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Autore: Saigo il SenzaVolto    24/07/2017    1 recensioni
AU, CROSSOVER.
Sequel de 'Il Pianto del Cuore'
Era una serata come tutte le altre, quando improvvisamente Naruto, assieme a Hinata, Sakura e Sasuke si ritrovò in un luogo sconosciuto senza ricordare nulla. Ma loro non sono i soli ad essere finiti lì. Direttamente dall’oltretomba infatti, anche i genitori di Sasuke e quelli di Naruto fanno la loro comparsa, insieme a due personaggi provenienti dal futuro: Sarada Uchiha e Boruto Uzumaki.
Quest'ultimo, inoltre, molto diverso dalle aspettative di tutti!
Tra dispute familiari, passati dolorosi e comportamenti inaspettati, per i nostri eroi non sarà facile andare d'accordo. Ma tutti loro dovranno riuscire ad unirsi insieme per superare molte difficoltà, poiché una grave minaccia rischia di distruggere il loro mondo.
E loro sono gli unici in grado di fermarla!
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Boruto Uzumaki, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sarada Uchiha, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: Cross-over, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden
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PREMESSA: alcuni personaggi ed eventi di questa storia potrebbero essere diversi dall'opera originale! Dipende tutto dalla mia immaginazione!


(L'immagine di Sarada NON è fatta da me! Il nome dell'autore è scritto nell'immagine stessa, e tutti i diritti vanno a lui/lei!)



 

Futuro, Stupore e Rabbia 3


Dopo che la situazione si fu calmata, Hagoromo fece cenno a tutti di avvicinarsi. Naruto e gli altri avanzarono verso di lui, ma notò che si tennero tutti ad una certa distanza dal ragazzo biondo col mantello. Sarada invece sembrava felice del fatto che avesse deciso di restare, approcciandosi vicino a quest’ultimo con timidezza come se non fosse mai successo nulla tra loro. Boruto da parte sua rimase totalmente impassibile ed immobile, senza curarsi degli sguardi sospettosi rivolti su di lui.

L’Eremita si schiarì la voce, attirando l’attenzione su di sé.

“Ora che ci siamo calmati tutti,” disse lanciando un’occhiata a Boruto. “Perché voi due non vi presentate ai vostri nuovi compagni?” chiese, rivolgendosi ai ragazzi del futuro.

Sarada intrecciò le dita nervosamente, insicura di cosa dire o come approcciarsi di fronte ai suoi genitori e agli altri in una simile situazione. Tentò di calmarsi facendo dei grossi respiri.

“Piacere di conoscervi,” disse alla fine con un sorriso incerto. “Il mio nome è Sarada Uchiha.”

Gli altri tre Uchiha sgranarono gli occhi all’udire quelle parole.

“Uchiha?” esclamò sbalordita Mikoto.

“Com’è possibile?” domandò Sasuke, confuso. “Non ci sono più altri Uchiha nel nostro mondo oltre a me! Il mio clan è andato distrutto!”

“Stai forse mentendo?” chiese bruscamente Fugaku.

Sarada tremò nervosamente sotto i loro sguardi interrogatori ed abbassò lo sguardo. Cosa doveva fare? Poteva dire la verità? Oppure era meglio restare in incognito per adesso?

Completamente insicura sul da farsi, guardò l’Eremita in cerca di aiuto. Hagoromo le ricambiò lo sguardo con un sorriso, annuendo lievemente con la testa per incoraggiarla. Capì subito cosa fare.


“Non sto mentendo,” riprese allora la ragazza con serietà, mostrando il suo Sharingan. “Sono davvero un Uchiha, come potete vedere.”

“Non riesco a crederci!” esclamò Sasuke, tutti gli altri tesi e sconvolti dalla rivelazione.

“Chi sono i tuoi genitori?” la incalzò Fugaku.

Lei esitò per un istante, prima di raccogliere tutto il suo coraggio e dire la verità dei fatti.

“I miei genitori,” rispose guardando tutti i presenti negli occhi con decisione. “Sono due ninja del Villaggio della Foglia. Si chiamano Sasuke Uchiha e Sakura Haruno.”

