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Autore: CaraVause    24/07/2017    1 recensioni
Capita spesso di sentirsi inutili, soli e vuoti. Anche quando si è circondati da tante persone, queste sensazioni negative vengono a galla. Molte volte si sentiva così la ragazza considerata perfetta da tutti. Alex Danvers era bloccata da un involucro contenete un cuore ormai di pietra. Nessuno riusciva ad avvicinarsi tanto a lei, tranne Kara, sua sorella minore, che trovava sempre più difficile varcare i muri che la mora si era costruita attorno.
Ma un freddo giorno d'autunno, un nuovo arrivo stravolgerà la vita delle due sorelle.
«Sono arrivata qui, in questa città, per caso, e ti ho amata per scelta.»
«È assurdo come in poco tempo sei diventata la mia salvezza e la mia kriptonite.»
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Alex Danvers, Altri, Kara Danvers, Lena Luthor, Nuovo personaggio
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
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•Alex•

Mentre Kara, con il suo super udito e con la sua super vista, sorvola la città nella speranza di riuscire a trovare Shay, io faccio un giro nei posti più frequentati dagli alieni. La mia prima tappa è il bar. 
Sorpresa, la vedo seduta al bancone con in mano un bicchiere.

«Mi hanno detto che qui, sulla Terra, bevete per dimenticare. Sono al terzo ma ricordo ancora ogni cosa.»

«Devi tornare al DEO.» dico a bassa voce.

«Qui ti sbagli.» afferma, alzandosi e mettendosi di fronte a me «Non devo. Io non sono di vostra proprietà, Alex.»

«Non si tratta di questo. Non hai ancora recuperato tutte le forze, sei debole.»

«Non fingere che t’importi qualcosa!» alza la voce.

Io resto immobile, pensando a quante volte ho pronunciato questa frase ai miei genitori. Forse io e lei avevamo qualcosa in comune. Circondate da centinaia di persone, ma soffocate da un’enorme sensazione di solitudine.

«Tu sei importante per Kara.»

«E lei lo è per me. Ma quello non è il mio posto, non è la mia casa. Io non ho una famiglia.»

«Adesso ce l'hai.»

Punta lo sguardo sul bicchiere, buttando giù il liquido tutto in una volta.

«Un altro!» dice al barman, che l’accontenta subito.

«Bere non è la soluzione migliore. Shay, io so come ti senti. Dentro te percepisci quella voglia di lasciare perdere tutto, di non andare avanti. Ti senti sola e triste.»

«Stai parlando di me o di te?» controbatte.

«Fottiti!» dico, arrabbiata «Potresti almeno cercare di accettare l’aiuto delle persone che ti stanno intorno, senza reagire in questo modo così… così stupido!»

La vedo ridere e ,incazzata, esco fuori dal locale. A passo veloce, raggiungo la mia moto posteggiata all’esterno del bar, ma improvvisamente, vengo sollevata in aria ritrovandomi in pochi secondi al di sopra dei grattacieli più alti.

«Lasciami stare! Attireremo l’attenzione dei cittadini così!» grido.

«Non abbiamo iniziato nel migliore dei modi noi due e, ho visto come mi guardi.»

«Che intendi?»

«Mi guardi come se fossi qualcosa di sbagliato.»

«Non è affatto così.»

«Stai dicendo che è solo una mia impressione?» domanda, accennando un sorriso.

«Esatto.» rispondo.

«Ad ogni modo, stasera ti porterò a toccare le stelle.»

«C-cosa?»

«Ho avuto modo di osservare i tuoi occhi da una distanza piuttosto ravvicinata e ammetto di esserne rimasta incantata.»

«Incantata?» ripeto a bassa voce.

«Si, incantata.»

«Strano.» 

«Perché?» chiede, incuriosita.

«Di solito, gli occhi neri non li nota nessuno.»

«Io penso che, non sia tanto il colore a rendere due occhi belli, ma la luce che essi racchiudono. E i tuoi.. i tuoi somigliano a due stelle.»

Senza rendermene conto, mi ritrovo a sorridere.

«Ed è bello vedere che anche il tuo sorriso non ci scherza.»

Mi volto dalla parte opposta del suo viso, e vedo il mare in lontananza. 

«Dillo che mi hai portata qua semplicemente per affogarmi.»

