempia.
"Te la sei cavata con un lieve trauma cranico e un braccio rotto, hyung" aggiunse Junhong, un ragazzo di 1.90 che stava per entrare nella nazionale di calcio e stava piangendo davanti a me. Chiesi dove fossero gli altri e tu mi dicesti che stavano avvertendo i genitori di Himchan. In quel momento entro Youngjae, il viso distrutto dalle lacrime e il labbro pieno di sangue per quante volte lo aveva morso. Diceva che doveva essere una bella rimpatriata, che avremmo dovuto festeggiare il matrimonio di Yongguk e invece si stava trasformando in un incubo. Oh hyung, non dimenticherò mai l'espessione triste di Jay: era il suo compleanno e voleva passarlo in compagnia, non all'ospedale.
Poi sentii un urlo. Un urlo che distrusse la nostra conversazione, il silenzio della notte e anche la nostra vita. Un urlo che non dimenticherò mai. Era Yongguk hyung che urlava. Sulle prime non capimmo e forse era meglio  non farlo. 
"No... non mi dire che..." farfugliò a stento Junhong. Spalancò gli occhi e trattenne a stento le lacrime. 
Entrò Daehyun, banco come un cencio. Camminava lentamente e respirava a fatica. Ci guardò uno per uno, prima Junhong, poi Youngjae e infine me. Passarono 10 interminabili secondi, poi pronunciò le parole che non avrei mai voluto sentire.
"Ragazzi... Himchan hyung se ne è andato cinque minuti fa."
Fu un attimo.
Youngjae cominciò a singhiozzare rumorosamente, mischiando ai singhiozzi qualche "no", Junhong mise le mani sui suoi occhi e cominciò a piangere silenziosamente, Daehyun che consolava Youngjae. Urla agghiaccianti provenivano dal corridoio: era Yongguk hyung, il tuo compagno di scuola e amico che urlava disperato il tuo nome. Io cercavo di realizzare tuttò ciò, poi da lì non ricordo più niente. Mi dissero che cominciai ad urlare come un disperato tanto che dovettero sedarmi. Quando mi risvegliai i ragazzi erano tutti al mio capezzale, con gli occhi gonfi e il dolore che li stava mangiando.
"Se ne è andato davvero?" farfugliai. I ragazzi si limitarono ad abbassare la testa, la fidanzata di Yongguk che riprese a piangere e con lei anche io. Piansi come non mai in vita mia. Cominciai a pensare al passato: a come ci eravamo conosciuti sotto casa mia, a quando mi insegnasti ad andare in bicicletta, a quando mangiavamo il gelato in estate, alle sere in cui uscivamo io con la moto e tu con la macchina, alla tua laurea, al fatto che non verrai mai alla mia, fino a poco prima dell'incidente. Non riuscirò mai a dirti i miei sentimenti, mai più hyung, mai più. E questo rimorso me lo porterò per sempre dentro.
Non saprò mai che sapore hanno le tue labbra.
Non saprò mai come ci si sente ad essere abbracciati dalla persona che amo di più al mondo.
Non faremo mai quella vacanza a Busan. Non faremo mai una vacanza insieme.
Non ti dirò mai che ti amo.
Non saprò mai cosa si prova a fare l'amore con te.
E fu davvero il giorno più brutto della mia vita.