Quest’ultimi rimasero a bocca aperta e rigidi per diversi istanti, incapaci di reagire.

“COSA?!”

Naruto si intromise immediatamente nel discorso, sbalordito come mai prima d'ora. “Come? Stai dicendo di essere la figlia di Sasuke e Sakura-chan?”

Sarada annuì.

“La ragazza dice la verità,” disse Hagoromo sorridendo verso i due ragazzi in questione. “Lei è vostra figlia.”

Sakura era senza parole. Quella ragazza davanti a lei era sua figlia. Ed il padre era Sasuke! Non riusciva a crederci. Ora che la guardava bene infatti, la sua somiglianza col padre era piuttosto evidente. Osservandola meglio però, notò che aveva diverse somiglianze anche con lei, come la forma del naso e degli occhi. Ma il viso ed i capelli erano decisamente come quelli di Sasuke.

“Mia figlia!” esclamò mentalmente, mentre un sorriso cominciò a formarsi sulle sue labbra.

Sasuke era rimasto a sua volta completamente allibito. Non avrebbe mai pensato che una cosa del genere sarebbe mai potuta accadere. Ma se quello che aveva udito era vero, allora…

“Ho una figlia…” pensò con meraviglia.

Mikoto e Fugaku erano anch’essi senza parole. Stavano guardando davvero la loro nipote con i loro occhi.

“P-Piacere di conoscerti Sarada.” disse alla fine con incertezza Sakura, insicura di come gestire la situazione. “C-credo che non ci sia bisogno di dirti chi siamo…”

“N-Non serve, già…” confermò lei in maniera insicura ed imbarazzata, guardando verso un’altra direzione.

La situazione era decisamente impacciata e goffa per tutti. Incredibilmente, Sasuke riuscì a dire qualcosa ad un certo punto.

“A-Anche se sai chi siamo,” disse con insicurezza. “Credo che sia d’obbligo presentarti i miei genitori, Fugaku e Mikoto Uchiha.”

“Piacere di conoscervi.” disse lei abbassando leggermente la testa ed accennando un inchino, mentre i due adulti sorrisero lievemente. Non aveva mai visto prima d’ora i suoi nonni paterni, quindi l’imbarazzo era meno evidente nel loro caso.

“Ora tocca a te.” disse con gentilezza Hagoromo, rivolgendosi a Boruto.

Il ragazzo sospirò per un secondo, prima di alzare lo sguardo e guardare tutti i presenti con il suo occhio azzurro.

“Mi chiamo Boruto Uzumaki,” disse alla fine con un tono privo di emozione. “Figlio di nessuno. Ninja traditore del Villaggio della Foglia. Non c’è altro da sapere.”

Tutti rimasero allibiti dalla sua presentazione.

“Uzumaki?!” esclamarono di nuovo nella testa Naruto, Kushina e Minato. Era davvero un Uzumaki? Il ragazzo somigliava indiscutibilmente a Naruto, era possibile che…

“Boruto!” lo rimproverò Sarada guardandolo con disapprovazione. “Perché dici così? I tuoi genitori sono proprio davanti a te!”

Lo shock e la confusione aumentarono dopo quelle parole.

Sakura, Sasuke e i suoi genitori sgranarono gli occhi, basiti. Togliendo loro quattro ed i genitori di Naruto, allora Boruto era il figlio di…

“I suoi genitori sono tra noi?” pensò Kushina. “Ma allora…”

“O mio dio…” ulrò mentalmente Minato, incredulo. “Togliendo me e Kushina assieme agli Uchiha, restano solo Naruto ed Hinata! Questo vuol dire…”

“N-Non può essere!” pensò Hinata, che era giunta alla stessa conclusione. I suoi occhi si spalancarono enormemente, e la sua faccia cominciò ad assumere una particolare colorazione di rosso al pensiero che lei e Naruto avrebbero avuto un figlio.

“Cosa diavolo vuol dire?” si disse Naruto grattandosi la testa. A differenza di tutti gli altri non aveva ancora capito il messaggio.

“I suoi genitori siete-” cominciò a dire Hagoromo, ma fu improvvisamente interrotto dalla lama della katana di prima, posizionata a pochi millimetri sotto al suo mento, cortesia di Boruto stesso.