Lei scoppia in una breve risata. «No no, ti ho portata qua per mostrarti ciò che ho visto la prima volta che ti ho vista.»

In pochi secondi ci ritroviamo a volare a pochi centimetri da un mare che riflette il cielo e le stelle.

«È stupendo.» ammetto.

«Ti va di toccare le stelle?» 

Annuisco con la testa e, a poco a poco, lei si abbassa fino a permettermi di sfiorare quelle stelle riflesse sull’acqua.


***


È passata ormai una settimana da quella sera, e Shay ha deciso di tornare al DEO. Si è allenata 10 ore al giorno con Kara e le restanti da sola. Abbiamo constatato che la sua forza è maggiore di quella di Supergirl, mentre vista calorifica, velocità e soffio congelante sono identici. Considerando la severità di John, a Shay non è stato permesso di lasciare la base in questi giorni e ciò, spesso, l'ha resa nervosa.

«Non ne posso più di stare qua dentro.»

«Sono le regole, Shay.»

«Non le trovo giuste. Sono pronta per lasciare il DEO.»

«Non spetta a te dirlo.»

«Dai, Alex! Ho così tanta voglia di bere una bella birra.»

«A proposito di birra..» dico, correndo verso la mia borsa e uscendo due bottiglie, «Eccole qua!»

«Si, cazzo! Non so proprio come farei senza di te.»

Sorrido a quella sua affermazione.

Ad un tratto, alle nostre spalle sbuca Kara in veste di Supergirl.

«Sempre a bere voi due, eh?»

Shay posa la bottiglia, dirigendosi verso la bionda.

«Kara, va a parlare con John e digli che sono pronta per mettermi all’opera.»

«L'ho già fatto e..»

«E?»

«Potrai lasciare per qualche ora il DEO oggi.»

«Finalmente! Alex, adesso potrai pagare per la scommessa che hai perso tre giorni fa. Mi devi una pizza!»

«Stasera alle venti in punto a casa mia, allora.»

«Ammetti che ci stai provando con me, Danvers.»

«No, sei tu che ci stai spudoratamente provando con me, Silver.»
 
Kara scoppia in una grande risata, seguita poi da me e da Shay.

«Ho portato i tuoi vestiti a casa mia, perciò possiamo farci un salto e poi magari fare un giro tra le strade di National City.» propongo.

«Si, va bene.» risponde Shay «Ma guido io.»

Le lancio le chiavi della mia moto.

In dieci minuti circa arriviamo a casa mia.


•Shay•


«Eccoci a casa!» afferma, entusiasta.

«Hai buon gusto, Danvers.»

«Ti ringrazio. Nell’armadio dell’altra stanza ci sono i tuoi vestiti; se vuoi puoi andare a farti una doccia e cambiarti.»

«Va bene.»

Così faccio. L’acqua calda percorre il mio corpo, accarezzandolo. Molti brutti ricordi iniziano però avvenire a galla, per questo decido di uscire dalla doccia. Indosso l’accappatoio e faccio qualche passo prima di raggiungere la stanza con i miei vestiti. In quei pochi secondi, sento lo sguardo di Alex posarsi sul mio corpo bagnato, e la mia pelle inizia a bruciare.
Indosso un paio di jeans blu, una maglietta nera e un giubbotto di pelle nero. Mi asciugo i capelli e raggiungo Alex in cucina. 

«Finito?» 

«Si, adesso possiamo andare.» dico.

Prende un paio di occhiali da vista e me li poggia sul naso.

«Adesso si che possiamo andare!»

Ma un enorme esplosione fa tremare la terra sotto i nostri piedi, creando trambusto.

«Cosa è stato?» domanda.

Con la mia super vista cerco di trovare la fonte dell’esplosione.

«Degli alieni stanno attaccando la città e Supergirl sta cercando già di combatterli. Devo raggiungerla.»

«No, Shay, non puoi! Ci penseranno Kara e il DEO a fermarli.»

«Non posso stare qui con le mani in mano.» detto questo esco dalla finestra volando.

Arrivo al luogo dell’esplosione.

«Supergirl!»

«Shay, cosa ci fai qui? Vai via!»

Vengo brutalmente colpita al viso, e dolorante percorro strisciando a terra qualche metro. Mi volto verso l’essere che mi ha appena colpita.

«I marziani bianchi..»
   
 
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