Chiedevo di vederti, anche solo per vedere come eri conciato, ma mi dissero che non era possibile. Dicevano che ti si era spezzata la colonna vertebrale, che avevi battuto forte la testa e che, se ti fossi svegliato, non avresti più camminato. Eri andato in arresto cardiaco e non c'è stato nulla da fare. Il tizio dell'altra auto, invece, ne è uscito praticamente illeso, scatenando la rabbia di Yongguk.
"DOVEVA MORIRE QUEL FIGLIO DI PUTTANA, NON HIMCHAN!"
Io non riuscivo a parlare, hyung, non riuscivo a proferire nessuna frase anche se dentro di me avrei voluto urlare. Uscii dall'ospedale il giorno dopo e mi diressi verso casa, con il cuore che faceva davvero male. Quello stesso pomeriggio ti portarono a casa, ovviamente dentro la bara. Da camera mia vidi una bara entrare in casa tua e realizzai che dovevo vederti, anche se quel giorno il fisico non me lo permise e, inoltre, dovevo dare spazio anche alla tua famiglia. Per questi motivi concordammo con i ragazzi di venirti a trovare il giorno dopo. Abbiamo sempre vissuto a 10 metri di distanza l'uno dall'altro, perciò raggiungere casa tua a piedi era facile e quindi chiesi a Daehyun di venirmi a prendere per andarci insieme.
Appena arrivati a casa tua, vidi la bara al centro del soggiorno che è stato teatro di nottate a giocare ai videogiochi, pigiama party con la compagnia e tanti avvenimenti che hanno accompagnato la nostra infanzia e adolescenza. Non riuscivo ad avvicinarmi ad essa, ma quando ti vidi i miei occhi si riempirono di lacrime. Eri bellissimo come sempre, anche se sotto l'occhio sinistro avevi un piccolo taglio. Sembravi un bambino dormiente.
"Quante volte lo abbiamo visto dormire e noi facevamo di tutto per svegliarlo" erano le parole di Daehyun hyung. Al ricordo di ciò piansi ancora di più e tua sorella mi diede un bicchiere d'acqua per calmarmi.
"Domani non lo rivedremo mai più" era solo ciò che riusciva a dire Junhong, seduto su una sedia vicino alla bara.
Yongguk non disse assolutamente nulla. Stava in disparte a contemplare tutto ciò, tenendo per mano la sua futura moglie. 
Youngjae piangeva silenziosamente, gli occhi rossi dal pianto. Il pover Youngjae ha visto il suo compleanno trasformarsi in tragedia, tanto che diceva "avrei dovuto non organizzare quella festa, così Himchan hyung sarebbe ancora vivo", si sentiva maledettamente in colpa, ma era evidente che la colpa non era sua.
Io, invece, cercavo di essere forte ma avrei voluto che tu non fossi in quella bara, ma con noi da Starbucks a bere il tuo solito Americano con così tanto zucchero da diventare schifoso, a ridere e scherzare, o a suonare il pianoforte con noi. No Himchan, tu non dovevi essere lì in quella bara.

Il giorno dopo ci furono i funerali. Yongguk hyung fece un discorso davvero toccante. Ho pianto per tutto il tempo, credimi. Non riuscivo a vedere mentre ti seppellivano, mentre tutta la mia vita stava andando in frantumi.
E fu lì che realizzai che non ti avrei rivisto mai più, che non avrei più sentito la tua voce e che non avrei più rivisto il tuo viso, che non sarei mai più andato sotto casa tua ad urlare "dai scemo scendi che siamo in ritardo!" o che non avremmo mai più mangiato gelato alle 2 di notte sul tetto di casa mia. Ora capisco il perchè di quel discorso dell'ultimo giorno. Era come se avessi previsto tutto.
L'amore della mia vita se ne era davvero andato, per sempre.

 