Lo sguardo del ragazzo era feroce e gelido.

“Fossi in te io non concluderei quella frase.” disse con freddezza e con gli occhi aggrottati. “Soprattutto se ci tieni alla pelle.”

Nessuno si mosse. Naruto e gli altri s’irrigidirono nel vedere ciò, troppo sconvolti per agire. Sarada fu l’unica che riuscì ad intervenire.

“Boruto!” urlò, disperata. “Non farlo! So che è difficile per te, ma-“

“Dipende tutto dalle sue prossime parole.” ribatté quello senza battere ciglio.

Hagoromo guardò il ragazzo, il suo sguardo indecifrabile. Boruto lo aveva davvero colto alla sprovvista, stavolta non era riuscito a notare il suo movimento. Il suo potere era davvero enorme, proprio come immaginava.

“Non puoi rinnegare le persone che ti hanno dato alla luce.” disse l’Eremita con un tono calmo al ragazzo. “Non è una cosa che puoi decidere.”

L’occhio sinistro di Boruto divenne ancora più gelido e crudele.

“Il legame di sangue non basta a formare una famiglia, vecchio.” disse il ragazzo del futuro con astio. “Dovresti saperlo anche tu. Loro saranno anche stati la mia incubatrice ed il mio donatore di sperma, ma non sono di certo la mia famiglia!” il suo tono divenne sempre più freddo e tagliente verso la fine della frase.

“Boruto! Non dire così! Naruto-sama e Hinata-sama sono proprio qui!” disse ancora Sarada, piena di dolore nel vedere il suo amico parlare in questo modo nei confronti dei suoi stessi genitori.

Naruto, appena udì le parole della ragazza, comprese cosa stava succedendo. Tutto il mondo attorno lui si fermò per un istante e gli vennero le vertigini.

“N-Non è possibile!” pensò, sconvolto.

Boruto Uzumaki era suo figlio! Boruto Uzumaki era figlio suo e di Hinata! Ora capiva perché gli somigliava così tanto. Il suo sguardo si posò inconsciamente su Hinata. Da tempo Naruto nutriva una cotta nei suoi confronti, ma non aveva mai dato voce a quei pensieri. Dopotutto, lei era un membro del prestigioso clan Hyuuga, mentre lui era un orfano, un nessuno. Non avrebbe mai pensato che tra loro due potesse nascere qualcosa. Oggi, aveva davanti agli occhi la prova del contrario. Avevano un figlio!

Quel ragazzo davanti ai suoi occhi era loro figlio. Quello stesso ragazzo talmente potente da essere capace di minacciare lo stesso Eremita delle Sei Vie in persona era loro figlio. Una miriade di emozioni lo investì di colpo quando realizzò le conseguenze di ciò. Boruto non era soltanto suo figlio. Era anche un ninja traditore.

Suo figlio era un ninja traditore!

Naruto sentì un nodo formarsi nella sua gola inspiegabilmente. Questo voleva dire che Boruto aveva rinnegato il suo Villaggio. Aveva rinnegato ogni ideale per cui Naruto lottava ogni giorno. E proprio adesso, davanti ai suoi occhi, stava persino rinnegando i suoi stessi genitori. Stava rinnegando lui ed Hinata. Senza rendersene conto, nei suoi occhi cominciarono a formarsi delle lacrime.

Minato e Kushina si resero conto del suo tumulto interiore e tentarono di supportarlo poggiando le loro mani sulle sue spalle, ma loro stessi erano rimasti allibiti da ciò che stava succedendo. Quel ragazzo che stavano guardando coi loro occhi era loro nipote. Un nipote che stava rinnegando la propria famiglia. Cosa stava succedendo? Perché si stava comportando in questo modo? Erano troppo sconvolti per comprendere.

Hinata era immobile come una statua con gli occhi spalancati, e stava letteralmente piangendo. Lunghe scie di lacrime solcavano le sue guancie, senza sapere il motivo. Non aveva mai visto Boruto prima d’ora, né tantomeno aveva mai avuto un figlio ancora. Allora perché provava così tanto dolore nel vedere quel ragazzo biondo insultare lei e Naruto? Perché il suo cuore soffriva nel vedere il suo sguardo pieno d’odio?

