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Autore: MonAnge    24/07/2017    0 recensioni
Kristine Adams era una ragazza diciassettenne come tutte le altre. Viveva in una famiglia ricca a Los Angeles. Ma non aveva idea che stava per avvenire un fatto che le avrebbe completamente sconvolto la vita.
I suoi genitori - Marie e Albert- erano sul punto di perdere tutti i soldi investiti. Per questo motivo Kristine accetta di sposarsi con un milionario che neanche conosceva.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Sposata con un diavolo
 

Capitolo 11 - Buonanotte

~~<>~~

 

Aprii gli occhi, mi trovavo su un letto, in una camera che vedevo per la prima volta. Guardai la finestra: era notte fonda, della pioggia sembrava non esserci traccia. Dove mi trovavo? Come ho fatto ad arrivare qui?

Mi alzai di scatto, ma fui costretta ad appoggiarmi su un armadio per non perdere l’equilibrio. Mi faceva male tutto. Ero distrutta.

Vidi su una sedia il mio vestito, mi avvicinai e lo osservai...era strappato. Ma se il mio vestito era qui, cosa stavo indossando io?
Notai uno specchio e andai verso esso. Addosso avevo una maglietta grigia che mi stava molto larga e mi arrivava alle cosce. Non ricordavo più nulla.
Poi mi soffermai a guardare il collo. Dio...era tutto rosso. In viso ero pulita. Non avevo trucco. Strano.
Dopo, improvvisamente la mia testa si riempì di nuovo dei pensieri e dei ricordi. Ripensai a quella serata. Sebastian. Vaso..Macchina..Jace.

Jace!

Oh cavolo era stato lui che mi accompagnò qui...nella sua Mercedes! Il vento che mi spinse sopra di lui, il ragazzo che mi portò in braccio nella macchina, io che mi addormentai nel suo abbraccio, lui che mi baciò sulla fronte… sprofonderei dall’imbarazzo.

Dovevo assolutamente chiamare Evelyn e andarmene da qui...Diavolo, è vero..il mio telefono, le chiavi... la mia borsa.

Dovevo farmi prestare un telefono...possibilmente non da Jace. Osservai la stanza. Sembrava la stanza di un hotel a 5 stelle. C'era un meraviglioso letto matrimoniale, il quale era messo in disordine. Sembrava esserci passato un tornado. Dio...non mi ricordo nulla, che era successo quando sono arrivata qui con Jace?
Guardai l’orologio..era l’una di notte.
 
Sentii delle voci fuori dalla stanza. Mi avvicinai alla porta per ascoltare.

 
-Dai, Jace, caro! - esclamò una voce femminile. Si capiva che non era felice. 

Ero curiosa sin dalla nascita.
 
-Jace! L’hai voluto tu che oggi notte arrivassi! - si arrabbiò la ragazza. Aveva una voce molto squillante e dava molto fastidio. 

-E adesso voglio che te ne vai. Cosa non ti è chiaro? - disse in modo distaccato il biondo con una voce piuttosto stanca, come se non avesse dormito. 

Non osavo immaginare cosa fosse successo tra me e lui nelle ultime ore. Non ricordavo nulla. 

-È tutta colpa di quella prostituta che ti sei portato dietro? 

Come mi aveva chiamata?? Se non ci fosse stato Jace accanto a lei...avrebbe avuto già il naso rotto. Cercai di calmarmi.

-Angelica..- continuò con una voce minacciosa il biondo - se un’altra volta, ti sento dire su di lei una cosa del genere, ti prometto che nessun uomo ti guarderà più.  Spero che sono stato chiaro. E adesso togliti di mezzo. 

Wow.. non me l’aspettavo. Era stato crudele con lei. Ma devo ammettere che mi era piaciuto come si era messo a difendermi. Ma, a dire il vero, ero piuttosto preoccupata per lui... dalla voce sembrava molto stanco.

Sentii dei passi che si avvicinavano. Corsi subito sul letto e feci finta di dormire. Non avevo fatto in tempo, però, a mettermi la coperta.

Ed ecco lo scricchiolio della porta che lentamente si aprì. Ma avevo sempre delle difficoltà nel far finta di essere addormentata... ogni volta che mamma entrava a controllare se stessi già dormendo, non riuscivo a farcela e mi mettevo a ridere. Ma in questa situazione sicuramente...non potevo mettermi a ridere davanti a Jace. 

Sentii il letto piegarsi e un respiro posarsi su di me.

-Sai che è da monelli spiare gli altri? - disse sorridendo con una voce tranquilla, dietro di me. 

Accarezzò il mio braccio con due dita. Io rabbrividii al suo tocco. 

Quanto scema sembravo in quel momento...mi aveva aiutato, cambiato ( e per questo gli dovevo chiedere spiegazioni) e io come una vera scema, mi misi ad ascoltare i suoi discorsi con altre. Che maleducata.

Non risposi. Probabilmente avrebbe pensato che io fossi ancora addormentata e se ne sarebbe andato.

-Basta fare finta. A dir la verità non sei una brava attrice.

Era stato offensivo….Okay, decisi che non aveva più senso continuare questa sceneggiata e mi sedetti tirando su la coperta.

Jace era girato. Io lo osservai, aspettando le sue nuove parole.

-Sento che mi stai fissando la schiena. - disse lui in un tono tranquillo abbassando la testa.

Io mi girai rossa. Sentivo le mie guance scottare e arrossire crudelmente.