Sai cosa è successo dopo?
Il tizio sta scontando il carcere per guida in stato di ebbrezza e omicidio colposo. Ti ha ucciso un uomo ubriaco, ti rendi conto? Io rimango ancora senza parole. Spero che passi il resto della sua vita in prigione, ha spezzato le tue ali e non doveva farlo. 
Yongguk, come ti ho detto, ha posticipato il matrimonio di 6 mesi perchè non era giusto che tu non ci fossi. Alla fine si sono sposati e, un anno dopo, hanno scoperto di aspettare un bambino. Lo sai come lo chiameranno? Si hyung, lo chiameranno Himchan in tuo onore. Ce lo ha comunicato lo hyung ieri sera e per poco non siamo scoppiati tutti a piangere. 
"In onore del mio migliore amico" furono le parole di Yongguk.
Spero che questo bimbo sia come te: intelligente, intraprendente, forte, come te StrongChan, come ti chiamava spesso Yongguk hyung.
Junhong ormai gioca nella nazionale di calcio nel ruolo di difensore, ha chiesto espressamente di farsi dare il numero 19 perchè "il 19 mi ricorda il compleanno di Himchan hyung, per averlo sempre con me". Quel ragazzo è cresciuto ormai.
Youngjae ha aperto un ristorante e va a gonfie vele. ha una foto tua appesa in sala e, ogni volta che andiamo a mangiare da lui, ci sediamo sempre davanti a quella foto, come se tu fossi lì con noi.
Daehyun ha un negozio a Busan e viene a trovarci spesso. Lui sarà il padrino del piccolo Himchan, sai? Per Daehyun è stata un'emozione fortissima.
Io come ti ho ho detto ho trovato un lavoro subito dopo la laurea e ora sono molto impegnato tra la palestra e il lavoro. Ogni tanto con la compagnia usciamo insieme e spesso andiamo a trovare Daehyun a Busan.

Ogni giorno, dopo il lavoro, passo a trovarti. Ti racconto la mia giornata, che cosa ho fatto, chi ho incontrato e cosa farò. Al tuo compleanno veniamo a trovarti tutti insieme e passiamo il pomeriggio a bere caffè davanti alla tua tomba, come se tu fossi lì, anche se non è la stessa cosa, credimi.

Ma il vero motivo per cui ti sto scrivendo non è il solo informarti di cosa è successo in questi due anni.
La verità è che, subito dopo il funerale, Yongguk hyung mi prese in privato per dirmi una cosa a cui stento ancora a credere.
Mi hai mentito, hyung, non sono stato il primo a cui facesti quella confessione. Yongguk hyung mi disse che sapeva da qualche anno i tuoi sentimenti, ma che la persona a cui ti riferivi ero io. E che quella famosa sera ti saresti dichiarato a me subito dopo la festa, glielo dicesti il giorno prima. Inizialmente non ci credevo, ma poi mi fece leggere le vostre conversazioni e da lì capii tutto
Perchè non me lo hai detto subito, hyung? Perchè? Perchè non mi hai detto che mi amavi? Magari le cose sarebbero andate diversamente e ora tu saresti con noi. E invece sono qui, a scriverti una insulsa lettera che non leggerai mai, a confessarti i miei sentimenti.
Ti amo, Kim Himchan, ti amo da che ne ho memoria e non smetterò mai di portarti nel mio cuore. Ti amo perchè hai sempre creduto in me, perchè quando avevo bisogno tu c'eri, perchè quando stavo male tu mi sollevavi sempre e quando stavo bene eri lì a ridere con me.
Ti amo dal profondo del mio cuore devastato.
So che un giorno ci rivedremo e potremo finalmente stare insieme. Ma ti prego vegliami da lassù. Aiutami a vivere questo inferno in terra, stammi vicino nel momento del bisogno come hai sempre fatto quando eri qui, anche se per me tu non sei mai andato via ma sei qui con me a cercare di insegnarmi a suonare il pianoforte e a sorridermi come hai sempre fatto. Ho amato tutto di te e continuerò a farlo, nonostante tu non sia più qui fisicamente. Veglia sugli hyung, su Junhong, sul piccolo che porterà il tuo nome. 
Ti amo, Kim Himchan.
Ci vediamo, un giorno.
Il tuo Moon Jongup.






-Angolo autrice-
Ehm, salve a tutti.
Questa è la prima volta che scrivo nulla sezione Artisti musicali e la prima volta che scrivo nella sezione dedicata ai B.A.P, il mio gruppo preferito. Spero che vi sia piaciuta questa storia! E date tanto amore e supporto ai ragazzi, che tra un po' faranno comeback! *inserire qui urla a caso*
Alla prossima, ciao!

 
   
 
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