Gli Uchiha guardavano la scena di fronte a loro in silenzio, pieni di stupore e confusione.

Hagoromo sospirò. “Ecco un’altra cosa che ci rende simili, giovane Naruto,” pensò con dolore e rammarico l’Eremita, guardando Boruto negli occhi. “Entrambi abbiamo fallito come genitori. Entrambi abbiamo compiuto troppe scelte sbagliate come padri, causando troppo dolore e spingendo i nostri figli ad allontanarsi da noi, dividendo la nostra famiglia irrimediabilmente…”

I suoi pensieri balenarono per un attimo su Indra ed Ashura, prima di tornare a focalizzarsi sul ragazzo che puntava una spada sul suo collo.

“Comprendo il fatto che tu sia arrabbiato,” ricominciò a dire di nuovo. “Ma non lasciare che l’odio abbia il sopravvento, giovane Boruto. Ricordati perché sei qui.”

Boruto lo perforò con lo sguardo per diversi secondi, prima di abbassare la spada per poi posarla dietro la schiena e voltarsi a guardare gli altri.

“Ascoltatemi bene,” cominciò poi a dire con freddezza. “Io non ho genitori. Non ne ho mai avuti, e non ho intenzione di rivelare il mio passato a nessuno di voi! Sono qui solo e soltanto per uccidere questo fantomatico drago, e niente più. Qualunque cosa pensiate di me, tenetela per voi. Ricordatevelo bene e non ci saranno problemi. Chiaro?”

Nessuno sapeva cosa rispondere. Erano tutti troppo sconvolti dalle sue parole.

“Adesso piantiamola con le chiacchiere,” disse ancora subito dopo, rivolgendosi ad Hagoromo. “E dicci cosa dobbiamo fare. Abbiamo già perso troppo tempo.”

L’Eremita sospirò rassegnato. Era chiaro che il tempo delle parole fosse finito.

Ora era giunto il momento di agire.
 

Formando un sigillo con le mani, lui e tutti i presenti si ritrovarono improvvisamente in un luogo completamente diverso. Non erano più circondati da una foresta, ma bensì si trovavano sulla vetta di una collina, accarezzati dolcemente dal vento. Il cielo aveva cominciato a schiarirsi ed a mostrare i primi raggi del sole, rivelando un bellissimo paesaggio ricco di colori all’orizzonte tutt’intorno a loro.

“Dove siamo?” esclamò Naruto, stupito dall’improvviso cambiamento mentre tutti gli altri si guardavano intorno.

“Vi ho portati sulla cima di questo colle,” spiegò Hagoromo. “Perché questo è il punto più vicino alla vostra destinazione in cui posso lasciarvi senza che Vrangr si accorga della mia presenza.”

Poi puntò un dito verso una zona desertica in lontananza, verso sud, e proseguì. “Vedete quella valle desertica giù a sud? Quella è la vostra prima meta. Il deserto dei Goblin.”

“Il deserto dei Goblin?” domandò confuso Sasuke, seguendo con lo sguardo la direzione indicata dall’Eremita.

“È una terra secca e priva di acqua dove vivono della creature dalle fattezze umanoidi,” chiarificò Hagoromo seriamente. “Ma non fatevi ingannare dal loro aspetto. I Goblin son creature aggressive, e non accetteranno la vostra presenza nel loro territorio di buon grado.”

“E perché dovremmo andare da questi Goblin?” chiese improvvisamente Boruto, sospettoso. “Perché non andare direttamente dal drago?”

“Prima di poter sconfiggere Vrangr,” spiegò l’Eremita guardandoli tutti. “Dovrete trovare e ottenere tre oggetti. Questi tre manufatti sono assolutamente necessari per riuscire ad uccidere un drago immortale. Il primo di questi si trova nel Tesoro dei Goblin. Ecco perché dovrete andare là.”

“Quale sarebbe questo manufatto tanto importante?” chiese Sarada.