-Pff… ma a chi serve la tua schiena? - dissi e poi subito aggiunsi - se a qualcuno serve...di sicuro non a me. - mi giustificai orgogliosamente.

Sentendo che lui rise, le mie guance divennero bordeaux. Stavo diventando un pomodoro. 

Sperai che Jace non si girasse per non vedermi in quelle condizioni. Sarebbero nati molti più problemi.

Dopo qualche minuto di un silenzio imbarazzante, cominciai a parlare..e a chiedere la cosa che mi preoccupava di più in quel momento.

-Sei tu che mi hai cambiato e lavato?- dissi cominciando a fissare di nuovo la sua schiena. 

Lui si girò e mi guardò.
 

-Vedi qualcun altro qui, piccola?- mi rispose.

Un’altra scossa elettrica. Rabbrividii nuovamente.

I suoi occhi blu fissarono i miei. Erano freddi e senza vita ma allo stesso tempo, mentre mi guardavano, sembravano più morbidi e caldi.

Respirai profondamente. Ero sicura che questa notte non mi avesse fatto niente. Più precisamente questi pensieri sparirono dalla mia testa. Non credevo che la persona che ti avesse appena salvato potrebbe averti violentato dopo.

Cavolo. Che è successo alla mia memoria? Mi sono dimenticata anche del matrimonio! Decisi di continuare a parlare per interrompere questo silenzio.

-Ehm...potevi chiedere a qualcuno di cambiarmi.

Le sue sopracciglia si alzarono e lui sorrise.

-Okay, piccola. Prima di tutto oggi diventerai mia moglie e sarai a mia disposizione. Anche se lo sei già adesso.

-Ma..-  lo interruppi.

-Shh, piccola, non ho finito.- mise il suo dito sulle mie labbra per zittirmi. -Secondo, non volevo che qualcuno, tranne me, ti guardasse.

Sospirai. 

-Potevi chiederlo ad una femmina…-

Alzò di nuovo le sopracciglia e sorrise. - Perché dovrei farlo? - Si sedette più vicino a me e mi guardò dritto negli occhi. - Posso cambiarti anche da solo..-

-Ma..ma… tu sei un maschio! - avrei voluto sprofondare- cioè...un ragazzo! Non dovresti vedermi nuda…- che cavolo gli stavo dicendo?

Lui rise ad alta voce mettendosi una mano sulla fronte. Volevo andarmene di qui…misi una gamba fuori dal letto.

-Piccola, quanto sei carina! - disse dolcemente smettendo di ridere.

“Carina”...ma veramente? Intendeva stupida e scema….

-Io vado... - lo avvisai alzandomi dal letto e andando verso la porta. Anche se non capivo dove dovevo andare. I miei genitori non c'erano a casa, io non avevo le chiavi. Poi vestita così… avrei provato a chiamare Evelyn..

Misi la mano sulla maniglia e sentii la sua voce esclamare: 

-Ferma.- mi ordinò in modo severo. - Dove stai andando?-

Girai la testa per guardarlo. Sorrisi e provai a mentire.

-Ehm...mia madre mi sta aspettando, devo tornare-

-So che i tuoi genitori oggi non sono a casa.-  disse e si alzò lentamente, camminando verso di me.

C'erano pochi millimetri che ci separavano. Mi toccò il mento e mi fece sollevare la testa. Mi guardò negli occhi.

Ad un tratto era diventato difficile respirare.. volevo girarmi e chiudere gli occhi con le mani, al fine di non vedere più questi due oceani.

-Perché mi vuoi mentire sempre? - mi sussurrò tenendo le dita sul mio mento - Non sono un idiota, Kristine.

Ok...questa volta speravo che l’hotel crollasse veramente.. Mordicchiai le mie labbra. Lui fissò quel mio movimento e strinse le dita più fortemente.

-Non volevo...solo che devo tornare a casa….-

Mentii di nuovo..

-Senza le chiavi?-

-Ehm..sarei entrata dalla finestra... Ma..come fai a sapere che sono senza chiavi?

Cavolo…

-Piccola, io so tutto.- Allora, sapeva anche quello che era successo con Sebastian?

-Quindi….- Ma non mi fece terminare di parlare che avvicinò le sue labbra alle mie.

Giuro, pensavo volesse baciarmi.

E mi disse - Ora dormi, parliamo di questo domani mattina. - stavo per impazzire a causa di questa sua vicinanza. - Non preoccuparti, non ti sfiorerò neanche con un dito, piccola. Buonanotte. - mi rassicurò e posò le sue labbra sulla mia fronte.

Jace si staccò da me e si tolse la camicia.Dio quanti muscoli.

-Ehm..Jace posso avere un’altra stanza?- chiesi in silenzio.

-No..tu dormirai qui. 

-E tu? 

-Con te.-

Ma veramente….?

-Non puoi prenderti un’altra stanza?
 
-No..sono tutte occupate.-

-Puoi andare in un altro hotel.. oppure a casa tua.

“Statti zitta, Kristine..”- parlò la mia mente.

-Certo, piccola, posso fare di tutto, ma sono troppo stanco e voglio dormire. Adesso. Qui. Con te. Vai a sdraiarti.

“OK Kristine, metti da parte il tuo orgoglio e smettila di essere così egoista. Non stancare di più questo ‘povero’ ragazzo.” - pensai.

Mi coricai sul letto e mi girai dandogli le spalle. Il letto si piegò e la luce nella stanza si spense. Appena la mia testa toccò il cuscino, gli occhi si chiusero e mi addormentai subito.
   
 
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