L’anziano essere la guardò e sorrise. “Sono certo che lo riconoscerete appena lo avrete davanti.” disse misteriosamente. “E una volta che lo avrete ottenuto, esso vi guiderà verso gli altri due.”

Poi, Hagoromo tirò fuori dal nulla dieci piccoli sacchetti, tendendoli verso di loro.

“Prendeteli,” disse ancora. “Contengono delle pillole particolari create dalla mia gente, ricche di sostanze nutritive e rigeneranti. Saranno il vostro nutrimento durante il tragitto nel deserto. Eldia è ricca anche di piante commestibili e di animali da cui potrete ottenere carne. Non dovrete temere di morire di fame.”

Una volta che tutti ebbero preso un sacchetto ciascuno, improvvisamente la figura dell’Eremita cominciò a scomparire, lasciando tutti di stucco.

“EHI! Cosa sta succedendo?” urlò Naruto.

“Il mio tempo con voi è scaduto!” disse Hagoromo sorridendo con rassegnazione. “Se rimanessi ancora per altro tempo, il drago percepirebbe la mia presenza e correrebbe ai ripari. Ma non temete, giovani ninja. Ci rivedremo ancora, una volta che avrete ottenuto tutti i manufatti. Andate adesso! Vi auguro buona fortuna!”

“Aspetta! Come possiamo-“ fece Sakura, ma l’Eremita era scomparso prima che potesse finire.

Ed improvvisamente una grande inquietudine calò su tutti loro. Si trovavano finalmente a dover affrontare un pericolo sconosciuto, e l’Eremita delle Sei Vie non sarebbe stato al loro fianco per aiutarli da quel momento in poi.

Erano da soli.

Adesso cominciava la loro missione.

Naruto sentì una grande determinazione crescere in sé e prendere lentamente il posto dell’angoscia. Non poteva lasciarsi vincere dalla paura. Non adesso. Aveva preso una decisione. Avrebbe salvato il mondo dalla calamità del drago ad ogni costo. Era una promessa, e lui non rimangiava mai le sue promesse.

“Non posso tirarmi indietro!” si disse con forza.

Lanciò inconsciamente uno sguardo verso Boruto, e vide che anche lui era incredibilmente determinato in volto, con lo sguardo puntato verso la loro prima destinazione e il suo occhio ardente di decisione.

Per qualche strano motivo, la cosa lo incoraggiò.

“Muoviamoci!” disse allora con confidenza, guardando verso il deserto.
 
 

Note dell'autore!!!

Salve gente, come promesso ecco a voi il capitolo. Spero possa esservi piaciuto e che possa avervi intrigato. Questo capitolo segna la fine della parte introduttiva della storia, già dal prossimo le cose diverranno più movimentate.

Ho ricevuto diversi messaggi privati che mi chiedevano il perchè avessi deciso di rendere Boruto un personaggio "cattivo", perciò ho pensato che fosse meglio spiegare quello che ho voluto fare nella mia storia qui:

Boruto Uzumaki, a differenza di Naruto ed il resto della gang, è un personaggio completamente nuovo che non è stato ancora mostrato nel suo carattere nella sua interezza. Questo rende quindi impossibile descrivere un personaggio ricco di sfaccettature basandosi solamente su un solo film e qualche episodio dell'anime, e come autore di una storia sono stato costretto a reimmaginarmelo, e la stessa cosa vale per Sarada. Tuttavia ci tengo a sottolineare una cosa: Boruto in questa storia NON è affatto un personaggio malvagio! La sua storia ed il suo passato verranno rivelati a poco a poco nel corso dei capitoli, ed ho già lanciato diverse 
frecciatine per farvi tentare di immaginare cosa possa avere vissuto nella sua vita.

Per il suo personaggio mi sono ispirato ad esperienze personali e a quelle di una persona a me molto cara, e proprio per questo ci tengo a sottolineare che non è un personaggio cattivo come può avervi dato l'impressione di essere nei capitoli precedenti. Nessun uomo diventa cattivo per scelta, semplicemente egli diventa il frutto di quello che ha vissuto. Boruto Uzumaki è l'esempio più concreto di ciò.

Detta questa cosa, buona lettura e a prestissimo! ;)

 
   
 
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